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inchiesta lavoro4 Come affrontare un colloquio
a cura di Sara Conti
L’opinione del pasticciere
Luigi Biasetto, pasticciere di fama internazionale
Sii te stesso
Le domande che un pasticciere di tale calibro rivolge
ai propri candidati e i consigli che dà per riuscire con
successo. Tutto riassunto in dieci punti
1. Il primo filtro è l’analisi del curriculum. Quando è troppo pieno non sempre è positivo, soprattutto se la durata
delle varie esperienze è breve. Solitamente è segno di instabilità anche se può semplicemente significare che il
candidato è alla ricerca della propria strada.
2. La stabilità è un fattore molto importante. Se guardiamo alle esperienze dei personaggi davvero bravi, inoltre,
notiamo che non hanno mai cambiato tantissimi datori
di lavoro.
3. Livello delle competenze. Dove hai lavorato? Di cosa ti
sei occupato in particolare? Si tratta di un dato oggettivo
che poi viene verificato nel periodo di prova.
4. Sfera intima. Chi sei? Come ti vesti? Come porti i capelli? Passioni? Hobby? Le letture preferite? Ho incontrato
bravissimi ragazzi con i capelli rasta e gli orecchini, carichi di buona volontà, ma migliori come giocolieri che
come pasticceri. Curiosi quelli che di fronte alla domanda “Che passioni hai?” restano a lungo in silenzio e alla
fine rispondono… “non saprei, non ci ho mai pensato…”.
5. Sfera sociale. Hai molti amici? Fai sport, di quale tipo?
La socialità, la relazione con gli altri, il gioco individuale
o di squadra sono fattori importanti per il successo di
team di lavoro.
6. Sfera privata. Sei sposato? Hai figli? Fratelli? E in che
posizione ti trovi rispetto a loro? Quando si hanno persone a carico significa che si è maturato un forte senso di
responsabilità verso gli altri. I tuoi genitori sono separati?
Questa domanda può sembrare inopportuna, ma spesso
cela situazioni di disagio psicologico irrisolto o, al contrario, un rafforzato senso della famiglia.
7. Un consiglio che vale per tutti: candidati e datori di lavoro. Fate tutto in modo trasparente ed eviterete tanti problemi. Su più di 330 persone assunte in 15 anni abbiamo
avuto solo due vicende con il sindacato, entrambe vinte.
8. Il consiglio per i giovani: l’esperienza è qualcosa che
deve maturare è la tua memoria hard, il disco fisso. Se lo
fai programmare da 10 persone diverse diventi estremamente fragile. Devi scegliere qualcuno e farti formare.
Per trovare il proprio stile e la propria maturità, inoltre,
ci vogliono anni. Bisogna essere intelligenti, competenti
e appassionati.
9. Come mi comporterei io… come sono!
Non cercare di apparire perché il
linguaggio del corpo può tradire.
Il candidato deve assomigliare
al datore di lavoro come valori.
Non deve arrivare con l’idea
di plasmarsi, ma andare con
l’interesse di ricevere e dare.
E se sono diversi è difficile
andare a nozze...
10.Da noi, oltre a fare un
colloquio si compila un
test per il quale ogni
risposta ha un coefficiente con un punteggio da 1 a 10.
Se il totale supera i 65 facciamo
fare un mese
di prova.
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L’opinione dell’esperto
Davide Pini, esperto di marketing relazionale
e fondatore di www.gastromarketing.it
Ascolta e rifletti,
ma non troppo
Dieci punti da ascoltare per affrontare al meglio un colloquio di lavoro, consapevole che
chi ci troviamo di fronte vuole conoscerci in breve tempo e sapere quanto scommettere su di noi
1. Proprio nei in momenti di recessione, dove apparentemente ci sono più profili potenzialmente disponibili sul
mercato, il processo di selezione è in realtà più complicato e articolato.
5. La regola chiave è quella che
sta alla base di ogni negoziazione di successo: sapere
ascoltare!
2. Attenti alle domande non direttamente pertinenti al
ruolo per cui si sta facendo il colloquio di lavoro, per
testare ad esempio le capacità logiche e le modalità di
ragionamento. Nello specifico si chiamano Tecniche di
Stress Interview, traducibile in italiano come “esercitazioni analogiche”, una consuetudine molto diffusa negli
Stati Uniti che deve però essere utilizzata da persone
competenti nel campo.
6. Riflettete prima di porre
qualsiasi risposta, senza cadere nel tranello di sentirsi
sotto esame ed essere dunque
precipitosi. Fate esempi positivi tratti da esperienze precedenti, veicolate entusiasmo e
professionalità. Evitate risposte monosillabi o comunque
di una parola sola.
3. Secondo quanto emerge da un’indagine condotta da
Glassdoor, una community statunitense gratuita, incentrata sui temi del lavoro e della carriera, esiste una vera
e propria classifica delle 25 domande più strane poste
durante reali colloqui di lavoro nel corso del 2012.
Alcuni esempi? Se tu fossi ridotto alle dimensioni di una
matita e messo in un frullatore, come ne usciresti? Quale
supereroe sceglieresti di impersonare? Hai una torta di
compleanno divisa in 3 fette da tagliare in 8 pezzi uguali.
Come fai? Quale canzone descrive meglio la tua etica del
lavoro? Che utensile da cucina saresti?
4. Non sono solo le domande a mettere alla prova un candidato, è la comunicazione non verbale a sottoporre il
malcapitato alle prove più dure, ad esempio quando
l’intervistatore utilizza un tono incalzante o aggressivo
per non mettere a proprio agio l’interlocutore, o ancora
quando finge di distrarsi mostrando poco interesse o attraverso l’utilizzo di lunghe pause di silenzio per testare
la capacità dell’interlocutore di gestire l’imbarazzo.
7. Raccogliete il maggior numero possibile di informazioni sul futuro datore di lavoro e sulla mansione proposta,
per arrivare al colloquio più documentati.
8. I primi momenti sono fondamentali, quindi ricordate di
salutate il vostro interlocutore in piedi con un sorriso,
con una stretta di mano forte e decisa.
9. Durante il colloquio, una volta seduti, cercate di tenere
una postura composta con la schiena dritta ed entrambi
i piedi sul pavimento, mantenendo con costanza il contatto visivo con l’intervistatore.
10.Quando vi vengono fatte domande che cercano di creare
un quadro analitico della vosta persona, non fatevi percepire sotto stress, e seguite i consigli sopra riportati. Anche
di fronte a domande sulla sfera privata che, per il vero,
sono un po’ invasive e non del tutto connesse a un’attività
che non prevede un trasferimento impegnativo.
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