a - indennità per astensione obbligatoria

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a - indennità per astensione obbligatoria
L'INDENNITÀ DI MATERNITÀ
CHE COS’E’
E' un'indennità sostitutiva della retribuzione che viene pagata alle lavoratrici assenti dal servizio per
gravidanza e puerperio.
A CHI SPETTA
A - INDENNITÀ PER ASTENSIONE OBBLIGATORIA
1) Alle lavoratrici dipendenti che debbono astenersi obbligatoriamente dal lavoro nei due mesi
precedenti la data presunta del parto e nei tre mesi successivi alla data effettiva del parto.
L'indennità spetta anche per il periodo compreso tra la data presunta e la data effettiva del
parto. La legge 53/2000 ha introdotto la possibilità per la lavoratrice di astenersi dal lavoro
fino ad un mese prima della data presunta del parto e a quattro mesi dopo, purché lo
specialista ginecologo del Servizio sanitario nazionale o con esso convenzionato e il medico
responsabile della sicurezza nei luoghi di lavoro, nei casi in cui la lavoratrice dipenda da
un'azienda soggetta a controlli sanitari (ad esempio: azienda industriale) attestino che tale
situazione non arrechi pregiudizio alla salute della lavoratrice e del nascituro. Le lavoratrici
che svolgono lavori faticosi, pericolosi e che non possono essere adibite ad altre mansioni,
possono anticipare per rischio il periodo di astensione obbligatoria precedente al parto su
autorizzazione dell'Ispettorato del lavoro. Il periodo di astensione obbligatoria successivo al
parto può essere prorogato fino al 7° mese dopo il parto con provvedimenti dell'Ispettorato
del Lavoro. In caso di morte, o di grave malattia della madre o in caso di abbandono della
madre, anche non lavoratrice, l'indennità per astensione obbligatoria relativa ai tre mesi
successivi al parto spetta al padre lavoratore dipendente. La lavoratrice ha diritto
all'indennità per astensione obbligatoria per i tre mesi successivi alla data effettiva del parto
anche nei casi in cui:
•
il bambino sia nato morto;
•
il bambino sia deceduto successivamente al parto;
•
ci sia stata un'interruzione di gravidanza dopo il 180° giorno di gestazione (che è considerata
parto, vedi paragrafo C - indennità per interruzione gravidanza).
2) Alle lavoratrici dipendenti che abbiano adottato bambini o che li abbiano ottenuti in
affidamento (preadottivo o provvisorio), durante i 3 mesi successivi all'effettivo ingresso del
bambino nella famiglia adottiva o affidataria, sempre che il bambino non abbia superato, al
momento dell'adozione o dell'affidamento, i 6 anni di età e il minore straniero non abbia
superato, al momento del suo ingresso in famiglia i 18 anni di età. Spetta anche al padre
lavoratore dipendente, in alternativa alla madre lavoratrice dipendente. Spetta anche alle
lavoratrici autonome adottive o affidatarie (affidamento preadottivo) ma non al lavoratore
autonomo.
3) Alle lavoratrici autonome (coltivatrici dirette, mezzadre e colone, artigiane e commercianti)
spetta l'astensione obbligatoria dal lavoro a partire dal 27 aprile 2001 (entrata in vigore del
Testo unico sulla maternità) per i due mesi prima e i tre mesi dopo il parto. Spetta per 5 mesi
sia in caso di parto prematuro sia in caso di parto successivo alla data presunta. Per le
lavoratrici parasubordinate iscritte alla gestione separata dei lavoratori autonomi, che
versano il contributo del 14% (collaboratrici coordinate e continuative, venditrici porta a
porta, libere professioniste) vedi scheda "L'indennitá' Di Maternitá Dei Lavoratori
Parasubordinati".
Requisiti
Per ottenere l'indennità di maternità le lavoratrici dipendenti devono avere un rapporto di lavoro in
essere con diritto a retribuzione.
Fanno eccezione:
•
le lavoratrici domestiche devono aver versato almeno un anno di contributi nei due anni
precedenti il periodo di assenza obbligatoria o almeno sei mesi di contributi nell'anno
precedente
•
le lavoratrici agricole devono aver effettuato minimo 51 giornate di lavoro nell'anno
precedente il periodo di assenza obbligatoria;
•
le lavoratrici autonome devono risultare iscritte negli elenchi degli artigiani, o dei
commercianti, o dei coltivatori diretti, mezzadri e coloni prima del periodo indennizzabile
per maternità e aver pagato i contributi relativi;
•
le lavoratrici parasubordinate devono avere un minimo di tre contributi mensili nei 12 mesi
precedenti i 2 mesi anteriori al parto
B
-
INDENNITÀ
PARENTALE)
PER
ASTENSIONE
FACOLTATIVA
(CONGEDO
•
Nei primi otto anni di vita del bambino ciascun genitore ha diritto ad astenersi dal
lavoro; le astensioni non possono superare un periodo complessivo tra i genitori di dieci
mesi, aumentabili a 11. Di seguito vengono elencate le modifiche dettate dalla nuova
legge.
•
Le madri lavoratrici dipendenti (escluse quelle disoccupate o sospese, quelle addette ai
servizi domestici e familiari e quelle a domicilio) possono astenersi per un periodo
continuativo o frazionato non superiore a sei mesi, fino al compimento di otto anni di età
del bambino
•
i padri lavoratori dipendenti possono astenersi per un periodo continuativo o frazionato
non superiore a sei mesi elevabile a sette. Infatti nel caso in cui il padre lavoratore si
astiene dal lavoro per un periodo non inferiore a tre mesi, il limite per lo stesso è elevato
a sette mesi e il limite complessivo delle astensioni dal lavoro dei genitori diventa di
undici mesi
•
nel caso di un solo genitore, per un periodo continuativo o frazionato non superiore a
dieci mesi
•
i lavoratori dipendenti (esclusi quelli disoccupati o sospesi, le lavoratrici domestiche e a
domicilio), genitori adottivi o affidatari hanno diritto ad astenersi come i genitori
naturali, ma fino al dodicesimo anno di età del bambino, nei primi tre anni dall'ingresso
in famiglia e per un periodo massimo di 6 mesi (7 per il padre) se chiesta da un genitore
o di 10 mesi (11) se cumulata tra i due. Se il bambino fa il suo ingresso in famiglia a 12
anni l'astensione può essere esercitata sempre nei tre anni successivi, alle stesse
modalità, fino al 15° compleanno
•
le lavoratrici autonome (coltivatrici dirette, mezzadre, colone, artigiane e commercianti)
hanno diritto ad astenersi per tre mesi entro il primo anno di età del bambino
L'indennità spetta per un periodo massimo complessivo tra i genitori di sei mesi entro il terzo
anno di età del bambino. In caso di superamento dei sei mesi complessivi tra i genitori (fino a
otto anni di età del bambino) l'indennità è subordinata a determinate condizioni e in particolare
al reddito individuale del genitore richiedente che deve essere inferiore a 2,5 volte l'importo del
trattamento minimo di pensione
C - INDENNITÀ PER INTERRUZIONE DI GRAVIDANZA
L'interruzione della gravidanza avvenuta dopo il 180° giorno dall'inizio della gestazione è
considerata a tutti gli effetti parto (vedi punto "A"). L'interruzione avvenuta prima del 180°
giorno dall'inizio della gestazione (aborto) è equiparata alla malattia e quindi la lavoratrice non
ha diritto all'indennità di maternità, ma, eventualmente, a quella di malattia. Alle lavoratrici
autonome viene pagata una indennità per 30 giorni in caso di interruzione della gravidanza tra il
terzo mese e il 180° giorno di gestazione
D - PARTO PREMATURO
In caso di parto prematuro, verificatosi prima della data presunta, i giorni non goduti di
astensione obbligatoria prima del parto sono aggiunti al periodo di astensione obbligatoria dopo
il parto. Se il parto prematuro è avvenuto prima dei due mesi di astensione pre-parto, ovvero
durante il periodo di interdizione anticipata disposta dall'Ispettorato del lavoro, è riconosciuto
un periodo massimo di astensione obbligatoria dopo il parto pari a cinque mesi. Per poter fruire
dell'indennità occorre che:
•
non vi sia stata attività lavorativa nel periodo per il quale si chiede il riconoscimento
•
l'interessata presenti una domanda all'INPS entro 30 giorni dal parto allegando il
certificato di nascita del bambino
I giorni non goduti di astensione obbligatoria prima del parto non possono essere aggiunti al
termine dei mesi di proroga dell'astensione dopo il parto disposta dall'Ispettorato del lavoro
L’IMPORTO DELL’INDENNITA’
1. L'indennità per astensione obbligatoria è pari all'80 % della retribuzione media giornaliera
per i giorni di astensione obbligatoria. Per le colf, le lavoratrici autonome (coltivatrici
dirette, mezzadre e colone, artigiane e commercianti) e le lavoratrici agricole a tempo
determinato la misura dell'indennità è pari all'80 % di retribuzioni "convenzionali" stabilite
anno per anno dalla legge. Per le parasubordinate l'assegno di maternità è di importo
variabile a seconda dei contributi accreditati.
2. L'importo dell'indennità per astensione facoltativa è pari al 30 % della retribuzione media
giornaliera.
RIPOSI ORARI
Riposi orari durante il primo anno di vita del bambino:
•
due ore al giorno se l'orario di lavoro è pari o superiore a 6 ore giornaliere
•
se l'orario di lavoro è inferiore a 6 ore giornaliere è previsto un permesso di 1 ora al
giorno
Spettano anche al padre, in alternativa alla madre lavoratrice dipendente che non se ne avvale, e
sono previsti anche in caso di adozione e affidamento. Spettano al padre anche nel caso in cui la
madre non è lavoratrice dipendente (ad esempio lavoratrice autonoma, libera professionista). In
caso
di
parto
plurimo
le
ore
sono
raddoppiate.
Non hanno diritto ai permessi orari le lavoratrici domestiche, a domicilio e le lavoratrici
autonome.
MALATTIA DEL BAMBINO
I genitori, alternativamente, hanno diritto di astenersi dal lavoro durante la malattia del bambino
di età inferiore agli otto anni o di età compresa fra tre e otto anni; in questo ultimo caso nel
limite di cinque giorni lavorativi l'anno per ciascun genitore. L'interessato è tenuto a presentare
un certificato rilasciato da un medico specialista del Servizio sanitario nazionale o con esso
convenzionato. La malattia del bambino che dà luogo a ricovero ospedaliero interrompe il
periodo di ferie del genitore. Per tali assenze non è corrisposta la retribuzione, l'interessato ha
diritto alla contribuzione figurativa fino al terzo anno di vita del bambino. Dai 3 agli 8 anni ha
invece diritto ad una contribuzione ridotta
LE DOMANDE
La domanda di astensione obbligatoria e facoltativa va presentata all'INPS e al datore di lavoro;
la domanda di riposi orari della madre va presentata al datore di lavoro, quella del padre va
presentata all'INPS e al datore di lavoro; la domanda per ottenere i giorni di congedo per
malattia del bambino deve essere presentata al datore di lavoro con allegato un certificato
medico specialista del SSN che attesti la malattia e inoltre una dichiarazione che attesti che
l'altro genitore non sia in astensione dal lavoro per gli stessi giorni.
CHI PAGA
É pagata in genere dal datore di lavoro, il quale viene poi rimborsato dall'INPS tramite il
conguaglio dei contributi. Alle lavoratrici autonome (coltivatrici dirette, mezzadre e colone,
artigiane e commercianti), alle colf, alle lavoratrici agricole dipendenti, alle lavoratrici
stagionali e alle disoccupate o sospese che non usufruiscono di trattamenti di integrazione
salariale e alle parasubordinate, l'indennità viene pagata direttamente dall'INPS
AGEVOLAZIONI PER I GENITORI DI FIGLI PORTATORI DI HANDICAP GRAVE
I genitori di figli portatori di handicap grave, possono fruire di particolari agevolazioni:
•
prolungamento dell'astensione facoltativa o, in alternativa, una o due ore (a seconda
della durata dell'orario di lavoro) di permesso giornaliero retribuito, fino al terzo anno di
età del bambino
•
tre giorni di permessi mensili retribuiti fruibili anche in maniera continuativa, oltre il
terzo anno di età del bambino
Da aprile 2001, i riposi, i permessi e i congedi spettano al genitore lavoratore anche quando l'altro
genitore non ne abbia diritto. Questo significa che il genitore lavoratore può fruire delle
agevolazioni, anche se l'altro genitore non lavora. I permessi e il congedo per grave handicap non
possono essere fruiti contemporaneamente. I riposi e i permessi possono essere cumulati con il
congedo parentale (astensione facoltativa di 6 mesi per la madre e 7 mesi per il padre; 10/11 mesi
se viene fruito da entrambi) e con il congedo per malattia del figlio. I genitori possono fruire
contemporaneamente l'uno dell'astensione facoltativa e l'altro dei permessi per i figli disabili. Non
è possibile, però, che lo stesso genitore fruisca contemporaneamente dei permessi per i figli
disabili e dell'astensione facoltativa nella stessa giornata. La norma riconosce il diritto ai riposi, ai
permessi e ai congedi, anche ai genitori adottivi e agli affidatari
CONGEDO PER GRAVE HANDICAP
La legge ha introdotto dal 1° gennaio 2001 un congedo straordinario per l'assistenza di figli che
sono portatori di gravi handicap.
A chi spetta
•
Ai genitori, naturali o adottivi e dal 27 aprile 2001 (data di entrata in vigore del decreto
legislativo che riordina i permessi e i congedi per i genitori di disabili gravi) anche agli
affidatari, di soggetti handicappati per i quali è stata accertata, da almeno cinque anni, la
situazione di gravità; i genitori non possono fruire del congedo contemporaneamente.
•
Ai fratelli o alle sorelle del soggetto handicappato grave (riconosciuto tale da almeno cinque
anni) in caso di decesso di entrambi i genitori.
Non è possibile fruire del congedo parentale (astensione facoltativa) e del congedo per grave
handicap contemporaneamente.
Per ottenere il congedo sono richieste le stesse condizioni che permettono di fruire degli speciali
congedi previsti dalla legge sull'handicap (giorni di permesso mensile retribuiti, prolungamento
dell'astensione facoltativa, permessi orari retribuiti, ecc.)
La durata
Il congedo ha la durata massima di due anni, nell'arco della vita lavorativa, e può essere frazionato
(a giorni, settimane, mesi, ecc.)
Quanto spetta
Il congedo è retribuito con un'indennità pari all'ultima retribuzione percepita ed è "coperto" dai
contributi figurativi. L'indennità e la contribuzione, per il 2002, sono riconosciuti per un massimo di
€ 37.128,09 annui (pari a lire 71.890.000). Il congedo viene corrisposto per tutti i giorni per i quali
il beneficio è richiesto. Per i periodi per i quali non è prevista attività lavorativa, il congedo non è
riconosciuto (part-time verticale per i periodi non retribuiti).
A chi non spetta
L'indennità non può essere riconosciuta ai lavoratori domestici e ai lavoratori a domicilio
La domanda
La domanda di richiesta di congedo (Mod-Hand4 per i genitori e Mod-Hand5 per fratelli e sorelle)
deve essere presentata all'INPS in duplice copia. Una di esse viene restituita dall'INPS per ricevuta
e va presentata dall'interessato al datore di lavoro per fruire del congedo. Alla domanda deve essere
allegata, tra l'altro, la documentazione della ASL dalla quale risulti la gravità dell'handicap accertata
da almeno cinque anni.
IL RICORSO
Nel caso in cui la domanda di indennità di maternità, per astensione obbligatoria o facoltativa,
venga respinta, l'interessato può presentare ricorso, in carta libera, al Comitato provinciale
dell'INPS, entro 90 giorni dalla data di ricezione della lettera con la quale si comunica la reiezione.
Il ricorso, indirizzato al Comitato Provinciale, può essere:
•
presentato agli sportelli della Sede dell'INPS che ha respinto la domanda
•
inviato alla Sede dell'INPS per posta con raccomandata con ricevuta di ritorno
•
presentato tramite uno degli Enti di Patronato riconosciuti dalla legge
Al ricorso vanno allegati tutti i documenti ritenuti utili per l'accoglimento del ricorso stesso
ASSEGNO DI MATERNITÀ INPS
La legge finanziaria 2000 ha previsto un'indennità di maternità di sostegno per le lavoratrici meno
tutelate dalle norme vigenti.
É una prestazione che spetta alle madri residenti, cittadine italiane, o comunitarie o
extracomunitarie in possesso della carta di soggiorno, per i figli nati o adottati, o in affidamento
preadottivo dopo il 1° luglio 2000. Per le nascite o per gli ingressi in famiglia intervenuti dal 1°
gennaio 2002 al 31 dicembre 2002 l'importo intero è pari a € 1.632,58. La somma è corrisposta per
intero a chi non ha diritto ad alcuna prestazione, o per differenza nei confronti di chi fruisce già di
tutela, ma in misura inferiore.
Le condizioni
La corresponsione dell'assegno scatta quando si verifica uno dei seguenti casi:
•
La lavoratrice già fruisce di una forma di tutela previdenziale ed ha almeno tre mesi di
contribuzione compresi tra i nove e i diciotto mesi precedenti la nascita o l'ingresso in
famiglia del bambino
•
Ex lavoratrice (disoccupata) purché tra la data della perdita del diritto a prestazione
previdenziali e la data di nascita o d'ingresso del minore non siano trascorsi più di nove mesi
•
La lavoratrice che ha interrotto il rapporto di lavoro (sia per licenziamento che per
dimissioni) durante il periodo di gravidanza, purché abbia tre mesi di contribuzione nel
periodo che va dai diciotto mesi ai nove mesi precedenti la nascita del bambino
La domanda
Per ottenere l'indennità l'interessata deve presentare domanda all'INPS entro sei mesi dalla nascita,
o dell'adozione o dell'affidamento preadottivo, altrimenti perde il diritto.
ASSEGNO DI MATERNITÀ CONCESSO DAI COMUNI
É una prestazione che spetta alle madri cittadine italiane, residenti in Italia, per i figli nati dal 2
luglio 1999 in poi. L'importo dal 1° gennaio 2002 è pari a € 265,20 mensili per cinque mesi.
L'assegno spetta alla donna che:
•
non ha diritto ad alcuna indennità di maternità ad altro titolo (nel caso in cui fruisca di
un'indennità di maternità di importo inferiore a € 265,20 mensili può esserle riconosciuto
per la differenza)
•
vive in una famiglia il cui nucleo non abbia redditi superiori a determinati tetti. I redditi
sono calcolati in base ai criteri stabiliti dal "redditometro".
L'assegno va chiesto al Comune di residenza e viene pagato dall'INPS.
La legge finanziaria 2000 ha esteso la prestazione alle residenti cittadine comunitarie ed
extracomunitarie in possesso di carta di soggiorno. Dal 2 luglio 2000 spetta per ogni figlio nato
(esempio: parto gemellare spettano due assegni) o per ogni minore adottato o in affidamento
preadottivo dalla stessa data