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Guido Sperandio S32 IL RAGAZZO CHE VISSE DUE VOLTE Excerpt of the full publication ® Guido Sperandio IL RAGAZZO CHE VISSE DUE VOLTE Excerpt of the full publication Copyright © 2008 Esselibri S.p.A. Via F. Russo 33/D 80123 Napoli Tutti i diritti riservati È vietata la riproduzione anche parziale e con qualsiasi mezzo senza l'autorizzazione scritta dell'editore. Per citazioni e illustrazioni di competenza altrui, riprodotte in questo libro, l'editore è a disposizione degli aventi diritto. L'editore provvederà, altresì, alle opportune correzioni nel caso di errori e o omissioni a seguito della segnalazione degli interessati. Prima edizione: Marzo 2008 S32 - Il ragazzo che visse due volte ISBN 978-88-244-7025-4 Ristampe 8 7 6 5 4 3 2 1 2008 2009 2010 2011 Questo volume è stato stampato presso Essestampa S.p.A. Via Vicinale Murate, 1/B - Napoli Per informazioni, suggerimenti, proposte: [email protected] Redazione: Stefano Puorto, Maria Rosaria Vado Ideazione e realizzazione degli apparati didattici: Giuliana Pianura Progetto grafico, copertina e illustrazioni: Francesca di Transo Excerpt of the full publication Indice 1. IL MIO PROBLEMA, COM’È INCOMINCIATO Località segreta nel deserto . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Nella meating-room . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Scatta l’Operazione Minerva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Il giorno seguente . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . I Wallenstein si dimostrano all’altezza . . . . . . . . . . . La “Baby boom” . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Scocca il momento! . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . SCHEDE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ESERCIZI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 6 11 13 14 15 16 20 23 27 2. E FU COSÌ CHE NACQUI, ANZI RINACQUI I Wallenstein . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Quanto a me in particolare . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Le mie giornate . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Campione di coraggio? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Adesso, due secoli dopo… . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Come sono rinato . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Un giorno inaspettatamente . . . . . . . . . . . . . . . . . . SCHEDE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ESERCIZI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 31 34 42 48 48 50 51 53 55 3. LA MIA VITA TARGATA MATTIA PASCAL Il primo episodio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Uscito da un orrido quadro del mio tempo antico? . . . Ma segue un altro episodio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Non solo di giorno, ora anche di notte . . . . . . . . . . 62 69 79 81 3 Excerpt of the full publication Un inspiegabile successo . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Si affollano i punti di domanda . . . . . . . . . . . . . . . . SCHEDE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ESERCIZI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 83 85 87 91 4. CI MANCAVA SOLO UNA COTTA Compagni di scuola e di segreti . . . . . . . . . . . . . . . . SCHEDE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ESERCIZI DI LETTURA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 110 113 115 5. ADOLF HITLER NON ERA UNA BRAVA PERSONA Una visita inquietante . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Fine della storia di Azar, continua la mia . . . . . . . . Squarcio nel buio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Ritorna la strana forza dentro . . . . . . . . . . . . . . . . . . SCHEDE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . EERCIZI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 123 125 127 129 137 139 6. IL CASO A VOLTE AIUTA: L’ORA DELLE VERITÀ Toh, cosa arriva . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . Si chiude il cerchio . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . SCHEDE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . ESERCIZI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . 158 159 167 169 4 Excerpt of the full publication capitolo primo IL MIO PROBLEMA, COM’È INCOMINCIATO È una splendida mattina. Il Palazzo del Governo si staglia nitido e solenne contro il cielo azzurro. Sembra di zucchero: appare come candito, candido. Nel suo ufficio il Presidente è già al lavoro. È arrivato di buon’ora. Nottetempo gli è sopraggiunta un’idea e adesso, subito, convoca John Dante, il suo consigliere di fiducia. «Tutto bene, Johnny? – gli dice il Presidente –. Ho in testa un piano». John Dante conosce il suo capo, e avverte che quello che udirà sarà clamoroso. Non riesce a immaginare l’argomento ma sarà una bomba, si dice, ne è sicuro. E difatti: «John – esplode il Presidente – creeremo una nuovo genere di essere umano». La bomba è scoppiata, pensa il consigliere. «Cosa ne pensi?» il Presidente incalza. John Dante esita: «Dovrei saperne di più». Il Presidente si infervora: «Stiamo attraversando un periodo di decadenza e debolezza mentre gravi minacce incombono. Occorre reagire, rinnovare cuori e menti. Occorre tornare alle grandi tradizioni, quelle che hanno reso grandi i nostri avi. È da lì che dobbiamo attingere per ricominciare». «Hem!» John Dante tossicchia. Abbozza. Non capisce. «Ho in mente di creare l’eroe senza ombra e senza macchia: 5 Excerpt of the full publication campione di lealtà, generosità e coraggio» dice il Presidente. John Dante non sa cosa pensare. Si guarda la punta delle scarpe. Infine chiede: «Come si realizzerebbe questo… campione?». «Oggigiorno, con le biotecnologie si può creare qualsiasi tipo di essere vivente e noi possediamo scienziati, laboratori e mezzi come nessun altro». «Ah!» il viso di John Dante si illumina di pari passo alla sua mente. «Incominceremo col creare un primo esemplare – chiarisce il Presidente – lo testeremo e perfezioneremo fino ad avere l’uomo che vogliamo. Poi lo riprodurremo in milioni di esemplari, quanti ne servono per cambiare il mondo». «Splendido!» dice il consigliere leccandosi le labbra con la punta della lingua. «Provvedi, Johnny. Hai carta bianca. Chiaramente, il progetto appartiene alla categoria dei segreti di Stato e come tale va blindato. Okay?». «Okay». John Dante lascia il Presidente. Località segreta nel deserto Movimento di elicotteri. Si incrociano. Girano a spirale. Qualcuno punta alto. Pare andarsene. Vira brusco. Ritorna. Sotto c’è una base militare alle dirette dipendenze del Capo dello Stato. Rappresenta un miracolo: è verde in un mare arido di sabbia. 6 Excerpt of the full publication Excerpt of the full publication “È UNA SPLENDIDA MATTINA. IL PALAZZO DEL GOVERNO SI STAGLIA NITIDO E SOLENNE CONTRO IL CIELO AZZURRO. SEMBRA DI ZUCCHERO: APPARE COME CANDITO, CANDIDO.” IL MIO PROBLEMA, COM’È INCOMINCIATO Palazzine, vialetti, giardini, fiori tropicali: è una splendida oasi. Più in là l’aeroporto: le piste d’asfalto brillano al sole ardente. Jeep vanno e vengono. Antenne e torri metalliche: una siepe. Radar e sensori: una foresta. Gli elicotteri pattugliano. Di questi tempi non si è mai sicuri. Il nemico non ha volto. Arriva quando meno te lo aspetti. C’è da diffidare anche di questo cielo apparentemente amico, dall’azzurro sfavillante, innocente. Un aereo atterra, un gruppo di persone in abiti civili scende la scaletta. Un militare le accoglie e si presenta: «Sergente Ronson Aaron!». Mano alla visiera, saluto militare, i suoi tacchi scattano, schioccano. Nella divisa con i gradi da sergente che fondono al sole, c’è un nero alto e potente. Annuncia il sergente: «Benvenuti alla base. Ho la consegna1 di accompagnarvi». Deve urlare per farsi sentire. Il baccano è infernale: gli elicotteri volano bassi. Volteggiano pressanti. I nuovi arrivati vanno vigilati. Sono molto, molto importanti. Vestono gli abiti scuri dei grandi appuntamenti. Giacca e pantaloni tirano allo scuro2. Le camicie occhieggiano3 discrete, moderatamente chiare sull’azzurro. Le cravatte blu in tinta non concedono niente alla fantasia. Spicca soltanto un camicione arancione che svolazza. Pugno nell’occhio, tanto più vistoso per le proporzioni di chi lo indossa: Sam Howard, il genio dell’informatica. Sam Howard ha messo a punto un robot in grado di discute1Nel gergo militare, è l’ordine o l’insieme degli ordini che un subordina- to riceve dai superiori in relazione ai compiti da svolgere. 2 Tendono al colore scuro. 3 Appaiono. 9 re di qualsiasi cosa, anche di filosofia. Gustav, il robot, ha anche battuto a scacchi il campione russo in carica e vinto una gara di Formula Uno, guidando alla velocità media di 380 chilometri orari. Ma Sam Howard è solo uno dei brillanti cervelli atterrati. Ci sono anche: Manuel de Oliveira, famoso per avere clonato un asino, tanto uguale all’originale da non distinguerne le tonalità del raglio; Iroshi Funakoshi, esperto del DNA dei moscerini. Ottimo per comprendere il DNA umano; David Levy, storico, grande orologio della Storia, di cui conosce minuto per minuto, a partire dalla Preistoria; Alfred Kerspinsky, salito alla ribalta per la sua abilità di mischiare cellule. Ha unito i geni dei pelati San Marzano con quelli di un raro pesce artico e ottenuto il «pomodoro eterno», che si conserva nei secoli, senza frigorifero. Unica donna del gruppo, bionda e affascinante dai grandi occhi verdi, la dottoressa Alicia Ross, all’avanguardia nello studio degli embrioni4 umani del futuro. Ne ha sviluppato uno partendo da una di pinna di merluzzo. La comitiva si distribuisce sulle jeep. L’ombra di un elicottero le sovrasta. A bordo, nella cabina, si distinguono la faccia del pilota e le sue labbra che trasmettono: «Okay, tutto regolare». Le jeep sgommano. Gli elicotteri le seguono. Il sole del Nevada brucia. Le jeep raggiungono il nucleo delle palazzine. Imboccano la strada principale. Si arrestano davanti a una costruzione dall’aria anonima, uguale alle altre, uguali tra loro. Sono color sabbia, colore del deserto. 4 Organismi animali nei primi stadi di sviluppo, dal momento in cui viene fecondato l’uovo a quello in cui sono distinguibili i vari organi. 10 Nella meeting-room Il sergente da tempo se ne è andato. Le bibite sono servite. C’è clima di attesa. Silenzio generale. Sam Howard si passa le mani grosse come due pale sulla barba brizzolata che incornicia la sua grande faccia sormontata da occhiali, pure grandi. Le lenti, due fanali. Montatura massiccia in proporzione. Sam Howard trabocca dalla poltroncina. La sua mole sovrasta il vicino, Manuel de Oliveira che invece è piccolo e minuto, e che ora ha un sussulto. Lo fulmina un pensiero: si è dimenticato la fidanzata da qualche parte. Se ne rende conto, di colpo, solo ora. Ha girato troppe città in troppo poco tempo, ultimamente. E ha la testa confusa, fusa. Ricorda solo che stavano in un bar, lui e la fidanzata, sorbivano qualcosa quando lei si è allontanata alla toilette. Lui, distratto, ha pagato ed è uscito. E adesso ha in mente chiaro il biglietto da dieci dato al barista, e l’importo del conto. Ricorda tutto. Anche le monetine di resto prese dal bancone. Ma non ricorda dov’era il bar. IL MIO PROBLEMA, COM’È INCOMINCIATO Il gruppo lascia le jeep, si inoltra nella palazzina, viene introdotto in un salone. Il frastuono degli elicotteri cessa d’incanto. Il salone è insonorizzato: imbottito di materiale isolante. Fuori dal mondo: come essere in un uovo. «Accomodatevi! – dice il sergente e indica le poltroncine che fanno corona a un tavolo da riunioni –. Gradite qualcosa? Il bar della base è ben fornito». Il sergente sorride strizzando l’occhio. 11 Dove? In America, Europa o Cina? Manuel de Oliveira si agita, roso dalla colpa. Sbircia Iroshi Funakoshi che compone disegnini su fogli che straccia scrupolosamente. Ne fa sparire i pezzetti in una tasca, attento a non lasciarli in giro. I servizi segreti potrebbero recuperarli e rimetterli insieme, farli analizzare dagli psicologi, e decidere che lui è pazzo da internare. E fargli perdere il posto all’Università. Accanto a Iroshi Funakoshi, David Levy si infila il dito indice della mano destra nell’orecchio e se lo stura. Riflette che dovrebbe recarsi più spesso dall’otorinolaringoiatra5, mentre Alfred Kerspinsky annega uno sguardo sconsolato nel bicchiere: nel liquido verdastro del suo drink di lime6 dei Carabi. Gli è sfumata la vacanza tra le palme su un’isola di sogno. Già si sentiva la brezza dell’Oceano nei capelli che gli scendono lunghi sulle spalle dalle tempie e dalla nuca, a compensargli la pelata al centro della testa… Già si sentiva la brezza dell’Oceano quando, maledizione, gli arriva questa convocazione. Lei, la splendida dottoressa Alicia Ross, si guarda le unghie. Riflette su come starebbero dipinte. Ha solo un problema: troverà un colore che le piaccia? 5 Medico specialista che si occupa della cura delle malattie dell’orecchio, del naso e della gola. 6 Frutto dell’omonimo albero originario dell’Asia, ma presente e diffuso anche in Sud America, utilizzato come ingrediente di diversi tipi di bevande alcoliche. 12 Excerpt of the full publication Echeggia una voce vigorosamente maschile, timbro secco, militare: «Sono Dean Murray, comandante della base, e questo è John Dante dello staff del Presidente. John Dante è venuto appositamente dalla capitale…» A capo del tavolo si profilano le sagome di Dean Murray, in divisa, e di John Dante, che sorride e tossicchia per schiarirsi la voce, pronto a subentrare nel discorso. Alicia Ross abbandona l’esame delle unghie. Ha concluso che non se le tingerà. Scuote la chioma impeccabilmente bionda, si assesta un ciuffo, sposta i suoi meravigliosi occhi verdi su Dean Murray che ora dice: «Il signor John Dante vi esporrà il motivo per il quale siete convocati. Si tratta di una missione coperta da segreto di Stato. Qualsiasi cosa sentirete, qualora trapelasse, vi renderebbe responsabili di alto tradimento, con le note gravi conseguenze». Alfred Kerspinsky vede la dottoressa Ross alzare lo sguardo dalle unghie per portarlo verso il generale. Rosso per la timidezza, come il «pomodoro eterno» che ha inventato, coglie l’occasione per sorriderle sperando di conquistare, se non il cuore, almeno una briciola dell’attenzione della splendida donna. «Da questo momento, consideratevi arruolati al servizio del Paese, della civiltà e dell’intera umanità – dice John Dante –. Fate parte dell’operazione epocale dal nome in codice “Minerva”. Minerva, simbolo perfetto: infatti, l’antica dea greca nacque dal cervello del padre degli dei, Giove, da cui balzò armata». IL MIO PROBLEMA, COM’È INCOMINCIATO Scatta l’Operazione Minerva 13 Excerpt of the full publication John Dante espone lo scopo della missione: creare il nuovo uomo con i valori dell’antica civiltà. Riporta le parole del Presidente, fissa termini e date, incarica Alicia Ross di organizzare il gruppo di lavoro nominandola coordinatrice. John Dante si congeda. Lo aspettano a Washington. Il giorno seguente Il gruppo degli scienziati si ritrova nel salone e definisce il programma: occorre scegliere un Grande Uomo del passato, prelevarne un frammento e isolarne il DNA, da coltivare e sviluppare a embrione. David Levy, lo storico, sottopone una terna di personaggi: Giulio Cesare, Carlo Magno e Napoleone. Ma Iroshi Funakoshi insorge, spalleggiato dal Kerspinsky e dal de Oliveira. «È passato troppo tempo da quando quei tre sono campati, è impossibile recuperarne il minimo frammento – dice Funakoshi –. Senza contare che Napoleone… Non è morto avvelenato? Che razza di cellule può aver lasciato?». Non basta. C’è chi obietta che la nuova creatura dovrà sì essere un Grande Uomo ma anche un eroe senza ombra e senza macchia: campione di lealtà, generosità e coraggio. E Giulio Cesare, Carlo Magno e Napoleone erano veramente leali, generosi e coraggiosi? Chi dei tre aveva una dote non possedeva l’altra, così nessuno dei tre risulta averle tutte. 14 Excerpt of the full publication I Wallenstein si dimostrano all’altezza Nell’infinito albero genealogico dei Wallenstein fu facile individuare l’esemplare ideale. E facile fu trovarne anche la tomba. Le spoglie rispondevano ai requisiti e la preziosa cellula fu IL MIO PROBLEMA, COM’È INCOMINCIATO Interviene la dottoressa Ross che saggiamente osserva: «Vediamo di trovare qualcun altro, la Storia è piena di grandi personaggi». Si fecero un sacco di nomi e tutti furono esaminati e analizzati. Ma per un motivo o per l’altro tutti furono scartati. La discussione languiva, non si intravedeva soluzione. Fino a che David Levy non ebbe un guizzo. «I Wallenstein!» esplose. «I Wallenstein!» ripeté, alzando il volume della voce. Nessuno degli astanti li aveva mai sentiti nominare. Ma David Levy fece presente che si era ormai alla frutta: prendere o lasciare, intimò. Perorò7 con la forza della disperazione: «I Wallenstein ci offrono un assortimento degno di un supermercato. Sono un vero e proprio catalogo, e di alta qualità. “Più di dieci secoli di autentici eroi” potrebbe essere il loro slogan. Impossibile non trovarvi la cellula ideale!». L’uditorio era stremato. Si vedevano più bocche aperte a sbadigliare che a discutere. Approvarono tutti: «Vada per i Wallenstein». Fu un solo coro. 7 Sostenne. 15 Excerpt of the full publication circoscritta nell’unghia dell’alluce del piede sinistro. L’unghia fu prelevata e accuratamente trasportata, come una reliquia, in Giappone, a Osaka, dove Iroshi Funakoshi le applicò un primo trattamento. Da Osaka a Basilea, in Svizzera, e poi a Seattle, negli USA, e a Houston, l’unghia aveva proseguito il suo viaggio, passando di laboratorio in laboratorio e subendo ogni volta un intervento. Il DNA fu finalmente isolato dal dottor Kerspinsky, che, dopo averlo trattato, volle consegnarlo personalmente alla dottoressa Alicia Ross, in California, a Los Angeles. Glielo portò in una minicella termoregolata8, creata apposta per il viaggio. E Alicia Ross, col cuore che le batteva trepidante, prese il seme di vita dalle mani del dottor Kerspinsky. Da questo momento, tutto sarebbe dipeso da lei. Solo da lei. La «Baby boom» Il laboratorio della dottoressa si trovava in un Centro famoso per i suoi prodigi. Il Centro era denominato «Baby Boom» e aveva per marchio una cicogna che, a essere sinceri, dava più l’idea di una papera ridente. Ma, a compensare il trascurabile dettaglio, provvedeva la scritta sotto al logo (il marchio) che prometteva cose grandi: Tutto per un bebè! Un bebè per tutti! 8 Contenitore ideato per mantenere la temperatura di un corpo ad un livello costante, indipendentemente dalle variazioni della temperatura esterna. 16 Excerpt of the full publication “IL CENTRO INFATTI REALIZZAVA BAMBINI SU ORDINAZIONE. E I CLIENTI POTEVANO SCEGLIERE IL SESSO DEL NASCITURO E IL COLORE DELLA SUA PELLE, DEGLI OCCHI E DEI CAPELLI.” Basta mamme col pancione! Ba-by b-o-o-m! La creatura su misura! Soddisfatti o rimborsati! Bebè certificati! Garantiti e perfetti! Le parole del filmino erano declamate da uno speaker mentre sullo schermo scorrevano fiocchi rosa e azzurri e primi piani di neonati sorridenti di ogni razza, compreso un cucciolo di pinguino, che non c’entrava, ma faceva il suo effetto. Il jingle (la colonna sonora) era costituito da vagiti. Era uno spot molto efficace. La «Baby Boom» occupava una palazzina grigia, anonima. Non aveva insegne per non richiamare l’attenzione di eventuali malintenzionati e si allineava con altre costruzioni analoghe, alternate a capannoni. Era la zona di Los Angeles confinante con Hollywood, la capitale del cinema, e la maggior parte dei capannoni aveva a che fare con la produzione di film. L’ambiente sarebbe squallido, uguale a qualsiasi altra periferia industriale, se a colorirlo e a renderlo bizzarro non capitasse di incontrare per la strada antichi romani, schiavi coperti da brandelli di finte pelli di leopardo, indiani con le piume intorno al capo, cowboy a cavallo, marziani e mostri, giraffe e cammelli, che giravano tranquilli come cagnolini portati dal padrone a far pipì. IL MIO PROBLEMA, COM’È INCOMINCIATO Il Centro infatti realizzava bambini su ordinazione. E i clienti potevano scegliere il sesso del nascituro e il colore della sua pelle, degli occhi e dei capelli. Una campagna pubblicitaria in televisione martellava: 19 Excerpt of the full publication Analizza, spiega, gioca con le parole 1. Spiega il significato dei termini di seguito elencati: a) sogghignare d) capezzale b) sbocconcellare e) eclissarsi c) commando 2. La parola “limbo” ha un significato letterale e uno figurato. Con l’aiuto del vocabolario, trova e trascrivi ciascuno di essi sul tuo quaderno. Scrivi e Riscrivi 1. Come si conclude la storia di Nero/Mattia? Prova a cambiare il finale a tuo piacimento. 2. Ora riscrivi altre due versioni della fine della storia: un epilogo tragico e uno comico. 3. Lavorare in classe. – Dividetevi in sei gruppi e assegnate un capitolo del libro a ciascuno di essi. Dopo aver letto la scheda sul testo teatrale, con l’aiuto dell’insegnante, ciascun gruppo provi a drammatizzare in classe il capitolo (o parte di esso), che gli è stato assegnato. 176 Excerpt of the full publication “Incominceremo col creare un primo esemplare, – chiarisce il Presidente – lo testeremo e perfezioneremo fino ad avere l’uomo che vogliamo. Poi lo riprodurremo in milioni di esemplari, quanti ne servono per cambiare il mondo”. Gli scienziati esultano, pensando di aver trovato un “campione di coraggio”, un autentico eroe morto in battaglia. Ma la Storia non è sempre veritiera, e la gloria non sempre meritata. Il personaggio storico scelto come modello è Nero Walleinstein, che rinasce nei panni di un adolescente normale, dal nome particolare, Mattia Pascal. Il ragazzino non ha ricordi, ma una serie di vicende lo spingeranno a porsi insidiose domande, ad affrontare continui dubbi, in una ricerca coraggiosa di verità sfuggenti e misteriose. www.simone.it Excerpt of the full publication