SALE Manju C`E` SALE …… ….. E SALE

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SALE Manju C`E` SALE …… ….. E SALE
SALE Manju®
C’E’ SALE ……
….. E SALE
IL SALE È UN ELEMENTO FONDAMENTALE PER OGNI PROCESSO DEL NOSTRO ORGANISMO E PROVVEDE, PER OSMOSI, AL MANTENIMENTO
DELLE FUNZIONI VITALI.
LA SOLUZIONE SATURA DEL SALE NATURALE CONTIENE TUTTI IMINETRALI E GLI OLIGOELEMENTI IN CONCENTRAZIONE OTTIMALE PER IL
NOSTRO CORPO. ESSA NON DETERMINA LA RITENZIONE IDRICA , COME AVVIENE INVECE PER IL COMUNE SALE DA CUCINA.
Cosa sappiamo del sale che generosamente spargiamo sui nostri alimenti?
Il sale che troviamo ovunque in vendita ha subito un trattamento di "bellezza" ed è composto di cloruro di sodio al 98-99%: viene lavato e conseguentemente
addizionato con sostanze essiccanti quali il carbonato basico di magnesio, il fosfato di calcio, il carbonato di calcio, il silicato idrato di calcio, ed infine, per
sopperire alla deficienza di iodio che con il succitato lavaggio è stato asportato, il sale viene addizionato anche con ioduro di potassio unito al destrosio.
Come se ciò non bastasse, il sale raffinato, avendo un gusto
artificialmente troppo forte, desensibilizza le papille gustative della
lingua, portandoci a salare sempre più per poter apprezzare il gusto dei
cibi.
Il sale naturale, quello prodotto per evaporazione naturale dell’acqua di
mare (non inquinata),.è un composto equilibrato nella sua struttura: oltre
a cloruro di sodio, cloruro di magnesio, solfato di magnesio, solfato di
calcio, solfato di potassio, carbonato di calcio, bromo e
iodio, vi
troviamo anche tracce di minerali come il boro, il bario, il silicio, il
fluoro, il litio, il manganese, lo zinco, il fosforo, il rame, argento, ecc. che
consentono al nostro corpo di funzionare in maniera ottimale ( e di cui
purtroppo l’alimentazione moderna è spesso carente ).
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· SALE MARINO NATURALE ·
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IL SALE È UN ELEMENTO
FONDAMENTALE
PER OGNI PROCESSO DEL CORPO UMANO
Senza sale non potremmo vivere, respirare o formulare alcun pensiero.
Il sale e l'acqua sono elementi fondamentali per il nostro corpo , sostanze all'origine della nostra formazione migliaia di anni fa . Eccone la dimostrazione :

Noi uomini siamo costituiti per più del 70% di acqua.

La vita nasce nel liquido amniotico del ventre materno, ad una temperatura di 37°C ed in una miscela di acqua e sale all'1%, chiamata soluzione
idrosalina.

Il nostro sangue è costituito al 90% di acqua ed è esso stesso una soluzione idrosalina identica a quella marina d’origine. Questa soluzione scorre
attraverso il nostro organismo e provvede per osmosi al mantenimento delle nostre funzioni vitali.
“ Gli oceani sono la nostra origine ; il nostro
corpo è come il pianeta Terra , al cui interno scorre l’acqua
del mare preistorico
”
Prof. T. Higa
Il comune sale da cucina non ha niente a che vedere con il sale naturale. Prevalentemente cloruro di sodio, il sale da cucina non ha più molti punti in contatto
con IL SALE allo stato originario, ossia con ciò che ci serve per vivere.
Il sale che troviamo comunemente in vendita ha subito un trattamento di "bellezza"
( la c.d. raffinazione ) ed è composto di cloruro di sodio al 98-99%.
Attraverso un processo industriale il sale viene ripulito chimicamente e ridotto a cloruro di sodio; i minerali e gli oligo-elementi essenziali vengono
semplicemente considerati delle 'impurità' e come tali vengono eliminati. Il cloruro di sodio, così isolato ed innaturale, non ha più niente a che vedere con la
natura, con l'integralità o con il sale originario che, invece, racchiude in sé tutti gli elementi naturali ( 84 minerali ), gli stessi che costituiscono il nostro
corpo.
Il sale d’uso comune ( sale da cucina ) è un “veleno” per le cellule. Viene eliminato o reso innocuo dal corpo a scapito di risorse preziose.
L'organismo possiede un dispositivo di protezione intelligente che identifica il sale da cucina come un agente aggressivo , vi individua cioè una sostanza
nociva ed innaturale da eliminare quanto prima .
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E' questa la ragione per cui i nostri organi escretori sono costantemente sovraffaticati. Il corpo tenta di rendere innocuo il sale da cucina in eccesso isolandolo.
Il cloruro di sodio viene circondato da molecole d'acqua che lo neutralizzano, ionizzandolo in sodio e cloro. Ciò significa che l'organismo è costretto a
sacrificare l'acqua altamente strutturata delle proprie cellule per rendere inoffensivo il cloruro di sodio. Le cellule, così disidratate e private della propria forza
vitale, muoiono.
La conseguenza diretta di questo processo è la formazione di edemi e cellulite da iperacidità.
Se il cloruro di sodio è ancora presente in concentrazione eccessiva, esso viene ri-cristallizzato con l'intervento di proteine animali resistenti alla
decomposizione che sono prive di valore per il corpo e andrebbero comunque eliminate come acido urico. Quest'ultimo, se non espulso dal corpo, si combina
con il cloruro di sodio che, ri-cristallizzato, si deposita nelle ossa e nelle articolazioni. Ne conseguono malattie reumatiche come la gotta, l'artrosi e l'artrite e
anche
le
calcolosi
renali
e
biliari
conseguenti
alla
combinazione
tra
cloruro
di
sodio
e
acido
urico.
A lungo termine questo processo assume un carattere distruttivo, perché le sostanze nocive rimangono immagazzinate nell'organismo.
IL SALE COMUNEMENTE UTILIZZATO
E’ DEPAUPERATO DI TUTTI GLI OLIGOELEMENTI
INDISPENSABILI PER IL BUON FUNZIONAMENTO DEL NOSTRO ORGANISMO
Il sale naturale,
ovvero prodotto per evaporazione naturale dell’acqua di mare e non sottoposto ad alcun
processo di raffinazione, è un composto più o meno equilibrato nella sua struttura: oltre a
cloruro di sodio, cloruro di magnesio, solfato di magnesio, solfato di calcio, solfato di
potassio, carbonato di calcio, bromo e allo iodio, troviamo in esso anche tracce di tutti i
minerali conosciuti come boro, bario, silicio, fluoro, litio, manganese, zinco e fosforo che
consentono al nostro corpo di funzionare in maniera ottimale (e che purtroppo
l’alimentazione quotidiana non contiene).
Inoltre è naturalmente povero di piombo.
Si presenta con un colore leggermente grigio, che contrasta con il bianco candore del sale
raffinato, ma ciò non toglie che svolga perfettamente la sua funzione di salatura dei cibi,
allo stesso modo del sale raffinato, ma con una differenza sostanziale sulla nostra salute.
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Il sale : amico o nemico della nostra salute ?
Senza il sale le cellule non produrrebbero il nutrimento e morirebbero di disidratazione. Il cloruro è essenziale per la digestione e la respirazione, il sodio, che
l’organismo non è in grado di produrre, serve a trasportare sostanze nutritive o ossigeno, trasmettere gli impulsi nervosi o muovere i muscoli, compreso il
cuore. In un essere umano vi sono circa 250 g di sale, che egli perde continuamente con le funzioni corporee, per questo il sale deve essere necessariamente e
continuamente reintegrato.
"Il sale della vita" : in questa semplice frase spesso utilizzata è racchiuso il significato di quanto grande sia il valore attribuito al sale e quanto sia vero che la
vita non possa esistere senza sale.
Erroneamente, però, oggi spesso si ritiene che consumare sale sia solamente dannoso per la salute e quindi sia meglio evitare il consumo di questo prodotto.
Questa erronea visione deriva dal fatto che il nostro "sale da cucina" , in seguito ad una esagerata quanto controproducente lavorazione industriale che lo ha
depauperato di tutte le sue componenti naturali, lo ha ridotto a puro cloruro di sodio, ovvero ad un prodotto estremamente diverso dal sale naturale da cui ha
avuto origine.
Il sale naturale infatti non è costituito solamente da cloruro di sodio ma racchiude in se molti altri elementi naturali, gli stessi che compongono la struttura del
nostro organismo.
Con l'avvento dell'industrializzazione ,il sale cominciò ad essere da prima ripulito poi sempre di più depauperato chimicamente di tutte le altre componenti
minerali ;
Tutti i minerali e gli oligoelementi contenuti in esso vennero considerati impurità e quindi eliminati .
Il sale così "raffinato" ,ripulito da tutte le componenti naturali , si trasforma in una sostanza aggressiva per il nostro organismo.
Il nostro corpo richiederebbe una quantità minima di
sale naturale , (appena 0,2 grammi al giorno) senza subire gravi carenze, mentre è spesso
quotidianamente minacciato da assunzioni di sale raffinato industrialmente che il nostro organismo deve cercare di espellere.
Studi statistici hanno appurato che ogni giorno, in media, ognuno di noi assume circa 12 / 20 grammi di sale da cucina . . . Mentre il nostro corpo è in grado di
smaltirne solo 5 / 7 grammi !
Il nostro organismo deve quindi correre ai ripari, per arginare questa continua aggressione a cui è sottoposto da parte di questo elemento dannoso. Come ?
Il nostro organismo individua il sale da cucina come un " pericoloso intruso" per le cellule , considerandolo una sostanza innaturale ed incompatibile, e cerca
di eliminarlo ; per fare questo deve mettere sotto pressione in modo molto violento tutti gli organi deputati all'escrezione.
Infatti per eliminare un solo grammo di sale da cucina il nostro organismo dovrà sacrificare ben 23 grammi di acqua.
Se questa situazione si dovesse protrarre a lungo e le cellule dovessero continuare a perdere acqua senza che questa fosse adeguatamente reimmessa, si
giungerebbe ad una disidratazione con conseguente sacrificio di cellule.
Il nostro organismo cerca di liberarsi del nocivo "sale da cucina" anche attraverso un altro meccanismo : quando i suoi sensori avvisano che la concentrazione
di cloruro di sodio è diventata rilevante, l'organismo corre ai ripari facendo ri-cristallizzare il sale grazie all'aiuto di alcune proteine animali "resistenti alla
decomposizione" , come ad esempio quelle del latte vaccino.
Questo sale ri-cristallizzato dovrebbe allora essere espulso dall'organismo sotto forma di acido urico.
Ma non sempre il nostro organismo è in grado di smaltire completamente questo acido il quale si determina conseguentemente problemi alla salute.
L'accumulo di acidi urici può sfociare in patologie a carico di vari organi ; si possono manifestare malattie delle articolazioni con patologie reumatiche ,
artrosi, artriti , gotta ed anche calcolosi renale e biliare.
Purtroppo spesso i consumatori non attribuiscono la giusta importanza a che tipo di sale stiano utilizzando per la loro alimentazione e poche persone sono a
conoscenza di quale sia la differenza fra il sale da cucina comune ed il sale naturale.
Si è assistito in questi anni anche ad una campagna per promuovere il consumo di sale da cucina addizionato di iodio e fluoro ; ciò aggiunge ulteriori problemi
ai problemi di base.
Si è cercato di indurre nelle persone la convinzione che questo sale addizionato potesse aiutare coloro che soffrono di problemi di tiroide.
Ma questo concetto è errato.
Susseguentemente a questa macroscopica menzogna si sono avuti dei grossi problemi soprattutto in quei paesi che avevano puntato molto su questo prodotto.
In molti paesi del centro Europa dove si è particolarmente incentivato il consumo di questo sale si è verificato , paradossalmente, un forte aumento delle
malattie della tiroide avvalorando le esperienze che erano state già fatte in Giappone, dove la percentuale di iodio è in media molto alta e le patologie della
tiroide arrivano a colpire il 25% della popolazione.
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Purissimo sale marino naturale, non raffinato, proveniente
dagli strati profondi del mare intorno all’isola di Okinawa ,
in Giappone, asciugato al sole e
fermentato con Microrganismi Effettivi® .
Risalta il sapore dei cibi ed ha un effetto rigenerante
ed anti-ossidante .
E’ un sale ricco di sostanze oligominerali
come calcio, ferro, zinco, magnesio, selenio e iodio,
facilmente assimilabili grazie all’azione fermentativa prodotta dai
MICRORGANISMI EFFETTIVI ® .
CONTENUTO DEL SALE Manju
®
Ca
0.178 %
Fe
≤1μg/g
K
0.159 %
P
<5μg/g
Mg
2.79 %
Zn
1μg/g
Cu
<1μg/g
Mn
<1μg/g
I
< 10 μ g / g
PRODUTTORE :
Se
<5μg/g
Na
32.5 %
Cr
3μg/g
TROPICAL PLANT RES. RESEARCH INST.
Mo
<2μg/g
1212-4 Enobi , Gushikawa City
Okinawa , Giappone
NON CONTIENE MICRORGANISMI
NON CONTIENE ADDITIVI CHIMICI
NON CONTIENE ORGANISMI GENETICAMENTE MODIFICATI
DISTRIBUTORE :
BIONRG S.R.L.
Via C. Battisti 53
26842 Caselle Landi ( LO )
Tel. 0377.69855
[email protected]
GARANZIA DI ORIGINALITA’ :
Manju ® è l’unica ed esclusiva formula originale
CONFEZIONE :
℮
90 g , 100 g
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COME
MOLTIPLICARE
IL
SALE Manju ® :
Aggiungere 100 g di SALE Manju ®ad 1 Kg di buon sale naturale . Mischiare il tutto e , dopo avere steso il sale in una
bacinella, vaporizzarvi sopra il Manju ® . Lasciare quindi essiccare al sole o con l’ausilio di una lampada ad infrarossi per 3
giorni. Dopodichè, riporre il sale in un contenitore ben sigillato per 3 settimane .
1 kg di sale naturale 100 g di Sale Manju ® Miscelare il tutto, quindi Conservare ben sigillato nebulizzare con Manju ® per 3 settimane e lasciare asciugare al sole per 2‐3 giorni 6
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LA STORIA DEL SALE
Un bene oggi diffuso ed a portata di mano, ma un tempo raro e costoso
Il sale è un elemento presente in ogni aspetto della vita umana: come alimento, ma anche nella medicina, nella ricerca scientifica e nei riti delle comunità
primitive. Non sorprende quindi che una storia del sale, attraverso usi e impieghi disparati, riassuma la storia del mondo. Un tempo bene raro e prezioso, la
sua storia incrocia quella del potere, poiché la politica ha da sempre costruito la sua forza di controllo delle masse sulla base della gestione
dell'approvvigionamento dei beni di prima necessità. La storia di un prodotto sinonimo stesso di vita.
“ La storia del sale è la storia dell’uomo ”
Il sale è stato un grande protagonista della storia dell’uomo ed ha contribuito in maniera significativa alla formazione della nostra
cultura, basti pensare al segno profondo che esso ha lasciato anche nel linguaggio comune: dall’etimologia del termine “salario” a modi di
dire come “costoso come il sale”; “avere sale in zucca”; “cum grano salis ” e molti altri ancora.
Il sale è, ai giorni nostri, un alimento comune e fra i più utilizzati ma un tempo non era esattamente così poiché, per quanto molto abbondante
in natura, la sua effettiva disponibilità ha rappresentato a lungo un problema per l’uomo antico.
Infatti un tempo, il sale, poteva essere ricavato solo dagli affioramenti salini superficiali derivanti da acque salmastre interne, che erano
piuttosto rari.
Gli esseri viventi non possono vivere senza sale, per questo esso è stato per millenni una delle merci più ricercate, che fece nascere vie e rotte
commerciali, scatenò guerre e ribellioni.
La storia del sale comincia con la comparsa delle prime civiltà stabili, quella sumerica, quella egiziana, quella della valle dell’Indo verso il V
millennio a.C.; quella cinese nel III millennio a.C.; quella ittita ed ebrea nel II millennio a.C. .
In seguito la storia del sale si è identificata anche con la storia dei popoli che si affacciavano sul Mediterraneo.
L’uso del sale ha origini antichissime: 10.000 anni fa, nel Neolitico, con la nascita dell’agricoltura si modificò profondamente lo stile di vita
dell’uomo. Il cambiamento nell’alimentazione che derivò dall’ampio consumo di cereali coltivati ( poveri di sale ), ma soprattutto la
necessità di conservare a lungo, mediante salatura, le derrate alimentari deperibili ( carne e pesce ), rese necessario il diffuso utilizzo del sale.
E, dunque, nel Neolitico che il sale entrò a far parte dell’alimentazione umana principalmente come conservante. Solo in epoche successive,
infatti, si determinò quel cambiamento del “gusto” che lo rese indispensabile come “sapore” e lo introdusse nella preparazione e nella cottura
dei cibi.
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Il sale divenne, quindi, un bene di prima necessità che poteva venire estratto in forma solida dai depositi di salgemma o ricavato attraverso la
cristallizzazione di acqua salata. Il controllo della sua produzione costituì un obiettivo primario per le comunità più antiche che si
arricchirono con tale commercio, paragonabile a quello dell’ossidiana, dell’ambra e, in periodi più recenti, delle spezie e della seta.
Le popolazioni che abitavano lungo le coste europee in età preistorica producevano limitate quantità di sale facendo bollire l’acqua di mare
sino ad ottenere la cristallizzazione ed il deposito del cloruro di sodio.
Successivamente comparve un metodo di produzione più intensivo: quello delle grandi saline ad evaporazione solare. L’acqua marina,
raccolta in grandi vasche artificiali disposte in prossimità dei litorali, evaporava naturalmente permettendo così la concentrazione del cloruro
di sodio.
Estese saline di questo tipo sono note presso le popolazioni italiche, ma furono sicuramente i Romani a fare della produzione del sale una
vera e propria industria di cui detenevano il monopolio. Tale industria era strettamente legata a quella delle conserve salate di pesce, tra le
quali eccelleva il “garum” .
Nel I secolo dopo Cristo il sale era ormai parte della cultura romana: Plinio, infatti, afferma (Naturalis Historia XXXI, 88) che non era
possibile concepire una vita civilizzata senza di esso.
Come ricordano le fonti antiche ampie zone delle coste italiane erano occupate da impianti per la produzione del sale; i più importanti
furono, probabilmente, quelli situati vicino a Roma in prossimità delle foce del Tevere. Si tratta delle saline di Ostia e di quelle, di origine
etrusca, collocate presso la moderna Fiumicino e note nell’antichità con il nome di Campus Salinarum Romanarum. Scavi archeologici
attualmente in corso intorno all’Aeroporto Leonardo da Vinci (Fiumicino) stanno riportando in luce le canalizzazioni, le vasche di
evaporazione e le infrastrutture produttive che costituivano il cuore del Campus Salinarum Romanarum.
Ben nota è anche la strada che proprio dal sale prendeva il suo nome, la Via Salaria, attraverso la quale questo prodotto giungeva da Roma
sino alle zone più interne della penisola.
Il sale, dunque, condizionò profondamente lo sviluppo delle società antiche; la sua centralità nella vita dell’uomo è largamente testimoniata
nella letteratura, nella mitologia e nelle religioni. Valga per tutti un passo del Discorso della Montagna in cui Gesù, rivolgendosi agli
Apostoli, dice ”Voi siete il sale della terra; ma se il sale perdesse sapore, con che cosa lo si potrà rendere salato?” (Matteo 5,13).
Nel corso del Tardo Impero in Italia le saline erano per lo più gestite da privati, ma il Fisco imperiale pretendeva che gli si pagasse un “
vectigal ”, ovvero un tributo speciale.
Per passare sulla “strada del sale” si doveva pagare una tassa e il gabelliere esigeva un obolo che veniva calcolato sul valore della merce in
transito.
L’Antica Via del Sale
Con la definizione “Via del Sale” si indicano le antiche strade, le tante mulattiere, che in passato scendevano, attraverso l’Appennino, dalla
pianura padana e dalle zone collinari dell’Italia settentrionale fino al litorale ligure. Queste antiche vie di comunicazione testimoniano
l’importanza dell’Appennino nella vita delle antiche civiltà: attraversato dapprima dai Liguri Iriati, che circa tremila anni fa salirono verso la
pianura per colonizzare nuove terre, divenne infatti nel XII secolo raccordo importantissimo con il porto di Genova. La città ligure infatti,
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superata Venezia nello smercio di prodotti provenienti dall’Oriente, rappresentò il centro commerciale più importante durante tutto il
Medioevo.
Il nome di queste importanti vie di comunicazione e di scambio è legato a un minerale, il sale, di grande valore nel passato; questo elemento
infatti era indispensabile nell’alimentazione e nella conservazione dei cibi. Il sale non era facilmente reperibile nelle regioni settentrionali ed
era l’unico “strumento” a disposizione per stoccare, conservare e mantenere in buono stato molti cibi che altrimenti sarebbero deperiti. Per
questo a partire dal Medioevo fino al XV secolo la rete di percorsi e di sentieri dalla pianura al mare divenne tanto fitta ed importante.
Non esisteva un’unica Via del Sale, perché tutti i popoli delle diverse regioni delle Terre Alte percorrevano i sentieri presenti sul loro
territorio per raggiungere il mare e per recuperare i tanti prodotti utili alla sopravvivenza, vendendo i propri elementi di scambio,
rappresentati soprattutto da lana e da armi.
Queste tasse rappresentavano un’importante fonte di reddito per lo Stato che aveva la fortuna di essere attraversato da tale strada. Il pedaggio
nei secoli successivi divenne sempre più oneroso: se infatti i Romani chiedevano il 2,5% del valore della merce già nel Medioevo la tassa
raggiunse il 20% .
Federico II, pur lasciando le saline agli antichi proprietari, impose importanti limitazioni perché dichiarò il commercio del sale monopolio
dello Stato, facendone la maggiore fonte di introito fiscale. Dopo il dominio angioino, gli Aragonesi revocarono in demanio tutti i diritti
relativi alle saline. Con la riforma fiscale si previde la distribuzione di un tomolo di sale per ogni “fuoco” (nucleo familiare) in cambio di 5
carlini di tassa focatica. Venne, così, vietata la vendita del sale da parte dei privati, come anche la raccolta del sale dalle saline.
Il periodo di tempo intercorrente tra i secoli federiciani e la legislazione aragonese è contraddistinto da limitazioni di consuetudini seguite in
precedenza
dalla
popolazione
che
poteva
liberamente
prelevare,
per
il
solo
uso
personale,
il
sale
dalle
saline.
Per tutta l’età moderna l’unica attività economicamente rilevante svolta in riferimento al sale fu, dunque, il contrabbando.
Il sale, nei secoli centrali del Medioevo e per tutta l’Età Moderna, rappresentò per la società del passato qualcosa di analogo al ruolo che ha il
petrolio nel mondo attuale, come prodotto indispensabile
e di consumo universale, soggetto ad abusi e speculazioni di
ogni genere da parte dei pubblici poteri non meno che dei privati.
La sua relativa scarsità e la sua importanza alimentare ( era un prodotto indispensabile per l’alimentazione ma anche e soprattutto per la
conservazione dei cibi ) , hanno fatto si che l’uso, lo scambio e l’offerta di sale si caricassero di significati simbolici legati alla vita civile e
religiosa che rimasero inalterati anche quando il sale cominciò a circolare in quantità notevoli perché estratto da giacimenti minerari, oppure
ottenuto per evaporazione dell’acqua marina. Un esempio di questo è fornito dalla parola “salario” che deriva dall’usanza nell’antica Roma
di pagare le truppe con una certa quantità di sale , tale era il suo valore, , e che è rimasta una parola utilizzata per indicare il compenso
ricevuto dal lavoratore dipendente per le proprie prestazioni professionali.
L’importanza del sale emerge anche dalla superstizione popolare: chi non ha mai sentito dire che rovesciare il sale porta male ed è peccato?
Ciò deriva dal fatto che la scarsità ed il costo del sale erano tali da indurre le persone a ritenere un sacrilegio anche solo sprecarne dosi
minime. Il sale rimase un bene di “lusso” per moltissimo tempo, fino all’età moderna quando era ancora un bene del monopolio dello Stato.
Nel secolo XX Gandhi si servì di questa condizione per condurre il popolo Indiano all’indipendenza dalla Gran Bretagna guidando la famosa
“Marcia del sale”.Il 6 Aprile 1930 i marciatori raggiunsero il mare e Gandhi, l’uomo che li guidava, raccolse sulla spiaggia un cristallo di
sale, violando simbolicamente la legge inglese che riservava allo Stato il monopolio della estrazione e della vendita di questo prodotto di
prima necessità e sul quale era imposta una tassa vessatoria, che colpiva in particolar modo le decine di milioni di indiani che vivevano nella
miseria più profonda.
In Italia, l’imposta sul sale , applicata fin dai tempi antichissimi, è rimasta in vigore fino al 1975, quando aveva ormai raggiunto la
considerevole percentuale del 300%.
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