GENERAZIONE IN FUMO STRATEGIE PER NON COMINCIARE

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GENERAZIONE IN FUMO STRATEGIE PER NON COMINCIARE
GENERAZIONE IN FUMO
STRATEGIE PER NON COMINCIARE
STRUMENTI PER SMETTERE
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Generazione in fumo strategie per non cominciare strumenti per smettere
Executive summary
settembre 2012
www.i-think-italia.it
Generazione in fumo strategie per non cominciare strumenti per smettere
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GENERAZIONE IN FUMO
STRATEGIE PER NON COMINCIARE
STRUMENTI PER SMETTERE
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Executive summary
settembre 2012
Generazione in fumo strategie per non cominciare strumenti per smettere
Generazione in fumo strategie per non cominciare strumenti per smettere
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Un miliardo di morti. Questo il bilancio previsto
dall’Organizzazione Mondiale della Sanità per una delle epidemie più
violente e silenziose del XXI secolo: il tabagismo. Il fumo di tabacco
uccide una persona ogni 6 secondi e, tra le vittime, tanti sono i non
fumatori. Nonostante nei Paesi industrializzati si riduca sempre più
il numero di fumatori, resta allarmante il dato sui giovani, spesso
consumatori di tabacco sfuso.
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In tutto il mondo ogni giorno tra gli 80.000 e i 100.000
giovani iniziano a fumare.
- 40.000 per neoplasia polmonare e broncopneumopatia cronica
ostruttiva (BPCO)
- 10.000 per altri tumori legati al tabacco
- 15-20.000 per malattie cardiovascolari
- 5.000 per altre malattie
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L’obiettivo di questa analisi, condotta sulle principali ricerche
in Italia e nel mondo, è stato quello di individuare le ragioni che
portano un ragazzo a cominciare a fumare; capire di quali strumenti
si dispone per smettere o per ridurre il danno; giungere ad una
proposta concreta di prevenzione.
Gli approfondimenti della normativa europea, della legge e del
mercato italiani, con un’attenzione all’impatto clinico e alle patologie
correlate al tabagismo nel nostro Paese, offrono un quadro completo,
per comprendere i diversi comportamenti della popolazione giovane
e adulta, rispetto al consumo di sigarette.
A partire dal 1960, la prevalenza del fumo nel nostro Paese ha
registrato un costante decremento. Nel 2010 dichiara di essere
fumatore il 20% delle donne e il 24% degli uomini adulti italiani,
per un totale di 11 milioni di persone.
Il fumo di tabacco è, dopo l’ipertensione arteriosa, la più importante
causa di morte, nell’ultima revisione della classificazione
internazionale delle malattie. La mortalità attribuibile al fumo
è il 15% dei 560.000 decessi registrati ogni anno in Italia, pari
a 70.000 decessi:
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Una valutazione economica condotta secondo la prospettiva del
Servizio Sanitario Nazionale ha stimato l’impatto economico del
fumo di tabacco nel 2005 pari a 4,217 miliardi di euro (costi diretti
sostenuti dal SSN).
La vita di un fumatore abituale è di circa 10 anni inferiore rispetto
a quella di un non fumatore. Il danno da fumo è tanto più evidente
quanto più precocemente si inizia a fumare: un quindicenne ha una
probabilità di morire di cancro tre volte maggiore rispetto a chi
inizia dieci anni più tardi.
Nel 2005 l’introduzione della legge 3/2003 ha ulteriormente
limitato il fumo negli spazi pubblici, contribuendo alla diminuzione
della prevalenza del fumo, soprattutto tra le donne e i più giovani.
Ma l’effetto non è durato a lungo: un’indagine del 2009 rileva un
aumento del 5% della prevalenza in individui giovani.
Nella fascia d’età tra i 15 e i 24 anni, fuma il 15,9% dei maschi e il
21,8% delle femmine.
Circa l’87% dei fumatori inizia entro i 20 anni.
Il consumo medio è di 10 sigarette al giorno per i giovani e 14
sigarette per gli adulti. Nonostante rimanga ancora bassa la
percentuale di utilizzo, la sigaretta “rollata”, realizzata con
cartina e trinciato, è quella che negli ultimi anni ha avuto il
maggior incremento tra la popolazione giovanile. A favorirne il
consumo è la bassa tassazione, che contribuisce al dimezzamento del
costo rispetto alle sigarette in pacchetto.
I ragazzi di questo tempo non guardano avanti, sono proiettati nel
presente. In questo contesto, una comunicazione in cui gli svantaggi
del fumo sono definiti nel futuro, difficilmente potrà essere accolta.
Inoltre si assiste ad una relativizzazione dei valori, in cui nessun
comportamento è più o giusto o sbagliato e tutto può apparire lecito.
Resta nei giovani un senso di giustizialismo collettivo verso un
nemico esterno e lontano. Raccoglie quindi maggior consenso,
nella comunicazione contro il fumo, l’incentivo a lottare contro
l’industria del tabacco, piuttosto che contro la propria compulsione
a fumare.
Infine il rischio, che assume la connotazione di valore positivo
anche nella vita economico-sociale, finisce per favorire nei ragazzi
comportamenti pericolosi. La fragile linea di demarcazione tra reale
e virtuale tende a far pensare che ogni comportamento possa
essere revocabile e reversibile.
Il rischio, letto come il coraggio di esporsi ad un pericolo, ammanta
l’atto del fumare di un alone eroico. Il prezzo da pagare non è
immediato e il costo beneficio sarà tanto più vantaggioso quanto
più il danno sarà sottolineato dalle autorità sanitarie e dai mezzi
di comunicazione.
L’iniziazione e lo sviluppo dell’abitudine al fumo tra i giovani
progredisce secondo una sequenza solitamente composta di 5 fasi,
che avviene in 3 anni:
Le motivazioni che spingono i giovani a fumare dipendono da un
processo complesso, che ha fattori di rischio ambientali, sociodemografici e comportamentali-individuali.
L’adeguamento alle abitudini del gruppo (e non dei genitori)
è la motivazione che riscuote più del 50% delle preferenze, mentre
il “senso di emancipazione” e “sentirsi più grande” riguarda solo
poco più del 2% delle scelte. Non va poi sottovalutata la percentuale
elevata (27,6%) dei ragazzi che fuma perché attribuisce al tabacco
una funzione consolatoria.
L’82% dei ragazzi delle Superiori e il 51% dei ragazzi delle scuole
Medie hanno visto i compagni fumare a scuola. In questa indagine
emerge inoltre che l’88% degli studenti delle Superiori ammette di
fumare anche spinelli, contro il 28% delle Medie.
Per quanto riguarda il comportamento degli insegnanti, il 77% dei
professori delle Superiori e il 49% di quelli delle Medie sono stati
visti fumare dai ragazzi nei luoghi più vari all’interno della scuola.
Alcuni docenti fumano in classe (3% alle Superiori e 1% alle Medie).
Agli studenti delle Superiori è capitato di veder fumare il Dirigente
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- sviluppo di credenze e attitudini relative al tabacco
- sperimentazione con finalità di prova
- adozione del comportamento a breve termine
- uso regolare
- dipendenza.
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Scolastico anche in presidenza, luogo dove solitamente si richiamano
i ragazzi al rispetto delle norme.
Sarebbe opportuno estendere i divieti di fumo a tutti gli ambienti
della scuola, sia per scoraggiare ulteriormente chi fuma e per
proteggere dal fumo passivo i non fumatori, sia per prevenire il
rischio di incendio. (S.8, “Disposizioni per la tutela della salute e
per la prevenzione dei danni derivanti dal consumo dei prodotti
del tabacco”, a firma dei senatori Ignazio Marino e Antonio
Tomassini).
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STRUMENTI E STRATEGIE
DI PREVENZIONE
In Italia non sono ancora in atto strategie di prevenzione
adeguatamente ed efficacemente strutturate, e il sistema
sanzionatorio previsto per gli adolescenti è largamente inapplicato.
Una delle azioni di prevenzione più efficaci tende a promuovere
negli studenti, attraverso l’azione di mentoring individuale,
comportamenti prosociali e proattivi, tra cui anche la prevenzione
della dipendenza da nicotina. Il mentoring è una relazione
volontaria e disinteressata che può essere orientata allo sviluppo
di conoscenze o di capacità, nella quale sono coinvolte due persone:
il Mentore e il Mentee. Un recente progetto di mentoring ha portato,
in un anno, ad una riduzione del gruppo dei fumatori abituali o
occasionali, del 50%.
La letteratura internazionale individua nella scuola uno dei contesti
più appropriati alla prevenzione delle dipendenze, per il ruolo
nei processi di sviluppo, l’accesso su larga scala, la possibilità di
utilizzare infrastrutture esistenti e l’esperienza degli insegnanti.
Si suggeriscono interventi basati su “la persona”, cioè su: ragazzi,
insegnanti, genitori, facendo affidamento sulle qualità individuali.
L’efficacia dell’intervento aumenta, inoltre, se è coinvolto tutto il
contesto scolastico, le famiglie, la comunità e se utilizza tecniche
didattiche interattive.
È l’OMS negli anni ’90 a dichiarare che è importante superare l’ottica
puramente informativa sulle dipendenze e lavorare sullo sviluppo
delle capacità personali degli individui ossia sulle Life Skills,
I Governi continuano a destinare risorse troppo limitate
alle attività di controllo sul consumo del tabacco.
Con le accise, globalmente, si raccolgono circa 133 miliardi di dollari
ma ne vengono investiti meno di uno nelle misure che possono
determinare una riduzione del tabagismo.
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abilità volte a un comportamento adattivo e positivo, che pongono
l’individuo nelle condizioni di affrontare pressioni negative dei pari e
situazioni di rischio. L’educazione tra pari, in particolare, deve la sua
incisività con gli adolescenti all’utilizzo ed al potenziamento di due
risorse centrali nel processo di socializzazione dei giovani: il gruppo
e l’influenza dei leader.
Gli interventi che aiutano a smettere di fumare gli adolescenti,
combinano una varietà di approcci e risultano promettenti, con una
certa continuità dell’astinenza. In particolare, sono utili quelli
che includono elementi sensibili alla fase del cambiamento e che
utilizzano il rinforzo motivazionale in combinazione con la terapia
cognitivo-comportamentale.
I dati di questa meta-analisi sono particolarmente preoccupanti
ma contengono spunti e indicazioni utili per un’azione efficace
di contrasto al fumo minorile. È infatti urgente aggiornare e
uniformare a livello europeo le normative relative ai prodotti
del tabacco e condurre attività di ricerca, intensificando la
cooperazione fra policy maker, industria, scienziati e società civile,
per fare in modo che vengano emanate, monitorate e migliorate
politiche davvero efficaci per il controllo del tabacco.
Sono sostanzialmente due le strategie di lotta al consumo di tabacco.
Da un lato il cosiddetto quit-or-die che si concentra esclusivamente
sulla cessazione e sull’astinenza; dall’altro l’approccio che contempla
anche l’utilizzo di prodotti a rischio modificato, mirati ai fumatori
che non riescono ad interrompere la dipendenza dalla nicotina.
In tal senso è ormai chiara l’importanza di regolamentare
dispositivi quali le sigarette elettroniche o alternative come lo Snus,
un tabacco umido in polvere per uso orale, autorizzato in Svezia,
dove ha quasi soppiantato il consumo di sigarette.
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La tassazione resta un eccezionale dissuasore al consumo di
tabacco, specialmente fra i giovani e gli anziani. Si calcola che un
aumento del 10% sul prezzo del tabacco ne diminuisce il consumo
di circa il 4% nei paesi ad alto reddito e dell’8% nei paesi a basso
reddito. Tuttavia va considerato l’effetto che una tassazione non
bilanciata avrebbe sull’aumento del contrabbando. L’assenza di
controlli sulla qualità e sulla vendita dei prodotti ridimensionerebbe
gli sforzi in tema di dissuasione del consumo di tabacco, soprattutto
tra i giovani, solitamente provvisti di minore disponibilità economica.
Sono quindi i numeri e i dati ricavati da studi scientifici e dalle
esperienze di altri Paesi a indicarci le misure prioritarie:
- stanziamento di fondi dedicati alla lotta al tabagismo
- adozione di campagne di prevenzione dell’iniziazione al fumo,
da adottare fin dai primi anni di età scolare
- formazione ad hoc per adulti di riferimento impegnati in attività
di formazione, informazione e prevenzione (insegnanti, genitori,
pediatri, ecc.)
- terapie di sostegno garantite dal Servizio sanitario nazionale
per i fumatori che intendono smettere
- informazioni più dettagliate e trasparenti sui prodotti in
commercio
- regolamentazione di nuovi prodotti a base di tabacco ma a rischio
ridotto (es. Snus), in un’ottica di ampliamento dell’offerta delle
nicotine replacement therapies (NRT)
- aumento bilanciato della tassazione su tutti i prodotti a base
di tabacco.
Muovendoci da posizioni di mero proibizionismo (proposta del
pacchetto generico) e fiscalità sproporzionata, la strada da percorrere
potrebbe venire da un programma articolato di interventi
congiunti, sostenuto con concreta e sincera convinzione dal Governo
e da tutti gli stakeholder coinvolti. Ciò avrebbe particolare impatto
sul consumo di tabacco tra i giovani.
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