Il visitatore: un dialogo tra Dio e Sigmund Freud

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Il visitatore: un dialogo tra Dio e Sigmund Freud
NOTIZIARIO
DELLA DIOCESI
DI S. MINIATO
22 luglio 2013
Piazza del Seminario,13
56028 San Miniato (Pisa)
tel. e fax 0571/400434
[email protected]
Notiziario locale
Direttore responsabile:
Andrea Fagioli
Coordinatore diocesano:
Francesco Ricciarelli
Reg. Tribunale Firenze n. 3184 del 21/12/1983
La crisi
vista da
Facebook
l’agenda del VESCOVO
omenica 21 luglio - a partire dalle ore 10: a
D
Cigoli per la festa della “Madonna dei bimbi”.
Lunedì 21 luglio - ore 10: a San Miniato, 69°
anniversario della strage del Duomo di San Miniato
Giovedì 25 luglio - ore 10: in visita a Gavinana per il
campo giovanissimi.
Da venerdì 26 a domenica 28 luglio: a Bagno a Ripoli
con i giovani per seguire la Gmg di Rio de Janeiro.
Domenica 28 luglio - ore 19: Santa Messa e Cresime a
Pieve a Ripoli
Il visitatore: un dialogo tra Dio
e Sigmund Freud
ono ormai da alcuni anni che
Sconoscere
uso, per comunicare e per
il pensiero comune
della gente, la procedura
Facebook, potentissimo mezzo
che permette di interagire, in
nome dell’amicizia, con
moltissime persone.
Ho notato che, in questi ultimi
mesi, il mio diario si riempie di
slogam, di motti, di aforismi,
come se gli amici e gli amici dei
miei amici, fossero presi da un
estremo bisogno di esternare dalla
propria coscienza un richiamo ad
una vita più sensibile ai valori di
saggezza, di perdono, di
fratellanza, di umiltà, di amore.
Nelle didascalie si legge il trionfo
del bene sul male, della sincerità
sull’inganno, della condivisione
sull’egoismo, della saggezza sulla
malignità: il tutto come elogio alla
correttezza civile, come
un’esaltazione ad una vita
spirituale più decisa ed efficace
nella sua azione.
Viene da chiedersi: perché tanta
attenzione e manifestazione a
questo desiderio di espressioni
personali che incidano sul
pensiero altrui, coinvolgono tutti
in attenti esami di coscienza e
spingono ad un cambiamento?
Molte possono essere le risposte,
ognuno può dare, attraverso la
propria esperienza, una o più
interpretazioni.
Credo però che quella che
accomuni tutti sia il desiderio di
cambiamento di vita e la sfiducia
su tutto e su tutti, la paura del
presente e del futuro, il vivere in
solitudine, l’oscuramento nel
credere con convinzione e fede ad
un Essere Superiore, stanno
svegliando la nostra riflessione,
animando il desiderio di lasciare
questa strada che sembra ormai
senza uscita.
E’ la paura della recessione
economica e finanziaria, è la
depressione, il disordine sociale,
in una parola, è la crisi che
attanaglia tanta, troppa gente.
La crisi rivela di essere una rigida
scuola di vita ed è pronta a
impartirci lezioni pesanti che
nessuno si aspettava di ricevere.
Mentre l’Italia si dibatte nella
recessione, migliaia di imprese, di
attività artigianali e di negozi
rischiano la chiusura o hanno già
chiuso, milioni di operai ed
impiegati sono a spasso o
accettano orari di lavoro più
lunghi e paghe ridotte, esiste
un’altra Italia che si comporta in
modo apposto.
E’ quella dei politici che pensano
soltanto all’interesse gretto delle
loro parrocchie e si danno da fare
su questioni che mirano
unicamente a garantirgli una
momentanea sopravvivenza.
E’ questa brutta politica che
convive accanto ad una politica
ancora decente, a far gridare di
rabbia i cittadini che seguitano a
credere nella necessità di
istituzioni al servizio della
repubblica.
Non basta, però, chiuderci in
aneddoti o aforismi: sono solo
parole e di parole non sappiamo
più di che farcene.
Venga pure questo grido, ma che
sia accompagnato da certezze, da
esempi concreti, da azioni fattive.
Antonio Baroncini
Il cast del “Visitatore”
DI DON FRANCESCO
È
Nella foto, una raffigurazione di Antigone. Il 19 luglio
sarà in scena la prima assoluta de «l’Ombra di Antigone»
RICCIARELLI
stato un privilegio
assistere alla
rappesentazione della
commedia "Il visitatore"
di Éric-Emmanuel Schmitt,
messa in scena dalla compagnia
del Teatro Savio, venerdì 5
luglio a San Miniato,
nell’ambito della LXVII Festa del
Teatro. Inserito tra gli spettacoli
collaterali, "Il visitatore" non
avrebbe sfigurato neanche come
evento centrale. Le emozioni
suscitate dal testo di Schmitt,
filosofo e scrittore francese
(classe 1960), sono davvero
tante: si ride, ci si commuove, si
riflette. Un testo brillante, ben
congegnato, magistralmente
interpretato da Bob Marchese,
nei panni di Sigmund Freud;
Mattia Mariani, il visitatore;
Silvia Nati, la figlia di Freud;
Antonio Silvia, l’ufficiale della
Gestapo.L’azione si svolge nello
studio del padre della
psicanalisi a Vienna, il 22
ottobre 1938. Dalla finestra
arrivano gli echi dei canti e delle
marce dei nazisti che hanno da
poco occupato l’Austria. Il
dottor Freud, vecchio e malato,
esita a firmare una lettera che
garantirebbe a lui e a sua figlia
Anna, ebrei, l’espatrio in
America e la salvezza. Dopo aver
assistito all’arresto della figlia da
parte della Gestapo, in preda al
più grande sconforto, Freud
riceve la visita di un misterioso
personaggio, che lascia
intendere di essere Dio in
persona. Dapprima riluttante,
Freud entra in dialogo con
l’intruso, il quale sembra
conoscere tutto di lui, la sua vita
e gli angoli più reconditi della sua
memoria. Le spiegazioni razionali,
che rassicurano Freud per qualche
istante (si tratta di un mitomane; è
quel matto fuggito dal
manicomio...) puntualmente
vengono smentite.Il dialogo fra il
grande ateo e il misterioso visitatore
si fa via via più profondo, fino a
toccare i grandi temi dell’esistenza,
soprattutto il tema del dolore:
quello di Freud, malato di un
cancro alla gola che non gli lascerà
scampo; e quello dell’umanità,
schiacciata dalla violenza della
guerra e dell’odio razziale. Freud
accusa Dio di aver fallito di fronte al
dilagare del male, ma il visitatore gli
parla di un Dio che ha rinunciato
alla sua onnipotenza per amore e
che gli uomini, proprio per questo,
non sono disposti ad accettare.Un
filo secondario della trama vede
Freud trattare con l’ufficiale della
Gestapo per ottenere la liberazione
della figlia, aiutato efficacemente in
questo dal visitatore. La situazione
drammatica in cui si trova spinge
Freud ad aggrapparsi sempre più
all’enigmatico ospite, in cerca di
una certezza che non ottiene. "Caro
Freud, hai sempre pensato che la
vita fosse assurda, stasera hai capito
che è anche molto misteriosa", gli
dice il visitatore prima di uscire
dalla finestra da dov’era entrato e di
dileguarsi calandosi dalla grondaia.
Il finale è fulminante, con l’ultimo
tentativo da parte di Freud di
eliminare una volta per tutte il
Mistero.
Lo spettacolo sarà replicato a fine
novembre al Teatro Savio di
Palermo, in occasione della
chiusura dell’Anno della Fede,
insieme a una tavola rotonda che
vedrà dialogare un teologo e un
non credente.