L`insediamento di Donald Trump, in Cina tutto come previsto, la

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L`insediamento di Donald Trump, in Cina tutto come previsto, la
Lunedi, 23 gennaio 2017
L'insediamento di Donald Trump, in Cina tutto come previsto, la Gran Bretagna
verso la Brexit
Gentili Clienti,
venerdì, durante il discorso di insediamento alla Casa Bianca, Donald Trump ha
nuovamente riproposto tutti i cavalli di battaglia della sua campagna elettorale: lo slogan
"America first“ e le critiche agli accordi sul libero mercato e sul clima. Sui mercati,
che restano in attesa di dettagli precisi sui progetti del nuovo Presidente americano per
quanto riguarda il rinnovamento delle infrastrutture e i tagli alle imposte, non si sono
osservate particolari reazioni. Solo quando disporremo di informazioni più accurate, sarà
possibile valutare se il mercato azionario americano o l'apprezzamento del dollaro ha già
scontato in misura troppo ampia le speranze di crescita. Sarà interessante notare come
Donald Trump si comporterà durante i suoi primi 100 giorni e quale sarà la sua
disponibilità a collaborare. Il suo primo atto dallo Studio Ovale è stato il decreto per la
cancellazione della riforma sanitaria "Obamacare“. Ciò lascia presumere che Donald
Trump intenda accelerare i tempi.
Nel 2016 la Cina ha rispettato le previsioni di crescita, segnando un + 6,7%. Prosegue la
trasformazione del Paese verso una società di servizi con un forte mercato interno: i dati
resi noti venerdì indicano che in dicembre i consumi hanno contribuito in modo più
consistente al PIL, mentre si è registrata una contrazione nella crescita della
produzione industriale e per quanto riguarda gli investimenti infrastrutturali a sostegno
della congiuntura. L'aumento dell'indebitamento incide negativamente sugli stimoli
economici e si presenta il rischio di bolle speculative. Inoltre, numerosi investimenti errati
hanno compromesso la produttività. I tempi di un tasso di crescita estremamente elevato
appartengono al passato, per il futuro Pechino punta ora sulla qualità anziché sulla
quantità. Se questa svolta dovesse riuscire senza provocare un brusco aumento della
disoccupazione, per il 2017 è possibile pensare a una crescita di circa il 6,5%.
L'economia britannica ha reagito ai risultati del referendum sulla Brexit in modo pacato, e
finora ha continuato inaspettatamente a dare segni di robustezza. Ora è giunta la prima
frenata dal settore del commercio al dettaglio che nel mese di dicembre ha
registrato un calo delle vendite dell'1,9% rispetto al mese precedente. Evidentemente
i clienti avevano già effettuato gli acquisti natalizi durante il "Black Friday" oppure online e
il recupero dell'inflazione trascinata dall'aumento dei prezzi delle importazioni in seguito al
calo della sterlina contribuisce a guastare il clima. La linea dura per il divorzio da Bruxelles
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annunciata dalla premier Theresa May incide negativamente sull'andamento economico e
valutario. È necessario tenere presenti questi rischi se giovedì Londra annuncerà che nel
2016 è stata pur sempre raggiunta una crescita del 2%. Quest'anno e l'anno prossimo le
cifre dovrebbero dimezzarsi.
Theresa May sarà il primo leader politico a far visita a Donald Trump, durante l'incontro
previsto per venerdì. Questa settimana è attesa anche la sentenza della Corte Suprema
che stabilirà se la premier britannica dovrà sottoporre all'approvazione del Parlamento la
sua strategia di uscita dall'Unione Europea. Inoltre, sempre questa settimana, verranno
pubblicati gli indicatori sul sentiment economico e sulla fiducia dei consumatori
nell'Eurozona e i dati sulla fiducia delle imprese in Germania e in Francia.
Interessanti sono anche le cifre del PIL del quarto trimestre che giungeranno dagli Stati
Uniti. La reporting season americana giunge alla sua fase culminante, mentre in Europa le
prime aziende pubblicano i loro bilanci.
Cordiali saluti
Ulrich Stephan
Global Chief Investment Officer dei Private & Commercial Clients di Deutsche Bank
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