Sono Maria Grazia, per tutti Mari, ho 39 anni, mi

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Sono Maria Grazia, per tutti Mari, ho 39 anni, mi
Mari
Lunedì 13 Ottobre 2008 20:54
Sono Maria Grazia, per tutti Mari, ho 39 anni, mi sono ammalata di diabete a 13 a causa di una
varicella mal sfogata.
Il diabete per me non è mai stato un problema. Ci ho convissuto benissimo sin dall'inizio. Forse
mi ha aiutata il fatto che quando mi sono ammalata ero proprio nell'età critica e "scema" delle
ragazzine ed ero una pallina complessatissima. Ammalandomi di diabete ho perso 15 kg in un
mese (è così che ce ne siamo accorti) e forse la contentezza per non essere più "cicciona" mi
ha addolcito la pillola della malattia (beata incoscienza!!!!).
Ho cominciato da subito a fare le iniezioni di insulina da sola e ho sempre vissuto
tranquillamente. Però il mio diabete è stato ballerino ed ingestibile sin dall'inizio. La diabetologa
mi diceva:"vedrai che quando diventerai più adulta si regolarizzerà", ma, ancora un mese prima
del trapianto, c'erano alcune mattine che mi svegliavo con 400, 500 o valori di questo genere.
Dieci anni fa circa sono cominciate le prime complicanze, un principio di retinopatia, la
creatinina ha cominciato a salire, quindi principio di insufficienza renale. Ho cominciato a
seguire la terapia per l'nsufficienza renale con l'aceinibitore e per 8 anni è andato tutto bene, la
situazione era stabile. Però ad un certo punto il potassio ha cominciato a salire pericolosamente
per cui l'aceinibitore che mi proteggeva i reni, mi è stato sospeso. Da lì è cominciato il tracollo.
Potassio alto, fosforo alto, la pressione ingestibile, mi avranno cambiato tipo di terapia tremila
volte. L'emoglobina che scendeva vertiginosamente perchè i miei reni non producevano più
eritropoietina, per cui dovevo fare iniezioni anche per quel problema. Quando l'emoblobina mi
scendeva non riuscivo nemmeno a muovere un passo. Facevo tre scalini e mi scoppiava il
cuore nel petto. Nonostante tutto però non ho mai smesso di andare in ufficio, fare la mia vita
normale, curare la mia casa. Insomma, come niente fosse, perchè sono la tua mente e la tua
volontà che ti salvano.
A febbraio del 2006 ho conosciuto PER CASO, un nefrologo dell'ospedale S.Martino di Genova.
Dopo i primi esami che mi ha fatto fare mi ha proposto il trapianto preventivo (io non ero in
dialisi. Mi sono trapiantata con creatinina 2.9). Ho detto immediatamente SI, non mi sono presa
nemmeno una notte per pensarci. Da lì è cominciato tutto il protocollo per poter entrare in lista
attiva. Ho fatto 6 mesi in cui praticamente andavo a fare esami tutti i giorni. Mi hanno fatto
QUALSIASI COSA, persino la visita dal podologo!!!
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Mari
Lunedì 13 Ottobre 2008 20:54
Il 18/12/2006 mi è arrivata la raccomandata a casa in cui mi comunicavano il mio ingresso in
lista attiva. Il 18/06/2007, dopo 6 mesi esatti, mentre ero in ferie in Sardegna da 4 giorni,
beatamente stesa sulla spiaggia, mi telefona il mio nefrologo e mi dice:"Mari, prendi il primo
aereo. C'è un donatore compatibile con te". Un'emozione del genere mai più la proverò per il
resto dei miei giorni. Lì per lì ero quasi contrariata che mi facessero interrompere le ferie! Sono
andata in albergo, ho fatto una doccia, preso 4 stracci, sono corsa in aeroporto e ho preso il
primo aereo, che, botta di fortuna era in ritardo, e sono arrivata a Linate alle 23 circa. Lì c'era il
118 ad aspettarmi che mi ha portato a Genova al Centro Trapianti.
Il 19 mattina sono stata operata. L'intervento è durato circa nove ore. E' andato tutto benissimo.
Il rene ha cominciato a lavorare bene subito, il pancreas anche. Quando mi sono svegliata, a
parte un gran mal di schiena e il fastidio di avere mille tubi addosso, mi sentivo "abbastanza"
bene. Il 21 mattina è successo il dramma. Erano le cinque e ho cominciato ad avvertire un
bruciore tremendo nel torace, come il fuoco. Ho chiamato subito e in pochi secondi si sono
accorti di cosa si trattava. Emorragia interna. Il pancreas trapiantato si era staccato dall'arteria
iliaca. Mi hanno presa per i capelli. Ancora 5 minuti e non mi sarei salvata.
Hanno individuato immediatamente il punto di sanguinamento e hanno suturato di nuovo il
pancreas all'arteria. Era andato tutto bene, avevano già avvisato i miei che erano fuori che era
tutto a posto. Tempo mezzora vado in arresto cardiaco. Mi hanno dovuto fare 5 defibrillazioni. Il
mio cuore non ha battuto per 20 minuti. La mia fortuna è stata essere intubata ed in anestesia
generale, anche se ancora non mi spiego come ho fatto a salvarmi senza aver riportato
nessunissimo danno di alcun genere. La mano del Signore c'è stata di sicuro, oltre alla
stra-bravura dei medici che non hanno mollato. Una volta tornata in rianimazione mi sono presa
la polmonite con doppio versamento pleurico. Ho portato la maschera ossigeno fino a quando
non mi hanno mandata in sub-intensiva.
Dopo 22 giorni finalmente sono ritornata a casa. E' stato difficile tutto, imparare di nuovo a
camminare, a mangiare, ad andare di corpo, abituarsi agli immunosoppressori che, fino a
quando non ti trovano la dose esatta, ti fanno anche passare settimane con le coliche e la
dissenteria perpetua, però se dovessero chiedermi qual'è stato il periodo più bello della mia vita
direi senza ombra di dubbio: dal 19 giugno al 10 luglio 2007.
E' stato come rinascere e, mentre mi trovavo a percorrere la salita più ripida della mia vita, tutto
ciò che era importante davvero veniva a galla.
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Mari
Lunedì 13 Ottobre 2008 20:54
I valori veri, gli affetti veri! Mentre ero in rianimo attaccata alle macchine, pensavo alla mia vita,
ad ogni singolo istante che avevo vissuto fino a quel momento.
Soffrivo da morire, ma mai come in quei momenti mi sono sentita una privilegiata.
Mai come in quei momenti ho sentito l'amore ed il calore dei miei affetti.
La ML è stata fondamentale per me e per la mia famiglia durante il periodo del trapianto!
Meravigliosa famiglia della
ML !
Ecco, l'aver scelto di non arrendermi al diabete e ad un futuro di dialisi e di dolore, ed aver
rischiato per aprire la mia vita alla speranza, mi ha regalato molto di più di quanto mai avrei
potuto sperare: i miei organi nuovi di questo angelo di 20 anni che i suoi meravigliosi genitori
hanno consentito a donare, una vita nuova nel fisico, nell'anima e nella mente.
Non è la goduria di poter fare scorpacciate di dolci, quella è la minimissima parte! E' avere
davanti aperte mille opportunità che prima ti erano negate, poter riprogettare la vita da persona
“sana”, sentirmi dire che posso avere un figlio!!!! E' aver lottato e vinto sulla malattia, sulla
sofferenza, sulla preoccupazione.
Io ora sto una meraviglia, i miei esami, a detta dei medici, sono da premio Oscar! Tutto è
cambiato. Vedo la vita con occhi diversi.Tutto ha un peso differente. Voglio godermi ogni
singolo instante di questa seconda possibilità che la vita mi ha regalato. Non capita a tutti e non
la voglio sprecare. Non dirò più: poi lo faccio, o poi lo dico. Il poi non deve esistere. L'ho
imparato a mie spese. Ero tranquilla nel mio letto e dopo 1 ora ero in sala operatoria a
combattere con la morte.
Per cui concludo: non bisogna far MAI vincere il diabete. E' la malattia più subdola e traditrice.
Ti fa credere che ci puoi convivere e invece lavora sotto per metterti in ginocchio. Non è mai
troppo tardi per pensare al trapianto, ma più ci si arriva forti e più aumentano le possibilità di
successo.
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Mari
Lunedì 13 Ottobre 2008 20:54
Non mi stancherò mai di portare agli altri la mia esperienza di trapiantata e più ne parlo e più
ripercorro certi passi più mi inorgoglisco di quello che ho fatto e di quello che ho avuto in dono.
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