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Edizione
2010/2011
MARTEDÌ 12 APRILE 2011 ORE 10.00
COMTEATRO
DI BUONA…COSTITUZIONE!
DALLO STATUTO ALBERTINO ALLA COSTITUZIONE ITALIANA
drammaturgia a cura di Comteatro
coordinamento registico Claudio Orlandini
conUmberto Banti, Luca Chieregato, Antonio Brugnano / Michele Clementelli
Gli attori entrano inscenando una strana partita di pallone: non sanno come si usa la palla, non
sanno quanto sarà lungo il campo, in quanti si gioca, non sanno neppure come si fa a vincere!
Servono un po’ di regole per cominciare a divertirsi, serve qualcuno che possa farle rispettare.
Con questa scena di teatro muto inizia la lettura dedicata alla legge delle leggi: la Costituzione
Italiana; un percorso emozionante che affronta in primo luogo il rapporto degli uomini con le
regole, la necessità da parte di ogni democrazia di scrivere regole comuni a tutti e di vigilare su di
esse. Infatti la seconda parte della lettura si concentra proprio sulle circostanze storiche che
hanno determinato l’avvento delle leggi razziali, sulle responsabilità di chi non ha impedito che
tutto ciò avvenisse. Torna il teatro muto, con un arbitro della partita che si dimostra di parte, in
modo da annientare completamente una delle due squadre di calcio.
L’ultima parte del percorso tratta invece della Costituzione, della sua nascita come profondo
desiderio di riscatto da parte della democrazia: le regole di convivenza che consentono a tutti di
vivere in serenità, unite al dovere civico di vegliare con attenzione su tali leggi affinché nessuno
ne stravolga il senso.
La partita ora può ricominciare, e la palla invisibile viene idealmente lanciata ai ragazzi, affinché se
ne possano prendere cura. La lettura della Costituzione si presenta così come una luce di
democrazia giunta a sciogliere i nodi di un passato così tragico... ma i nodi sono risolti?
nota bibliografica
I testi utilizzati per questa lettura sono tratti dallo Statuto Albertino, dai discorsi di Piero
Calamandrei, dagli articoli fondamentali della Costituzione, dalle leggi promulgate dal fascismo sui
provvedimenti nei confronti della razza ebraica; accanto a questo corpus istituzionale ci sono
poesie, canzoni civili - da Gaber a Battiato - e testi di narrativa e di teatro (La fattoria degli
animali, Il signor Rossi e la Costituzione).
Elenco dei brani
brani letti nel corso dello spettacolo:
- “La costituzione spiegata a mia figlia” - GianGiulio Ambrosini
Discorso introduttivo che illustra il valore dello Statuto Albertino, e racconta la
differenza tra costituzione “debole” e costituzione forte.
- “La fattoria degli animali” – George Orwell
Citazione del brano relativo alla scrittura dei sette principi dell’animalismo, e del brano in cui si fa
riferimento all’infrazione degli stessi principi da parte dei maiali
- Statuto albertino Lettura degli articoli 26, 28, 29
- Leggi razziali Lettura degli articoli relativi alla sospensione degli insegnanti, ai provvedimenti sui
matrimoni, sulla patria potestà- “San Vittore” – brano di Luigi Meda
Racconto sui detenuti ebrei
- Intervista all’onorevole Borghezio, pubblicata sul magazine”Sette” del 2003
Claudio Sabelli Fioretti intervista l’onorevole leghista in merito ai ripetuti episodi xenofobi che lo
hanno visto protagonista (detersivo sulle ragazze nigeriane, incendio al dormitorio sulla Dora)
- “Epigrafe” – Piero Calamandrei
Lettura
integrale
dai vostri cimiteri di montagna
se giú al piano
nell'aula ove fu giurata
la Costituzione
murata col vostro sangue
sono tornati
da remote caligini
i fantasmi della vergogna
vergogna
troppo presto li avevamo
dimenticati
è bene che siano esposti
in vista su questo palco
perché tutto il popolo
riconosca i loro volti
e si ricordi
che tutto questo fu vero
chiederanno la parola
avremo tanto da imparare
manganelli pugnali patiboli
vent'anni
nt'anni di rapine
ve
due anni di carneficine
i briganti sugli scanni i giusti
alla tortura
Trieste venduta al tedesco
l'Italia ridotta un rogo
questo si chiama governare
per far grande la patria
apprenderemo da fonte diretta
la storia vista dalla parte dei carnefici
carnefici
della
poesiaNon
rammaricatevi
parleranno i diplomatici dell'Asse
i fieri ministri di Salò
apriranno i loro archivi segreti
di ogni impiccato
sapremo la sepoltura
di ogni incendio si ritroverà il protocollo
Civitella Sant'Anna Boves Marzabotto
tutte in regola
sapremo finalmente
quanto costò l'assassinio
di Carlo e Nello Rosselli
ma forse a questo punto
preferiranno rinunciare alla parola peccato
questi grandi uomini di stato
avrebbero tanto da raccontare
- “La costituzione della Repubblica Italiana, un classico giuridico” di Ernesto Bettinelli
Racconto del momento storico in cui i costituenti si sono riuniti per scrivere i “valori
elementari evidenti”.
- Costituzione Italiana
Lettura degli articoli 1, 2, 3, 4, 8, 9, 11, 13, 27, 34
Art. 1
L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro.
La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione.
Art. 2
La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali
ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica,
economica e sociale.
Art. 3
Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza,
di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la
libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva
partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese.
Art. 4
La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo
questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta, un'attività o una
funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.
Art. 8
Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge.
Le confessioni religiose diverse dalla cattolica hanno diritto di organizzarsi secondo i propri statuti, in
quanto non contrastino con l'ordinamento giuridico italiano.
I loro rapporti con lo Stato sono regolati per legge sulla base di intese con le relative rappresentanze.
Art. 9
La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica.
Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione.
Art. 11
L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione
delle controversie internazionali; consente, in condizioni di parità con gli altri Stati, alle limitazioni di
sovranità necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni; promuove e favorisce
le organizzazioni internazionali rivolte a tale scopo
Parte prima
DIRITTI E DOVERI DEI CITTADINI
TITOLO I
RAPPORTI CIVILI
Art. 13.
13
La libertà personale è inviolabile.
Non è ammessa forma alcuna di detenzione, di ispezione o perquisizione personale, né qualsiasi altra
restrizione della libertà personale, se non per atto motivato dell'Autorità giudiziaria e nei soli casi e modi
previsti dalla legge.
In casi eccezionali di necessità ed urgenza, indicati tassativamente dalla legge, l'autorità di Pubblica
sicurezza può adottare provvedimenti provvisori, che devono essere comunicati entro quarantotto ore
all'Autorità giudiziaria e, se questa non li convalida nelle successive quarantotto ore, si intendono revocati e
restano privi di ogni effetto.
È punita ogni violenza fisica e morale sulle persone comunque sottoposte a restrizioni di libertà.
La legge stabilisce i limiti massimi della carcerazione preventiva
Art. 27.
La responsabilità penale è personale.
L'imputato non è considerato colpevole sino alla condanna definitiva.
Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla
rieducazione del condannato.
Non è ammessa la pena di morte.
TITOLO II
RAPPORTI ETICO-SOCIALI
Art. 34.
La scuola è aperta a tutti.
L'istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze,
che devono essere attribuite per concorso.
- Piero Calamandrei – dal discorso agli studenti, Milano 1955
Lettura del passaggio in cui cita le “voci lontane” che si sentono negli articoli della
Costituzione
“La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta,
la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci
dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità. Per questo una delle offese
politica. È un po’ una malattia dei giovani l’indifferentismo. «La politica è
che si fanno alla Costituzione è l’indifferenza alla politica
una brutta cosa. Che me n’importa della politica?». Quando sento fare questo discorso, mi viene sempre in mente quella
vecchia storiellina che qualcheduno di voi conoscerà: di quei due emigranti, due contadini che traversano l’oceano su un
piroscafo traballante. Uno di questi contadini dormiva nella stiva e l’altro stava sul ponte e si accorgeva che c’era una gran
burrasca con delle onde altissime, che il piroscafo oscillava. E allora questo contadino ipaurito domanda ad un marinaio:
«Ma siamo in pericolo?» E questo dice: «Se continua questo mare tra mezz’ora il bastimento affonda». Allora lui corre nella
stiva a svegiare il compagno. Dice: «Beppe, Beppe, Beppe, se continua questo mare il bastimento affonda». Quello dice:
«Che me ne importa? Unn’è mica mio!». Questo è l’indifferentismo alla politica.
È così bello, è così comodo! è vero? è così comodo! La libertà c’è, si vive in regime di libertà. C’è altre cose da fare che
interessarsi alla politica! Eh, lo so anche io, ci sono... Il mondo è così bello vero? Ci sono tante belle cose da vedere, da
godere, oltre che occuparsi della politica! E la politica non è una piacevole cosa. Però la libertà è come l’aria.
l’aria Ci si accorge
di quanto vale quando comincia a mancare, quando si sente quel senso di asfissia che gli uomini della mia generazione
hanno sentito per vent’anni e che io auguro a voi giovani di non sentire mai.
E vi auguro di non trovarvi mai a sentire questo senso di angoscia, in quanto vi auguro di riuscire a creare voi le condizioni
perchè questo senso di angoscia non lo dobbiate provare mai, ricordandovi ogni giorno che sulla libertà bisogna vigilare,
vigilare dando il proprio contributo alla vita politica...
Quindi voi giovani alla Costituzione dovete dare il vostro spirito, la vostra gioventù, farla vivere, sentirla come vostra;
metterci dentro il vostro senso civico, la coscienza civica; rendersi conto (questa è una delle gioie della vita), rendersi
conto che nessuno di noi nel mondo non è solo, non è solo che siamo in più, che siamo parte, parte di un tutto, un tutto nei
limiti dell’Italia e del mondo. Ora io ho poco altro da dirvi. In questa Costituzione c’è dentro tutta la nostra storia, tutto il
nostro passato, tutti i nostri dolori, le nostre sciagure, le nostre gioie. Sono tutti sfociati qui in questi articoli; e, a sepere
intendere, dietro questi articoli ci si sentono delle voci lontane...
E quando io leggo nell’art. 2: «l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica, sociale»; o quando
leggo nell’art. 11: «L’Italia ripudia le guerre come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli», la patria italiana in
mezzo alle altre patrie... ma questo è Mazzini! questa è la voce di Mazzini!
O quando io leggo nell’art. 8:«Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge», ma questo è Cavour!
O quando io leggo nell’art. 5: «La Repubbllica una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali», ma questo è
Cattaneo!
O quando nell’art. 52 io leggo a proposito delle forze armate: «l’ordinamento delle forze armate si informa allo spirito
democratico della Repubblica», esercito di popoli, ma questo è Garibaldi!
E quando leggo nell’art. 27: «Non è ammessa la pena di morte», ma questo è Beccaria!
lontani...
Grandi voci lontane, grandi nomi
Ma ci sono anche umili nomi, voci recenti! Quanto sangue, quanto dolore per arrivare a questa costituzione! Dietro ogni
articolo di questa Costituzione, o giovani, voi dovete vedere giovani come voi caduti combattendo, fucilati, impiccati,
torturati, morti di fame nei campi di concentramento, morti in Russia, morti in Africa, morti per le strade di Milano, per le
strade di Firenze, cha hanno dato la vita perché libertà e la giustizia potessero essere scritte su questa cartra. Quindi,
quando vi ho detto che questa è una carta morta, no, non è una carta morta, è un testamento di centomila morti.
Se voi volete andare in pellegrinaggio nel luogo dove è nata la nostra Costituzione, andate nelle montagne dove caddero i
partigiani, nelle carceri dove furono imprigionati, nei campi dove fuorno impiccati. Dovunque è morto un italiano per
riscattare la libertà e la dignità, andate lì o giovani, col pensiero, perché li è nata la nostra Costituzione.
P. Calamandrei, Discorso agli studenti milanesimilanesi- 1955
- “Nun mi lassari sulu” – Ignazio Buttitta
Lettura integrale della poesia
- “Il signor Rossi e la Costituzione” – Paolo Rossi
Lettura della poesia d’apertura del testo teatrale
- “1984” – George Orwell
Il discorso estrapolato riguarda il passaggio sulla “neolingua”
- “La libertà” – Giorgio Gaber
Ascolto della canzone
Il Giornale – Lucia Galli
Il calcio senza regole non esiste: è come mettere fuori gioco il divertimento. Comincia così, con la
metafora del pallone, un’originale lezione teatrale di educazione civica per spiegare la Costituzione
italiana che andrà in scena questa sera alle 21per il festival Border all’Isolacasateatro. Dettaglio
non indifferente: il palco è il balcone di un appartamento vero. Ed è qui che – per l’appunto – un
tridente di attori ingaggia una partita (muta) di pallone al ritmo di musiche comiche Anni Venti,
poi di Battiato e di Gaber. Da un’idea di Claudio Orlandini e della compagnia Comteatro di
Corsico, nasce Di buona Costituzione, dallo Statuto albertino fino alla Costituzione italiana, una
lettura scenica della «legge delle leggi» che va oltre articoli e norme. Se la nostra «Carta» è per
definizione rigida, lunga, programmatica, lo spettacolo della compagnia, che ha da poco
festeggiato i 25 anni, è invece agile e vario. Ideato per le scuole, è ormai collaudato anche per gli
adulti. Ai pensieri dei «padri fondatori» si accostano letture dallo Statuto albertino fino alla
Costituzione del 1948.
Ma non solo:ecco George Orwell con il suo manifesto La fattoria degli animali a spiegare gli errori
deitotalitarismi e ad introdurre una riflessione sulla follia delle leggi razziali.