Leggi il volantino scritto per il decennale del 16 Marzo 2014 e le

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Leggi il volantino scritto per il decennale del 16 Marzo 2014 e le
www.cuoreemaniaperte.org
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MARZO 2004 - MARZO 2014
“DIECI ANNI DI ACCOGLIENZA”
Casa di Accoglienza “S. Caternia Labourè”
è un progetto Cuore e Mani aperte verso chi soffre ONLUS
LA RICETTA DI UNA VITA PIENA:
SBRICIOLARE IL CUORE PER GLI ALTRI
La colazione della domenica mattina alla Casa di Accoglienza:
un’occasione per essere vero pane.
300 gr di farina, 150 di zucchero, 3 uova, 80 di burro, 1 yogurt ai frutti di bosco, 15 gr di lievito: tutto
insieme in una ciotola. Poi gira, mescola bene e non dimenticare di sbriciolarci il cuore in quell’impasto.
È questa la mia ricetta, quella del sabato sera prima del turno colazione alla Casa di Accoglienza.
Di settimana la sveglia suona alle 7.15 e resta lì inascoltata per altri 10 minuti, ma la domenica del turno
alle 7 son già in piedi: per le 8 la tavola deve essere pronta! Una spruzzata di zucchero a velo sulla mia
torta e via, si va: lascio figlio e marito che dormono e assaporo il silenzio della città che ancora
sonnecchia, sotto un sole sorto da poco.
“Potresti poltrire nel letto almeno la domenica – mi chiedo, e da sola mi rispondo: “perché dovrei? La Casa
mi aspetta!”. È così: la domenica mattina gli abitanti della Casa aspettano noi volontari per una
colazione comunitaria fatta di tante cose buone, ma soprattutto di tante chiacchierate.
Tra the (rigorosamente arancia e cannella per Don Gianni), caffè, latte, Nutella e dolci fatti in casa,
passano i nostri pensieri: ci si racconta, si scoprono vite, si smascherano ansie…ma alla fine sempre si
sorride. Non è quello che fai per loro che li fa star bene, ma quello sei: “Date voi stessi da mangiare”, ci ha
detto il Maestro, ma non il pane: datevi, fatevi voi pane per i loro cuori affamati. Ed è così che alle 10 torno
a casa, presa a morsi dalla vita, con il cuore colmo di tante altre ansie da affidare a Lui che tutto può, ma
con la stessa grande certezza: non siamo nati per bastare a noi stessi!
Una volontaria del gruppo “Carità e Preghiera”
MARZO 2004 - MARZO 2014
“DIECI ANNI DI ACCOGLIENZA”
ANCHE IL DOLORE HA BISOGNO DI UN NIDO IN CUI ABITARE
Ecco perché da dieci anni la Casa di Accoglienza ospita malati e parenti di degenti
da ogni parte d’Italia e del mondo.
Casa: luogo nel quale il nostro corpo si riposa e
il nostro cuore si rintana; le mura dentro le quali
il mondo diventa nostro e inizia un fuori e un
dentro; la porta da cui tutto parte e tutto
ritorna.
Possiamo non esserne proprietari, ma può
comunque appartenerci: perché la casa non è il
dove siamo, ma il come siamo. Lasciarla per
abitare luoghi sconosciuti può essere
un’avventura, ma altre volte è solo una grande
mancanza. Soprattutto quando quel tempo
distanti dal proprio nido è fatto di ansie, di
attese, di incertezze, di sofferenza. Vivere la
malattia lontano da casa è uno degli aspetti
peggiori della malattia stessa.
È proprio da questo grande disagio che nel
2004 nasce, mattone dopo mattone, la Casa di
Accoglienza “Santa
Caterina
Labourè”
all’interno dell’Ospedale Vito Fazzi di Lecce.
Una residenza con tutti i comfort: 23 stanze con
servizi, tv, cucina, riscaldamento.
Numerosi gli ospiti che in questi 10 anni si sono
alternati: tante storie, tante vite, tante
sofferenze, ognuna delle quali non cerca un
posto per dormire, ma una casa in cui far
abitare il proprio dolore.
Ecco perché Don Gianni l’ha voluta così
fermamente: perché un cuore in affanno non
cerca un tetto per ripararsi dalla tempesta, ma
qualcuno che gli faccia compagnia in quella
tempesta.
La sensazione che si ha entrando nella Casa di
Accoglienza? Il bisogno di parlare, di
raccontarsi, di svuotare le tasche colme di
lacrime. Di condividere! Che sia una cena, un
caffè, un divano, un programma in tv: sono tutti
momenti di vita che ti fanno sentire a casa.