LA PROMESSA DELLO SPIRITO SANTO E LA SUA OPERA Gv 16
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LA PROMESSA DELLO SPIRITO SANTO E LA SUA OPERA Gv 16
LA PROMESSA DELLO SPIRITO SANTO Preghiamo Signore Gesù, fa' che io lasci dilagare nel mio spirito le parole del tuo Vangelo; che io stupisca della loro soavità e mi renda conto che veramente il tuo amore e la tua misericordia sono un oceano nel quale tutti naufraghiamo, ma per essere salvati, Signore, fammi tornare ai tuoi insegnamenti: volevo tralasciarli, ma mi sono accorto di essermi nel frattempo impoverito. La mia anima, infatti, trae beneficio solo nel tempo in cui conversa con te. Ogni volta che ho meditato su di te, da te ho ricevuto un autentico tesoro; la tua Parola era come un fiume che sgorgava dal tuo seno. La tua fontana è nascosta, Signore, agli occhi di chi di te non è assetato; il tuo tesoro appare vuoto a colui che ti respinge. Amore è il tesoro delle tue parole celesti. Ezechiele, 36, 22-38 22 Perciò, di’ alla casa d’Israele: Così dice Dio, mio Signore: Non è per voi che agisco, o casa d’Israele, ma per il mio santo nome, che avete profanato tra le genti presso le quali siete andati. 23 Mostrerò santo il mio grande nome profanato tra le genti, nome che avete profanato in mezzo a loro. Le genti riconosceranno che io sono il Signore, oracolo di Dio, mio Signore, quando mi si riconoscerà santo per mezzo vostro al loro cospetto 24 e vi raccoglierò dalle nazioni, vi radunerò da tutte le parti del mondo e vi condurrò al vostro paese. 25 Vi aspergerò di acque pure e sarete purificati da tutte le vostre impurità e da tutti gli idoli con cui vi siete macchiati. 26 Vi darò un cuore nuovo e metterò dentro di voi uno spirito nuovo. Toglierò il cuore di pietra dal vostro corpo e vi metterò un cuore di carne. 27 Metterò il mio spirito dentro di voi, farò sì che osserviate i miei decreti e seguiate le mie norme. 28 Abiterete nel paese che avevo destinato ai vostri padri; sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio. 29 Vi libererò da tutte le vostre impurità; chiamerò il grano e lo farò abbondare, non vi manderò più la fame. 30 Farò abbondare i frutti degli alberi e i prodotti della campagna, in modo che voi, tra le genti, non subiate più l’obbrobrio della fame. 31 Voi vi ricorderete della vostra condotta perversa e delle vostre cattive azioni e proverete disgusto per le vostre colpe e le vostre abominazioni. 32 Non lo faccio per voi, oracolo di Dio, mio Signore, sappiatelo bene! Arrossite e vergognatevi della vostra condotta, o casa d’Israele. 33 Così dice Dio, mio Signore: Quando vi purificherò da tutte le vostre colpe, vi farò abitare di nuovo le città e ricostruire le terre devastate. 34 Il paese incolto tornerà ad essere coltivato, anziché restare desolato alla vista di ogni passante. 35 Diranno: Questo paese devastato è diventato come il giardino dell’Eden, e le città desolate, devastate e rase al suolo ora sono abitate e fortificate. 36 Le genti che rimarranno attorno a voi riconosceranno che io, il Signore, ho ricostruito ciò che era raso al suolo e piantato dove era desolazione. Io, il Signore, ho parlato e così farò. 37 Così dice Dio, mio Signore: Mi lascerò ancora supplicare dalla casa d’Israele e le concederò questo: moltiplicherò la sua popolazione come un gregge. 38 Come le pecore dei sacrifici, come le pecore di Gerusalemme nelle sue ricorrenze, così le città devastate saranno ripiene di greggi di uomini e riconosceranno che io sono il Signore». Gv 16, 1-15 1 «Vi ho detto queste cose perché non abbiate a scandalizzarvi. 2 Vi scacceranno dalle sinagoghe; anzi, verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. 3 E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. 4 Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato. Non ve le ho dette dal principio, perché ero con voi. 5 Ora però vado da colui che mi ha mandato e nessuno di voi mi domanda: Dove vai? 6 Anzi, perché vi ho detto queste cose, la tristezza ha riempito il vostro cuore. 7 Ma io vi dico la verità: è bene per voi che io me ne vada, perché, se non me ne vado, non verrà a voi il Consolatore; ma quando me ne sarò andato, ve lo manderò. 8 E quando sarà venuto, egli convincerà il mondo quanto al peccato, alla giustizia e al giudizio. 9 Quanto al peccato, perché non credono in me; 10 quanto alla giustizia, perché vado dal Padre e non mi vedrete più; 11 quanto al giudizio, perché il principe di questo mondo è stato giudicato. 12 Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13 Quando però verrà lo Spirito di verità, egli vi guiderà alla verità tutta intera, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annunzierà le cose future. 14 Egli mi glorificherà, perché prenderà di ciò che è mio e ve l’annunzierà. 15 Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà di ciò che è mio e ve l’annunzierà. Messaggio Conviene a voi che io me ne vada. Infatti, se non me ne vado, il Consolatore non verrà da voi», dice Gesù ai discepoli che sono tristi per la sua partenza. Riprende il tema centrale dell'ultima cena: il suo andarsene non è fallimento, ma compimento della sua opera. Infatti è per lui il ritorno al Padre e per noi il dono dello Spirito. Così inizia la sua nuova presenza: se prima era «con» noi, ora è «in» noi con il Consolatore. La sua assenza è per noi il distacco necessario per nascere e crescere. Queste parole di Gesù sono un conforto per i discepoli che dovranno affrontare le sue stesse difficoltà: lo Spirito della verità testimonierà a loro favore, facendo comprendere il suo andarsene come vittoria sul male e rendendoli capaci di portare avanti la sua stessa testimonianza. Gesù parte; ma tra il suo andarsene e il suo ritorno si la storia della nostra vita nello Spirito. La nostra vita nello Spirito è unione affettiva, ma anche effettiva, con Gesù: con e come lui, portiamo avanti il processo di salvezza per tutti, mediante una vita di amore. Così si realizza il nostro ritorno al Padre, che si compie giorno dopo giorno nel segno dell'amore verso i fratelli. La sua assenza da noi diventa la sua presenza in noi e, attraverso di noi, al mondo intero. L'andata di Gesù, è come il sorgere del sole che raggiungerà il pieno fulgore, lo scaturire della sorgente che feconderà la terra, l'inizio del Regno che abbraccerà tutti. La nostra esistenza di discepoli ha quindi un valore «escatologico», definitivo: è già ora vita eterna, perché viviamo da figli e da fratelli. Ma ha anche un valore «apocalittico» e «salvifico»: svela e, svelando, dona la vita del Figlio a chiunque l'accoglie. I discepoli, ai quali Gesù ha promesso la pienezza della sua gioia (15,11), sono tristi: vivendo l'amore (15,12-13), incontrano l'odio gratuito del mondo e la persecuzione dei correligionari (16,1-4a). Ma queste sofferenze sono come il travaglio del parto. In esse viene alla luce la creatura nuova, a immagine del Figlio. Mentre ci sentiamo in balia del male, in un mondo senza Dio, la potenza dello Spirito ci testimonia della verità del nostro cammino, che è lo stesso di Gesù verso la Gloria. Gesù se ne torna al Padre, ma i discepoli non osano neppure chiedere «dove». Sono in ansia sul futuro, suo e loro. Vedono la sua partenza come dolorosa separazione (vv. 4b-6). Gesù dice che è bene per noi che lui torni al Padre, perché così ci manda il Consolatore (v. 7). Questi porterà a compimento il giudizio di Dio sottraendo il mondo al capo di questo mondo (vv. 8-11) e introducendo i discepoli sempre più profondamente nel suo mistero di Figlio (vv.12-15). Lo Spirito, che Gesù ci dona dalla croce, ribalta la situazione. Il mondo, convinto del suo errore, è salvato dalla perdizione; e il capo di questo mondo, che pensava di aver trionfato con le armi dell'odio, è sconfitto dal Figlio che dà la vita per amore. Lo Spirito e come luce che dissipa la tenebra: fa vedere al mondo il proprio inganno e rivela ai discepoli ciò che ancora non hanno capito. Con la sua forza li rende capaci di portare il peso di ciò che Gesù ha detto. In questo modo glorificherà il Figlio in loro, trasformandoli a sua immagine, per mostrare al mondo la sua gloria. Lo Spirito di Dio, principio di creazione, è anche principio di liberazione dell’uomo, generato a vita filiale. Gesù, nel suo andarsene al Padre, ci dona lo Spirito. Questi ci dà coscienza dell’inganno in cui vive il mondo e ci rende capaci di vivere il suo amore di Figlio. La Chiesa, ravvivata da questo Spirito, continua nella storia la stessa testimonianza del Figlio a favore dei fratelli. MIA LUCE E GUIDA Signore, tu sei la luce e io la nebbia. lo so che tu sei la mia luce, e non so come sono né chi sono. Tu mi conosci, mi interroghi e mi ami. Illuminami affinché io ti conosca, e, conoscendo te, giunga a conoscere me stesso. Non so mettere in ordine i valori delle realtà nelle quali vivo immerso. Illumina tutto il mio essere affinché sappia far ordine nella mia vita secondo i tuoi valori e secondo le tue priorità. Non so amare, aiutami ad amare come ami tu, con l'universalità e con le preferenze del tuo amore. La mia sensibilità è annebbiata dall'egoismo e dalla ricerca di me stesso. Fa' che, con la tua luce, veda dentro di me e veda te stesso che entri nel profondo del mio cuore e, conoscendoti, io non resti nella nebbia. Le mie forze sembrano sempre mancarmi. lo non sono nulla, sono nebbia. Fa' che la tua luce mi purifichi, mi rallegri e mi dia forza. Fa' che la tua luce mi faccia scorgere la verità, guarisca e illumini la mia cecità.