PRESUNTO INFLUSSO INGLESE SUI COMPOSTI ITALIANI
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PRESUNTO INFLUSSO INGLESE SUI COMPOSTI ITALIANI
Cresti, E. (a cura di) Prospettive nello studio del lessico italiano, Atti SILFI 2006. Firenze, FUP: Vol II, pp. 555-562 Composti intitolativi in italiano: un’oscillazione Edoardo Lombardi Vallauri Università Roma Tre Abstract La notevole produttività dei composti del tipo emergenza droga e allarme immigrati ha portato a ipotizzare per essi la rilevanza di un influsso inglese che spinga ad esprimere una relazione subordinativa (l’emergenza della droga) mediante la mera giustapposizione dei due Nomi. Attraverso il raffronto con altri composti dell’italiano e una ricognizione su un grosso corpus di linguaggio giornalistico, l’articolo ne propone un’analisi diversa, come strutture sintatticamente paritetiche esprimenti una relazione di “etichettatura” o di “intitolazione” del primo membro da parte del secondo. Si ridimensiona dunque il ruolo dell’inglese nell’agevolarne la diffusione, sottolineando al suo posto quello rivestito dal linguaggio dei media. Si arriva anche a formulare l’ipotesi che questi, come altri composti dell’italiano, più che possedere un’unica struttura sintattica soggiacente, oscillino concretamente, nell’uso dei parlanti, fra due interpretazioni possibili (subordinativa e appositiva), entrambe compatibili con la giustapposizione Nome-Nome. allarme attentati, allarme kamikaze e allarme terrorismo, allarme clandestini e allarme profughi, allarme inquinamento, allarme roghi, allarme previdenza, allarme appalti, allarme petrolio 1. Influsso inglese sui composti italiani Sempre più spesso, e per buone ragioni, si segnala in letteratura l’influsso dell’inglese sulla formazione di composti in italiano. Per citare alcuni interventi recentissimi, Dardano et al. (2005) dedicano ampio spazio a una classificazione dei composti nominali misti, specie con elementi inglesi ricorrenti, quali baby, killer, record, boom, shock e altri. Inoltre (p. 240) citano formazioni dove la componente lessicale è tutta italiana ma la struttura appare ricalcata sull’inglese, come D’Alemapensiero e telefonino-dipendente. Anche Adamo e Della Valle (2003a: 93) segnalano che sul modello dell’inglese si formano molti composti angloitaliani con primi elementi ricorrenti, come baby e web. E aggiungono: Per questa via, finisce comunque per imporsi un modello che penetra nella trama sintattica del nostro sistema linguistico e dà luogo a neologismi, questa volta tutti italiani anche se molto occasionali, come: aromaterapeuta, arteterapia, bambinocentrico, calciostatistica, cellulare-dipendenza, cioccolata-dipendente, comicoterapia, marca-dipendente, medicine-dipendente, profumoterapia, sabatofollia, sanremoterapia, sindacato-pensiero (e segnaliamo che vi sono molti altri composti con pensiero in seconda posizione, determinato da un nome proprio che lo precede) e telefonino-dipendente. Segnalano poi un gran numero di formazioni con ordine inverso, quindi più tipicamente italiano, in particolare con primo elemento allarme e emergenza, dove i secondi elementi sarebbero “perlopiù nomi in funzione aggettivale”:1 1 Di più se ne trovano nelle annate dei giornali considerate da Adamo e Della Valle (2003b): allarme alghe, alluvioni, antrace, appalti, attentati, bomba, cianuro, clandestini, contaminazione, conti, crediti, criminalità, cuore, cyberterrorismo, deficit, epatite C, euro-prezzi, evasione, immigrazione, inquinamento, Italia, kamikaze, maltempo, meningite, morbillo, mucca pazza, no global, nomadi nubifragi, nucleare, ozono, pacchi bomba, pedofilia, pensioni, petrolio, previdenza, prezzi, profughi, racket, recessione, sequestri, siccità, smog, terrorismo, unabomber, uranio, utili, valanghe. emergenza acqua, Aids, alghe, Bse, criminalità, droga, elettrosmog, estate, fondi, freddo, incendi, inquinamento, inverno, lavoro, maltempo, occupazione, pentiti, petrolio, sangue, sbarchi, sfratti, siccità, terrorismo, traffico, tumori. Lo schema riguarda, sia pure con minore emergenza terrorismo, emergenza sbarchi, emergenza inquinamento e emergenza smog, emergenza incendi, emergenza occupazione, emergenza petrolio, emergenza criminalità, emergenza droga, emergenza acqua. Ricordando che all’interno dello stesso “gruppo funzionale NOME + NOME mostrano particolare vitalità le serie che presentano in seconda posizione gli elementi formanti: simbolo, chiave, lampo, bomba, base, fantasma, fiume, denuncia”, Adamo e Della Valle (2003a: 95) asseriscono che “anche in questo caso ci troviamo di fronte a un modello sintattico originario della lingua inglese che si è tuttavia ormai definitivamente acclimatato nella nostra pratica linguistica”. Da più parti2 si concorda nell’attribuire all’inglese una funzione di spinta nei confronti del tipo (A), che sembrano originare principalmente dal linguaggio dei media: (A) crisi elezioni, problema alloggi, emergenza immigrati, effetto valanga, allarme inquinamento, incubo tsunami, rischio attentati, pericolo terrorismo ecc. Tuttavia a mia conoscenza il tipo non è ancora stato esaminato in maniera organica,3 e l’ipotesi stessa dell’influsso inglese può presentarsi in una luce più chiara solo se venga messa in relazione con un’analisi della natura morfosintattica e semantica di queste formazioni. produttività, anche altre parole che possono fungere da primo elemento: rischio allergie, amianto, antisemitismo, asma, attentati, contaminazione, mobilità, ozono, terrorismo, generazione web, piano scuola, occupazione (cfr. Marshall). 2 Oltre ad Adamo e Della Valle (2003a), Terreni (2005), indirettamente Dardano et al. (2005: 245), e Nora Galli de’ Paratesi (comunicazione personale, novembre 2005). 3 Il citato intervento da parte di Adamo e Della Valle (2003a) si pone come un’eccezione, peraltro limitata alla segnalazione ed esemplificazione del tipo. Nonostante focalizzino il tema della composizione in italiano e quello del neologismo anche di influsso straniero, delle formazioni che ci interessano non fanno ancora menzione né Scalise (1992) e Dardano (1993), né i pur molto recenti Bisetto (2004) e Dardano et al. (2005). Edoardo Lombardi Vallauri 2. Influsso inglese e ordine romanzo 4. Un tipo apparentemente simile Che si debba pensare a un influsso inglese sembra risultare in primo luogo dal fatto che il tipo somiglia a quello, di evidente matrice inglese perché con ordine inverso, dei due Nomi in sintesi con ordine determinantedeterminato come profumoterapia, sindacato-pensiero, Berlusconi-pensiero, telefonino-dipendente. E che il nostro sia in qualche modo una conseguenza di questo, con ripristino dell’ordine dei costituenti italiano, non è irrealistico; specie se lo si affianca alla constatazione che (come notato da Dardano et al. 2005: 241) esiste la tendenza o quantomeno la disponibilità a trattare i composti inglesi stessi come se presentassero un ordine dei costituenti di tipo romanzo, senza di cui si spiegano meno bene le riduzioni al primo elemento del tipo Welfare per Welfare state o pole per pole position, ivi citati, o Champions per Champions League, e snow per snowboard. Questo influsso è a mio parere fuori discussione nei composti angloitaliani come centro fitness, capo staff, moda baby (sempre citati in Dardano et al., 2005: 242, 245); tuttavia non è automatico concluderne che giochi un ruolo altrettanto importante per le formazioni (A), di cui ci occupiamo. Dopotutto l’italiano conosce già il tipo (coordinativo) di pescecane o cassapanca, e quello subordinativo di capostazione e acquavite. Se di influsso inglese si tratta, esso non andrà dunque visto come condizione necessaria, ma semmai come fattore di intensificazione della produttività di questo tipo di composti. Anche per il proliferare di formazioni come (B1) rivendita tabacchi, trasporto latte, lettura contatori, raccolta/smaltimento rifiuti, lavaggio auto, gonfiaggio/riparazione gomme, controllo passaporti, consegna pacchi, ecc. viene avanzata l’ipotesi di un influsso inglese, nonostante l’ordine inverso. Qui non si può discutere che ci sia una relazione subordinativa. Il primo elemento è sempre un nomen actionis, quindi sintatticamente il composto nominalizza una struttura predicativa. Se si parte da un verbo transitivo, si tratta più specificamente di una struttura Verbo-Oggetto. Infatti, mentre la nominalizzazione con la preposizione di è possibile anche su strutture predicative Soggetto-Verbo (come in 3b), solo con quelle Verbo-Oggetto è accettabile anche la giustapposizione asindetica (come in 2c): (2) a (1) il problema immigrati l’allarme attentati l’emergenza droga = = = il problema degli immigrati l’allarme per gli attentati l’emergenza della droga Che queste parafrasi siano possibili è fuor di dubbio, ma ciò non basta a dimostrare che il composto origini proprio da una riduzione di quella struttura sintagmatica, e a ben guardare nemmeno che quando manca la preposizione il suo significato sia sempre lo stesso che si produce quando la preposizione c’è. In effetti, prudenza metodologica suggerisce di non dare per scontato neanche che si tratti di strutture subordinative. Si impone dunque la necessità di stabilire che tipo di composti siano quelli in esame, cioè quale sia in essi la relazione sintattica e semantica che si istituisce fra i due membri. Per prima cosa, sarà utile chiarire la differenza fra i composti di questo tipo e quelli di un altro, anch’esso notevolmente produttivo. c il controllo dei passaporti controllo passaporti abbattere alberi l’abbattimento degli alberi abbattimento alberi acquistare il giornale l’acquisto del giornale acquisto giornale spedire libri la spedizione dei libri spedizione libri trasportare merci il trasporto delle merci trasporto merci rimuovere le auto la rimozione delle auto rimozione auto 3. Parafrasabilità con strutture sintagmatiche Una ragione in più per vedere una matrice inglese dietro ai composti di tipo (A) è l’idea che si tratti di formazioni sintatticamente subordinanti, cioè con struttura testa-modificatore, dove sarebbe ricalcata sull’inglese l’omissione della preposizione che esprime la relazione sintattica tra due Nomi giustapposti. In effetti, per le formazioni (A) esiste sempre l’equivalente pienamente sintagmatico (se si vuole, nel senso dei Nominal Syntagmatic Compounds di cui si occupa Müller, 2005), con di o con altra preposizione: b controllare i passaporti (3) a b c la polizia controlla il controllo della polizia ?controllo polizia il cliente acquista l’acquisto del cliente *acquisto cliente l’ufficio spedisce la spedizione dell’ufficio *spedizione ufficio il corriere trasporta il trasporto del corriere * trasporto corriere i vigili rimuovono la rimozione dei vigili *rimozione vigili Probabilmente questo si spiega in buona parte con ragioni sistemiche, e cioè col fatto che la nominalizzazione italiana del tipo NOMEN ACTIONIS TRANSITIVO + N è una costruzione in senso tecnico,4 specializzata per esprimere una relazione transitiva Verbo-Oggetto; quindi (salvo rare eccezioni) qualunque conio che integri tale struttura viene interpretato come esprimente quella relazione, e questo spiega l’inaccettabilità delle forme in (3c): spedizione ufficio dovrebbe significare che l’ufficio 4 Nel senso di Goldberg (1995 e 2003) e di Simone (in stampa). Composti intitolativi in italiano: un’oscillazione viene spedito.5 Non è altrettanto grammaticalizzata, cioè non è una costruzione in senso tecnico, la struttura sintagmatica con la preposizione di, che conserva la possibilità di esprimere sia un genitivo oggettivo che un genitivo soggettivo, anche se spesso questa seconda interpretazione è ai limiti dell’accettabilità. A conferma di questa spiegazione, si può osservare che quando il verbo è intransitivo, e quindi non c’è possibile ambiguità tra l’interpretazione del Nome come Soggetto e come Oggetto, il composto è accettabilissimo: Ciò che li caratterizza come composti è soprattutto la non autonomia sintattica del costituente non-testa (Bisetto, 2004: 41): (6) a. trasporto latte Di quale trasporto ti occuperai oggi? *Di quello latte? *È latte il trasporto di cui ti occuperai oggi? b. rivendita tabacchi *È tabacchi la rivendita di via Cartolerie? (B2) uscita automezzi, fine corsa, caduta massi Nel caso di verbi intransitivi, insomma, la costruzione NOMEN ACTIONIS + N esprime una relazione VerboSoggetto. Le formazioni del tipo (B1-2) designano procedimenti tecnici e/o standardizzati, come conferma il fatto che il secondo elemento è tipicamente un plurale (se non è un nome massa). Dal punto di vista testuale figurano tendenzialmente in cartelli, insegne, bollette e altre simili tipologie di testi ad alto grado di convenzionalizzazione e sinteticità. Di solito non compaiono in enunciati predicativi, ma all’interno di liste o di schemi. Fatti di questo genere lasciano pensare che i composti del tipo (B) potrebbero essere il frutto della stabilizzazione di uno stile telegrafico. Bisetto (2004) li chiama “formazioni N + N subordinate con testa a sinistra”, e osserva che “formazioni di questo tipo si trovano soprattutto in intestazioni e costituiscono spesso un gergo che potremmo chiamare delle “etichette””. Fa notare che sono possibili anche con più di due elementi: direzione ufficio acquisti, segreteria direzione ufficio vendite. Rispetto a questa situazione, l’influsso del modello della composizione inglese non può certo aver costituito un ostacolo, ma nemmeno necessita di essere promosso a causa determinante. In definitiva la modernità, di cui queste formazioni sono un esito, non consiste solo nell’affermarsi dell’inglese come lingua di comunicazione internazionale, ma anche nel proliferare sempre maggiore delle tipologie testuali a cui abbiamo fatto accenno. La differenza fra questo tipo e quello in (A), di per sé evidente nel fatto di avere per primo elemento un nome d’azione, risulta anche in altri fatti. Bisetto (2004) osserva che le formazioni (B) sono a metà fra composti e sintagmi. Come dei sintagmi, ammettono inserzioni e modificazioni di un solo membro: (4) rimozione rapida auto, trasporto materiali ingombranti, rivendita tabacchi nazionali e riferimenti anaforici al solo membro non-testa: (5) 5 in questa città la rimozione autoi avviene regolarmente eccetto che per quellei di grandi dimensioni In realtà il tipo attraversamento pedoni/animali fa eccezione rispetto a quanto detto, che quindi andrà inteso come tendenziale, a meno che si parta da un’accezione intransitiva del verbo attraversare. Il problema è interessante, ma non possiamo svolgerlo qui. Ebbene, i composti del tipo (A) si mostrano più coesi dal punto di vista della separabilità: (7) allarme dentisti truffatori, ma *problema difficile immigrati, *emergenza grave rifiuti, *effetto pericoloso serra. Invece non sono particolarmente coesi dal punto di vista dell’autonomia sintattica del secondo costituente, che anzi sembra un po’ maggiore rispetto al tipo (B): (8) a. emergenza immigrati Di quale emergenza parli? Di quella immigrati? *È immigrati l’emergenza che ci minaccia? b. problema rifiuti Di quale problema si tratta? *Di quello rifiuti? *È rifiuti il problema che ti hanno affidato? c. effetto serra Quale effetto temi? - Quello serra. *È serra l’effetto provocato dalle bombolette spray? Si noti che mentre con il tipo (B) la trasformazione del composto in sintagma mediante la preposizione di rende accettabili gli enunciati appena visti, per il tipo (A) non è sempre così: (9) a. trasporto latte È di latte il trasporto di cui ti occuperai oggi? b. rivendita tabacchi È di tabacchi la rivendita di via Cartolerie? (10) a. emergenza immigrati *È degli/per gli immigrati l’emergenza che ci minaccia? b. problema rifiuti È dei rifiuti il problema che ti hanno affidato? c. effetto serra *È di/della serra l’effetto provocato dalle bombolette spray? Questo suggerisce che probabilmente per il tipo (A) la parafrasi con la preposizione possa essere una parafrasi imperfetta, in quanto non istituisce veramente lo stesso rapporto di modificazione che istituisce il composto, e quindi non “regga” all’uso in condizioni sintattiche marcate. Edoardo Lombardi Vallauri 5. Una possibile interpretazione L’ipotesi che vorrei proporre è che dal punto di vista strutturale le formazioni del tipo (A) non siano necessariamente subordinanti come quelle in (B), e nemmeno come fine settimana, che va naturalmente considerato un calco dall’inglese. Piuttosto, mi pare che quelli in (A) possano appartenere ai composti “coordinati appositivi” (per usare la terminologia di Bisetto 2004), e che sia possibile mostrare come ciò dipenda dal loro significato. Infatti dal punto di vista semantico si potrebbero definire composti “TITOLATIVI”, o se si preferisce “EPITETICI”. Costituirebbero cioè l’evoluzione di un RAPPORTO DI “DENOMINAZIONE” o di “INTITOLAZIONE”.6 Non è sufficiente, infatti, dire che una crisi elezioni è genericamente una crisi “delle elezioni”, data la vaghezza che si associa all’uso della preposizione di. Müller parla molto appropriatamente di “blending”, e di conceptual integration, sottolineando che la preposizione riassume, e in qualche modo nasconde, una varietà di possibili relazioni semantiche. Più specificamente, in questo caso la relazione sussunta attraverso la preposizione generica è (almeno anche) quella di “etichettatura” del primo membro mediante il secondo. La crisi elezioni è “una crisi intitolabile “Elezioni””. L’emergenza immigrati è “un’emergenza chiamata “Immigrati””. Il problema ambiente è “il problema formulato come “Ambiente””. Si tratterà insomma di un rapporto di INTITOLAZIONE ASINDETICA “CON SOPPRESSIONE DELLE VIRGOLETTE”, non di un rapporto di specificazione o simili.7 Occorre dunque accostare il tipo emergenza immigrati a quello, assai meno recente, che è abbondantemente attestato con nomi propri a secondo elemento, come effetto Doppler, effetto Faraday, o anche i più recenti e volatili effetto Bin Laden o effetto Swissair. Ma anche, battaglione Lombardia, armata Brancaleone, delitto Matteotti. Il precedente più simile, e perciò il più illuminante, mi pare quello delle analoghe (abbondanti e assai meno recenti) formazioni con caso,8 tipo il caso Mattei, il caso Moro, il caso Baggio, il caso Somalia; ed anche, con nomi comuni, il caso acciaierie, il caso antrace, il caso antitrust, il caso mucca pazza, il caso nandrolone, ecc. 6 Benché il termine denominazione mi sembri migliore di intitolazione per descrivere il rapporto semantico che si istituisce fra i due membri in questo tipo di composti, credo che il corrispondente aggettivo denominativi si presti a qualche ambiguità, ed è per questo che ho preferito chiamarli intitolativi. 7 Quindi in linea di principio c’è da aspettarsi una certa produttività anche con nomi come minaccia, programma, progetto, indagine, scandalo, processo (anche nel senso giuridico), legge, fallimento (v. Parmalat), crack, tormentone, sequestro, omicidio (v. D’Antona...) e altri. Infatti non mancano casi come minaccia globale Hiv/Aids, minaccia antrace, minaccia terrorismo, scandalo Lewinsky, scandalo Molinette, scandalo scommesse, scandalo passaporti, processo Cusani, processo Andreotti, processo Calabresi, delitto D’Antona, delitto Matteotti, delitto Moro, progetto Talana, progetto Bicocca, progetto “Urban due”, progetto Alta Velocità, tormentone Califano, tormentone mafia-terrorismo, tormentone Baggio, ecc. 8 Terreni (2005: 529) segnala che il tipo con nome proprio sarebbe modellato sul tipo fr. Affaire Dreyfus. Che questo tipo di relazione semantica esista fra i due membri appare confermato dal fatto che il composto designa sempre qualcosa che è di dominio pubblico, una realtà conosciuta e alla quale è appropriato assegnare un nome, un titolo, un’etichetta che la identifichi pubblicamente. Non per caso, dunque, (come confermato da Adamo e Della Valle 2003a-b) i due primi elementi più produttivi sono allarme e emergenza, che includono in sé il senso di “situazione pubblica”. E non a caso il secondo elemento tende proprio ad essere un fenomeno di portata pubblica: occupazione, terrorismo, inquinamento, immigrazione ecc. Quindi non si formano composti come *rischio scivolata, ma piuttosto come rischio antisemitismo. E rischio allergie non sarà riferito a un individuo ma alla collettività: non *(tu, oggi, qui) corri un rischio allergie, ma (su scala nazionale, o almeno pubblica) esiste un rischio allergie. Tutto questo va d’accordo con la constatazione evidente che quelle in esame sono formazioni particolarmente ben rappresentate, e probabilmente in grandissima parte originate, nel linguaggio dei media. Ma analoghe condizioni per tali caratteristiche di notorietà e pubblicità si sono già create in passato, anche fuori della lingua dei media, per alcuni particolari lessemi, in altri ambiti dell’agire collettivo. Ad esempio nei lessici settoriali, e soprattutto scientifici e tecnologici, dove il primo elemento effetto ha formato molti composti intitolativi, e non certo nell’ultimo decennio. Eccone alcuni: (11) effetto boomerang, effetto camino, effetto canale, effetto cascata, effetto cometa, effetto corona, effetto costa, effetto dinamo, effetto est-ovest, effetto fantasma, effetto fontana, effetto madreperla, effetto neve, effetto notte, effetto pioggia, effetto sabbia, effetto serra, effetto sorpresa Anche qui, si può osservare che il composto ogni volta designa un effetto ricorrente, collettivamente noto (alla comunità scientifica o agli operatori di un settore professionale), a cui quindi è appropriato attribuire quel nome. Insomma, un effetto “denominato”, “intitolato” così. Se ciò che abbiamo detto è vero, il rapporto di specificazione che si osserva nelle parafrasi come l’emergenza degli immigrati o il problema dell’ambiente è solo derivato dal vero valore del composto, di cui costituisce una semplificazione. Di certo questo è vero per le formazioni con effetto:9 anche se è possibile parafrasare effetto boomerang con l’effetto del boomerang, o effetto madreperla con l’effetto della madreperla, qui il significato di effetto X non è “l’effetto di X, l’effetto prodotto da X”, ma “un effetto paragonabile all’effetto di X, e quindi chiamabile “X””. L’effetto serra non è l’effetto prodotto da una serra, ma è il riscaldamento dell’atmosfera causato da una sorta di copertura dall’alto, che ricorda quello di una serra, e a cui quindi è pratico e appropriato dare quel nome. Si veda ancora il significato di alcune di queste formazioni con effetto:10 9 Ancora in Terreni (2005: 533) le formazioni con effetto sono viste come strutturalmente equivalenti a quelle come parco macchine, punto vita o posto letto 10 Le definizioni sono del Gradit. Composti intitolativi in italiano: un’oscillazione effetto est-ovest astron, maggiore incidenza da ovest di particelle provenienti dai raggi cosmici. effetto fantasma tipogr, visibilità di caratteri anche dal effetto fontana fis, passaggio di elio superfluido attraverso un tubo capillare da un recipiente freddo a uno riscaldato. Quello che questi esempi illustrano è un meccanismo molto frequente soprattutto nella denominazione di fenomeni naturali o di procedimenti tecnologici, basato sull’analogia strutturale con qualche realtà o fenomeno già noto e appartenente all’esperienza comune. In sostanza, una metafora che diventa termine tecnico. Tuttavia, questa non è l’unica ragione che porta a intitolazioni. L’effetto Bin Laden e l’effetto Swissair prendono l’epiteto proprio dalla causa che produce l’effetto; l’effetto Doppler e l’effetto Faraday dai loro scopritori; il caso Mattei, il caso Moro, il caso antrace e il caso mucca pazza dalla persona o cosa che riveste un ruolo centrale nella vicenda; in modo simile, l’armata Brancaleone dal suo capo; il battaglione (carabinieri) Lombardia dal luogo dove opera e ha sede. Più in generale, è perfino ovvio che le cose prendono spesso il nome da qualche entità che appare rispetto ad esse strettamente collegata e, per un motivo o per un’altro, saliente. In alcuni casi, però, l’intitolazione può avvenire senza altra ragione che la volontà di attribuire un nome a qualcosa che non ce l’ha, scegliendo questo nome in maniera libera: cima Dufour, rifugio Barenghi, scuola Poliziano.11 Ciò che qui ci interessa è che l’italiano dispone di una struttura sintattica capace di esprimere questo rapporto di denominazione, e tale struttura è appunto la semplice giustapposizione Denominato-Denominante. Di conseguenza, non è illecito ritenere che di tale struttura si tratti anche nel caso delle nostre formazioni (A). E a ben guardare, in italiano questo tipo di relazione semantica fra i due membri di un composto potrebbe rivelarsi anche più diffuso: vi si potrebbero ricondurre anche formazioni come commissione affari sociali (= quella che si occupa di - e quindi ha per intitolazione - “affari sociali”). Si noti che questo composto è possibile proprio perché i compiti di una commissione sono adatti a fornirle la sua denominazione, mentre è inaccettabile, per es., *commissione parlamento (= che fa parte del parlamento), perché il far parte del parlamento non serve a distinguere una commissione dalle altre, e quindi non è adatto a darle il suo nome. Lo stesso si osserva in problema Giovanni, che è accettabile nel senso di genitivo oggettivo: “il problema che ha per oggetto e quindi potrebbe denominarsi a partire da Giovanni vs. *problema Giovanni nel senso di genitivo soggettivo: “il problema sentito da Giovanni”. Ciò che stiamo dicendo appare confermato dal fatto che molte parole che formano composti come primo elemento sembrano selezionare di preferenza secondi elementi adatti a entrare in un processo di intitolazione: non *tavolo legno ma tavolo Biedermeier, non *scuola immigrati ma scuola Poliziano. 11 Ciò che stiamo dicendo appare confermato dal fatto che ci sono molte parole che formano composti con secondi elementi che non siano adatti a entrare in un processo di intitolazione del primo: *tavolo legno (ma tavolo Biedermeier), *scuola immigrati (ma scuola Poliziano). Orbene, se la natura semantica delle strutture giustapposte N+N che stiamo esaminando è quella di lato opposto del su cui sono stampati. rappresentare un foglio rapporto di “etichettatura”, di intitolazione, di denominazione del primo elemento a partire dal secondo, sul piano sintattico esse andranno descritte come strutture paritetiche e non subordinate. Si tratterà cioè, come abbiamo già detto, di composti coordinati appositivi. Quindi l’analogia con il trattamento asindetico che fa l’inglese del rapporto di subordinazione fra due nomi diventa un riferimento meno necessario per spiegare la recente maggiore produttività del tipo. In questa luce, però, altre circostanze si mostrano degne di essere chiamate in causa. All’affermarsi di questi composti può aver contribuito, e non poco, anche la sempre crescente abitudine alla sintassi telegrafica nei titoli dei giornali, cioè alla soppressione delle parole funzione.12 Questa ipotesi collima perfettamente con il fatto che i composti del tipo (A) sono tipici del linguaggio dei media, e con ciò che abbiamo segnalato riguardo alla loro tendenza a designare situazioni di natura pubblica. Del resto la particolare produttività di primi elementi come allarme ed emergenza, notata da più parti, si iscrive bene nella tendenza a un crescente spettacolarismo della comunicazione mediatica per cui, in una continua corsa al rialzo per coinvolgere emotivamente i destinatari, anche eventi di poco momento finiscono per essere presentati come situazioni drammatiche. Dunque nel caso che stiamo esaminando il modello dell’inglese, se si vuole mantenergli un ruolo, mantiene solo quello estremamente generico di “incoraggiare” ogni giustapposizione asindetica fra nomi. Insomma: niente vieta di vedere l’influsso inglese e la matrice mediatica come concause (ma di peso assai diverso) nell’affermarsi di queste nuove formazioni. Del resto, la plurifattorialità andrebbe sempre presupposta, nel mutamento linguistico. 6. Una ricognizione sull’ultimo decennio della Stampa Una ricerca sulle annate 1992-2001 del quotidiano di Torino ha permesso di trovare molte migliaia di occorrenze delle formazioni del tipo che stiamo esaminando, per esempio con effetto, di cui si dà qui una lista che si ferma alla lettera c, ma completa per quanto riguarda i secondi elementi tra virgolette (semplici o doppie), la cui abbondante presenza è naturalmente una conferma della nostra tesi: effetto 11 settembre, 15 maggio, 156, 3D, 5 aprile, 740, 8 marzo, accumulo, afta, agenda, aggravio delle aliquote Irpef, ala suolo, alba, albero, alluvione, alone (2), altura, Amadeus, Amanda Lear, Amato (2), ambra, amplificatore, Andreotti (3), annuncio, anti Lega, anti serra (3), anti-age, anti-caduta, antrace, Arafat, arrotondamento, arte, Asia, assuefazione, astrakan, Atlanta, a valanga (15), Babilonia, Baccarat (2), Baggio (3), bagnato (2), balera, Balladur, bara, Baraghini, Barbero, Barolo, barriera (2), Beatles, beauty fiction, Bergkamp, Berlusconi, bianco assoluto, Bill, Bin Laden, Biondi, bistrato, black out, Blob, blocco emotivo, 12 Ancora prima che nei titoli, la sintassi telegrafica naturalmente si è affermata negli annunci economici. Già Richter (1937: 130) nota per l’italiano cose come: Offerte affitto appartamenti, o Abile magazziniere, lunga pratica vendita accessori elettrici auto offresi. Edoardo Lombardi Vallauri Bohème, bollini, bomba (5), bomboniera, Bonn, boom (3), boomerang (70), bosco, Bossi (3), Bot, bouncing, Brasile (3), brinato (2), Broadway (2), Buba (2), a buccia d’arancia, Bundesbank (2), cabrio, Cacaito Rodriguez, cachemire, Cagliari, calamita (5), cambi (2), cambio (3), camino (6), Campiello (4), campo giochi, cancellazione, candeggina, Candellero, cane sharpei, cannone neutronico, capital gain (2), cappio, Carli, carta carbone (4), cascata (2), a cascata (16), caserma, Casiraghi, Castelbellino, Castellani, catalizzatore (2), catapulta, catena, a catena (34), catramato, cattedra, Celentano, Cellulosa, Cernobil, Cernomyrdin, choc (8), Ciampi (4), cielo fin troppo sereno, Cina (2), cinema(16), ciniglia, cinz, circo, CISCO (2), città (2), città chiusa, clientela, Clinton (9), Cnn, cocco, coccodrillo (2), coibente, colera, colore, commissariamento dell’Efim, Compton, concerto di Bob Marley, concorrenza (2), condono, condono del ‘92, confusione, congelamento, contagio (5), Continental, contrasto, Copenaghen, Coppa (2), corteccia (3), Cossutta, Cossiga (6), Costanzo, Cotroneo Bettiza Zecchi e Ravera nonché Ammaniti, Coverciano, cozza, Cragnotti, Craxi (6), Credit, Credit Suisse, cremino sciolto, crinolina, crisi (5), crisi dell’industria, cristallo, croce&delizia, crollo dei titoli di stato, cronaca, Crotone, culebròn, cuoio (2), curdi, effetto “abbronzato” (2), ‘aerosol’, ‘ancoraggio’, “angelo della morte”, ‘anticioccolato’, ‘Apocalypse now’, ‘back to the future’, ‘barriera lipidica’, “boomerang” (2), ‘bronzi di Riace’, “caramella”, ‘Carramba che sorpresa’, ‘carta carbone’ (2), ‘cascata’, ‘a cascata’ (2), ‘cassa di risonanza’, “choc”, ‘cinemascope’, “Cocoon”, “colonizzazione”, ‘come eravamo’, ‘conca trasversale’, ‘Corda, cianuro e tonaca’, ‘craquelure’, ‘cross’, ‘Crudelia Demon’, ‘cumulo’, ‘dedica’, domino, ‘domino’, ‘Dressed Home’, “emiro arabo di provincia”, “etanolo”, ‘Fata Morgana’, ‘festa del libro’, ‘formiche’, ‘freezing’, ‘freno motore’, ‘gabbia di Faraday’, ‘Giano bifronte’, “gravità zero”, ‘Johnny Stecchino’, ‘Jurassic Park’, ‘luna di miela’, “Medico in famiglia”, ‘mille lire’, “mimetica”, ‘minimum tax’, ‘mucca pazza’ (3), “mucca pazza (2)”, “onda”, ‘napalm’ terra bruciata, ‘palla di neve’, “passaparola”, a pioggia, ‘porta girevole’, ‘presenza’, ‘prima e dopo la bugia’, “Punto”, “quadrilatero romano”, ‘rete da pesca’, ‘ridondanza’, “risonanza”, “salvaneuroni”, ‘schegge’, “Scommettiamo”, “scultura”, ‘seconda mano’, ‘serra’, ‘signora delle tenebre’, ‘simil-stereo’, ‘simpatia’, ‘spinta’. ‘sporco’, “stropicciato”, Tangentopoli, ‘ Tangentopoli’ (2), “traino” (2), ‘trascinamento’ (4), ‘trompe-l’oeil’, ‘umido’, “uno-due”, ‘usato’, ‘vacanze casa sicura’, ‘valanga’, ‘vedo non ti vedo’, ‘Venturi’, ‘volano’, ‘wurstel’, Interessantemente, nello stesso corpus i sintagmi in cui effetto è seguito da un nome con la preposizione di, articolata o meno, non mostrano quasi alcuna sovrapposizione con questi. Tipicamente, se si ha l’effetto della riforma non è in uso effetto riforma, e se si ha effetto carta carbone non si trova, almeno non nello stesso senso, l’effetto della carta carbone. Ci sono però eccezioni, come (l’)effetto (della) svalutazione, e simili; ma è facile rendersi conto che possono avere significati diversi. L’effetto della svalutazione è quello provocato dalla svalutazione, mentre l’effetto svalutazione è un effetto simile alla svalutazione, e che può essere chiamato così per analogia con essa, secondo quel meccanismo di trasformazione di una metafora in denominazione tecnica, di cui abbiamo già parlato. 7. Una conferma dal passato Giorgio Pasquali, nel 1942, rivolgendosi a lettori non solo linguisti, scriveva: Un mio ragazzo, che è militare, mi manda il motto della divisione Friuli con la preghiera di tradurglielo: Legio Forum Iulense ultrix patriae. Di primo acchito non mi ci raccapezzo; poi, mi si fa improvvisamente luce nel cervello. Il sagace inventore ha tradotto alla lettera Divisione Friuli vendicatrice della patria. Ha ragionato così: Divisione si dice Legio, Friuli Forum Iuli o Forum Iulense; dunque Divisione Friuli Legio Forum Iulense. E, privo d’ogni senso di lingua, non ha riflettuto che il tipo Via Giovanni Lanza, il fenomeno sindacalismo è della seconda metà del XIX (e certo non indigeno). Anche questa è una riprova che la velleità del latineggiare non è sempre proporzionale alla conoscenza del latino. Io per me mi contenterei, se qualche rara volta lo fosse. È lecito aggiungere che motti latini paiono poco opportuni per il nostro esercito, che è di popolo e ha diritto che gli si parli in italiano. Pasquali ci conferma nell’opinione che questo tipo di formazioni non è poi così nuovo in italiano, e che quindi la novità segnalata da più parti andrà vista semmai nella forte produttività dei composti con allarme o emergenza, mentre ad esempio quelli con effetto o caso sono assai meno recenti. Che vi sia, fra le altre componenti, un influsso straniero (ma forse allora più probabilmente francese che inglese13), sembra opinione condivisa da Pasquali; il quale però, se proponeva l’accostamento di quei due esempi nel passo appena citato, aveva ben chiaro che dicendo il fenomeno sindacalismo, se si intende “il fenomeno del sindacalismo”, è nel senso di intitolare così quel fenomeno, proprio come dicendo Via Giovanni Lanza, se si intende dire “la via di Giovanni Lanza”, è solo nel senso di intitolare così quella via. 8. Diacronia e indeterminatezza Fin qui abbiamo ragionato (come normalmente si fa nella letteratura sui composti) presupponendo che le formazioni in esame abbiano una loro struttura che è possibile determinare univocamente, ad esclusione di tutte le altre. In realtà credo che il tipo che stiamo esaminando ponga il problema in maniera più complessa, e che, rinunciando a sostenere integralmente una tesi a detrimento di un’altra, sia opportuno ammettere che in certi casi siamo di fronte a composti che oscillano fra almeno due diverse strutture. Si può osservare che per alcuni dei composti di cui ci siamo occupati la relazione subordinativa è più esclusa che per altri. Ad esempio, l’effetto serra certamente non è l’effetto di una serra con genitivo soggettivo, perché non c’è nessuna serra a produrlo, ma qui la serra serve solo, per metafora, a intitolare quell’effetto atmosferico. Un composto come effetto alluvione può significare, nel caso di una specifica alluvione, l’effetto da questa prodotto, quindi l’effetto dell’alluvione; ma anche, per analogia, un effetto simile a quello di un’alluvione trasposto in un campo di realtà del tutto diverso, come per 13 Sarebbe senz’altro interessante indagare più a fondo quale sia stato il ruolo del francese, che ne abbonda, nel favorire l’affermarsi di queste strutture appositive con funzione di denominazione in italiano. Si veda comunque Terreni (2005). Composti intitolativi in italiano: un’oscillazione esempio il convergere di centinaia di lettere di protesta sulla redazione di un giornale. Quindi, un effetto chiamato “alluvione”. Sarà allora, rispettivamente, subordinativo o appositivo. L’effetto Bin Laden è l’effetto di Bin Laden nel senso che è proprio lui a produrlo. Così anche l’effetto Berlusconi. Casi come questi ultimi sono indeterminati dal punto di vista della loro classificazione. E’ legittimo vedere nel composto sia la riduzione di un rapporto di specificazione con soppressione della preposizione (quindi una relazione subordinante), sia il rapporto di intitolazione che abbiamo proposto (quindi una relazione appositiva). Ove però l’effetto Berlusconi passasse per così dire dal nome proprio al nome comune, ove cioè non significasse più “l’effetto prodotto da Berlusconi”, ma per analogia “il tipico effetto prodotto da un magnate delle comunicazioni che entra in politica”, avrebbe seguito lo stesso destino di effetto serra e sarebbe passato decisamente dalla parte dei nostri composti appositivi con senso di intitolazione. In questi casi in realtà non è importante decidere, per ciascun singolo composto, a che tipo appartenga. Si può anzi dire senz’altro che l’oscillazione fra i due tipi avvenga a livello di Parole, nei singoli contesti. L’interessante è rendersi conto che l’italiano dispone della struttura N-N con valore intitolativo, ampiamente utilizzata nel tipo via Garibaldi o ristorante Duomo, e che questo si traduce nella possibilità, sempre azionabile, di convertire un composto N-N subordinativo in uno appositivo, passando da un valore semantico più concreto (l’effetto prodotto da X) a un valore di “metafora intitolatrice” (l’effetto simile a X, e quindi chiamato “X”). La predisposizione di certe relazioni semantiche a evolvere in senso analogico e metaforico si incontra cioè, e per così dire si “allea”, con la predisposizione della struttura a due N giustapposti a esprimere sia una relazione subordinante che una appositiva. Questa possibilità di oscillazione è illustrata nella tabella 1. sintagma esplicito l’effetto della madreperla l’effetto della svalutazione l’effetto di Berlusconi struttura significato giustapposta subordinante N-N effetto l’effetto madreperla prodotto dalla madreperla effetto svalutazione effetto Berlusconi l’effetto prodotto dalla svalutazione l’effetto prodotto da Berlusconi significato appositivo un effetto simile a quello della madreperla, e quindi chiamato così. un effetto simile a quello della svalutazione, e quindi così chiamato un effetto analogo a quello prodotto da B., e quindi denominabile “Berlusconi” Tabella 1: Oscillazione dovuta a estensione metaforica Tale processo di conversione può restare indefinitamente irrisolto nel tempo, dando luogo a una perdurante indeterminatezza nell’appartenenza tassonomica del composto, oppure (come è avvenuto a molti “effetti” dei lessici scientifici) produrre una deriva che lo porti a stabilizzarsi nel tipo appositivo-intitolativo. Senza che vi sia un senso metaforico, il rapporto di intitolazione può originare anche da altre relazioni semantiche, come esemplificato in tabella 2: sintagma esplicito l’effetto di Doppler struttura giustapposta N-N effetto Doppler la crisi delle elezioni crisi elezioni il problema dei rifiuti problema rifiuti il problema dell’ambiente problema ambiente l’emergenza della droga emergenza droga la via di Garibaldi14 via Garibaldi il caso di Mattei caso Mattei ufficio degli acquisti ufficio acquisti significato subordinante significato appositivo l’effetto scoperto da Doppler la crisi connessa con le elezioni il problema causato dai rifiuti il problema che minaccia l’ambiente l’emergenza causata dalla droga l’effetto chiamato “Doppler” la crisi chiamata “elezioni” il problema chiamato “rifiuti” il problema denominato “Ambiente” l’emergenza che chiamiamo “droga” la via chiamata “Garibaldi” la via dedicata, che “appartiene” a Garibaldi il caso che riguardò Mattei l’ufficio che fa gli acquisti il caso chiamato “Mattei” ufficio denominato “acquisti” Tabella 2: Oscillazione dovuta ad altri slittamenti semantici Anche per casi come questi, dunque, si è di fronte a una sostanziale indecidibilità nella classificazione dei composti. Inoltre, a differenza dei tipi in cui il significato intitolativo origina da un’estensione metaforica, in alcuni almeno di questi casi (ad es. effetto Doppler, via Garibaldi, ma anche problema ambiente o emergenza droga) a rigore non si può vedere una priorità nel tempo dell’interpretazione subordinante rispetto a quella appositivo-intitolativa. 9. Riferimenti Adamo, G. e Della Valle, V. (2003a). L’osservatorio neologico della lingua italiana: linee di tendenza 14 Per l’intitolazione di alcune vie, quella dal sintagma Ngenitivo al composto intitolativo è un’evoluzione storica evidente. Si vedano, fra i moltissimi esempi possibili, le fiorentine via de’ Calzaioli e via de’ Tornabuoni, diventate via Calzaioli e via Tornabuoni, o la patavina via dei Savonarola, diventata, come mi segnala Giampaolo Salvi, una via Savonarola che tutti intendono intitolata al noto Gerolamo; o della napoletana piazza del Plebiscito, comunemente chiamata piazza Plebiscito; e così... via. In questi casi, sotto l’apparenza del genitivo “di specificazione” si potrebbe ravvisare la funzione intitolativa già nel sintagma preposizionale. Edoardo Lombardi Vallauri nell’innovazione lessicale dell’italiano contenporaneo. In G. Adamo e V. Della Valle (a cura di), Innovazione lessicale e terminologie specialistiche. Firenze: Olschki, pp. 83-105. Adamo, G. e Della Valle, V. (2003b). Neologismi quotidiani. Un dizionario a cavallo del millennio. 1998-2003. Firenze: Olschki. Bisetto, A. (2004). Composizione con elementi italiani. In Grossmann - Rainer (2004), pp. 31-55. Dardano, M. (1993). Lessico e semantica. In Alberto A. Sobrero (a cura di), Introduzione all’italiano contemporaneo. Le strutture. Roma/Bari: Laterza, pp. 291-370. Dardano, M. et al. (2005). Anglofilia (para)testuale e morfologica? In I. Korzen e P. d’Achille (a cura di), Tipologia linguistica e società. Firenze: Cesati, pp. 229-248. Goldberg, A. (1995). 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