Qui - 100 km del Passatore
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Qui - 100 km del Passatore
pagina 99we | 46 | OZII sabato 21 maggio 2016 AUTOCRITICA prototipo Bmw vorrei guidarti fra cent’anni FRANCESCO PATERNÒ Vision Next 100 Concept CONTRASTO n C’è modo e modo di festeggiare la propria storia. C’è chi preferisce mettere enfasi su quanto di meglio è stato fatto nel passato – certezze e successi che facilmente coprono eventuali buchi neri presenti in ogni vicenda umana o industriale – e chi invece punta più decisamente su quel che ancora non esiste ed è tutto da dimostrare. La Bmw ha virato sulla seconda possibilità. In occasione della festa, il 7 marzo scorso, per i suoi 100 anni l’azienda ha presentato la Vision Next 100 Concept e proseguirà in giugno con altri prototipi futuristici di Mini e Rolls Royce, marchi ap- partenenti allo stesso gruppo. La storia Bmw è iniziata con la produzione di motori aeronautici, poi con quella di motociclette e infine con quella di automobili – la prima è arrivata soltanto nel 1928, una Austin Seven costruita su licenza. Oggi, la Vision Next 100 Concept è la summa di quel che Bmw promette di fare nel prossimo secolo nel mondo delle quattro ruote. È un prototipo, lungo quasi 5 metri, con carrozzeria in fibra di carbonio e plastica e un abitacolo rivestito di materiali riciclabili e rinnovabili. Ha due modalità di guida con sola propulsione elettrica a zero emissioni, scelta defi- nitiva per le prossime generazioni: la Boost, che lascia i comandi al guidatore, e la Ease, con cui un software gestisce il volante grazie all’applicazione dei sistemi di guida autonoma su cui il gruppo, come i competitor tradizionali e i giganti del tech della Silicon Valley, sta lavorando a pieno ritmo. Fra le altre tecnologie presenti, troviamo la Alive Geometry, che permette di modificare la geometria di alcuni componenti della carrozzeria e dell’abitacolo in funzione delle necessità di marcia e della sicurezza. Tra il 20 e il 22 maggio a Villa d’Este, l’appuntamento italiano più esclusivo del mondo delle automobili e delle motociclette classiche, il costruttore di Monaco di Baviera fingerà di fare un passo indietro presentando un “viaggio nel tempo” attraverso le differenti epoche della mobilità. Titolo: Ritorno al futuro: il viaggio continua. Bmw mette in mostra 52 modelli a quattro ruote e 30 motociclette storiche, affiancate dai prototipi denominati Hommage, per sottolineare la combinazione di valori tradizionali e design innovativo. Ma siccome domani è sempre un altro giorno, il 18 giugno a Londra negli spazi espositivi di Roundhouse l’azienda presenterà l’evento Iconic Impul- ses. The Bmw Group Future Experience, nel quale i protagonisti saranno i prototipi di Mini e Rolls Royce – celebri marchi inglese da tempo nelle mani dei tedeschi – per i prossimi 100 anni. Leitmotiv senza incertezze: motorizzazioni alternative a zero emissioni – elettriche, ma potrebbero essere anche a idrogeno, progetto su cui il gruppo sta lavorando insieme alla Toyota – e sistemi di guida completamente automatizzati che, nell’approccio del costruttore tedesco, lasceranno al pilota umano la possibilità di scegliere se guidare o meno. Sempre che l’auto resti una nostra abitudine. dal tramonto all’alba sull’Appennino MILENA MONTI n «Corri corri, del Passatore, la cento chilometri, fatti onore», canta l’inno della corsa intitolata al famoso bandito romagnolo che dal 1973 si tiene l’ultimo sabato di maggio. Cento chilometri con partenza il 28 maggio alle ore 15 da via dei Calzaiuoli a Firenze ed arrivo entro le 11 del giorno dopo in piazza del Popolo a Faenza, in provincia di Ravenna. Cento chilometri fra Toscana e Romagna, da percorrere di giorno e di notte, che saranno corsi da oltre 2.600 podisti fra atleti italiani e internazionali, amatori, diversamente abili. E se, da regolamento, l’età minima per partecipare è 20 anni, non ce n’è una massima; così, al via, ci sarà anche un classe 1924. Pur ricordando nel nome Stefano Pelloni di Bagnacavallo, detto il Passatore dal mestiere di traghettatore sul Lamone che svolgeva il padre, la gara non vuole ricordare le gesta efferate del bandito, bensì il suo mito. Quella del Passatore è una figura celebrata dai cantastorie popolari, ma anche da Giovanni Pascoli (Romagna) o da Raoul e Secondo Casadei (Canzone del Passatore), al tempo stesso Robin Hood di una terra vocata alla lotta di classe e unico bandito dell’Ottocento a sezionare le proprie vittime. Il motivo per cui la corsa fra Firenze e Faenza ne porta il nome è presto detto: fra Corse | Il 28 maggio torna la Cento chilometri del Passatore, storica ultramaratona da Firenze a Faenza. Tra boschi, rocche e vitigni 100KMDELPASSATORE PARTENZE Il via della 43esima edizione della corsa, 30 maggio 2015 gli ideatori c’era lo storico faentino Alteo Dolcini, cofondatore del Consorzio Vini di Romagna che tutela i vitigni tipici e usa come effige il volto del bandito. La gara è così la prima competizione podistica di Faenza e una maniera originale per promuovere la terra del sangiovese unendola a quella del chianti. Tra Firenze e Faenza, il tracciato tocca alcuni punti dove anche chi corre potrebbe essere tentato di fermarsi. Al passo Colla di Casaglia l’altitudine è massima: 913 metri sul livello del mare ed uno scenario tipico del bosco appenninico, molto suggestivo dal punto di vista naturalistico. Proseguendo si arriva nella Marradi di Dino Campana, borgo dominato dagli antichi ruderi della rocca di Castiglionchio e dai castagni, e noto proprio per i frutti autunnali. A 17 km dall’arrivo si trova Brisi- ghella, cittadina romagnola medievale caratterizzata da tre picchi rocciosi su cui si ergono la rocca manfrediana, il santuario del Monticino e la torre dell’orologio. Ultima tappa è Faenza, città di origine etrusco-romana nota nel mondo per le ceramiche (da visitare il suo museo). L’arrivo dei primi corridori della Cento chilometri è previsto dopo le 21. Chi volesse cercare gli atleti lungo il percorso deve percorrere la statale 302: per motivi di sicurezza tutti i corridori sono dotati di torcia frontale per la notte. Dal punto di vista sportivo la Cento chilometri del Passatore è un’ultramaratona, una corsa di distanza superiore ai 42.195 metri della maratona. La prima competizione di questo tipo di cui si ha traccia è quella effettuata da Filippide da Atene a Sparta e raccontata da Erodoto, un’impresa da 246 chilometri che ancora oggi si ricorda con la Spartathlon historic race. Le ultramaratone riconosciute dalla Federazione internazionale di atletica leggera (Iaaf) sono quelle entro i 100 chilometri. Ma possono arrivare anche a distanze superiori ai mille chilometri, come la Sri Chinmoy Self-Transcendence di New York, lunga 3.100 miglia. Gare che durano giorni, su qualunque tipo di tracciato, nelle condizioni ambientali e atmosferiche più estreme. Come la Marathon des Sables, 240 chilometri nel deserto marocchino, o la Badwater Ultramarathon, 220 chilometri nella Death Valley americana. Il record del Passatore è di 6 ore 25 minuti e 47 secondi ed è stato fatto registrare nel 2011 da Giorgio Calcaterra, atleta che ha vinto le ultime dieci edizioni. Il primato di presenze, invece, è di Walter Fagnani e Marco Gelli, La gara è intitolata al bandito Stefano Pelloni, un Robin Hood romagnolo che sezionava le sue vittime entrambi presenti a tutte le edizioni (tranne la prima). Forse proprio per il carattere mitico della corsa, la Cento chilometri del Passatore è anche una lunga festa. Negli anni ha assegnato diversi titoli italiani, europei e perfino mondiali (la quarantaquattresima assegnerà i titoli mondiali per classe), ma l’hanno affrontata anche studenti e insegnanti, famiglie, associazioni. E gli Scariolanti di Ravenna, gruppo che ricorda l’antico lavoro con la carriola e che, dopo la nascita alla gara del 1984, ha aperto le maratone di Roma, Montecarlo e New York. GIOCHI una e mille Dublino «From above. The most eminent bishop titular of Dubloonik to all his purtybusses in Dellabelliney». (Finnegans Wake, 432.19-21) Nel Finnegans Wake ogni personaggio è anche qualcos’altro, secondo un gioco simultaneo di incarnazioni oniriche e identità plurali. Nel secondo capitolo del libro III (incluso nell’OscarMondadori danoicurato,in uscitadopol’estate), ilpersonaggio di Shaun, attore, postino e gabbamondo in eterna lotta col fratello Shem, si tramuta in Jaun, una sorta di sacerdote viscido e dongiovannesco. CONTRASTO n Mentre siprepara arecitare il messale, Jaun enuncia consigli di continenza sessuale alle ventinove educande di una scuola, chesono anchei ventinovegiorni del febbraio bisestile 1882 (anno di nascita di Joyce) nonché le ventinove api accorse a ronzare intorno a un barile di birra scoperchiato (che sarebbe sempre Shaun/Jaun) alla deriva sul fiume Liffey. Questo predicatore ambiguo che alza il ditino per impartire «in stretta confidenza» regole di morale alle fanciulle in fiore rivela desideri sotterranei di potere e voluttà. Lo si nota fin dall’inizio della frase che lanciamo per la nostra sfida traduttiva: le paro- le di Shaun arrivano ab excelso, e lui si vede come un importante vescovo “in partibus” (infidelium). Ma (come sempre accade con Joyce) c’è qualcos’altro: l’espressione cela un accenno a “petit bourse”, chein gergo francese designa i genitali maschili, e inoltre a “pretty” e “buss” (voce arcaica per ‘bacio’). Le città immaginarie di Dubloonik e Dellabelliney sono in realtà metamorfosi di Dublino, con connotazioni ben precise (“loon”, ‘strano, eccentrico’, e “dell”, slang per ‘prostituta’). In tutta l’ultima opera di Joyce il nome di Dublino esplode in innumerevoli scintille semantiche, e non a caso Finnegans Wake è chiamato«il librodiDoublends Jined»: Jim di Dublino (ovvero lo stesso Joyce), “doubt land”(la terra del dubbio) e anche “double-ends joined”, a indicarne il carattere circolare e in-finito. Tra le traduzioni del passo wakeano proposto su pagina99 del 7 maggio 2016, segnaliamo quella di Luigi Marrozzini («er Senato e la Plebbaglia de li Quiriti in codazzo Riavanzanti») in cui il romanesco è un omaggio al fondamentale, quanto breve, periodo romano di Joyce, ma anche alla più antica versione dell’acronimo SPQR che si scioglieva in Senatus Populus Quirites Romani. Interessante anche la scelta di “codazzo” che mescola il riferimento “corporeo” al francese queue e al più riconoscibile significato dello stesso termine in inglese. Notevole anche la soluzione dell’ormai consolidato duo di traduttori Giuditta Mauri e Gian Paolo Guerini: «il Sennato e il Popolottolo acQuehodato da Recordare», in cui l’accento va sul connubio tra senno e recordo, un condotto acqueo popolato di sabbia e ciottoli. Per inviare le proposte scrivete alla redazione oppure via twitter a @fbpedone e @EnricoTerrinoni. Enrico Terrinoni Fabio Pedone