il trionfo dei nuovi moralisti, profeti della “religione” della dieta

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il trionfo dei nuovi moralisti, profeti della “religione” della dieta
Giornalista
e scrittore.
Cibo
Il trionfo dei nuovi moralisti,
profeti della “religione” della dieta
I
l professor Carlo Cannella non è, nel suo campo,
l’ultimo venuto. In effetti, è titolare della cattedra di
Scienza dell’Alimentazione presso la maggiore università italiana, La Sapienza di Roma. È stato, tra l’altro,
Segretario Generale della Società Italiana di Nutrizione Umana. Gli si può, dunque, dare ampio credito di
serietà anche in un suo libro divulgativo (I miti dell’alimentazione, edizioni Tea) che mi viene tra mano.
Rivela, dunque, il professor Cannella che «la cioccolata non fa venire i brufoli», così come non è responsabile di nessuno degli altri guai di cui la si accusa: semplicemente, ha molte calorie e, se mangiata in quantità
eccessiva, contribuisce a fare ingrassare. Spiega poi,
l’esperto, perché avessero ragione i vecchi, col loro
detto secondo il quale «il vino fa buon sangue»: in
effetti, ora sappiamo che nel nettare di Bacco è presente una sostanza che abbassa il livello di colesterolo nel
sangue e fluidifica la circolazione. E a tal punto, che,
proprio grazie ai bicchieri di rosso, la Francia, che
pure ha una alimentazione ricca di grassi al pari di
quella americana, ha una delle mortalità cardiache più
basse del mondo, mentre gli attacchi coronarici mietono strage negli Usa, che consumano pochissimo vino. E
che, anzi, nel secolo scorso giunsero addirittura alla
follia puritana di vietarlo. Anche qui, ovviamente,
l’avvertenza è il non superare una certa quantità di
vino e, in genere, di alcol che, tra altri effetti benefici,
se bevuto a pasto, ha anche quello di accelerare e
aiutare la digestione. Sembra, invece, che non ci siano
problemi neanche di quantità con il demonizzato caffè: «Bere caffè non fa male a nessuno», scrive il nostro
professore, pur di non superare le otto tazze al giorno.
Un numero, dunque, che mette al riparo praticamente
chiunque dallo sfondamento del limite. La nera bevanda non danneggia affatto il cuore, come per tanto
tempo ci hanno minacciato: «Il caffè non fa aumentare
il livello del colesterolo nel sangue e non comporta
alcun rischio per alcuna patologia cardiovascolare».
Anzi, pare che abbia un effetto protettore per alcuni
tumori. Ai tanti, poi, che predicano la superiorità del
pane nero (“integrale”, in lingua politically correct)
Cannella oppone addirittura quanto segue: «È paradossale che a mangiare integrale siano soprattutto i salutisti, perché togliere ai chicchi di grano il rivestimento
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esterno consente di allontanare tutto ciò che di dannoso vi si è depositato: inquinanti atmosferici portati
dalle piogge, pesticidi o magari radioattività». Insomma, ne conclude il professore: «Non aveva torto il contadino che per tanti secoli ha guardato con invidia la
tavola del padrone, con il suo bel pane bianco». Ancora, tra gli altri miti sfatati da Cannella: «Mangiare in
bianco non facilita la digestione, anzi l’ostacola»; «non
è affatto provato che la dieta vegetariana sia più salutare»; «i cibi light non aiutano a dimagrire»; «i buoni
salumi non sono più grassi di altri alimenti».
Si potrebbe continuare. Ma tanto basti a giustificare il
sospetto del docente romano: «Tante austere e compunte prediche sulla dannosità di ciò che può rendere la
vita più piacevole nascono da pregiudizi, il cui solo
scopo è creare sensi di colpa a chi fa uso di quegli alimenti gradevoli». Insomma, c’è sempre qualche moralista che deve fare il suo mestiere, altrimenti resterebbe
senza ruolo e senza status sociale. Col declino della
religione, ecco spuntare l’austerità laica, ancor più
inflessibile e lugubre; ecco i profeti delle diete; ecco i
predicatori del biologico, dell’integrale, del vegetariano;
ecco quei nuovi, severissimi sacerdoti del salutismo che
hanno sostituito la tonaca nera con il camice bianco del
medico e il calice della Messa con l’ampolla del prelievo di sangue, per test dai parametri sempre più restrittivi. Alla base della nuova religione secolare sta un dogma antico ma più che mai intoccabile: «Tutto ciò che
piace, tutto ciò che è gradevole è peccato, perché danneggia il bene supremo della forma fisica perfetta almeno sino ai novant’anni». In realtà non è così; almeno,
non è sempre così, come ogni tanto ha il coraggio di
rivelare qualche loro collega, medico egli pure ma,
grazie a Dio, “scorretto” rispetto ai nuovi comandamenti. Comandamenti che, a ben guardare, cercano di sostituire in forme di presunta razionalità la penitenza e le
mortificazioni insegnate dalla spiritualità religiosa.
Come ammonisce la storia, non si tenta di distruggere
una Chiesa se non per sostituirla con un’altra. E il contrario della religione non è la ragione ma la superstizione: anche se ha l’aspetto di “rigore scientifico”. In ogni
caso, qui, ancora una volta, si ha conferma della straordinaria liberazione portata dal Vangelo: il solo messaggio religioso, a ben guardare, che abolisca ogni interdetto alimentare. E il cui Maestro non solo insegna che
non è quello che entra nel corpo che contamina l’uomo,
ma è addirittura mandato a morte anche perché accusato dai moralisti del tempo di avere fama di «mangione e
l
bevitore». Che anche per questo sia ringraziato!
10
Ottobre 2002
B. MURIALDO
di Vittorio Messori
JESUS DOSSIER
ABC Un sillabario cristiano
Le sfide della pastorale in Italia
A partire da novembre, la Cei comincerà
a occuparsi in modo sistematico del nodo della
parrocchia in Italia. La crisi del clero
ma anche il profondo mutamento nello stile
di vita degli italiani spinge infatti a ripensare
una nobile “istituzione”, oggi un po’ arrugginita.
PARROCCHIA
futuro in cantiere
a cura di DARIO RIVAROSSA