deep-seated gravitational slope deformations in active tectonics
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deep-seated gravitational slope deformations in active tectonics
Geogr. Fis. Dinam. Quat. 33 (2010), 127-140, 10 figg. DOMENICO ARINGOLI (*), BERNARDINO GENTILI (**), MARCO MATERAZZI (*) & GILBERTO PAMBIANCHI (*) DEEP-SEATED GRAVITATIONAL SLOPE DEFORMATIONS IN ACTIVE TECTONICS AREAS OF THE UMBRIA-MARCHE APENNINE (CENTRAL ITALY) ABSTRACT: ARINGOLI D., GENTILI B., MATERAZZI M. & PAMBIANCHI G., Deep-seated gravitational slope deformations in active tectonics areas of the Umbria-Marche Apennine (Central Italy). (IT ISSN 0391-9838, 2010). The present work illustrates three cases of deep-seated gravitational slope deformation (DSGSD) in an active tectonic area in the UmbroMarchean Apennines. The area was affected by an intense seismic crisis that lasted eight months in 1997-98. The correct genetic attribution of the studied phenomena was possible only through the geomorphologic interpretation of numerous data acquired through geotechnical and geophysical surveys and instrumental monitoring. Two phenomena are found along the edge of the tectonic basin of Colfiorito, and the third is situated along the Chienti valley, at the foot of a wide versant on the left bank of the river. The studied phenomena involve the calcareous-marly and marly lithotypes of the «Umbria-Marche Sequence», affected by relevant tectonic dislocations: thrusts and normal and reverse faults. The epicentres of major earthquakes were aligned along the direct and reverse faults which are considered «capable». KEY WORDS: Deep-seated gravitational slope deformation; Geomorphology; Monitoring; Active tectonics; Central Apennines. RIASSUNTO: ARINGOLI D., GENTILI B., MATERAZZI M. & PAMBIANCHI G., Deformazioni gravitative profonde di versante in un settore a tettonica attiva dell’Appennino umbro-marchigiano (Italia centrale). (IT ISSN 03919838, 2010). Vengono illustrati nel presente lavoro alcuni casi di deformazione gravitativa profonda di versante (DGPV) in un settore tettonicamente attivo dell’Appennino umbro-marchigiano interessato di recente (1997-98) da un’intensa crisi sismica. La corretta attribuzione genetica dei fenomeni studiati è stata possibile attraverso l’interpretazione geomorfologica di numerosi dati acquisiti mediante indagini geologico-tecniche, geofisiche e monitoraggi strumentali. Il presente studio illustra tre fenomeni di DGPV ubicati sui versanti dell’Appennino umbro-marchigiano: Monte Pennino, (*) Scuola di Scienze Ambientali, Università degli Studi di Camerino, Via Gentile III da Varano - 62032 Camerino Italy. Corresponding Author: [email protected] Ph: +39-737-402616 Fax: +39-737-402644. (**) Scuola di Architettura e Design «E. Vittoria», Università degli Studi di Camerino, Viale della Rimembranza - 63100 Ascoli Piceno. Costa e Borgiano. I primi due casi sono posti rispettivamente sui bordi settentrionale ed orientale della conca tettonica di Colfiorito; mentre Borgiano è situato al piede del versante sinistro della valle del fiume Chienti. I fenomeni coinvolgono i litotipi calcareo-marnosi e marnosi della successione sedimentaria umbro-marchigiana, interessati da importanti dislocazioni tettoniche: sovrascorrimenti, faglie inverse e dirette; lungo quest’ultime, considerate «capaci», sono allineati gli epicentri dei recenti terremoti. Il rilievo di Monte Pennino (1571 m s.l.m.) è costituito da un alto strutturale di Calcare massiccio, in facies di piattaforma carbonatica, a cui seguono sedimenti prevalentemente calcarei e marnosi di mare via via più profondo. L’assetto di queste ultime formazioni risulta predisponente a fenomenologie gravitative. Il settore sud-occidentale del rilievo è caratterizzato da un esteso versante strutturale, dove terreni rigidi (Scaglia rosata) risultano sovrapposti a litologie più duttili (Marne a Fucoidi basali) dando origine a fenomeni di tipo block-slide con evidenze geomorfologiche di un versante convesso interessato localmente da diverse fratture di trazione e da una trincea superiore che ne testimoniano l’attività. Ulteriori ricerche sono state estese nell’area sommitale del rilievo dove misure satellitari relative ad un caposaldo IGM hanno dato anomalie rispetto ai modelli deformativi elaborati che configurano spostamenti generali verso la depressione tettonica. Qui sono state evidenziati elementi litostratigrafico-strutturali ed elementi geomorfologici tali da giustificare una possibile deformazione gravitativa profonda del settore sommitale, congruente con quanto rilevato dalle misure satellitari. Il possibile livello di deformazione duttile è stato riconosciuto nella facies marnosa dei Calcari nodulari del Bugarone, con il coinvolgimento della massa rigida superiore costituita dai calcari micritici della Maiolica. L’evidenza geomorfologica principale è rappresentata da una trincea sommitale che provoca lo sdoppiamento di cresta, probabilmente impostata lungo le discontinuità tettoniche circa N-S. La trincea si presenta non molto profonda, dai margini smussati, con all’interno fratture di trazione e prosegue lungo versante meridionale consentendo l’impostazione di una vallecola di forma arcuata che si chiude bruscamente in corrispondenza dai Calcari nodulari del Bugarone. Nell’area di Costa, settore sud-orientale della conca di Colfiorito, si individua una morfologia convessa che interrompe vistosamente la regolarità del versante di faglia. Numerose in questo settore sono le evidenze geomorfologiche riconducibili ad un fenomeno gravitativo esteso e complesso, tuttavia, per l’interpretazione dello stesso, sono state di fondamentale importanza alcune indagini geofisiche che hanno consentito di avallare detta ipotesi. In quest’area, dove è situato uno dei maggiori epicentri della sequenza sismica del 1997-1998, si sono verificati evidenti effetti co-sismici di superficie, quali fratture beanti e gradini. Le evidenze geomorfologiche, indizi di attività gravitativa, sono rappresentate in que- 127