comunicato incontro soppressione istituti penitenziari ed

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comunicato incontro soppressione istituti penitenziari ed
COMUNICATO INCONTRO SOPPRESSIONE ISTITUTI PENITENZIARI ED IMPIEGO DEL PERSONALE
Si è svolta, in data 18.02.2016, presso il DAP, alla presenza del Capo DAP, Vice Capo Dipartimento e
Direttore Generale del Personale una riunione definita interlocutoria, quindi priva della natura negoziale,
avente come oggetto: la soppressione degli istituti penitenziari ed impiego del personale.
Il Capo del Dipartimento ha voluto indire questo incontro interlocutorio al fine di acquisire pareri
preliminari che verrebbero utilizzati per un piano di intesa, da utilizzare nel caso in cui l’Amministrazione
avvii procedure di soppressione sedi Penitenziarie. Quindi criteri per la mobilità del personale.
Santi Consolo ha comunicato che il giorno precedente ha già avuto un incontro, sullo stesso tema, con il
Comparto Ministeri, dal quale è scaturito un accordo, del quale si è chiesto il testo.
Il Capo Dap, ha chiaramente detto che non vi sono altre chiusure di istituti, ha inoltre dichiarato che è
intenzione dell’Amministrazione orientarsi su percorsi agevolati con parametri guida al fine di conciliare
interessi bilaterali tra A.P. e Personale.
In via indicativa viene espressa la possibilità di adire ad una mobilità in ambito Regionale intesa come
confini Provveditoriali, quindi locali, provinciali, regionali. Il tutto recependo le richieste del personale.
Così come prevede il D. M. del 2012 al personale delle sedi sopresse compete un punteggio aggiuntivo di
4 punti.
Quindi riepilogando, l’impegno preliminare dell’Amministrazione è quello che la contrattazione dovrà
avvenire in ambito Provveditoriale seguendo criteri e regole stabilite in ambito Nazionale, ancora da
stabilirsi.
Il Capo DAP ha poi esposto le sue perplessità circa le chiusure degli istituti; qui ha confermato la sua
ferma opposizione anche per un motivo di logica collegato ai soliti numeri: oggi la popolazione detenuta
è scesa attestandosi intorno alle 54.000 unità a fronte di una capienza di circa 50.000 posti; il rapporto
capienza/presenza proviene dai parametri stabiliti dal D.: del 1975 adottato per le abitazioni civili, per gli
istituti i parametri sono di 6 metri per il 1° detenuto al quale si aggiungono 4 metri per ogni ulteriore
detenuto oltre al 1°.
Quindi se, oggi, si dovessero chiudere alcune carceri salterebbe quel rapporto numerico
presenze/capienze già oggi al limite.
Il Sappe, sul punto ha fatto il suo intervento osservando che quanto riferito dal Capo DAP nella realtà
non si è verificato, ne è la testimonianza la chiusura di Sala Consilina e Savona, avvenute senza alcuna
comunicazione alle OO.SS e senza prevedere le ripercussioni che, oggi, si verificano sul territorio.
E’ chiaro che la mobilità del personale è vincolata alla contrattazione, ma proprio per questo bisogna
incontrarsi prima della chiusura di un istituto. Il Sappe ha chiesto di conoscere il progetto della
Amministrazione sulla chiusura carceri ossia quale criteri adotta l’amministrazione per decretarne la
chiusura. Il tema è importante perché coinvolge la vita sociale e professionale del Poliziotto che, così,
subisce una decisione senza esserne partecipe.
Il caso Savona, invece, afferma il Sappe, è ancora più strano perché si dovrebbe andare a contrattare la
mobilità del personale non per una sede chiusa temporaneamente ma, bensì soppressa. Quindi si
tratterrebbe, non di assegnazione temporanea ma di trasferimento, quindi vera e propria mobilità.
Perché questa mobilità deve essere limitata solo in ambito regionale invece che Nazionale ?? Inoltre
proprio prendendo ad esempio Savona, l’incongruenza con quanto dichiarato dall’Amministrazione si
palesa nel fatto che per Savona è prevista la costruzione del nuovo carcere, quindi la logica o le
richiamate regole del buon senso da parte del Capo DAP, male si coniugano con i fatti; non aveva senso
chiudere con urgenza Savona prima dell’edificazione del nuovo istituto, questo avrebbe consentito che il
personale mantenesse la propria sede. L’ideale sarebbe che l’Amministrazione mantenga operativa
anche in maniera limitata, la Casa Circondariale di Savona in attesa dell’edificazione del nuovo istituto.
Così verrebbe salvaguardata l’esigenza del personale.
Su quanto dichiarato dal Capo del Dipartimento Santi Consolo afferente la situazione numerica attuale
degli Istituti penitenziari il Sappe nutre timori allorquando la presenza dei detenuti dovesse raggiungere
l’esatta capacità ricettiva degli istituti. In tal caso cosa succederà, verranno quindi soppressi alcuni
istituti? Nel frattempo l’edilizia penitenziaria continuerà con i progetti di costruzione di nuove carceri o
padiglioni?
Il caso Savona serva quindi da esempio per il futuro.