Pianificazione del territorio e rischio tecnologico
Transcript
Pianificazione del territorio e rischio tecnologico
U.O. RISCHI INDUSTRIALI Seminario “DM 9 maggio 2001: Pianificazione del territorio e rischio tecnologico” 28 Gennaio 2005 – Varese Sala Convegni Villa Recalcati P.zza Libertà, 1 Walter Restani U.O. RISCHI INDUSTRIALI PERCORSO NORMATIVO SUI RISCHI INCIDENTI RILEVANTI RISCHI DI INCIDENTI RILEVANTI (RIR) Direttiva CEE n. 82/501 relativa ai rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali. “SEVESO I” DPR 175/88 DPR 175/88 Direttiva 96/82/CE Attuazione Dir. CEE n. 82/501 relativa ai Attuazione Dir. CEE n. 82/501 relativa ai rischi di incidenti rilevanti connessi con rischi di incidenti rilevanti connessi con determinate attività industriali. determinate attività industriali. DPCM 31 DPCM 31MARZO MARZO1989 1989 Applicazione art. 12 DPR 175/88 Applicazione art. 12 DPR 175/88 “ANALISI “ANALISIDEI DEIRISCHI” RISCHI” controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose. “SEVESO II” Legge Legge137/97 137/97 Direttiva 2003/105/CE del 16 dicembre 2003 Modifica la Direttiva 96/82/CE Sanatoria dei D.L. recanti modifiche al Sanatoria dei D.L. recanti modifiche al DPR 175/88 DPR 175/88 “SCHEDA “SCHEDADI DI INFORMAZIONE per i INFORMAZIONE per i cittadini cittadinied edi ilavoratori” lavoratori” DM DMAmbiente Ambiente16/03/98 16/03/98 “Informazione, formazione “Informazione, formazione addestramento lavoratori in addestramento lavoratori in situ” situ” “SEVESO III” DLgs 334/99 DLgs 334/99 Attuazione Dir. 96/82/CE Dir. 96/82/CE controlloAttuazione dei pericoli di incidenti rilevanti controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze connessi con determinate sostanze pericolose. pericolose. Decreto 9/05/01 Decreto 9/05/01 “Pianificazione urbanistica e territoriale” “Pianificazione urbanistica e territoriale” Requisiti minimi di sicurezza in materia di Requisiti minimi di sicurezza in materia di Decreto 9/08/2000 Decreto 9/08/2000 “LINEE “LINEEGUIDA GUIDASGS” SGS” Legge Regionale Legge Regionale 23 23novembre novembre2001 2001n.n.19 19 Norme in materia di attività a Norme in materia di attività a rischio di incidenti rilevanti rischio di incidenti rilevanti DM Ambiente 9/08/2000 DM Ambiente 9/08/2000 “AGGRAVIO 2 “AGGRAVIODI DIRISCHIO” RISCHIO” U.O. RISCHI INDUSTRIALI Principali PrincipaliNorme Normeregionali regionaliconcernenti concernentiiiRischi Rischidi diIncidente IncidenteRilevante Rilevante D.g.r. D.g.r.15 15settembre settembre 2003 2003-- n. n.7/14259 7/14259 D.g.r. D.g.r.22ottobre ottobre 2003 2003––n. n.16238 16238 ""Costituzione Costituzionedel del Comitato Comitato Valutazione ValutazioneRischi Rischi (CVR) (CVR)aiaisensi sensidella della l.r. l.r.23 23novembre novembre 2001, 2001,n. n.19" 19" LR LR23 23novembre novembre 2001 2001--n. n.19 19 “Norme “Normeininmateria materiadidi attività attivitàaarischio rischiodidi incidenti incidentirilevanti" rilevanti" “PRESA “PRESAD'ATTO D'ATTOdella della sottoscrizione in data sottoscrizione in data22 22 luglio 2003 luglio 2003 dell'ACCORDO dell'ACCORDODI DI PROGRAMMA PROGRAMMATRA TRALO LO STATO E LA REGIONE STATO E LA REGIONE Lombardia, Lombardia,previsto previsto all'articolo 72 del all'articolo 72 deldecreto decreto legislativo 112/1998 legislativo 112/1998aiai fini finidel deltrasferimento trasferimentoalla alla medesima medesimaRegione Regione Lombardia delle Lombardia dellefunzioni funzioni ininmateria di incidenti materia di incidenti rilevanti" rilevanti" 2 U.O. RISCHI INDUSTRIALI • D.g.r. 5 dicembre 2003 - n. 7/15496 "Direttiva Grandi Rischi: linee guida per la gestione delle emergenze chimico-industriali (ai sensi l.r. 1/2000, art. 3, comma 131)" (pubblicato sul BURL Serie Ordinaria N. 52 - del 22 dicembre 2003); • Modifiche alla Legge regionale 23 novembre 2001 - n. 19 "Norme in materia di attività a rischio di incidenti rilevanti" (pubblicato sul BURL 1° Suppl. Ordinario al N. 13 - del 26 marzo 2004); • d.g.r. 23 luglio 2004 - n. 7/18360 "Criteri e modalità per l'attuazione del conferimento alle province delle funzioni amministrative inerenti al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (Legge regionale 23 novembre 2001, n. 19)" (pubblicato sul BURL Serie Ordinaria N. 33 - del 09 agosto 2004); U.O. RISCHI INDUSTRIALI • Testo coordinato della d.g.r. 23 luglio 2004 - n. 7/18360 "Criteri e modalità per l'attuazione del conferimento alle province delle funzioni amministrative inerenti al controllo dei pericoli di incidenti rilevanti connessi con determinate sostanze pericolose (Legge regionale 23 novembre 2001, n. 19) integrato dalla d.g.r. n. 19115 del 22 ottobre 2004" (pubblicata sul BURL Serie Ordinaria N. 45 - del 2 novembre 2004); • D.g.r 10 dicembre 2004 – 7/19794 "Linee guida per la predisposizione dell’Elaborato tecnico Rischio di Incidenti Rilevanti (ERIR) nei Comuni con stabilimenti a rischio di incidenti rilevanti” (pubblicata sul BURL 6° Supplemento Straordinario al n. 52 – del 24 dicembre 2004); •Deliberazione n° VII/19820 seduta del 10 dicembre 2004 Presa d’atto della comunicazione dell’Assessore Nicoli Cristiani avente ad oggetto: “Attività di controllo della Regione in merito al rispetto della normativa in materia di attività a rischio di incidenti rilevanti (D.Lgs. 334/99 e l.r. 19/01) U.O. RISCHI INDUSTRIALI DECRETO 9 maggio 2001 Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante U.O. RISCHI INDUSTRIALI Art. 1 Ambito di applicazione Il DM attua il disposto dell’art. 14 del D.Lgs. 334/99 e stabilisce requisiti minimi in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti soggetti agli obblighi di cui all’art. 6, 7 e 8 del D.Lgs. 334/99, con riferimento alla destinazione ed all’utilizzazione dei suoli, al fine di prevenire gli incidenti rilevanti connessi a determinate sostanze pericolose e a limitarne le conseguenze per l’uomo e per l’ambiente e in relazione alla necessità di mantenere opportune distanze di sicurezza tra gli stabilimenti e le zone residenziali. U.O. RISCHI INDUSTRIALI QUALI SONO LE ATTIVITA’ INTERESSATE ? • Insediamenti di stabilimenti nuovi; • Modifiche di stabilimenti esistenti; • Nuovi insediamenti ed infrastrutture,attorno agli stabilimenti esistenti quali vie di comunicazione, zone residenziali, luoghi frequentati dal pubblico che possano aggravare il rischio o le conseguenze di un incidente rilevante U.O. RISCHI INDUSTRIALI Principi di riferimento Una guida al comportamento può derivare dai seguenti principi generali: - Un’azienda esistente ed in regola con la legge, ha diritto di continuare ad operare nel contesto in cui è ubicata, senza oneri aggiunti impropri (la pianificazione del territorio deve tener conto della sua esistenza ed adeguarsi ad essa), - Nessuna nuova azienda o modifica di azienda esistente, può imporre limitazioni d’uso al territorio circostante, rispetto a quelle decise dalle Amministrazioni competenti (la pianificazione del territorio è responsabilità delle Amministrazioni pubbliche e non delle aziende). U.O. RISCHI INDUSTRIALI Tutti i comuni in cui sono presenti stabilimenti a rischio RIR (ai sensi del D.Lgs. 334/99 artt. 6 e 8) provvedano ad una verifica della adeguatezza dei vigenti strumenti urbanistici ed alla loro loro eventuale variante. Questa verifica avviene attraverso la predisposizione ed adozione di un Elaborato Tecnico denominato ERIR (Elaborato Rischi Incidenti Rilevanti) che identifica le destinazioni d’uso del territorio compatibili con la presenza degli stabilimenti a rischio. U.O. RISCHI INDUSTRIALI ELABORATO TECNICO “ERIR” L’elaborato tecnico RIR ha lo scopo di fornire una maggiore leggibilità e più chiara definizione dei problemi, delle valutazioni, delle prescrizioni cartografiche, per la regolamentazione delle Aree a Rischio. Esso potrà essere utilizzato nelle procedure di consultazione della popolazione di cui all’art. 23 del D.Lgs. 334/99. U.O. RISCHI INDUSTRIALI Deve contenere: ¾ informazioni fornite dal Gestore (punto 7.1); ¾ Individuazione e rappresentazione su base cartografica tecnica e catastale aggiornata degli elementi territoriali ed ambientali vulnerabili; ¾ rappresentazione cartografica dell’inviluppo delle aree di danno per ciascuna classe di probabilità; ¾ individuazione e disciplina delle aree sottoposte a specifica regolamentazione; ¾ gli eventuali pareri delle Autorità competenti, fra cui quelle del Comitato Tecnico Regionale (CTR o CVR); U.O. RISCHI INDUSTRIALI ¾ le eventuali misure che possono essere adottate, la creazione di infrastrutture e opere di protezione, la pianificazione della viabilità, i criteri progettuali per le opere specifiche, nonché gli elementi di correlazione con gli strumenti di pianificazione dell’emergenza e Protezione Civile. Programma Integrato di Intervento L’Elaborato RIR deve contenere anche una analisi socio-economica per la verifica di fattibilità tecnica ed amministrativa degli interventi previsti al fine di individuare le soluzioni possibili nelle situazioni di maggior complessità. DM 9/05/2001 (Art. 14 D.Lgs. 334/99) Requisiti minimi di sicurezza per la pianificazione urbanistica e territoriale REGIONI REGIONI Disciplinano le proprie norme ed Disciplinano norme ed assicuranoleil proprie necessario assicurano il necessario coordinamento coordinamento Si applica a: Insediamenti di stabilimenti nuovi; Si applica a: Insediamenti di stabilimenti nuovi; Modifiche di stabilimenti esistenti; Modifiche di stabilimenti esistenti; attorno agli stabilimenti esistenti soggetti a Notifica Nuovi insediamenti ed infrastrutture, Nuovi insediamenti ed infrastrutture, attorno agli stabilimenti esistenti soggetti a Notifica Stabilimenti soggetti a Notifica ai sensi dell’art. 6 D.Lgs. 334/99 (Classe A2) Stabilimenti soggetti a Notifica ai sensi dell’art. 6 D.Lgs. 334/99 (Classe A2) Stabilimenti soggetti a Notifica ai sensi dell’art. 8 D.Lgs. 334/99 (Classe A1) Stabilimenti soggetti a Notifica ai sensi dell’art. 8 D.Lgs. 334/99 (Classe A1) GESTORE GESTORE Fornisce le informazioni sulle aree interessate da incidenti rilevanti Fornisce le informazioni sulle aree interessate da incidenti rilevanti GESTORE Fornisce le informazioni sulle GESTORE aree interessate da incidenti rilevanti Fornisce le informazioni sulle aree interessate da incidenti rilevanti Invia la Scheda di informazione al pubblico (Allegato V) Invia la Scheda di informazione al pubblico (Allegato V) Invia la Scheda di informazione al pubblico (Allegato V) Invia la Scheda di informazione al pubblico (Allegato V) Fornisce alla Prefettura le Informazioni per il Piano di Emergenza Esterno Fornisce alla Prefettura le Informazioni (art. 20)per il Piano di Emergenza Esterno (art. 20) COMITATO CTR COMITATO Le aree di danno sono individuateCTR in sede di Istruttoria Le aree di danno sono individuate in sede di Istruttoria La PREFETTURA elabora il Piano di Emergenza Esterno, i cui elementi La PREFETTURA elabora a il definire Piano dileEmergenza Esterno, i cui elementi concorrono Aree a Rischio concorrono a definire le Aree a Rischio APAT, ISPESL, ISS, VVF favoriscono la raccolta e la APAT, ISPESL, diffusione ISS, VVF favoriscono la raccolta e la dei dati diffusione dei dati Allegato al DM 9/05/2001 – Allegato al DM nell’Elaborato 9/05/2001 – Territoriale RIR Definisce le informazioni da includere Definisce le informazioni da includere nell’Elaborato Territoriale RIR In attesa dell’adeguamento dello strumento In attesavale dell’adeguamento dello strumento urbanistico, il parere del COMITATO (CTR) urbanistico,(art. vale21 il parere COMITATO (CTR) D.Lgs. del 334/99) (art. 21 D.Lgs. 334/99) La PROVINCIA e le CITTA’ METROPOLITANE individuano le Aree a Rischio, La ilPROVINCIA le CITTA’ METROPOLITANE individuano le Aree a Rischio, con concorso deie COMUNI, interessati e predispongono il Piano Territoriale condiilCoordinamento, concorso dei COMUNI, interessati e predispongono il Piano Territoriale tenendo conto anche dei Rischi naturali (Piano di di Coordinamento, tenendo conto anche Protezione Civile) dei Rischi naturali (Piano di Protezione Civile) Le AUTORITA’ COMPETENTI adeguano ed elaborano lo Strumento Le AUTORITA’ COMPETENTI adeguano ed elaborano lo Strumento urbanistico, tenendo conto delle Aree a Rischio e delle informazioni urbanistico, tenendo conto delle Aree di a Rischio e Rilevante delle informazioni incluse nell’Elaborato Tecnico a Rischio Incidente (RIR) e incluse nell’Elaborato a Rischio di Incidente Rilevante (RIR) e ne danno informazioneTecnico ai soggetti interessati dagli incidenti rilevanti ne danno informazione ai soggetti interessati dagli incidenti rilevanti Rilascio di concessioni ed Autorizzazioni in Rilascio concessioni ed Autorizzazioni accordodicon quanto esistente o previsto in accordo con quanto esistente o previsto Predisposizione di un Piano di integrato di intervento Predisposizione unrischio Piano di intervento per la riduzione di del conintegrato Gestore di e Soggetti per la riduzione rischiointeressati con Gestore e Soggetti privati del e pubblici privati e pubblici interessati U.O. RISCHI INDUSTRIALI I criteri di giudizio di compatibilità territoriale vanno espressi in funzione: ¾ Livelli di danno; ¾ categorizzazione del territorio; ¾classe di probabilità degli eventi. U.O. RISCHI INDUSTRIALI Tabella 2 - Valori di soglia Scenario incidentale Elevata letalità Inizio letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili 1 2 3 4 Danni alle strutture/Effetti domino 5 Incendio (radiazione termica stazionaria) 12,5 kW/m2 7 kW/m2 5 kW/m2 3 kW/m2 12,5 kW/m2 BLEVE/Fireball (radiazione termica variabile) Flash-fire (radiazione termica istantanea) Raggio fireball 350 kJ/m2 200 kJ/m2 125 kJ/m2 200-800 m (*) LFL 1/2 LFL VCE (sovrapressione di picco) 0,3 bar (0,6 spazi aperti) 0,14 bar 0,07 bar 0,03 bar 0,3 bar Rilascio tossico (dose assorbita) LC50 (30min,hmn) (*) secondo la tipologia del serbatoio IDLH U.O. RISCHI INDUSTRIALI TABELLA 1 - Categorie territoriali CATEGORIA A 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia superiore a 4,5 m3/m2. 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (oltre 25 posti letto o 100 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (oltre 500 persone presenti). U.O. RISCHI INDUSTRIALI CATEGORIA B 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 4,5 e 1,5 m3/m2. 2. Luoghi di concentrazione di persone con limitata capacità di mobilità - ad esempio ospedali, case di cura, ospizi, asili, scuole inferiori, ecc. (fino a 25 posti letto o 100 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante all'aperto - ad esempio mercati stabili o altre destinazioni commerciali, ecc. (fino a 500 persone presenti). 4. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (oltre 500 persone presenti). 5. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio - ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (oltre 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, oltre 1000 al chiuso). 6. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri superiore a 1000 persone/giorno). U.O. RISCHI INDUSTRIALI CATEGORIA C 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1,5 e 1 m3/m2. 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante al chiuso - ad esempio centri commerciali, terziari e direzionali, per servizi, strutture ricettive, scuole superiori, università, ecc. (fino a 500 persone presenti). 3. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante con limitati periodi di esposizione al rischio - ad esempio luoghi di pubblico spettacolo, destinati ad attività ricreative, sportive, culturali, religiose, ecc. (fino a 100 persone presenti se si tratta di luogo all'aperto, fino a 1000 al chiuso; di qualunque dimensione se la frequentazione è al massimo settimanale). 4. Stazioni ferroviarie ed altri nodi di trasporto (movimento passeggeri fino a 1000 persone/giorno). U.O. RISCHI INDUSTRIALI CATEGORIA D 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia compreso tra 1 e 0,5 m3/m2. 2. Luoghi soggetti ad affollamento rilevante, con frequentazione al massimo mensile - ad esempio fiere, mercatini o altri eventi periodici, cimiteri, ecc.. CATEGORIA E 1. Aree con destinazione prevalentemente residenziale, per le quali l'indice fondiario di edificazione sia inferiore a 0,5 m3/m2. 2. Insediamenti industriali, artigianali, agricoli, e zootecnici. CATEGORIA F 1. Area entro i confini dello stabilimento. 2. Area limitrofa allo stabilimento, entro la quale non sono presenti manufatti o strutture in cui sia prevista l'ordinaria presenza di gruppi di persone. U.O. RISCHI INDUSTRIALI 6.2.2. Aree di danno Il gestore deve indicare: per ognuna delle ipotesi incidentali significative individuate, la classe di probabilità degli eventi secondo la suddivisione indicata nelle tabelle 3a e 3b. U.O. RISCHI INDUSTRIALI 6.3.1. Compatibilità territoriale Tabella 3a - Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti Classe di probabilità degli eventi Categoria degli effetti Elevata letalità Inizio Letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili < 10-6 DEF CDEF BCDEF ABCDEF 10-4 -10-6 EF DEF CDEF BCDEF 10-3 -10-4 F EF DEF CDEF >10-3 F F EF DEF U.O. RISCHI INDUSTRIALI Tabella 3b- Categorie territoriali compatibili con gli stabilimenti (per il rilascio di concessioni e autorizzazioni edilizie in assenza di variante urbanistica) Classe di probabilità degli eventi Categoria degli effetti Elevata letalità Inizio Letalità Lesioni irreversibili Lesioni reversibili < 10-6 EF DEF CDEF BCDEF 10-4 -10-6 F EF DEF CDEF 10-3 -10-4 F F EF DEF >10-3 F F F EF U.O. RISCHI INDUSTRIALI 6.3.2. Depositi di GPL e depositi di liquidi infiammabili e/o tossici Nel caso di depositi di GPL e depositi di liquidi infiammabili e/o tossici soggetti all'articolo 8 del D.Lgs. n. 334 ci si avvale dei criteri di valutazione della compatibilità territoriale definiti nell'ambito della normativa vigente e delle eventuali successive modifiche4. 4 - Decreto Ministero dell'Ambiente 15 maggio 1996, "Criteri di analisi e valutazione dei rapporti di sicurezza relativi ai depositi di gas e petrolio liquefatto G.P.L.”, pubblicato nel S.O. n. 113 alla Gazzetta Ufficiale n. 159 del 9 luglio 1996. Decreto Ministero dell'Ambiente 20 ottobre 1998, "Criteri di analisi e valutazione dei rapporti sicurezza relativi ai depositi di liquidi facilmente infiammabili e/o tossici”, pubblicato nel S.O. n. 188 alla Gazzetta Ufficiale n. 262 del 9 novembre 1998