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La sostenibilità nella storia di Carlsberg
La rivoluzione del nuovo sistema di spillatura con fusto in PET realizzata da
Carlsberg Italia rappresenta il punto di partenza di un nuovo modo di bere
birra all’insegna della qualità e della freschezza.
Al contempo è una svolta decisiva nel percorso di sviluppo sostenibile
intrapreso da Carlsberg sin dalla sua fondazione. Carlsberg ha dimostrato,
infatti, dalle origini della sua storia, di avere una visione ben chiara e radicata di
sviluppo sostenibile, operando in quest’ambito ben prima che temi come la
responsabilità sociale o la green economy fossero teorizzati.
Il modello imprenditoriale di Carlsberg è stato innovativo e responsabile sin
dalle origini: “un’azienda oggi può perseguire una crescita sostenibile a partire
dalle sue basi, dove la ricerca, in tutte le sue espressioni, gioca un ruolo
fondamentale nel processo di sviluppo e innovazione. L’intento di Carlsberg è
perseguire la sostenibilità in ogni passaggio della catena del valore, dalla logistica
alla produzione: per noi è un percorso già iniziato e continuamente in corso” ha
dichiarato Alberto Frausin, A.D. Carlsberg Italia.
Un importante riconoscimento dell’impegno costante nella sostenibilità è arrivato
anche di recente, lo scorso ottobre, quando Carlsberg Italia ha firmato l'accordo
volontario con il Ministero dell'Ambiente per definire uno standard per la
misurazione delle performance ambientali. Con questo accordo, l’azienda è stata
riconosciuta come il punto di riferimento per la sostenibilità ambientale nel settore
birrario.
Dall’anima al corpo, ogni elemento dell’azienda parla di sostenibilità. Anche lo
stabilimento di Induno Olona, sede del Birrificio Angelo Poretti e stabilimento
produttivo in Italia, ne è il perfetto esempio. La scelta stessa del luogo in cui far
nascere la fabbrica non fu infatti casuale: per la produzione della sua birra,
Angelo Poretti voleva utilizzare esclusivamente la purissima acqua della
Valganna che ancora oggi costituisce uno dei ‘segreti’ delle birre che nascono
nello stabilimento di Induno Olona.
L’efficienza e la sostenibilità dello stabilimento, che tra gli anni ’10 e ’20 del
secolo scorso ha visto la realizzazione di lavori di ampliamento e ristrutturazione
che si estendevano dall’attuale sede sino alla torre dell’acqua, sono note ancora
oggi. La certificazione ISO 14001 che lo stabilimento detiene, infatti, definisce la
politica ambientale dell’azienda volta a prevenire l’inquinamento, minimizzare gli
effetti sull’ambiente legati ai processi produttivi e ottimizzare l’utilizzo delle
risorse naturali.
Carlsberg in quest’ottica è intervenuta agendo nelle diverse fasi del processo
produttivo, all’interno del quale il riscaldamento ed il raffreddamento del
prodotto sono i momenti che comportano il maggiore dispendio di energia.
Anche nell’ottica di ottimizzazione energetica, Carlsberg ha realizzato vari
interventi utili a migliorare le performance degli impianti e grande attenzione
è stata concentrata sui due impianti che producono il caldo e il freddo. Nella
centrale termica le caldaie sono state rese più efficienti riducendo la dispersione
termica e quindi il consumo di combustibile; nella centrale frigorifera è stato
migliorato il ciclo del freddo riducendo il consumo di energia elettrica.
La nuova sala di cottura inoltre è stata dotata di un moderno sistema per il
recupero del calore durante la fase di bollitura che consente un sostanziale
risparmio di energia ed immissione di vapore in atmosfera.
Per quanto riguarda la fase di imbottigliamento e confezionamento, lo snodo
decisivo è invece rappresentato dall’efficienza dei macchinari per cui risulta
fondamentale il controllo costante dei consumi. L’installazione di nuovi
contatori delle utilities (energia elettrica, vapore, acqua e anidride carbonica)
assicura un controllo costante e continuo e permette interventi migliorativi
immediati ed efficaci. Un ruolo importante l’ha avuto inoltre l’installazione del
sistema di controllo dell’efficienza produttiva in linea.
Il progetto della nuova linea di confezionamento si è basato sul concetto LEAN
Manufacturing che consente massima flessibilità e riduzione dei tempi di cambi
formato.
Grazie all’insieme di questi interventi, negli ultimi anni le emissioni di CO2 sono
state ridotte del 25%, mentre l’impiego di acqua, energia e riscaldamento
si è ridotto del 20%.
Da un punto di vista più strettamente legato al prodotto, nella recente storia di
Carlsberg, un’importante innovazione nello sviluppo delle metodologie
produttive è stata segnata dal nuovo orzo Null-Lox. Una scoperta d’indubbio
impatto su tutto il settore: partendo dall’individuazione nel 1883 della prima
cellula pura di lievito, il Saccharomyces carlsbergensis, il Carlsberg
Research Centre ha studiato in modo continuo come perfezionare il prodotto
birra, partendo dalle materie prime, fino a giungere a produrre il Null-Lox, che è
in grado di garantire alla birra un gusto perfetto e più stabile nel tempo.
Il nuovo orzo non OGM – a oggi utilizzato esclusivamente nei prodotti Carlsberg
- è frutto di una ricerca decennale e presenta molteplici vantaggi: permette di
ottenere un prodotto più fresco, più gradevole, con una schiuma migliore,
che si conserva più a lungo, che viene coltivato con un ridotto impiego di
fertilizzanti e che richiede meno calore nella fase di maltazione.
Il percorso sostenibile di Carlsberg ha avuto una svolta fondamentale nel 2010
con la ricerca che Carlsberg Italia ha intrapreso con IEFE - Istituto di Economia e
Politica dell'Energia e dell'Ambiente dell’Università Bocconi - un percorso di
analisi del ciclo di vita delle birre Carlsberg e Tuborg con l’obiettivo di
valutarne gli impatti ambientali associati agli scenari di produzione,
confezionamento e distribuzione tramite fusti tradizionali in acciaio, fusti in
PET e bottiglie in vetro.
Questa analisi ha portato all’ottenimento, nel gennaio 2011, della prima
Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD – Environmental Product
Declaration) di una birra. L’EPD è uno strumento di comunicazione delle
performance ambientali di un prodotto, basato sulla metodologia LCA che
consente un confronto con altri prodotti equivalenti.
Dallo studio effettuato emerge che la soluzione basata sull’impiego
dell’innovativo fusto in PET è vincente sotto il profilo ambientale per i seguenti
motivi:
1.
la spillatura avviene tramite l’applicazione di una pressione di aria
esternamente al fusto, a differenza della classica spillatura tramite bombole
di CO2, il che riduce drasticamente la carbon footprint del prodotto;
2.
migliora la qualità del prodotto, che non viene in contatto con CO2
esterna durante la spillatura;
3.
si allunga la vita utile del prodotto, sia in magazzino che a fusto
aperto, riducendo in questo modo gli sprechi;
4.
il peso della materia prima utilizzata per il fusto è ridotto al minimo
(poco più di 200 g di PET per un fusto da 20 litri, rispetto agli 8 kg di acciaio
di un fusto tradizionale da 25 litri e ai 200 g di vetro per una bottiglia da 33cl
generalmente distribuita in confezioni da 24 bottiglie);
5.
il sistema dei fusti a perdere comporta una drastica riduzione dei
trasporti su gomma e la dimensione del fusto consente di ottimizzare il
carico dei mezzi che consegnano la birra, con un conseguente aumento degli
ettolitri trasportati per ogni viaggio;
6.
il modulo di lavaggio con compressore integrato contenuto nel
sistema Modular20, consente un lavaggio automatico e in autonomia,
permettendo un abbattimento degli sprechi di birra legati al lavaggio
dell’impianto.
Carlsberg Italia è dunque oggi la prima azienda birraria a livello mondiale ad aver
conseguito una Dichiarazione Ambientale di Prodotto (EPD) da parte dello
IEC (International EPD Cooperation) nell’ambito del sistema internazionale EPD®
(in allegato tutte le informazioni). Per questo, quindi, Carlsberg Italia ha avuto
il compito di proporre e definire le regole per la categoria di prodotto
“birra”, ovvero le Product Category Rules (PCR), regole metodologiche
specifiche da applicarsi nella predisposizione di una EPD per una determinata
categoria di riferimento di prodotti.
Lo scorso anno è stata infatti indetta una ‘Open Consultation’ con le parti
interessate e gli stakeholders di riferimento ai quali Carlsberg Italia ha chiesto di
proporre eventuali commenti e suggerimenti al proprio testo di definizione delle
regole e che ha portato così alla definizione degli standard da rispettare per poter
conseguire la certificazione EPD per il prodotto Birra, un altro prestigioso e
fondamentale capitolo in questa lunga storia ‘verde’ firmata Carlsberg Italia.
Come detto, l’ottenimento della certificazione EPD nel gennaio 2011 non è stato
considerato un punto di arrivo, bensì un punto di partenza in ottica di
miglioramento continuo. Per verificare le migliori performance ambientali del
sistema che utilizza il fusto in PET, Carlsberg ha intrapreso un percorso di
estensione dell’utilizzo della tecnologia innovativa e dello strumento EPD a nuovi
marchi. Proprio per garantire quella fondamentale attenzione all’intera catena del
valore che è tipica di Carlsberg, in occasione del rinnovo della Dichiarazione
Ambientale del Prodotto a valle dell’approvazione delle Product Category Rules,
le birre oggetto di EPD sono state ampliate dalle attuali Carlsberg e Tuborg alle
birre del marchio nazionale Birrificio Angelo Poretti (Originale Chiara, Bock
Chiara, Bock Rossa).
Carlsberg entra nella storia della birra italiana quando, nel 1975, sigla un accordo con uno dei maggiori produttori nazionali,
Industrie Poretti, per la produzione e commercializzazione dei due marchi Tuborg e Carlsberg (storiche aziende danesi che si
fondono nel 1970). Negli anni il gruppo Carlsberg acquisì quote dell’azienda Poretti sino ad arrivare al 1998 quando il nome del
gruppo italiano fu cambiato in Carlsberg Italia e nel 2002 divenne di proprietà totalmente danese. Nel rispetto dei valori di
Angelo Poretti e delle "Golden Words" (la filosofia del fondatore J.C. Jacobsen) incise nel 1882 sul Dipylon Gate all'entrata di
Carlsberg a Copenaghen, Carlsberg Italia oggi produce e commercializza oltre 1 milione di ettolitri di birra a marchi Carlsberg,
Carlsberg Elephant, Carlsberg Special Brew, Tuborg, Tuborg Light, Corona-Extra, Birrificio Angelo Poretti (Tre Luppoli,
Originale, Bock Chiara, Bock Rossa, Non Filtrata 7 luppoli Ambrata e Summer Cascade), Kronenbourg 1664, Grimbergen,
Holsten, Tucher, Negra Modelo, Modelo Especial, Feldschlösschen.
Nel 2011 Carlsberg Italia ha avviato una rivoluzione nel mercato della birra, sviluppando e lanciando DraughtMasterTM Modular
20, il nuovo sistema di spillatura che utilizza i fusti in PET al posto dei tradizionali in acciaio e che non utilizza CO ₂ aggiunta.
Questo nuovo sistema di spillatura permette di offrire al consumatore una birra di estrema qualità e di ridurre
contemporaneamente l’impatto ambientale durante le fasi di infustamento, distribuzione e consumo presso il punto vendita.
Il Bilancio di Sostenibilità 2011 di Carlsberg Italia è consultabile al link http://bit.ly/PrMkr6
www.carlsbergitalia.it
www.drinkdifferent.net - Twitter: @iDrinkDifferent
Carlsberg Italia invita tutti i suoi consumatori a bere responsabilmente e a visionare il sito
www.beviresponsabile.it
PER INFORMAZIONI
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