IASMA NOTIZIE APICOLTURA n. 3
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IASMA NOTIZIE APICOLTURA n. 3
apicoltura n. 3 IASMA Notizie Anno I 11.06.2002 Notiziario del Centro per l’assistenza tecnica dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige IASMA Notizie N. 21 - Sped. in a.p. art. 2 c. 20/C L. 662/96 D.C.I. TN - Stampa Tipografia Esperia Tn - Taxe payée/Tassa riscossa TN-CPO Dir. editoriale: Giovanni Gius - Dir. responsabile: Michele Pontalti S. Michele all’Adige, Via Mach 3 - Aut. Tribunale TN n. 1114 del 19.02.2002 Censimento apicoltori L’Azienda Sanitaria ricorda che tutti gli apicoltori hanno l’obbligo di comunicare il possesso delle api presso i competenti Uffici Veterinari. Chi non avesse ancora provveduto deve pertanto mettersi in contatto al più presto con il proprio Ufficio Veterinario periferico. Uffici periferici del Servizio Veterinario Borgo Valsugana Via Roma, 12 tel. 0461/757112 fax 0461/759514 Pergine Via S. Pietro, 2 tel. 0461/515188 fax 0461/515180 Tonadico Via Roma, 1 tel. 0439/64766 fax 0439/762060 Trento Via Maccani, 148 tel. 0461/823204 fax 0461/821152 Cavalese Via Roma, 4 tel. 0462/230633 fax 0462/230635 Mezzolombardo Via de Varda, 7 tel. 0461/611240 fax 0461/611239 Cles Via Degasperi, 54 tel. 0463/660113 fax 0463/660344 Rovereto Piazza Leoni, 11/a tel. 0464/453741 fax 0464/453738 Arco Via Donatori di Sangue, 1 tel. 0464/532940 fax 0464/532927 Tione Via Circonvallazione, 41 tel. 0465/321068 fax 0465/321690 CONSULENZA AGLI APICOLTORI: si ricorda che tutti gli apicoltori interessati possono contattare il servizio di consulenza attivato presso il Centro per l’Assistenza Tecnica dell’Istituto Agrario di S. Michele all’Adige nei seguenti orari: dal lunedì al giovedì dalle 8.00 alle 12.30 e dalle 13.30 alle 18.00; venerdì mattina dalle 8.00 alle 12.00; il servizio è gratuito. Tel. 0461/615482 - E-mail: [email protected] IASMA Notizie LA SCIAMATURA: UNO SPETTACOLO AFFASCINANTE… QUANDO NON CI APPARTIENE La sciamatura rappresenta, per le api, l’opportunità di diffondere la propria specie ed è quindi una caratteristica ereditaria comune a tutte le specie del genere Apis. Per l’apicoltura razionale è sicuramente una caratteristica negativa che va tenuta in considerazione quando si vuole fare un lavoro di selezione e di allevamento dell’ape regina. La sciamatura è causata solitamente da un’insieme di fattori che spesso interagiscono tra di loro. Uno di questi è la sovrappopolazione di api all’interno dell’arnia che si può evidenziare in modo particolare quando si presentano dei periodi di pioggia prolungati. Accade infatti che, se piove per cinque o sei giorni, nascono dalle diecimila alle quindicimila api, mentre non c’è mortalità e così in breve tempo l’alveare si satura di api adulte, la temperatura interna si alza di almeno 3-4 gradi centigradi con la necessità da parte delle api di ventilare il nido e di fare la caratteristica “barba” sul predellino dell’arnia. Per verificare se all’interno dell’arnia, a primavera, la popolazione è troppo elevata, è sufficiente recarsi in apiario dopo il tramonto del sole e illuminare con una torcia il fondo dell’arnia dalla porticina ed osservare le api: se queste appese, vanno a toccare il fondo dell’arnia, significa che la famiglia è in soprannumero; normalmente invece le ultime api devono essere all’altezza della stecca inferiore di legno dei telaini o poco più in basso. Un’altra causa della sovrappopolazione si ha quando l’importazione di polline e nettare sono abbondanti e la regina è stimolata a deporre tante uova, ma non dispone di un numero sufficiente di celle vuote per deporre. La stessa sovrappopolazione di api giovani, stimola le api a scaricare la gelatina reale in eccesso quindi a costruire celle reali. Le api ceraiole devono avere la possibilità di sfogare la cera che producono in abbondanza, ma queste spesso sono impossibilitate a causa di favi particolarmente vecchi e deformati mentre possono costruire con grande facilità le celle reali negli anfratti di questi telaini deformi. Un’altra causa ancora è la carenza di feromone reale: questo feromone prodotto dall’ape regina serve ad aggregare la famiglia per cui, quando 2 apicoltura scarseggia, le api tendono a sciamare. Tale carenza può essere dovuta all’età della regina (una regina vecchia ne produce poco) oppure, se la famiglia è troppo popolata, ogni singola ape ne riceve una quantità limitata. In entrambi i casi il risultato è identico: la regina viene sostituita. Va ricordato anche che le regine nate da sciamatura sono più predisposte a sciamare. Tecniche apistiche per prevenire la sciamatura Analizzando le cause, è possibile rendersi conto che le api cercano di porre rimedio ad una situazione di instabilità tendendo naturalmente ad un equilibrio. Va precisato comunque che qualsiasi rimedio va sempre attuato prima che si instauri la tendenza a sciamare ovvero prima che si crei una situazione di disequilibrio all’interno dell’alveare. Dal mese di marzo fino alla fioritura dell’acacia sarà bene seguire lo sviluppo delle famiglie con visite regolari ogni settimana. Durante le prime fioriture il nostro apiario dovrebbe trovarsi già in una situazione di bilanciamento. Le famiglie forti hanno l’esigenza di costruire i favi, mentre le deboli richiedono api adulte e covata per crescere. Nel caso di famiglie forti andranno inseriti almeno due fogli cerei su telai di legno nuovi. Questa pratica è molto importante per l’igiene del nostro alveare in quanto le spore di peste americana si insinuano anche nel legno dei telai vecchi e riciclati. L’inserimento di uno o più fogli cerei, in base alla forza della famiglia, servirà anche per aiutare le api a sfogare la febbre sciamatoria. Sarà bene posizionarlo in mezzo a due favi di covata opercolata. Se a fine aprile abbiamo più di sei-sette telai di covata allora dovremmo preoccuparci di toglierne alcuni aggiungendoli là dove la famiglia ha invece bisogno di rinforzarsi. Questo sistema di “salasso” per pareggiare e uniformare le famiglie è molto importante non solo per controllare la sciamatura, ma anche nel caso di varroa. Un’altra operazione di pareggiamento facilmente attuabile, è quella di spostare un alveare debole al posto di uno forte affinché quello debole guadagni le bottinatrici dell’alveare più forte. Naturalmente tali operazioni vanno fatte nella convinzione che l’apiario da dove preleviamo è sano. Sistemato il nido, va posizionato il melario, elemento importante nella necessità di dover dare spazio alle api ed anche quando il nido è occupato apicoltura dalle scorte. Bisogna tuttavia fare attenzione a non posarlo troppo presto o troppo tardi; indicativamente andrà bene posarlo quindici venti giorni prima della fioritura dell’acacia. In primavera tuttavia non vanno mai posizionati due melari vuoti sul nido contemporaneamente perché la temperatura interna rischierebbe di abbassarsi in fretta danneggiando la covata. Un aspetto importante da non sottovalutare è l’età e la qualità di una regina, in quanto, come accennato, più la regina è vecchia, minore è la quantità di feromone che emana e che ogni ape riceve attraverso lo scambio di cibo. Per rallentare in modo consistente la sciamatura, quindi è fondamentale sostituire la regina ogni due anni, pratica che dà inoltre il vantaggio di avere sempre famiglie forti e produttive. Per quanto riguarda la razza o i sottotipi locali, vanno preferite quelle regine che geneticamente utilizzano al meglio le risorse del luogo e che sopportano bene il clima del territorio trentino, che hanno scarsa propensione alla sciamatura e inclini alla raccolta delle scorte per l’inverno. Sarà bene quindi che l’apicoltore acquisti una regina del suo territorio evitando importazioni da altre parti d’Italia. LA SOSTITUZIONE DELLA REGINA: COME PROCEDERE Il periodo migliore per sostituire una regina, è nel mese di giugno e di luglio. Una volta acquistata la regina nella sua gabbietta, per conservarla dovremo tenerla in un luogo fresco e buio facendo attenzione alle formiche attratte dal candito contenuto nelle stesse. In questo modo la regina sopravvive per circa una settimana avendo cura di fornirle qualche goccia d’acqua tutti i giorni. Per procedere all’inserimento della nuova regina, dovremo prima di tutto cercare la regina vecchia che vogliamo sostituire per allontanarla dall’alveare. Sarà poi necessario controllare accuratamente ogni favo perché, nel caso in cui fossero presenti eventuali celle reali, queste dovranno essere distrutte. L’alveare a questo punto verrà lasciato orfano fino al giorno seguente in modo che la famiglia possa avvertire così tale orfanità e di conseguenza essere più predisposta all’accettazione della nuova regina. 3 IASMA Notizie Prima di introdurre la gabbietta bisogna ricordarsi di rimuovere il tappo, liberando così il foro del candito. Alcuni apicoltori inoltre liberano le accompagnatrici prima di inserire la gabbietta, perché in questo modo le api di casa sono costrette a nutrire la regina prendendo subito contatto con questa. Per liberare le accompagnatrici basta mettersi davanti ad una finestra chiusa e liberare le accompagnatrici le quali, attratte dalla luce della finestra, usciranno facilmente posandosi sul vetro della finestra e se dovesse uscire anche la regina, questa poi potrà essere rimessa nella sua gabbietta. La stessa cosa possiamo farla anche se ci troviamo in macchina, l’importante è che questa operazione venga fatta solamente poco tempo prima di inserire la gabbietta nell’alveare. Nel caso si volessero lasciare le accompagnatrici nella gabbietta, allora sarà utile posizionarla con il foro verso l’alto evitando così l’inconveniente che alcune accompagnatrici morendo, possano ostruire il foro d’uscita della regina. L’introduzione è molto facile in quanto basta inserirla tra due favi se la gabbietta è di plastica, mentre risulta un po’ più impegnativa se questa è di legno: in questo caso infatti, si dovrà fare spazio tra i due favi ed incastrarla in mezzo; successivamente si dovrà ritornare per risistemare i favi. Un’altra soluzione prevede di tagliare una porzione di favo, meglio alla base del telaio, dove verrà inserita la gabbietta di legno. Inserita la gabbietta, sarà bene non aprire più l’arnia per circa una settimana e solo dopo, verificare lo stato della famiglia. La presenza di uova ci confermerà l’avvenuta accettazione. LA CURA DEL MELARIO E L’UTILIZZO DELL’ESCLUDIREGINA Quando posiamo il melario è buona norma inserire l’escludiregina per evitare di alterare l’odore e l’aroma del miele. Può accadere infatti che la regina vada a deporre le uova sui telaini del melario rovinando così non solo il favo utilizzato esclusivamente per la raccolta del miele, ma anche il miele stesso inoltre, senza l’escludiregina, c’è il rischio di uccidere la regina o di prelevarla inavvertitamente. Possiamo trovare in commercio delle griglie escludiregina leggere e molto sottili che per- 4 IASMA Notizie mettono alle api di attraversarle agevolmente rispetto a quelle tradizionali dove, a volte, le api mostrano una certa difficoltà nel salire. Tuttavia la sciamatura causata dalla griglia escludiregina solitamente non si verifica come alcuni apicoltori credono, può tuttavia accadere, quando il primo raccolto arriva in modo molto violento. DOVE POSIZIONARE IL SECONDO MELARIO: RISULTATI DI UNA RICERCA AMERICANA Per quanto riguarda la posizione corretta del secondo melario, si consiglia normalmente di porlo al di sotto di quello pieno per agevolare il lavoro delle api. Una ricerca condotta negli Stati Uniti sugli effetti del posizionamento dei melari sulla raccolta di miele, dimostra che non vi sono differenze statisticamente significative sulla quantità di miele raccolta dalle api, mettendo il melario vuoto sotto o sopra quello pieno anche se rimane preferibile la posizione “sotto”. LA QUALITÀ DEL MIELE: SOSTANZE INDESIDERATE E ASPETTI IGIENICI Va ricordato che la qualità del miele viene fatta in apiario perciò andrà evitato qualsiasi tipo di trattamento in presenza di melario compresi quei prodotti che possono essere utilizzati anche in presenza di melario in quanto non tossici, ma che a livello orga- apicoltura nolettico ne alterano il gusto e l’aroma come ad esempio il timolo, l’eucaliptolo, il mentolo. Ci sono diversi prodotti in apicoltura che non solo inquinano la cera, ma anche il miele: per questo motivo è molto importante fare attenzione alla tossicità dei principi attivi utilizzati nei trattamenti per salvaguardare il più possibile la qualità del miele trentino. È importante inoltre trattare bene i melari e ricordare di non posarli mai direttamente per terra perché il miele è un alimento e come facciamo per gli altri alimenti così dovremmo fare per il miele: non ci verrebbe mai in mente infatti, di posare un piatto di pasta o di verdura per terra. I melari inoltre vanno conservati in luogo fresco e buio accatastati tra loro in pile non troppo alte e preferibilmente vanno riportati in apiario dopo la smielatura affinché le api li ripuliscano del tutto. In primavera i melari vanno messi all’aria aperta o a volte posizionati un po’ prima del raccolto in modo che perdano qualsiasi odore accumulatosi nello stoccaggio invernale. Non vanno inoltre dimenticati la cura e l’igiene del luogo dove si lavora il miele e di tutti i passaggi e punti critici del procedimento di smielatura. A tale proposito si ricorda a tutti gli interessati che c’è la possibilità di avere una consulenza gratuita per quanto riguarda i locali di smielatura chiamando il C.A.T. (Centro di Assistenza Tecnica 0461-615482) e chiedendo dell’esperto apistico Renato Santuliana che si occupa in particolare di questo argomento, oppure è possibile chiamare l’Ufficio Veterinario di zona. IASMA Notizie è la pubblicazione ufficiale dell’Istituto Agrario di S. Michele a/A La presente sezione Apicoltura costituisce un numero speciale realizzato con il contributo finanziario della Comunità Europea