consumer memorandum - Associazione Consumatori Serenissima

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consumer memorandum - Associazione Consumatori Serenissima
CONSUMER MEMORANDUM
Newsletter a cura di ASSOCIAZIONE CONSUMATORI PIEMONTE
Anno 6° - Numero 2 – Febbraio 2015
SOMMARIO:
- Le news
LE NEWS
Assicurazioni: sul sito www.educazioneassicurativa.it reperibile una breve
Guida che ci spiega come presentare un reclamo su una polizza o un servizio
assicurativo
Prendere informazioni prima di sottoscrivere una polizza assicurativa è una prassi
fortunatamente sempre più consolidata. Grazie alle numerose campagne di sensibilizzazione sul
consumo consapevole realizzate dalle associazioni dei consumatori e dunque anche dai sottoscritti,
oggigiorno, comprendere quale tipo di contratto o di offerta sarebbero più consoni alle nostre tasche
ed esigenze non è certo impresa “impossibile”. Eppure, nonostante i consumatori abbiano elevato il
proprio livello di guardia, soprattutto quando viene chiesto loro di apporre una firma su un foglio di
carta, i nostri sportelli ricevono spesso richieste di chiarimenti su come comportarsi nel caso in cui
si sia rimasti delusi da un servizio o una polizza assicurativa. Ciò che, in sostanza, ci viene
domandato è come e in quali circostanze è possibile presentare un reclamo.
L'iter in questione in realtà è meno complicato di quanto si possa pensare specie se si seguono le
indicazioni fornite sul sito internet dell’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni (IVASS)
appositamente dedicato al tema dell'educazione assicurativa: www.educazioneassicurativa.it.
Tra le guide pratiche scaricabili sul sito, infatti, ve ne è una intitolata “Come presentare reclamo”
nella quale si legge che, qualora non sia sia soddisfatti di una polizza o di un servizio assicurativo,
si può presentare un reclamo scegliendo se contattare direttamente l'impresa oppure inviare la
propria segnalazione all'IVASS, a un'associazione a tutela dei consumatori o ancora, in taluni casi,
alla CONSOB o alla COVIP. Ma ecco nel dettaglio come agire:
1. Contatta direttamente l’impresa
Se hai un reclamo da presentare, la cosa migliore è rivolgersi innanzitutto all’impresa di
assicurazione.
Ogni impresa ha, infatti, un apposito Ufficio reclami che ti deve rispondere entro 45 giorni.
Contatta l’impresa il più presto possibile e invia un reclamo scritto all'Ufficio reclami mediante email, posta o telefax.
I recapiti dell’Ufficio reclami sono riportati nella Nota informativa del contratto che hai
sottoscritto, ma li puoi anche reperire nel sito internet dell’impresa o in quello dell’IVASS
(www.ivass.it).
Alcune imprese consentono di presentare reclami anche via web, attraverso i loro siti.
2. Contatta l’IVASS
Se non ricevi la risposta dall’impresa nei 45 giorni o la risposta che hai ottenuto non ti soddisfa,
puoi rivolgerti all'IVASS, inviando un reclamo al Servizio Tutela del Consumatore, via del
Quirinale, 21 - 00187 Roma o trasmettendo un fax ai numeri 06-42133745 / 06-42133353.
Per ottenere una rapida trattazione del tuo caso è necessario che il reclamo contenga i tuoi
riferimenti, una chiara rappresentazione di quanto accaduto, che sia corredato della
corrispondenza intercorsa con l’impresa di assicurazione (almeno le copie del reclamo che gli hai
trasmesso e del riscontro ricevuto) e di ogni altro documento che ritieni utile.
L’IVASS ti informa per iscritto dell’avvio della trattazione del reclamo, acquisisce le informazioni e
i chiarimenti necessari presso l’impresa e, al più tardi entro il termine di 120 giorni dalla ricezione
del reclamo, esaminato il caso, ti fornisce l’esito della propria istruttoria. In alcuni casi IVASS
chiede direttamente all’impresa di fornirti una risposta esaustiva verificandone poi la correttezza.
In questi casi, se la risposta dell’impresa è soddisfacente, la procedura di reclamo si ritiene
conclusa, senza invio di ulteriori comunicazioni.
Al numero verde 800-486661 dell'IVASS è attivo il Contact Center Consumatori dell’Istituto (che
opera dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 13.30) per fornirti informazioni ed assistenza, anche
sullo stato di trattazione del tuo reclamo presentato all’IVASS.
3. Per le polizze unit linked e index linked e per le forme di previdenza complementare contatta la
CONSOB o la COVIP
Se la lamentela riguarda una polizza unit linked o index linked o un’operazione di capitalizzazione,
il reclamo, nei seguenti casi, va inviato alla CONSOB (www.consob.it):
- aspetti di trasparenza del Prospetto d’offerta della polizza predisposto dall’impresa secondo la
normativa del d.lgs 58/98 (TUF) e della CONSOB;
- violazioni di regole di comportamento nell’offerta delle polizze da parte delle imprese di
assicurazione e dei cd. “soggetti abilitati” ai sensi del TUF (banche, SIM, imprese d’investimento,
intermediari ex art. 107 TUB e Poste Italiane-Divisione servizi BancoPosta);
Se invece la lamentela riguarda forme di previdenza complementare, il reclamo va inviato alla
COVIP (www.covip.it).
4. Per controversie sui sinistri r.c. auto contatta un’Associazione dei consumatori
Se la controversia con l’impresa riguarda un risarcimento danni r.c. auto per un importo non
superiore a 15.000 euro, puoi contattare un’Associazione dei consumatori ed attivare la procedura
di conciliazione paritetica, un sistema rapido ed economico per tentare di risolvere la controversia
senza recarti dal giudice.
Puoi attivare la conciliazione paritetica:
• se hai presentato una richiesta di risarcimento del danno all’impresa e non hai ricevuto risposta;
• se hai ricevuto un diniego di offerta;
• se non hai accettato l’offerta di risarcimento o l’hai accettata solo a titolo di acconto.
5. Rivolgiti al Giudice
L’IVASS non ha il potere di prendere decisioni nel merito della controversia o di risolvere questioni
che attengono, ad esempio, alla attribuzione di responsabilità di un sinistro r.c. auto oppure alla
quantificazione dei danni.
Per tale motivo, se non raggiungi un accordo nel merito con l’impresa di assicurazione, la
decisione spetta all’Autorità giudiziaria.
(fonti: www.educazioneassicurativa.it; www.ivass.it)
Latte: l'Autorità europea per la sicurezza alimentare ricorda che il latte crudo
può essere una fonte di batteri nocivi
Col caffè, il cacao, il miele o anche solo un cucchiaino di zucchero... in qualunque modo lo
si beva, il latte è in assoluto uno degli alimenti più consumati nel mondo. E più è fresco tanto più ne
apprezziamo il gusto e le qualità.
Eppure, nonostante il latte sia protagonista indiscusso della nostra colazione così come di dolci e
pietanze d'ogni sorta, un recente studio dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA)
reca il titolo “Bere latte crudo: che rischi si corrono?”.
Dal lavoro svolto da alcuni ricercatori e di cui troviamo notizia sul sito internet dell'Autorità,
www.efsa.europa.eu, è emerso che “il latte crudo può contenere batteri nocivi che possono
provocare gravi malattie. Mettere in atto corrette e moderne pratiche igieniche nelle aziende
agricole è essenziale per ridurre la contaminazione del latte crudo, mentre il mantenimento della
catena del freddo è ugualmente importante per prevenire o rallentare in esso la crescita dei batteri.
Ma queste prassi, da sole, non eliminano tali rischi. Bollire il latte crudo prima di consumarlo è il
modo migliore per eliminare molti dei batteri che possono far ammalare le persone”.
L'EFSA, nel suo articolo, sottolinea inoltre che “in base alle norme UE in fatto di igiene, gli Stati
membri possono vietare o limitare l'immissione sul mercato di latte crudo destinato al consumo
umano. La vendita di latte crudo da bere, tramite distributori automatici, è consentita in alcuni
Stati membri, ma ai consumatori viene di solito raccomandato di bollire il latte prima di
consumarlo”.
Ma quali sono i batteri dei quali aver paura?
Stando al “parere scientifico sui rischi per la salute pubblica associati al latte crudo nell’UE”
fornito dagli esperti del gruppo scientifico sui pericoli biologici (BIOHAZ), “il latte crudo può
essere una fonte di batteri nocivi, principalmente Campylobacter, Salmonella, ed Escherichia coli
produttore della tossina Shiga (STEC). Il gruppo di esperti non ha potuto quantificare i rischi per
la salute pubblica nell'UE connessi al latte crudo a causa di lacune nei dati. Tuttavia, in base ai
dati forniti dagli Stati membri riguardo ai focolai infettivi di origine alimentare, 27 focolai
verificatisi tra il 2007 e il 2013 sono da ricondurre al consumo di latte crudo. La maggior parte di
tali focolai (21) sono stati causati da Campylobacter, uno di essi è stato causato da Salmonella,
due da STEC e tre dal virus dell'encefalite da zecche (TBEV). La grande maggioranza dei focolai è
stata causata da latte vaccino crudo, mentre alcuni hanno avuto origine da latte caprino crudo”.
In conclusione, John Griffin, presidente del gruppo BIOHAZ, ha fatto notare che “occorre
migliorare la comunicazione ai consumatori sui pericoli e le misure di controllo associate al
consumo di latte crudo da bere" tanto più che, come riportato nel testo pubblicato dall'EFSA,
“neonati, bambini, donne incinte, anziani e soggetti immunodepressi corrono un rischio maggiore
di ammalarsi se consumano latte crudo”.
(fonte:www.efsa.europa.eu)
Privacy: il Garante per la protezione dei dati personali firma un provvedimento
di parziale esonero dall'informativa nei confronti di Google in relazione al
servizio Street View-Special
Lo scorso anno i nostri responsabili della sede veneziana hanno scoperto per puro
caso che erano stati immortalati sulle pagine di Google View.
E in effetti chissà quanti di noi sono comparsi senza averlo mai saputo sulle “mappe” reperibili on
line che ci consentono di osservare strade e percorsi della nostra penisola e che spesso ci
permettono anche di capire come orientarci quando viaggiamo o comunque dobbiamo addentrarci
in città che non conosciamo. Eppure, per quanto utile e interessante possa essere uno “strumento”,
esso non deve mai rappresentare una violazione degli altrui diritti, primo fra tutti quello alla
privacy. Per tale motivo, il Garante per la protezione dei dati personali è intervenuto in merito
alla decisione di Google di lanciare anche in Italia il servizio "Google Special Collects".
Il Garante ha infatti voluto ribadire che “turisti, passanti, visitatori di musei e aree naturali
dovranno essere informati che Google sta effettuando delle riprese sul posto per pubblicarle con il
nuovo servizio "Google Special Collects". Notizie dettagliate sull'attività dovranno essere
preventivamente diffuse anche su Internet e presso i luoghi di interesse. Dovranno essere resi
riconoscibili i "trekker" che trasportano le apparecchiature fotografiche sullo zaino”.
Nel provvedimento firmato dall'Autorità si legge tra le altre cose che essa “dispone, ai sensi degli
artt. 13, comma 3, 143, comma 1, lett. b) e 154, comma 1, lett. c) del Codice, che Google Inc., con
sede in Mountain View (USA), anche per il tramite del proprio rappresentante in Italia Google Italy
S.r.l., con sede in Milano, in relazione al servizio Google Special Collects, ed in parziale deroga
rispetto alle prescrizioni di cui al provvedimento del 15 ottobre 2010 di cui in epigrafe:
1. provveda, ai sensi degli artt. 29 e 30 del Codice, a designare volta per volta gli eventuali
Partners, ovvero i soggetti terzi addetti all'acquisizione delle immagini secondo le modalità e con
l'attrezzatura resa disponibile da Google medesima, quali responsabili o, a seconda dei casi,
incaricati del trattamento di dati nella titolarità della società, fornendo loro adeguate istruzioni e
precisando, altresì, l'ambito del trattamento consentito;
2. in particolare, qualora la programmata acquisizione delle immagini interessi luoghi, privati o
pubblici, delimitati e ad accesso controllato ovvero parti di essi, specie di piccole dimensioni (ville,
stanze, musei, giardini etc.) fornisca agli incaricati, direttamente ovvero per il tramite degli
eventuali responsabili, delle specifiche istruzioni alla stregua delle quali vengano informate le
persone eventualmente presenti dell'imminente ripresa delle immagini, consentendo loro di
esercitare il proprio diritto a sottrarsi alla stessa;
3. provveda, comunque, ad informare gli interessati circa la programmata acquisizione di immagini
relative ai siti ed alle località oggetto del programma mediante:
3.1. pubblicazione della notizia sul sito web di Google, intendendosi l'obbligo valevole sia
con riferimento al sito web www.google.it sia a tutte le altre pagine web in lingua italiana
comunque riconducibili a Google; e ciò nei tre giorni antecedenti rispetto all'inizio della raccolta
delle immagini;
3.2. pubblicazione della notizia tramite i siti web e, se esistenti, le newsletter o altre
pubblicazioni informative dei Partners ovvero degli enti, strutture, soggetti privati, fondazioni etc.
che utilizzano le attrezzature del programma o che comunque possiedono, gestiscono o
soprintendono i siti ovvero hanno altrimenti la disponibilità del rilascio della necessaria
autorizzazione all'effettuazione delle riprese; e ciò nei sette giorni antecedenti rispetto all'inizio
della raccolta delle immagini per il caso dei siti web; nell'ultima pubblicazione antecedente l'inizio
del trattamento nei rimanenti casi;
3.3. nell'eventualità di siti o luoghi, pubblici o privati, recintati ovvero aperti al pubblico,
pubblicazione di segnalazioni, avvisi o cartelli affissi all'ingresso dei siti interessati;
4. predisponga, sulle attrezzatture attraverso le quali acquisisce le immagini fotografiche ovvero
anche sull'abbigliamento dei relativi addetti adesivi, cartelli o altri segni distintivi ben visibili che
indichino, in modo inequivocabile, che si stanno acquisendo immagini fotografiche istantanee
oggetto di pubblicazione online mediante il servizio Google Special Collects nell'ambito di Street
View destinate alla pubblicazione su Google Maps”.
(fonte: www.garanteprivacy.it)
Sicurezza: il Ministero della Salute ricorda alcune regole utili a prevenire
gli incidenti domestici causati da stufe e caldaie a gas
Parlare dei problemi legati alla salute in questo periodo dell'anno è abbastanza
frequente non sole perchè le basse temperature mettono a dura prova il nostro organismo ma anche
perché tra virus e batteri possiamo dire d'essere praticamente “circondati”.
Ma se è quasi superfluo soffermarci sul fatto che, per quanto concerne il freddo, il miglior sistema
per sopravvivere nei giorni in cui il termometro scende sotto lo zero è far sì che i luoghi in cui
viviamo o lavoriamo siano caldi, risulta invece importantissimo riflettere sui guai che rischiamo di
passare ogni qualvolta sottovalutiamo la pericolosità di tutti quegli impianti che ci forniscono calore
e tepore. Non di rado, infatti, le cronache invernali riportano il triste elenco dei tanti intossicati da
ossido di carbonio oltre che dei corpi ritovati senza vita sotto le macerie dei palazzi esplosi a causa
di stufe e caldaie o andati in cenere per colpa di fiamme devastanti, magari generate da un
banalissimo cortocircuito.
Eppure, la maggior parte di tali tragedie potrebbero essere evitate mettendo in pratica alcuni
semplici accorgimenti come quelli suggeriti dal Ministero della Salute sul proprio sito internet,
www.salute.gov.it.
Nella sezione “Freddo, come proteggersi” vi è infatti una scheda intitolata “Prevenire gli incidenti
domestici” nella quale, per quanto riguarda le “Stufe o caldaie a gas” si ricorda che esse “possono
costituire elementi di rischio se non sono installate correttamente o se sono in cattivo stato di
manutenzione”. Per tale motivo “secondo la normativa vigente sulla sicurezza degli impianti, ogni
impianto a gas deve essere controllato ogni anno da un tecnico abilitato”.
Relativamente il “Rischio di fughe di gas e intossicazione acuta da ossido di carbonio (CO)” è
dunque bene sapere che:
“un grande pericolo, spesso mortale, è rappresentato dall’intossicazione acuta da ossido di
carbonio (CO) un gas inodore. Questo gas può essere presente nell’aria in concentrazioni
pericolose a causa di problemi legati all’insufficiente ventilazione dell’ambiente, alla scarsa o alla
mancata evacuazione dei prodotti da combustione o a causa di perdite o fughe di gas da
apparecchi difettosi (stufe o scaldabagni a gas senza idonea manutenzione. L’intossicazione acuta
spesso causa la morte.
I sintomi più comuni dell’intossicazione da CO sono:
• mal di testa
• vertigini
• nausea
• sonnolenza
• secchezza delle fauci
• diarrea
• vomito
• sino alla perdita di coscienza e stato comatoso”
Altri rischi da non sottovalutare sono quelli dovuti alle “esplosioni” e alle “fughe di gas” ovvero:
Rischio di esplosione
Negli impianti funzionanti a gas metano ogni fuga di gas costituisce un grave rischio di esplosione.
Per innescarla è sufficiente una scintilla provocata da un elemento dell’impianto elettrico (anche
dal solo campanello della porta) o l’accensione di un fiammifero.
Rischio di fughe di gas
E' necessario attenersi alle leggi e norme tecniche che regolamentano la sicurezza dell’impiego del
gas combustibile e la sicurezza degli impianti. Queste leggi prevedono che gli impianti siano
realizzati secondo “regola di buona tecnica per la salvaguardia della sicurezza” (Regola dell’arte)
ed indicano nelle norme CEI ed UNI (UNI CIG per il gas) gli strumenti adeguati per conseguire
l’obiettivo.
Ovviamente, “l'installazione e la manutenzione degli impianti devono essere realizzate da tecnici
abilitati, come previsto dalla normativa vigente in materia di sicurezza. A fine lavoro, il tecnico è
tenuto a rilasciare la dichiarazione di conformità dell'impianto, che ne garantisce la sicurezza e la
rispondenza a quanto disposto dalla legge. Almeno una volta l'anno occorre far controllare tutto
l'impianto, non soltanto la caldaia. Rivolgiti sempre ad una ditta abilitata per tutte le operazioni di
controllo e manutenzione. Le associazioni di categoria e le Camere di commercio ti potranno
fornire gli elenchi o comunque utili indicazioni in merito”.
Come anticipato nella nostra premessa, esiste, infine, il cosiddetto “Rischio di infortuni elettrici”
che è fondamentale imparare a prevenire visto che le conseguenze possono essere davvero
drammatiche. Lo stesso Ministero infatti ribadisce che essi “sono generalmente mortali” e per tale
motivo occorre sempre “verificare che gli impianti elettrici siano realizzati secondo norma di legge
e che gli apparecchi siano dotati del marchio IMQ (Istituto Marchio Qualità) o di marchio estero
equivalente. Inoltre, gli interruttori differenziali, l'impianto di terra, la rete, le prese e gli
interruttori, ognuno di questi elementi contribuisce a rendere sicuro l'impianto e richiede cura ed
attenzione, sia nella fase d'installazione che nella fase di manutenzione.
In particolare:
• assicurati che vi sia “la messa a terra” dell’impianto elettrico
• adotta interruttori “salvavita”
• assicurati che l’impianto sia sempre in ottimo stato, così anche le spine ed i fili.
Quando si utilizzano gli impianti occorre osservare particolari precauzioni. Ti consigliamo di
evitare:
• il contatto ravvicinato di parti del corpo a stufe o altri apparecchi elettrici per non correre
il rischio di ustioni o complicazioni vascolari.
• di coricarti senza aver prima spento apparecchi usati per scaldare il letto (scaldini o
termocoperte o altro)
• di tenere tende svolazzanti o qualsiasi materiale infiammabile, come tappeti, tappezzerie, in
prossimità di stufe elettriche o a gas
• di utilizzare stufe o apparecchi elettrici che appaiono danneggiati o con il cavo di
alimentazione in cattivo stato
• di accostare i fili elettrici a fonti di calore
• di sovraccaricare le prese elettriche
• di utilizzare nella stanza da bagno stufe o altri apparecchi elettrici in prossimità dell’acqua
o toccarli con le mani o il corpo bagnati”.
(fonte: www.salute.gov.it)
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