di Elena Calafato - NonSoloCharleston

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di Elena Calafato - NonSoloCharleston
MODA E COSTUME AI TEMPI DELLE BIG BAND
LA MODA DONNA
Dopo il crollo della borsa del 1929 e la Grande Depressione, i fasti dei Roaring 20s lasciarono il posto
ad una società dai costumi più sobri ma allo stesso tempo eleganti e raffinati. Sono anni in cui gli abiti
femminili abbandonano le linee marcate e taglienti del decennio precedente: scompaiono quasi del tutto
gli abiti a sacco che nascondevano le forme e si fanno strada modelli che accarezzano le curve sinuose
delle splendide attrici di Hollywood (che vive in questo periodo un vero e proprio boom, e non per
niente questi anni vengono definiti come la “Golden Age of Hollywood”).
Passata l'impellente necessità di anticonformismo ed emancipazione che aveva caratterizzato il decennio
precedente, le donne tornano a mostrare la propria elegante femminilità, senza però dimenticare il
portato e le conquiste delle flapper girls. Attrici e icone di stile come Katherine Hepburn e Marlene
Dietrich indossano regolarmente i pantaloni, mentre le donne del ceto medio li utilizzano - in versione
smoking - per eventi sociali o per giocare a golf e andare in spiaggia. Per l'abbigliamento di tutti i giorni,
invece, le donne ritornano ad un look più "romantico", con modelli ispirati allo stile delle star di
Hollywood mescolato con il rigore e la sobrietà imposti dalla Grande Depressione.
L’industria della moda va incontro in questi anni ad un cambiamento enorme, in risposta alle difficoltà
conseguenti alla crisi economica. I prodotti industriali (quelli che oggi si definiscono prêt-à-porter, ossia
abiti realizzati non su misura del cliente ma venduti finiti in taglie standard pronti per essere indossati)
divennero molto popolari grazie al loro costo notevolmente più basso rispetto agli abiti “da sartoria”
prodotti negli anni precedenti: vengono venduti in negozi e grandi magazzini che spesso, però, offrono
ancora servizi di sartoria, come, ad esempio, la possibilità di ricamare le iniziali sui capi che venivano
acquistati. Materiali prima considerati adatti solo agli abiti da lavoro delle classi meno agiate, come ad
esempio il cotone, vengono ampiamente impiegati per abiti da giorno, gonne e cappotti. A queste
stoffe tradizionali se ne affiancano di nuove, prodotte artificialmente e dal costo contenuto: parliamo ad
esempio di rayon (soprattutto per i vestiti), viscosa (per la lingerie) e nylon sintetico.
Al successo di questi capi di abbigliamento dal costo contenuto corrisponde anche la diffusione di
cataloghi di moda per l’acquisto da casa.
Alla produzione industriale si affianca comunque una produzione “casalinga”: le donne infatti
continuavano a cucire da sé i propri abiti, soprattutto quelli da casa, e a modificare e rielaborare i vecchi
abiti per essere costantemente alla moda.
HAIRSTYLE
Per gli anni '30, parafrasando il ritornello di un celebre brano pop, potremmo dire che - per quanto
riguarda i capelli - "it's all about those waves". Si parla ancora di onde, ma non più quelle estremamente
definite di moda negli anni '20. Il decennio d'oro di Hollywood è caratterizzato da look più femminili,
fatti di onde morbide. All'inizio degli anni '30 regnano ancora i capelli corti, ma con il passare degli anni
le donne iniziano a portare i capelli lunghi, raccolti però ai lati della testa (o sulla nuca) e con
scriminatura centrale o laterale.
MAKE-UP
Come ho già avuto modo di dire, negli anni '30 alcune delle conquiste ottenute dalle donne si
confermano e fioriscono: questo è il caso del make-up, che diventa sempre più importante nell'universo
femminile grazie al ruolo sempre crescente di Hollywood e all'attenzione e ammirazione suscitata dalle
sue dive. In questa decade, tuttavia, il trucco diviene più raffinato e gli occhi bistrati di nero che avevano
reso iconiche le flapper girls scompaiono per lasciare posto ai colori pastello e shimmer.
Per le sopracciglia - che consistono in una linea sottile disegnata a matita* - viene ancora scelta una
forma tondeggiante, ma lentamente si abbandona la linea curva cadente per creare un piccolo angolo
verso l'alto (da cui poi nascerà, nei decenni successivi, la famosa "ala di gabbiano"). Gli ombretti - blu,
verdi, rosa e viola - vengono applicati andando oltre la naturale area dell'occhio, per creare una forma "a
pera". La matita viene applicata sia sopra la rima superiore che sotto la rima inferiore partendo dal
dotto lacrimale, per ottenere un effetto triangolo molto apprezzato dalle signore dell'epoca.
Il make-up labbra prevede meno enfasi sull'arco di Cupido, e alle labbra viene data una forma più
naturale e allungata (con una leggere enfasi sul labbro superiore) con colori che comprendono i rossi
scuri, melograno e lampone. Il blush viene ancora applicato con forma circolare, anche se comincia a
farsi strada l'idea del contouring**. Per la base si preferisce di norma un color avorio chiaro ma iniziano
a diffondersi anche colori appena più scuri, adatti a ricreare l'effetto "baciata dal sole".
*Non era strano che le donne si facessero rimuovere completamente le sopracciglia per poterle poi
disegnare liberamente.
** Cioè l'idea di ridisegnare la forma del viso con l'impiego del make-up.
ABBIGLIAMENTO
Come dicevamo all'inizio, la femminilità torna ad essere l'elemento predominante nell'abbigliamento.
Grandi scolli, soprattutto sulla schiena, curve sottolineate da tessuti morbidi (come il rayon, prodotto in
questi anni per far fronte alla necessità di tessuti belli ma a basso costo) e drappeggi: questi gli elementi
fondamentali della moda del decennio.
In questo periodo si ricercava una figura che fosse il più possibile slanciata, con spalle larghe, vita stretta
e fianchi non troppo pronunciati e per avvicinarsi a questi canoni si ricorreva, ad esempio, all'uso di
spalline, maniche a sbuffo o maniche ad aletta arricciate ed ampie, che rendevano artificialmente le
spalle più larghe facendo apparire la vita più stretta. Come oggi, i canoni estetici proposti da riviste di
moda e annunci pubblicitari erano tutto fuorché realistici, perciò le signore dovevano ingegnarsi come
potevano per essere alla moda.
Le donne sceglievano di preferenza abiti lunghi con maniche morbide e fluttuanti o completi composti
da giacca e gonna, lunga solitamente fino a metà polpaccio. Un discorso a parte andrebbe fatto (ma non
è questa la sede per farlo) per gli abiti da sera, che proprio in questi anni assumono quelle caratteristiche
che ancora oggi vediamo negli abiti haute-couture indossati dalle attrici sui red carpet.
Come già accennato, gli anni '30 vedono il definitivo affermarsi dei pantaloni nell'ambito della moda
donna, e per la prima volta nella storia essi vengono considerati socialmente accettabili in molte
situazioni, come nell'ambito dello sport o per le occasioni più informali. In questi anni si usavano
pantaloni a palazzo, con o senza piega, molto ampi e a vita alta, generalmente chiusi sul fianco con una
zip (elemento che viene introdotto nella moda per la prima volta nella storia). I pantaloni erano
impiegati anche dalle donne che lavoravano per le fabbriche, che avevano un taglio più “maschile” ed
erano generalmente di cotone, denim o lana.
Non mancavano mai guanti lunghi, cappelli (cloches, turbanti, baschetti e cappelli a tesa larga, portati
"ad angolo"), elaborati colletti e cinture utili a sottolineare il punto vita: gli anni '30 sono infatti un
decennio in cui gli accessori sono considerati di fondamentale importanza, e il fatto di indossarne vari,
tutti rigorosamente abbinati, era considerato indispensabile per apparire “alla moda”. Le borse erano di
norma piccole clutch piatte o pochette arricchite da dettagli preziosi.
Per le scarpe da giorno si preferivano le cosiddette cuban heels (scarpe di norma chiuse con tacco
caratterizzato dal lato interno pressoché verticale), le arcinote Mary Janes, le Oxford stringate e le T-
strap. Per la sera si usavano sandali o scarpe peep-toe (cioè aperte in punta). Verso la fine del decennio
cominciano a diffondersi anche le "zeppe".
[Possibile proiezione del video di Yamato: https://www.youtube.com/watch?v=lQbQ6Y99n9A ]
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LA MODA UOMO
Per quanto riguarda la moda uomo, invece, potremmo usare una sola parola (anzi, un solo personaggio)
come sintesi. Quale? Semplice, Superman! No, non sono impazzita e non mi metterò a parlare di
fumetti - nonostante li ami moltissimo -, ma il famigerato Clark Kent alias Superman è sicuramente
l'esempio dell'"uomo ideale" prodotto dalla cultura americana degli anni '30.
Nato nel 1933, l'eroe dalla doppia identità incarna l'estetica inseguita dagli uomini e dalla moda di quegli
anni: spalle larghe, vita stretta e gambe "coniche", per un fisico atletico e iper-mascolino. Così, nella
moda uomo, si diffondono le giacche a doppio petto con spalle molto ampie - estese oltre la linea
naturale per arrivare fino alla linea del bicipite, spesso con l'aiuto di spalline - e taglio a V, con vita
strettissima, e i pantaloni ampi, spesso caratterizzati da una piega molto netta.
LA MODA GIORNO
Se si escludono le scelte di stile delle classi più alte per gli eventi formali (con look che comprendevano
frac, cilindro e guanti), tipiche degli inizi del decennio, la moda uomo per il giorno era quella del
businnesman.
In inverno, cappotto a doppio petto in tweed - con tasche molto ampie e bavero a punta, per rendere
ancora più marcata la forma a V del torso - e completo tre pezzi costituivano gli elementi essenziali
della moda giorno. Per uno stile più informale, le fantasie che più andavano di moda erano quelle a
quadri o a righe di medie dimensioni, mentre per un look più formale si preferiva la tinta unita (blu,
grigio o marrone) associata ad una camicia in seta bianca con colletto "rovesciato". Come accessori,
immancabili erano la cravatta, i guanti in pelle, il bastone da passeggio o l'ombrello e il cappello,
principalmente fedora o bombetta.
I pantaloni, la cui vita superava quella naturale di 6-7 cm, avevano una forma "a colonna" e l'orlo dritto
ed erano molto più ampi di quello che oggi consideriamo la norma. Quando si desiderava apparire più
formali, i pantaloni avevano il medesimo colore della giacca (lo specifico perché, a differenza di quanto
si potrebbe pensare, all'epoca non era così scontato che un completo fosse acquistato per intero e tutto
della medesima stoffa e colore), mentre per un look meno sobrio si sceglievano pantaloni a fantasia che
spesso venivano risvoltati o infilati nei calzini.
Le camice non erano molto diverse da quelle che si usano oggi. Il colletto, abbastanza largo (come del
resto doveva essere il bavero della giacca) era fermato da bottoni e per i colori, oltre al classico bianco e
blu, si sceglievano anche toni piuttosto accesi che andavano dal giallo, al verde, al grigio, al borgogna
oppure fantasie che andavano dal più classico rigato al cosiddetto windowpane check (una fantasia a
grossi scacchi che oggi si vede raramente).
Oltre alla camicia classica, in questi anni si diffondono anche le Polo e le camicie del tipo "sahariana",
con manica corta e 4 tasche sul davanti. Un altro elemento utile per un look casual erano i pullover: in
precedenza indossati solo dalle classi più umili, negli anni '30 divennero un capo trendy, indossato
sopratutto dai più giovani.
LA MODA FORMALE
Per gli eventi formali, il tuxedo era d'obbligo. Anche in questo caso la giacca presentava spalle larghe e
vita stretta e alta, mentre i pantaloni erano meno larghi di quelli da giorno, pur presentando la classica
forma "a colonna". Le fantasie di papillon e cravatte, di solito in seta, lasciavano spazio al ben più
sobrio nero, e nel taschino della giacca non doveva mai mancare una pochette o un bel fiore fresco.
GLI ACCESSORI
Oggi come ieri, è dagli accessori che si distingue l'uomo di classe, e negli anni '30 era molto difficile che
un gentiluomo girasse per strada senza il suo fido cappello. Oltre al fedora e alla bombetta, per l'estate
erano molto di moda la paglietta o il flat cap (quello che noi chiamiamo coppola).
Gli anni '30 sono gli anni del boom degli occhiali da sole, con lenti piccole e rotonde. Una curiosità:
questi occhiali venivano anche affettuosamente chiamati "cheaters" (ingannatori, traditori) poiché
rendevano più difficile identificare e riconoscere chi li indossava.
Al collo, oltre alla cravatta d'ordinanza (corta e piuttosto larga, solitamente di seta, a tinta unita o nelle
più svariate fantasie), negli anni '30 iniziano a portarsi anche le sciarpe di seta, mentre nel taschino,
come già detto, non poteva mai mancare una pochette o fazzoletto da tasca, soprattutto nelle occasioni
più formali. Per difendere le mani dal gelo dell'inverno, i guanti di pelle, di solito di colore naturale,
erano un accessorio immancabile.
Ai piedi, i gentiluomini indossavano più o meno i medesimi modelli che andavano di moda nel
decennio precedente. Oxford, bicolori o monocrome, con o senza impuntura, e, più in generale scarpe
"a coda di rondine". Per le occasioni meno formali, si indossavano anche mocassini e Ked's con la suola
di gomma. Le calze, ovviamente di seta, presentavano le fantasie più disparate, ma erano principalmente
a quadri o a righe, come i tessuti dei completi indossati abitualmente dai gentiluomini, anche se non era
assolutamente considerato disdicevole indossare calze dai colori brillanti sotto formalissimi completi
grigi o marroni.
[possibile
proiezione
di
parte
https://www.youtube.com/watch?v=BLMk2W3GQA0 ]
del
video
di
Yamato:
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GET THE LOOK...!
Purtroppo, per gli anni '30 non è affatto facile reperire abiti vintage, e, soprattutto, non è economico: gli
abiti di quest'epoca, infatti, - sia per uomo che per donna - sono rari da trovare e perciò particolarmente
costosi. Quindi, che fare?
La cosa migliore è arrangiarsi con abiti moderni o di un vintage più recente ed accostare i vari capi così
da riprodurre nel modo più fedele possibile lo stile originale. Esiste anche l'opzione - spesso non meno
dispendiosa di quella "vintage originale" - di acquistare riproduzioni in negozi dedicati.
Per quanto riguarda gli accessori, dal momento che molti di essi sono ancora in voga, vi direi
semplicemente di guardarvi intorno e sbizzarrivi, cercando di essere il più possibile fedeli allo spirito
dell'epoca.