Scheda film - Cineteatro Baretti

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Scheda film - Cineteatro Baretti
PORTOFRANCO
IL CINEMA INVISIBILE AL BARETTI
15 - 17 aprile 2009, ore 21.00, CineTeatro Baretti
UNDER MY SKIN
di Massimo Bavastro
Regia di Daniele de Piano
Con Antonio Merone e Francesco Stella
Produzione Compagnia di Teatro I Fratellini
Uno spettacolo coraggioso; una storia d’amore raccontata
nell’ultimo suo giorno, il giorno in cui tutto finisce; e tutto
è reso con sapiente violenza ed estrema dolcezza.
Presentando questo coupon
alla cassa del teatro
è possibile avere
2 biglietti di ingresso
a 10,00 euro
(anziché 16,00 euro)
E’ necessaria la prenotazione
dei posti (via mail o telefonica).
A SOAP
(Versione originale con sottotitoli)
Regia:
Cast:
Durata:
Nazionalità:
Genere:
V ia Baretti 4 - 10125 Torino
Tel./Fa x 011 655187 - [email protected]
Pernille Fischer Christensen
Claes Bang, Joan Bentsen, David Dencik,
Trine Dyrholm, Tom Hale, Jakob Ulrik Lohmann,
Christian Mosbæk
104 minuti
Danimarca, 2005
Drammatico
Via Baretti 4 - 10125 Torino - Tel./Fax 011 655187
w w w.cineteatrobaretti.it - [email protected]
Charlotte, 32 anni, è proprietaria di una clinica di bellezza. Un
giorno decide di abbandonare il
proprio compagno Kristian e di
andare a vivere in un appartamento che conserverà l’aspetto
della provvisorietà.
Al piano di sotto abita un giovane
transessuale che la donna conoscerà
comprendendone i problemi.
Film danese “classico” potremmo
definire questo En Soap che
riproduce volutamente lo stile di
una soap opera per scavare nelle
vite di due personaggi incerti sul
loro futuro che tali restano sino
allo scorrere dei titoli di coda.
Girato in modo claustrofobico
(l’unico ‘sguardo’ dall’esterno
dedicato ad alberi costantemente
e retoricamente in fiore) il film
poggia il suo interesse sulla
prestazione dei due protagonisti
e sulla capacità di raccontare la
sofferenza di una mente che vive
in un corpo che non le appartiene.
Con delicatezza (in particolare
per quanto riguarda i rapporti di
Ulrik/Veronica con la madre) e
senza retorica trans.
Il titolo non inganni: è puramente
sardonico e si riferisce alla passione
del protagonista Ulrich/Veronica
per le soap americane, unica via
di fuga da una realtà deprimente
e inappagante. Veronica è infatti
una trans tendente alla depressione, convive con l’adorato
cagnolino Miss Daisy, si prostituisce
in casa con clienti che a volte le
richiedono la realizzazione di
insolite fantasie coprofile o sadomaso
(“Faccio solo pompini e seghe”,
risponde lei) e attende con ansia
la lettera che le consentirebbe
l’operazione per il cambio di sesso.
Al piano di sopra abita l’instabile
Charlotte, una trentaquattrenne
titolare di una clinica estetica, in
crisi sentimentale dopo aver
lasciato il suo fidanzato Kristian
e poco invogliata ad arredare il
nuovo appartamento fresco di
trasloco. I due si conoscono grazie
a un doppio scambio di favori:
Veronica aiuta Charlotte a spostare
un letto da una stanza all’altra e
Charlotte ricambia regalandole
un fondotinta; quando Charlotte
la salva da un tentativo di suicidio
per ingestione di barbiturici, la
vicina la ringrazia facendole una
tenda nuova di cui Charlotte non
apprezza le balze per lei troppo
originali.
Tra le due vicine prevale ancora
la diffidenza, e solo quando Veronica
salva Charlotte da un brutale
pestaggio dell’ex che non si
rassegna all’abbandono, il rapporto
tra le vicine si intensifica sfiorando
anche l’intimità fisica in una scena
forte e insolita.
Girato interamente nei due appartamenti dei protagonisti (le
uniche inquadrature esterne sono
riprese del palazzo ‘filtrate’ da
alberi in fiore), ricorda nell’atmosfera claustrofobica e disincantata
il primo Fassbinder di ‘‘Perché
Perché il
signor R. è diventato matto?
matto?’’ e
‘Le
Le lacrime amare di Petra Von
Kant’.
Kant
’.
sensibile ma soprattutto di due
interpretazioni notevoli.
La regia è dogmaticamente
derivativa: luci naturali, camera a
mano e presa diretta (coproduce
la Nimbus Film legata a Lars Von
Trier). Le varie fasi della storia sono
intervallate da siparietti in bianco
e nero con un titolo pertinente
(il più toccante è ‘Due anime’),
inquadrature fisse e una voce off
che ‘riassume’ la vicenda come,
appunto, nelle puntate di una
telenovela.
C’è molto realismo e nessuna
concessione agli stereotipi
soprattutto nel descrivere
il personaggio trans (assai più
che in ‘Transamerica’): nessuna
esagerazione col trucco, il dolore acuto e profondo dovuto agli
squilibri umorali e fisici causati
dall’assunzione di ormoni, gli
stratagemmi per celare il sesso
maschile come il nastro da pacchi
appiccicato negli slip.
C’è molta umanità nel descrivere
due personaggi alla deriva,
entrambi passionali e disperatamente soli ma incapaci di tessere
rapporti umani che non cedano
alla nevrosi e all’insoddisfazione.
Merito di una regia accorta e
Prossimo appuntamento:
7 aprile 2009
ore 21.00
SOTTO LE BOMBE
di Philippe Aractingi