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sabato 7 marzo, ore 21
naturalis labor
Romeo Y Julieta tango
Per la Milonga prenotazione obbligatoria: [email protected]
con il sostegno di Comune di Ferrara, Regione Emilia Romagna, Ministero per i Beni e le Attività Culturali
teatro comunale claudio abbado - ferrara
stagione
2015
domenica
foto Leda & St. Jacques; dancers : Daniel Alwell, Kiera Hill and Alexander Hille
Il prossimo spettacolo
trittico che tocca con spettacolarità, vari aspetti
della danza di oggi e insieme esalta l’intelligenza
dei suoi interpreti.
Ad aprire lo spettacolo è lo spagnolo Cayetano
Soto, il cui stile molto strutturato attinge alle
emozioni descritte da una fisicità articolata e
dinamica, come dimostra lo spettacolare duetto
Zero in On, in cui Soto esprime tutto il suo estro
nella difficile arte della partnership, centro nevralgico della coreografia.
Un altro europeo, il greco Andonis Foniadakis,
firma Kosmos, creato per BJM nel maggio 2014.
Richiesto in tutto il mondo, Foniadakis è coreografo puro, e predilige un movimento ininterrotto tradotto in flusso di energia esplosiva
straordinariamente controllata. E, come si vede
fin dal magnetico incipit di Kosmos, riesce a
muovere l’ensemble con nitida visione spaziale,
senso della struttura e della composizione, regalando danze di gruppo di imponente fisicità e di
non comune maestria.
In chiusura, con Harry dell’israeliano-americano Barak Marshall BJM vira sull’espressività, sfidando i danzatori a ricreare una verità teatrale
fatta di caratteri ed emozioni reali. Un cimento
così ben superato dai danzatori di Robitaille,
da far sì che Harry (graffiante e ironica descrizione dell’eterna battaglia dei sessi, che porta il
povero Harry, illusoriamente spinto alla ricerca
dell’amore ideale, a scontrarsi con l’insondabile
mistero femminile) è diventato di fatto uno dei
titoli più acclamati dell’intero repertorio.
15 febbraio, ore 18
we associates
l’antico nome della formazione (quasi a voler
emanciparsi definitivamente dalla sua origine
jazzy), Robitaille inizia a condurre danzatori e
pubblico in percorsi coreografici nuovi, audaci
a volte, sperimentali e eclettici: “ma sempre puntualizza - con una priorità: mettere al centro
la danza e il danzatore”.
Costruire un repertorio contemporaneo ma di
ampio respiro, gradevole alle diverse latitudini
e comunque con una giusta ambizione di evoluzione artistica è un processo lungo, complesso e
rischioso. Robitaille non ha però timore di sperimentare: “quello che mi interessa in una creazione - usa infatti dire - è sostanza, originalità
e novità” e così subito inizia a stringere collaborazioni con coreografi delle ultime generazioni,
in primis canadesi (come Crystal Pite e Aszure
Barton, entrambe residenti al BJM per quattro
anni), e ben presto del più ampio scenario internazionale. Inoltre, il direttore mette a fuoco
un’altra esigenza: “non solo mostrare versatilità
tecnica e stilistica, ma riuscire ad emozionare
con la danza contemporanea.”
Ed ecco così che le proposte dei BJM si colorano
di tonalità diverse, segnate dall’estro, la poetica,
la teatralità degli autori invitati, che sia l’esplosiva mediterraneità di Bigonzetti, la sinuosa
musicalità di Rodrigo Pederneiros, la gioconda
esuberanza di David Parsons o il concettualismo
rigorso di Benoit Lachambre.
Perfetto esempio della visione di Robitaille è il
programma presentato al Teatro Comunale: un
/
/
coreografie di Cayetano Soto / Andonis Foniadakis / Barak Marshall
stagione
2015
Les Ballets
Jazz de
Montréal
direttore artistico Louis Robitaille
ZERO IN ON
coreografia Cayetano Soto
assistente al coreografo
Laura Fernandez Castillo
musica Philip Glass
concezione luci Cayetano Soto
realizzate da Daniel Ranger
concezione costumi Cayetano Soto
realizzati da Anne-Marie Veevaete
interpreti Céline Cassone, Mark Francis Caserta
KOSMOS
città di Montauban nell’ambito del Festival danse en PlaceS,
Segal Center for Performing Arts (Montreal).
Questa creazione è dedicata alla memoria di Marjorie e
Gerald Bronfman, grandi mecenati del BJM.
BJM ringrazia il Consulat général d’Israel de Montréal per il
suo supporto.
la Compagnia Daniel Alwell, Christina
Bodie, Mark Francis Caserta, Céline Cassone,
Christian Denice, Alexander Hille, Kiera
Hill, Nicholas Korkos, Morgane Le Tiec,
Guillaume Michaud, Ashley Werhun / Intern
Saskya Pauzé-Bégin
coreografia Andonis Foniadakis
musica Julien Tarride
costumi Philippe Dubuc
luci James Proudfoot
interpreti tutta la compagnia
BJM ringrazia per il prezioso contributo
PRIMA NAZIONALE
durata dello spettacolo 100 minuti
compreso un intervallo
distribuzione International Music and Arts
HARRY
coreografia Barak Marshall
assistenti coreografi Inbar Nemirovsky,
Osnat Kelner, Lisa Davies
musiche Tommy Dorsey, Taraf Ionel
Budisteanu, Balkan Beat Box, The Andrews
Sisters, Anatol Stefanet, Dejan Petrovic,
Sidney Bechet, Warsaw Village Band, The
Hungarian Quartet, Goran Bregovic, Maria
Callas, Wayne Newton
luci Daniel Ranger
costumi Anne-Marie Veevaete
interpreti tutta la compagnia
Una produzione BJM in coproduzione con il Centre National
des arts (Ottawa), The Joyce Theater Foundation (New York),
circuito internazionale. Nel corso degli anni,
pur adeguando la propria identità al direttore
di turno (ora costeggiando lo spettacolare Broadway style con Yvon Michaud; ora il balletto
d’autore con Mauricio Wainrot) i Ballets Jazz
non hanno mai tradito il loro spirito originario,
nutrito di un energetico entusiasmo e di spigliatezza interpretativa. è stato però con l’arrivo alla
direzione di Louis Robitaille, nel 1998, che la
compagnia quebecchese ha trasformato la sua
identità artistica: senza rinnegare il passato, il
nuovo direttore impone infatti una svolta nella
concezione stessa della formazione, nelle proposte coreografiche da fare.
Star della danza canadese, Robitaille conosce
benissimo la storia dei Ballets Jazz: nella sua
scuola ha studiato e nella compagnia ha iniziato una brillante carriera. Ma soprattutto ha ben
chiaro che, al giro di boa del nuovo secolo, superato ogni limite stilistico e tecnico la danza ha la
sua ragion d’essere solo nell’originalità di visione di un vero autore e nella versatile sensibilità
del suo interprete. Così, ridotto ad un acronimo
UNA COMPAGNIA ALWAYS
‘ON THE MOVE’
Silvia Poletti
Quando i Ballets Jazz de Montréal fecero la loro
prima apparizione, oltre quarant’anni fa, forse
nessuno avrebbe davvero scommesso sull’evoluzione di quell’avventura artistica.
Con un ensemble formato da ragazze cotonate
e ragazzi con baffoni a manubrio e pantaloni a
zampa di elefante la compagnia sembrava voler
foto John Hall; dancers: Alfredo Garcia Gonzales e Céline Cassone
Intervallo
incarnare semplicemente lo spirito del tempo
con gioiosa esuberanza fisica e quella spensieratezza tipica di un certo entertainment nordamericano: per dirla con il critico Victor Swoboda, infatti, i Ballets Jazz de Montréal di quegli
anni erano “funky, hot e incantevolmente naïf”.
C’era però qualcosa, fin da allora, che doveva
far capire che l’esperienza non sarebbe stata
effimera. L’accostamento del termine balletto
al termine jazz non voleva infatti solo indicare
l’intento di mostrare una nuova forma di danza
che proprio nei primi anni ’70 stava cercando
una possibilità di sviluppo; piuttosto denotava una forma mentis precisa, un’attitudine al
lavoro e alla disciplina rigorosa e una filosofia
organizzativa strutturata e con una visione ad
ampio raggio. Non a caso, alla compagnia venne subito accostata una scuola per diffonderne
lo stile, ma soprattutto la presenza della compagnia nella prestigiosa vetrina mondiale del
festival veneziano Danza ’75 firmato Béjart la
impose all’attenzione dall’intera comunità della
danza, lanciandola immediatamente nel grande