Scuola di Ecologia dell`Architettura

Transcript

Scuola di Ecologia dell`Architettura
ISTITUTO UOMO E AMBIENTE
DIRETTORE M. SPADA
Scuola di Ecologia dell'Architettura
VADEMECUM DEI PRODOTTI ECOLOGICI PER L’ARCHITETTURA
NOVEMBRE 2002
A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
VADEMECUM DEI PRODOTTI ECOLOGICI PER L’ARCHITETTURA
Dati recenti stimano che il solo settore edilizio è responsabile di circa il
40% del consumo di materie prime, del 40% del consumo di energia, del
30% della produzione di rifiuti solidi, e del 30% della produzione di
anidride carbonica immessa in atmosfera. Il risultato finale di tale attività
è il crescente inquinamento diffuso a tutti i livelli.
L’edilizia ecologica nasce come reazione a tale grave crisi ambientale.
I sintomi diretti più rilevanti di questa crisi in atto sono:
- l’inquinamento atmosferico (immissione di CO2 e altri gas) e i suoi
effetti negativi quali: l’effetto serra, la distruzione dello strato di
ozono della stratosfera, e le piogge acide;
- l’esaurimento delle risorse naturali non rigenerabili (petrolio, gas
natuale);
- l’inquinamento delle acque, del suolo e sprechi di acqua
potabile;
- dissesti idrogeologici che si verificano in ogni parte del pianeta;
- distruzione dell’ecosistema e diminuzione delle biodiversità.
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
L’obiettivo generale dell’edilizia ecologica è quello di progettare e
costruire edifici che non causino gravi effetti negativi sull’ambiente e
sulla salute dei suoi abitanti. Tale obiettivo è raggiungibile attraverso un
progetto che tenga conto dei seguenti fattori:
1) analisi reale dei fabbisogni e uso razionale del territorio;
2) progettare secondo il clima locale e sfruttare l’energia solare
anche attraverso l’utilizzo di edifici passivi;
3) limitare i consumi di energia fossile non rinnovabile e usare fonti
energetiche alternative e rinnovabili;
4) evitare emissioni dannose tipo fumi, gas, acque di scarico, rifiuti;
5) ridurre gli sprechi di acqua potabile;
6) depurazione delle acque reflue inquinate;
7) costruire edifici di qualità, che siano durevoli nel tempo, salubri e
sicuri anche in caso di incendio e di calamità naturali;
8) evitare rischi per la salute dei lavoratori in fase di costruzione e
degli abitanti;
9) utilizzare materiali ottenuti da materie prime rigenerabili,
autoctone e riciclabili;
10) smaltire ecologicamente i rifiuti o procedere al loro riciclaggio;
11) rispettare l’ambiente in tutte le sue forme.
CATEGORIA
DESCRIZIONE
ESEMPI
1
Materiali riutilizzabili
(per lo stesso uso)
Mattoni pieni, lastre in pietra
naturale, tubi di rame, finestre
2
3
4
5
Legno, fibre di legno,canne
palustri, lino, canapa, lana, paglia,
pietre, argilla, mattoni crudi
Materiali riciclabili solo
Laterizio, calcestruzzo, derivati del
attraverso processi di
legno non trattato con sostanze
trasformazione
chimiche
Materie plastiche, materiali
Materiali riciclabili solo
composti e non separabili, cavi
attraverso processi complessi
elettrici
Materiali riciclabili
o biodegradabili
Materiali non riciclabili che
devono essere distrutti
Mattoni pieni, lastre in pietra
naturale, tubi di rame, finestre
- Tabella di analisi dei materiali “riciclabili” utilizzati nell’edilizia
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
La direttiva CEE 89/106 del 1988 definisce sei requisiti essenziali dei
materiali e dei prodotti da costruzione:
1)
2)
3)
4)
5)
6)
resistenza meccanica e stabilità;
sicurezza in caso di incendio;
igiene, salute e ambiente;
sicurezza nell’impiego;
protezione contro il rumore;
risparmio energetico e ritenzione di calore.
Per tale ragione gli edifici devono essere progettati e costruiti in modo
che l’igiene e la salute degli occupanti e dei loro vicini non vengano
compromesse da emissioni di gas e radiazioni nocive, da polveri, da
inquinamenti dell’acqua e del suolo, dallo smaltimento inadeguato
delle acque di scarico, da fumi, rifiuti solidi e liquidi e dall’umidità degli
elementi costruttivi.
All’interno delle unità abitative, anche a causa delle normali attività
domestiche, si accumulano e stazionano i seguenti inquinanti:
- prodotti del metabolismo;
- prodotti di combustione da attività domestiche e di riscaldamento
(vapore acqueo, monossido di carbonio, ossidi di azoto,
idrocarburi);
- fumo di tabacco;
- composti organici volatili (formaldeide, solventi);
- microrganismi quali protozoi, funghi, batteri e viri;
- radon e sostanze radioattive;
- emissioni da apparecchiature elettriche ed elettroniche
(inquinamento elettromagnetico).
Per quanto riguarda i materiali da costruzione, i più inquinanti sono quelli
utilizzati per realizzare pavimentazioni, pareti, rivestimenti, soffitti,
isolamenti termoacustici, pitture, conservanti del legno, collanti,
impermeabilizzanti e sigillanti, impianti elettrici, sanitari, murature, mastici.
Sono questi materiali in particolare che interessano maggiormente la
nostra salute, in casa è inevitabile entrare in contatto con tali prodotti.
In un ambiente ristretto ed ermetico, quale quello domestico, la
concentrazione di emissioni inquinanti è assai elevata, maggiori sono
quindi le probabilità di contrarre gravi patologie.
Per concludere, è evidente che tutte le attività produttive, edilizia
compresa, debbano tener conto dei gravi danni arrecati all’ecosistema.
Una maggiore attenzione al problema ecologico resta quindi l’unica
soluzione per preservare il pianeta e ancor prima la nostra salute.
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
ANALISI DELLE FASI COSTRUTTIVE DI UN EDIFICIO
La costruzione di un edificio può essere schematizzata in sette fasi
successive, di seguito elencate:
•
•
•
•
•
•
•
Fondazioni e strutture portanti;
Muri perimetrali e tamponamenti;
Solai;
Muri divisori;
Tetti e coperture;
Finiture interne;
Impianti.
FONDAZIONI E STRUTTURE PORTANTI
Le fondazioni costituiscono l’elemento principale, di una costruzione.
Possono essere realizzate con diversi tipi di materiale ma attualmente il
più diffuso è il calcestruzzo.
Il calcestruzzo è un materiale composto ottenuto impastando leganti
idraulici tipo cemento Portland con sabbia e inerti.
L’utilizzo di questo materiale, pur essendo indispensabile in edilizia,
potrebbe risultare dannoso per la salute qualora fosse riscontrata,
durante la cottura in altoforno delle rocce calcare e delle argille,
l’aggiunta di altre sostanze sintetiche quali gli additiv i polimerici (per
potenziarne le caratteristiche) che potrebbero contenere elementi
radioattivi.
I manufatti di calcestruzzo sono inoltre fortemente igroscopici pertanto
avendo basse capacità isolanti si è costretti, in fase costruttiva, a
utilizzarli con rimedi e coibentazioni.
Pur essendo molto ridotto il rischio di contatto diretto tra gli occupanti
delle case e le fondazioni esiste tuttavia un problema rilevante.
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
Qualora si verificassero problemi di fessurazione nel sistema di attacco
dell’edificio a terra, dalle fessure potrebbero esserci risalite di gas
inquinanti, quali a esempio il radon, e non meno gravi anche infiltrazioni
d’acqua responsabili dell’inquinamento biologico localizzato.
I ferri delle armature nel cemento armato provocherebbero interferenze
al campo magnetico naturale terrestre, modificando il reticolo di
Hartmann. E’ consigliabile, per rimediare a tale interferenza, inserire nelle
armature un nastro d’acciaio come dispersore creando una messa a
terra di tutto il sistema.
Il calcestruzzo è per natura un buon impermeabilizzante ma i tempi di
asciugamento sono lunghi, la trasmittanza di calore è elevata, e sulla
sua superficie fredda si forma facilmente la condensa, per tale motivo al
suo utilizzo si associa sempre un coibente o una guaina
impermeabilizzante.
MURI PERIMETRALI
Tutti i muri determinano fortemente le condizioni climatiche interne e
quindi il benessere abitativo.
Essi devono avere la capacità di assorbire l’eccessiva umidità dell’aria
interna, che si forma in presenza di persone, di vapori di cucina e di
restituirla all’aria quando questa è di nuovo diventata più secca.
Questa capacità la possiedono i materiali porosi e leggermente
igroscopici, come per esempio il laterizio e il legno. Anche l’intonaco
deve possedere questa caratteristica, il più adatto è quello di calce
confezionato senza cemento.
I muri devono inoltre possedere una elevata inerzia termica, essere cioè
capaci di assumere calore e di mantenerlo a lungo. Sotto questo
aspetto i materiali più adatti sono i mattoni pieni e semipieni che
accumulano e mantengono a lungo il calore assunto.
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
Nei moderni edifici la funzione portante viene normalmente assunta da
un telaio di cemento armato e i muri perimetrali sono di solito costruiti in
laterizio e in materiali termoisolanti, ma è ancora conveniente costruire
edifici con muri portanti.
PARETI OMOGENEE
I materiali frequentemente utilizzati per le murature portanti sono i
mattoni pieni in argilla, blocchi di laterizio alleggerito, gasbeton, terra
cruda.
Per assolvere alla loro funzione portante, le murature devono avere uno
spessore di almeno 25/30 cm. Per tale caratteristica, la loro massa e il
loro peso risultano essere più elevati, soddisfando naturalmente già
alcuni dei requisiti termoacustici richiesti per le loro funzioni.
I muri omogenei sono inoltre di più facile esecuzione e causano meno
problemi a lungo termine; solamente gravi errori costruttivi possono
provocare danni.
Un muro in blocchi semipieni in laterizio alleggerito, dello spessore di 45
cm, intonacato su ambedue le facce, pesa 360 Kq/Mq contro i 650
Kq/Mq dei mattoni pieni, con un valore fonoassorbente di 52 dB.
E’ evidente che l’utilizzo di grossi spessori diventa poco conveniente per
la riduzione dello spazio interno, per questo si utilizzano spessori inferiori.
Per l’isolamento termico dei muri portanti di minore spessore si consiglia
di montare pannelli termoisolanti, in fibre minerali o sughero, alle pareti e
proteggerli con un rivestimento. Molto adatti a essere intonacati sono i
pannelli in trucioli di legno mineralizzati montati meccanicamente.
PARETI A INTERCAPEDINE
Nell’edilizia moderna, per recuperare gli spazi al centimetro, i muri
perimetrali sono realizzati a intercapedine. Questi muri risultano essere
composti da due paramenti paralleli distaccati da uno spazio vuoto per
consentire l’inserimento di materiale termoisolante necessario per la
coibentazione. Sono di solito muri di tamponamento.
Molti materiali termoisolanti utilizzati nell’intercapedine assorbono
facilmente umidità e quando si inumidiscono perdono le loro proprietà
termoisolanti. Pertanto si consiglia di costruire intercapedini ventilate che
permettano a questi materiali di asciugarsi. Nel caso di edifici con telaio
portante e muri perimetrali di tamponamento il problema dei ponti
termici è risolvibile facendo passare il paramento esterno e lo strato
termoisolante all’esterno dei pilastri.
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
SOLAI
I solai delimitano i diversi piani di un edificio, trasmettono i vari carichi
sovrastanti, sono barriere termoacustiche e, in caso di incendio,
impediscono la propagazione del fuoco.
Più che il suono d’aria, i solai devono isolare dal rumore di calpestio. La
migliore soluzione è un pavimento galleggiante, un pavimento cioè il cui
strato di calpestio (o massetto di sottofondo) è diviso dal solaio portante
da uno strato di materiale morbido ed elastico (spessore 1-2 cm).
Lo strato di calpestio deve essere isolato anche lateralmente contro i
muri perimetrali in quanto anch’essi trasmettono il rumore.
I materiali fonoisolanti più usati sono i pannelli alveolari (per esempio
polistirene espanso) o fibrosi (pannelli di fibre di legno duri o di media
durezza).
MATERIALI ISOLANTI NELLE MURATURE
La realizzazione di murature in cemento armato o di un isolamento mal
fatto che utilizzi prodotti con caratteristiche di non traspirabilità,
potrebbero causare considerevoli danni come la formazione di
condense e muffe.
L’adeguato dimensionamento dello spessore delle murature con l’utilizzo
di laterizio, consente di evitare l’impiego di ulteriori isolanti o comunque
di limitarne l’uso.
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
Evitare di utilizzare coibentazioni sintetiche quali: espansi e schiume,
polistirolo, polistirene, poliuretano, lana di vetro o di roccia. Utilizzare
invece prodotti che garantiscono buone qualità traspiranti e prodotti
con basso impatto ambientale quali: sughero in lastre, fibre di legno in
pannelli, fibre di cocco, lana di cellulosa, lana di pecora.
MURI DIVISORI
Uno dei requisiti più importanti dei muri divisori è il potere fonoisolante, la
capacità cioè di ridurre la trasmissione dei rumori. Per conferire le
proprietà acustiche necessarie ai divisori costruiti in materiale leggero,
laterizio forato, si costruiscono normalmente pareti doppie a
intercapedine.
I divisori possono essere costruiti anche con altri materiali quali gas beton
ed elementi di gesso, rifiniti con stucco e con un intonachino di pochi
millimetri.
L’utilizzo di tali materiali, come per i muri perimetrali, non risulta dannoso
per la salute se non per un diretto contatto con i materiali fonoisolanti o
con intonaci contaminati.
TETTI E COPERTURE
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
Il tetto ha il compito di proteggere efficacemente l’edificio dagli eventi
atmosferici (acqua meteorica, neve, vento, gelo, calore e umidità).
La forma del tet to è alla base di un buon progetto. Questa dovrebbe
essere semplice a una o due falde, oppure a padiglione, in quanto le
interruzioni della sua superficie, come lucernari, terrazze, balconi e
comignoli costituiscono punti deboli.
Oggi, la maggior parte dei tetti è costruita in latero-cemento, cioè in
travi di calcestruzzo e pignatte. Sulla superficie superiore viene steso un
intonaco o gettata una soletta in calcestruzzo (spessore 4-6 cm) e
armata con rete elettrosaldata. Su questo supporto si stende lo strato
termoisolante, sul quale poi si posa il manto di copertura.
Il manto dei tetti, tegole o coppi, viene spesso direttamente posato sullo
strato termoisolante.
Le alte temperature che in estate si verificano sotto questi manti
possono alterare i materiali termoisolanti sintetici (polistirene e
poliuretano) che in condizioni di elevate temperature, cominciano a
rammollirsi.
Il surriscaldamento dei materiali termoisolanti si può prevenire facendo
circolare l’aria tra lo strato termoisolante e il manto di copertura (tetto
ventilato). L’aria che affluisce dalla parte della gronda e fuoriesce dal
colmo asporta calore e il vapore acqueo che dovesse trasmigrare dagli
ambienti sottostanti, inoltre espelle e asciuga l’acqua piovana
eventualmente spinta sotto le tegole.
Per la salubrità degli ambienti si consiglia di utilizzzare, per le
coibentazioni, materiali di origine vegetale quali:
- sughero sotto forma di granulato oppure in pannelli;
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
trucioli di legno mineralizzati,
fiocchi di cellulosa (trattati con sali borici per ridurne
l’infiammabilità e prevenire l’infestazione da parte di insetti e
muffe);
- pannelli morbidi di fibre di legno;
- fibre di cocco;
- lana di pecora.
Per le impermeabilizzazioni, si consiglia di evitare guaine sintetiche le
quali oltre ad essere altamente inquinanti non consentono la
traspirabilità degli ambienti, e di utilizzare materiali vegetali quali:
- intonaci impermeabilizzanti;
- carta crespa Kraft;
- carta oleata;
- carta da barriera al vapore.
-
FINITURE INTERNE
Le finiture interne alle unità abitative sono le maggiori responsabili delle
cattive condizioni di sicurezza e salubrità degli ambienti, in quanto
sussiste un contatto diretto tra le superfici emittenti e gli abitanti, inoltre è
elevato il rapporto tra le superfici trattate e il volume abitativo.
L’eccesso di emanazioni gassose provenienti dai prodotti utilizzati e la
scarsa traspirabilità che tali sostanze determinano sono i fattori principali
di questo inquinamento “indoor”.
INTONACI
L’intonaco conferisce alle pareti e ai soffitti di casa una finitura regolare
ed esteticamente valida, protegge il sottofondo sul quale viene
applicato ed esercita un effetto equilibrante sul clima interno,
assorbendo umidità in eccesso e diffonde vapore acqueo.
L’intonaco preferibile per interni è quello eseguito con malta di calce in
quanto è traspirante e non altera il comportamento fisico della
muratura.
Gli intonaci eseguiti con malte cementizie non consentono la diffusione
del vapore e il loro effetto sul clima interno è negativo.
L’intonaco per gli esterni deve essere idrorepellente, ma non
impermeabile e deve permettere la diffusione del vapore per consentire
l’asciugatura della muratura. Questa proprietà si ottiene aggiungendo
alla malta di calce spenta la pozzolana.
Molto apprezzabile è il riutilizzo di intonachini a base di grassello di calce,
sabbia, polveri di marmo e pigmenti naturali.
Nelle costruzioni in terra cruda si usa un intonaco d’argilla ottenuto da
una malta composta d’argilla grassa, sabbia e paglia triturata.
Internamente vengono coperti con latte di calce per aumentarne la
presa della pittura. Questo intonaco possiede un’elevata capacità
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
assorbente, regola l’umidità dell’aria ed esercita un effetto positivo sul
clima interno.
SOTTOFONDI E PAVIMENTI
- Sottofondi
Tutti i pavimenti per essere posati richiedono un sottofondo
particolarmente liscio e piano. Di solito si tratta di una soletta di 3-5 cm
gettata direttamente sul solaio già premunito di uno strato termo e
fonoassorbente (pavimento galleggiante). Questa soluzione è
indispensabile per evitare la trasmissione del rumore di calpestio e gli
sbalzi di temperature tra i solai.
Le malte più usate sono quelle a base cementizia di più facile
lavorabilità e veloce essiccazione, che consente risparmi di tempo per la
posa dei pavimenti.
Si consiglia per tale operazione l’utilizzo di malta di calce e trass, che
può essere confezionata solo in cantiere ed ha un tempo di essiccazione
più lungo.
-Pavimenti
Le comuni piastrelle da pavimento o da rivestimento in ceramica
presentano un piano di supporto e una smaltatura.
La smaltatura consiste di composti ossidati di varia fattura che possono
contenere molteplici elementi: arsenico, piombo, boro, cadmio,
alluminio, calcio, cromo, potassio, cobalto, rame, litio, magnesio,
manganese, sodio, nichel, fosforo, zolfo, selenio, stronzio, titanio, uranio,
zinco o stagno.
A seconda della consistenza e della porosità della piastrella possono
essere rilasciati nell’aria per anni metalli pesanti. Inoltre tale superficie se
da una parte le rende impermeabili all’umidità, dall’altra non consente
la traspirabilità dei sottofondi.
Per quanto riguarda le superfici di calpestio è consigliabile l’utilizzo di
piastrelle in cotto, purche si tratti di manufatti ottenuti attraverso l’utilizzo
di argille da cava che, dopo la cottura, non siano stati trattati con
prodotti o vernici che ne impediscano la traspirabilità.
Anche per le pavimentazioni il legno è il prodotto ecologico più diffuso,
se questo non viene trattato con vernici e collanti sintetici.
Occorre fare attenzione alla presenza nelle composizioni di
formaldeide, fenolo, resine poliuretaniche ed epossidiche, derivati dal
benzene, diclorometano, tetracloruro di carbonio, trementina sintetica.
Le resine collanti contenute nell’adesivo utilizzato per la posa possono
emettere composti organici volatili per lungo periodo. Evitare la
sigillatura degli interstizi con schiume, resine, mastici, e siliconi.
Nel caso di pavimentazioni prefinite, in cui la posa non prevede un
successivo trattamento delle superfici, gli interstizi rimangono non protetti
e mettono direttamente in comunicazione il fondo su cui è steso il
collante con l’ambiente confinato.
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
I prodotti vernicianti di finitura di particolare tenacia e durata
(formulazioni di resine poliuretaniche ed epossidiche) rilasciano composti
organici volatili per tutta la durata della loro vita utile.
Utilizzare collanti a base di leganti di origine vegetale quali: Dammar e
resine vegetali, lattice naturale e caseina di latte, e trattare le superfici
lignee con olio di lino e cera d’api.
IMBIANCATURE E VERNICIATURE
Se da un lato le finiture hanno la funzione di decorare, dall’altro devono
anche proteggere dal degrado e dall’usura. Ciò implica che i materiali
scelti rispondano a caratteristiche qualitative controllabili, che siano
durevoli e sicuri.
La responsabilità dei prodotti di finitura nel determinare la salubrità
dell’aria interna è molto elevata poiché sussiste un contatto diretto,
come nel caso delle verniciature che rappresentano lo strato finale di
tutti quegli agglomerati sinora utilizzati per costruire le pareti circostanti di
casa nostra.
I vernicianti si classificano secondo la loro composizione e possono
essere a base di legante in dispersione acquosa e a base di legante in
soluzione.
I primi si ottengono da particelle di resina sintetica con funzione
filmogena disperse in acqua, per tale motivo tra le due è la soluzione
migliore in quanto la loro influenze sull’inquinamento dell’aria è
attenuata dall’acqua.
I secondi si ottengono da particelle di resina sintetica in solventi che
hanno la funzione di sciogliere i leganti resinosi senza alterarne la natura
chimica e di abbassare, quindi la viscosità del prodotto. Hanno
maggiore azione protettiva sulle superfici trattate e maggiore durabilità
ma assai pericolosi.
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
Durante la messa in opera di tali vernici, il solvente in esso contenuto , a
contatto dell’aria, evapora rilasciando grandi quantità di composti
organici che in caso d’inalazione potrebbe causare malattie respiratorie
e tumori.
I solventi quali: l’acetato di etile, acetone, alcoli, benzolo, butanolo,
cloroformio, diclorometano, trielina, si trovano anche nelle colle, nei
liquidi correttori, nei pennarelli, nei prodotti in uso nelle tintorie a secco,
nei detergenti e nei disinfettanti, nei prodotti per l’agricoltura.
Le pitture murali e le vernici sintetiche sono addizionate con dei
conservanti e la ricerca di laboratorio ne ha messi a punto oltre un
centinaio.
Il più economico ed efficace tra i conservanti è la formaldeide.
La formaldeide o aldeide dell’acido formico, è un gas incolore con
odore penetrante, che si scioglie ottimamente in acqua: la formalina ad
esempio è una soluzione acquosa che contiene dal 35 al 50% di
formaldeide e sino al 15% di metanolo.
Dal 1979 si sa con assoluta certezza che questa sostanza può provocare
il cancro. Inutile dire che l’esposizione continua a questo prodotto è
inevitabile all’interno delle mura domestiche.
La formaldeide non è solo utilizzata nell’edilizia (vernici, schiume
epossidiche, legni truciolari, cera per pavimenti) ma anche nell’industria
alimentare per accelerare la maturazione della frutta e della verdura,
fuoriesce dalle palline antitarme, dagli spray per la pulizia dei forni. Si
trova negli abiti ingualcibili, nei concianti, nei colori, e nei prodotti
chimici per la fotografia, è usata negli shampoo, nei deodoranti, negli
insetticidi, nei funghicidi, nei concimi chimici, nei collanti, nei saponi, nei
dentrifici, sui tappeti, sulle tende e sulla moquette.
L’edilizia ecologica consiglia per tale motivo l’utilizzo di pitture realizzate
con prodotti naturali.
La pittura murale più semplice e più economica è quella a calce (latte
di calce) che contiene solo acqua e calce spenta. La calce funge da
legante, pigmento e disinfettante.
La pittura alla caseina è composta da acqua, caseina, inerti e un
pigmento che può essere la calce spenta.
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA
Molto utilizzate sono anche le pitture a colla d’amido o di cellulosa,
vernici ad olio e per gli esterni molto utilizzate sono le pitture ai silicati.
Fabrizio Patriarca
I disegni sono tratti da U. Winkle
“Manuale di Bioedilizia” – DEI Editore
Bibliografia:
- S. Piardi, P. Carena, I. Oberti, A. Berti
“Costruire edifici sani” – Maggioli editore
- A. Baglioni
“Costruzioni e recupero dei rifiuti” – in Ambiente Costruito n°4, 1977.
- U. Winkle
“Manuale di Bioedilizia” – DEI Editore.
- U. Winkle
“Dizionario dell’edilizia bioecologica” – Roma 1999.
- S. Bruno
“Opere edili e bioedilizia” – Il Sole 24 Ore.
- W. Pedrotti
“Il grande libro della bioedilizia” – Demetra s.r.l.
- G. Righetti, L. Bari (Consorzio Poroton)
“L’edificio in muratura” – Edizioni B.I.N.
- D. Person
“La casa ecologica” – Ed. Touring Club, 1990.
- G. Bressa
“Materiali in edilizia e nell’arredo. Impieghi, aspetti tossicologici e
biocompatibilità” – Milano, 1998.
VADEMECUM DEI MATERIALI ECOLOGICI A CURA DI ARCH. FABRIZIO PATRIARCA