34 - Araberara

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34 - Araberara
Alto Sebino
Araberara - 8 Aprile 2011
LOVERE – AL VIA LA STAGIONE CONCERTISTICA PER IL 57° ANNO CONSECUTIVO
Andrea Marchesi
L’Accademia Tadini di Lovere, prima di tutto e per vocazione, è uno splendido contenitore
di cultura. Pinacoteca frutto di
un altissimo gusto del collezionismo privato, quando ancora
chi “aveva i soldi”, per usare
un’espressione colloquiale, faceva girare la cultura e l’arte,
non le belle macchine. Scuola
di musica che tramanda una
tradizione secolare e una Scuola di disegno per imparare, oltre
che ad amarlo il mondo, ad osservarlo per carpire e indagare
il suo meglio. L’Accademia
Tadini ha sede in uno splendido
palazzo neoclassico affacciato
sul lago d’Iseo, un Narciso architettonico che non affoga della sua bellezza ma che l’esalta
e la divulga al meglio che può,
perché le cose belle non vanno
godute nell’intimo ma nell’abbraccio con la comunità. L’edificio, voluto dal Conte Tadini
per ospitare la sua collezione di
oggetti d’arte, è aperto al pubblico dal 1828 ed è uno tra i più
antichi musei della Lombardia,
ma cosa ancor più stupefacente
è che ha mantenuto la sua identità di collezione ottocentesca.
Vero e proprio cuore della raccolta sono le opere di Antonio
Canova: la Religione, raro bozzetto in terracotta, e la Stele Tadini, consacrata alla memoria di
Faustino, figlio del conte, nella
cappella. La Galleria conserva
una ricca scelta dipinti di scuola lombarda e veneta dal XIV
al XVIII secolo - capolavori di
Jacopo Bellini, Paris Bordon,
del Pitocchetto, di Francesco
Hayez, e una ricca collezione
di porcellane italiane ed europee. Percorrendo le stanze della
Tadini si ha l’impressione che i
muri siano impregnati di storia,
non quella delle canzonette, ma
quella di chi amava confrontarsi con temi eternizzanti come il
bello e il giusto.
Il lago fa la sua parte di suggestione in un tardo pomeriggio di aprile assolato e tiepido, l’appuntamento è con Don
Gino Scalzi, Direttore onorario
dell’Accademia nonché Direttore della scuola di musica, e
Marco Albertario Conservatore, e come sempre ci arrivo
di corsa. Qualche secondo per
orientarmi e magistralmente
riesco ad imboccare lo studio
in cui mi aspettano. Anche qui
si respira cultura, nei libri addossati in ogni dove e impilati,
degli oggetti che così diventano
protagonisti animati. Mi accomodo e parto subito con l’intervista, il tema principe è naturalmente il via della 84ª Stagione
dei concerti, una rassegna di
altissimo livello. Liszt, Chopin,
Beethoven per citare solo alcuni nomi, quelli più altisonanti,
interpretati da Pietro di Maria,
dal Quartetto di Cremona, dal
Quintetto dell’Accademia Tadini ma non solo.
Don Gino, 90 anni compiuti, 57 anni che cura il festival
concertistico loverese, è soddisfatto, gli anni passano solo per
chi se li sente addosso: “Io mi
occupo principalmente della
scuola di musica e dei concerti,
ora alla Tadini abbiamo cinque
insegnanti distribuiti nell’apprendimento dei seguenti
strumenti: pianoforte, violino,
chitarra senza dimenticare
l’organo. Poi c’è la scuola di
disegno che proprio quest’anno è stata riaperta, l’avevamo sospesa per qualche anno
ma fortunatamente abbiamo
ripreso
quest’insegnamento
molto importante”. Don Gino,
all’interno di tutta questa vasta scelta, ha il suo strumento
preferito, gli si illuminano gli
occhi quando ne parla: “C’è la
scuola di organo ma purtroppo
non abbiamo nessun allievo,
spero che questa sia un’occasione per pubblicizzare la cosa.
L’organo è uno strumento fondamentale, oggi nelle chiese
usano i dischi ed è un peccato.
Purtroppo continuo a vedere
Alla Tadini una sviolinata
alla finestra della storia
sotto lo sguardo dell’arte
2 maggio, h. 21.15
Pietro De Maria, Pianoforte
G. Ligeti
Étude n. 8: Fém
Étude n. 10: Der Zauberlehrling
Étude n. 6: Automne à Varsovie
Étude n. 5: Arc-en-ciel
Étude n. 13: L’escalier du diable
F. Liszt
Da: Soirées de Vienne, 9 Valses-Caprices d’après
Schubertnn. 6 in la minore
Dalle Années de Pèlerinage, Deuxième Année – Italie
Sonetto 104 del Petrarca
Da: Grandes Etudes de Paganini, S141 n. 3 in sol diesis
minore («La Campanella»)
F. Chopin
Polonaise in fa diesis minore op. 44
Berceuse in re bemolle maggiore op. 57
Barcarola in fa diesis maggiore op. 60
Polonaise in la bemolle maggiore op. 53
9 maggio, h. 21.15
QUARTETTO DI CREMONA
Cristiano Gualco, Violino; Paolo Andreoli, Violino;
Simone Gramaglia, Viola; Giovanni Scaglione,
Violoncello.
A. Webern, Langsamer Satz.
L. Beethoven, Quartetto per archi in Si bemolle, op. 18 n. 6.
R. Schumann, Quartetto per archi, op. 41, n. 3.
16 maggio, h. 21.15
Quintetto dell’Accademia Tadini
Stefano Zanchetta, Violino; Glauco Bertagnin, Violino;
Marco Perini, Violoncello con
Claudio Piastra, Chitarra; Giuseppe Miglioli, Viola.
A. Vivaldi, Concerto in Re Maggiore per liuto e archi.
M. Castelnuovo Tedesco, Quintetto op. 143, per chitarra e quartetto d’archi
E. Roselli, Fantasia (2009)
L. Boccherini, Quintetto IV in Re Maggiore (G 448) “Il
Fandango” per chitarra e quartetto d’archi.
23 maggio, h. 21.15
Bruno Giuranna, Viola; Roberto Paruzzo, Pianoforte
B. Britten, Lachrymae. Reflections on a song of Dowland
R. Schubert, Sonata in la minore “Arpeggione”
D. Shostakovich, Sonata op. 147 (1975)
30 Maggio 2011, h. 21.15
Luciano Lanfranchi, Pianoforte.
F. J. Haydn, Sonata in Do minore, Hoboken XVI, n. 20
L. van Beethoven, Sonata in Do minore op.111
F. Chopin,
Valzer in La b, op. 34 n. 1
Valzer in La minore, op. 34 n. 2
Valzer in Do # minore, op64 n. 2
Valzer in La b, op. 42
M. Ravel, “Alborada del gracioso”, n. 4 da Miroirs
6 giugno, h. 21.15
JAZZ Club Bergamo sextet
Maurizio Moraschini, Sax tenore – soprano; Gigi
Ghezzi, Tromba e flicorno; Pierluigi Caracchi,
Pianoforte; Roberto Sannino, Chitarra; Vittorio Scotti,
Contrabbasso; Fabrizio Pintorno, Batteria;
F. Perkins, Stars fell on Alabama
G. Gershwin, Summertime
B. Strayhorn, Take the A train
J. Tiziol, Caravan
F. Churchill, Someday my prince will come
S. Porcaro, Human nature
J. Kosma, J. Prevert, Autumn leaves
B. Golson, I remember Clifford
B. Hebb, Sunny
H. Hanckock, Cantaloupe Island
C. Mangione, Children of Sanchez
G. Marks, All of me
H. Arlen, Over the Raimbow
K. Dorham, Blue bossa.
J. Kern, All the things you are.
L. Battisti, Mogol, e penso a te.
P. Daniele, Tu dimmi quando
B. Lauzi, Almeno tu nell’universo.
Iniziative rivolte al pubblico in Galleria
Museo in musica
Sabato pomeriggio, dal 4 giugno al 27 agosto 2011,
ore 17.00.
Accademia Tadini.
ingresso da via Tadini 40
(ingresso del Museo).
Piccole e preziose occasioni di ascolto, nella suggestiva
cornice di palazzo Tadini. Un repertorio d’eccezione affidato a interpreti giovani e giovanissimi, ma di grande
esperienza e con tanta voglia di raccontarsi e farsi ascoltare.
organi chiusi e fermi, talvolta
anche malandati. Purtroppo
gli organisti mancano...”. Don
Gino, se può confortarla, ho un
amico diplomato al Conservatorio in organo: “Benissimo,
gli dica di venire a fare un giro
a Lovere!”. Ma torniamo alla
scuola: “Tra pianoforte, violino e chitarra abbiamo circa
70 allievi, più quelli di disegno
che sono 12 bambini e 5 adulti”. Numeri cospicui per una
realtà importante come la Tadini. Mi sono informato, so che
per lei la Tadini è una “questione di famiglia”... “Ho vinto il
concorso di direttore prendendo il posto di mio padre nella
direzione della struttura, nel
‘53 precisamente, sono nato a
Lovere e ho vissuto qui per una
vita”. E come sono stati questi
anni di lavoro? “Ho cercato
di potenziare i concerti, ma
mi sono prodigato anche per
quanto riguarda la didattica,
aggiungendo insegnanti e strumenti da insegnare. Quest’anno è partito il corso di chitarra,
vuol dire che la scuola funziona
al meglio”.
Don Gino che però batte
sullo stesso tasto: “Io mi augurerei che ci fossero più allievi
di organo, vedere organi splendidi nelle chiese chiusi è un
peccato, soprattutto per quelli
restaurati di recente. Li lasciano in mano ai sagrestani che
per il più delle volte non hanno
la preparazione necessaria per
suonarli”.
Ma torniamo alla Stagione
dei concerti, uno degli eventi
clou della Tadini insieme alle
mostre organizzate dal Conservatore Albertario: “Qui alla Tadini abbiamo avuto personaggi
del calibro di Arturo Benedetti
Michelangeli, i quartetti di Budapest e di Vienna, Uto Ughi
e tanti altri”. Una tradizione
verso l’eccellenza da rispettare:
“Assolutamente si, il tasso della rassegna di musica è sempre
stato molto alto”. Senza dimenticare le stelle locali come
il Quintetto dell’Accademia
Tadini: “Fondato da mio padre
che faceva il violoncellista, che
continua anche oggi, prima era
un terzetto ora si è allargato”
precisa Don Gino. Una rassegna sana anche economicamente: “Si finanzia da sola grazie
anche all’aiuto degli sponsor e
degli Amici del Tadini. Grazie
anche all’apporto straordinario del Presidente Roberto
Forcella”.
Stagione concertistica aperta
anche al nuovo non solo al classico, è presente infatti il Jazz
Club Bergamo Sextet, una scelta che strizza l’occhio al grande
pubblico con un repertorio contemporaneo che comprenderà
anche scelte inusuali, ma curiose e sicuramente stimolanti che
si spingono fino al cantautorato, Battisti, Lauzi per esempio.
Una kermesse da non perdere,
come le mostre in lavorazione
“Nobile gusto. Porcellane europee dalla collezione Tadini”
e “Viva l’indipendenza. Monumenti pubblici e collezioni
private a Lovere e nell’alto
Sebino”. Mostre orchestrate
dal lavoro instancabile del Curatore dell’Accademia, Marco
Albertario, di cui daremo notizia e ampio spazio sui prossimi
numeri del giornale.
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