Diciamo no alla cauzione - FIPE - Federazione Italiana Pubblici
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Diciamo no alla cauzione - FIPE - Federazione Italiana Pubblici
L’opinione del direttore FIPE Diciamo no alla cauzione L’EVENTUALE OBBLIGO DI UTILIZZARE SOLO CONTENITORI DI VETRO CON CAUZIONE PER SERVIRE LE CONSUMAZIONI SAREBBE UN DANNO PER LA CATEGORIA 6 Mixer OT TOBRE 2014 N el nostro Paese la politica a tutela dell’ambiente ha costantemente fallito i propri obiettivi, tant’è vero che se si andasse a stilare una classifica degli Stati più virtuosi per il trattamento dei rifiuti l’Italia si batterebbe per l’ultimo posto, almeno tra i paesi industrializzati. Dopo i casi eclatanti di Napoli, Palermo, ed ultimamente Roma, dove lo sporco che ne caratterizza le strade è finito sui giornali di tutto il mondo; dopo il sacco di vaste zone della Campania e di altre regioni dove nessuna autorità si è accorta che si interravano camion e camion di rifiuti pericolosi; dopo gli scandali delle discariche ed il bassissimo livello della raccolta differenziata, la commissione Ambiente della Camera ha approvato una norma che coinvolge direttamente i pubblici esercizi nella tutela dell’ambiente. Un emendamento prevedeva che bar, ristoranti, alberghi ed altre strutture avrebbero potuto servire acqua minerale e birra in bottiglie di vetro solo se sottoposte a cauzione da parte del fornitore e che avrebbero potuto essere vendute per asporto esclusivamente in bottiglie di vetro e con versamento di una cauzione da parte dei consumatori. Letto tempestivamente l’emendamento, la FIPE è intervenuta sul relatore, On Bratti, chiarendo che non era ammissibile vietare ai pubblici esercizi di vendere bevande in contenitori di plastica e consentirlo a tutto il resto dell’offerta commerciale. Oltre tutto ciò non avrebbe fatto certamente diminuire il numero delle bottiglie di plastica vendute, ma soltanto fatto cambiare il canale di approvvigionamento. La commissione ambiente recepiva in parte le argomentazioni di FIPE eliminando l’obbligo di vendere per asporto birra ed acqua minerale solo in vetro e con cauzione, ma manteneva l’obbligo di usare contenitori di vetro con cauzione per servire le consumazioni. È un’eventualità che preoccupa in quanto sotto il profilo della gestione delle aziende si creano problemi logistici, pochi locali hanno gli spazi per i vuoti; economici, poiché tocca immobilizzare risorse economiche infruttifere per il pagamento delle cauzioni; organizzativi poiché occorre recuperare i vuoti delle bottiglie consegnate ai clienti ; infine di assortimento, in quanto il cauzionamento è un ostacolo obiettivo alla libertà di circolazione delle merci che favorisce i prodotti nazionali a scapito di quelli di importazione. Infatti il riuso delle bottiglie ed i costi connessi al trasporto in paesi del Nord Europa o dell’America centrale farebbero lievitare i prezzi delle bevande di importazione e/o impedirebbero l’ingresso nel mercato di piccoli produttori, non attrezzati per il ritiro dei vuoti. Infine si creerebbe una situazione di monopolio in favore dei grossisti di bevande – gli unici attrezzati per il ritiro dei vuoti – e si priverebbero gli esercenti della possibilità di acquistare al c&c o dai produttori. FIPE non è certamente contraria a politiche ambientali finalizzate al contenimento della produzione ed al riciclo dei rifiuti, ma non può accettare logiche e misure parziali, inutili e dannose per il mercato. Marcello Fiore