Dipartimento Sicurezza Alimentare
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Dipartimento Sicurezza Alimentare
“Dipartimento Sicurezza Alimentare” in collaborazione con l’Agenzia di Stampa: Help Consumatori (www.helpconsumatori.it) Indice Introduzione L’etichetta I prezzi Alcune idee per riempire la calza Introduzione Quando è l'ora, la Befana Quando è l'ora, la Befana alla scopa salta in groppa. D'impazienza già trabocca: l'alza su la tramontana, fra le nuvole galoppa. Ogni bimbo nel suo letto fa l' esame di coscienza: maledice il capriccetto, benedice l' ubbidienza: La mattina al primo raggio si precipita al camino. Un bel dono al bimbo saggio, al cattivo un carboncino! (www.filastrocche.it) Natale è passato, l’anno nuovo è finalmente giunto ed i genitori si preparano a smontare gli alberi, i presepi e tutti gli addobbi che per tanti giorni hanno reso la loro casa più accogliente, contribuendo ad allietare momenti magici ed indimenticabili. Ma per i bambini le feste non sono ancora finite e l’ansia che li separa al 6 gennaio sembra quasi divenire palpabile col passare delle ore. Eh già, perché è proprio nella notte tra il 5 e il 6 del primo mese del nuovo anno che ognuno di loro spera di scorgere nel cielo stellato una vecchietta assai brutta a cavallo di una scopa, vestita con un grosso gonnellone scuro, uno scialle, un fazzoletto, un paio di scarpe tutte rotte ed un sacco sulle spalle pieno di dolci per i più buoni e di carbone per i più cattivi. In realtà quello che molti bambini non sanno è che l’uso di festeggiare l’epifania (il termine “befana” deriva da una corruzione del termine “epifania” che ha origine dal greco e si usa per indicare la “manifestazione visibile della divinità”) secondo una leggenda sarebbe legato a quanto accaduto più di 2000 anni fa la notte in cui i Re Magi, nel corso del loro viaggio verso Betlemme, si fermarono a chiedere indicazioni sulla strada ad un’anziana signora che però non seppe aiutarli e si rifiutò di andare con loro; una volta scoperto dove i tre uomini erano diretti, ella si pentì a tal punto di non aver dato loro un dono per Gesù Bambino che da allora, ogni anno, vola di casa in casa per portare i regali ai bimbi nella speranza che uno di questi sia proprio il piccolo “Redentore”. In realtà di storie sull’origine della “epifania che tutte le feste si porta via” ce ne sono tante così come diversi sono i modi di accoglierla e di lasciarle in dono un piatto di minestra, un cestino di frutta o tutto quanto si pensa le possa far piacere. Una cosa però resta identica in ogni cuore: la speranza di svegliarsi e trovare cioccolatini e caramelle al posto del nero carbone ! Per agevolare la raccolta dei doni, nel corso del tempo, sono stati così escogitati ingegnosi sistemi: dai cestini di vimini agli stivaletti, dai panieri alle scodelle ed i cappelli, dai piatti alle calze di lana. E proprio queste ultime hanno, oramai, conquistato il posto d’onore tra le preferenze dei bambini che, travolti dall’entusiasmo di scoprire cosa contengono, spesso e volentieri, non si soffermano a riflettere sul fatto che quella calza, che sia di stoffa o di cotone, di colore rosso o verde, con attaccati pupazzetti di legno o con incisi ricami e finti merletti, non appartiene ad alcun componente della famiglia e non è mai stata indossata né dalla mamma né dal papà. Causa la mancanza di tempo di questi ultimi, il più delle volte stremati dall’aver organizzato cenoni e pranzi interminabili, e causa il fatto che la cucina è una passione che se non condivisa diventa un tormento, è ormai abitudine di molti affidarsi ai prodotti dell’industria dolciaria che con alcune manciate di euro offre di tutto e di più ! Peccato però che per ogni cosa che si guadagna spesso se ne sacrifica un’altra ed in questo caso a rimetterci sono le vecchie tradizioni e la certezza di quanto si porta in bocca ai propri figli. Caramelle coloratissime, torroncini, cioccolatini, chewing-gum, lecca-lecca profumati e dalle forme più svariate, infatti, solo alcuni esempi di quanto usato per “imbottire” le calze “già pronte” sulle quali non è, dunque, possibile operare altro controllo che leggere attentamente l’etichetta riportata sul prodotto per verificarne l’esatto contenuto di coloranti, aromi di origine sintetica, grassi idrogenati, antiossidanti, etc. etc. Dopodiché, se è vero che ognuno è libero di scegliere ciò che preferisce, noi ci sentiamo altrettanto liberi di ricordare con nostalgia i tempi in cui la notte precedente l’epifania si usava appendere sotto il camino o il davanzale della finestra la calza di lana indossata dal piede più lungo e più grosso della famiglia per poi scoprire che la “befana” l’aveva riempita con la frutta secca, i mandarini, qualche pezzetto di torrone o di carbone ! L’etichetta Ogni qual volta si acquista un “prodotto di tipo alimentare” è importantissimo leggere le indicazioni riportate in etichetta, sull’imballaggio o sul dispositivo di chiusura. L’Ispettorato Centrale Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha così sintetizzato le indicazioni che i prodotti alimentari confezionati destinati al consumatore devono riportare in italiano (eccezion fatta per quegli alimenti per i quali sono invece previste norme specifiche): - la denominazione di vendita: è la denominazione prevista dalle disposizioni che disciplinano il prodotto stesso o il nome consacrato da usi e consuetudini o una descrizione della merce; non può essere sostituita da un nome di fantasia o da un marchio di fabbrica; - l’elenco degli ingredienti: devono essere riportati in ordine di quantità decrescente. Anche se gli ingredienti non vengono espressi in percentuale, l'elencazione fornisce utili informazioni per individuare la presenza di sostanze più o meno gradite e per effettuare un confronto fra prodotti analoghi; per capire, dalla posizione che un componente occupa, se un alimento ha un certo sapore perché contiene quella sostanza o solo l'aroma. Tra gli ingredienti sono compresi gli additivi, sostanze chimiche per lo più prive di valore nutrizionale, che hanno lo scopo di garantire la conservazione o di conferire particolari caratteristiche agli alimenti. Alcuni additivi (coloranti, conservanti, antiossidanti, emulsionanti, addensanti ecc.) vengono designati con il nome della categoria, cui segue il nome specifico o il corrispondente numero CEE (es. "antiossidante: acido L-ascorbico o E 300"). Le sostanze aromatizzanti vengono designate in etichetta come "aromi naturali" o "aromi" (di origine sintetica); - la quantità netta: E' importante controllare la quantità netta contenuta nell'unità di vendita, rapportandola al prezzo, per non avere, da grandi confezioni ... piccole sorprese! - Il termine minimo di conservazione o la data di scadenza: la dicitura "DA CONSUMARSI PREFERIBILMENTE ENTRO IL ..." è la data di preferibile consumo (o termine minimo di conservazione) fino alla quale il prodotto alimentare conserva le sue specifiche proprietà in adeguate condizioni di conservazione; La dicitura "DA CONSUMARSI ENTRO IL ..." è il termine perentorio entro il quale il prodotto deve essere consumato ed è obbligatorio per i prodotti altamente deperibili dal punto di vista microbiologico; l'alimento non può assolutamente essere posto in vendita dopo tale data di scadenza. Il termine minimo di conservazione e la data di scadenza restano validi se il prodotto è adeguatamente conservato (in ambienti adatti, alle temperature previste, lontano da fonti di calore, in luoghi asciutti): in caso contrario i processi di alterazione possono essere sensibilmente accelerati e l'alimento potrà risultare "avariato" anche molto prima di quanto previsto; - il nome e la sede del produttore o del confezionatore; - la sede dello stabilimento di produzione o confezionamento: tramite l'etichetta il consumatore può conoscere il nome e la sede del fabbricante o del confezionatore o del venditore di un alimento; a volte il nome dell'operatore è sostituito da un marchio depositato. Va sempre indicata la sede dello stabilimento di produzione o di confezionamento; - un numero identificativo del lotto: la dicitura che consente di identificare il lotto di appartenenza di un prodotto è leggibile sulla confezione in forma di numero a più cifre o in forma alfanumerica ed è preceduto dalla lettera "L"; altre volte tale iscrizione è sostituita dal giorno e dal mese del termine minimo di conservazione o dalla data di scadenza. Prodotti contraddistinti dal medesimo numero di lotto hanno le stesse caratteristiche. Il lotto può essere utile per l'individuazione delle partite non conformi, da ritirare dal commercio; - le modalità di conservazione e utilizzazione; - le istruzioni per l’uso; - il luogo di origine o di provenienza: sono menzioni obbligatorie solo se: • è necessaria l'adozione di particolari accorgimenti in funzione della natura del prodotto o, per alimenti di uso non comune, è indispensabile specificarne le modalità di impiego; • l'omissione del luogo di origine o di provenienza può indurre in errore l'acquirente. (Fonte: www.politicheagricole.it - Ispettorato Centrale Repressione Frodi del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ) I prezzi Nell’acquistare un prodotto il consumatore pone solitamente attenzione a due particolari: l’etichetta ed il costo. L’affare, secondo logica, lo si farebbe nel portarsi via il miglior prodotto al minor prezzo ma questa è ovviamente un’utopia destinata a rimanere tale ! Ciò che invece si può è, per lo meno, tentare di confrontare le offerte tra di loro per trovare una soluzione che soddisfi le proprie esigenze senza “alleggerire” eccessivamente i portafogli già duramente messi alla prova dai regali natalizi. Per quanto concerne il prezzo, dunque, una prima differenza la si nota tra i prodotti acquistati nella grande e nella piccola distribuzione: solo per fare un esempio, abbiamo infatti rilevato che le “calzine Lindt”, il cui peso è di 60 gr, hanno un costo di 4,70 euro presso la grande distribuzione (ovvero il supermercato) e di 6,00 euro presso la piccola (ovvero la pasticceria). Leggendo queste due cifre verrebbe spontanea una corsetta verso il supermercato più vicino se non fosse però altrettanto vero che, rivolgendosi alle pasticcerie, si ha spesso la possibilità di richiedere delle “calze” fatte su misura ossia (proprio come si fa con le “uova di Pasqua”) di scegliere personalmente quanto metterci dentro operando così un maggior controllo su quanto finirà tra i dentini dei golosoni di casa. Ruolo dei genitori, a tal proposito, dovrebbe anche essere quello di verificare che una volta esaurita la scorpacciata di dolci e dolcetti, i figli si dedichino poi a “smaltirli” attraverso una qualunque attività fisica. A tal proposito, il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali ha recentemente presentato una bellissima campagna di informazione insieme ad Unicef Italia dal titolo “Mangia bene, cresci meglio”, volta a fornire ai bambini utili nozioni di educazione alimentare per nutrirsi bene e crescere in maniera ottimale. Ebbene nella brochure distribuita in occasione della campagna sono riportate le kilocalorie apportate da alcuni alimenti e il tempo necessario per smaltirle svolgendo attività fisiche. Di questi, alcuni sono proprio quelli che solitamente si usano per riempire la “calza della befana” ovvero: Quantità Energia Camminare (4 kmh) k minuti cal g 20 83 28 Biscotti secchi (2-4 unità) 125 42 Merendine con marmellata 35 (1 unità) 16 87 29 Cioccolata al latte 5 17 Caramelle dure (2 unità) (Fonte: www.politicheagricole.it) Bicicletta (22 kmh) Stare in piedi minuti minuti 7 11 75 114 8 6 79 215 E se, alla luce di quanto appena letto, venisse spontaneo chiedersi qual è, allora, la scelta giusta si potrebbe considerare valido (rimanendo fedeli al vecchio detto secondo il quale “la verità sta nel mezzo”) l’escamotage di affidarsi a calze nel cui interno siano compresi dolci a basso contenuto di coloranti, antiossidanti, emulsionanti, addensanti, o quant’altro abbia un nome a dir poco incomprensibile, preferendo invece squisitezze artigianali se non fatte addirittura “in casa”. Tutto ciò perché noi insistiamo, ed insisteremo sempre, col dire che le vecchie tradizioni sono le orme del nostro passato e che l’unico modo che abbiamo per evitare che il tempo le cancelli è di imprimerle profondamente nella nostra memoria, rivivendole quotidianamente con chi un giorno avrà il compito di raccontarle al nostro posto. Alcune idee per riempire la calza Chi, come noi, preferisce pertanto recuperare antiche consuetudini ed assaporare l’entusiasmo che deriva dal lasciarsi conquistare dalle cose tanto semplici e genuine quanto ricche di immaginazione e fantasia, molto probabilmente sarà in procinto di mettersi dietro i fornelli e di ricamare il proprio calzettone di lana con pizzi colorati e pupazzetti di legno o di stoffa raffiguranti la “befana” a cavallo della sua scopa. Ebbene, una volta preparato un bel piatto di leccornie per la cara “vecchietta”, operazione questa che sarebbe bene far condurre ai bambini lasciando proprio a loro il compito di inventarsi una ricetta ad hoc, l’impegno successivo dei genitori è di dirigersi segretamente in cucina per dedicarsi alla preparazione dei dolci da infilare nella “calza”. Ecco allora qualche piccolo consiglio che speriamo possa tornare utile anche ai cuochi meno esperti: Lecca-lecca Ingredienti (per 8-10 pezzi) 100 gr di zucchero semolato, ½ limone, 4 cucchiai di sciroppo alla frutta (amarena, granatina, lampone o altro), bastoncini appositi (o, in mancanza, spiedini di legno ai quali avrete tolto la punta), 1 cucchiaino d’olio d’oliva Preparazione Dopo aver preparato uno piano di marmo oleandolo molto leggermente (se non si dispone di un piano di marmo si può usare per esempio una teglia da forno o una grande pirofila) si versa lo zucchero in un pentolino a fondo spesso, vi si unisce lo sciroppo, il succo filtrato del limone, 2 cucchiai di acqua, si mescola il tutto e si scalda a fuoco medio senza mai mescolare. Dopo aver lasciato cuocere per alcuni minuti si versa qualche goccia in una ciotola di acqua gelata, si recuperano le gocce di sciroppo nel fondo della ciotola e si riuniscono in una pallina: quando lo sciroppo avrà raggiunto la giusta consistenza, tirando lo zucchero tra le dita, si dovrà spaccare come il vetro (se invece rimane appena un po’ molle la cottura non è giunta a termine). Infine, una volta pronto, si versano delle cucchiaiate di sciroppo sul marmo deponendovi subito lo stecchino sul quale, per fissarlo meglio, si potrà far colare qualche goccia dello sciroppo rimasto (sarà bene procedere rapidamente perché lo sciroppo indurisce in fretta). (fonte www.cucinaconme.it) Biscotti di Natale glassati Ingredienti (per 15 biscottini circa) 100 gr di farina gialla (polenta fine), 50 gr di farina bianca 00, ¼ di bustina di lievito, 30 gr di zucchero, 45 gr di burro, latte. Per la glassa: 2 cucchiai di albume, 150 gr di zucchero a velo, decorazioni a piacere (confetti, codette colorate, caramelline ecc). Preparazione Dopo aver mescolato in una ciotola le farine, il lievito e lo zucchero, vi si versa nel centro il burro fuso, 4 cucchiai di latte e si mescola fino a ottenere un impasto simile alla pasta frolla (aggiungendo, se necessario, altro latte). Si stende la pasta con il mattarello su uno spessore di mezzo cm, si ritaglia con le forme taglia biscotti, con il coltello o con la rotellina e si dispongono i biscotti su una teglia coperta con carta da forno, praticando in ogni biscotto un buchino di circa mezzo cm di diametro per permettere ai bambini in caso di appenderlo e si cuoce il tutto nel forno già caldo a 180° per circa 12 minuti. Mentre si fanno raffreddare i biscotti su una griglia, si prepara infine la glassa sbattendo l’albume (metà di un albume circa) con una forchetta e unendovi lo zucchero fino a quando si ha una consistenza cremosa. Quindi, si intinge la parte superiore dei biscotti e li si rovescia su una griglia. Infine, una volta colata via la glassa in eccesso ci si incolla sopra le decorazioni scelte. (fonte www.cucinaconme.it) Torroncini natalizi Ingredienti (per 8 persone) 750 gr di zucchero, 750 gr di mandorle, 250 gr di farina, acqua q.b. Preparazione Dopo aver abbrustolito e tritato le mandorle, si fa sciogliere sul fuoco lo zucchero con un po’ d’acqua, si unisce la farina mescolando e, dopo qualche minuto, si aggiungono per l’appunto le mandorle precedentemente preparate. Si formano quindi dei bastoncini lunghi 8 cm e larghi 2, li si sistema nella placca del forno foderata di carta e li si fa cuocere in forno a 170° per circa 20 minuti. Infine, si sfornano i torroncini così ottenuti, si lasciano raffreddare e li si avvolge a mo’ di caramella in carte dorate e argentate. (fonte www.buonissimo.org) Cuoricini all’arancia Ingredienti (per 40 cuoricini) 125 g margarina, 80 g di zucchero, 2 tuorli, un pizzico di sale, 1 cucchiaio di succo di arancia,1 cucchiaio buccia di arancia finemente grattugiata, un pizzico di lievito in polvere, 250 g di farina Per la glassa di zucchero: 150 zucchero al velo, 1-2 cucchiai succo di arancia, buccia grattugiata di arancia q.b., 40 dadini di scorza di arancia candita Preparazione Una volta acceso il forno a 200° e foderata una placca con la carta da forno, occorre montare in una ciotola con l'aiuto del frullino elettrico la margarina con lo zucchero, aggiungere i tuorli e poi tutti gli altri ingredienti mescolandoli fino a quando si saranno bene amalgamati. Fatta riposare la pasta per circa mezz'ora, la si stende quindi su una superficie infarinata in una sfoglia spessa circa 3mm e, con le apposite formine a forma di cuore si ritagliano i biscotti, lasciandoli riposare brevemente prima di infornarli. Una volta cotti i biscotti per dieci minuti, infine, si prepara la glassa di zucchero piuttosto densa con lo zucchero a velo, abbondante buccia di arancia grattugiata e poco succo di arancia, si spennellano i biscotti e si guarniscono con la scorzetta d'arancia candita. (fonte www.mangiarebene.com) Dolcetti di cocco Ingredienti 180 g di zucchero, 2 uova, 250 g di noce di cocco grattugiata Preparazione Dopo aver montato bene le uova con lo zucchero fino a quando diventano bianche e spumose vi si incorpora, mescolando bene, la noce di cocco grattugiata. Si fodera quindi la placca da pasticceria con la carta da forno e vi si adagiano sopra delle palline di pasta alla noce di cocco fatte aiutandosi con un cucchiaio, dando poi loro la forma di una piramide. Si inforna, infine, a 170 gradi per circa 15 minuti e al termine della cottura si staccano delicatamente i dolcetti dalla carta aiutandosi con la lama di una spatola di metallo e si fanno raffreddare. (fonte www.mangiarebene.com) Il carbon dolce Ingredienti 1 kg di zucchero, 150 g di glucosio, 200 g di acqua, 100 g di ghiaccia reale, colorante nero (facoltativo) Preparazione Per ottenere il carbone dolce occorre innanzitutto preparare la ghiaccia montando 100 g di zucchero a velo con 200 g di albume d’uovo fresco e qualche goccia di limone. Si mette quindi in una casseruola, a fuoco basso, lo zucchero rimanente con l’acqua e il glucosio e si mescola bene fino a quando il composto non diventa color giallo oro. Una volta tolto rapidamente dal fuoco, si lascia che finisca l’ebollizione e si versa la ghiaccia reale mescolando molto bene con un cucchiaio di legno. Il preparato comincerà a gonfiare: a questo punto si travasa velocemente in un contenitore rivestito di stagnola, si copre con un coperchio e si lascia indurire e raffreddare (chi vuole usare il colorante deve aggiungerlo nello zucchero durante la cottura). (fonte www.coopfirenze.it - le ricette di Graziano Sarti) Per saperne di più www.carabinieri.it www.coldiretti.it www.confartigianato.it www.europa.eu.int www.ministerosalute.it www.politicheagricole.it Dossier a cura di: Laura Ferraioli Hanno collaborato: Silvia Biasotto, Marco Dal Poz