STORIE DI TUTTE, MA NON STORIE BELLE di Vanessa Lezzi
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STORIE DI TUTTE, MA NON STORIE BELLE di Vanessa Lezzi
STORIE DI TUTTE, MA NON STORIE BELLE Il 2013, un periodo super avanzato, in cui cerchiamo di essere all'avanguardia su tutti i fronti, ma facendoci sfuggire le situazioni umane più vicine a noi. Basta ascoltare un telegiornale per accorgerci della realtà che viviamo e che le donne vivono. In tutto il mondo cosiddetto civile è impensabile che molte donne vengono violate nella loro libertà e noi continuiamo a vivere la nostra vita tranquillamente senza fare, anzi voler fare, un minimo perché questa realtà cambi. Sicuramente ci sono ancora persone, uomini e donne, che pensano che questo fenomeno è lontano da loro o che è la “vittima” ad esserci messa in quella condizione rischiosa. E si tranquillizzano pensando che loro non si comporteranno così e che, quindi, a loro non succederà niente. Ma vorrei utilizzare questa opportunità che mi viene data per dire a tutti che non è così! Questo problema ci è vicino più di quanto noi possiamo immaginare e lo possiamo riscontrare dalla vicina di casa ad una parente in America. La vittima potrebbe essere chiunque, dai pochi anni di vita all'età più adulta e così anche l'aggressore può essere chiunque. Gli episodi di violenza sulle donne sono migliaia, ma non sono tutti , perché non tutte riescono a denunciare e a prendere provvedimenti, continuando a cercare di vivere, mentre, i colpevoli continuano a stare in libertà, come se niente fosse e un giorno se lo possono ritrovare davanti nei luoghi comuni, come un parcheggio o un supermercato, e per loro sarà una continua sofferenza. Dai numerosi studi queste donne continuano ad avere paura, vivono continuamente come se fossero minacciate e non provano nessun godimento dal rapporto sessuale. Le reazioni motive iniziali sono shock, umiliazione, paura, tristezza e ansia. Tutto questo è accompagnato dalla bassa percentuale di condanne allo stupro. Questi uomini sono molto maligni, in quanto, da uno studio emerge che le loro prede preferite sono le malate mentali o le ritardate, per il semplice motivo che se decidono di denunciare l'accaduto non sono ritenute credibili e si è portati a pensare che si sono inventate tutto. Questo modo di pensare risale all'antichità come scrive la studiosa Susan Brownmiller nel suo importante saggio “Against our will”, cioè contro la nostra volontà. In questo saggio l'autrice parte dalla legge degli antichi Ebrei che considerava lo stupro un reato contro la proprietà, dove la proprietà era la donna. Presso i Babilonesi una donna che avesse avuto la disgrazia di essere violentata doveva dividere equamente la colpa con l'aggressore. Solo nell'Inghilterra del XIII secolo il concetto legale di stupro venne allargato dai tribunali feudali. Durante una guerra, un titolare aveva colpito una donna e tutti le andarono vicino, mentre lei chiedeva dell'acqua, il tenente ordinò di ucciderla. Così, gli strapparono i vestiti di dosso, la pugnalarono sul seno, le allargarono le gambe e le infilarono un arnese, che serviva per scavare le trincee, mentre lei continuava a chiedere dell'acqua. Dopo aver finito con l'arnese continuarono con un ramo di un albero e, infine, la uccisero. Purtroppo questa violenza nei confronti delle donne si è sviluppata in moltissimi modi e oggi quella più frequente si consuma in famiglia; infatti la maggior parte delle volte sono i partners, i loro fidanzati o i loro mariti ad usare la violenza. I casi più comuni, in Italia, sono stati: Melania Rea, dove l'unico indagato è il marito e Sara Scazzi, dove gli indagati sono persino i suoi zii e sua cugina per motivi di gelosia. Anche all'estero questa violenza di genere viene usata soprattutto sulle ragazze, come in India con Damin, perché la legge indiana punisce chi divulga l'identità delle vittime di stupro senza il consenso dei suoi famigliari. Di lei si sa che aveva 23 anni, che studiava per diventare fisioterapista grazie ai soldi ricavati dalla vendita di un terreno dei suoi nonni e che a febbraio si sarebbe sposata. Aveva già pronto l'abito per le nozze con il fidanzato, che era insieme a lei sull'autobus di New Delhi. Lui è stato picchiato, mentre lei veniva aggredita da sei uomini tra cui l'autista e poi abbandonata sul ciglio della strada. La sua morte ha scosso tutto il mondo e Damin è diventata il simbolo della battaglia contro la violenza di genere: in media ogni 20 minuti una donna subisce uno stupro. In India si è anche sviluppato il fenomeno degli aborti selettivi perché preferiscono i figli maschi, in quanto una bambina significherebbe un costo per il suo matrimonio e per la sua indispensabile dote. Per arrestare gli aborti selettivi il Governo nel 1994 ha varato una legge che vieta ai medici di usare l'ecografia per rilevare il sesso del bambino, ma la legge non ha fermato questa piaga dei feticidi femminili. Secondo uno studio del 2012 del Centro statistico, nel 2011 l'India ha perso 3 milioni di bambine a causa di questi aborti, che porta a conseguenze demografiche allarmanti, in quanto, il Paese non avrà più abbastanza donne e l'India subirà un drastico calo di fertilità. Un altro caso che sono sicura che ognuno di noi ricorda è quello della mia coetanea Bibi Aisha, della quale tutti teniamo in mente il suo volto sfigurato senza naso, perché ha tentato di fuggire da un marito violento nell'Afghanistan. Nel Marocco il re Mohammed VI nel 2004 ha emanato una legge con la quale uno stupratore evita il carcere, sposando la sua vittima; una doppia insopportabile violenza sulle donne. Ma, nonostante questo, ci tengo a dire e a ricordare che, oggi, i principali Paesi latini sono governati da donne: Dilma Rousseff in Brasile, Cristina Kirchnner in Argentina, Laura Chinchilla in Costarica e Michelle Bachelet in Cile. Oggi, la donna latinoamericana ha superato l'uomo nell'istruzione: più del 50% della popolazione universitaria è composta da ragazze, ma sul lavoro continua la discriminazione, in quanto, le donne ricevono un salario del 30% inferiore a quello degli uomini. Un altro fenomeno più sommerso, ma non meno drammatico, è quello della tratta degli esseri umani di donne e di minori immigrati per lo sfruttamento sessuale, le quali vengono uccise senza che nessuno sappia nulla, perché clandestine, invisibili o inesistenti. La maggior parte sono nigeriane, rumene e latinoamericane. Per aiutare queste donne all'inizio del 2013 è stata fondata un'associazione chiamata “Slaves non more onlus”, che significa “mai più schiave”, volutamente chiamata in inglese, perché lavora in rete con altri gruppi sia in Italia che all'estero. Negli ultimi anni si è anche sviluppata una violenza che può essere definita “riflessa”, perché in questo caso la violenza viene fatta sulle donne, ma da se stesse addirittura. Un caso che rappresenta a pieno questo fenomeno e che nelle ultime settimane è entrato nella nostra vita quotidiana è il caso delle “baby squillo”. Questo caso è stato definito “baby” proprio perché le protagoniste sono delle ragazzine che si prostituiscono per soldi o semplicemente per una ricarica telefonica. L'aspetto che fa ancora più scalpore è che era tutto organizzato come una vera e proprio attività commerciale, nella quale le ragazzine non erano sole, in quanto Mirko Ieni organizzava i loro appuntamenti in un appartamento per poi prendersi il compenso che veniva diviso con la mamma di una delle ragazze, la quale ora nega di aver preso dei soldi. Leggendo queste notizie rimango incredula, perché non riesco a pensare che una mamma possa permettere tutto questo a Sua figlia, che dovrebbe solo proteggere. Negli ultimi anni molti uomini facoltosi pretendono di “accoppiarsi” con ragazzine e hanno dato avvio alla prostituzione minorile e alla tratta delle fanciulle. E' come una molla che scatta nel cervello delle persone che le fa impazzire tanto da annebbiarle e spingerle a compiere atti veramente vergognosi! Questo evidenzia il declino della società, non solo economico, ma dei valori veri della vita. Questi eventi sono molto trascurati, nonostante queste esperienze cambino la vita delle persone e la trasformano nel senso più profondo. Il problema può essere affrontato in modo semplice come parlare, perché se c'è una cosa straordinaria dell'essere umano è la sua capacità di riflessione e di apprendimento a partire anche delle esperienze negative, ma occorre che ogni uomo o donna riprenda l'educazione dei figli con molta più attenzione di quanto oggi si faccia e non deleghi tutto alla scuola o ad altre istituzioni. Sono sempre più convinta che occorre insistere sulla necessità di mettere al centro la dignità e la libertà della persona senza mai smettere di lottare per raggiungerla. Sono stufa e stanca di ascoltare queste notizie negative e penso che ognuno di noi possa cambiare la società cercando di vivere in modo corretto e leale la propria vita. La vita è bella e bisogna viverla con ottimismo. Vanessa Lezzi 5BM