Giulietta e Romeo vanno a scuola insieme
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Giulietta e Romeo vanno a scuola insieme
Presentazione libro Fondazione Migrantes Roma e Migrantes Vicenza, 2015 Giulietta e Romeo vanno a scuola insieme Prove di Futuro nell'Istituto Comprensivo 2 ad Alte Ceccato di Montecchio Maggiore Ossia, come fare scuola in contesto globale? Si tratta di un invito a guardare ai tanti ragazzini che ogni giorno frequentano le scuole di Alte Ceccato a Montecchio Maggiore, dove leggenda vuole che quello sopra il colle sia il castello di Romeo Montecchi, con a fianco il castello di Giulietta Capuleti. Anche se poi ha ambientato la storia di pugnali, veleni e passioni cittadine nella vicina ( e più nota) Verona, Shakespeare ha rubato in questa zona i versi dell’usignolo di quando l’amore ha eternamente quindici anni ( “Io desidero quello che possiedo. Il mio cuore, come il mare, non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare: più te ne concedo, più ne possiedo perché l’uno e l’altro sono infiniti”). Il testo parte proprio dall' evocazione della struggente storia d'amore tra i medievali Giulietta e Romeo, vittime tragiche dei pregiudizi delle rispettive famiglie, ognuna chiusa nel proprio vecchio “castello” di Capuleti o di Montecchi. E si chiede: ma proprio così doveva finire? E ancora: Va beh, quelli erano tempi bui. Ma ora, ai nostri giorni, non ci potrebbe essere un finale diverso da quello evocato da Shakespeare? Per esempio, la scuola: che futuro di convivenza sta cercando di proporre per i Giulietta e Romeo del sec.XXI, cioè per gli alunni e gli studenti montecchiani, “cittadini del futuro” chiamati a saper navigare in questo mondo globalizzato? E la scuola è in grado, da sola, di affrontare queste sfide o c’è necessità del concorso e della sinergia di tutte le “comunità educanti” del territorio? A questi interrogativi risponde la presente pubblicazione che raccoglie apporti di specialisti nazionali in educazione interculturale( Graziella Favaro, Duccio Demetrio, Vinicio Ongini del Ministero Istruzione) e studiosi di Alte Ceccato di Montecchio Maggiore ( dott. Francesco Della Puppa, Dott. Enrico Gelati, dott.ssa Veronica Bortolamai), nel quadro di ricerche realizzate in collegamento con le Università di Trieste e di Padova. Il primo punto preso in considerazione è naturalmente la storia di Alte Ceccato, cittadella industriale nata dal sogno e dal bisogno del grande imprenditore montecchiano, successivamente quartiere dormitorio segnato dal progressivo erodersi di ogni legame “ comunitario”, e attualmente snodo decentrato all’interno di una “citta’ diffusa” qual’e’ tutta questa fascia produttiva del Nordest lungo il continuum Vicenza-Verona. E tutto questo, grazie all’autopropulsività delle catene migratorie provenienti prima dalla provincia e da varie regioni italiane, poi da molte nazioni del mondo, in particolare dal Bangladesh. L'esperienza quotidiana ad Alte Ceccato mostra come la molteplicità della vita urbana sia fatta di aggregazioni e relazioni che sempre più spesso prendono forma a distanza, mettendo in discussione i " tradizionali" modi di intendere i concetti di luogo, spazio e territorio, inserendoli in un intreccio globalizzato. Si inseriscono in “ una spazialità composita e, al rigenerare spenti vissuti, risignificano i luoghi, ridisegnando un’inedita mappa di urbanesimo transnazionale”, configurando una trasformazione significativa e, quindi, l’esigenza di trovare - insieme ai residenti autoctoni - percorsi adeguati di interazione. In questo contesto, fulmineamente passato da monoculurale, monolinguistico e monoreligioso a pluriculturale, multilinguistico e plurireligioso, l'Istituto Comprensivo 2 di Alte Ceccato si è trovato ad affrontare tutte le tradizionali difficoltà della scuola italiana (tagli di organico e fondi, ecc.), ma ha risposto dando vita ad una serie di iniziative interculturali, a corsi, a metodologie didattiche, a occasioni di avvicinamento, di interrelazione e di integrazione con le famiglie promuovendo i valori della cultura della cittadinanza inclusiva ( diritti/doveri per tutti), cercando di superare gli stereotipi e distinguendosi per l’impegno e l’apertura al “globale”. 1 Il libro sottolinea anche che, come in tutte le scuole italiane, i problemi ci sono, ma che è responsabilità di tutti affrontarli e migliorare la situazione. Le indicazioni emergenti non toccano tutti gli aspetti e non hanno alcuna pretesa esaustiva. Non intendono presentare risultati acquisiti, ma far emergere e far conoscere un complesso processo in corso, frutto della serietà e competenza professionale dei dirigenti e degli insegnanti di Alte Ceccato. I vari contributi, infatti, si propongono come uno strumento di lavoro tra educatori: genitori italiani e genitori immigrati provenienti da altri paesi, docenti, operatori sociali, amministratori, referenti delle distinte fedi religiose, imprenditori coraggiosi e socialmente sensibili in sintonia ideale -pur nel mutato contesto storico globale e locale- con quell’industriale, ing. Pietro Ceccato, che ha dato vita all’attuale quartiere, innescando per primo l’irrefrenabile marcia della modernizazzione. Si costituiscono come uno spunto per il dialogo e per la riflessione di quanti tra i cittadini di Montecchio Maggiore si chiedono: quale educazione in un mondo globale, quali regole di convivenza civile, quali Buone Pratiche dentro e fuori l’aula sono state fatte o sono in programma nell’IC2, e quale “ finale” (cioè quale Futuro) stiamo “riscrivendo” per i nostri Giulietta e Romeo, cittadini del futuro? Perchè non è raro il caso che un contesto sociale poco omogeneo, venga trasformato dalla resilienza e dalla creatività dei giovani, tanto figli di lavoratori italiani quanto figli di lavoratori immigrati. Ora, siamo in presenza di un’accelerazione vorticosa dell’antico processo di modernizzazione, entrambi affidati a delle persone concrete, non a delle culture astratte. Sono le persone con la loro etica, con la loro qualità umana; sono i docenti e gli operatori sociali con la loro professionalità; sono le famiglie dello stesso pianerottolo e dello stesso quartiere, quelle che quotidianamente continuano a testimoniare valori, talora controcorrente. Indipendentemente dai luoghi di nascita e dalle culture e lingue materne di appartenenza, è l’etica degli incontri tra persone, soprattutto degli incontri tra giovani “cittadini”, quella che può dimostrare quanto grande nell’umano ritrovato sia la possibilità di “ narrarsi”, di capirsi, di darsi una mano, di apprendere dall’altro, di inventare e, quindi, di decifrare coordinate comuni di rotta per la governance attuale e per quella del Futuro di Alte Ceccato. Patrocinando l’edizione di questa raccolta di contributi educativi, la Fondazione Nazionale Migrantes di Roma e l’Ufficio Migrantes della diocesi di Vicenza partono appunto “dal Futuro”, dalle nuove generazioni, cioè dai bambini e dai ragazzi- tutti indistintamente “nativi digitali” – che frequentano attualmente i diversi gradi di scuola, e che fra qualche anno saranno tutti parimenti “cittadini di Alte Ceccato” e, insieme, cittadini italiani, europei e del mondo. Il Futuro è loro, figli dell’era digitale postconsumista, già abili dominatori dei meccanismi creatori di “prossimità elettronica” e di “immaginazione globale”. Saranno loro, le persone in grado di “riscrivere” un finale di nuova etica civile perchè sui banchi di scuola stanno imparando ad “attraversare soglie spaziali, temporali, generazionali, linguistico-culturali, religiose e politiche”, con una fluidità impensabile rispetto a quella non solo degli antichi Montecchi e Capuleti evocati dal genio di Shakespeare, ma anche a quella dei primi residenti negli alloggi del dott. Pietro Ceccato. La scuola ha un ruolo fondamentale nel formare i futuri cittadini ad un Futuro di valori civici di legalità, di rispettosa convivenza e di coesione nel locale, con apertura al globale. Ma la scuola non deve essere lasciata sola: tutte le “comunità educanti” del territorio, pubbliche e private della società civile, tutte le famiglie, tutte le fedi religiose, tutte le risorse economiche imprenditoriali, culturali ed umane presenti sono chiamate a “riscrivere congiuntamente” un nuovo canovaccio educativo, per un finale costruttivo alla storia dei contemporanei Giulietta e Romeo. Fondazione Migrantes Roma e Ufficio Migrantes Diocesi Vicenza PS.: I proventi dalla distribuzione del presente volume sono destinati a progetti di educazione interculturale dell’istituto Comprensivo 2 di Alte Ceccato di Montecchio Maggiore (Vicenza) 2