FIR1999-4(2) - Centro della Famiglia
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Contributo per la Revisione dell’Adattamento Italiano delle Scale di Ambiente Familiare Lorraine Bertuola(1) Lo studio ripercorre le tappe che hanno scandito il lavoro di adattamento al contesto italiano delle Scale di Ambiente Familiare (FES) di Moos, Insel e Humphrey. Si tratta di un impegno iniziato nel 1979, non ancora concluso, che ha portato alla messa a punto di diverse edizioni successive. In particolare si sofferma sulle analisi dei dati ottenuti da due recenti ricerche riguardanti 333 soggetti, per un totale di 140 famiglie, al fine di ricavare delle indicazioni puntuali utilizzabili nella revisione delle scale in vista di un’edizione stabile. Parole chiave: Scale di ambiente familiare, adattamento italiano, attendibilità, validità del test. Contribution to the Italian Adaptability Revision of Family Environment Scales. The study reviews the various phases of the work in order to enrich the Italian Version of the Family Environment Scales of Moos, Insel, and Humphrey. This work, not yet concluded, started in 1979 and subsequent versions were prodiced. In particular, the study considers the analyses of data of new applications to 333 people from 140 families in order to obtain some exact information usable for a scale revision and, hopefully, a final version. Key Words: Family Environment Scales, Italian Adaptability, Test Reliability and Validity. La possibilità di disporre di strumenti di valutazione attendibili e validi, sia per l’ambito clinico come per la ricerca, è un’esigenza fortemente sentita (Soresi, 1981); nell’ambito delle relazioni familiari essa è ancora più urgente perché gli strumenti a disposizione, in particolare per il contesto italiano, sono piuttosto esigui, mentre cresce la consapevolezza dell’importanza della valutazione per ogni tipo di intervento (Cusinato, 1998). Data la situazione, da tempo è in atto(2) alla messa a punto di uno degli strumenti più conosciuti, vale a dire le Scale di Ambiente Familiare (FES) costruite e pubblicate nel 1974 da Moos, Insel e Humphrey. Il suo adattamento italiano è iniziato diversi anni fa e le scale vennero utilizzate soprattutto in ambito di ricerca; tuttavia non si è ancora arrivati ad una edizione pienamente soddisfacente e definitiva. Dal momento che la richiesta è crescente anche per l’ambito clinico, sembra opportuno impegnarsi per giungere a questo obiettivo. C’è un’ampia letteratura a testimonianza dell’uso del FES (Clarkin e Glick, 1989; Halvorsen, 1991); in essa non mancano degli studi particolarmente critici riguardanti le capacità diagnostiche dello strumento (Anderson, 1984; Roosa e Beals, 1990), tuttavia l’interesse verso di esso non è mai venuto meno. Le scale hanno lo scopo di individuare il clima ambientale per vari tipi di famiglie, puntando sulla descrizione e misurazione delle relazioni interpersonali tra (1) Ha svolto la presente ricerca nel semestre di tirocinio post-lauream presso il Dipartimento di Psicologia Generale, Università di Padova. (2) Il lavoro di adattamento del FES si è svolto nell’ambito delle attività del Centro Interdipartimentale di Ricerca sulla Famiglia dell’Università di Padova, con il contributo particolare del prof. M. Cusinato e della Prof. F. Cristante che ringrazio per l’assistenza durante questo lavoro. Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 108 i membri, sulle variabili contestuali che favoriscono o inibiscono la crescita personale e sulla struttura organizzativa dell’unità familiare (Cusinato, 1988). Gli studi sul FES in contesto italiano sono iniziati verso la fine degli anni settanta ed hanno portato a delle versioni successive; l’ultima è del 1993 (vedi Appendice A) che, ad un esame delle qualità psicometriche (Logli, 1995) ha mostrato degli aspetti deboli in alcune scale. Per questo ci sembra utile, partendo dalla versione originale del FES, ripercorrere il percorso dell’adattamento italiano ed evidenziare le diverse soluzioni utilizzate per offrire dei precisi suggerimenti in vista di una revisione che possa risultare finalmente soddisfacente. L’edizione originaria del FES É composta da 10 subscale di 9 item ciascuna (Tabella 1), per un totale di 90 item, con risposte dicotomiche di tipo vero/falso. Il clima familiare è operazionalizzato su tre aree: Relazione, Crescita personale e Omeostasi. L’area di Relazione comprende le dimensioni della Coesione familiare, della Capacità di espressione e del Conflitto in quanto appaiono, anche dalla letteratura (Olson, e McCubbin 1983), come le più adatte per indicare quanto i membri di una famiglia siano in relazione tra loro e costruiscano un sistema super-individuale. L’area di Tabella 1. Suddivisione delle aree e subscale del FES AREA RELAZIONE CRESCITA PERSONALE SUBSCALE DESCRIZIONE COESIONE Indica il grado in cui i membri si interessano e sono coinvolti dalla famiglia inoltre quanto si aiutano e sostengono tra di loro. ESPRESSIVITÁ Indica quanto i membri sono incoraggiati e permettono di agire apertamente e di esprimere direttamente i loro sentimenti. CONFLITTO Indica quanto l’aperta espressione di collera e aggressività e le interazioni conflittuali siano caratteristiche della famiglia. INDIPENDENZA Indica il grado in cui i membri della famiglia sono incoraggiati ad essere assertivi, autosufficienti, autonomi nelle proprie decisioni e nel portarle a compimento. ORIENTAMENTO ACQUISITIVO Indica quanto diversi tipi di attività (es. scuola e lavoro) sono assegnati ad una meta da raggiungere o in un’ottica competitiva. ORIENTAMENTO CULTURALE Indica il grado in cui la famiglia si interessa di attività politiche, sociali e culturali. ORIENTAMENTO RICREATIVO Indica il grado in cui la famiglia partecipa attivamente a vari tipi attività ricreative e sportive. ORIENTAMENTO MORALE-RELIGIOSO Indica quanto la famiglia discute attivamente ed evidenzia le problematiche etico-religiose e i valori. ORGANIZZAZIONE Misura quanto sia importante l’ordine e l’organizzazione nella famiglia in termini di strutturazione delle attività familiari, pianificazione finanziaria ed inoltre la chiarezza e l’esplicitazione delle regole e delle responsabilità. CONTROLLO Valuta il grado in cui la famiglia è organizzata in modo gerarchico, la rigidità delle regole e procedure familiari nonché il potere esercitato da alcuni membri sugli altri. OMEOSTASI Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 109 Crescita Personale comprende cinque dimensioni, con altrettante subscale, che favoriscono i processi di sviluppo personale - in particolare ma non esclusivamente dei membri in età evolutiva -, assieme anche allo sviluppo sociale: Indipendenza, Orientamento acquisitivo, Orientamento culturale, Orientamento ricreativo e Orientamento morale-religioso. Infine l’area di Omeostasi, con le dimensioni di Organizzazione familiare e di Controllo familiare, verifica la stabilità della struttura familiare e la sua resistenza al cambiamento. La forma iniziale del questionario (Forma A), composta da 200 item, venne somministrata (Moos, 1974) ad un campione di 285 famiglie rappresentative di una vasta gamma di climi familiari; da questi risultati gli autori derivarono la forma reale (Forma R) definitiva, composta da 90 item appartenenti alle dieci subscale. Successivamente misero a punto una forma ideale (Forma I) - con gli stessi item visti come se riflettessero il clima ideale secondo il soggetto - e una forma di aspettativa (Forma E), vale a dire nelle attese del soggetto dopo un certo periodo e certe esperienze. Accanto ai punteggi usuali per le dieci subscale, gli autori propongono anche un punteggio di incongruenza familiare confrontando il grado di non accordo tra le possibili coppie di membri nelle singole subscale. L’ipotesi era che le famiglie disturbate o divise mostrassero punteggi di incongruenza più alti rispetto alle famiglie normali. Lo strumento fu utilizzato in numerosi studi per verificarne l’attendibilità e la validità (Moos, Insel e Humphrey, 1974). Tra i vari aspetti studiati, vale la pena ricordare che non emersero differenze significative tra i sessi nella percezione dell’ambiente familiare, mentre lievi discrepanze sistematiche sono state messe in luce tra i vissuti dei genitori e quelli dei figli. Significativo invece appariva il rapporto tra la numerosità della famiglia e le risposte al questionario: il Conflitto aumentava, mentre la Coesione, l’Espressività e l’Indipendenza diminuivano - unitamente al calo di Controllo e di Orientamento morale-religioso - con il crescere del numero dei membri. In un’altra ricerca condotta da Moos e collaboratori (1974) si confrontarono 42 famiglie “patologiche” con altrettante “normali”: le prime ottennero punteggi più bassi nella Coesione e nell’Orientamento Culturale e in quello Ricreativo con più alti punteggi nel Conflitto e nel Controllo. Da un’indagine successiva svolta con 100 famiglie (Moos e Moos, 1976), vennero individuati sei tipi di famiglie con un alto punteggio nella scala ritenuta caratterizzante il tipo e un andamento caratteristico nelle altre: Famiglie ad Orientamento Espressivo, Famiglie ad Orientamento Strutturato, Famiglie ad Orientamento Indipendente, Famiglie ad Orientamento Acquisitivo, Famiglie ad Orientamento Morale-Religioso, Famiglie ad Orientamento Conflittuale. Molte ricerche sono seguite negli anni ottanta che toccavano ambiti diversi come quello clinico, sociale o misurativo; in particolare per quest’ultimo aspetto, Olivieri e Reiss (1984) confrontarono il FES con altre metodologie di assessment familiare, come la procedura Qshort, senza trovare correlazioni significative tra i due strumenti; essi spiegarono il risultato con la disomogeneità negli obiettivi dei metodi in questione. Bloom (1985) confrontò il FES con altre tre scale di tipo self-report, anch’esse molto conosciute ed utilizzate, giungendo ad alcune conclusioni: (a) era necessario validare ulteriormente le scale di Orientamento acquisitivo e di Indipendenza; (b) la subscala di Orientamento morale-religioso tendeva a verificare maggiormente l’aspetto religioso rispetto a quello morale; (c) la dimensione di Coesione poteva essere considerata come integrante l’intero clima familiare in quanto risultava correlata con tutte le altre aree. Altre ricerche hanno confrontato il FES con diversi strumenti per verificarne la validità concorrente e discriminante (ricordiamo: Perosa e Perosa, 1990; Roosa e Beals, 1990). In uno studio più recente Gandoni, Doun e Jacob (1993) vollero verificare le strutture fattoriali di tre strumenti tra cui il FES che risultarono confermate. Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 110 Alcuni lavori (Pino, Simons e Slawinowski, 1983; Pino e Slwinowski, 1984) riguardano la versione del FES (detta CV-FES) utilizzabile da parte di soggetti dai 5 ai 12 anni di età e comprendente le dieci dimensioni rappresentate da 30 item in forma di disegni di scene familiari; la modalità di risposta è quella a scelta multipla. Di questa versione si sta preparando anche un adattamento italiano (Segatto, 1998). Un altro ambito di studi con il FES riguarda la derivazione di punteggi relazionale partendo dalle risposte individuali dei singoli membri di una famiglia. Fisher, Kokes, Ransom, Philips e Rudd (1985) proposero la elaborazione di punteggi relazionali capaci di individuare nelle triadi familiari le coalizioni e le situazioni di “capro espiatorio”. Cusinato, Cristante e Stefanutti (1996) hanno messo a punto dei modelli matematici e statistici per la derivazione di punteggi relazionali con famiglie anche con più di tre membri. Il FES venne infine impiegato per valutare le famiglie disfunzionali e quelle con problemi relazionali per la presenza di adolescenti (Carlson, Cooper e Spradling, 1991), o con un membro con disturbi alimentari, disabile, diabetico o portatore di handicap (Head e Williamson, 1990). Scheewind e Rupper (1998) utilizzarono il FES nell’adattamento tedesco per una ricerca longitudinale con 570 famiglie e un intervallo di tempo di 17 anni. L’iter dell’adattamento italiano Come dicevamo, gli studi per l’adattamento del FES al contesto italiano sono iniziati verso la fine degli anni settanta da parte di un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova (Cusinato, Cristante e Muraro, 1979), dove la prospettiva di ricerca era caratterizzata dalla forte esigenza di colmare le carenze nel nostro paese di strumenti adatti alla misurazione e valutazione del clima familiare. Nella prima fase sperimentale gli item del FES vennero tradotti in modo piuttosto letterale con piccoli adattamenti di forma o di contenuto, mantenendo però intatta la struttura di partenza. L’area con modifiche maggiori risultò quella della Crescita personale perché più legata ai valori tipici del contesto culturale: nella subscala Orientamento culturale si cercò di ampliare il senso culturale; per l’Orientamento ricreativo si cercò di rispecchiare le modalità di vivere il tempo libero delle famiglie italiane; circa l’Orientamento morale -religioso, data l’uniformità della religione di appartenenza della maggior parte delle famiglie, i cambiamenti tendevano a sondare quanto l’adesione alla pratica religiosa costituisse stimolo di crescita per le persone. Nelle rimanenti subscale non furono introdotte variazioni sostanziali. La modalità di risposta agli item “vero/falso” venne sostituita da una scala a 5 gradini di tipo Likert per dare al soggetto l’opportunità di una valutazione più dettagliata. La consegna venne formulata così: “…con il contenuto di questa frase… sono: pienamente d’accordo (5), abbastanza d’accordo (4), così e così (3), poco d’accordo (2), per nulla d’accordo (1). Per verificare le proprietà misurative dello strumento, il questionario venne applicato ad un campione di 143 famiglie (Bortolussi e Buccaro, 1979; Pisano, 1980) con almeno un figlio adolescente. I risultati dimostrarono una soddisfacente consistenza globale delle scale, ma anche la necessità di rivedere alcuni contenuti e riformulare degli item. Nella versione successiva del 1980, oltre all’opportuna revisione di alcuni item, venne aggiunta una scala di Desiderabilità sociale familiare composta da nove item, derivati da diversi questionari messi a punto in quegli anni da Olson allo scopo di controllare la possibile componente di idealizzazione influenzante le risposte (Cristante, 1993). Questa versione venne utilizzata nell’arco di dieci anni con campioni diversi di soggetti; in particolare una prima fase sperimentale ha cercato di dare una definizione più precisa dei costrutti teorici, mentre in un secondo momento sono state verificate le proprietà misurative delle scale. Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 111 Dagli studi condotti tra il 1982 e il 1985 su famiglie con almeno uno dei figli ancora nella fase adolescenziale (Pavanello, 1983; Pranovi, 1984; Folco, 1985), in linea con gli studi di Moos, si evidenziò l’esistenza di particolari tipologie familiari. La scala di Desiderabilità Sociale non mise in luce influenze eccessive di idealizzazione. Attraverso l’analisi delle correlazioni tra le subscale e l’analisi fattoriale degli item si approfondì la struttura dei costrutti del FES; i risultati misero in luce legami sia tra le dimensioni all’interno delle rispettive aree, sia tra dimensioni appartenenti ad aree diverse. Dall’analisi fattoriale attuata secondo le indicazioni dello scree-test di Cattell, si poterono interpretare tre componenti principali, caratterizzate rispettivamente dalla subscala Orientamento morale-religioso, dall’interazione negativa tra Conflitto e Desiderabilità sociale familiare (dove rientrano altri aspetti dell’area di Relazione) e da alcune subscale dell’area di Crescita personale. Negli anni 1987 e 1989 fu realizzato un ulteriore approfondimento sperimentale sull’analisi dell’attendibilità degli item (Gusmano, 1989) mediante una verifica del sistema di valutazione di ogni item messo a confronto con quello dicotomico di Moos (Motta, 1989). I risultati della prima ricerca evidenziarono una discreta attendibilità degli item, ma anche la necessità di rivederne alcuni poco consistenti rispetto alla scala di appartenenza; il secondo studio provò l’esistenza di forti analogie tra i due sistemi di valutazione del FES, che depose per l’adozione definitiva del sistema a cinque categorie di risposta. Le analisi dei risultati sulle proprietà misurative, basate su diverse strategie di elaborazione volte a definire la dimensionalità, la consistenza interna e la struttura delle relazioni tra i subtest, confermarono l’affidabilità dello strumento nel suo complesso, assieme all’opportunità di apportare degli aggiustamenti specifici nei singoli item, subscale o aree. In questo senso era auspicabile un ulteriore lavoro di affinamento. Accanto all’area di studio riguardante l’attendibilità e la consistenza interna delle scale, va considerata quella di tipo correlazionale, riguardante le relazioni tra diversi domini di variabili, con la prospettiva di stabilire in quale misura la percezione del proprio clima familiare può essere collegato con importanti fattori personali e interpersonali: le scale del FES sono allora correlate con tratti di personalità (Sines, 1984), valori interpersonali (Gordon, 1960), l’intelligenza sociale (Guilford, 1971), la dimensione Locus of control (Novickie e Schneewind, 1982). Un ulteriore versante, definibile come relazionale, permette di analizzare i rapporti tra diadi e triadi familiari, in particolare dei membri adolescenti rispetto ai loro genitori, come abbiamo già accennato. Nel 1991 venne realizzata una nuova versione del FES facendo tesoro dei risultati ottenuti dagli studi condotti. Venne così riformulata una decina di item dell’area di Crescita personale e delle subscale di Conflitto e Desiderabilità sociale familiare; alcune subscale vennero rinominate: la scala di Orientamento morale-religioso in Orientamento religioso perché gli item più consistenti erano di questa natura, come la letteratura aveva già evidenziato. In particolare gli item di ogni subscala vennero portati da 9 a 10 al fine di poter derivare all’occorrenza due versioni ridotte e parallele, comprendenti 5 item ciascuna per ogni subscala per un totale di 55 item; questa opportunità appariva particolarmente interessante per l’ambito clinico e nei disegni sperimentali di test e retest (Forma A e B). Con l’adattamento del 1991 la struttura dello strumento era pertanto quella indicata nella Tabella 2. Gli studi successivi confermarono l’attendibilità globale, ma evidenziarono diversi item deboli rispetto alla consistenza interna della scala di appartenenza. La nuova versione del 1992 cercò di superare questi aspetti, in particolare per la subscala di Impegno di realizzazione; nel 1993, il lavoro di ricerca riguardò le subscale di Indipendenza e Impegno di realizzazione, giungendo alla loro riformulazione come Autonomia personale e Locus of control familiare (Menardi, 1995). Queste nuove etichette sembravano rispec- Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 112 Tabella 2. Suddivisione delle aree e subscale del FES AREE SUBSCALE Coesione familiare RELAZIONE Facilità di espressione Conflittualità manifesta Indipendenza Impegno di realizzazione CRESCITA PERSONALE Sensibilità culturale della famiglia Orientamento ludico attivo della famiglia Orientamento religioso della famiglia Organizzazione familiare OMEOSTASI Controllo familiare chiare meglio i contenuti degli item. L’impegno di “riuscire/sfondare nella vita” appariva rispondente più al contesto americano che a quello italiano; il “locus of control” (interno), concetto conosciuto e studiato tra gli studiosi italiani poteva esprimere l’idea di “sapersi assumere le proprie responsabilità, sentirsi positivamente responsabile delle azioni e dei comportamenti in genere”. Risultati di due recenti ricerche Ci soffermiamo in particolare su due studi che utilizzarono la versione del 1993 e volti a fare il punto sulla situazione attuale in vista di un adattamento definitivo del FES. Tra il 1995 e il 1996 venne condotto uno studio su un campione di 333 soggetti, per un totale di 140 famiglie, sui dati raccolti in precedenza nelle province di Brescia (Borghetti, 1995), Vicenza (Serradura, 1995) e Milano (Meneguzzi, 1995); esso utilizzava in una prima fase alcune procedure statistiche tipiche della teoria classica del testing (Logli, 1995) e successivamente un’analisi secondo la teoria dei Tratti Latenti (Ravalli, 1996). Le caratteristiche del campione sono riassunte nella Tabella 3. Il numero dei figli è proporzionalmente inferiore a quello dei genitori perché i dati sui figli sono stati raccolti solo dalla ricerca di Meneguzzi (1985). Lo scopo dello studio era la verifica delle proprietà misurative attraverso le seguenti analisi: a) Consistenza Interna: è stata utilizzata la procedura del coefficiente α di Cronbach e della correlazione “split-half”. b) Analisi degli item: lo studio di Logli (1995) ha utilizzato il metodo del coefficiente α di Cronbach, ricalcolandolo dopo aver tolto un item alla volta in ogni subscala, e il metodo della correlazione item/scala; la ricerca di Ravelli (1996) ha adottato invece un modello matematico che si caratterizza nell’ambito della prospettiva della Teoria dei Tratti Latenti, e precisamente il modello di Rasch (Cristante, 1997). c) Analisi di validità discriminante: per verificare l’influenza di alcune variabili indipendenti/ intervenienti (ruolo, età, titolo di studio, professione) sulle risposte al questionario median- Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 113 Tabella 3. Caratteristiche del campione RUOLO N. TITOLO DI STUDIO N. Padre 140 Licenza elementare 20 Madre 139 Scuola media inferiore 141 Figlio 21 Scuola professionale 38 Figlia 33 Scuola media superiore 89 Laurea 45 ETA’ N. PROFESSIONE N. 15-17 31 Casalinga 65 18-21 23 Pensionato 7 31-40 116 Studente 55 41-50 147 Operaio 52 te l’analisi della varianza a una via e i confronti a posteriori con la procedura di Newman-Keuls. d) Analisi di validità di costrutto: i coefficienti di correlazione di Pearson tra le 11 subscale hanno permesso di controllare quanto le dimensioni fossero omogenee all’interno delle tre aree e fossero in relazione con le altre aree. La Tabella 4 offre una visione generale dei vissuti dei 51-57 16 Artigiano 12 soggetti circa il clima familiaImpiegato 68 re. Commerciante – Lav. Autonomo 20 La maggior parte dei soggetti Insegnante 21 si considera libero di esprimeDirigente - Lib. Prof. - Imprenditore 33 re il proprio pensiero all’interno del nucleo familiare (Facilità di espressione, M = 4.10) e afferma che il clima familiare favorisce la responsabilità personale (Locus of control familiare, M = 4.05). I valori medi più bassi si osservano nelle subscale di Conflitto e Organizzazione familiari (da rovesciare per leggerli in linea con la visione positiva della famiglia). I coefficienti α di Cronbach (Tabella 5) sono piuttosto insoddisfacenti. L’area di Relazione presenta dei coefficienti al limite dell’accettabilità (α >.60). Nell’area di Crescita Personale le subscale di Autonomia personale e Orientamento ludico attivo hanno coefficienti α deTabella 4. Medie e deviazioni standard delle risposte dei soggetti SUBTEST MEDIE D.S. Coesione Familiare 3.83 0.40 Facilità di Espressione 4.10 0.23 Conflittualità Manifesta 2.13 0.33 Autonomia Personale 3.85 0.35 Locus of Control Familiare 4.05 0.27 Sensibilità Culturale 3.50 0.57 Orientamento Ludico Attivo 3.55 0.49 Orientamento Religioso 3.24 0.58 Organizzazione Familiare 3.79 0.40 Controllo Familiare 2.24 0.46 Desiderabilità Sociale 3.60 0.63 Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 114 Tabella 5. Coefficienti α di Cronbach per le 11 subscale del FES SUBSCALE ALPHA cisamente deboli (rispettivamente di α .59 Facilità di Espressione .77 e .57). Per l’area di Omeostasi non è soddisfacente la conConflittualità Manifesta .69 sistenza interna della OrgaAutonomia Personale .59 nizzazione Familiare (α .59). Accettabile è il coefficiente Locus of Control Familiare .73 della Desiderabilità Sociale. Sensibilità Culturale .68 Il calcolo dell’α “if item deOrientamento Ludico Attivo .57 leted” evidenzia gli item che indeboliscono la consistenza Orientamento Religioso .84 interna di ogni subscala e Organizzazione Familiare .59 rappresenta la premessa per l’analisi qualitativa dei meControllo Familiare .65 desimi in vista di una loro Desiderabilità Sociale Familiare .71 riformulazione. Anche l’analisi secondo il modello di Rasch ha lo stesso scopo anche se la metodologia è diversa. Infatti essa verifica quanto la scelta valutativa dei soggetti sia dovuta alla loro posizione verso il problema posto dall’item (cioè la loro abilità) o alla difficoltà del contenuto in sé (affettività dell’item). Il modello consente, diversamente dalla teoria classica del testing, di definire l’attendibilità degli item indipendentemente dalla posizione dei soggetti. É utile quindi riportare il confronto tra i risultati dell’analisi classica (correlazione item-scala e α if item deleted ) e i valori δ di ciascun item sul tratto misurato con i valori di probabilità del fit del modello, ossia la coerenza dell’item con la dimensione misurata(3) (Tabella 6a,b). Nella scala di Coesione familiare gli item 78 e 89 presentano le correlazioni più basse rispetto a tutti gli altri; se eliminati, fanno aumentare la consistenza interna. Gli item meno condivisi, cioè quelli con δ più alti, sono 45, 78 e 100, affermazioni che suscitano meno un vissuto collegato alla coesione familiare. Inoltre non risultano accettabili (attendibilità con p >.05), gli item 45, 56, 78 e 89. Entrambe le analisi mettono in evidenza due item in particolare, 78 e 89, che si differenziano per il contenuto riferito a situazioni specifiche, mentre gli altri item presentano affermazioni su contenuti più generali. La subscala Facilità di espressione ha una buona consistenza interna (α .77); soltanto l’item 79 mostra una correlazione inferiore rispetto agli altri; basandoci sui valori δ risultano meno condivisi gli item 79, 90 e 57. Circa l’indice di attendibilità degli item, non sono coerenti con la dimensione gli item 57 e 79 che dovrebbero essere riformulati. Coesione Familiare .63 (3) Per l’interpretazione dei δ si ricorda che: (a) quando il valore δ è negativo significa che l’item è molto condiviso dai soggetti (maggiormente l’item riflette la dimensione del tratto su cui si colloca); (b) valori positivi del parametro δ indicano che l’item non è condiviso dai soggetti. Un δ con un valore basso significa che ha un’alta affettività e viceversa un δ con valore alto significa bassa affettività. Il modello ha un buon fit, per quanto riguarda i valori di probabilità, ossia l’item è coerente con la dimensione quando p >.05. Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 115 Tabella 6a. Sinossi dei risultati delle analisi con il testing classico e con il modello di Rasch COESIONE FAMILIARE (α α .63) FACILITÁ DI ESPRESSIONE (α α .77) ITEM r Item-scala α deleted δ p ITEM r Item-scala α deleted δ p 1 .44 .59 -.517 .224 2 .38 .75 -.125 .097 12 .39 .59 -.556 .198 13 .56 .73 -.413 .142 23 .37 .59 .046 .432 24 .54 .73 -.013 .382 34 .30 .61 -.187 .184 35 .41 .75 .109 .131 45 .27 .62 .605 .000 46 .50 .74 -.137 .472 56 .38 .59 -.125 .040 57 .34 .76 .154 .014 67 .34 .60 -.038 .275 68 .53 .73 .133 .174 78 .18 .64 .426 .000 79 .28 .77 .370 .000 89 .14 .64 -.001 .003 90 .45 .74 .165 .203 100 .32 .60 .345 .065 101 .39 .75 -.269 .274 CONFLITTUALITÁ MANIFESTA (α α .69) AUTONOMIA PERSONALE (α α .59) ITEM r Item-scala α deleted δ p ITEM r Item-scala α deleted δ p 3 .34 .66 -.564 .024 4 .31 .56 -.234 .284 14 .14 .70 -.233 .000 15 .32 .55 .162 .227 25 .39 .65 .042 .035 26 .37 .54 .329 .147 36 .32 .67 -.268 .119 37 .16 .60 .425 .002 47 .30 .67 -.031 .055 48 .10 .61 .275 .000 58 .48 .63 -.081 .287 59 .27 .57 -.174 .198 69 .30 .67 .225 .142 70 .31 .56 -.219 .268 80 .49 .64 .570 .032 81 .34 .55 -.319 .476 91 .32 .67 -.062 .033 92 .34 .55 -.088 .484 102 .44 .65 .403 .224 103 .24 .57 -.157 .257 ITEM r Item-scala α deleted LOCUS OF CONTROL FAMILIARE (α α .73) SENSIBILITÁ CULTURALE (α α .68) ITEM r Item-scala α deleted δ p δ p 5 .38 .71 -.400 .378 6 .13 .69 .634 .000 16 .31 .72 .151 .315 17 .39 .65 -.333 .301 27 .44 .70 .270 .278 28 .30 .66 -.354 .278 38 .44 .70 .018 .389 39 .39 .64 -.425 .397 49 .53 .69 -.197 .042 50 .43 .64 -.560 .145 60 .56 .68 .194 .072 61 .45 .63 .589 .176 71 .27 .73 -.055 .037 72 .42 .64 -.077 .468 82 .32 .72 .325 .000 83 .22 .68 .116 .000 93 .50 .69 -.377 .051 94 .48 .62 .314 .218 104 .19 .74 .374 .000 105 .22 .68 .097 .000 Nella subscala di Conflittualità manifesta, solo l’item 14 ha un punteggio di correlazione item/scala piuttosto basso; se eliminato, la consistenza della scala migliora. Dall’analisi con il modello di Rasch gli item 80 e 102 risultano i meno rappresentativi, mentre scarsamente attendibili sono almeno altri cinque: 3, 14, 25, 80, 91 (p >.05). Il confronto tra le due Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 116 Tabella 6b. Sinossi dei risultati delle analisi con il testing classico e con il modello di Rasch ORIENTAMENTO LUDICO ATTIVO (a .57) ORIENTAMENTO RELIGIOSO (a .87) ITEM r Item-scala α deleted δ p ITEM r Item-scala α deleted δ p 7 .28 .54 -.013 .171 8 .70 .81 .008 .069 18 .24 .55 .135 .056 19 .17 .86 .675 .000 29 .22 .55 .721 .023 30 .61 .82 .122 .397 40 .14 .57 .038 .028 41 .35 .84 -.609 .040 51 .20 .56 -.065 .075 52 .50 .83 -.325 .085 62 .25 .55 -.635 .436 63 .63 .82 .015 .218 73 .40 .50 .199 .138 74 .57 .82 .034 .052 84 .20 .56 .035 .013 85 .77 .81 .263 .000 95 .26 .54 .076 .151 96 .66 .82 .352 .045 106 .38 .52 -.492 .113 107 .44 .84 -.585 .012 ORGANIZZAZIONE FAMILIARE (a .59) COESIONE FAMILIARE (a .65) ITEM r Item-scala α deleted δ p ITEM r Item-scala α deleted δ p 9 .23 .57 .368 .003 10 .34 .62 .085 .425 20 .30 .55 -.004 .484 21 .39 .61 -.304 .484 31 .25 .57 .160 .097 32 .31 .63 -.330 .097 42 .25 .57 -.105 .085 43 .37 .62 .329 .452 53 .18 .58 -.334 .248 54 .10 .68 -.706 .000 64 .34 .54 .147 .189 65 .26 .64 .222 .020 75 .14 .60 -.039 .001 76 .39 .61 -.054 .409 86 .38 .54 -.403 .106 87 .24 .64 .280 .085 97 .32 .55 .460 .198 98 .54 .59 .147 .095 108 .30 .56 -.251 .288 109 .30 .63 .224 .440 DESIDERABILITÁ SOCIALE FAMILIARE (a .71) analisi suggerisce di rivedere ampiamente i contenuti di gran parte degli item che non risulta coerente con la dimensione della sub11 .41 .68 .030 .271 scala, tenendo presente soprattutto la diffi22 .26 .71 1.119 .002 coltà dei soggetti di ammettere il conflitto 33 .21 .72 .528 .000 familiare, come attesta tra l’altro anche la 44 .34 .70 -.145 .305 media dei punteggi (2.13), la più bassa di 55 .40 .69 .122 .031 tutto il questionario. 66 .47 .68 -.573 .192 La consistenza interna della subscala di Au77 .46 .67 .545 .359 tonomia personale è debole (α .59); inoltre 88 .47 .67 -.419 .043 gli item 37 e 48, che hanno un punteggio di 99 .42 .68 -.347 .248 correlazione basso rispetto agli altri, se eli110 .36 .69 -.860 .140 minati alzano di poco la consistenza interna complessiva. Gli item meno condivisi, cioè quelli con i punteggi δ più alti nell’analisi di Rasch, sono 26, 37, 48; presentano una bassa affettività per la subscala e di cui il 37 e 48 non sono neanche attendibili secondo il modello di Rasch. Pertanto si suggerisce di rivedere complessivamente la subscala per migliorarne la consistenza interna, eliminando comunque i due item che non sono coerenti con la dimensione. ITEM r Item-scala α deleted δ p Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 117 Nella subscala di Locus of control familiare, l’item 104 correla meno degli altri; se tolto, l’aumento della consistenza interna è modesto, tuttavia accettabile (α .73). Tre item (27, 82, 104) hanno alti valori δ; l’attendibilità degli item 49, 71, 82 e 104 non è accettabile; probabilmente può essere sufficiente una revisione della loro forma più che del contenuto. La subscala Sensibilità culturale presenta l’item 6 con una bassa correlazione; se tolto, la consistenza interna totale migliora di poco. L’analisi di Rasch evidenzia che i soggetti mostrano gli item 6, 61 e 94 come poco rappresentativi dei loro vissuti; inoltre non risultano attendibili gli item 6, 83 e 105. Le due analisi suggeriscono di eliminare l’item 6 e di riformulare gli altri perché risultino più coerenti con la dimensione. La subscala Orientamento ludico attivo ha la consistenza interna totale più bassa di tutte le altre scale (α .57); infatti gli item mostrano punteggi di correlazione piuttosto scarsi. Questo dato è confermato dall’analisi di Rasch che indica δ alti soltanto per gli item 29 e 73 mentre si mostra fragile l’attendibilità degli item 29, 40 e 84. Queste indicazioni suggeriscono di rivedere radicalmente i contenuti e la formulazione dell’intera scala. La scala di Orientamento religioso ha una consistenza interna piuttosto elevata; soltanto l’item 19 correla poco con il totale; se tolto fa crescere la consistenza interna da α .84 a .86. Gli item con valori meno rappresentativi della subscala sono il 19, 85 e 96; metà degli item secondo questo modello non sono sufficientemente attendibili: 19, 41, 85, 96, 107. Nonostante la buona consistenza interna della subscala, i risultati ottenuti attraverso il metodo di Rasch e il fatto che la scala correla soltanto con poche subscale raccomandano una riflessione sulla sua natura. La consistenza interna totale della subscala Organizzazione familiare (α .59) è decisamente bassa; l’item 75 ottiene il punteggio di correlazione item-scala più basso. Emergono alti valori δ per gli item 9 e 97 e una fragile attendibilità di 9 e 75. Al di là della riformulazione degli item non coerenti con la dimensione, indicati dai due metodi di analisi, forse anche questa subscala avrebbe bisogno di ulteriori approfondimenti. Nel Controllo familiare l’item 54 ha un basso punteggio di correlazione; se tolto, la consistenza interna passa da α .65 a .68. Quattro item presentano alti δ (43, 65, 87, 109); coerenza item-scala non accettabile per due (54, 65). Entrambe le analisi suggeriscono di eliminare l’item 54 e di riformulare gli altri in modo più coerente con i contenuti della dimensione. Infine la scala di Desiderabilità sociale familiare: soltanto l’item 33 ha una correlazione meno elevata, ma nel complesso la subscala ha una consistenza interna buona (α .71). Tre item hanno δ particolarmente elevato (22, 33, 77); secondo il modello di Rasch non sono sufficientemente attendibili gli item 22, 33, 55 e 88. Questi risultati fanno riflettere sull’utilità della subscala all’interno del FES per stabilire il livello di deformazione dei vari punteggi. Tirando le somme sui risultati ottenuti con l’analisi condotta sia con l’analisi classica del testing che con il modello probabilistico di Rasch, si evidenzia come il 67% degli item del FES risulti essere rappresentativo dei vissuti misurati dalle subscale; insoddisfacente l’attendibilità degli item rimanenti (33%). La verifica suggerisce pertanto un’ulteriore revisione delle scale per migliorarne l’attendibilità. Rispetto all’analisi condotta da Logli (1995), possiamo affermare che il modello di Rasch, permettendo di definire l’attendibilità degli item indipendentemente dalle capacità dei soggetti, evidenzia con una diversa prospettiva gli item che risultano meno validi. La Tabella 7 riassume i risultati dei due metodi circa gli item “deboli”. Le due prospettive del testing presentano tra loro differenze e analogie. Da un lato la Teoria Classica prende in esame l’attendibilità di ogni singolo item che dipende dai campioni particolari di soggetti esaminati, dove la definizione delle abilità dei soggetti risulta legata alla particolare difficoltà dell’item. Dalla prospettiva della Teoria dei Tratti Latenti invece secondo Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 118 il modello di Rasch, distinguendo il contributo dell’item rispetto a quello del soggetto, l’influenza rispettiva dei due parametri viene stimata separatamente. In tal modo si possono costruire item con diversi livelli di difficoltà a prescindere dalle caratteristiche dei soggetti del campione e confrontare le abilità dei soggetti indipendentemente dalle difficoltà dei singoli item. Tabella 7. Item non coerenti con la dimensione di ogni subscala SUBSCALE Item non sufficientemente consistenti con le relative scale Coesione familiare 45 56 78* 89* Facilità di espressione 57 79 Conflittualità manifesta 3 14* 25 80 91 Autonomia personale 37* 48* Locus of control familiare 49 71 82 104 Sensibilità culturale 6* 83 105 Orientamento ludico attivo 29 40 84 Orientamento religioso della famiglia 19* 41 85 96 107 Organizzazione familiare 9 75* Legenda: * item che abbassano l’α della scala. Applicando il metodo “split-half” si è potuto verificare la possibilità di costruire due subtest paralleli come appare dalla Tabella 8: ogni metà correla con l’altra per p < .001. Pur permanendo i limiti messi in risalto dalle analisi precedenti questa possibilità è fattibile ed offre il vantaggio di una somministrazione che occupa metà tempo, cosa non da poco sia per la ricerca e sia in sede di diagnosi con soggetti che faticano a rispondere ai Tabella 8. Coefficienti di correlazione questionari per le ragioni più svariate. dell’analisi “split-half” Nell’ambito delle analisi riguardanti la validità di costrutto sono r SUBSCALE p stati calcolati i coefficienti di correlaCoesione familiare .48 .001 zione di Pearson tra le 11 subscale (Tabella 9). Facilità di espressione .63 .001 Risultano relazioni significative tra le Conflittualità manifesta .49 .001 subscale appartenenti alla stessa area Autonomia personale .34 .001 (alcune anche tra aree diverse). Fa eccezione la subscala di Orientamento Locus of control familiare .63 .001 religioso che non ha correlazioni signiSensibilità culturale .47 .001 ficative con le altre tre subscale dell’aOrientamento ludico attivo .42 .001 rea, ma nemmeno con il Controllo familiare; la correlazione è significativa Orientamento religioso .80 .001 soltanto con la Facilità di espressione Organizzazione familiare .41 .001 (p <.01). Tutte le subscale correlano negativamente con la subscala di Conflittualità manifesta e con il Controllo Controllo familiare .42 .001 Desiderabilità sociale familiare .55 .001 Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 119 familiare; queste due ultime correlano positivamente tra loro e pertanto misurano vissuti “negativi” del clima familiare. Infine attraverso l’analisi della varianza ad una via si è voluto verificare il peso di alcune variabili indipendenti dei soggetti e precisamente: ruolo familiare, età, titolo di studio e professione, sulle dimensioni FES. Si è voluto inoltre controllare se lo strumento fosse in grado di discriminare alcuni sottogruppi di soggetti all’interno di queste stesse variabili. Nella Tabella Tabella 9. Coefficienti di correlazione di Pearson tra le 11 subscale del FES SCALE 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 1 _ .65** -.59** .38** .67** .39** .45** .32** .58** -.55** .62** _ -.58** .49** .73** .52** .50** .16* .50** -.60** .59** _ -.43** -.65** -.31** -.41** -.24** -.51** .57** -.56** _ .52** .38** .38** .32** -.56** .37** _ .48** .48** .53** -.63** .64** _ .42** .36** -.46** .23** _ .26** -.39** .36** 2 3 4 5 6 7 8 9 LEGENDA SUBSCALE: 1= Coesione familiare 2= Facilità di espressione 3= Conflittualità manifesta 4= Autonomia personale 5= Locus of control familiare 6= Sensibilità Cclturale 7= Orientamento ludico attivo 8= Orientamento religioso 9= Organizzazione familiare 10=Controllo familiare .24** _ .32** _ 10 .26** -.52** .43** _ -.45** 10 sono riportate per ciascuna subscala, le variabili con significatività statistica. Per la Coesione familiare, nella variabile ruolo, si osserva come ai genitori, in particolare le madri, si associ un maggiore vissuto di coesione rispetto ai figli; anche nella variabile età c’è qualcosa di simile: i soggetti con un maggior vissuto di coesione sono quelli con un’età compresa tra 31-40 e 41-50. Rispetto al titolo di studio, i soggetti che percepiscono una coesione maggiore presentano un livello di istruzione medio-alto (laureate); infine per la variabile professione i valori più elevati si hanno nei sottogruppi delle casalinghe e degli impiegati. Per la Facilità di espressione, nella variabile ruolo, i figli maschi sono in generale meno d’accordo sulla possibilità di potersi esprimere liberamente all’interno della famiglia; nella va- Tabella 10. Risultati riassuntivi dell’analisi della varianza Variabili Ruoli Età Coesione familiare Facilità di espressione Conflittuali- Autonomia. tà manife- personale. sta Professione Sensibilità culturale Orientam. ludico attivo Orientam. religioso Organizzazione familiare Controllo F 3.06 familiare F 5.85 F 3.26 F 2.99 F 2.81 F 4.10 F 6.05 F 3.51 (p<.001) (p<.02) (p<.03) (p<.05) (p<.01) (p<.001) (p<.02) (p<.05) F 5.25 F2.7 (p<.0307) F 4.10 F 2.55 ( F 3.70 F 2.54 (p<.01) p<.05) (p<.0004) Istruzione Locus of control familiare F 2.71 F 3.12 Desiderabilità sociale (p<.03) (p<.0154) (p<.01) p<.05) F 5.1 F 6.18 F 2.38 F 5.59 F 7.34 F 18.41 F 4.65 F 2.95 F 8.13 F 2.70 (p<.001) (p<.001) (p<.05) (p<.001) (p<.001) (p<.001) (p<.001) (p<.02) (p<.001) (p<.05) F 2.62 F 3.16 F 6.35 F 2.37 F 3.35 F 2.10 F 2.55 (p<.01) (p<.002) (p<.001) (p<.05) (p<.001) (p<.05) (p<.01) Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 120 riabile età, i due sottogruppi di 31-40 e 18-20 mostrano una percezione di maggiore libertà di espressione, al pari dei soggetti con un livello alto di istruzione. Per la Conflittualità manifesta il titolo di studio è l’unica variabile che differenzia (i soggetti con istruzione medio-bassa sentono un conflitto maggiore). Per l’Autonomia personale, la variabile età fa differenza (i soggetti di 15-17 anni affermano minore autonomia promossa dalla famiglia rispetto agli anziani), mentre per la variabile istruzione i soggetti che hanno conseguito un diploma di scuola professionale presentano in modo più tangibile una visione del clima familiare che spinge verso l’autonomia professionale e l’autosufficienza. Per il Locus of control familiare tutte le variabili indipendenti considerate differenziano: i genitori indicano valori più alti dei figli, gli anziani rispetto ai più giovani, i soggetti con un livello di istruzione più alti rispetto a quelli con più basso livello. La Sensibilità culturale presenta differenze significative tra madri e padri (per le madri la vita della propria famiglia è più ricca culturalmente), tra laureati e gli altri, tra gli insegnanti e quelli con altre professioni. Nell’Orientamento ludico attivo le madri si differenziano dai figli maschi (con una visione più ottimistica); gli adulti (31-50 anni) dai più giovani, i laureati dai non laureati, le casalinghe e i dirigenti dalle altre professioni. Nell’Orientamento religioso i figli maschi indicano livelli inferiori del clima familiare rispetto alle femmine e ai genitori; i commercianti e gli studenti rispetto alle casalinghe e agli impiegati. Nell’Organizzazione familiare le figlie danno minore importanza alle regole e all’organizzazione familiare rispetto ai figli; i giovani rispetto agli adulti; i diplomati rispetto ai non diplomati. Per il Controllo familiare i figli maschi sentono la pressione, il controllo e la rigidità delle regole familiari in misura superiore rispetto ai genitori, i giovani rispetto agli adulti, quelli con un basso livello scolastico rispetto agli altri. Nella Desiderabilità sociale familiare i soggetti con diploma superiore idealizzano la famiglia più degli altri. Per i confronti dettagliati a posteriori tra i sottogruppi rimandiamo al lavoro di Logli (1995). Nel complesso le analisi depongono a favore della capacità dello strumento di discriminare tra soggetti suddivisi in base alle quattro variabili indipendenti e con livelli diversi di una stessa variabile. Il FES sembra sostanzialmente in grado di dimostrare l’influenza delle variabili prese in considerazione, nella percezione dei vari aspetti del clima familiare misurati dalle undici scale. Conclusioni Dalle analisi condotte sulle caratteristiche psicometriche del FES nell’ultima versione del 1993, sulla validità e attendibilità della scala, possiamo senz’altro ricavare delle indicazioni utili per il lavoro di revisione in vista di una forma che possa ritenersi definitiva. I risultati delle analisi sulla consistenza interna condotte attraverso l’α di Cronbach e il metodo di Rasch hanno messo in luce la debolezza di alcuni item e la fragilità complessiva di alcune subscale con coefficienti α non del tutto accettabili, in particolare quella di Autonomia personale (α .59), Orientamento ludico attivo della famiglia (α .57) e Organizzazione familiare (α .59). Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 121 Un’attenzione particolare merita l’Orientamento religioso che nonostante abbia un α buono (.84), non correla con tre subscale dell’area; suggeriamo l’alternativa di approntare una scala di Orientamento morale che era già implicito nella versione di partenza di Moos. Sono a disposizione ormai delle indicazioni per gli item che vanno riformulati. L’uso dello strumento di questi anni ha mostrato che la consegna funziona, con il limite però che le persone poco acculturate mostrano delle difficoltà di comprensione del meccanismo di valutazione specialmente per gli item con forma negativa. Forse si può pensare - e verificare - se non sia preferibile una scala a quattro gradini del tipo Vero-Falso o Sempre-Mai. Nonostante le inadeguatezze indicate, lo strumento presenta globalmente delle caratteristiche di attendibilità abbastanza soddisfacenti ed è auspicabile giungere ad una edizione definitiva, sollecitata sia da molti operatori e ricercatori, perché la ricerca e l’intervento familiare possano essere arricchiti di uno strumento così promettente. Riferimenti bibliografici Bloom, B. L. (1985). A factor analysis of self report measures of family functioning. Family Process, 24, 225-239. Bortolussi, M. 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(Edizione 1993) COESIONE FAMILIARE: 01) (+) In famiglia ci sosteniamo reciprocamente. 12) (+) Passiamo volentieri il nostro tempo in famiglia. 23) (-) In famiglia la collaborazione è più a parole che a fatti. 34) (+) In famiglia siamo attenti agli stati d’animo di ognuno. 45) (-) In casa abbiamo idee diverse su come va il mondo d’oggi. 56) (+) Nella nostra famiglia vale il proverbio: tutti per uno e uno per tutti. 67) (-) Ci impegniamo di più all’esterno che all’interno della nostra famiglia. 78) (-) Ognuno di noi cerca di tirarsi indietro nelle faccende di casa. 89) (+) In famiglia i compleanni sono occasione per sentirci uniti. 100) (-) In famiglia abbiamo idee diverse un po’ su tutto. FACILITÁ DI ESPRESSIONE: 02) (+) Quando in famiglia qualcuno racconta come ha passato la giornata, tutti partecipano alla conversazione con commenti. 13) (+) In famiglia parliamo volentieri dei nostri progetti personali. 24) (-) In famiglia parliamo poco perché non ci si ascolta sul serio. 35) (-) In famiglia l’argomento come amministrare il denaro è tabù. 46) (+) Se in famiglia sorge un problema, ne discutiamo a fondo. 57) (+) Riportiamo in famiglia quanto ci è accaduto sul lavoro o a scuola. 68) (-) É difficile parlare in famiglia di ciò che ci preoccupa. 79) (-) Ogni discorso in casa viene interrotto a causa della televisione. 90) (-) I discorsi che facciamo in casa sono sempre gli stessi. 101) (+) Nelle scelte familiari ognuno di noi può dire la sua. CONFLITTUALITÁ MANIFESTA: 03) (+) In famiglia frequentemente bisticciamo anche per cose da poco. 14) (-) Per non far esplodere un conflitto, qualcuno di noi è sempre disposto a cedere. 25) (+) Nei nostri litigi familiari succede di urlare e/o di alzare le mani. 36) (-) Nei contrasti di famiglia siamo abituati a mantenere il controllo di noi stessi. 47) (-) Tra di noi è difficile che ci teniamo il muso a lungo. 58) (+) Nella mia famiglia c’è sempre qualcuno pronto a far irritare gli altri. 69) (-) Quando c’è qualche tensione, ci diamo tutti da fare per rasserenare il clima familiare. 80) (+) In casa i disaccordi finiscono in offese. 91) (+) In famiglia ci critichiamo a vicenda. 102) (-) In famiglia i contrasti vengono facilmente superati. AUTONOMIA PERSONALE: 04) (+) In casa ognuno di noi può disporre liberamente delle cose proprie. 15) (+) In famiglia ciascuno può gestire il proprio tempo libero come meglio crede. 26) (+) Ciascuno di noi può fare liberamente le proprie scelte. 37) (-) Ci sentiamo senza appoggio quando siamo lontani da casa. 48) (-) In famiglia ciascuno di noi aspetta sempre proposte, iniziative o idee dagli altri. 59) (+) Ognuno rispetta le opinioni degli altri familiari anche se diverse dalle proprie. 70) (+) Negli acquisti ognuno di noi può seguire i propri gusti personali. 81) (-) In famiglia ogni scelta autonoma è criticata. 92) (-) In famiglia c’è la tendenza di decidere per gli altri. 103) (-) In famiglia manchiamo di iniziativa personale. LOCUS OF CONTROL FAMILIARE: 05) (+) Quando in famiglia qualcosa va storta, ci diamo da fare sul serio per trovare un rimedio. 16) (+) In famiglia ognuno di noi si sente impegnato nei propri compiti. 27) (-) Quando in famiglia tento di appianare un disaccordo, spesso peggioro la situazione. 38) (-) Gli umori dei miei familiari sono per me un mistero perché non capisco da cosa dipendano. 49) (-) Mi sembra che spesso in famiglia non vi sia un modo possibile per superare i disaccordi che sorgono tra noi. 60) (-) Spesso ho la sensazione che, in famiglia, sia inutile cercare di affermare il proprio modo di pensare. 71) (+) Quando ho bisogno di aiuto per realizzare un mio progetto, riesco a fare in modo che i miei familiari mi aiutino. 82) (-) I contrasti più forti in famiglia nascono da osservazioni del tutto casuali. 93) (-) Nella mia famiglia sembra che darsi da fare o essere lavativi non faccia molta differenza. 104) (+) Di solito riesco ad affermare il mio punto di vista con i miei familiari. SENSIBILITÁ CULTURALE: 06) (+) In casa siamo più portati a leggere il giornale che a guardare la televisione. 17) (+) Confrontiamo in famiglia le nostre opinioni su problemi sociali e politici. 28) (-) I discorsi in famiglia riguardano soltanto cose pratiche. 39) (-) Il progresso della scienza è qualcosa di estraneo agli interessi dei miei familiari. Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 124 50) (-) 61) (+) 72) (-) 83) (+) 94) (+) 105) (-) Per noi le attività culturali sono una perdita di tempo. Per fare un regalo scegliamo spesso dei libri. Quando la televisione trasmette un programma di politica, in casa si cambia canale. Ci piace arredare la casa con quadri o riproduzioni d’autore. In famiglia ci teniamo aggiornati sui nostri interessi acquistando nuovi libri. Visitando una città, ci attirano particolarmente le vetrine dei negozi. ORIENTAMENTO LUDICO-ATTIVO: 07) (+) In famiglia ogni occasione è buona per fare tante cose assieme. 18) (-) Raramente gli amici passano con noi il loro tempo libero. 29) (+) Per distenderci andiamo volentieri al cinema e/o ad avvenimenti sportivi. 40) (-) Nella nostra famiglia il lavoro e/o gli impegni scolastici tolgono ogni spazio allo svago. 51) (+) Ognuno in famiglia coltiva degli hobby personali. 62) (-) Le ferie trascorse assieme alla famiglia sono un periodo di noia e di tensione. 73) (+) Nelle uscite familiari spesso si uniscono degli amici. 84) (-) La nostra principale forma di passatempo è la televisione. 95) (+) Preoccupazioni e impegni non ci impediscono di giocare assieme . 106) (+) Volentieri trascorriamo assieme del tempo all’aperto. ORIENTAMENTO RELIGIOSO: 08) (+) I membri della mia famiglia frequentano la chiesa e/o la parrocchia. 19) (-) In famiglia non preghiamo prima di mangiare. 30) (+) La fede religiosa ci indica ciò che è giusto fare e ciò che non lo è. 41) (-) Nei discorsi in famiglia gli argomenti religiosi sono evitati. 52) (-) Non crediamo nell’aldilà. 63) (+) In famiglia diamo particolare risalto alle feste religiose. 74) (-) Per i membri della mia famiglia ciò che riguarda la fede è un affare solo personale. 85) (+) Per la nostra famiglia il senso della vita viene dalla fede religiosa. 96) (+) In famiglia il Vangelo è un libro molto importante. 107) (-) Le esperienze di vita ci hanno insegnato che Dio si dimentica degli uomini. ORGANIZZAZIONE FAMILIARE: 09) (-) In casa è impossibile trovare gli oggetti quando occorrono. 20) (+) In famiglia ci sentiamo impegnati ad essere puntuali. 31) (-) In famiglia i contrattempi e i disguidi sono frequenti. 42) (+) Nella nostra famiglia ognuno conosce bene i propri compiti. 53) (-) In famiglia si spendono i soldi senza criterio. 64) (-) Nelle nostre stanze c’è sempre molto disordine. 75) (+) In casa è abitudine lavare i piatti subito dopo aver mangiato. 86) (+) In vista di un viaggio, organizziamo tutto con cura. 97) (-) In casa le cose vanno ripetute cento volte prima che vengano fatte. 108) (+) In famiglia sono ben utilizzate le qualità di ognuno di noi. CONTROLLO FAMILIARE: 10) (+) Nella mia famiglia si devono accettare le regole senza discutere. 21) (+) Nella mia famiglia ci si intromette troppo nelle cose dei singoli membri. 32) (+) In famiglia c’è sempre qualche critica da fare sulle persone che si frequentano. 43) (+) Se in famiglia uno ha idee diverse dagli altri viene colpevolizzato. 54) (+) Telefonate o lettere a qualcuno di noi non sfuggono all’attenzione degli altri. 65) (+) Nella mia famiglia la punizione è un mezzo per far rispettare le regole. 76) (+) Nella mia famigli si tende più a criticare che ad incoraggiare l’iniziativa dei membri. 87) (-) In famiglia abbiamo posizioni diverse su molte cose e non facciamo tragedie. 98) (+) In famiglia c’è sempre da ridire su quello che uno fa. 109) (-) In famiglia ognuno di noi rispetta la vita privata degli altri. DESIDERABILITÁ SOCIALE: 11) (+) La nostra famiglia ha tutte le qualità di una famiglia ideale. 22) (+) Ritengo che la mia famiglia non abbia difetti di sorta. 33) (-) Qualche dispiacere in famiglia dipende anche da me. 44) (+) In famiglia conosciamo perfettamente sentimenti ed esigenze gli uni degli altri. 55) (-) Talvolta i miei familiari mi hanno deluso. 66) (+) Tutto sommato, la nostra famiglia funziona perfettamente. 77) (-) La mia famiglia potrebbe essere più felice di quella che è. 88) (-) Ci sono momenti in cui mi sento poco legato alla mia famiglia. 99) (-) L’esperienza mi ha aperto gli occhi su qualità della mia famiglia che credevo buone. 110) (+) Ho sempre avuto la massima fiducia nei miei familiari senza alcun tentennamento. Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 125