FIR1999-4(2) - Centro della Famiglia

Transcript

FIR1999-4(2) - Centro della Famiglia
Contributo per la Revisione dell’Adattamento Italiano
delle Scale di Ambiente Familiare
Lorraine Bertuola(1)
Lo studio ripercorre le tappe che hanno scandito il lavoro di adattamento al contesto italiano
delle Scale di Ambiente Familiare (FES) di Moos, Insel e Humphrey. Si tratta di un impegno iniziato nel
1979, non ancora concluso, che ha portato alla messa a punto di diverse edizioni successive. In particolare si sofferma sulle analisi dei dati ottenuti da due recenti ricerche riguardanti 333 soggetti, per un
totale di 140 famiglie, al fine di ricavare delle indicazioni puntuali utilizzabili nella revisione delle scale
in vista di un’edizione stabile.
Parole chiave: Scale di ambiente familiare, adattamento italiano, attendibilità, validità del test.
Contribution to the Italian Adaptability Revision of Family Environment Scales. The study reviews the
various phases of the work in order to enrich the Italian Version of the Family Environment Scales of
Moos, Insel, and Humphrey. This work, not yet concluded, started in 1979 and subsequent versions were
prodiced. In particular, the study considers the analyses of data of new applications to 333 people from
140 families in order to obtain some exact information usable for a scale revision and, hopefully, a final
version.
Key Words: Family Environment Scales, Italian Adaptability, Test Reliability and Validity.
La possibilità di disporre di strumenti di valutazione attendibili e validi, sia per l’ambito clinico come per la ricerca, è un’esigenza fortemente sentita (Soresi, 1981); nell’ambito delle relazioni familiari essa è ancora più urgente perché gli strumenti a disposizione, in particolare per il contesto italiano, sono piuttosto esigui, mentre cresce la consapevolezza dell’importanza della valutazione per ogni tipo di intervento (Cusinato, 1998). Data la situazione, da tempo è in atto(2) alla messa a punto di uno degli strumenti più conosciuti, vale a dire le Scale di
Ambiente Familiare (FES) costruite e pubblicate nel 1974 da Moos, Insel e Humphrey. Il suo
adattamento italiano è iniziato diversi anni fa e le scale vennero utilizzate soprattutto in ambito
di ricerca; tuttavia non si è ancora arrivati ad una edizione pienamente soddisfacente e definitiva. Dal momento che la richiesta è crescente anche per l’ambito clinico, sembra opportuno impegnarsi per giungere a questo obiettivo.
C’è un’ampia letteratura a testimonianza dell’uso del FES (Clarkin e Glick, 1989; Halvorsen, 1991); in essa non mancano degli studi particolarmente critici riguardanti le capacità
diagnostiche dello strumento (Anderson, 1984; Roosa e Beals, 1990), tuttavia l’interesse verso
di esso non è mai venuto meno. Le scale hanno lo scopo di individuare il clima ambientale per
vari tipi di famiglie, puntando sulla descrizione e misurazione delle relazioni interpersonali tra
(1)
Ha svolto la presente ricerca nel semestre di tirocinio post-lauream presso il Dipartimento di Psicologia Generale,
Università di Padova.
(2)
Il lavoro di adattamento del FES si è svolto nell’ambito delle attività del Centro Interdipartimentale di Ricerca
sulla Famiglia dell’Università di Padova, con il contributo particolare del prof. M. Cusinato e della Prof. F. Cristante che ringrazio per l’assistenza durante questo lavoro.
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 108
i membri, sulle variabili contestuali che favoriscono o inibiscono la crescita personale e sulla
struttura organizzativa dell’unità familiare (Cusinato, 1988).
Gli studi sul FES in contesto italiano sono iniziati verso la fine degli anni settanta ed
hanno portato a delle versioni successive; l’ultima è del 1993 (vedi Appendice A) che, ad un
esame delle qualità psicometriche (Logli, 1995) ha mostrato degli aspetti deboli in alcune scale. Per questo ci sembra utile, partendo dalla versione originale del FES, ripercorrere il percorso dell’adattamento italiano ed evidenziare le diverse soluzioni utilizzate per offrire dei precisi
suggerimenti in vista di una revisione che possa risultare finalmente soddisfacente.
L’edizione originaria del FES
É composta da 10 subscale di 9 item ciascuna (Tabella 1), per un totale di 90 item, con
risposte dicotomiche di tipo vero/falso. Il clima familiare è operazionalizzato su tre aree: Relazione, Crescita personale e Omeostasi. L’area di Relazione comprende le dimensioni della
Coesione familiare, della Capacità di espressione e del Conflitto in quanto appaiono, anche
dalla letteratura (Olson, e McCubbin 1983), come le più adatte per indicare quanto i membri di
una famiglia siano in relazione tra loro e costruiscano un sistema super-individuale. L’area di
Tabella 1. Suddivisione delle aree e subscale del FES
AREA
RELAZIONE
CRESCITA
PERSONALE
SUBSCALE
DESCRIZIONE
COESIONE
Indica il grado in cui i membri si interessano e sono coinvolti dalla
famiglia inoltre quanto si aiutano e sostengono tra di loro.
ESPRESSIVITÁ
Indica quanto i membri sono incoraggiati e permettono di agire apertamente e di esprimere direttamente i loro sentimenti.
CONFLITTO
Indica quanto l’aperta espressione di collera e aggressività e le interazioni conflittuali siano caratteristiche della famiglia.
INDIPENDENZA
Indica il grado in cui i membri della famiglia sono incoraggiati ad essere assertivi, autosufficienti, autonomi nelle proprie decisioni e nel
portarle a compimento.
ORIENTAMENTO
ACQUISITIVO
Indica quanto diversi tipi di attività (es. scuola e lavoro) sono assegnati ad una meta da raggiungere o in un’ottica competitiva.
ORIENTAMENTO
CULTURALE
Indica il grado in cui la famiglia si interessa di attività politiche, sociali
e culturali.
ORIENTAMENTO
RICREATIVO
Indica il grado in cui la famiglia partecipa attivamente a vari tipi attività ricreative e sportive.
ORIENTAMENTO
MORALE-RELIGIOSO
Indica quanto la famiglia discute attivamente ed evidenzia le problematiche etico-religiose e i valori.
ORGANIZZAZIONE
Misura quanto sia importante l’ordine e l’organizzazione nella famiglia
in termini di strutturazione delle attività familiari, pianificazione finanziaria ed inoltre la chiarezza e l’esplicitazione delle regole e delle
responsabilità.
CONTROLLO
Valuta il grado in cui la famiglia è organizzata in modo gerarchico, la
rigidità delle regole e procedure familiari nonché il potere esercitato
da alcuni membri sugli altri.
OMEOSTASI
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 109
Crescita Personale comprende cinque dimensioni, con altrettante subscale, che favoriscono i
processi di sviluppo personale - in particolare ma non esclusivamente dei membri in età evolutiva -, assieme anche allo sviluppo sociale: Indipendenza, Orientamento acquisitivo, Orientamento culturale, Orientamento ricreativo e Orientamento morale-religioso. Infine l’area di
Omeostasi, con le dimensioni di Organizzazione familiare e di Controllo familiare, verifica la
stabilità della struttura familiare e la sua resistenza al cambiamento.
La forma iniziale del questionario (Forma A), composta da 200 item, venne somministrata (Moos, 1974) ad un campione di 285 famiglie rappresentative di una vasta gamma di climi familiari; da questi risultati gli autori derivarono la forma reale (Forma R) definitiva, composta da 90 item appartenenti alle dieci subscale. Successivamente misero a punto una forma
ideale (Forma I) - con gli stessi item visti come se riflettessero il clima ideale secondo il soggetto - e una forma di aspettativa (Forma E), vale a dire nelle attese del soggetto dopo un certo
periodo e certe esperienze.
Accanto ai punteggi usuali per le dieci subscale, gli autori propongono anche un punteggio di incongruenza familiare confrontando il grado di non accordo tra le possibili coppie di
membri nelle singole subscale. L’ipotesi era che le famiglie disturbate o divise mostrassero
punteggi di incongruenza più alti rispetto alle famiglie normali.
Lo strumento fu utilizzato in numerosi studi per verificarne l’attendibilità e la validità
(Moos, Insel e Humphrey, 1974). Tra i vari aspetti studiati, vale la pena ricordare che non
emersero differenze significative tra i sessi nella percezione dell’ambiente familiare, mentre
lievi discrepanze sistematiche sono state messe in luce tra i vissuti dei genitori e quelli dei figli. Significativo invece appariva il rapporto tra la numerosità della famiglia e le risposte al
questionario: il Conflitto aumentava, mentre la Coesione, l’Espressività e l’Indipendenza diminuivano - unitamente al calo di Controllo e di Orientamento morale-religioso - con il crescere
del numero dei membri. In un’altra ricerca condotta da Moos e collaboratori (1974) si confrontarono 42 famiglie “patologiche” con altrettante “normali”: le prime ottennero punteggi più
bassi nella Coesione e nell’Orientamento Culturale e in quello Ricreativo con più alti punteggi
nel Conflitto e nel Controllo.
Da un’indagine successiva svolta con 100 famiglie (Moos e Moos, 1976), vennero individuati sei tipi di famiglie con un alto punteggio nella scala ritenuta caratterizzante il tipo e un
andamento caratteristico nelle altre: Famiglie ad Orientamento Espressivo, Famiglie ad Orientamento Strutturato, Famiglie ad Orientamento Indipendente, Famiglie ad Orientamento Acquisitivo, Famiglie ad Orientamento Morale-Religioso, Famiglie ad Orientamento Conflittuale.
Molte ricerche sono seguite negli anni ottanta che toccavano ambiti diversi come quello
clinico, sociale o misurativo; in particolare per quest’ultimo aspetto, Olivieri e Reiss (1984)
confrontarono il FES con altre metodologie di assessment familiare, come la procedura Qshort, senza trovare correlazioni significative tra i due strumenti; essi spiegarono il risultato
con la disomogeneità negli obiettivi dei metodi in questione. Bloom (1985) confrontò il FES
con altre tre scale di tipo self-report, anch’esse molto conosciute ed utilizzate, giungendo ad
alcune conclusioni: (a) era necessario validare ulteriormente le scale di Orientamento acquisitivo e di Indipendenza; (b) la subscala di Orientamento morale-religioso tendeva a verificare
maggiormente l’aspetto religioso rispetto a quello morale; (c) la dimensione di Coesione poteva essere considerata come integrante l’intero clima familiare in quanto risultava correlata con
tutte le altre aree.
Altre ricerche hanno confrontato il FES con diversi strumenti per verificarne la validità
concorrente e discriminante (ricordiamo: Perosa e Perosa, 1990; Roosa e Beals, 1990). In uno
studio più recente Gandoni, Doun e Jacob (1993) vollero verificare le strutture fattoriali di tre
strumenti tra cui il FES che risultarono confermate.
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 110
Alcuni lavori (Pino, Simons e Slawinowski, 1983; Pino e Slwinowski, 1984) riguardano la versione del FES (detta CV-FES) utilizzabile da parte di soggetti dai 5 ai 12 anni di età e
comprendente le dieci dimensioni rappresentate da 30 item in forma di disegni di scene familiari; la modalità di risposta è quella a scelta multipla. Di questa versione si sta preparando anche un adattamento italiano (Segatto, 1998).
Un altro ambito di studi con il FES riguarda la derivazione di punteggi relazionale partendo dalle risposte individuali dei singoli membri di una famiglia. Fisher, Kokes, Ransom,
Philips e Rudd (1985) proposero la elaborazione di punteggi relazionali capaci di individuare
nelle triadi familiari le coalizioni e le situazioni di “capro espiatorio”. Cusinato, Cristante e
Stefanutti (1996) hanno messo a punto dei modelli matematici e statistici per la derivazione di
punteggi relazionali con famiglie anche con più di tre membri.
Il FES venne infine impiegato per valutare le famiglie disfunzionali e quelle con problemi relazionali per la presenza di adolescenti (Carlson, Cooper e Spradling, 1991), o con un
membro con disturbi alimentari, disabile, diabetico o portatore di handicap (Head e Williamson, 1990). Scheewind e Rupper (1998) utilizzarono il FES nell’adattamento tedesco per una
ricerca longitudinale con 570 famiglie e un intervallo di tempo di 17 anni.
L’iter dell’adattamento italiano
Come dicevamo, gli studi per l’adattamento del FES al contesto italiano sono iniziati
verso la fine degli anni settanta da parte di un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova
(Cusinato, Cristante e Muraro, 1979), dove la prospettiva di ricerca era caratterizzata dalla forte esigenza di colmare le carenze nel nostro paese di strumenti adatti alla misurazione e valutazione del clima familiare. Nella prima fase sperimentale gli item del FES vennero tradotti in
modo piuttosto letterale con piccoli adattamenti di forma o di contenuto, mantenendo però intatta la struttura di partenza. L’area con modifiche maggiori risultò quella della Crescita personale perché più legata ai valori tipici del contesto culturale: nella subscala Orientamento culturale si cercò di ampliare il senso culturale; per l’Orientamento ricreativo si cercò di rispecchiare le modalità di vivere il tempo libero delle famiglie italiane; circa l’Orientamento morale
-religioso, data l’uniformità della religione di appartenenza della maggior parte delle famiglie,
i cambiamenti tendevano a sondare quanto l’adesione alla pratica religiosa costituisse stimolo
di crescita per le persone. Nelle rimanenti subscale non furono introdotte variazioni sostanziali.
La modalità di risposta agli item “vero/falso” venne sostituita da una scala a 5 gradini di
tipo Likert per dare al soggetto l’opportunità di una valutazione più dettagliata. La consegna
venne formulata così: “…con il contenuto di questa frase… sono: pienamente d’accordo (5),
abbastanza d’accordo (4), così e così (3), poco d’accordo (2), per nulla d’accordo (1). Per verificare le proprietà misurative dello strumento, il questionario venne applicato ad un campione
di 143 famiglie (Bortolussi e Buccaro, 1979; Pisano, 1980) con almeno un figlio adolescente. I
risultati dimostrarono una soddisfacente consistenza globale delle scale, ma anche la necessità
di rivedere alcuni contenuti e riformulare degli item.
Nella versione successiva del 1980, oltre all’opportuna revisione di alcuni item, venne
aggiunta una scala di Desiderabilità sociale familiare composta da nove item, derivati da diversi questionari messi a punto in quegli anni da Olson allo scopo di controllare la possibile
componente di idealizzazione influenzante le risposte (Cristante, 1993). Questa versione venne
utilizzata nell’arco di dieci anni con campioni diversi di soggetti; in particolare una prima fase
sperimentale ha cercato di dare una definizione più precisa dei costrutti teorici, mentre in un
secondo momento sono state verificate le proprietà misurative delle scale.
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 111
Dagli studi condotti tra il 1982 e il 1985 su famiglie con almeno uno dei figli ancora
nella fase adolescenziale (Pavanello, 1983; Pranovi, 1984; Folco, 1985), in linea con gli studi
di Moos, si evidenziò l’esistenza di particolari tipologie familiari. La scala di Desiderabilità
Sociale non mise in luce influenze eccessive di idealizzazione. Attraverso l’analisi delle correlazioni tra le subscale e l’analisi fattoriale degli item si approfondì la struttura dei costrutti del
FES; i risultati misero in luce legami sia tra le dimensioni all’interno delle rispettive aree, sia
tra dimensioni appartenenti ad aree diverse. Dall’analisi fattoriale attuata secondo le indicazioni dello scree-test di Cattell, si poterono interpretare tre componenti principali, caratterizzate
rispettivamente dalla subscala Orientamento morale-religioso, dall’interazione negativa tra
Conflitto e Desiderabilità sociale familiare (dove rientrano altri aspetti dell’area di Relazione)
e da alcune subscale dell’area di Crescita personale.
Negli anni 1987 e 1989 fu realizzato un ulteriore approfondimento sperimentale sull’analisi dell’attendibilità degli item (Gusmano, 1989) mediante una verifica del sistema di valutazione di ogni item messo a confronto con quello dicotomico di Moos (Motta, 1989). I risultati della prima ricerca evidenziarono una discreta attendibilità degli item, ma anche la necessità
di rivederne alcuni poco consistenti rispetto alla scala di appartenenza; il secondo studio provò
l’esistenza di forti analogie tra i due sistemi di valutazione del FES, che depose per l’adozione
definitiva del sistema a cinque categorie di risposta.
Le analisi dei risultati sulle proprietà misurative, basate su diverse strategie di elaborazione volte a definire la dimensionalità, la consistenza interna e la struttura delle relazioni tra i
subtest, confermarono l’affidabilità dello strumento nel suo complesso, assieme all’opportunità
di apportare degli aggiustamenti specifici nei singoli item, subscale o aree. In questo senso era
auspicabile un ulteriore lavoro di affinamento.
Accanto all’area di studio riguardante l’attendibilità e la consistenza interna delle scale, va considerata quella di tipo correlazionale, riguardante le relazioni tra diversi domini di variabili, con la prospettiva di stabilire in quale misura la percezione del proprio clima familiare
può essere collegato con importanti fattori personali e interpersonali: le scale del FES sono allora correlate con tratti di personalità (Sines, 1984), valori interpersonali (Gordon, 1960), l’intelligenza sociale (Guilford, 1971), la dimensione Locus of control (Novickie e Schneewind,
1982). Un ulteriore versante, definibile come relazionale, permette di analizzare i rapporti tra
diadi e triadi familiari, in particolare dei membri adolescenti rispetto ai loro genitori, come abbiamo già accennato.
Nel 1991 venne realizzata una nuova versione del FES facendo tesoro dei risultati ottenuti dagli studi condotti. Venne così riformulata una decina di item dell’area di Crescita personale e delle subscale di Conflitto e Desiderabilità sociale familiare; alcune subscale vennero
rinominate: la scala di Orientamento morale-religioso in Orientamento religioso perché gli
item più consistenti erano di questa natura, come la letteratura aveva già evidenziato. In particolare gli item di ogni subscala vennero portati da 9 a 10 al fine di poter derivare all’occorrenza due versioni ridotte e parallele, comprendenti 5 item ciascuna per ogni subscala per un totale di 55 item; questa opportunità appariva particolarmente interessante per l’ambito clinico e
nei disegni sperimentali di test e retest (Forma A e B).
Con l’adattamento del 1991 la struttura dello strumento era pertanto quella indicata
nella Tabella 2. Gli studi successivi confermarono l’attendibilità globale, ma evidenziarono diversi item deboli rispetto alla consistenza interna della scala di appartenenza.
La nuova versione del 1992 cercò di superare questi aspetti, in particolare per la subscala di Impegno di realizzazione; nel 1993, il lavoro di ricerca riguardò le subscale di Indipendenza e Impegno di realizzazione, giungendo alla loro riformulazione come Autonomia personale e Locus of control familiare (Menardi, 1995). Queste nuove etichette sembravano rispec-
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 112
Tabella 2. Suddivisione delle aree e subscale del FES
AREE
SUBSCALE
Coesione familiare
RELAZIONE
Facilità di espressione
Conflittualità manifesta
Indipendenza
Impegno di realizzazione
CRESCITA PERSONALE Sensibilità culturale della famiglia
Orientamento ludico attivo della famiglia
Orientamento religioso della famiglia
Organizzazione familiare
OMEOSTASI
Controllo familiare
chiare meglio i contenuti degli item. L’impegno di “riuscire/sfondare nella vita” appariva rispondente più al contesto americano che a quello italiano; il “locus of control” (interno), concetto conosciuto e studiato tra gli studiosi italiani poteva esprimere l’idea di “sapersi assumere
le proprie responsabilità, sentirsi positivamente responsabile delle azioni e dei comportamenti
in genere”.
Risultati di due recenti ricerche
Ci soffermiamo in particolare su due studi che utilizzarono la versione del 1993 e volti a
fare il punto sulla situazione attuale in vista di un adattamento definitivo del FES.
Tra il 1995 e il 1996 venne condotto uno studio su un campione di 333 soggetti, per un
totale di 140 famiglie, sui dati raccolti in precedenza nelle province di Brescia (Borghetti,
1995), Vicenza (Serradura, 1995) e Milano (Meneguzzi, 1995); esso utilizzava in una prima
fase alcune procedure statistiche tipiche della teoria classica del testing (Logli, 1995) e successivamente un’analisi secondo la teoria dei Tratti Latenti (Ravalli, 1996). Le caratteristiche del
campione sono riassunte nella Tabella 3. Il numero dei figli è proporzionalmente inferiore a
quello dei genitori perché i dati sui figli sono stati raccolti solo dalla ricerca di Meneguzzi
(1985). Lo scopo dello studio era la verifica delle proprietà misurative attraverso le seguenti
analisi:
a) Consistenza Interna: è stata utilizzata la procedura del coefficiente α di Cronbach e della
correlazione “split-half”.
b) Analisi degli item: lo studio di Logli (1995) ha utilizzato il metodo del coefficiente α di
Cronbach, ricalcolandolo dopo aver tolto un item alla volta in ogni subscala, e il metodo
della correlazione item/scala; la ricerca di Ravelli (1996) ha adottato invece un modello
matematico che si caratterizza nell’ambito della prospettiva della Teoria dei Tratti Latenti,
e precisamente il modello di Rasch (Cristante, 1997).
c) Analisi di validità discriminante: per verificare l’influenza di alcune variabili indipendenti/
intervenienti (ruolo, età, titolo di studio, professione) sulle risposte al questionario median-
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 113
Tabella 3. Caratteristiche del campione
RUOLO
N.
TITOLO DI STUDIO
N.
Padre
140
Licenza elementare
20
Madre
139
Scuola media inferiore
141
Figlio
21
Scuola professionale
38
Figlia
33
Scuola media superiore
89
Laurea
45
ETA’
N.
PROFESSIONE
N.
15-17
31
Casalinga
65
18-21
23
Pensionato
7
31-40
116
Studente
55
41-50
147
Operaio
52
te l’analisi della varianza a
una via e i confronti a posteriori con la procedura di Newman-Keuls.
d) Analisi di validità di costrutto: i coefficienti di correlazione di Pearson tra le 11
subscale hanno permesso di
controllare quanto le dimensioni fossero omogenee all’interno delle tre aree e fossero in
relazione con le altre aree.
La Tabella 4 offre una
visione generale dei vissuti dei
51-57
16
Artigiano
12
soggetti circa il clima familiaImpiegato
68
re.
Commerciante – Lav. Autonomo
20
La maggior parte dei soggetti
Insegnante
21
si considera libero di esprimeDirigente - Lib. Prof. - Imprenditore
33
re il proprio pensiero all’interno del nucleo familiare (Facilità
di espressione, M = 4.10) e afferma che il clima familiare favorisce la responsabilità personale
(Locus of control familiare, M = 4.05). I valori medi più bassi si osservano nelle subscale di
Conflitto e Organizzazione familiari (da rovesciare per leggerli in linea con la visione positiva
della famiglia).
I coefficienti α di Cronbach (Tabella 5) sono piuttosto insoddisfacenti. L’area di Relazione presenta dei coefficienti al limite dell’accettabilità (α >.60). Nell’area di Crescita Personale le subscale di Autonomia personale e Orientamento ludico attivo hanno coefficienti α deTabella 4. Medie e deviazioni standard delle risposte dei soggetti
SUBTEST
MEDIE
D.S.
Coesione Familiare
3.83
0.40
Facilità di Espressione
4.10
0.23
Conflittualità Manifesta
2.13
0.33
Autonomia Personale
3.85
0.35
Locus of Control Familiare
4.05
0.27
Sensibilità Culturale
3.50
0.57
Orientamento Ludico Attivo
3.55
0.49
Orientamento Religioso
3.24
0.58
Organizzazione Familiare
3.79
0.40
Controllo Familiare
2.24
0.46
Desiderabilità Sociale
3.60
0.63
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 114
Tabella 5. Coefficienti α di Cronbach per le 11 subscale del FES
SUBSCALE
ALPHA
cisamente
deboli
(rispettivamente di α .59
Facilità di Espressione
.77
e .57). Per l’area di Omeostasi non è soddisfacente la conConflittualità Manifesta
.69
sistenza interna della OrgaAutonomia Personale
.59
nizzazione Familiare (α .59).
Accettabile
è il coefficiente
Locus of Control Familiare
.73
della Desiderabilità Sociale.
Sensibilità Culturale
.68
Il calcolo dell’α “if item deOrientamento Ludico Attivo
.57
leted” evidenzia gli item che
indeboliscono la consistenza
Orientamento Religioso
.84
interna di ogni subscala e
Organizzazione Familiare
.59
rappresenta la premessa per
l’analisi qualitativa dei meControllo Familiare
.65
desimi in vista di una loro
Desiderabilità Sociale Familiare
.71
riformulazione. Anche l’analisi secondo il modello di Rasch ha lo stesso scopo anche se la metodologia è diversa. Infatti
essa verifica quanto la scelta valutativa dei soggetti sia dovuta alla loro posizione verso il problema posto dall’item (cioè la loro abilità) o alla difficoltà del contenuto in sé (affettività
dell’item). Il modello consente, diversamente dalla teoria classica del testing, di definire l’attendibilità degli item indipendentemente dalla posizione dei soggetti. É utile quindi riportare il
confronto tra i risultati dell’analisi classica (correlazione item-scala e α if item deleted ) e i valori δ di ciascun item sul tratto misurato con i valori di probabilità del fit del modello, ossia la
coerenza dell’item con la dimensione misurata(3) (Tabella 6a,b). Nella scala di Coesione familiare gli item 78 e 89 presentano le correlazioni più basse rispetto a tutti gli altri; se eliminati,
fanno aumentare la consistenza interna. Gli item meno condivisi, cioè quelli con δ più alti, sono 45, 78 e 100, affermazioni che suscitano meno un vissuto collegato alla coesione familiare.
Inoltre non risultano accettabili (attendibilità con p >.05), gli item 45, 56, 78 e 89. Entrambe le
analisi mettono in evidenza due item in particolare, 78 e 89, che si differenziano per il contenuto riferito a situazioni specifiche, mentre gli altri item presentano affermazioni su contenuti
più generali.
La subscala Facilità di espressione ha una buona consistenza interna (α .77); soltanto
l’item 79 mostra una correlazione inferiore rispetto agli altri; basandoci sui valori δ risultano
meno condivisi gli item 79, 90 e 57. Circa l’indice di attendibilità degli item, non sono coerenti
con la dimensione gli item 57 e 79 che dovrebbero essere riformulati.
Coesione Familiare
.63
(3) Per l’interpretazione dei δ si ricorda che:
(a) quando il valore δ è negativo significa che l’item è molto condiviso dai soggetti (maggiormente l’item riflette la dimensione del tratto su cui si colloca);
(b) valori positivi del parametro δ indicano che l’item non è condiviso dai soggetti.
Un δ con un valore basso significa che ha un’alta affettività e viceversa un δ con valore alto significa
bassa affettività. Il modello ha un buon fit, per quanto riguarda i valori di probabilità, ossia l’item è coerente con la dimensione quando p >.05.
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 115
Tabella 6a. Sinossi dei risultati delle analisi con il testing classico e con il modello di Rasch
COESIONE FAMILIARE (α
α .63)
FACILITÁ DI ESPRESSIONE (α
α .77)
ITEM
r Item-scala
α deleted
δ
p
ITEM
r Item-scala
α deleted
δ
p
1
.44
.59
-.517
.224
2
.38
.75
-.125
.097
12
.39
.59
-.556
.198
13
.56
.73
-.413
.142
23
.37
.59
.046
.432
24
.54
.73
-.013
.382
34
.30
.61
-.187
.184
35
.41
.75
.109
.131
45
.27
.62
.605
.000
46
.50
.74
-.137
.472
56
.38
.59
-.125
.040
57
.34
.76
.154
.014
67
.34
.60
-.038
.275
68
.53
.73
.133
.174
78
.18
.64
.426
.000
79
.28
.77
.370
.000
89
.14
.64
-.001
.003
90
.45
.74
.165
.203
100
.32
.60
.345
.065
101
.39
.75
-.269
.274
CONFLITTUALITÁ MANIFESTA (α
α .69)
AUTONOMIA PERSONALE (α
α .59)
ITEM
r Item-scala
α deleted
δ
p
ITEM
r Item-scala
α deleted
δ
p
3
.34
.66
-.564
.024
4
.31
.56
-.234
.284
14
.14
.70
-.233
.000
15
.32
.55
.162
.227
25
.39
.65
.042
.035
26
.37
.54
.329
.147
36
.32
.67
-.268
.119
37
.16
.60
.425
.002
47
.30
.67
-.031
.055
48
.10
.61
.275
.000
58
.48
.63
-.081
.287
59
.27
.57
-.174
.198
69
.30
.67
.225
.142
70
.31
.56
-.219
.268
80
.49
.64
.570
.032
81
.34
.55
-.319
.476
91
.32
.67
-.062
.033
92
.34
.55
-.088
.484
102
.44
.65
.403
.224
103
.24
.57
-.157
.257
ITEM
r Item-scala
α deleted
LOCUS OF CONTROL FAMILIARE (α
α .73)
SENSIBILITÁ CULTURALE (α
α .68)
ITEM
r Item-scala
α deleted
δ
p
δ
p
5
.38
.71
-.400
.378
6
.13
.69
.634
.000
16
.31
.72
.151
.315
17
.39
.65
-.333
.301
27
.44
.70
.270
.278
28
.30
.66
-.354
.278
38
.44
.70
.018
.389
39
.39
.64
-.425
.397
49
.53
.69
-.197
.042
50
.43
.64
-.560
.145
60
.56
.68
.194
.072
61
.45
.63
.589
.176
71
.27
.73
-.055
.037
72
.42
.64
-.077
.468
82
.32
.72
.325
.000
83
.22
.68
.116
.000
93
.50
.69
-.377
.051
94
.48
.62
.314
.218
104
.19
.74
.374
.000
105
.22
.68
.097
.000
Nella subscala di Conflittualità manifesta, solo l’item 14 ha un punteggio di correlazione item/scala piuttosto basso; se eliminato, la consistenza della scala migliora. Dall’analisi con il modello di Rasch gli item 80 e 102 risultano i meno rappresentativi, mentre scarsamente attendibili sono almeno altri cinque: 3, 14, 25, 80, 91 (p >.05). Il confronto tra le due
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 116
Tabella 6b. Sinossi dei risultati delle analisi con il testing classico e con il modello di Rasch
ORIENTAMENTO LUDICO ATTIVO (a .57)
ORIENTAMENTO RELIGIOSO (a .87)
ITEM
r Item-scala
α deleted
δ
p
ITEM
r Item-scala
α deleted
δ
p
7
.28
.54
-.013
.171
8
.70
.81
.008
.069
18
.24
.55
.135
.056
19
.17
.86
.675
.000
29
.22
.55
.721
.023
30
.61
.82
.122
.397
40
.14
.57
.038
.028
41
.35
.84
-.609
.040
51
.20
.56
-.065
.075
52
.50
.83
-.325
.085
62
.25
.55
-.635
.436
63
.63
.82
.015
.218
73
.40
.50
.199
.138
74
.57
.82
.034
.052
84
.20
.56
.035
.013
85
.77
.81
.263
.000
95
.26
.54
.076
.151
96
.66
.82
.352
.045
106
.38
.52
-.492
.113
107
.44
.84
-.585
.012
ORGANIZZAZIONE FAMILIARE (a .59)
COESIONE FAMILIARE (a .65)
ITEM
r Item-scala
α deleted
δ
p
ITEM
r Item-scala
α deleted
δ
p
9
.23
.57
.368
.003
10
.34
.62
.085
.425
20
.30
.55
-.004
.484
21
.39
.61
-.304
.484
31
.25
.57
.160
.097
32
.31
.63
-.330
.097
42
.25
.57
-.105
.085
43
.37
.62
.329
.452
53
.18
.58
-.334
.248
54
.10
.68
-.706
.000
64
.34
.54
.147
.189
65
.26
.64
.222
.020
75
.14
.60
-.039
.001
76
.39
.61
-.054
.409
86
.38
.54
-.403
.106
87
.24
.64
.280
.085
97
.32
.55
.460
.198
98
.54
.59
.147
.095
108
.30
.56
-.251
.288
109
.30
.63
.224
.440
DESIDERABILITÁ SOCIALE FAMILIARE (a .71)
analisi suggerisce di rivedere ampiamente i
contenuti di gran parte degli item che non
risulta coerente con la dimensione della sub11
.41
.68
.030
.271
scala, tenendo presente soprattutto la diffi22
.26
.71
1.119
.002
coltà dei soggetti di ammettere il conflitto
33
.21
.72
.528
.000
familiare, come attesta tra l’altro anche la
44
.34
.70
-.145
.305
media dei punteggi (2.13), la più bassa di
55
.40
.69
.122
.031
tutto il questionario.
66
.47
.68
-.573
.192
La consistenza interna della subscala di Au77
.46
.67
.545
.359
tonomia personale è debole (α .59); inoltre
88
.47
.67
-.419
.043
gli
item 37 e 48, che hanno un punteggio di
99
.42
.68
-.347
.248
correlazione
basso rispetto agli altri, se eli110
.36
.69
-.860
.140
minati alzano di poco la consistenza interna
complessiva. Gli item meno condivisi, cioè quelli con i punteggi δ più alti nell’analisi di Rasch, sono 26, 37, 48; presentano una bassa affettività per la subscala e di cui il 37 e 48 non sono neanche attendibili secondo il modello di Rasch. Pertanto si suggerisce di rivedere complessivamente la subscala per migliorarne la consistenza interna, eliminando comunque i due item
che non sono coerenti con la dimensione.
ITEM
r Item-scala
α deleted
δ
p
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 117
Nella subscala di Locus of control familiare, l’item 104 correla meno degli altri; se tolto, l’aumento della consistenza interna è modesto, tuttavia accettabile (α .73). Tre item (27, 82,
104) hanno alti valori δ; l’attendibilità degli item 49, 71, 82 e 104 non è accettabile; probabilmente può essere sufficiente una revisione della loro forma più che del contenuto.
La subscala Sensibilità culturale presenta l’item 6 con una bassa correlazione; se tolto,
la consistenza interna totale migliora di poco. L’analisi di Rasch evidenzia che i soggetti mostrano gli item 6, 61 e 94 come poco rappresentativi dei loro vissuti; inoltre non risultano attendibili gli item 6, 83 e 105. Le due analisi suggeriscono di eliminare l’item 6 e di riformulare gli
altri perché risultino più coerenti con la dimensione.
La subscala Orientamento ludico attivo ha la consistenza interna totale più bassa di tutte le altre scale (α .57); infatti gli item mostrano punteggi di correlazione piuttosto scarsi. Questo dato è confermato dall’analisi di Rasch che indica δ alti soltanto per gli item 29 e 73 mentre si mostra fragile l’attendibilità degli item 29, 40 e 84. Queste indicazioni suggeriscono di
rivedere radicalmente i contenuti e la formulazione dell’intera scala.
La scala di Orientamento religioso ha una consistenza interna piuttosto elevata; soltanto l’item 19 correla poco con il totale; se tolto fa crescere la consistenza interna da α .84 a .86.
Gli item con valori meno rappresentativi della subscala sono il 19, 85 e 96; metà degli item secondo questo modello non sono sufficientemente attendibili: 19, 41, 85, 96, 107. Nonostante la
buona consistenza interna della subscala, i risultati ottenuti attraverso il metodo di Rasch e il
fatto che la scala correla soltanto con poche subscale raccomandano una riflessione sulla sua
natura.
La consistenza interna totale della subscala Organizzazione familiare (α .59) è decisamente bassa; l’item 75 ottiene il punteggio di correlazione item-scala più basso. Emergono alti
valori δ per gli item 9 e 97 e una fragile attendibilità di 9 e 75. Al di là della riformulazione degli item non coerenti con la dimensione, indicati dai due metodi di analisi, forse anche questa
subscala avrebbe bisogno di ulteriori approfondimenti.
Nel Controllo familiare l’item 54 ha un basso punteggio di correlazione; se tolto, la
consistenza interna passa da α .65 a .68. Quattro item presentano alti δ (43, 65, 87, 109); coerenza item-scala non accettabile per due (54, 65). Entrambe le analisi suggeriscono di eliminare l’item 54 e di riformulare gli altri in modo più coerente con i contenuti della dimensione.
Infine la scala di Desiderabilità sociale familiare: soltanto l’item 33 ha una correlazione meno elevata, ma nel complesso la subscala ha una consistenza interna buona (α .71). Tre
item hanno δ particolarmente elevato (22, 33, 77); secondo il modello di Rasch non sono sufficientemente attendibili gli item 22, 33, 55 e 88. Questi risultati fanno riflettere sull’utilità della
subscala all’interno del FES per stabilire il livello di deformazione dei vari punteggi.
Tirando le somme sui risultati ottenuti con l’analisi condotta sia con l’analisi classica
del testing che con il modello probabilistico di Rasch, si evidenzia come il 67% degli item del
FES risulti essere rappresentativo dei vissuti misurati dalle subscale; insoddisfacente l’attendibilità degli item rimanenti (33%). La verifica suggerisce pertanto un’ulteriore revisione delle
scale per migliorarne l’attendibilità. Rispetto all’analisi condotta da Logli (1995), possiamo affermare che il modello di Rasch, permettendo di definire l’attendibilità degli item indipendentemente dalle capacità dei soggetti, evidenzia con una diversa prospettiva gli item che risultano
meno validi. La Tabella 7 riassume i risultati dei due metodi circa gli item “deboli”.
Le due prospettive del testing presentano tra loro differenze e analogie. Da un lato la
Teoria Classica prende in esame l’attendibilità di ogni singolo item che dipende dai campioni
particolari di soggetti esaminati, dove la definizione delle abilità dei soggetti risulta legata alla
particolare difficoltà dell’item. Dalla prospettiva della Teoria dei Tratti Latenti invece secondo
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 118
il modello di Rasch, distinguendo il contributo dell’item rispetto a quello del soggetto, l’influenza rispettiva dei due parametri viene stimata separatamente. In tal modo si possono costruire item con diversi livelli di difficoltà a prescindere dalle caratteristiche dei soggetti del
campione e confrontare le abilità dei soggetti indipendentemente dalle difficoltà dei singoli
item.
Tabella 7. Item non coerenti con la dimensione di ogni subscala
SUBSCALE
Item non sufficientemente consistenti con le
relative scale
Coesione familiare
45 56 78* 89*
Facilità di espressione
57 79
Conflittualità manifesta
3 14* 25 80 91
Autonomia personale
37* 48*
Locus of control familiare
49 71 82 104
Sensibilità culturale
6* 83 105
Orientamento ludico attivo
29 40 84
Orientamento religioso della famiglia
19* 41 85 96 107
Organizzazione familiare
9 75*
Legenda:
* item che abbassano l’α
della scala.
Applicando il metodo “split-half” si è potuto verificare la possibilità di costruire due
subtest paralleli come appare dalla Tabella 8: ogni metà correla con l’altra per p < .001. Pur
permanendo i limiti messi in risalto dalle analisi precedenti questa possibilità è fattibile ed offre il vantaggio di una somministrazione che occupa metà tempo, cosa non da poco sia per la
ricerca e sia in sede di diagnosi con
soggetti che faticano a rispondere ai
Tabella 8. Coefficienti di correlazione
questionari per le ragioni più svariate.
dell’analisi “split-half”
Nell’ambito delle analisi riguardanti la validità di costrutto sono
r
SUBSCALE
p
stati calcolati i coefficienti di correlaCoesione familiare
.48
.001
zione di Pearson tra le 11 subscale
(Tabella 9).
Facilità di espressione
.63
.001
Risultano relazioni significative tra le
Conflittualità manifesta
.49
.001
subscale appartenenti alla stessa area
Autonomia personale
.34
.001
(alcune anche tra aree diverse). Fa eccezione la subscala di Orientamento
Locus of control familiare
.63
.001
religioso che non ha correlazioni signiSensibilità culturale
.47
.001
ficative con le altre tre subscale dell’aOrientamento ludico attivo
.42
.001
rea, ma nemmeno con il Controllo familiare; la correlazione è significativa
Orientamento religioso
.80
.001
soltanto con la Facilità di espressione
Organizzazione familiare
.41
.001
(p <.01). Tutte le subscale correlano
negativamente con la subscala di Conflittualità manifesta e con il Controllo
Controllo familiare
.42
.001
Desiderabilità sociale familiare
.55
.001
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 119
familiare; queste due ultime correlano positivamente tra loro e pertanto misurano vissuti
“negativi” del clima familiare.
Infine attraverso l’analisi della varianza ad una via si è voluto verificare il peso di alcune
variabili indipendenti dei soggetti e precisamente: ruolo familiare, età, titolo di studio e professione, sulle dimensioni FES. Si è voluto inoltre controllare se lo strumento fosse in grado di
discriminare alcuni sottogruppi di soggetti all’interno di queste stesse variabili. Nella Tabella
Tabella 9. Coefficienti di correlazione di Pearson tra le 11 subscale del FES
SCALE
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
1
_
.65**
-.59**
.38**
.67**
.39**
.45**
.32**
.58**
-.55**
.62**
_
-.58**
.49**
.73**
.52**
.50**
.16*
.50**
-.60**
.59**
_
-.43**
-.65**
-.31**
-.41**
-.24**
-.51**
.57**
-.56**
_
.52**
.38**
.38**
.32**
-.56**
.37**
_
.48**
.48**
.53**
-.63**
.64**
_
.42**
.36**
-.46**
.23**
_
.26**
-.39**
.36**
2
3
4
5
6
7
8
9
LEGENDA SUBSCALE:
1= Coesione familiare
2= Facilità di espressione
3= Conflittualità manifesta
4= Autonomia personale
5= Locus of control familiare
6= Sensibilità Cclturale
7= Orientamento ludico attivo
8= Orientamento religioso
9= Organizzazione familiare
10=Controllo familiare
.24**
_
.32**
_
10
.26**
-.52**
.43**
_
-.45**
10 sono riportate per ciascuna subscala, le variabili con significatività statistica.
Per la Coesione familiare, nella variabile ruolo, si osserva come ai genitori, in particolare
le madri, si associ un maggiore vissuto di coesione rispetto ai figli; anche nella variabile età c’è
qualcosa di simile: i soggetti con un maggior vissuto di coesione sono quelli con un’età compresa tra 31-40 e 41-50. Rispetto al titolo di studio, i soggetti che percepiscono una coesione
maggiore presentano un livello di istruzione medio-alto (laureate); infine per la variabile professione i valori più elevati si hanno nei sottogruppi delle casalinghe e degli impiegati.
Per la Facilità di espressione, nella variabile ruolo, i figli maschi sono in generale meno
d’accordo sulla possibilità di potersi esprimere liberamente all’interno della famiglia; nella va-
Tabella 10. Risultati riassuntivi dell’analisi della varianza
Variabili
Ruoli
Età
Coesione
familiare
Facilità di
espressione
Conflittuali- Autonomia.
tà manife- personale.
sta
Professione
Sensibilità
culturale
Orientam.
ludico
attivo
Orientam.
religioso
Organizzazione
familiare
Controllo
F 3.06
familiare
F 5.85
F 3.26
F 2.99
F 2.81
F 4.10
F 6.05
F 3.51
(p<.001)
(p<.02)
(p<.03)
(p<.05)
(p<.01)
(p<.001)
(p<.02)
(p<.05)
F 5.25
F2.7 (p<.0307)
F 4.10
F 2.55 (
F 3.70
F 2.54
(p<.01)
p<.05)
(p<.0004)
Istruzione
Locus of
control
familiare
F 2.71
F 3.12
Desiderabilità
sociale
(p<.03)
(p<.0154)
(p<.01)
p<.05)
F 5.1
F 6.18
F 2.38
F 5.59
F 7.34
F 18.41
F 4.65
F 2.95
F 8.13
F 2.70
(p<.001)
(p<.001)
(p<.05)
(p<.001)
(p<.001)
(p<.001)
(p<.001)
(p<.02)
(p<.001)
(p<.05)
F 2.62
F 3.16
F 6.35
F 2.37
F 3.35
F 2.10
F 2.55
(p<.01)
(p<.002)
(p<.001)
(p<.05)
(p<.001)
(p<.05)
(p<.01)
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 120
riabile età, i due sottogruppi di 31-40 e 18-20 mostrano una percezione di maggiore libertà di
espressione, al pari dei soggetti con un livello alto di istruzione.
Per la Conflittualità manifesta il titolo di studio è l’unica variabile che differenzia (i soggetti con istruzione medio-bassa sentono un conflitto maggiore).
Per l’Autonomia personale, la variabile età fa differenza (i soggetti di 15-17 anni affermano minore autonomia promossa dalla famiglia rispetto agli anziani), mentre per la variabile
istruzione i soggetti che hanno conseguito un diploma di scuola professionale presentano in
modo più tangibile una visione del clima familiare che spinge verso l’autonomia professionale
e l’autosufficienza.
Per il Locus of control familiare tutte le variabili indipendenti considerate differenziano:
i genitori indicano valori più alti dei figli, gli anziani rispetto ai più giovani, i soggetti con un
livello di istruzione più alti rispetto a quelli con più basso livello.
La Sensibilità culturale presenta differenze significative tra madri e padri (per le madri
la vita della propria famiglia è più ricca culturalmente), tra laureati e gli altri, tra gli insegnanti
e quelli con altre professioni.
Nell’Orientamento ludico attivo le madri si differenziano dai figli maschi (con una visione più ottimistica); gli adulti (31-50 anni) dai più giovani, i laureati dai non laureati, le casalinghe e i dirigenti dalle altre professioni.
Nell’Orientamento religioso i figli maschi indicano livelli inferiori del clima familiare
rispetto alle femmine e ai genitori; i commercianti e gli studenti rispetto alle casalinghe e agli
impiegati.
Nell’Organizzazione familiare le figlie danno minore importanza alle regole e all’organizzazione familiare rispetto ai figli; i giovani rispetto agli adulti; i diplomati rispetto ai non
diplomati.
Per il Controllo familiare i figli maschi sentono la pressione, il controllo e la rigidità
delle regole familiari in misura superiore rispetto ai genitori, i giovani rispetto agli adulti, quelli con un basso livello scolastico rispetto agli altri.
Nella Desiderabilità sociale familiare i soggetti con diploma superiore idealizzano la
famiglia più degli altri.
Per i confronti dettagliati a posteriori tra i sottogruppi rimandiamo al lavoro di Logli
(1995). Nel complesso le analisi depongono a favore della capacità dello strumento di discriminare tra soggetti suddivisi in base alle quattro variabili indipendenti e con livelli diversi di
una stessa variabile. Il FES sembra sostanzialmente in grado di dimostrare l’influenza delle variabili prese in considerazione, nella percezione dei vari aspetti del clima familiare misurati
dalle undici scale.
Conclusioni
Dalle analisi condotte sulle caratteristiche psicometriche del FES nell’ultima versione
del 1993, sulla validità e attendibilità della scala, possiamo senz’altro ricavare delle indicazioni
utili per il lavoro di revisione in vista di una forma che possa ritenersi definitiva.
I risultati delle analisi sulla consistenza interna condotte attraverso l’α di Cronbach e il
metodo di Rasch hanno messo in luce la debolezza di alcuni item e la fragilità complessiva di
alcune subscale con coefficienti α non del tutto accettabili, in particolare quella di Autonomia
personale (α .59), Orientamento ludico attivo della famiglia (α .57) e Organizzazione familiare (α .59).
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 121
Un’attenzione particolare merita l’Orientamento religioso che nonostante abbia un α
buono (.84), non correla con tre subscale dell’area; suggeriamo l’alternativa di approntare una
scala di Orientamento morale che era già implicito nella versione di partenza di Moos.
Sono a disposizione ormai delle indicazioni per gli item che vanno riformulati. L’uso
dello strumento di questi anni ha mostrato che la consegna funziona, con il limite però che le
persone poco acculturate mostrano delle difficoltà di comprensione del meccanismo di valutazione specialmente per gli item con forma negativa. Forse si può pensare - e verificare - se non
sia preferibile una scala a quattro gradini del tipo Vero-Falso o Sempre-Mai.
Nonostante le inadeguatezze indicate, lo strumento presenta globalmente delle caratteristiche di attendibilità abbastanza soddisfacenti ed è auspicabile giungere ad una edizione definitiva, sollecitata sia da molti operatori e ricercatori, perché la ricerca e l’intervento familiare
possano essere arricchiti di uno strumento così promettente.
Riferimenti bibliografici
Bloom, B. L. (1985). A factor analysis of self report measures of family functioning. Family
Process, 24, 225-239.
Bortolussi, M. (1979) Studio degli aspetti qualitativi e quantitativi del Family Environment
Scales di H. Moos, P. M. Insel e B. Humphrey. Analisi svolte con un gruppo di famiglie di ragazzi frequentanti la scuola media. Tesi di laurea non pubblicata in psicologia. Università di Padova.
Buccaro, P. (1979). Studio degli aspetti qualitativi e quantitativi del Family Environment Scales di H. Moos, P. M. Insel e B. Humphrey. Analisi svolte con un gruppo di famiglie di
ragazze frequentanti la scuola media. Tesi di laurea non pubblicata in psicologia. Università di Padova.
Carlson, C. I., Cooper, C. R., Spradling S. (1991). Development implication of shared versus
distinct perception of the family in early adolescence. New Direction of Child Development, 51, 13-32.
Cristante, F. (1993). La valutazione nella ricerca sulle relazioni familiari. Alcuni problemi metodologici e scale di valutazione. In M. Cusinato, M. Tessarolo (a cura di), Ruoli e vissuti familiari. Nuovi approcci (pp. 313-324). Firenze: Giunti.
Cristante, F., Lis, A., Sambin, M. (1982). Statistica per psicologi. Firenze: Giunti.
Cusinato, M. (1988). Psicologia delle relazioni familiari. Bologna: Il Mulino.
Cusinato, M., Cristante, F., Muraro, P. (1979). F.E.S.: Illustrazione dello strumento e piano di
lavoro per l’adattamento italiano e la ricerca. Istituto di Psicologia, Università di Padova.
Cusinato, M., Cristante, F., Stefanutti, L. (1996). Relational scores derived from individual answers. In M. Cusinato (a cura di), Research on family resources and needs across the
world (pp. 10-126).
Cusinato, M., Tessarolo, M. (a cura di) (1993). Ruoli e vissuti familiari. Nuovi approcci. Firenze: Giunti.
Fisher, L., Kokes, R. F., Ransom, D. C., Philips, M. A., Rudd, P. (1985). Alternative strategies
for creating relational family data. Family Process, 24, 213-224.
Folco, R. (1985). Analisi di alcune variabili collegate con la percezione del clima familiare
nell’adolescenza. Contributo allo studio del Family Environment Scale di Moos, Insel
e Humphrey. Tesi non pubblicata. Università di Padova.
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 122
Gandoni, G., Doun, M., Jacob, T. (1993). Factor structure within and across three family assessment procedures. Journal of Family Psychology, 6, 278-289.
Gordon, L. V. (1960). Manual. Survey of interpersonal values. Chicago: Sciences Research
Associates.
Guilford, J. P. (1971). The nature of social intelligence. London: McGraw Hill.
Gusmano, R. (1989). Contributo allo studio delle caratteristiche misurative del FES di Moos,
Insel e Humphrey. Analisi svolte con un campione di 318 adolescenti nella provincia
di Verona. Tesi non pubblicata. Università di Padova.
Head, S., Williamson, D. A. (1990). Association of family environment and personality disturbance in bulimia nervosa. International Journal of Eating Disorders, 9, 667-674.
Logli, M. (1995). Contributo allo studio delle proprietà misurative del “Family Environment
Scale” di Moos, Insel e Humphrey. Tesi non pubblicata. Università di Padova.
Menardi, S. (1995). Indagine sull’ambiente familiare e sul locus of control in un gruppo di famiglie di pazienti con disturbo psicotico. Tesi di laurea non pubblicata in psichiatria.
Università di Padova.
Moos, R. (1974). The social climate scales: An overview. Palo Alto, CA: Consulting Psychologists Press.
Moos, M., Insel P. M., Humphrey B. (1974). Combined preliminary manual for family. Work
and group environment scales. Palo Alto: Consulting Psychologists Press.
Moos, R. H., Moos, B. S. (1976). A tipology of family social environment. Family Process,
15, 357-372.
Motta, M. (1989). Analisi delle relazioni tra vissuto familiare e variabili di personalità misurate dall’MMPI. Contributo allo studio del FES. Tesi non pubblicata. Università di Padova.
Novickie, S., Schneewind, K. (1982). Relation of family climate variables to locus of control
in German and American students. The Journal of Genetic Psychology, 141, 277-286.
Olivieri, M. E., Reiss, D. (1984). Family concepts and their measurements: things are seldom
what they seem. Family Process, 23, 33-48.
Olson, D. H., McCubbin H. (1983). Families. What makes them work. Beverly Hills, CA: Sage.
Pavanello, S. (1983). Analisi di alcune variabili collegate con la percezione del clima familiare nell’adolescenza. Contributo allo studio del FES. Tesi non pubblicata. Università di
Padova.
Perosa, L. M., Perosa, S. L. (1990). Convergent and discriminant validity for family self-report
measures. Educational and Psychological Measurement, 50, 855-868.
Pino, C. J., Simons, N., Slawinowski, M. J. (1983). Development and application of the children’s version of the Family Environment Scale (CFES). Journal of Mental Imagery,
7, 75-81.
Pino, C. J., Simons, N., Slawinowski, M. J. (1984). The Children’s Family Environment Scale.
Family Therapy, 11, 85-86.
Pisana, M. A. (1980). Family Environment Scales: Applicazione su un campione di 100 famiglie nella città di Ragusa. Tesi di laurea n. p. in psicologia. Università di Padova.
Pranovi, E. (1984). Analisi di alcune variabili collegate con la percezione del clima familiare
dell’adolescenza. Contributo allo studio del FES. Tesi n. p.. Università di Padova.
Rasch, G. (1960-1980). Probabilistic models for some intelligence and atteinment tests. Chicago: University of Chicago Press.
Ravalli, L. (1996). Contributo allo studio delle proprietà misurative del “Family Environment
Scale” di Moos, Insel e Humphrey. Analisi secondo la Teoria dei Tratti Latenti. Tesi
non pubblicata. Università di Padova.
Roosa, M. W., Beals, J. (1990). Measurement issue in family assessment: the case of Family
Environment Scale. Family Process, 29 , 191-198.
Rubini, V. (1975). Basi teoriche del testing psicologico. Bologna: Patron.
Schennwind, K. A., Ruppert, S. (1998). Personality and family development. An intergenera-
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 123
tional longitudinal comparison. Mahwah, NJ: LEA.
Segatto, B. (1998). Scala di ambiente familiare per bambini (CV-FES). Adattamento all’edizione italiana. Famiglia Interdisciplinarità Ricerca, 2, 89-114.
Sines, J. O. (1984). Relations between the FES and the MMPI. Journal of Personality Assessment, 48, 224-236.
Soresi, S. (1981). Problemi e metodi di assessment nella terapia della coppia. Giornale Italiano
di Analisi e Modificazione del Comportamento, 1, 73-80.
APPENDICE A:
QUESTIONARIO F.E.S. (Edizione 1993)
COESIONE FAMILIARE:
01) (+) In famiglia ci sosteniamo reciprocamente.
12) (+) Passiamo volentieri il nostro tempo in famiglia.
23) (-) In famiglia la collaborazione è più a parole che a fatti.
34) (+) In famiglia siamo attenti agli stati d’animo di ognuno.
45) (-) In casa abbiamo idee diverse su come va il mondo d’oggi.
56) (+) Nella nostra famiglia vale il proverbio: tutti per uno e uno per tutti.
67) (-) Ci impegniamo di più all’esterno che all’interno della nostra famiglia.
78) (-) Ognuno di noi cerca di tirarsi indietro nelle faccende di casa.
89) (+) In famiglia i compleanni sono occasione per sentirci uniti.
100) (-) In famiglia abbiamo idee diverse un po’ su tutto.
FACILITÁ DI ESPRESSIONE:
02) (+) Quando in famiglia qualcuno racconta come ha passato la giornata, tutti partecipano alla conversazione con commenti.
13) (+) In famiglia parliamo volentieri dei nostri progetti personali.
24) (-)
In famiglia parliamo poco perché non ci si ascolta sul serio.
35) (-)
In famiglia l’argomento come amministrare il denaro è tabù.
46) (+) Se in famiglia sorge un problema, ne discutiamo a fondo.
57) (+) Riportiamo in famiglia quanto ci è accaduto sul lavoro o a scuola.
68) (-)
É difficile parlare in famiglia di ciò che ci preoccupa.
79) (-)
Ogni discorso in casa viene interrotto a causa della televisione.
90) (-)
I discorsi che facciamo in casa sono sempre gli stessi.
101) (+) Nelle scelte familiari ognuno di noi può dire la sua.
CONFLITTUALITÁ MANIFESTA:
03) (+) In famiglia frequentemente bisticciamo anche per cose da poco.
14) (-)
Per non far esplodere un conflitto, qualcuno di noi è sempre disposto a cedere.
25) (+) Nei nostri litigi familiari succede di urlare e/o di alzare le mani.
36) (-)
Nei contrasti di famiglia siamo abituati a mantenere il controllo di noi stessi.
47) (-)
Tra di noi è difficile che ci teniamo il muso a lungo.
58) (+) Nella mia famiglia c’è sempre qualcuno pronto a far irritare gli altri.
69) (-)
Quando c’è qualche tensione, ci diamo tutti da fare per rasserenare il clima familiare.
80) (+)
In casa i disaccordi finiscono in offese.
91) (+)
In famiglia ci critichiamo a vicenda.
102) (-)
In famiglia i contrasti vengono facilmente superati.
AUTONOMIA PERSONALE:
04) (+) In casa ognuno di noi può disporre liberamente delle cose proprie.
15) (+) In famiglia ciascuno può gestire il proprio tempo libero come meglio crede.
26) (+) Ciascuno di noi può fare liberamente le proprie scelte.
37) (-)
Ci sentiamo senza appoggio quando siamo lontani da casa.
48) (-)
In famiglia ciascuno di noi aspetta sempre proposte, iniziative o idee dagli altri.
59) (+) Ognuno rispetta le opinioni degli altri familiari anche se diverse dalle proprie.
70) (+) Negli acquisti ognuno di noi può seguire i propri gusti personali.
81) (-)
In famiglia ogni scelta autonoma è criticata.
92) (-)
In famiglia c’è la tendenza di decidere per gli altri.
103) (-) In famiglia manchiamo di iniziativa personale.
LOCUS OF CONTROL FAMILIARE:
05) (+) Quando in famiglia qualcosa va storta, ci diamo da fare sul serio per trovare un rimedio.
16) (+) In famiglia ognuno di noi si sente impegnato nei propri compiti.
27) (-) Quando in famiglia tento di appianare un disaccordo, spesso peggioro la situazione.
38) (-) Gli umori dei miei familiari sono per me un mistero perché non capisco da cosa dipendano.
49) (-) Mi sembra che spesso in famiglia non vi sia un modo possibile per superare i disaccordi che sorgono tra noi.
60) (-) Spesso ho la sensazione che, in famiglia, sia inutile cercare di affermare il proprio modo di pensare.
71) (+) Quando ho bisogno di aiuto per realizzare un mio progetto, riesco a fare in modo che i miei familiari mi aiutino.
82) (-) I contrasti più forti in famiglia nascono da osservazioni del tutto casuali.
93) (-) Nella mia famiglia sembra che darsi da fare o essere lavativi non faccia molta differenza.
104) (+) Di solito riesco ad affermare il mio punto di vista con i miei familiari.
SENSIBILITÁ CULTURALE:
06) (+) In casa siamo più portati a leggere il giornale che a guardare la televisione.
17) (+) Confrontiamo in famiglia le nostre opinioni su problemi sociali e politici.
28) (-) I discorsi in famiglia riguardano soltanto cose pratiche.
39) (-) Il progresso della scienza è qualcosa di estraneo agli interessi dei miei familiari.
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 124
50) (-)
61) (+)
72) (-)
83) (+)
94) (+)
105) (-)
Per noi le attività culturali sono una perdita di tempo.
Per fare un regalo scegliamo spesso dei libri.
Quando la televisione trasmette un programma di politica, in casa si cambia canale.
Ci piace arredare la casa con quadri o riproduzioni d’autore.
In famiglia ci teniamo aggiornati sui nostri interessi acquistando nuovi libri.
Visitando una città, ci attirano particolarmente le vetrine dei negozi.
ORIENTAMENTO LUDICO-ATTIVO:
07) (+) In famiglia ogni occasione è buona per fare tante cose assieme.
18) (-) Raramente gli amici passano con noi il loro tempo libero.
29) (+) Per distenderci andiamo volentieri al cinema e/o ad avvenimenti sportivi.
40) (-) Nella nostra famiglia il lavoro e/o gli impegni scolastici tolgono ogni spazio allo svago.
51) (+) Ognuno in famiglia coltiva degli hobby personali.
62) (-) Le ferie trascorse assieme alla famiglia sono un periodo di noia e di tensione.
73) (+) Nelle uscite familiari spesso si uniscono degli amici.
84) (-) La nostra principale forma di passatempo è la televisione.
95) (+) Preoccupazioni e impegni non ci impediscono di giocare assieme .
106) (+) Volentieri trascorriamo assieme del tempo all’aperto.
ORIENTAMENTO RELIGIOSO:
08) (+) I membri della mia famiglia frequentano la chiesa e/o la parrocchia.
19) (-) In famiglia non preghiamo prima di mangiare.
30) (+) La fede religiosa ci indica ciò che è giusto fare e ciò che non lo è.
41) (-) Nei discorsi in famiglia gli argomenti religiosi sono evitati.
52) (-) Non crediamo nell’aldilà.
63) (+) In famiglia diamo particolare risalto alle feste religiose.
74) (-) Per i membri della mia famiglia ciò che riguarda la fede è un affare solo personale.
85) (+) Per la nostra famiglia il senso della vita viene dalla fede religiosa.
96) (+) In famiglia il Vangelo è un libro molto importante.
107) (-) Le esperienze di vita ci hanno insegnato che Dio si dimentica degli uomini.
ORGANIZZAZIONE FAMILIARE:
09) (-) In casa è impossibile trovare gli oggetti quando occorrono.
20) (+) In famiglia ci sentiamo impegnati ad essere puntuali.
31) (-) In famiglia i contrattempi e i disguidi sono frequenti.
42) (+) Nella nostra famiglia ognuno conosce bene i propri compiti.
53) (-) In famiglia si spendono i soldi senza criterio.
64) (-) Nelle nostre stanze c’è sempre molto disordine.
75) (+) In casa è abitudine lavare i piatti subito dopo aver mangiato.
86) (+) In vista di un viaggio, organizziamo tutto con cura.
97) (-) In casa le cose vanno ripetute cento volte prima che vengano fatte.
108) (+) In famiglia sono ben utilizzate le qualità di ognuno di noi.
CONTROLLO FAMILIARE:
10) (+) Nella mia famiglia si devono accettare le regole senza discutere.
21) (+) Nella mia famiglia ci si intromette troppo nelle cose dei singoli membri.
32) (+) In famiglia c’è sempre qualche critica da fare sulle persone che si frequentano.
43) (+) Se in famiglia uno ha idee diverse dagli altri viene colpevolizzato.
54) (+) Telefonate o lettere a qualcuno di noi non sfuggono all’attenzione degli altri.
65) (+) Nella mia famiglia la punizione è un mezzo per far rispettare le regole.
76) (+) Nella mia famigli si tende più a criticare che ad incoraggiare l’iniziativa dei membri.
87) (-) In famiglia abbiamo posizioni diverse su molte cose e non facciamo tragedie.
98) (+) In famiglia c’è sempre da ridire su quello che uno fa.
109) (-) In famiglia ognuno di noi rispetta la vita privata degli altri.
DESIDERABILITÁ SOCIALE:
11) (+) La nostra famiglia ha tutte le qualità di una famiglia ideale.
22) (+) Ritengo che la mia famiglia non abbia difetti di sorta.
33) (-) Qualche dispiacere in famiglia dipende anche da me.
44) (+) In famiglia conosciamo perfettamente sentimenti ed esigenze gli uni degli altri.
55) (-) Talvolta i miei familiari mi hanno deluso.
66) (+) Tutto sommato, la nostra famiglia funziona perfettamente.
77) (-) La mia famiglia potrebbe essere più felice di quella che è.
88) (-) Ci sono momenti in cui mi sento poco legato alla mia famiglia.
99) (-) L’esperienza mi ha aperto gli occhi su qualità della mia famiglia che credevo buone.
110) (+) Ho sempre avuto la massima fiducia nei miei familiari senza alcun tentennamento.
Volume 4, Numero 2, 1999, pag. 125