Movimenti di terra
Transcript
Movimenti di terra
P1 “ Passaggio” 1 – La normativa in vigore relativa ai “Movimenti di terra” Di seguito si riportano in modo integrale gli articoli contenuti nelle norme tecniche di attuazione degli otto piani paesistici relativi ai Movimenti di terra Piano n° 1 (Fascia costiera) Tutti i movimenti di terreno dovranno essere effettuati in modo da evitare gli eccessivi sbancamenti e inghiaiamenti. Le parti di terreno modificate o rimosse dovranno trovare idonea sistemazione attraverso un’utilizzazione funzionale che ne rimarchi le caratteristiche di intervento voluto. I terreni sistemati o da sistemare devono rispettare il più possibile la conformazione naturale geomorfologica; gli eventuali manufatti od elementi artificiali necessari per la conformazione definitiva del sito devono rispettare e valorizzare le particolarità naturali, evitando le emergenze marcate e non controllate. Nella realizzazione di percorsi stradali occorre, evitare tracciati che provochino eccessivi sbancamenti o riporti di terreno. Eventuali cave di prestito create per la realizzazione di strade devono essere ricoperte e risistemate o progettate in modo da reinserirle nel paesaggio. Tutte le alterazioni delle conformazioni naturali del suolo devono prevedere, nella fase finale, una ricopertura vegetale attuata con idonee essenze arboree ed arbustive, tali da reintegrare l'aspetto fisico e visivo paesaggistico primitivo. Contestualmente, idonea cura deve essere posta, nel caso di estesi movimenti di terreno che interessano pianure o colline, nella sistemazione fisico-geologica del sito, attraverso una razionale predisposizione di opere di consolidamento con inerbimento, consolidamento arbustivo, cespugliamento, mantellate, fascinate, ecc.. La piantumazione di nuove essenze deve essere effettuata tenendo conto delle coltivazioni tipiche ed autoctone della zona. Piano n° 2 (Lago di Guardialfiera – Fortore Molisano) In generale i movimenti di terra devono garantire il mantenimento naturale dei profili naturali del terreno, il contenimento della dimensione di rilevati e di scarpate, l’adozione di soluzioni progettuali e tecnologici tali da non frammentare la percezione unitaria del paesaggio. I movimenti di terra, necessari per l’esecuzione di opere di presidio, devono essere previste in uno studio specifico in allegato al progetto che rechi anche l’indicazione delle modalità esecutive, delle opere provvisionali e dei ripristini. 1 Piano n° 3 (Massiccio del Matese) I movimenti di terra necessari per l’esecuzione di opere o trasformazioni edilizie ed urbanistiche devono essere previste nel progetto dell’opera in un allegato che rechi anche l’indicazione delle modalità esecutive, delle opere provvisionali e dei ripristini. Devono essere evitati muri e scarpe verticali che, ove occorrano, devono essere mantenute in altezza non superiori a metri 3,50. Le opere provvisionali di cantiere, per la realizzazione di qualsivoglia opera, quali la viabilità di accesso e le sedi di manovre e di stoccaggio, l’allontanamento delle acque chiare e nere in opportuna sede, le opere di allaccio alle reti energetiche e di comunicazione devono essere compiute solo successivamente al deposito del progetto di cantiere con ripristino assoluto dello stato e della morfologia dei luoghi. Piano n°4 (Della Montagnola – Colle dell’Orso) In generale i movimenti di terra devono garantire il mantenimento dei profili naturali del terreno, il contenimento della dimensione di rilevati e scarpate, l’adozione di soluzioni progettuali e tecnologiche tali da non frammentare la percezione unitaria del paesaggio. I movimenti di terra, necessari per le opere di presidio, devono essere previsti in uno studio specifico che rechi anche l’indicazione delle modalità esecutive, delle opere provvisionali e dei ripristini. Nelle aree interessate da frane e movimenti di superficie qualunque tipo di opera dovrà essere progettata nel rispetto nelle seguenti formalizzazioni: - Inquadramento morfologico del territorio; - Caratterizzazione litologico-tecnica dei terreni affioranti sulla base di indagini geotecnichegeognostiche e di individuazione di superfici di discontinuità; - Verifiche di analisi della stabilità; - Aspetti qualitativi e semiquantitativi sulla problematica sismica; - Indicazione di interventi di presidio; - Recupero statico dei versanti e modalità d’uso dei suoli. Nelle aree a destinazione a verde pubblico e/o privato sono consentiti movimenti di terra limitati. Essi dovranno essere accompagnati da atto d’obbligo sul rimodellamento e, inoltre, le superfici rimodellate dovranno essere sottoposte da inerbimento ed impianto di adeguate essenze arboree. Piano n° 5 (Matese Settentrionale) I movimenti di terra necessari per l’esecuzione di opere o trasformazioni edilizie ed urbanistiche devono essere previste nel progetto dell’opera in un allegato che rechi anche l’indicazione delle modalità esecutive, delle opere provvisionali e dei ripristini. Vanno evitate mura e scarpate verticali che, ove occorrano, non devono superare i 3,50 metri di altezza. Le opere provvisionali di cantiere, per la realizzazione di qualsivoglia opera, quali la viabilità di accesso e le sedi di manovra e stoccaggio, devono essere compiute solo successivamente all’approvazione del progetto di cantiere, con prescrizioni di ripristino assoluto dello stato della morfologia dei luoghi. 2 Piano n° 6 (allegato D) (Medio Volturno Molisano) 1. Opere di consolidamento dei terreni Le opere relative al consolidamento e alla difesa del suolo (sempre consentite), eseguite sulla base di progetti di consolidamento e difesa del suolo, dovranno, comunque, tendere a minimizzare le variazioni dello stato morfologico dei luoghi evitando, ove possibile, interventi con opere fuori terra, sbancamenti, coronamento di creste, ecc. 2. Sistemazione delle aree in frana Sistemazione delle aree in frana saranno trattate in base a considerazioni ingegneristiche ed eventualmente integrate con metodi biologici. Provveduto al consolidamento statico del pendio, sarà sempre messa a coltura idonea vegetazione. Gli interventi di consolidamento saranno eventualmente accompagnati da opere per la regimazione delle acque, e comunque i progetti dovranno sempre contenere studi idrogeologici adeguatamente estesi, valutando anche l’effetto di opere di drenaggio sulla vegetazione. Salvo diversa prescrizione riportata nell’allegato B si potranno eseguire opere per il consolidamento statico delle aree, muri a secco e gabbionate, oppure opere di consolidamento arbustivo, come fascinate, opere ad intreccio, sistemazione a cespugli, ecc. Sono obbligatori gli interventi di rinverdimento delle superfici denudate, dopo il consolidamento. Sarà sempre opportuno valutare, previo studio di compatibilità, la possibilità anche differita nel tempo di eseguire rimboschimenti. 3. Fenomeni erosivi (sistemazione idraulico forestali) I fenomeni erosivi saranno sempre trattati con interventi tendenti anche a migliorare le caratteristiche idrogeologiche dei suoli. Ove possibile, tali interventi saranno limitati alla sola piantumazione di essenze arboree o alla ricopertura forestale a carattere protettivo. Nel caso di pendici ripide in cui l’azione erosiva dell’acqua, anche ruscellante, è notevole il rimboschimento si assocerà alla formazione di gradinate, piazzole, ciglionamenti, graticciate, fascinate e viminate o opere di sostegno di altezza massima ml.1,50 sempre opportunamente mascherate. Gli interventi saranno sempre ispirati alla conservazione dell’integrità del bacino idrografico. 4. Fenomeni erosivi (correzione dei torrenti) Le difese spondali dei torrenti devono essere realizzate in gabbioni rinverditi o comunque con opere di difesa radente di tipo elastico. La correzione dei torrenti di scavo o di trasporto sarà eseguita mediante briglie in gabbioni o in terra anche poste in serie. La correzione dei torrenti sarà sempre eseguita in relazione alla sistemazione del bacino di raccolta. 5. Barriere paramassi Sono vietate barriere paramassi costituite da elementi metallici. Sono ammesse le reti chiodate purché adeguatamente mascherate. 3 Piano n° 7 ( (Mainarde e Valle dell’Alto Volturno) Le opere di consolidamento e alla difesa del suolo (sempre consentite) saranno curate da progetti di geologia tecnica e di ingegneria del consolidamento e dovranno, in ogni caso, restituire il disegno originario dei luoghi mediante le seguenti tecniche utilizzate in funzione del terreno da consolidare e delle situazioni morfo-geologiche riscontrate. Sistemazione delle frane superficiali Per la sistemazione delle frane superficiali, conviene associare ai metodi tipici dell’ingegneria considerazioni statiche e metodi biologici. Dopo aver rimosso le cause che hanno provocato le frane, si deve provvedere al consolidamento statico del pendio ed, infine, alla messa a coltura della vegetazione. Per regimentare l’acqua a monte della frana, si realizza prima un foro di drenaggio o un drenaggio coperto, per raccogliere e allontanare le acque superficiali, fino ai compluvi naturali. Per proteggere il fosso di guardia, si inserisce a valle dello stesso, ad una distanza di 10/15 m. sopra le frane, una palificata, realizzata con essenze viventi, con pali distanti 3/6m., conficcati 1/2m. nel suolo e capaci di riprodursi per via vegetativa. La fase successiva prevede il conguaglio della superficie di frana e la realizzazione delle opere di consolidamento statico, muri a secco a gabbionate, oppure opere di consolidamento arbustivo, come fascinate, opere ad intreccio, sistemazione a cespugli. Eseguito il consolidamento con i sistemi descritti, si deve procedere al rinverdimento delle superfici denudate, mediante la semina speciale o il trapianto delle zolle erbose. A seconda della localizzazione delle frane, si eseguirà dopo qualche anno, e previo studio di compatibilità, il rimboschimento con specie di latifoglie autoctone. Fenomeni erosivi presenti o artificiali Nelle aree del presente P.T.P.A.A.V. i fenomeni erosivi possono essere risolti, previo studio di compatibilità, mediante i seguenti sistemi: A) Fasce alberate Le fasce alberate, soggette ad erosione del tipo estensivo e non influenzate da una copertura vegetale diffusa, possono essere sistemate mediante le tecniche che prevedono la piantumazione di essenze arboree autoctone, capaci di migliorare le caratteristiche dei suoli. B) Sistemazione a fosse livellari Questo tipo di sistemazione può essere applicato nei terreni coltivati con mezzi meccanici e per seminativi nelle aree collinari argillose con pendenze fino al 20% circa. C) Opere di sistemazione idraulicho-forestali I versanti minacciati da erosione per tutta la loro estensione, possono essere sistemati mediante opere che tendano a ricostruire la copertura forestale con funzioni non produttive, ma protettive. Qualora i versanti da sistemare siano in stato già precario, è necessario, prima di tutto, eseguire dei lavori di carattere statico mediante gradonature o muri di sostegno di altezza max di 3,00 m. e di consolidamento arbustivo, mediante fascinate, mantellate verdi, opere ad intreccio, cespugliamento, ecc. In presenza di versanti interessati da frane o da calanchi, sono necessari particolari lavori di drenaggio. A completare l’opera seguiranno le opere di rimboschimento con essenze adatte al particolare bacino visivo in cui saranno messe. D) Sistemazione degli alvei dei torrenti in fase di scavo Le costruzioni di opere, le difese spondali dei torrenti devono essere realizzate in gabbioni rinverditi o mediante briglie costruite con muri a secco, gabbioni, terra. Le briglie devono essere realizzate in pietra o in calcestruzzo nella parte centrale, con le parti laterali realizzate con lo stesso materiale trasportato dal torrente, rivestito verso monte con pietrame e giunti aperti in cui viene messa a dimora idonea vegetazione. 4 E) Opere di consolidamento di scarpate stradali 1] Le scarpate stradali localizzate su terreni con substrato argilloso potranno essere consolidate attraverso lo scoronamento e la regolarizzazione della pendice, la realizzazione di una fascia pianeggiante o moderatamente inclinata a valle, parallela e a monte della cunetta, il successivo consolidamento al piede della scarpata mediante graticciata, l’apertura di fossi di regimentazione lungo le scarpate ed il consolidamento con arbusti ed idonei miscugli di erbe. 2] Le scarpate localizzate su terreni franosi potranno essere realizzate mediante uso di speroni drenanti in gabbioni di materiale litoide, poggianti su una platea drenante di calcestruzzo e con sovrastanti gabbioni successivamente inerbati. 3] Le scarpate di cui al precedente punto 2 possono essere realizzate in variante attraverso l’asportazione delle infiltrazioni di acqua in profondità mediante trincee drenanti collegate da fognature. Barriere paramassi Le barriere paramassi dovranno essere realizzate con mantellate verdi o con rete chiodata adeguatamente mascherata con specie rampicanti e/o siepi. Reti di protezione massi Per tale tipo di intervento valgono le prescrizioni di cui al precedente punto Piano n° 8 (Alto Molise) I movimenti di terra necessari per l’esecuzione dei opere o trasformazioni edilizie ed urbanistiche devono essere previste nel progetto dell’opera con l’indicazione delle modalità di ripristino dei luoghi del rimodellamento e del mascheramento. Essi dovranno garantire il profilo naturale del terreno, realizzando scarpate e rilevati contenute in modo da non frammentare la percezione unitaria del paesaggio. 5