Ancora nel labirinto?

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Ancora nel labirinto?
Ancora nel labirinto?
L’immagine del Il labirinto circolare
della Cattedrale di Chartres
Il sistema delle autonomie locali
Piemontesi di fronte alla riforma Del
Rio (l .n.56/2014) più di venti anni
dopo l’attuazione della L. n.142/1990
Dicembre
1993
Perché questa iniziativa
• La metafora del labirinto è ancora adeguata?
• L. 142/90 vs. L. 56/2009 (Delrio)
• Emergevano due problemi … il troppo piccolo e …
il troppo grande… che richiedevano nuove
soluzioni istituzionali
• …e si delineava un terzo problema: il difficile
rapporto regione-enti locali
• Cosa c’è di nuovo?
• Dal dibattito aiuto per elaborare programmi di
ricerca
80
Continuano le criticità?
Tre questioni cruciali
Nuovi
71
Soppressi
Saldo
60
40
• Dopo venti anni ancora la Città metropolitana
non si è vista: continui cambiamenti di approccio
(top down vs. bottom up/obbligatoria vs.
facoltativa)
• I processi di cooperazione/riduzione dei Comuni
sono stati relativamente lenti in Piemonte a
fronte di una accelerazione recente in altre
regioni. Logiche di aggregazione troppo settoriali.
• Continua la difficoltà di rapporti tra Regione ed
enti locali
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Trentino AA
Friuli Venezia
Giulia
Lombardia
Veneto
Emilia Romagna
Marche
Toscana
Campania
Totale
Alcuni elementi di novità (1)
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La crisi economico finanziaria e le politiche di consolidamento fiscale hanno reso tutti
consapevoli dell’esigenza di un profondo cambiamento istituzionale, finanziario e
organizzativo.
Politiche urbane della UE con chiari orientamenti in favore di una politica per le città.
Si percepisce una maggiore disponibilità dei Comuni alla cooperazione anche in una
logica di promozione dello sviluppo, oltre a una maggiore attenzione degli attori (es.
Confindustria).
Nell’area metropolitana torinese si è assistito a un consolidamento delle politiche dei
servizi di area vasta (trasporti,ambiente, energia) con ulteriore possibilità di sviluppo
(rifiuti).
Rispetto al post 142/90 oggi siamo al terzo piano strategico del Comune di Torino in cui
la dimensione metropolitana è posta in primo piano.
Sono stati introdotti nuovi strumenti di governo delle relazioni finanziarie a livello
regionale, anche se si nota un certo affaticamento dell’istituzione regionale.
Maggiore accettazione del principio di differenziazione.
Introduzione del principio dell’elezione indiretta previsto per le Province e le CM (e,
forse, per il Senato): torniamo alla logica dei comprensori (L.R. n. 41 1975)…?
Alcuni elementi di novità (2)
Cosa viene fuori dalle scienze regionali?
• L’importanza delle città e delle politiche urbane
nelle politiche di sviluppo.
• Aree metropolitane, città medie e aree interne
come «pilastri» delle nuove politiche regionali.
• Occorre un disegno delle aree ottimali subregionali adeguati a politiche di sviluppo.
• Legame tra politiche territoriali, urbanistiche,
ambientali e fiscali. Es: uso del suolo.
Spese correnti ,in conto capitale e totali delle amminisitrazioni locali in Italia
300000
Effetti consolidamento
250000
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2007
2008
2009
2010
Correnti
C/capitale
2011
Totale
2012
2013
Elementi di contesto sui due profili
(troppo grande vs. troppo piccolo)
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Esigenza di un mix di incentivi statali e
regionali e campagne di comunicazione
a favore delle fusioni con creazione dei
Municipi
Studi di fattibilità (diversi per unioni e
fusioni) rigorosi che tengano conto di
costi e benefici complessivi e delle
esigenze di comunicazione
Necessità di un approccio sistematico
complessivo: serve anche per la Città
metropolitana e per l’assetto delle
relazioni Regioni- Comuni
Logiche della cooperazione. Equilibrio
tra integrazione servizi e politiche
strategiche di sviluppo (rinvio)
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•
La frammentazione politica e
funzionale è stata nel tempo
affrontata in maniera diversa
Emersione e consolidamento di un
modello funzionale implicito con
geometria variabile (servizi a rete)
Necessità di rete di fiducia basata su
maggiore informazione reciproca e
superamento complesso del “grande
fratello” (occasione dello Statuto?)
Ruolo cruciale dell’assetto finanziario
della Città metropolitana (rinvio)