56 Foreste Romanazzi
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56 Foreste Romanazzi
17 dicembre 2014 56 Foreste L’aurora Enrico Romanazzi Un progetto pilota per un corretta gestione forestale in aree ecologicamente sensibili. na, che in genere sono completamente o quasi del tutto nere, la salamandra di Aurora presenta una colorazione che varia dal giallo paglierino al grigio-marrone che si estende sulla maggior parte del dorso e, talvolta, del ventre. Questi animali sono piuttosto sensibili alle modificazioni ambientali, risultando attivi sulla superficie del terreno solo per pochi mesi durante l’anno, tra maggio e settembre-ottobre, ossia per 5-6 mesi, e trascorrono il resto dell’anno in rifugi in cavità sotterranee. La bassa capacità riproduttiva, unita a una limitata vagilità (ossia la capacità di compiere spostamenti, valutata per questi animali in poche decine di metri all’anno), rendono questi animali particolarmente suscettibili alle modificazioni ambientali causate dall’uomo. Questi anfibi infatti risultano minacciati principalmente dall’estrema localizzazione, dal prelievo illegale a scopo terraristico e dalla gestione degli habitat in cui vivono, costituiti soprattutto da foreste di abete bianco, faggio e abete rosso, ossia le formazioni forestali orginarie di queste zone prealpine. Sull’Altopiano dei Sette Comuni, in provincia di Vicenza, nel corso dell’estate 2014 è stato attivato un progetto pilota che riguarda la gestione forestale nel cuore dell’areale della salamandra alpina di Aurora (Salamandra atra aurorae), un anfibio a priorità di conservazione in Europa. Lo studio è svolto grazie a un accordo tra Regione Veneto (Unità di progetto Foreste e parchi) e Università degli Studi di Padova (Dipartimento Te.S.A.F. - Territorio e sistemi agroforestali e Dipartimento di Biologia). Per la prima volta, tramite questo progetto sperimentale, saranno valutati gli effetti del taglio e dell’esbosco su questa salamandra alpina endemica dell’Altopiano dei Sette Comuni, rilievo carsico situato tra il territorio amministrato dalla Regione Veneto e quello ricadente nella Provincia autonoma di Trento. La salamandra di Aurora La salamandra di Aurora è un anfibio del tutto peculiare: a differenza della maggioranza delle altre specie di anfibi, in questi animali la modalità di riproduzione è vivipara e risulta quindi totalmente svincolata dagli ambienti acquatici. Le femmine adulte, che raggiungono la maturità sessuale a 5-6 anni di età, partoriscono infatti solo 1-2 piccoli completamente formati dopo una gestazione di 1-3 anni. Le salamandre alpine sono diffuse con varie sottospecie sull’arco alpino e in parte dei Dinari, in zone montane comprese tra i 900 e 2400 metri. La salamandra di Aurora rappresenta una sottospecie di recente scoperta: è stata infatti descritta ufficialmente solo nel 1982, in una zona ampiamente frequentata dall’uomo. La sua presenza è limitata, per quanto ne sappiamo oggi, a un areale di circa 26 km2 ricadente esclusivamente sull’Altopiano dei Sette Comuni. A differenza delle altre sottospecie note di salamandra alpi- Il progetto Il progetto di ricerca qui presentato è stato attivato in modo da delineare precise linee di gestione forestale negli ambiti di presenza di questi delicati animali. Questo studio ha quindi una grande valenza sia dal punto di vista della conservazione, sia da quello socio-economico, dal momento che l’economia che ruota attorno al comparto del legno riveste un ruolo importante sull’Altopiano dei Sette Comuni. Nel corso dei primi mesi del 2014 nel territorio amministrato dal Comune di Asiago sono stati individuati 50 alberi d’alto fusto, costituiti soprattutto da esemplari maturi di abete bianco (Abies alba) appartenenti a un 1 17 dicembre 2014 56 un’importante base conoscitiva per la gestione degli ambienti forestali in relazione a una specie quanto mai meritevole di tutela e conservazione. lotto forestale inserito nel Piano forestale dello stesso Comune. Nel corso del 2014, tra giugno e settembre, le aree attorno al fusto di questi 50 alberi sono state ripetutamente e regolarmente indagate con tre principali modalità, con lo scopo di assegnare a diversi alberi la presenza eventuale di questi anfibi. Al termine della stagione di attività degli animali, da fine novembre 2014 ad aprile 2015, metà degli alberi in cui si sono trovate salamandre saranno abbattuti e nel corso della stagione 2015 si potranno confrontare le presenze di salamandre soprattutto in termini di abbondanza e densità relativa. Questo studio serve quindi a capire quali siano le conseguenze di un taglio ed esbosco effettuato durante il periodo di latenza degli animali, in modo da evitare effetti negativi sia diretti (per l’uccisione diretta degli animali, dovuta al transito e utilizzo dei mezzi forestali), sia indiretti (sull’habitat di queste salamandre, anch’esso in fase di quiescenza durante i mesi autunnali e invernali. Il progetto di studio prevede quindi numerosi rilievi effettuati sugli habitat (a cura del Dipartimento Te.S.A.F.) e su vari aspetti eco-etologici degli animali (effettuati dal Dipartimento di Biologia). In particolare, quest’ultimo aspetto ha previsto il lavoro costante di due operatori, impegnati sul campo per 4-5 giorni a settimana tra giugno e settembre e ha consentito di rilevare la presenza di circa 90 soggetti di questo raro anfibio. Ogni esemplare è stato schedato, misurando i principali parametri morfometrici (lunghezza totale, lunghezza muso-cloaca, peso), assegnando un codice alfanumerico al soggetto e fotografando le macchie dorsali, che sono uniche per ogni esemplare, in modo da rendere distinguibile l’animale nel corso degli anni alla stregua di una "carta d’identità". Inoltre, per ogni individuo temporaneamente catturato è stato prelevato un campione organico (saliva) al fine di effettuare analisi nell’ambito della genetica di conservazione. Gli studi dei biologi hanno permesso di confrontare anche diverse tecniche di indagine: ricerca manuale di soggetti nei rifugi diurni, ricerca all’alba (in cerca di esemplari in attività) e ricerca opportunistica (effettuata appena dopo eventi temporaleschi di una certa entità). Questo studio pilota, i cui risultati del primo anno sono in corso di analisi e che vedrà il suo termine a fine 2015, costituisce senza dubbio un esempio di collaborazione tra amministrazione pubblica e diversi dipartimenti di ricerca universitari. I risultati delle ricerche saranno divulgati a partire dal 2016 e sicuramente costituiranno Enrico Romanizzi è laureato in Scienze naturali presso l’Università degli Studi di Padova, si occupa di divulgazione scientifica e pianificazione territoriale. www.intersezioni.eu 2