guido ongaro direttore italservice marie vida è il nuovo

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guido ongaro direttore italservice marie vida è il nuovo
NUOVI TORI IN PROVA
Caselle Zillus
Royal Idevra Avalon ET
Donal Duster Glittel ET
Ansal Patron Zizu ET TL
Royal Idevra Alcazar ET
9612 Mondial98 TL
Brivio Shallet Jacky Gap ET
Del Santo Ottavio ET
Del Santo Ingot Denaro ET
Del Santo Artico ET
Confini Hully Gully ET
Oddolini Carson ET
Eastland Impress
H-Stiens Rick Rudder
Casabianca Bristol Landis ET
Casabianca Bristol Sully ET
All. Nure Megabuck Joint
Whites Reddy R
Pirocco Megabuck Arcade ET
Tripodi Mason Afford ET
Tripodi Mason Palio ET
Tripodi Duster Breakdown ET
CZ Formation Renoir
CZ Ingot Rommel ET
Concato Urone ET
Valmadre Colico
Ciro
Maino Corsaro Pirsi ET
Bernardis Granite Cospa
CR
4557V
CR
4951V
CR
8991V
CR
9034V
CR
47597U
F. 97026126
LC
498
MI
31099O
MI
31100O
MI
31101O
MN 33611N
MO
7255E
NL 213133379
NL 839403247
PC
11276E
PC
11277E
PC
11297E
PV
2552D
PV
2913D
RC
6211
RC
6213
RC
6214
RE
22702H
RE
22704H
RO
49365
VA
25523
VA
25564
VI
5820C
IT 130UD014B028
CO.F.A. - Sospiro (CR)
C.I.Z. - S. Miniato (PI)
Intermizoo - Padova
C.P.F.A. - Curtatone (MN)
C.I.Z. - S. Miniato (PI)
CO.F.A. - Sospiro (CR)
C.F.A. Chiacchierini - Perugia
E.L.P.ZOO - Zorlesco (LO)
Semenitaly - Modena
CO.F.A. - Sospiro (CR)
CO.F.A. - Sospiro (CR)
E.L.P.ZOO - Zorlesco (LO)
Intermizoo - Padova
Intermizoo - Padova
C.I.Z. - S. Miniato (PI)
Semenitaly - Modena
C.F.A. Chiacchierini - Perugia
Italgenetics - Varese
CO.F.A. - Sospiro (CR)
C.I.Z. - S. Miniato (PI)
Italgenetics - Varese
C.I.Z. - S. Miniato (PI)
Semenitaly - Modena
Genetica 2000 - Reggio E.
Semenitaly - Modena
Intermizoo - Padova
C.P.F.A. - Curtatone (MN)
Genetica 2000 - Reggio E.
Intermizoo - Padova
I dati genealogici dei presenti torelli sono pubblicati a pagina 107.
GUIDO ONGARO
DIRETTORE
ITALSERVICE
Dal 1o settembre Guido Ongaro è
il nuovo direttore dell’Italservice, la
società di servizi per la selezione
controllata dall’Anafi e coordinatore
dell’area tecnica Anafi.
Nato a Milano nel 1954 si è diplomato presso l’Istituto tecnico industriale Feltrinelli nel ’73 ed ha conseGuido Ongaro
guito la laurea in Scienze Agrarie
con il massimo dei voti nell’80. Ongaro ha seguito il corso di programmazione base Fortran/Cobol nel ’72
ed il corso base IBM As/400 nel ’95.
Dopo un anno di insegnamento
presso la scuola media statale “Pini“
di Milano, ha iniziato la propria
esperienza professionale presso l’Associazione Italiana Allevatori, dalla
quale è stato assunto nell’80, come
ispettore ai controlli funzionali. Dal
’90 al ’95 ha ricoperto l’incarico di
Responsabile dell’Ufficio coordinamento ed ispezioni di Crema e dal
’96 al ’98 quello di Responsabile dell’Ufficio Centrale dei Controlli di Roma e di Coordinatore dell’Area tecnica.
Sue ulteriori esperienze professionali hanno riguardato dal ’76 al ‘79
consulenze presso un gruppo di
aziende agricole della provincia di
Milano con mansioni di gestione degli aspetti zootecnici, alimentari e di
interfaccia con l’Apa di Milano.
Ongaro è sposato, ha una figlia,
parla correntemente l’inglese.
Al neoincaricato direttore Italservice l’Anafi augura un proficuo e sereno lavoro.
MARIE VIDA È IL
NUOVO PRESIDENTE
DELLA JERSEY
Il nuovo Consiglio Direttivo della
Associazione Nazionale Jersey Italiana ha eletto Marie Vida, Allevatore
della provincia di Milano e Lodi,
presidente della razza.
Alla neoeletta ed al presidente
uscente, Marcello Di Ciommo, l’Anafi e «Bianco Nero» porgono i più sentiti auguri per i loro futuri impegni.
UN SERVIZIO
PER GLI ALLEVATORI
La segnalazione
di disponibilitˆ di embrioni
di alto livello su ÇBianco NeroÈ
ed Internet
La segnalazione da parte degli
interessati deve esclusivamente
riguardare embrioni prodotti in
Italia che abbiano ascendenti,
madre e padre, rispettivamente
Rank 99 e Rank 95 e va indirizzata
all’Ufficio del Centro Genetico
Anafi, via Bergamo 292 loc. Migliaro, all’attenzione del dr. Francesco Brun, tel. 0372/474214, fax
0372/474203.
L’indirizzo del sito Internet sarà:
www. embryoitalia.com.
Caro «Bianco Nero»,
forse non dovrei raccogliere provocazioni (anche se non indirizzate direttamente al sottoscritto), ma ho appena finito di leggere la lettera di
Oitana relativa al mio articolo del
numero di febbraio ’98 e mi viene
da pensare; perciò mi sembra giusto
continuare quell’ottimo rapporto che
sono contento di avere con le pagine della nostra rivista, come allevatore e null’altro.
Ma andiamo con ordine. Quando
in gennaio scrissi l’articolo in questione, mi venne da pensare; mi
venne da pensare al fatto che in Italia ci sono circa 7700 bovine rank
99, quindi potenziali madri di toro,
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poi mi venne da pensare che di queste più o meno la metà non hanno
alcuni requisiti (magari di carattere
morfologico o genealogico o sanitario), e che forse un migliaio non raggiungono sufficienti limiti produttivi;
poi mi venne da pensare a quelle
che non dispongono d’indice genetico per l’ICM positivo e a quelle che
non hanno un indice sufficientemente alto a proteina chili. Così pensai
che ne restano circa 2000, ipotizzando numeri che auspico siano meno
ottimisti rispetto alla realtà; e mi
venne da pensare che, se come da
statistiche la metà dei figli di queste
bovine sono femmine, rimangono
circa 1000 soggetti maschi da considerare validi o meno sotto diversi
aspetti genetici e sanitari.
Alla fine alcuni di questi saranno
acquistati dai Centri di F.A. e altri no;
allora mi venne da pensare che alcuni di quelli non scelti si son visti soffiare il posto da torelli importati e
che in questo modo gli allevatori italiani hanno sempre meno interesse a
«fare» torelli che non saranno mai
presi, perché di 1000 ne verranno
scelti circa 400 (gli altri 130-135 sono
esteri); per non pensare pure alle
vacche con più figli, che riducono il
numero totale delle madri di toro.
Così scrissi il pezzo e lo mandai.
Ora, mi viene da pensare che
qualcuno può non condividere le
mie opinioni e considerazioni; poi
mi viene da pensare che il mio è un
articolo smaccatamente «pro» allevatori italiani, anche per i tanti allevatori italiani che sperano o sognano
di dare un torello alla F.A. e non sono premiati perché si va a prendere
i tori «già fatti» all’estero. Poi mi vie-
ne da pensare che il mio scritto era
rivolto soprattutto ai Centri e che
inoltre credevo d’avere esposto chiaramente i problemi su cui riflettere.
Quindi mi viene da pensare a come
mai un allevatore italiano si sente
chiamato in causa da un articolo anche a suo favore; allora mi viene da
pensare che deve esserci qualche interesse dietro, mi viene da pensare
che quell’allevatore poteva onestamente mettere che è membro di
un’organizzazione commerciale che
importa animali ed embrioni dall’estero (che non è una colpa); in più,
che lo stesso non deve aver letto la
seconda parte del mio pezzo, dove
riporto i numeri ufficiali – che danno
manforte alle mie idee (sono anni
che non esce bene in classifica un
torello importato esclusi pochi tra
quelli delle prove incrociate – e forse sarà anche un caso, ma quando i
casi sono troppi...).
Mi viene da pensare che, nel contestare che la F.A. ha «solamente» accelerato il progresso genetico/sanitario, mi piacerebbe sapere che cos’altro ha fatto realmente la F.A. su larga
scala; mi viene da pensare che, enfatizzando volutamente la considerazione sul toro in monta naturale per
dimostrare l’importanza delle madri,
non ho mai sostenuto che bisogna
ritornare a tale pratica. Mi era semplicemente venuto da pensare che
solo l’allevatore attento che conosce
gli animali, in taluni casi, può dare
al sire analyst una dritta che il certificato non può rivelare. Mi viene da
pensare poi che qualcuno attribuisce
spesso alla genetica una sorta di onnipotenza, quando si sa che la sua
incidenza in un’azienda è di un ter-
zo più o meno; e mi viene da pensare che certe persone sono molto
pronte a scattare in piedi quando si
tratta di contestare, ma si nascondono nel mucchio quando invece si
tratta di proporre costruttivamente.
Infine, mi viene da pensare che ogni
allevatore di Frisona Italiana si deve
sentire di poter dire la sua sulla rivista dell’Associazione Nazionale di
cui fa parte. Poi mi viene da pensare
che forse a volte penso troppo; ma
mi viene da pensare. E scrivo.
Alcuni commenti, ora, per Assogene sull’articolo a pag. 33-34 del
numero di giugno.
A parte che Cerlini conosce bene
la differenza tra Indice Pedigree e
Indice Previsto, ma vi siete accorti
che il contenuto (tecnico) del vostro
articolo discorda chiaramente dalle
spiegazioni sui calcoli dei Pedigree
date da Fabiola Canavesi su giugno
’97 e pure con la replica ad Oitana
da parte dell’Ufficio Ricerca e Sviluppo? (Basta una normale calcolatrice
per dimostrarlo). E poi perché utilizzate sempre esempi di torelli buoni
(di cui non si lamenta nessuno) e
non quelli dei torelli meno promettenti per i motivi esposti nel mio articolo (madri con lattazioni o morfologia scarse, per dirne un paio)?
Inoltre, mi pare che la parte meno
«scientifica» e più «empirica» del mio
pezzo non l’abbia letta quasi nessuno ed era quella che mi interessava
maggiormente: avete mai provato a
contare (qui bastano invece poche
dita) quanti tori di provenienza estera escono veramente bene in Italia a
ogni rilascio degli indici? Io non ho
mai detto che è del tutto inutile por-
TORI CON MADRE ESTERA E PRIMA PROVA UFFICIALE NEL 1998
Nome toro
Mascherina Progress ET TL
Holmark
Gourgeon TL
ABS Janh ET
Freud
Hoist TL (*)
ABS Henley ET
ABS Prince DK ET
Siemens Runway ET
Facility
Horion
Ibroeks TL (*)
Matricola
FE 44963E
F. 92001590
F. 91005769
EE 10539X
F. 90029784
F. 92005466
EE 10541X
EE 10604X
E. 668189
F. 90049563
F. 92000990
F. 93411473
Padre
Matricola madre
Nonno materno
Latte
% gr.
Leadman
Tesk
Frontier
Target
Blackstar
Mascot
Cubby
Tesk
Leadman
Promise
Cubby
Festus
US
US
US
US
US
CD
US
US
US
US
US
US
Rotate
Mark
Rotate
Melwood
Bell
Cleitus
Leadman
Rotate
Mark
Ned Boy
Ned Boy
Blackstar
1588
1386
1630
574
662
910
1336
1708
510
557
1495
894
0,13
–0,09
–0,08
0,18
0,22
0,05
0,02
–0,16
0,24
0,30
–0,16
–0,03
1104
0,05
12877935
12532410
12710780
13609046
11309753
4679644
14335574
12423146
12717615
12741730
13136109
14012209
MEDIA (per Tipo e ICM esclusi*)
Kg gr. % pr.
Kg pr.
ILQM
71 0,16
41 0,12
50 0,06
38 0,17
45 0,17
38 0,15
50 0,02
45 –0,07
42 0,11
49 0,16
38 0,05
30 0,09
65
55
56
33
36
42
43
45
26
32
51
36
2284
2014
1915
1615
1613
1518
1437
1392
1348
1341
1314
1207
99 1,06 0,75
96 1,68 1,68
95 0,84 1,62
88 1,38 1,96
88 1,13 1,37
85 –9,99 –9,99
82 0,88 1,13
81 1,81 1,93
79 1,01 1,92
79 0,08 0,38
78 0,52 –0,70
74 –9,99 –9,99
45
43
1583
85
0,10
Rank
Tipo
ICM
1,04 1,20
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tare all’estero una parte dei nostri
capitali per investire in genetica, dico solo che certi tori si fa davvero
fatica a usarli; parlo di tori con madri a 3,00% di proteine in Paesi con
medie nazionali di quasi 3,50%, di
madri con meno di 90 q.li di latte
con le nostre primipare rank 99 quasi stabilmente oltre i 100. L’Italia non
ha di sicuro da recuperare, a livello
di selezione holstein, quello che altri
Paesi (Nuova Zelanda, Francia,
Olanda, per esempio) hanno avuto
negli ultimi anni da recuperare; perciò attingere in così alta percentuale
all’estero non so se sia veramente
opportuno, non per l’estero in sé,
ma per come si trascura, a volte,
quello che di buono abbiamo in Italia. Infine, la quota al 25% dei torelli
di provenienza estera da mettere in
prova annualmente non l’hanno certo chiesta gli allevatori italiani, alla
Commissione Tecnica Centrale dell’Anafi, ma magari i Centri che ci dicono sempre, attraverso le loro scelte, che latte dovremo mungere domani dalle nostre vacche (e speriamo che non si sbaglino).
Comunque grazie all’Assogene
per avere raccolto l’invito a parlare
del problema; tutti speriamo che
l’Anafi riesca a perfezionare il sistema di calcolo dei Pedigree, per fornire informazioni tecniche sempre
più precise e corrette. A tal proposito, allego una tabella con i dati ufficiali dei tori con madre estera che
hanno avuto la prima prova in marzo e in giugno ’98. Con stima, saluto
e ringrazio «Bianco Nero» per l’attenzione e lo spazio.
Davide Cerlini
allevatore di Reggio Emilia
DALL’UOFAA
Dal 27 al 30 Ottobre 1998 l’UOFAA organizza un corso full-time di
mascalcia e pareggio funzionale, ad
indirizzo prevalentemente pratico,
destinato ad allevatori e tecnici nel
campo bovino. Docenti saranno professionisti specialisti del settore.
Al termine verrà rilasciato un attestato di frequenza.
Per informazioni rivolgersi alla segreteria UOFAA - Tel. 0382/483205.
NOVITÀ DAL
CENTRO GENETICO
a cura di Giorgio Civati ed Emilio Olzi
RACCOMANDAZIONI
PER L’ALLEVAMENTO
DEI VITELLI DESTINATI ALLA
FECONDAZIONE ARTIFICIALE
Nel corso di quest’anno sono stati
organizzati dall’AIA, in collaborazione con tutte le altre componenti del
sistema allevatori (Apa, Ara, Ana
ecc.), una serie di corsi di formazione del personale sulla qualità totale.
Si tratta di tecniche mirate al miglioramento continuo dei processi di lavoro ed alla qualità dei sevizi erogati. Anche parte personale dell’Anafi
ha partecipato a questo programma
di formazione, a cui sono seguite
una serie di applicazioni pratiche.
Una di queste ha riguardato l’attività
del centro genetico. Nell’ambito di
un gruppo di lavoro che comprendeva rappresentanti dell’Anarb, dell’Assogene e del CNR si è analizzata
l’attività dei centri genetici e dei centri di F.A., con lo scopo di individuare i punti critici e di standardizzare e
omogeneizzare le varie attività del
processo di produzione di materiale
seminale di tori provati.
Riteniamo utile pubblicare alcuni
estratti di questo lavoro che riguardano direttamente l’attività degli allevatori. Iniziamo questa serie di pubblicazioni dalle raccomandazioni per
l’allevamento dei vitelli destinati alla
Fecondazione Artificiale.
Scopo di questa nota, è di suggerire, oltre alle normali norme di
buon allevamento, quei particolari
aspetti che possono precludere l’avvio di un soggetto alla F.A. e di sottolineare quelli che maggiormente
influenzano la capacità produttiva di
seme del toro. L’obiettivo è quello di
ottenere un soggetto indenne da tutte quelle patologie trasmesse con il
seme e che possa produrre il più
precocemente possibile.
Caratteristiche sanitarie
dell’allevamento
L’allevamento di origine deve essere ufficialmente indenne da:
– tubercolosi,
– brucellosi,
– leucosi.
Parto e prime cure
Il parto deve avvenire nel modo
più igienico possibile, per evitare
che il vitello possa contrarre dalla
madre qualche malattia. Il trattamento del cordone ombelicale assume
notevole importanza per prevenire
l’insorgere di infiammazioni ed infezioni che possono dare luogo ad
una onfaloflebite (infiammazione
dell’ombelico). L’onfaloflebite può
causare nel vitello la mancata chiusura della porta erniaria, che è causa
di non ammissione ai centri genetici.
Il vitello va allontanato dalla madre
il più precocemente possibile e allevato in isolamento. Per isolamento si
intende una distanza di almeno dieci
metri tra le gabbie singole, l’utilizzo
in modo esclusivo di un eventuale
locale al chiuso, attrezzature, secchi
di abbeverata e mangiatoie appositamente destinate solo a questo animale.
L’allevamento in isolamento è la
profilassi migliore che si possa fare
per un candidato alla fecondazione
artificiale.
Decornazione
I centri genetici accettano solo torelli decornati. L’operazione offre
migliori risultati se praticata nelle
primissime settimane di vita.
Vaccinazioni
Sono assolutamente vietate le vaccinazioni per la I.B.R. dei vitelli candidati alla F.A. con qualsiasi tipo di
vaccino.
Sono consigliabili le vaccinazioni
per tricofitosi e papillomatosi.
Problematiche I.B.R.
L’I.B.R. è la principale causa di
non accettazione ai centri genetici
dei vitelli destinati alla F.A. Le normative vigenti richiedono che il vitello sia negativo alla ricerca sierologica all’età di cinque mesi, ed al momento dell’ingresso al centro genetico. Per ridurre il rischio di infezione
da I.B.R., nelle aziende in cui tale
patologia è presente, è necessario:
– isolare dalla nascita il vitello
dalla madre e dagli altri adulti;
– somministrare colostro indenne
da I.B.R. che può essere: 1. della
madre se questa non è stata vaccinata ed è accertata negativa per I.B.R.;
2. della banca del colostro negativo,
eventualmente disponibile in azienda; 3. da prodotti esenti da anticorpi
I.B.R. recentemente disponibili sul
mercato;
– non vaccinare per I.B.R., con
nessun tipo di vaccino, il soggetto.
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BIANCO NERO 8/98
K Y C M - p. 87
Allevamento nei primi mesi
di vita
Poiché il raggiungimento della
maturità sessuale (inizio della produzione di seme) è altamente influenzata da un ottimale sviluppo e accrescimento nei primi mesi di vita, è essenziale che il vitello sia allevato nel
miglior modo possibile (con alimenti
di buona qualità e in condizioni igienico ambientali adeguate).
Lo scarso sviluppo è una delle cause di non accettazione nei centri genetici.
È opportuno concludere lo svezzamento entro i quattro mesi di età.
Poiché nei centri genetici l’alimentazione è a base di fieno e mangime
non è consigliabile alimentare i vitelli con unifeed.
Preparazione
della documentazione sanitaria
per l’invio a un centro genetico
In risposta alla domanda di ammissione al centro genetico riceverete comunicazione della data di ingresso del vostro torello con allegati
i modelli sanitari da predisporre.
Gli accertamenti diagnostici previsti devono iniziare per tempo e precisamente 25-30 giorni prima della
data prevista di ammissione e devono essere eseguiti dalla ASL di competenza. Presentate alla vostra ASL
l’elenco dei certificati sanitari richiesti, per essere sicuri che tutti vengano eseguiti.
Ottenuti gli esiti degli accertamenti, provvedete, dieci giorni prima
della data prevista di ammissione, a
richiedere il rilascio dei certificati sanitari relativi all’ASL. Il giorno del carico il vitello deve essere sottoposto
a visita veterinaria che ne certifichi il
buono stato di salute e quanto altro
richiesto. L’allevamento non deve essere sottoposto a provvedimenti restrittivi di carattere sanitario, da parte
dell’autorità sanitaria il giorno del
carico del soggetto. Assicuratevi che
tutta la documentazione accompagni
il soggetto il giorno della spedizione.
Per qualsiasi dubbio o ostacolo alla
produzione della certificazione sanitaria, chiedete chiarimenti al centro
genetico per tempo, perché la non
conformità dei certificati potrebbe significare l’esclusione del vostro torello dall’ammissione al centro.
molta passione. L’allevamento del vitello è solo l’ultima fase di questo
processo, ma è fondamentale che sia
gestita in modo ottimale per non vanificare tutto il resto.
Dall’Ufficio Valutazioni e Mostre
ARMONIZZAZIONE
DEI GIUDICI EUROPEI
Quando è stato organizzato il primo incontro, in occasione della mostra d’inverno a Gonzaga nel 1995,
le aspettative erano molte, ma nessuno allora poteva immaginare il successo che avrebbe avuto l’iniziativa
nel giro di pochi anni.
D’altra parte, proprio in questi ultimi anni quella genetica internazionale di cui tanto si parla è sempre
più una realtà: lo scambio di genetica è reciproco, al di qua ed al di là
degli oceani, gli stessi tori vengono
provati in paesi diversi, l’armonizzazione dei metodi di classificazione è
sempre più vicina alla realtà... i confronti europei hanno portato vicini
allevatori di paesi che prima si conoscevano appena, insomma si ha davvero la sensazione che “siamo un po’
tutti sulla stessa barca”, in un modo
o nell’altro. Come avrebbero fatto i
giudici, persone con un ruolo così
importante per l’immagine della genetica di ogni paese, a non essere
anch’essi coinvolti in questa globalizzazione generale?
Dopo l’incontro a Bruxelles in occasione di Agribex ’98 e del 5° Con-
fronto Europeo, il gruppo di lavoro
coordinato da Mauro Carra, responsabile di questo progetto su incarico
della confederazione Holstein europea, si è riunito a Cremona il 25 e
26 giugno con lo scopo di definire il
programma futuro del progetto stesso. Di seguito le impressioni dei partecipanti.
Mauro Carra - Italia
La European Holstein Confederation ha promosso questo progetto
con lo scopo di raggiungere una
maggiore omogeneità di giudizio
nelle mostre della Holstein Europea,
per favorire l’interscambio dei giudici e per identificare una scuola di
giudizio europea. La Holsteinizzazione della Frisona Europea è in atto
nei programmi di selezione in tutta
Europa e questo rende sicuramente
più paragonabili i soggetti che vengono presentati nelle mostre di ogni
Paese.
Una maggiore omogeneità nei
giudizi e nella filosofia della mostra,
aiuterà moltissimo questo processo.
Da quando questo progetto è partito
sono state organizzate tre conferenze ed in queste occasioni gli incontri
hanno sempre compreso una esercitazione su categorie appositamente
predisposte. L’attività di coordinamento di questo progetto viene effettuata da un gruppo di lavoro
composto dal sottoscritto e da: David Hewitt (Gran Bretagna), Erik
Oernsbjerg Johansen (Danimarca),
Jean Francois Saluden (Francia), Ari
Da sinistra: David Hewit, Mauro Carra, Jan Francois Saluden, Guido Simon, Pia Zamboni; accosciati: Erik Johansen, Ari Hamoen e Gabriel Blanco
Produrre tori di alta genealogia
con un elevato potenziale genetico
richiede molti anni, molta capacità e
88
BIANCO NERO 8/98
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Hamoen (Paesi Bassi), Gabriel Blanco (Spagna), Guido Simon (Germania).
Un contributo molto forte a questo progetto è stato fornito dal prof.
David Dickson dell’Università del
Wisconsin (Usa) che è stato relatore
nelle due conferenze di Bruxelles e
che ha fornito molto materiale utile
per la preparazione dei giudici.
Guido Simon - Germania
Quello che mi è piaciuto di questo piccolo gruppo è che abbiamo
lavorato molto bene insieme, tutti
hanno partecipato alla discussione, e
quando si è in pochi è molto più facile arrivare a delle soluzioni e a dei
risultati. Abbiamo lavorato soprattutto sui risultati dell’ultima manifestazione a Bruxelles e su cosa possiamo migliorare la prossima volta, poi
abbiamo parlato della possibilità di
scuole di giudizio, dove incontrasi e
cosa vogliamo fare in queste scuole.
Sono certo che arriveremo a delle
conclusioni, e spero che chi non ha
partecipato oggi, accetti le nostre decisioni.
Gabriel Blanco - Spagna
L’incontro è per armonizzare il lavoro dei giudici in Europa e stiamo
tentando di mettere insieme un programma di intenti, che ci consenta di
riunire dei criteri morfologici comuni
per tutti i giudici, sia nel ring che come regola di comportamento al momento del giudizio. È la prima volta
che partecipo a questo gruppo di lavoro e credo sia importante che un
piccolo gruppo di giudici europei,
solo un gruppo ristretto, possa avere
la volontà e la possibilità di potersi
mettere d’accordo per il futuro. Penso che sia un lavoro in cui viene
messo molto entusiasmo e che possa
davvero insegnare agli altri, allevatori compresi, qual è la vacca funzionale che tutti noi europei vogliamo.
Il lavoro vero è appena all’inizio, ci
vorrà del tempo, ma credo che nell’arco di 2 - 3 anni ci si possa arrivare.
Ari Hamoen - Paesi Bassi
È il secondo incontro cui partecipo, dopo quello con Enrico Dadati,
tre anni fa. Credo che sia importante
che ci si incontri, non solo tra classificatori, ma anche tra giudici; è bello
avere competizione, ma anche di-
scussioni su come si giudicano le
vacche! Specialmente in Europa,
dobbiamo cercare di portare gli allevatori “commercial” alle mostre e fare in modo che anche le vacche
considerate da stalla vincano sui ring
e non solo quelle da show.
Ci sarà un accordo? Certo le circostanze sono diverse, ma la maggior
parte delle vacche europee sono tenute a stabulazione libera, i prezzi
del latte sono simili, gli obiettivi di
selezione sono molto vicini, gli allevatori “commercial” in Europa considerano importanti le stesse caratteristiche: arti, piedi e buone mammelle
e animali grandi a sufficienza: non
troppo grandi né troppo piccoli. Gli
animali cosiddetti da show non sono
un problema, ma il problema si crea
se lo spettatore che va a vedere una
mostra dice “va bene, è bella, ma
non posso portarla nella mia stalla”.
Allora è un problema. Devono poter
dire: “È bella, è quella che voglio
portarmi a casa”.
L’altro aspetto su cui dovremo lavorare sono le motivazioni. I nostri
giudici devono imparare a dare maggiori e migliori motivazioni, come
sanno fare i nord americani.
Erik Tohansen - Danimarca
È importante che noi si parli insieme perché è importante che le mostre europee si sviluppino in un modo per cui gli allevatori possano riconoscere nei ring gli animali con
cui vogliono lavorare. Anche se si
produce in modo diverso, le buone
mammelle e la funzionalità degli animali sono le cose che contano di più
per tutti. E l’unico mezzo per avere
una migliore comprensione è tentare
di armonizzare gli atteggiamenti di
tutti, senza per questo pretendere di
essere tutti uguali. L’importante è
avere un obiettivo principale uguale
per tutti anche per le mostre. Nel
nostro caso, non è solo un animale
da show, ma un animale funzionale
che abbia anche bellezza e patrimonio genetico.
David Hewit - Gran Bretagna
Abbiamo cominciato cercando di
armonizzare il punteggio di ogni
paese a livello europeo, ora il nostro
compito è standardizzare il modo in
cui il bestiame viene valutato. Penso
che sia molto importante che si promuovano gli animali che vogliono i
nostri allevatori, quindi in cui longe-
vità e funzionalità sono caratteristiche prioritarie.
Nell’incontro di oggi abbiamo visto come possiamo valutare i nostri
giudici, domani vedremo il tipo di
vacca che vogliamo. Credo che ci sia
bisogno di concentrarsi su caratteristiche funzionali e pratiche, su cui
possano contare i nostri allevatori
per produzione e redditività.
Quello che cerchiamo di fare in
questo gruppo di lavoro di giudici è
provare a stabilire a quali caratteristiche bisogna dare priorità nel momento del giudizio. Uno degli aspetti più controversi è la relatività della
taglia (statura) nel ring, perché non
sempre le più alte e le più grosse sono le vacche migliori. E’ vero che
oggigiorno, tra due vacche di egual
merito, in un ring è probabile che
sia quella più grande ad avere il sopravvento, ma potrebbe non essere
più così per il futuro. Vedendo quello che succede nei ring europei, mi
pare ci sia una tendenza a non farsi
più impressionare dalle vacche troppo grandi, a meno che non siano
davvero eccezionali.
Alla fine, dobbiamo essere sicuri
di avere le nostre priorità nel giusto
ordine, in rapporto alla produzione
di latte.
Jean Francois Saluden - Francia
Abbiamo appena finito un incontro nel quale abbiamo fatto il punto
sull’ultimo confronto di Bruxelles,
valutando le cose che hanno funzionato bene e quelle che non sono andate altrettanto bene. A differenza
degli altri anni, abbiamo lavorato per
arrivare ad avere un regolamento un
po’ più rigido, per quanto riguarda
l’iscrizione, la preparazione degli
animali al concorso, eccetera. Questo ci permetterà di avere un quadro
più definito, dei riferimenti più rigidi, per evitare i piccoli problemi che
ci sono stati per esempio la scorso
dicembre, prima della iscrizione definitiva degli animali a concorso.
Penso che decidere insieme sia
una cosa molto valida, che doveva
essere fatta e doveva essere fatta
presto, senz’altro prima del prossimo
concorso, in modo che il confronto
europeo di Bruxelles possa essere
visto come un vero e proprio concorso europeo.
Sono anche in preparazione i lavori per una futura scuola di giudici
perché abbiamo tutti sentito la ne89
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cessità di scambiarci i giudici, e per
questo è indispensabile avere dei
punti di vista comuni sul giudizio.
Resto convinto del fatto che ogni
paese manterrà un certo modo di
vedere alcuni aspetti del giudizio e
delle mostre, ma c’è anche una buona percentuale di cose su cui siamo
d’accordo e per le quali si lavora allo stesso modo. Credo che sia bene
avere un gruppo di giudici che possano viaggiare e giudicare, senza
problemi, in un paese e nell’altro,
anche perché questo aiuterà a creare
un immagine di genetica europea. E’
importante oggigiorno che l’Europa
sia forte, che mostri di avere una sua
visione dei fatti, che esca dalla dipendenza nord americana e acquisti
una propria identità, pur nel rispetto
delle diverse realtà individuali dei
Paesi che la compongono.
MEETING
DI ALLEVATORI
SAN CANZIAN D’ISONZO (GO)
a cura dell’Apa del Friuli-Venezia
Giulia - Gorizia
La tradizionale edizione del meeting regionale degli allevatori di Frisona ha avuto luogo nella calda
giornata di mercoledì 10 giugno a
San Canzian d’Isonzo (GO). La piena
riuscita della manifestazione, che ha
visto la presenza di circa un centinaio tra tecnici ed allevatori provenienti dalle province limitrofe, è stata resa possibile grazie all’efficiente
organizzazione curata dall’Associazione del Friuli-Venezia Giulia e soprattutto alla grande disponibilità
manifestata dall’azienda L. Bennati
S.p.A., in cui si è svolta la seconda
parte del «meeting».
Ma procediamo con ordine. A
metà mattina i partecipanti si sono
ritrovati presso la Sala Civica dove,
dopo i saluti di benvenuto da parte
del dott. Vittorio Brusa (amministratore delegato dell’Az. Bennati), di
Azzo Pasqualini (presidente della Sezione Regionale Allevatori Bovini di
razza Frisona), che ha introdotto l’argomento e di Franco Moras (neoeletto presidente dell’Associazione
Regionale Allevatori), si è proceduto
all’illustrazione di INDECO, il nuovo
indicatore economico per la vacca
da latte.
Relatore è stato il dott. Martino
Cassandro, ricercatore presso il Dipartimento di Scienze Zootecniche
di Padova e collaboratore presso
l’Ufficio Studi dell’Anafi.
Aiutandosi con lucidi e tabelle
esplicative e con la consueta chiarezza e schematicità, Cassandro ha
presentato l’idea di INDECO e la sua
modalità di calcolo.
Il relatore ha evidenziato come i
controlli funzionali siano caratterizzati da una buona raccolta di informazione sui ricavi e da una carente
informazione sui costi, si è soffermato sul sistema produttivo del futuro,
incentrato sempre più sulla massimizzazione quanti-qualitativa della
produzione e sulla minimizzazione
dei costi gestionali, ha inquadrato gli
obiettivi del lavoro svolto, orientati
ad integrare e fornire un valore aggiunto alle informazioni fornite dall’attuale sistema dei controlli funzionali ma anche a sensibilizzare allevatori e tecnici verso una gestione ed
una assistenza di tipo tecnico-economica.
Cassandro poi, passando attraverso la stima dei fabbisogni di mantenimento e di produzione, la stima
del costo della razione e l’influenza
di diversi sistemi di pagamento a
Foto ricordo del meeting di San Canzian d’Isonzo (GO)
qualità del latte, è arrivato via via alla stima di INDECO, la cui importanza nell’ambito di un’azienda zootecnica è stata suffragata da numerosi
esempi pratici di applicazione.
La stimolante discussione finale
che ne è scaturita, ha messo in luce
l’importanza dell’applicazione dell’INDECO nella realtà italiana come
pure la necessità di integrare nell’indicatore economico ulteriori elementi di costo e di ricavo, quali le cellule somatiche, i caratteri sanitari e i
parametri riproduttivi.
La parte teorica della giornata tecnica è stata conclusa dal dott. Alessandro Donda, tecnico dell’Associazione Allevatori che si è soffermato
sulle caratteristiche tecniche, genetiche, produttive e strutturali dell’azienda Bennati che, con le sue 460
vacche e con una media produttiva
Aia 1997 pari a kg 9759 con il 3.53%
di grasso e con il 3.22% di proteine,
può essere considerata sicuramente
una delle più interessanti aziende
italiane di vacche a latte (si veda, a
proposito, il numero 2/98 di «Bianco
Nero»).
È seguito poi il trasferimento presso la suddetta azienda dove si è tenuta la classica gara di giudizio, che
ha coinvolto tutti i presenti, con un
gruppo di cinque vacche ottimamente preparate che si sono succedute
nel ring appositamente allestito.
In questa occasione Mauro Carra
e l’ispettore di razza Cesare Zilocchi,
hanno approfondito le tematiche
della morfologia funzionale e discusso le vere classifiche proposte dagli
allevatori e tecnici presenti. È stata
poi stilata la graduatoria dei partecipanti per premiare con dosi di seme
di tori provati coloro che più si erano avvicinati alla posizione ufficiale.
Infine c’è stata la visita guidata
delle stalle e degli animali, che è stata curata da Roberto Bert, responsabile dell’allevamento.
La giornata si è conclusa poi in
maniera festosa, grazie all’ottimo rinfresco ed ai buoni vini offerti dall’azienda (cui rivolgiamo un sentito
ringraziamento per l’ospitalità dimostrata), momento importante durante
il quale i presenti hanno avuto la
possibilità di continuare un proficuo
scambio di pareri tecnici ed opinioni.
AZ. CORTI E ANZANI
a cura dell’Apa di Como e Lecco
L’azienda
agricola
Anzani-Corti
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ha recentemente ospitato l’annuale
meeting di razza, organizzato dall’Associazione Provinciale Allevatori
di Como e di Lecco in collaborazione con l’Anafi.
L’azienda situata nel comune di
Anzano del Parco, ha una superficie
di 58 ettari, di cui metà coltivata a
prato stabile, metà a mais per insilato ceroso e pastone; oltre al titolare
sig. Luigi vi lavorano in azienda la
moglie sig.ra Maria Rita ed i figli Roberto e Giacomo.
I numerosi allevatori presenti (almeno un centinaio) provenienti dalle provincie di Como, Lecco e Varese, hanno potuto vedere le nuove
strutture aziendali, ed in particolare
Da sinistra: Giuseppe Invernizzi, direttore
Apa; Emilio Paleari, presidente Apa; Graziano
Morganti, assessore Agricoltura Provincia di
Lecco; Giacomo, Maria Rita, Fabio, Luigi e Roberto Corti
la nuovissima sala di mungitura a
spina di pesce 6+6 con sistema computerizzato per la gestione della
mandria. La stabulazione libera è a
cuccette e la mandria è suddivisa in
un unico gruppo di produzione; il
latte è destinato ad uso alimentare
ed ha i requisiti richiesti per «Alta
Qualità».
I due gruppi di bovine preparate
in maniera eccellente per il ring, erano, come al solito, 4 primipare e 4
pluripare tutte caratterizzate da buone mammelle ed ottime strutture
scheletriche.
La discussione nata dalla valutazione degli animali è stata coordinata da Cesare Fochi, mentre la graduatoria ufficiale è stata stilata dal
sig. Guido Oitana.
Al termine della valutazione, anche per le condizioni climatiche che
repentinamente sono peggiorate, tutti gli allevatori si sono velocemente
spostati nella zona «pranzo» dove
hanno potuto gustare uno squisito
spuntino offerto dai titolari.
La giornata si è conclusa con l’assegnazioni dei numerosi premi previsti a coloro che più si sono avvicinati nella valutazione delle due categorie al giudizio del giudice.
PRODUZIONE DEL LATTE:
CONTRIBUTO DELLE BIOTECNOLOGIE
NEL MIGLIORAMENTO QUALITATIVO
3o Meeting organizzato dall’Università di Udine, Dipartimento
Scienze degli Alimenti, Sezione di Fisiologia Veterinaria e Nutrizione
L’Università di Udine ha organizzato presso la propria Aula Magna,
venerdì 2 ottobre 1998, con inizio alle ore 9, il suo 3o Congresso di cui
riportiamo di seguito il programma
ed il breve comunicato stampa inviatoci. Chi volesse dare la propria adesione al meeting è pregato di chiamare o inviare un fax ai seguenti numeri:
tel. 0432/558371-3 - fax 0432/558370
Le ultime acquisizioni scientifiche
hanno permesso di mettere a punto
tecniche di selezione e di previsione
di fattori di produzione delle lattifere
che, uniti alle più recenti indicazioni
di controllo dei fenomeni mastitici,
hanno permesso di migliorare le
performance del latte prodotto,
quando viene destinato all’industria
lattiero casearia. Grazie alle biotecnologie, si può quindi attuare una
concreta azione di miglioramento
qualitativo del latte che, in regime di
eccedenza produttiva almeno a livello della Comunità Europea, deve trovare le ragioni di una maggiore valorizzazione nelle sue caratteristiche
costitutive intrinseche (ad esempio,
composizione della frazione proteica, tipo delle singole proteine, organizzazione micellare delle caseine,
equilibri salini, ecc.).
Il meeting si prefigge di illustrare i
recenti progressi effettuati, grazie alle biotecnologie, nella produzione
del latte e nei vari aspetti ad essa
collegati, quali la fisiologia della lattazione, il polimorfismo genetico
delle proteine, le caratteristiche tecnologiche del latte, il controllo della
mastite.
Sezioni poster e comunicazioni
orali offrono poi l’occasione di venire a conoscenza di ricerche condotte
su specifici argomenti di grande interesse scientifico ed applicativo.
PROGRAMMA
Introduzione
prof. Cesare Corradini, Università di
Udine
Presentazione poster-session
Relazioni
Moderatore: prof. Gianfranco Ruffo,
Università di Milano
Relatori:
– prof. Federico Chiesa, Università di
Bologna: Fisiologia della lattazione
– prof. Primo Mariani, Università di
Parma: Polimorfismo delle proteine
del latte e relazioni con le caratteristiche tecnologiche del latte
– prof. Robert Renaville, Università
di Gembloux: New strategies in dairy
milk industry
– prof. Alfonso Zecconi, Università
di Milano: Il controllo e l’eradicazione delle mastiti contagiose: metodologie ed applicazione pratica
Interventi programmati:
Moderatore: prof. Alberto Prandi,
Università di Udine
– dott. Attilio Accorsi, Università di
Bologna: Meccanismi di regolazione
dell’apopiosi durante l’involuzione
mammaria
– dott.ssa Maria Messina, Università
di Udine: Marcatori genetici associati all’asse somatotropico e polimorfismo delle proteine del latte
– dott. Gianfranco Gabai, Università
di Padova: Regolazione del processo
di sviluppo ed involuzione della
ghiandola mammaria nei ruminanti
– dott. Mario Baratta, Università di
Parma: Steroidi e controllo genico
delle proteine del latte in vitro
– dott. Daniele Vigo, Università di
Milano: Relazione tra stimolazione
con GnRH nel post parto e numero
delle cellule somatiche nel latte
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