NOTIZIARIO DROGHE - ADUC

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NOTIZIARIO DROGHE - ADUC
====== NOTIZIARIO DROGHE ==================
Notizie quotidiane sulle droghe con attenzione alla situazione internazionale, alle diverse realtà, ai traffici,
all'andamento della "war on drugs", ai sistemi di produzione e di spaccio delle sostanze stupefacenti.
Edito da Aduc, Associazione per i Diritti degli Utenti e Consumatori.
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Archivio settimanale
Dal 21-10-2014 al 27-10-2014
2014-43
ARTICOLI
- Coltivazioni oppio e sicurezza in Afghanistan. La ritirata/disfatta dei britannici
http://droghe.aduc.it/articolo/coltivazioni+oppio+sicurezza+afghanistan+ritirata_22594.php
- La Svizzera fonde l'oro dei narcos colombiani
http://droghe.aduc.it/articolo/svizzera+fonde+oro+dei+narcos+colombiani_22590.php
- Cocaina e l'hub Valencia. Le considerazioni del procuratore spagnolo antidroga
http://droghe.aduc.it/articolo/cocaina+hub+valencia+considerazioni+procuratore_22589.php
NOTIZIE
-SPAGNA/Sequestrare narcos per finanziare l'ISIS
http://droghe.aduc.it/notizia/sequestrare+narcos+finanziare+isis_130258.php
-ITALIA/Cannabis terapeutica. Appello di Andrea Trisciuoglio/Lapiantiamo: disobbedienza civile a Chianciano
http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+terapeutica+appello+andrea+trisciuoglio_130257.php
-PARAGUAY/Narcotraffico e istituzioni. Denuncia del ministro degli Interni
http://droghe.aduc.it/notizia/narcotraffico+istituzioni+denuncia+ministro+interni_130255.php
-MESSICO/Narcoguerra. Come e da chi sono stati uccisi i 43 studenti
http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+come+chi+sono+stati+uccisi+43+studenti_130254.php
-MESSICO/Narcoguerra. Studenti scomparsi: si dimette governatore Guerrero
http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+studenti+scomparsi+si+dimette_130253.php
-ITALIA/Soldi per droga. Picchiava da anni i genitori. Arrestato
http://droghe.aduc.it/notizia/soldi+droga+picchiava+anni+genitori+arrestato_130251.php
-MESSICO/Narcoguerra. Trovato assassinato giornalista scomparso in Sinaloa
http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+trovato+assassinato+giornalista_130250.php
-MAROCCO/Vendita droga. Rimosso direttore carcere di Laayoune
http://droghe.aduc.it/notizia/vendita+droga+rimosso+direttore+carcere+laayoune_130249.php
-MESSICO/Narcoguerra. Manifestazione a Citta' del Messico
http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+manifestazione+citta+messico_130246.php
-GRAN BRETAGNA/Giovani che fumano regolarmente marijuana vanno peggio a scuola. Studio
http://droghe.aduc.it/notizia/giovani+che+fumano+regolarmente+marijuana+vanno_130245.php
-MESSICO/Narcoguerra. Militari sotto accusa per uccisione 15 narcos che si erano arresi
http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+militari+sotto+accusa+uccisione+15_130244.php
-ITALIA/Tossicodipendenti e pene alternative. Incontro a Villa Maraini
http://droghe.aduc.it/notizia/tossicodipendenti+pene+alternative+incontro+villa_130243.php
-AFGHANISTAN/Oppio. Boom di produzione nel 2013
http://droghe.aduc.it/notizia/oppio+boom+produzione+nel+2013_130240.php
-MESSICO/Narcoguerra. Ferme iniziative del Governo federale dopo il caso Iguala
http://droghe.aduc.it/notizia/narcoguerra+ferme+iniziative+governo+federale+dopo_130239.php
-USA/Cannabis legalizzata. Colorado: no a caramelle e biscotti
http://droghe.aduc.it/notizia/cannabis+legalizzata+colorado+no+caramelle+biscotti_130237.php
IL PREZZO DEL PROIBIZIONISMO
dalle cronache locali
gli effetti della legge vigente
dati dal 31/12/2013 al 27/10/2014
sequestri
droghe leggere (kg)
262.850
droghe pesanti (kg)
26.940
dosi droghe sintetiche
109.850
piante di cannabis
222.400
vittime
morti
arresti
giorni di reclusione
22
7.000
7.180
riepilogo settimanale
dal 21/10/2014 al 27/10/2014
sequestri
droghe leggere (kg)
droghe pesanti (kg)
dosi droghe sintetiche
piante di cannabis
11.000
300
800
10.500
vittime
morti
arresti
giorni di reclusione
dati 2013: 25/12/12 - 30/12/13
* sequestri
- droghe leggere: Kg 9.750
- pesanti: Kg 11.750
- sintetiche: dosi 11.075.000
- cannabis: piante 20.840.000
* vittime
- morti: 19
- arresti: 9.2403
- giorni di reclusione: 6.550
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ARTICOLI
27-10-2014 15:54 Coltivazioni oppio e sicurezza in Afghanistan. La ritirata/disfatta dei britannici
Con la partenza dei soldati britannici, la Nato ha abbassato la
guardia nel sud-ovest dell'Afghanistan dopo 13 anni di presenza con un bilancio molto esiguo, non essendo
riusciti a sconfiggere i talebani e far smettere l'enorme traffico di droga.
Gli ultimi soldati britannici di stanza nella provincia di Helmand, una delle piu' violente e “talibanizzate” del
Paese, hanno ufficialmente rimesso domenica 26 ottobre il controllo del sud-ovest del Paese alle forze
afghane, preludio per il rimpatrio nei prossimi giorni nel loro Paese.
Per Londra, che ha stanziato fino a 9.000 soldati in Afghanistan, questo ritiro segna la fine di 13 anni di
missione di guerra, fatale per 453 suoi soldati. Ma verranno conservati 500 militari essenzialmente per
sostenere e spalleggiare l'esercito afghano a Kabul.
Le truppe britanniche hanno assunto dal 2006 il comando della missione Nato in Helmand, nel contempo
feudo dei talebani e cuore della produzione di oppio che ha raggiunto un livello record in Afghanistan l'anno
scorso, malgrado i miliardi di dollari investiti dai Paesi occidentali nella lotta antidroga.
La lotta contro l'oppio, materia prima per l'eroina e di cui l'Afghanistan e' da diverso tempo il primo produttore
mondiale, e', con la messa in sicurezza del Paese, l'altra grande sconfitta dell'intervento occidentale
cominciato nel 2001.
Gli agricoltori afghani hanno coltivato nel 2013 un nuovo record di 207.000 ettari di oppio, come fa sapere
l'Onu, e malgrado i 7,6 miliardi di dollari versati dagli americani per eradicare questa succosa produzione,
come ha recentemente fatto sapere l'ufficio dell'Ispettore americano per la ricostruzione dell'Afghanistan
(Sigar).
La provincia di Helmand ha circa la meta' della produzione afghana di oppio, che, trasformato in eroina,
prende la rotta dell'Europa e dell'Asia, essenzialmente via Pakistan e Iran.
Un recente rapporto della Rete degli analisti afghani (AAN), un centro di ricerca con base a Kabul, ha fatto
un'analisi critica della missione della Nato nell'Helmand, sostenendo che essenzialmente abbia contribuito a
rinforzare i talebani nel distretto di Sangin.
Nel 2010, il governatore fantasma di questo distretto, sotto l'autorita' parallela dei talebani, il mollah Abdul
Qayyum, disgustato dagli abusi da parte degli insorti, ha preso in considerazione, secondo l'AAN di rimettere
il proprio mandato in segno di protesta contro il governo di Kabul e la Nato.
Ma dopo diversi mesi di trattative dietro le quinte con i responsabili afghani e britannici, il mollah e il suo
entourage sono stati bombardati in seguito ad un ordine degli americani, fatto che ha contribuito al
deterioramento della sicurezza in questa regione remota.
Questi analisti hanno anche rimesso in causa il Programma di ricostruzione provinciale, il famoso PRT, che
ha visto i militari stranieri impegnarsi in progetti di sviluppo, con la collaborazione di alcune ONG e con dei
risultati che non hanno avuto una qualche regolarita', con l'obiettivo di accattivarsi “i cuori e gli spiriti”.
“Noi siamo fieri di cio' che ci lasciamo alle spalle, perche' gli afghani sono pronti a prendere le consegne”, ha
dichiarato all'agenzia France Press (AFP) il generale di brigata Robert Thomson, il piu' alto in grado tra le
forze britanniche in Afghanistan. “Gli afghani sono in primo piano da maggio del 2013 e lo fanno molto bene,
ma restano ancora dei problemi in termini di sicurezza e di governance”.
Le forze britanniche hanno lasciato lunedi' pomeriggio la gigantesca base di Camp Bastion, dove hanno
alloggiato piu' di 40.000 stranieri nel 2010-2011, quando c'e' stato il picco del numero di truppe della Nato in
Afghanistan, lasciando una preziosa eredita' alle forze afghane che devono contrastare l'insurrezione dei
talebani, che si e' rinvigorita nel corso dell'estate.
“C'e' sempre dell'insicurezza nel Helmand... i talebani e gli altri terroristi mettono tutto il loro impegno qui.
Alcuni distretti erano una volta sotto il loro controllo e altri vi rimangono ancora”, dice il generale di divisione
afgana Sayed Malok.
In loco, alcuni afghani sono critici sulla missione delle forze britanniche, che si erano gia' rotti i denti in
Afghanistan nel XIX secolo. “I soldati britannici son stati sconfitti per una seconda volta. Essi lasciano
l'Helmand nel momento in cui i talebani guadagnano terreno... Questa missione e' una disfatta per loro”, dice
Mohammad Ismail, un agricoltore dell'Helmand.
(articolo di Mamoon Durrani e Emmanuel Parisse per l'agenzia France Press – AFP del 27/10/2014)
Redazione
26-10-2014 17:15 La Svizzera fonde l'oro dei narcos colombiani
Un'indagine condotta a Bogota' fa sapere che alcuni paramilitari
hanno acquistato dell'oro per riciclare i soldi della droga. Parte di questo metallo prezioso sarebbe raffinato
in Svizzera.
Il capo della Direzione delle Imposte e delle dogane nazionali (DIAN), Juan Ricardo Ortega, la scorsa
primavera ha rilasciato una intervista in cui faceva sapere che stava facendo un'indagine sull'oro colombiano
utilizzato per riciclare i soldi della droga. Dove quest'oro viene inviato o venduto? -disse ai giornalisti-, in Usa
e in Svizzera.
Tra il 2015 e il 2012 le esportazioni di oro colombiano verso la Svizzera sono aumentate di continuo,
arrivando fino a 17.000 chili, cioe' 682 milioni di dollari. Nello stesso momento, il prezzo del metallo prezioso
e' cresciuto di cinque volte. E a Bogota', l'attenzione e' stata attirata proprio per questi numeri. Come il borgo
di Alto Baudo, a sud-ovest di Medellin, dove non e' mai stata scoperta una sola pepita, ha potuto produrre
dal 2010 una tonnellata del prezioso metallo? E' quanto si chiede il giornale “Dinero”.
Le autorita', allertate, hanno fatto diverse scoperte, tipo che il medesimo miracolo si e' manifestato anche in
altre regioni come Antioquia, Bolivar o Cauca. Queste zone rurali o montagnose, hanno in comune il fatto di
accogliere dei gruppi di paramilitari come le Forze Armate rivoluzionarie di Colombia (Farc), che controllano i
due terzi della cocaina prodotta nel Paese.
Una volta incassati i soldi, il circuito di riciclaggio e' semplice: i trafficanti acquistano dei lingotti d'oro a
Panama o in Venezuela. “Poi lo portano nelle loro zone, essenzialmente con dei battelli attraverso dei fiumi
come l'Atrato o il Rio Magdalena -dice Jean-Pierre Gontard, ex-mediatore svizzero in Colombia-. Contenuti
in grossi contenitori, alcuni funzionari certificano che i lingotti sono mercanzia locale. Non rimane che
vendere questa merce a degli esportatori.
In Colombia l'inchiesta e' esplosiva, Il ministero dell'Interno, assistito dalla DIAN, e' seguito molto da vicino
da agenti americani ed inglesi. Secondo il quotidiano colombiano El Tiempo, 152 persone ed aziende
sarebbero nel mirino delle autoriita'. Queste ultime fanno sapere che le negoziazioni sarebbero sarebbero
fatte dalla Fundaciones Escobar o la C. I. Metales y Derivados S. A..
Alla fine della macchina per il riciclaggio, si trovano le tre principali raffinerie svizzere. Con, in prima linea,
quella di Argor-Heraeus, con sede a Mendrisio. Grazie ad un documento che il quotidiano “Matin-Dimanche”
e' riuscito ad ottenere, documento in cui c'e' la lista dei piu' grossi esportatori colombiani, l'azienda ticinese
avrebbe raffinato l'oro di C. I Metales y Derivados S. A nel 2008 e 2009. Le fonderie Escobar SA avrebbero
loro consegnato dell'oro fino al 2012, per delle cifre astronomiche -261 milioni di dollari nel 2010. A Medellin,
le fonderie Escobar sono oggi in liquidazione, dopo 75 anni di attivita'. Messa con le spalle al muro dalle
autorita' di Bogota', oggi vendono tutti i loro mobili e macchinari su Internet, e il suo sito web e' sempre
consultabile.
Fino al 2012, una parte dell'oro delle fonderie Escobar sarebbe stato portato verso la raffinerie Valcambi, non
lontane da Lugano. Esse avrebbero lavorato per 27 milioni di oro nel 2011 e 6 milioni nel 2012. Sul loro sito
web ufficiale, la fabbrica di Balerno si vanta di seguire alla lettera alcuni “valori etici”. Messa alle corde da
questi fatti, l'azienda afferma che essa “identifica tutti i suoi clienti in conformita' a tutte le normative in vigore
in Svizzera e a livello internazionale. Di conseguenza tutti i nostri contratti sono online, e tutte le nostre
attivita' sono legalmente corrette”.
Come spiegare che le fonderie svizzere abbiano ancora acquistato dell'oro colombiano, nonostante che il
circuito di riciclaggio sia stato reso noto nel 2009? Malgrado diverse sollecitazioni, Argor-Heraeus non ha
risposto alle nostre domande. Dal 2013, pertanto, la ONG ASK, il gruppo di lavoro Svizzera-Colombia, ha
allertato diverse raffinerie di questi rischi ed ha chiesto maggiore trasparenza. “Esse ci hanno risposto solo in
modo vago -dice Stephan Suhner, membro dell'associazione-. E non sapevano neanche che la Escobar
fosse in liquidazione”. L'iniziativa “oro responsabile”, condotta dalla SECO, potrebbe essere messa in atto
anche in Colombia? Anche se lo fosse, essa pero' non riguarderebbe le miniere illegali, che rappresentano il
cuore del problema.
Un altro gigante svizzero di materie prime ha per lungo tempo trattato l'oro colombiano di origine dubbiosa,
Metalor, la cui sede mondiale e' a Neuchâtel, e ne ha raffinato per decine di milioni, ogni anno, tra il 2008 e il
2013. La mercanzia e' stata trasformata in una fabbrica americana. Metalor si riforniva presso l'azienda
colombiana C.I.Goldex, che ha recentemente confessato di aver comprato dell'oro fino al 2009 da un certo
Jairo Rendòn. Condannata in Usa per narcotraffico e riciclaggio, questa persona e' anche conosciuta per
essere il fratello di due trafficanti tra i piu' importanti del Paese, “Don Mario” e “El Aleman”, entrambi arrestati
da poco.
C.I.Goldex, il cui fondatore ha riconosciuto le proprie colpe, ha chiuso l'azienda da qualche settimana. La
portavoce di Metalor, Veronique Vergriete, dice che l'azienda ha sospeso le proprie attivita' con Goldex dal
20132, quando sono apparsi i primi articoli della stampa. “E questo nonostante Metalor abbia ricevuto la
conferma scritta da parte delle autorita' colombiane che Goldex non fosse oggetto di alcuna indagine o di
alcuna fondata accusa”, precisa.
In Colombia, l'attivita' delle autorita' ha gia' portato ad alcuni risultati: la produzione del metallo giallo
comincia ad essere a livelli realistici. Nel 2013, le esportazioni di oro colombiano in Svizzera sono crollate
del 30% rispetto al 2012. Al momento, su questo dossier nessuna richiesta di procedimento giudiziario e'
stata depositata a Berna. A Bogota', invece, ci confermano che l'indagine e' in corso. Qualche settimana
dopo questa mediatica dichiarazione di guerra, Juan Ricardo Ortega ha fatto sapere che lasciava la DIAN.
La sua testa, presso i narcotrafficanti, era stata messa al prezzo di 3 milioni di dollari.
(articolo pubblicato sul quotidiano Le Matin del 26/10/2014)
Redazione
25-10-2014 13:09 Cocaina e l'hub Valencia. Le considerazioni del procuratore spagnolo antidroga
“Valencia e' un punto nevralgico, mi preoccupa molto”. " Ha due porti importanti:
quello di Valencia e quello di Sagunto. Ha un aeroporto. E' zona di transito delle merci dal Marocco verso
l'Europa. Per questo e' una zona di una importanza strategica molto grande per la lotta contro la droga. Tra
le piu' grandi di tutta la Spagna”. Cosi' ieri José Ramòn Norena, il massimo responsabile della Procura
antidroga spagnola.
Norena ha confermato, in una improvvisata conferenza stampa a margine dell'incontro a Valencia con una
trentina di procuratori specializzati nella lotta contro i traffici di droghe, che Valencia e' considerata come uno
dei “principali porti di ingresso della cocaina in container” per l'Europa. “Ma solo cocaina”. L'eroina,
considerato che la Spagna non e' una piazza di distribuzione globale ma solo un Paese di “destinazione
finale”, attraversa le frontiere del Paese in piccole quantita'. “Stiamo parlando, al massimo, di sequestri di 50
chilogrammi. Per la cocaina parliamo invece di centinaia di chili”.
La cocaina arriva essenzialmente da Colombia, Peru' e Bolivia. Nel suo viaggio verso Valencia e altri porti
sensibili della grande costa spagnola, proviene alternativamente da Paraguay, Ecuador, Panama e Santo
Domingo (nella Repubblica Dominicana), “che e' un punto importante del transito verso l'Europa”.
Il porto e' utilizzato da quelli che lo prediligono o da piccole reti di vendita della droga, fino ai “trafficanti piu'
professionisti, che sono dediti all'importazione ed esportazione delle merci”. Negli ultimi cinque anni sono
state spesso catturati dei carichi di una tonnellata di cocaina. Ora, invece, i narcos preferiscono diversificare
il rischio e abitualmente si trovano carichi di non piu' di 250 chili. “Non abbiamo elementi per credere che il
trafficante sia un signore con corna e coda, ma una persona che fa uso di una certa mentalita'
imprenditoriale. Chiede di ottenere il massimo beneficio col minimo rischio”.
Il procuratore e' intervenuto anche contro le cosiddette associazioni di cannabis. “Non esiste nessun varco
legale in materia”. La sola distinzione e' quella tra le associazioni “non attive” e quelle che svolgono una
“attivita' di distribuzione di cannabis, contro la quale li perseguiamo e li perseguiremo”, perche' sia superato il
valore che viene dato all'autoconsumo. Questo fenomeno e' concentrato in Catalogna (400) e nel Paese
Basco (200). Nella comunita' Valenciana ce ne sono una ventina, che stanno aprendo come succursali di
altre entita', soprattutto catalane.
Norena si e' detto contrario a che la Spagna segua le orme di Uruguay e Stati Uniti nella depenalizzazione
della marijuana. Un percorso -dice- pieno di inconvenienti e che comunque deve partire da un accordo
internazionale.
A livello di “opinione personale”, il procuratore considera “impossibile” che la guerra contro la droga arrivi ad
una vittoria che faccia sparire la droga. “La meta credibile da conseguire e' che il livello di consumo e di
traffico di droghe sia tale da poter essere sopportato da una societa'. E rispetto alla situazione attuale, non
so quale sia questo livello accettabile”.
(articolo di Ignacio Zafra, pubblicato sul quotidiano El Pais del 25/10/2014)
Redazione
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26-10-2014 15:53 SPAGNA/Sequestrare narcos per finanziare l'ISIS
Le cellule in Spagna dello Stato Islamico di Iraq (ISIS) stanno progettando dei sequestri di narcos per
finanziarsi ed ottenere rilievo mediatico. Cosi' fa sapere la Polizia e la Guardia Civile che ha arrestato vari
jihadisti a Melilla (enclave spagnola in Africa, ai confini col Marocco). Di conseguenza i servizi di intelligence
sono preoccupati per questa nuova minaccia nell'ambito del terrorismo internazionale in questo continente,
poiche' fino ad ora si erano basati sul proselitismo, la raccolta di fondi, la cattura di mujahidin in seguito ad
attacchi clamorosi come quello di Madrid nel 2004 o di Londra l'anno successivo.
Dopo una serie di indagini informatiche e sulla documentazione sequestrata nello scorso mese di maggio ad
un gruppo di sei islamici che si stavano spostando dalla Siria e dall'Iraq e diretti da Zakaria Said Mohamed,
un ex-militare professionista esperto in esplosivi, fanno sapere che tra i loro piani ci sono anche sequestri di
narcotrafficanti di hashish che operano in zona, sequestri per i quali hanno intenzione di chiedere forti
somme di denaro ai famigliari, e con queste finanziare la jihad. La cellula ha diversi obiettivi, tutti in localita'
del Marocco vicine a Melilla.
26-10-2014 09:35 ITALIA/Cannabis terapeutica. Appello di Andrea Trisciuoglio/Lapiantiamo:
disobbedienza civile a Chianciano
Appello alle tante amiche e amici con patologia, curabile con la cannabis terapeutica
Conoscete bene il mio impegno sulla cannabis terapeutica e la mia attenzione ai diritti civili di tutti.
Oggi sapete anche cosa è stato creato qui in Italia sul tema.
- Dopo le reiterate disobbedienze civili della segretaria nazionale di radicali italiani Rita Bernardini, senza che
venisse mai arrestata e processata come lei ha sempre chiesto rendendo pubbliche le foto delle piante che
coltivava;
- per denunciare ancora una volta le urgenze che viviamo noi malati sui nostri corpi;
- questa volta Rita, che è anche presidente ad honorem del primo ed unico cannabis club in Italia, la
disobbedienza l’ha fatta insieme a Marco Pannella e Laura Arconti (un’associazione a delinquere,
insomma!).
- le 18 piantine (Rita le chiama bonsai perché, pur perfettamente giunte a maturazione, sono piccole
essendo state piantate tardi e fatte crescere all’aperto sul suo terrazzo) abbiamo pensato di cederle
simbolicamente (si tratta di pochi grammi) in un’occasione pubblica.
Sarebbe un peccato, infatti, non utilizzarle perché a noi interessa continuare a scardinare quel macigno del
proibizionismo che intacca anche noi malati;vogliamo gridare forte: “mentre noi LapianTiamo, tu Stato,
continui ad arrestare persone oneste ed integerrime, incolpevoli e vittime dell’ottusità!”.
Per questo invito tutti gli amici con patologia a venire a ritirare quel grammo di cannabis, presentando una
copia di certificato di patologia, il prossimo 1 novembre (sabato) al 13° Congresso di Radicali italiani che si
terrà a Chianciano Terme presso il Centro Congressi Excelsior in piazza Sant’Agnese 6 (piazza Italia). Un
medico radicale prescriverà il farmaco e Rita, Marco e Laura daranno GRATUITAMENTE ciò che in una
qualsiasi farmacia con laboratorio galenico d'Italia costa ben 35 euro. Ben sapendo che un "banalissimo"
grammo di certo non cambierà la vita di ciascuno di noi… può avere però un valore simbolico altissimo
perché non proviene né dal mercato nero clandestino, né dal mercato “ufficiale” dello Stato che specula sulla
nostra condizione di malati che necessitano di cura.
Voglio far conoscere ai pazienti di cosa parliamo, voglio interloquire personalmente con loro e con te per
progettare insieme i prossimi passi urgenti. Mentre scrivo questo invito, nei palazzi ministeriali si sta
organizzando (entro il 31 ottobre) il piano d'azione per la produzione di cannabis medicinale senza
minimamente tenere in considerazione i primi beneficiari: i malati, appunto.
Vi attendo in tanti!
Andrea Trisciuoglio
24-10-2014 18:44 PARAGUAY/Narcotraffico e istituzioni. Denuncia del ministro degli Interni
Il ministro degli Interni paraguaiano, Francisco de Vargas, ha
sorpreso tutti mercoledi', quando ha confermato che "le mafie del narcotraffico sono in azione" e "si sono
impossessate di diverse parti del Paese". Lo riferisce "Tiempo argentino". "C'e' un'attivita' sostenuta e
costante da parte dei gruppi criminali coinvolti nel traffico di droga", ha dichiarato il ministro, avvalorando le
indiscrezioni ormai di dominio pubblico che collegherebbero a questi traffici criminali anche il presidente,
Horacio Cartes. Vargas, spiega il quotidiano, ha parlato due giorni dopo le accuse del senatore Robert
Acevedo, secondo cui "cinque o sei membri del Senato e alcuni deputati percepiscono denaro dal
narcotraffico": parole che hanno costretto Cartes ad assicurare che il suo governo "non accettera' alcuna
connivenza con la narco-politica". "Il problema non e' nuovo, ma risale a molto tempo fa", ha spiegato De
Vargas a un paese ancora sconvolto per l'omicidio del giornalista Pablo Medina, corrispondente per il
quotidiano "Abc Color" nel distretto di Canindeyu', a nord est della capitale Asuncion. Medina aveva ricevuto
minacce e intimazioni a non occuparsi delle organizzazioni dedite al narcotraffico che operano nella regione.
24-10-2014 18:40 MESSICO/Narcoguerra. Come e da chi sono stati uccisi i 43 studenti
Almeno una quindicina dei 43 studenti spariti lo scorso 26
settembre a Iguala, nel sud del Messico, sono stati uccisi con un colpo alla testa da agenti della polizia
municipale e della banda di narcotrafficanti Guerreros Unidos: a ordinare la strage è stato il capo dei sicari
della banda, noto come Chuky. E' quanto rivelano le confessioni di vari protagonisti della strage, diffuse dal
giornale online Sinembargo.mx. Si tratta di una serie di documenti giudiziari appartenenti alla Procura dello
Stato di Guerrero, dove si trova Iguala, in base a dichiarazioni rese da alcune delle 50 persone arrestate
nell'inchiesta sulla strage prima dello scorso quattro ottobre, quando il caso è passato nelle mani della
Procura generale federale. "Io ho partecipato uccidendo due di quelli di Ayotzinapa (località dove si trova la
scuola magistrale degli studenti 'desaparecidos', ndr), con un colpo alla testa. Non sono quelli che abbiamo
bruciato, questi sono ancora tutti interi. Per ucciderli li abbiamo fatti accovacciare e gli abbiamo sparato in
testa da uno dei lati", si legge nella confessione di Martin Macedo Barrera, uno dei documenti ottenuti da
Sinembargo.mx. Secondo le testimonianze, la figura centrale della strage è stato Chuky: "Ci ordinò di
portare giù dal camion un gruppo di dieci", racconta Macedo Barrera, e aggiunge "Gaby ne ha uccisi altri
due, Chuky un altro, Vero un altro e ne abbiamo lasciati vivi altri quattro". E Chuky ha detto, come ha riferito
Barrera: "'Questo è perché fate i rivoltosi'". Un altro detenuto, racconta come "il responsabile del carcere
municipale, Ulises Bernabé Garcia, detto 'Il Gay', consegnò (gli studenti) ai sicari venuti da Cocula e ad
elementi del cosiddetto Gruppo di Reazione Immediata, fra i quali c'era Francisco Salgado Valladares",
responsabile della Sicurezza Pubblica di Iguala, attualmente latitante, il sindaco José Luis Abarca e la moglie
Maria de los Angeles Pineda. Le dichiarazioni rese alla Procura di Guerrero confermano la ricostruzione dei
fatti del capo della Procura nazionale, José Murillo: Abarca, informato dell'arrivo degli studenti, ha ordinato
che fossero attaccati da agenti della polizia municipale e sicari narco. Decine di studenti catturati dalla polizia
sono stati consegnati ai sicari, che li hanno uccisi e sotterrati in fosse comuni nei pressi della città. Come
segnala Sinembargo.mx, però, le dichiarazioni "confermano i dubbi esposti sulle dichiarazioni del
procuratore Murillo, che ha assicurato che i test del Dna indicano che i corpi trovati nelle fosse comuni
scoperte dopo i fatti non corrispondevano con gli studenti", affermazione smentita anche dagli esperti
argentini che stanno partecipando nell'analisi dei resti. Resta dunque da stabilire a chi appartengono i 28
corpi ritrovati finora nelle tombe clandestine, se effettivamente non sono quelli dei "desaparecidos" e dove si
trovano i cadaveri degli studenti che - sembra sempre più certo - non sono stati sequestrati ma bensì uccisi a
sangue freddo. Per il presidente Enrique Pena Nieto, che ha promesso di fare piena luce sulla strage, è
necessario dare al più presto una risposta a queste domande: dopo le dimissioni del governatore di
Guerrero, Angel Aguirre, lo sdegno dell'opinione pubblica si concentra ormai sul governo federale.
24-10-2014 18:19 MESSICO/Narcoguerra. Studenti scomparsi: si dimette governatore Guerrero
Il governatore dello Stato di Guerrero, in Messico, dove
43 studenti sono scomparsi lo scorso mese dopo scontri con la polizia, ha rassegnato le proprie dimissioni.
Angelo Aguirre ha motivato la sua scelta con la speranza che possa portare a "un clima politico piu'
favorevole per giungere alla soluzione della crisi". Il procuratore generale messicano, Jesus Murillo Karam,
aveva in precedenza puntato l'indice contro i legami profondi in tutto lo stato meridionale tra politici, polizia e
bande della droga. Mandati di arresto sono stati emessi per il sindaco di Iguala, Jose Luis Abarca, sua
moglie, e il capo della polizia della citta', sospettati di aver ordinato alla polizia di consegnare gli studenti ai
boss della malavita locali. I tre sono pero' scomparsi dalla circolazione. Il 26 settembre, un gruppo di studenti
di una scuola di formazione per insegnanti si e' recato a Iguala per protestare contro quelle che accusavano
essere pratiche di assunzione discriminatorie, e per raccogliere fondi per la loro scuola. Manifestazioni si
sono svolte mercoledi' in oltre 50 citta' del Paese per chiedere al presidente Enrique Pena Nieto di fare
chiarezza e al governatore dello Stato di Guerrero di dimettersi. A Citta' del Messico in piazza c'erano
quarantacinquemila. A Iguala manifestanti hanno dato fuoco alla sede del municipio nella citta'.
24-10-2014 10:22 ITALIA/Soldi per droga. Picchiava da anni i genitori. Arrestato
Picchiava da anni i genitori per avere soldi da utilizzare per acquistare alcol e droga. E' stato per questo
arrestato ad Empoli (Firenze) un 43enne accusato di estorsione, lesioni personali e maltrattamenti in
famiglia. L'uomo ha problemi di tossicodipendenza e alcolismo che lo hanno portato a essere anche affetto
da disagi psichici. Gli anziani genitori hanno deciso di denunciarlo ai carabinieri, in alcune occasioni hanno
dovuto far ricorso alle cure del pronto soccorso per le contusioni e le escoriazioni riportate.
24-10-2014 10:18 MESSICO/Narcoguerra. Trovato assassinato giornalista scomparso in Sinaloa
Il direttore di una rivista dello stato messicano di Sinaloa,
dove regnano i cartelli del narcotraffico, è stato ritrovato morto con tracce di ferite di arma da fuoco. Lo
hanno riferito le autorità, specificando che la vittima era stata rapita. Antonio Gamboa Urias era stato visto
l'ultima volta il 10 ottobre, mentre saliva a bordo della sua auto. In agosto, aveva preso parte ad una
mobilitazione contro una "legge bavaglio" che limitava fortemente l'attivita' dei giornalisti, in seguito abrogata.
Dirigeva da dieci anni la rivista Nueva Prensa, impegnata contro la corruzione a Sinaloa, uno degli Stati piu'
colpiti dalla violenza legata ai cartelli della droga. Il Messico e' il Paese piu' pericoloso per i giornalisti: 81
quelli rimasti uccisi dal 2000 ad oggi, oltre a Urias secondo l'organizzazione francese Reporter senza
frontiere.
24-10-2014 10:13 MAROCCO/Vendita droga. Rimosso direttore carcere di Laayoune
Il direttore del carcere marocchino di Laayoune (Sahara Occidentale), Abdel Ilah Zanfuri, e' stato rimosso per
corruzione e per una serie di irregolarita' scoperte nella gestione del centro di detenzione. Le irregolarita'
sono state scoperte dopo un'ispezione richiesta dall'autorita' giudiziaria che ha scoperto casi di corruzione
relativi all'introduzione e alla vendita di droga all'interno del carcere. La procura di Laayoune ha ordinato
un'ispezione a tappeto nel carcere i cui risultati hanno portato alla rimozione del suo direttore.
23-10-2014 09:01 MESSICO/Narcoguerra. Manifestazione a Citta' del Messico
Quarantacinquemila persone hanno manifestato a Citta' del Messico per protestare contro la scomparsa di
43 studenti a Iguala (i morti accertati sono gia' sei). Il Procuratore generale, Jesus Murillo Karam, ha ordinato
l'arresto del sindaco di Iguala, Jose Luis Abarca, di sua moglie e di un collaboratore. A Iguala altri
manifestanti avevano dato alle fiamme il municipio. Gli inquirenti stanno analizzando i corpi di tre fosse
comuni trovate vicino la citta'. Sono stati gia' arrestati 36 esponenti della polizia municipale e 18 Guerreros
Unidos, compreso il loro capo. Per padre Alejandro Solalinde i 43 studenti, scomparsi il 26 settembre scorso,
sono stati bruciati vivi. Il sindaco Abarca avrebbe dato l'ordine alla polizia di "affrontare gli studenti", noti per
le loro frequenti proteste e contestazioni. La polizia e il cartello della droga dei Guerreros Unidos avrebbero
agito congiuntamente. La moglie del sindaco, Maria de los Angeles Pineda, e' la sorella di trafficanti di droga.
Lei e il sindaco, secondo l'accusa, avrebbero legami con i Guerreros Unidos. La scorsa settimana le autorita'
messicane hanno arrestato anche il capo dei Guerreros Unidos, Sidronio Casarrubias.
22-10-2014 18:39 GRAN BRETAGNA/Giovani che fumano regolarmente marijuana vanno peggio a
scuola. Studio
Gli adolescenti che fumano marijuana "con regolarita'" vanno peggio a scuola e hanno risultati a volte
"drammatici" agli esami. E' quanto emerge da uno studio sugli effetti della cannabis sui teenager condotto
negli ultimi 20 anni dall'University College London. L'indagine, presentata a un seminario medico a Berlino,
ha preso in esame i giovani nati nel 1991 e il 1992, misurando il loro quoziente intellettivo all'eta' di 8 anni e
poi a 15 anni, mettendolo in relazione con i risultati scolastici per l'ingresso all'universita' e correlandolo
anche all'uso di alcool e alle condizioni socioeconomiche famigliari. Lo studio su 2.235 giovani di Bristol ha
portato alla conclusione che, quanti da adolescenti hanno fumato per piu' di 50 volte la marijuana, avevano
risultati peggiori a scuola, con voti in calo e difficolta' di concentrazione. Lo studio ha poi ribadito la tendenza
dei giovani a diventare dipendenti dalla cannabis, almeno psicologicamente. Un giovane su sei di quelli che
ne fanno uso non puo' proprio farne a meno, mentre la proporzione fra gli adulti e' di un adulto su 10. Il
risultato dello studio dell'University College London e' arrivato comunque con un'avvertenza: "Sappiamo che
chi fuma cannabis va peggio a scuola, ma sappiamo anche che chi va male a scuola tende a fumare piu'
cannabis".
22-10-2014 18:35 MESSICO/Narcoguerra. Militari sotto accusa per uccisione 15 narcos che si erano
arresi
L'esercito messicano è il responsabile dell'uccisione di 15 presunti narco, fra i quali due adolescenti,
abbattuti dai lo scorso 30 giugno in un deposito di droga a Tlatlaya, nello stato di Messico (centro del paese)
malgrado si fossero già arresi: questa è la conclusione dell'inchiesta presentata dal responsabile della
Commissione Nazionale per i Diritti Umani (Cndh), Raul Plascencia, in chiaro contrasto con la versione dei
fatti presentata dalle autorità. Secondo il rapporto stilato dalla Cndh - organismo statale ma autonomo quattro delle persone morte a Tlatlaya sono state colpite "durante una sparatoria e in un contesto di fuoco
incrociato", ma è probabile che altre tre "siano state uccise in modo arbitrario". Le altre 12 vittime sarebbero
state uccise "in modo arbitrario dal personale militare". L'inchiesta della Cndh conferma quanto rivelato nel
settembre scorso dalla rivista americana Esquire: una carovana militare è stata attaccata mentre passava
accanto a un deposito di droga e dopo una sparatoria di circa 10 minuti i guardiani della struttura si sono
arresi, i militari sono entrati nel magazzino dove si trovavano e hanno ucciso a sangue freddo chi era
sopravvissuto. L'esercito, da parte sua, sostiene che tutte le vittime sono morte durante lo scontro a fuoco. Il
primo ottobre il procuratore generale Jesus Murillo aveva annunciato che tre militari che hanno partecipato
alla sparatoria sono stati accusati di omicidio in un tribunale civile, e un magistrato militare che si occupa
dell'inchiesta sulla strage ha informato che un tenente e sette soldati erano stati arrestati per
"insubordinazione e violazione del proprio dovere".
22-10-2014 18:02 ITALIA/Tossicodipendenti e pene alternative. Incontro a Villa Maraini
La necessità di una più larga applicazione delle pene alternative alla detenzione per i soggetti
tossicodipendenti è stata auspicata oggi da un gruppo di esperti internazionali riunito in conferenza a Roma
presso la Fondazione Villa Maraini alla presenza fra gli altri di Don Luigi Ciotti, presidente di "Libera" e
fondatore del Gruppo Abele.
Le proposte avanzate durante la conferenza sono frutto di un lavoro di mesi svolto da esperti di Francia,
Repubblica Ceca, Portogallo e Italia (rappresentata dal Gruppo Abele e da Villa Maraini quale project leader)
nell'ambito del "Progetto
"ALTERNATIVE", uno studio finanziato dall'Unione Europea. Alla conferenza di due giorni partecipano fra gli
altri, oltre a Don Ciotti, il Presidente del Tribunale di Sorveglianza di Roma Alberto Bellet e Massimo Barra,
fondatore di Villa Maraini.
In apertura dei lavori il Presidente di Villa Maraini, Gabriele Mori, ha ricordato che la Fondazione vanta crediti
nei confronti degli enti locali per quasi 800.000 euro a fronte di un bilancio di circa due miloni di euro. In
particolare - ha sottolineato Mori - il Comune di Roma è in debito di 450.000 euro per lavori svolti a seguito
della Convenzione 2012/2013 mentre la Regione Lazio è debitrice di 320.000 euro per la distribuzione di
metadone per gli anni 2013 - 2014.
Nel suo intervento Don Ciotti ha sottolineato che "i percorsi alternativi sono di importanza fondamentale. Non
utilizzarli è fare un grande regalo alle mafie". Oggi sono circa 10.000 - ha aggiunto il fondatore del Gruppo
Abele - i detenuti che potrebbero usufruire di pene alternative con, per quanto riguarda i tossicodipendenti,
minori rischi di ricaduta e di recidiva. "L'esperienza carceraria - ha detto dal canto suo Massimo Barra diventa spesso una esperienza a delinquere mentre l'applicazione di pene alternative, purché effettuate con
criteri idonei, può divenire presupposto per un percorso positivo di vita".
Il Presidente Bellet ha ricordato che in seguito a recenti interventi legislativi e grazie allo sviluppo delle pene
alternative il numero dei detenuti nelle carceri italiane è diminuito, stando ai dati più recenti, a circa 54.000,
rispetto ad una popolazione carceraria per lungo tempo attestata sopra le 60.000 unità. Progressi sono stati
compiuti, "ma la strada da percorrere è ancora lunga", ha detto il magistrato.
Dai dati ministeriali elaborati dagli esperti di Villa Maraini risulta che nel raffronto fra il 2013 e il 2012 il
numero delle pene alternative concesse è aumentato complessivamente del dieci per cento, di cui il 4,8% ha
avuto per destinatari soggetti tossicodipendenti. Quest'ultima percentuale risulta cresciuta all'8,4% nei primi
nove mesi del 2014 (in cifra assoluta: 3.600 persone).
22-10-2014 10:57 AFGHANISTAN/Oppio. Boom di produzione nel 2013
Le terre afghane consacrate alla produzione di oppio hanno raggiunto un livello record nel 2013, superando
con 209.000 ettari i 193.000 ettari del 2007. E' quanto emerge da un rapporto inviato alle autorita' americane
dall'Ispettore generale speciale per la ricostruzione in Afghanistan (Sigar), John Sopko. Questo e' avvenuto,
sottolinea Sopko, nonostante i 7,6 miliardi di dollari spesi dagli Stati Uniti per la lotta al narcotraffico dal
2002. I 209.000 ettari su cui e' cresciuto il papavero da oppio, precisa il rapporto, rappresentano un
incremento del 36% sul 2012 e si trovano principalmente nel sud (Kandahar ed Helmand) e nel sud-est
dell'Afghanistan. Ma anche in province, come Nangarhar, che erano considerate libere da questa
produzione. I primi dati relativi al 2014 lasciano intendere, sostiene il Sigar, che l'area di coltivazione si
estendera' ulteriormente. Fra il 2002 ed il 2013, inoltre, essa si e' incrementata di ben 125.000 ettari. Questo
ha fatto si' che il valore dell'oppio e dei suoi derivati e' ammontato in Afghanistan nel 2013 a tre miliardi di
dollari, contro i due miliardi raggiunti l'anno precedente. Tale denaro e' per lo piu' utilizzato da
narcotrafficanti, ma anche dai talebani che finanziano in questo modo il loro sforzo bellico.
22-10-2014 10:55 MESSICO/Narcoguerra. Ferme iniziative del Governo federale dopo il caso Iguala
Il governo federale messicano è intervenuto con il pugno di ferro, sospendendo oltre 1.500 agenti ed
assumendo direttamente la gestione della sicurezza in 13 comuni, dopo che il caso dei 43 studenti
"desaparecidos" - svaniti nel nulla lo scorso 26 settembre a Iguala, nello stato meridionale di Guerrero - ha
messo in evidenza i legami di complicità fra molti poteri locali e le organizzazioni del narcotraffico. Iguala è
stato infatti il primo comune nel quale le forze federali - gendarmeria e militari - hanno sostituito la polizia
locale. Delle 50 persone arrestate finora nel quadro dell'inchiesta sugli studenti "desaparecidos", 30 sono
agenti municipali e 17 presunti sicari del clan narco Guerreros Unidos: l'ipotesi è che la polizia locale ha
consegnato ai sicari i giovani manifestanti, sui quali non si è più saputo nulla. La scoperta nella cittadina di
varie fosse comuni nelle quali sono state trovati i resti di almeno 28 persone tuttora non identificate - ma che
non sono gli studenti "desaparecidos" - ha confermato a sua volta l'attiva collaborazione del sindaco locale,
José Luis Abarca, con i Guerreros Unidos. Abarca è tuttora latitante, così come il capo della polizia di Iguala.
Qualcosa di simile è successo a Taxto, una località turistica di Guerrero, dove i militari federali sono sbarcati
senza preavviso nella caserma della polizia municipale, disarmando gli agenti, ma il loro capo Erubiel
Salado, sospettato anche lui di essere complice dei Guerreros Unidos, è riuscito a fuggire ed è in
clandestinità. Il forte intervento del governo del presidente Enrique Pena Nieto è arrivato in risposta al
clamore che ha suscitato nell'opinione pubblica la vicenda degli studenti "desaparecidos" di Iguala,
un'ondata di scandalo e protesta che ha investito anzitutto il Partito della Rivoluzione Democratica (Prd),
principale forza dell'opposizione di sinistra messicana. Il sindaco Abarca, infatti, appartiene al Prd, così come
il governatore di Guerrero, Angel Aguirre: la richiesta delle dimissioni immediate di Aguirre, accusato di aver
tollerato che nel suo stato le autorità municipali fossero a poco a poco infiltrate dai narcotrafficanti, è
diventata la principale rivendicazione delle manifestazioni di piazza che si moltiplicano in tutto il Paese. La
protesta, del resto, non si esprime solo in piazza: due notti fa un gruppo di uomini mascherati ha fatto
irruzione in una sede del governo locale a Chipancingo, la capitale di Guerrero, e dopo aver cacciato il
guardiano notturno ha dato fuoco al palazzo. Non è stato necessario lasciare nessun messaggio di
rivendicazione: il messaggio era chiaro a tutti. Nel frattempo, però, all'avvicinarsi della scadenza di un mese
dalla misteriosa sparizione degli studenti a Iguala (o sono già morti o sono il gruppo più numerose di
sequestrati che si ricordi nella storia della guerra ai narcos) la Procura Federale ha offerto una ricompensa di
1,5 milioni di pesos (poco meno di 95 mila euro) a chiunque offra informazioni utili a ritrovare i
"desaparecidos".
21-10-2014 09:52 USA/Cannabis legalizzata. Colorado: no a caramelle e biscotti
No a biscotti e caramelle alla marijuana. Le autorita' sanitarie del Colorado raccomandano il loro divieto: a
preoccupare e' il fatto che i clienti non sanno esattamente le dosi da usare e quindi l'ingestione eccessiva
potrebbe causare problemi. In un documento ottenuto dall'Associated Press in vista dell'ultima riunione in
programma oggi per definire le confezioni e i clori da usare per consentire di distinguere facilmente i prodotti
commestibili alla marijuana e quelli normali, le autorita' affermano che solo pasticche e tinture alla marijuana
dovrebbero essere consentite. Se le raccomandazioni saranno accettate, biscotti, caramelle e altri 'dolci' alla
marijuana scompariranno dagli scaffali, in quello che potrebbe essere uno schiaffo per la nascente industria.
E mostrerebbe le difficolta' delle autorita' a regolamentare il settore. Il Colorado e' uno degli stati americani in
cui la marijuana a uso ricreativo e' autorizzata.
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