Il termine pelliccia indica la pelle esterna, detta anche mantello, di
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Il termine pelliccia indica la pelle esterna, detta anche mantello, di
Rotary Club Lodi Premio Orgoglio di Mestiere Lodi - Circolo di Lettura e Ricreazione, 26 aprile 2012 Signor Presidente, gentili Signore, graditi Ospiti e cari Amici, La Commissione “Orgoglio di Mestiere” (composta da Piergiorgio Anzaghi, Marco Chiesa, Massimo Marchetti, Nanni Molinari e dal sottoscritto) quest’anno - alla ricerca di un nuovo mestiere da premiare - ha spaziato nel mondo dell’alta moda proponendo l’attività cara alle gentili Signore: la pellicciaia. Il termine pelliccia indica la pelle esterna, detta anche mantello, di alcune specie di mammiferi che si presenta fittamente coperta di peli più o meno lunghi a seconda della specie. L'attività dei membri appartenenti a questa corporazione è documentata fin dalla prima metà del XII secolo; l'Arte dei Pellicciai ottenne il riconoscimento tra le Arti Maggiori di Firenze agli inizi del Trecento, quando gli iscritti risultavano essere quasi 200, guidati da quattro consoli. La lavorazione di queste materie pregiate era un'attività molto redditizia, dato che per secoli, certi tipi di pelliccia, furono considerati simbolo di stato sociale o di rango politico, che foderavano o rivestivano gli abiti ed i copricapo degli appartenenti ai ceti più elevati. Lo sviluppo di tecniche come la concia, che prevedono l'essiccazione, la conservazione del pelo e l'irrobustimento della pelliccia dell'animale scuoiato, ne ha permesso l'uso nel campo dell'artigianato e dell'abbigliamento. Tuttavia in seguito all'invenzione della tessitura, che prevede l'uso di materiali più facilmente reperibili e meno costosi come il cotone o le fibre sintetiche, l'uso di pellicce nel campo dell'abbigliamento si è notevolmente ridotto, rimanendo relegato al solo campo dell'alta moda, che valuta la qualità e preziosità di una pelliccia dal tipo di animale, dalla morbidezza, dalla lucentezza e dalla lavorabilità delle pelli. La lavorazione della pelliccia consiste in tutta una serie di procedimenti, solitamente svolti ancora con metodi artigianali, volti a rimuovere la pelliccia dell'animale e trattarla con processi chimici con lo scopo di impedirne la putrefazione. OM_2012_pellicciaia.doc Le dimensioni della pelle di un animale non sono solitamente sufficienti alla produzione di un'unica pelliccia. Inoltre il mantello di uno stesso animale può presentare diverse caratteristiche a seconda che si parli di pelliccia ventrale o dorsale. Ne consegue che per produrre un'unica pelliccia è necessario utilizzare il mantello di più di un esemplare. La Commissione ha scovato Rita Tarenzi pellicciaia in a Massalengo da circa 35 anni. Rita è una lodigiana doc, orgogliosa di essere una burghesana, che – ancora bimba – si trasferisce con la famiglia a San Martino. Non può proseguire negli studi, per difficoltà economiche della famiglia, essendo morto il padre ancora in giovane età. Rita non si scoraggia e – all’età di 13 anni – parte ogni giorno col pullman delle 6.15 per Milano, portando con sé una borsa di tela e la schiscetta, per il pranzo. Nella grande metropoli trova lavoro alla Pellicceria Crespi in Porta Romana: Presso questo laboratorio vi rimarrà per 15 anni, percorrendo tutti i gradini gerarchici: da semplice piccinina tuttofare ad esperta pellicciaia. Nessuno ha insegnato a Rita il lavoro, ma lei – con molta discrezione – è sempre riuscita a “rubare il mestiere” sotto l’occhio benevolo delle colleghe. Rita vanta una competenza e una professionalità maturata in tanti anni di lavoro e di successi, e ha saputo conquistare una parte importante del mercato della moda, grazie alla passione e alla sapiente creazione di nuove forme nel rispetto dei modelli e della tradizione. Era l’anno 1978 quando una giovane e dinamica signora decise di mettere a frutto il suo know-how nel campo della pellicceria applicata all’abbigliamento realizzando un progettoimpresa cui diede il nome Pellicceria Rita. La mission dell’azienda è quella di confezionare su misura pellicce e capi in pelle. Rita ha creato un team flessibile, giovane, dinamico, sempre disponibile ed orientato a soddisfare le più raffinate esigenze del cliente. Rita nella sua carriera ha trattato ogni sorta di pelliccia: dall’agnello al persiano, l’astrakan, o il castoro, ma anche cincillà, lapin, oppure l’ermellino, quello che proviene dalla Siberia, dalla Russia settentrionale, dalla Finlandia e dalla Scandinavia, e che è una pelliccia fra le più pregiate e di maggior valore economico. Nella sua carriera Rita ha avuto modo di lavorare pelli di lince e marmotta. Fra le sue mani è passata quella bellissima e pregiata pelliccia grigio argento, l’ocelot (oggi introvabile perché ne è proibita la libera lavorazione). Che dire poi del rat mosquè, e dell’opossum. Ma è il visone, com'è noto è una delle più belle, note e ricercate pellicce, che fa la parte del leone. Terminiamo questa carrellata, ricordato la volpe argentata e lo zibellino, considerata una delle più belle è preziose pellicce. Ecco quindi che presentiamo a voi Margherita Tarenzi, conosciuta come Rita, pellicciaia in Massalengo, certi della vostra approvazione. OM_2012_pellicciaia.doc