la dittatura fiscale: ma la chiamano contributo di solidarietà fondi

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la dittatura fiscale: ma la chiamano contributo di solidarietà fondi
SINDACATO NAZIONALE AUTONOMO
TELECOMUNICAZIONI E
RADIOTELEVISIONI
LA DITTATURA FISCALE: MA LA CHIAMANO CONTRIBUTO DI SOLIDARIETÀ
FONDI SPECIALI.
In relazione al "contributo di solidarietà" previsto, e facendo seguito a quanto già evidenziato nel Comunicato Aziendale, a seguito dell’entrata in vigore del D.L. 201/2011, a decorrere dall'1.1.2012, per il periodo dal 1° gennaio 2012 fino al 31 dicembre 2017 è stato istituito un contributo di solidarietà a carico dei lavoratori iscritti e dei pensionati dei fondi speciali confluiti nel FPLD (ex Fondo Autoferrotranvieri, ex Fondo Elettrici, ex Fondo Telefonici, ex INPDAI) e del Fondo Volo che hanno maturato periodi contributivi presso i fondi speciali. Nello specifico, sono interessati i lavoratori iscritti alle seguenti gestioni previdenziali: Ex Fondo trasporti; Ex
Fondo elettrici; Ex Fondo telefonici; Ex Inpdai; Fondo
volo.
La misura del prelievo fa riferimento a coloro che avevano un’anzianità contributiva superiore a 5
anni al 31 dicembre 1995 (versamenti almeno dal 1990) ed è stabilita nei seguenti termini:
1. Per i pensionati il contributo è pari allo 0,3% per periodi da 5 a 15 anni, allo 0,6% per
periodi da 15 a 25 anni e all'1% per periodi oltre i 25 anni;
2. Per i lavoratori il contributo è fisso all'0,5% per qualunque periodo di iscrizione.
3. Sono escluse dal contributo di solidarietà le pensioni di: a) Importo pari o inferiore a 5
volte il trattamento minimo INPS; b) Invalidità; c) Inabilità.
E’ importante sottolineare che tale provvedimento è parte integrante del Decreto “Salva Italia”,
nonché dalla nuova riforma delle pensioni, la c.d. “Riforma Fornero”.
In particolare, tale legge, nell’introdurre significative modifiche alla normativa previdenziale con
l’introduzione, a far data dall’1.1.2012, del sistema contributivo pro rata per tutti i lavoratori, ha
determinato un brusco e significativo innalzamento dell’età pensionabile.
In merito all’argomento i "lavoratori e pensionati iscritti ai suddetti Fondi speciali” , secondo il
Governo MONTI, sono, chiamati a dare il loro contributo di solidarietà al fine di ripianare i
disavanzi gestionali dei medesimi Fondi, in quanto le gestioni confluite nel FPLD (ex Fondi
speciali, INPDAI e Fondo Volo) presentano situazioni economiche e patrimoniali particolarmente
deficitarie, ed hanno beneficiato di regole di maggior favore rispetto a quelle adottate per il FPLD,
il tutto facendo continuo riferimento al termine equità, mentre il blocco dell’indicizzazione delle
risponde solo a esigenze finanziarie.
Purtroppo dobbiamo registrare che restano tutte le differenze esistenti nel calcolo della pensione
tra pubblici e privati, differenze che favoriscono le categorie dei dirigenti di impresa (solo nel 2010
pesava per 4 milioni di euro sugli altri fondi), dei professori universitari e dei magistrati, restano le
disposizioni più favorevoli per militari e polizia, resta lo scandalo del trattamento previdenziale dei
dipendenti degli organi costituzionali e della regione Sicilia, oltre a quello dei componenti
l’assemblea siciliana, resta lo scandalo di pensioni e vitalizi accumulati senza versamento di
contributi, dando per scontato che ci sia l’intervento sulle pensioni di deputati e senatori.
Invece si potrebbe: mettere un tetto massimo all’importo delle Pensioni erogate dallo STATO MAX
5.000,00 euro al mese per chiunque, Politici e non, poiché in Europa nessuno percepisce 15/20/
30.000,00 euro al mese come avviene in ITALIA (Top = Mauro Sentinelli € 90.246,55 mese);
inserire il divieto di cumolo (Pensione + Vitalizi), forse queste non creano disavanzi nelle casse
INPS. Basterebbe limitare il tetto alle Pensioni per risparmiare milioni di EURO da destinare alla
spesa pubblica, ai servizi, alle pensioni dei lavoratori e delle lavoratrici dipendenti….
A pagare continuano ad essere i soliti noti, si persevera sull’indebolimento del ceto medio
perseguendo una politica basata sull’aumento delle entrate che impone maggiori imposte, senza
intervenire efficacemente sugli sprechi, sulle inefficienze della burocrazia, ma soprattutto, non si
fanno le riforme che potrebbero davvero rilanciare la crescita del Paese e ridurre il pesante
fardello del debito pubblico.
17 settembre 2012
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