Ecco perché tagliare le pensioni è una scelta di sinistra
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Ecco perché tagliare le pensioni è una scelta di sinistra
Ecco perché tagliare le pensioni è una scelta di sinistra di Marco Di Gregorio Ogni volta che in Italia si tocca il tema delle pensioni si solleva un generale sdegno. Gli Italiani dovrebbero invece sdegnarsi per il fatto che il sistema delle pensioni è in Italia la principale causa del nostro sottosviluppo. Di più, è la principale causa dell'aumento delle disparità nel nostro paese. Per comprenderlo ci serviamo di un raffronto con il paese con cui la nostra economia manifatturiera deve e dovrà fare i conti, la Germania. In Italia ci sono 18 milioni di pensionati, in Germania 23,5. In Germania ci sono però 43 milioni di lavoratori in Italia 22,5. In Germania 18 persone (diciotto) percepiscono una pensione statale superiore ai 2800 euro (cioè meno di quanto prenda da solo il giudice costituzionale Amato che insieme ai suoi colleghi ha respinto il tentativo di limitare questa spesa) in Italia quelli che superano i 3000 sono quasi 800.000 Basterebbero queste cifre per rendersi conto più che dell'idiozia dell'irrilevanza di chi parla di diritti acquisiti. Non è che dobbiamo cambiare per il gusto di fare macelleria sociale, dobbiamo cambiare perché anziché nutrire le radici della nostra società preferiamo annaffiare le foglie più anziane. E infatti l'altra faccia della medaglia di questa situazione è necessariamente la spesa per istruzione. In Italia il rapporto tra pensioni e scuola è di 4,12 volte. In nessun altro paese Europeo (con l'eccezione della Grecia dove è di 3,54) questo rapporto supera il triplo; in Germania è del 2,63 fino ad essere quasi alla pari in Olanda, Irlanda, Estonia, etc. Dove può andare a finire un paese così? È semplice, i figli dei ricchi, che potranno ovviare alle carenze dell'educazione offerta grazie ai mezzi di famiglia ce la faranno anche se probabilmente andranno a lavorare all'estero. Oppure resteranno in Italia visto che i soldi accumulati dai genitori gli basteranno. Gli altri resteranno per forza in Italia dove contenderanno i lavori meno gratificanti agli immigrati. E questo perché i loro padri e nonni avranno preferito tenersi i denari che leggi sbagliate approvate da politici interessati gli hanno regalato. Regalato sottolineo, non guadagnato; il 90% delle pensioni versate in Italia non è tuttora basato su quanto versato ma su quanto percepito. Anche qui, la gente di sinistra mediti, il regalo è proporzionalmente più elevato a chi già ha guadagnato di più nel corso della vita. E invece a fare il conto del regalo è stato un economista di destra, Mario Baldassarri che ha calcolato che un baby pensionato riceve un "regalo" di 442.000 euro ogni 1000 euro di pensione. Il termine più giusto non è a questo punto regalo ma furto. Furto di futuro che se non risolto condannerà alla miseria le prossime generazioni. Se si intervenisse per riequilibrare questa situazione, incidendo in modo proporzionale sul terzo di pensioni superiori ai 1443 euro, ci sarebbero soldi sia per investire nell'educazione che per tagliare il cuneo fiscale permettendo ai giovani di ottenere uno stipendio più europeo. Esiste però una valida obiezione a questo ragionamento ed è che un pensionato che aveva fatto i propri conti su determinati introiti, vedendoli ridotti, non sarà più nelle condizioni per recuperarli lavorando. Se ne dovrà perciò tenere conto, incrociando i dati Isee del beneficiario del "regalo", come già avviene per le pensioni reversibili, in modo da ottenere una maggiore equità. Oltre che a rilanciare la nostra economia questo sarebbe il segnale che l'Europa attende per accettare una vera unione economica, con eurobond e garanzie bancarie, che giustamente i tedeschi non vogliono regalare a chi se la passa meglio di loro. Questa si che sarebbe una "bomba", presidente Renzi. Purtroppo però per arrivare a questa scelta inevitabile l'Italia dovrà ancora avvitarsi su se stessa attendendo la prossima crisi - che potrebbe arrivare tra 5 anni oppure anche domani.