Dal gambero infestante alla zanzara della malaria
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Dal gambero infestante alla zanzara della malaria
Dal gambero infestante alla zanzara della malaria: la lotta è biologica - Corriere.it Stampa 6/20/14 9:37 AM Stampa senza immagine Chiudi UN BATTERIO CHE INFETTA L’APPARATO RIPRODUTTORE DELLE ZANZARE ANOFELE Dal gambero infestante alla zanzara della malaria: la lotta è biologica L’anticoncezionale per i gamberi rossi della Louisiana che hanno colonizzato i fiumi italiani di CRISTINA SERRA Il gambero rosso della Louisiana SCIENZE (+2) Parola d’ordine: combattere gli alieni invasori. Non marziani dalla pelle verde, ma specie animali che, uscite dal loro habitat naturale, colonizzano le nostre regioni. Le Università di Trieste e Firenze insieme all’Ente tutela pesca del Friuli Venezia Giulia stanno studiando una pillola anticoncezionale che inibisca la riproduzione del gambero rosso della Louisiana nelle acque dolci italiane. Le Università di Trento e Perugia, con il Cnrs francese e la Harvard School of Public Health, stanno studiando un batterio che infetta l’apparato riproduttore delle zanzare anofele, vettori del plasmodio della malaria, che potrebbe essere usato per contenere la riproduzione degli insetti e dunque la malattia stessa. Si adatta ad ambienti nuovi e non ha molti predatori naturali. È di bocca buona e resiste a condizioni climatiche difficili, come siccità o temperature dell’acqua che possono addirittura gelare in inverno. È prolifico (fino a 600 uova per femmina) e i suoi piccoli, abbandonati a se stessi senza cure parentali, IL GAMBERO DELLA LOUISIANA http://www.corriere.it/scienze/14_giugno_17/dal-gambero-infestante…alaria-lotta-biologica-ce8b822e-f628-11e3-9bf3-84ef22f2d84d.shtml Page 1 of 3 Dal gambero infestante alla zanzara della malaria: la lotta è biologica - Corriere.it 6/20/14 9:37 AM raggiungono la maturità sessuale in soli 3-4 mesi, pronti per ricominciare il ciclo. Il gambero rosso della Louisiana (Procambarus clarkii) è una vera forza della natura: originario del centro-sud degli Stati Uniti e del nord-est del Messico, è stato esportato con leggerezza grazie alla facilità con cui si alleva, senza pensare alle possibili conseguenze. Peccato che oggi stia colonizzando habitat propri del gambero nostrano (Austropotamobius pallipes), mettendone in pericolo la sopravvivenza e innescando cambiamenti ancora da capire. I tentativi di arginare la diffusione del gambero rosso si sono sempre scontrati con il rischio di causare danni collaterali all’ambiente o alle specie native. Piero Giulianini, dell’Università di Trieste, in collaborazione con Tiziano Scovacricchi, del Cnr-Ismar di Venezia, e altri partner, nell’ambito del progetto europeo Life Rarity hanno studiato la biologia e le abitudini del gambero della Louisiana con l’obiettivo di modificarne i ritmi riproduttivi a vantaggio del ARGINARE LA DIFFUSIONE gambero nostrano. «Sono due le strategie che stiamo seguendo, anche con la collaborazione del collega Corrado Guarnaccia che lavora a Trieste all’Area Science Park e che ha sintetizzato le molecole di cui necessitiamo», spiega Giulianini. «Nella prima, abbiamo isolato un ormone specie-specifico chiamato Chh (ormone iperglicemizzante dei crostacei) che regola selettivamente il metabolismo del gambero rosso dopo somministrazione». Con tale ormone i ricercatori alterano il metabolismo glucidico del crostaceo (ne alzano la glicemia, come accade ai diabetici) e inducono cambi nel processo della muta che si ripercuotono poi sull’intero ciclo riproduttivo. La seconda strada, invece, sta portando alla produzione di una pillola anticoncezionale basata sull’impiego dell’ormone gonado-inibitorio LA PILLOLA PER GAMBERI ottenuto per sintesi chimica, che previene la maturazione sessuale dei crostacei invasori. La prima strategia è in fase più avanzata di sperimentazione: «Per prima cosa, abbiamo iniettato il Chh ad alte concentrazioni nelle specie nostrane, per verificare che non avesse effetti sui gamberi locali, e ora ci accingiamo a somministrarlo per via orale, nel mangime», chiarisce Giulianini. «Quanto alla pillola anticoncezionale, in un paio di settimane prevediamo di iniziare gli inoculi sperimentali, prima di provare a inserirla nel cibo». «È preoccupante che il gambero della Louisiana sia poco considerato da parte delle pubbliche amministrazioni, sia per i danni (centinaia di migliaia di euro l’anno) della sua azione di scavo ad argini di canali e corsi d’acqua, sia per quelli che causa alla specie nativa», dice http://www.corriere.it/scienze/14_giugno_17/dal-gambero-infestante…alaria-lotta-biologica-ce8b822e-f628-11e3-9bf3-84ef22f2d84d.shtml Page 2 of 3 Dal gambero infestante alla zanzara della malaria: la lotta è biologica - Corriere.it 6/20/14 9:37 AM Scovacricchi. «La stessa Unione internazionale per la conservazione della natura (Iucn) ha purtroppo promosso quest’ultima declassandola da specie vulnerabile a specie a rischio di estinzione. LA ZANZARA ANOFELE Da Trieste a Trento in un batter d’ali. Quelle della zanzara anofele che, oltre a ospitare il plasmodio che causa la malaria, può contenere diverse specie di batteri nei suoi organi e cellule. Uno di essi, appartenente al genere Wolbachia, è stato individuato per la prima volta nelle cellule dell’apparato riproduttore dell’anofele, dove pare riduca il livello di infezione del plasmodio. «I batteri intracellulari come Wolbachia infettano insetti diversi», spiega Nicola Segata, del Centro di biologia integrata dell’Università di Trento, tra gli autori della recente ricerca pubblicata da Nature Communications. Una volta insediatisi nell’organismo, creano complesse incompatibilità riproduttive che facilitano la diffusione di zanzare infette rispetto a quelle non infette. Un paradosso per il controllo della malaria? No, perché oltre a favorire la riproduzione degli insetti che lo ospitano, nei test di laboratorio il BATTERIO ANTIMALARIA batterio rende inospitale al plasmodio le cellule della zanzara. Potrebbe quindi diventare un’arma naturale di lotta biologica per il controllo della malattia. Dice Segata: «Le infezioni da Wolbachia interessano zanzare femmina e maschio, e inducono profondi scompensi riproduttivi come la femminilizzazione dei maschi o l’impossibilità di generare uova fertili». Prima d’ora in natura non erano mai state osservate infezioni di Wolbachia in anofele, per questo i ricercatori dubitavano di poter usare questo batterio per combattere la malattia. «Il nuovo ceppo di Wolbachia rinvenuto nelle zanzare campionate in Burkina Faso da Francesco Baldini, co-autore dello studio, sembra davvero una strategia promettente per controllare le popolazioni di anofele», spiega Flaminia Catteruccia, dell’Università di Perugia, coordinatrice del progetto. «Infettando le zanzare con Wolbachia speriamo di riuscire a controllarne la capacità di veicolare il plasmodio della malaria». 18 giugno 2014 | 10:19 © RIPRODUZIONE RISERVATA http://www.corriere.it/scienze/14_giugno_17/dal-gambero-infestante…alaria-lotta-biologica-ce8b822e-f628-11e3-9bf3-84ef22f2d84d.shtml Page 3 of 3