Attacco: la correzione degli errori più comuni

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Attacco: la correzione degli errori più comuni
Attacco: la correzione degli errori più comuni
Tecniche per la revisione dei difetti nei più frequenti movimenti d’attacco
La tecnica che più affascina, nel nostro gioco, è l’attacco.
Questo aspetto, però, porta il tecnico ed i giovani giocatori ad anticipare l’apprendimento e
la progressione evolutiva di questo gesto. Questo non avviene per negligenza o per
incapacità ma per la fretta di “giocare” e di “schiacciare forte”, soprattutto nel maschile,
dove il ragazzo arriva spesso a giocare a pallavolo già in età avanzata.
Ma capita anche che l’atleta adatti il proprio schema motorio ad una tecnica poco
ortodossa che gli viene insegnata, con conseguenti errori anche se poco appariscenti, ma
molto limitanti nell’evoluzione del gesto. Basti pensare a tutti i giovani, siano essi maschi o
femmine, che provengono da altre discipline: il problema dello “stacco” per chi proviene
dall’atletica o basket, “apertura della spalla” per i nuotatori, “colpo” per i ginnasti…
È necessario quindi intervenire con un insegnamento corretto, tanto che, a nostro parere,
in molti casi si dovrebbe prioritariamente pensare ad eseguire correttamente il gesto senza
preoccuparsi del raggiungimento o meno dell’obiettivo (punto o precisione).
STACCO E COLPO: GLI ERRORI
Gli errori più comuni che vengono commessi nell’attacco, si possono identificare nelle due
fasi centrali della tecnica: stacco e colpo.
Per lo stacco l’esperienza c’insegna che sono tre gli errori più frequenti: stacco a piedi
invertiti, con piedi troppo distanti tra loro e tempo di stacco errato.
Per il colpo, l’elenco degli errori è più lungo. Si notano spesso colpi con il gomito troppo
avanti, oppure con l’arto totalmente esteso già nella fase di caricamento, uno scarso
caricamento della spalla, un colpo con la mano troppo chiusa o una generale difficoltà di
colpo dovuta ad una specializzazione troppo precoce.
PROGRESSIONI ED ESERCIZI PER LO STACCO
Sul problema dello stacco invertito si deve intervenire “smontando” completamente la
rincorsa. In questo caso è fondamentale reinserire da zero tutto il lavoro propedeutico della
rincorsa, a volte senza tener conto dell’età cronologica dell’atleta (è opportuno concentrare
questo tipo di lavoro soprattutto nei mesi estivi). Bisogna anche essere consapevoli che la
tecnica subirà delle modifiche e, in certe fasi, non ci sarà un miglioramento.
Anzi, potrebbe verificarsi un peggioramento della tecnica d’attacco.
Nei casi dove l’atleta sia effettivamente molto “giovane” pallavolisticamente è opportuno
intervenire con decisione.
Viceversa, potrebbe valere la pena lasciare questa problematica insoluta, per non causare
all’atleta già mediamente evoluto problemi come scarsa reattività al salto, difficoltà nel
tempo di stacco o nel colpire il pallone con modi e tempi corretti. Sarà il tecnico che dovrà
capire se questi problemi potranno rappresentare situazioni transitorie legate solo al
“nuovo” apprendimento, oppure a fattori limitativi dovuti all’incapacità dell’atleta di
assimilare schemi motori diversi.
Per un giocatore destrorso si consiglia di iniziare con un’esercitazione di rincorsa facendo
partire l’atleta con il piede destro avanti: da qui eseguire un passo con il sinistro, slancio in
avanti del destro, riunione del piede sinistro ed esecuzione dello stacco corretto.
È consigliabile eseguire questo esercizio prima senza nessun riferimento per lo stacco,
quindi con un segnale a terra, poi in funzione della rete e, successivamente, in relazione al
lancio della palla per giungere finalmente alla rincorsa su un’alzata vera e propria.
A nostro avviso, saltare una di queste fasi, prima che sia ben assimilata, invalida
totalmente il processo di recupero tecnico.
Quando lo stacco è eseguito con i piedi troppo distanti l’uno dall’altro (per capirci, gli atleti
che staccano in lungo, N.d.A.), si consiglia di adottare segnali o piccoli attrezzi (cerchi)
che delimitano il punto di stacco.
A questo proposito possiamo adottare un’esercitazione utile anche per il problema
precedente: per un destrorso, piede sinistro sopra una panchetta bassa, slanciare il piede
destro oltrepassando la panca ed insieme farli giungere nel punto esatto dello stacco
(cerchio o segnale) ed esecuzione del salto.
Nel caso di atleti che non riescono a trovare un giusto tempo di stacco, può essere molto
utile far eseguire anche attacchi con la palla che arriva frontalmente, modificando, in
progressione, il tempo d’alzata.
Altro utilissimo esercizio a tale scopo è l’auto-alzata. Molta attenzione deve essere rivolta
all’arto che colpisce: va assolutamente evitato il colpo dal basso verso l’alto!
PROGRESSIONI ED ESERCIZI PER IL COLPO
Quando andiamo ad affrontare le prime problematiche del colpo dobbiamo farlo in due
direzioni: con i piedi a terra e in fase di volo. Le esercitazioni con i piedi a terra sono
utilissime perché aiutano a porre l’attenzione solo sull’azione dell’arto che colpisce, senza
avere ulteriori “distrazioni” date dalla fase di volo (anche se, in realtà, stiamo parlando di
una progressione che dovrà essere completata con la “traduzione” del gesto completo).
Quando ci troviamo ad avere dei problemi sulla corretta estensione dell’arto che colpisce
possiamo usare questo esempio di progressione didattica:
• schiacciare una palla autoalzata, con i piedi a terra, al di sopra della rete verso il campo
avversario;
• schiacciare, con i piedi a terra, un’alzata abbastanza vicina alla rete, ponendo l’altezza
della stessa in linea con la massima estensione del braccio;
• gioco 1 vs. 1, 2 vs. 2 o 3 vs. 3, con la rete nel mezzo, utilizzando un palleggio di controllo
e un attacco, sempre con i piedi a terra;
• vero e proprio attacco, ponendo la rete alla massima altezza raggiungibile con il salto.
Trovandosi di fronte il problema opposto, cioè un attacco con il braccio totalmente esteso
(senza apertura di spalla), useremo esercitazioni contro il muro: un atleta colpisce verso il
muro facendo rimbalzare il pallone verso terra (tutte le evoluzioni del vecchio, ma sempre
utile, “batti e ribatti”). Altro esercizio molto utile a questo proposito è l’attacco e difesa a
coppie, con l’attaccante che salta quando esegue la schiacciata.
Quando ci troviamo di fronte a colpi con la mano troppo chiusa, potremmo usare palle più
piccole o, addirittura, eseguire schiacciate immediatamente successive al lancio di una
pallina da tennis con la stessa mano che colpisce.
L’uso delle palline da tennis è utile anche quando c’è la necessità di velocizzare il
movimento d’attacco: in questo caso a lanciare la pallina sarà l’altra mano, prima che
avvenga il colpo.
In relazione alla precoce specializzazione, non possiamo consigliare esercitazioni
correttive ma evidenziare che una tecnica di base corretta può essere sempre “aggiornata”
dall’adattamento individuale del giocatore, in base alla sua crescita fisica, tecnica e di
livello di gioco affrontato.
Molto ci sarebbe da aggiungere ma, in conclusione, desideriamo ribadire quanto sia
importante, nelle fasi di correzione, usare sempre la metodologia della “progressione
didattica”, vale a dire affrontare lo scalino successivo solo quando è stato superato, risolto
e corretto, quello precedente.
di Gianluca Bastiani