il salto triplo

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AtleticaSchio
IL SALTO TRIPLO
Inviato da Angelo D’aprile e Claudio Mazzaufo
martedì 19 settembre 2006
LA TECNICA
Nell'ambito dei salti il salto triplo è tra le specialità più artefatte. Infatti, tra lo stacco e l'atterraggio l'atleta compie tre balzi
che hanno caratteristiche tecniche diverse dal punto di vista esecutivo (Fig. 1).
La rincorsa ha lo scopo di aumentare la velocità orizzontale in modo da poter compiere in maniera efficace tre balzi che,
nella terminologia classica, vengono chiamati: HOP (primo balzo), STEP (secondo balzo), JUMP (terzo balzo).La
lunghezza della rincorsa dipende direttamente dalla capacità di velocità degli atleti e dalla loro età. Atleti evoluti, capaci di
produrre velocità superiori ai 10 m/s necessitano di rincorse che si sviluppano tra i 18 ed i 22 passi; mentre atleti
principianti usano rincorse che non superano i 14 passi. La tecnica di corsa deve svilupparsi in forma corretta ed è
necessario porre una particolare attenzione ad i seguenti aspetti: - appoggio attivo del piede a terra; - ginocchia ed anche
alte; - giusta decontrazione e buona coordinazione; - acquisizione della velocità in forma progressiva.Nel primo balzo
l'atleta, dopo aver abbandonato il terreno, atterra sullo stesso arto di stacco.Nel secondo l'azione degli arti inferiori è
alternata.Il terzo balzo non è altro che un salto in lungo.Gli arti superiori accompagnano l'azione di quelli inferiori in forma
sincrona o alternata; si precisa però che il primo stacco avviene sempre a braccia alternate.In questi ultimi tempi gli atleti
più rappresentativi a livello mondiale optano per un'azione alternata degli arti superiori e questa scelta è determinata da
almeno due fattori: 1°) un legame più fluido tra l'azione tecnica di corsa sviluppata durante la rincorsa e l'azione dello
stacco, che determina una minore "preparazione" di quest'ultimo e, di conseguenza, una maggiore conservazione di
velocità orizzontale. 2°) Una migliore utilizzazione nell'economia dei balzi nell'azione di assecondamento ("passo pelvico")
che le anche dovrebbero attuare.E’ necessario comunque, come per qualsiasi tipo di insegnamento, che pur nel
tentativo di impostare un giovane triplista nella maniera più corretta possibile non si esageri nell'imporre movimenti non
"sentiti" dall'atleta, ma si tenti di coniugare saggiamente la tecnica ideale con le capacità dei vari soggetti.Il successo del
salto è determinato dalla somma della lunghezza dei tre balzi, che dipende fondamentalmente da tre fattori:1° - velocità di
rincorsa;2° - minima perdita di velocità nelle/osi di appoggio dei tre balzi;3° - capacità degli arti inferiori di effettuare tutti gli
stacchi in maniera efficace;4° - corretta distribuzione ritmica dei tre balzi.- La rincorsa deve essere svolta, come si è già
avuto modo di dire, a velocità progressivamente crescente, sviluppando una tecnica di corsa circolare a ginocchia e ad
anche alte.- L'azione dell'arto di stacco per tutto il tempo che rimane a terra durante i balzi deveessere "attiva", cioè,
durante il percorso finale, nella fase di impostazione dello stacco,l'atleta deve creare una evidente accelerazione verso il
basso con un'azione "griffata".Contemporaneamente l'altro arto in coordinazione con il movimento delle braccia
partecipa nello stacco all'accelerazione del Centro di Gravita, compiendo un percorso più ampio possibile per avanti-alto
e facilitando così un'estensione completa nella fase di spinta.Nelle fasi di stacco è importante che tutto il corpo dell'atleta
partecipi in maniera attiva a tale azione e non si focalizzi l'attenzione, come spesso accade, solo sull'arto di stacco.- Le
sollecitazioni durante i vari balzi sono elevate e, pertanto, per sostenerle occorrono buone doti di forza.- Una giusta
distribuzione dei balzi permette il mantenimento di un buon dinamismo per tutto il salto.Da osservazioni condotte su atleti
evoluti si è potuto constatare che percentualmente la distribuzione dei tre balzi danno valori che oscillano tra il:
1° balz
33-37%
2° balzo 28-33% 3° balzo 32-37%
Osservando la distribuzione si può rilevare la tendenza ad effettuare il primo e l'ultimo balzo quasi della stessa lunghezza.
A livello giovanile, invece, l'obiettivo fondamentale dovrà essere quello di mantenere i tre balzi di ampiezza pressoché
uguale.La buona riuscita di ciascun elemento tecnico dipende ovviamente dalla corretta interpretazione di quello che lo
precede.Durante l'esecuzione di un salto si devono affrontare alcuni momenti critici che potrebbero comprometterne la
riuscita:A) Entrata-stacco-primo balzo (Fig. 2)
- Il piede di stacco dell'atleta al termine della rincorsa, procede con un percorso dall'alto verso il basso-dietro, come nella
corsa. Questa azione determina una minor perdita della velocità orizzontale.- Le braccia proseguono la loro azione
alternata che avevano durante la corsa.L'allenatore deve porre attenzione affinché l'atleta prenda contatto con la
tavoletta di tutta pianta (Fig. 3) effettuando la spinta in maniera completa.Terminata l'estensione dell'arto di stacco,
durante la fase di volo, il busto dell'atleta viene mantenuto in posizione eretta.Le braccia continuano la loro azione
alternata.Durante la prima fase del volo l'atleta mantiene una posizione di divaricata, mentre nella seconda parte avviene
il cambio degli arti inferiori. Il contatto con il terreno avviene con l'arto che esegue un'azione attiva dall'alto verso il basso
con appoggio del piede di tutta pianta.Mantenere una parabola di volo radente durante questa fase contribuisce a non
sovraccaricare ulteriormente l'arto di stacco e a non avere una eccessiva perdita di velocitàB) Secondo balzo
Durante l'esecuzione di questa fase avviene il cambio della gamba di appoggio (fìg 4).- L'arto libero viene portato, flesso
al ginocchio, avanti-alto, in maniera che la coscia risulti almeno parallela al terreno.- Il busto mantiene la sua
perpendicolarità rispetto al terreno mentre le braccia, con azione alternata o sincrona, favoriscono l'avanzamento della
massa del corpo ed il mantenimento dell'equilibrio.- L'arto libero, a questo punto, si apre al ginocchio, prende contatto
con il suolo con azione attiva dall'alto verso il basso e con appoggio del piede di tutta pianta.Possiamo dire che tra il
primo ed il secondo balzo pur variando il piede di appoggio le modalità con le quali prende contatto con il suolo sono
simili.C) Terzo balzo-chiusura (fìg. 5)Il terzo balzo non presenta momenti critici particolari, esso ripete le azioni di un salto
in lungo e la sua lunghezza dipende esclusivamente dalla capacità dell'atleta di mantenere più bassa possibile la perdita
di velocità nei balzi precedenti. La conservazione di una buona condizione di equilibrio consente di effettuare in maniera
corretta l'atterraggio.L'atterraggio, nei salti in estensione, è una componente importante per l'ottenimento della
prestazione ottimale.Per quel che riguarda la sua tecnica si fa riferimento al salto in lungo.
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