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IL CORRIERE VINICOLO N. 13/14
N E W S
4 Aprile 2011
I T A L I A
Vinitaly Pad. 11 Stand G2
N E W S
Vinitaly Pad. 8 Stand C15, Toscana
FEUDO ANTICO: ROSATO IGP TERRE DI CHIETI
Oltre a di Passerina, Pecorino, Bianco e Bianco Superiore e Rosso,
l’azienda presenta il Rosato Igp Terre di Chieti, un vino prodotto
utilizzando in parte anche la fermentazione in botte d’acacia.
Le uve provengono tutte da vecchi vitigni di Montepulciano
coltivati su terreni a giacitura collinare nel comune di Tollo,
cittadina nota già in epoca romana per la qualità dei vini.
I VINI DI BOLGHERI E LE BIRRE DI MONTESCUDAIO
Campo alla Sughera è presente con le sue eccellenze e propone
due momenti clou. L’8 aprile, per degustare le tre annate 20062007-2008 del nuovo Cru premiato dai Vini d’Italia “Campo alla
Sughera Igt Toscana Rosso”. L’altro domenica 10: un aperitivo
alternativo con le birre artigianali di Bat, prive di conservanti
e non pastorizzate.
DOPO LA SENTENZA
SULL’IMBOTTIGLIAMENTO
IN ZONA
Ci si è fatti del male da soli,
questo ormai è risaputo.
Ma adesso si ha l’occasione
per ripartire. A condizione
di avere una progettualità
di lungo respiro e che
coinvolga tutti, anche quelli
a cui si è fatta la guerra.
Che a certe condizioni
potrebbero anche ritornare
di ANDREA GABBRIELLI
“L
FRASCATI
Il tempo
delle scelte
definitive
a crisi è profonda e il
momento è assai difficile: l’interesse ad imbottigliare Frascati è
sempre minore tanto da
arrivare al minimo storico sia della produzione
che del prezzo, con quotazioni che lo equiparano
al Castelli Romani, mentre in passato il valore è
sempre stato il doppio. Le questioni legate all’obbligatorietà dell’imbottigliamento in zona e una
qualità che a parte alcune eccezioni – tra i Frascati c’è anche un tre bicchieri - non ha mai particolarmente brillato, rallentano le richieste”.
Nelle parole di Enrico Brecci, operatore di
Med.&A., l’associazione dei mediatori e agenti
associata a UIV, lo stato di salute della denominazione più prestigiosa dell’Agro romano, investita
da una crisi senza precedenti, misurabile dai
numeri del vigneto (nel 1996 la superficie iscritta all’Albo era di oltre 2.600 ettari, oggi siamo a
1.600) e dall’andamento dei prezzi delle uve e dei
vini, in caduta libera.
Facile intuire che dietro questa situazione si siano stratificate una serie di decisioni che – nate
con l’intento di difendere e tutelare il prodotto
– si sono dimostrate un’arma a doppio taglio. Su
tutte l’imbottigliamento in zona, giunto a un esito definitivo a fine 2010, come abbiamo raccontato su queste pagine, dopo una querelle giudiziaria
durata anni e che ha avuto l’unico effetto di allontanare gli imbottigliatori extra territorio. “Nel
1995 vendevamo 500.000 litri di Frascati, nel 2010
siamo scesi a 85.000 – racconta Daniele Simoni
di Schenk Italia, azienda che tradizionalmente
imbottiglia Frascati -. D’altra parte aver condotto
per anni una battaglia sulla questione dell’im-
• Consumo elettrico specifico
di 0.03 kW per 100 lt di vino filtrato
raggiunto grazie al miglioramento della
fluidodinamica del filtro
VELO FLOW TMC-A
La nuova gamma di filtri tangenziali
a basso consumo energetico
A rendere speciale un filtro Velo è la passione con cui è progettato.
Solo così nasce un prodotto unico. L’esclusiva membrana in polieteresulfone
rispetta anche i vini più delicati, assicurando sempre una filtrazione impeccabile.
L’elettronica sofisticata ottimizza i consumi e permette di aggiornare i programmi
ogni volta che le vostre esigenze cambiano.
I T A L I A
Vinitaly Palaexpo Sala Argento
SEMINARIO MASI, NELLA GENETICA IL SEGRETO DELL’AMARONE
Il gruppo tecnico Masi in collaborazione con l’Università di Verona e l’Isvv
(Istitut des sciences de la vigne et du vin, Bordeaux Aquitaine) hanno organizzato
il seminario “Nella genetica il segreto dell’Amarone”, studio comparato di
varietà sottoposte ad appassimento con analisi trascrittomica e metabolomica;
degustazione tecnica, sabato 9 aprile alle ore 15.00 in fiera presso il Palaexpo,
sala Argento, piano sotterraneo, ingresso A2.
bottigliamento è stato miope dal punto di vista
strategico, perché ha distolto sia dalla valorizzazione del Frascati sia dal lavoro per incrementarne la qualità. Si tratterebbe di renderlo non solo
più appetibile ma anche più longevo. Insomma,
rivedere il disciplinare in profondità anche con
l’inserimento di vitigni più moderni, sarebbe
come investire sul futuro”.
Un parere condiviso da Michele Radaelli, amministratore delegato della Casa Vinicola Caldirola,
il quale ricorda che “il Frascati, specialmente negli anni Novanta, è stato un player molto importante per le nostre esportazioni, in particolare in
Germania e Russia. Noi stessi lo abbiamo spinto
molto, anche perché apriva le porte ad altri prodotti: da protagonista però si è trasformato in un
completamento di gamma e niente più”.
La perdita del mercato locale
Il paradosso è che mentre agli imbottigliatori veniva negato il prodotto, limitando di fatto
le potenzialità oltreconfine del Frascati,
le aziende locali hanno nel tempo perso
anche l’aggancio con il mercato locale,
quello della capitale in primis (solo l’11%
delle vendite). Quando negli anni Settanta
e Ottanta Roma si è aperta al vino di qualità si è creato un grande spazio per tutti,
dai bianchi friulani ai rossi piemontesi,
dagli altoatesini ai toscani e agli abruzzesi e poi ai campani e ai siciliani. Gli unici
a rimanere spettatori, per lunghissimo
tempo, sono stati proprio i vini laziali e
in particolare il Frascati, in forte ritardo
di elaborazione rispetto alle rinnovate
esigenze di qualità dei consumatori.
“L’attuale situazione è il susseguirsi di
un cumulo di errori e non è imputabile a una singola scelta sbagliata ma
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13
Verona, 8 aprile
GALA GRANDI CRU D’ITALIA
In occasione del 45° Vinitaly, il
Comitato Grandi Cru d’Italia ha
organizzato, presso il Cortile Mercato
Vecchio, una cena di gala in onore della
stampa nazionale e internazionale e degli
operatori mondiali del vino.
l’abbandono. Parlare poi di ricambio generazionale in una situazione come questa è assurdo”.
La battaglia sulla questione imbottigliamento
ha distolto sia dalla valorizzazione del Frascati sia
dal lavoro per incrementarne la qualità
di tante, soprattutto nel passato – dice Mauro Merz, direttore di Fontana Candida, noto
marchio Giv e azienda leader del Frascati -.
Con le deroghe all’imbottigliamento in zona
le condizioni sono le stesse di prima e anche
la Docg per ora continua a essere un’ipotesi
di lavoro, i vigneti non sono mai stati rinnovati così come la base ampelografica non è
mai stata modificata”.
Il tutto ha contribuito a innescare un
sistema perverso che con la recente
crisi economica ha portato al pettine
tutti i nodi strutturali della viticoltura castellana: l’invecchiamento
degli addetti, il mancato turnover
e la frammentazione della pro-
prietà, unite ai prezzi
in picchiata, sono stati una miscela esplosiva che ha favorito e
continua a favorire gli
abbandoni.
“Il patrimonio viticolo si
sta sempre più impoverendo e c’è un’incessante erosione
della superficie vitata – denuncia Piero Costantini, enotecario romano e produttore di vino con
l’azienda Villa Simone di Monteporzio Catone
- d’altra parte stante le condizioni offerte dai
commercianti e soprattutto dalle cantine sociali – ti accetto le uve ma non so quando e quanto
ti pagherò – per i vignaioli l’unica prospettiva è
UNA GAMMA
COMPLETA
AL VOSTRO
SERVIZIO.
In cerca di rilancio (e di tregua)
Da parte sua Mauro De Angelis, presidente del
Consorzio di tutela, offre uno scenario di cauto ottimismo: “Nella vendemmia 2010 abbiamo
prodotto 97.500 hl e nello stesso anno ne abbiamo
commercializzati 110.000.Trovo ci sia un inizio di
inversione di tendenza. Questo, unito alla possibilità di avviare alla distillazione 7-8.000 ettolitri,
tenderà a migliorare la situazione e anche
i prezzi dovrebbero cominciare a salire”.
Ma al di là degli interventi tampone
(come l’ipotesi d’intesa con Coop Tirreno per la distribuzione “privilegiata” nei supermercati regionali), bisognerebbe incominciare a dare segnali
di fiducia all’interno della filiera e di
distensione all’esterno, accogliendo
il contributo di tutti, anche di quelli a cui fino a ieri si è fatta una guerra
senza senso. A queste condizioni, forse, gli
imbottigliatori storici potrebbero ritornare: “L’incertezza non paga, per puntare su
un prodotto bisogna essere sicuri - osserva ancora Michele Radaelli - basti pensare alle possibilità offerte da vini come
il Montepulciano, il Nero d’Avola e il Prosecco che godono di un’accoglienza diversa
e con cui si può programmare il futuro”.
“Ci sarebbe bisogno di una tregua per risollevare
tutti insieme il Frascati e riconquistare i mercati
sia nazionali che esteri come Brasile, Usa, Inghilterra – propone, infine, Daniele Simoni -. Dopo
tutto la nostra specializzazione non è la produzione ma la commercializzazione dei prodotti.
Credo che su questo aspetto avremmo molte cose
da dire”.
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