regalami la peste di peluche

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regalami la peste di peluche
REGALAMI LA PESTE DI PELUCHE
“Benvenuti su GIANTmicrobes! Realizziamo animali di peluche
che riproducono fedelmente i microbi, circa un milione di volte
più grandi della loro dimensione reale! Sono ora disponibili:
Raffreddore, Influenza, Mal di gola, Mal di stomaco, Tosse, Mal
d'orecchi, Alitosi, Malattia del bacio, Piede d'atleta, Ulcera, Vita
marziana, Pane e birra, Peste nera, Ebola, Batterio mangia-carne,
Malattia del sonno, Cimice, Acaro, e Tarlo (e nella nostra linea
Professionale: H.I.V. ed Epatite). Ogni peluche tra i 13 e i 18 cm
viene fornito con un'immagine del microbo che rappresenta, corredata dalle rispettive informazioni. Non solo
sono ottimi strumenti di apprendimento per genitori ed educatori, ma anche regali divertenti per chi ha senso
dell'umorismo!”
L'avviso sul sito dell'azienda che ha sede in Connecticut, giantmicrobes.com, fa appello sia alla didattica che al
divertimento - ammesso che le due cose vadano separate – e non è detto che sia solo una scusa per fare soldi
scherzando su microrganismi che spesso causano grandi problemi: per esempio che cos'è Vita marziana? Di che
razza di malattia si tratta? Si tratta di presunti fossili di nanobatteri, trovati su un meteorite ad Allan Hills
(Antartide), trenta anni fa esatti, nel 1984. Simili a quelli terrestri, anche se di dimensioni più ridotte, i nanobatteri
per qualche tempo hanno fatto ipotizzare che nello spazio, o meglio su Marte, si possa essere sviluppata la vita.
Finché gli scienziati hanno concluso che era tutto un grande abbaglio e non a dei fossili siamo di fronte ma a delle
formazioni minerali senza vita. Materia inerte. Siamo soli nell'universo, va bene, ma che cosa ce ne facevamo della
compagnia di un nanobatterio? Il pupazzetto in questione è un vermicello.. rosso, ça va sans dire.
I microbi giganti, un bell'ossimoro, prodotti negli Stati Uniti hanno un aspetto umanizzato, fumettistico anche se
riproducono, al netto dell'estetica empatica, in modo piuttosto fedele le caratteristiche di base del microrganismo
compresi dettagli di superficie come flagelli e ciglia. Per esempio il Treponoma pallidum, meraviglioso nome della
sifilide, malattia artistica come nessun'altra, ha la stessa forma serpentina del virus ma è rosa... Ma a chi diavolo
può venire in mente di regalare un peluche che rappresenta la sifilide? Per non parlare della peste, del colera, del
dengue, del tifo, di Ebola... La clientela è rappresentata da persone che di solito comprano il muppet patogeno su
Internet, per esempio su Amazon, per fare un regalo. Magari studenti che vogliono fare un regalo al professore,
non necessariamente di medicina o di biologia o di farmacia...
Naturalmente, a fini goliardici, le malattie veneree vanno fortissimo e oltre alla sifilide ci sono la gonorrea e il
pidocchio del pube, che poi sarebbe la piattola, detta anche “crab louse” in inglese perché assomiglia a un
granchietto. L'avvertenza sulla pagina del sito che riguarda questo prodotto è: “Informati prima di essere
morsicato”. Tutto a fin di bene dunque. La didattica prima di tutto! Certo: un conto è regalare una piattola peluche
e un altro regalare quelle vere. Del resto si chiama “regalino” questo tipo di lascito postcoitum e si è sempre detto
“le (o gli) ha lasciato un regalino”. A volte – pensiamo alla sifilide - il regalino era consapevole: chi la attaccava
sapeva di averla ma stava zitto. Va citato a questo proposito D'Annunzio. L'Immaginifico oltre che dalla “coazione
al sublime” era affetto, per così dire, da una satiriasi che si protrarrà fino alla morte. Tra gli oggetti che sono usciti
dai suoi armadi al Vittoriale e ora sono esposti c'è una sorta di lunga camicia da notte che ne copriva il corpo –
nascondendone la decrepitezza acuita dalla cocaina – ma aveva un buco per la bisogna. Come racconta Giordano
Bruno Guerri, presidente del Vittoriale e storico, nel suo libro La mia vita carnale (Mondadori), D'Annunzio si era
preso la sifilide, aveva preso il “regalino”, e per questo aveva una cicatrice colà dove non batte il sole. Se l'amante
di turno la vedeva, le raccontava che era stato un cane a morderlo lì. Poi ti stupisci che su di lui girassero leggende
come quella dell'autofellatio... Peraltro i cani erano dei levrieri, razza molto mansueta, poco aggressiva e
tantomeno incline a mordere membra o membri che siano, e un cimitero canino è stato loro dedicato dal Vate al
Vittoriale.
Tra le malattie veneree come novità spicca il fantasmino bianco della Candida, una specie di cactus albino... E c'è
anche l'Hiv (ben più temuto), il virus dell'Aids, che ha un aspetto terribile, come il muso del cane nero dell'Agip
schiacciato da una martellata. Una foto correda l'oggetto nella confezione. I prodotti sono divisi per categorie:
oltre alle malattie veneree ci sono quelle tropicali (come il morbo di Chagas che si contrae dalle feci delle cimici,
grattandosi e favorendone la penetrazione nel sangue), malattie che si contraggono all'aperto (come quella
di Lyme, sempre veicolata da insetti), malattie degli animali domestici, come la rabbia e la rogna... Alt! Ma che
faccia gli avranno fatto alla rogna questi pazzi del Connecticut? Il mange, rogna in inglese, pare una specie di astice
ma con lo sguardo indiavolato... Nella sua categoria molto più carino l'Heartworm, che sembra un ermellino e gli
hanno fatto pure un collarino col cuoricino attaccato. Ma non facciamoci ingannare dalle apparenze soprattutto
quando si parla di parassiti... Nel caso specifico è la larva che entra nel cuore degli animali e vi sconsiglio di cercare
una foto su Internet perché vi appariranno tremende immagini di cuori di cane infestati da filaria. Cuore di cane
appunto: un Bulgakov versione horror. Pallino non col cuore umano ma pieno di fili bianchi.
Ci sono poi peluche legati a patologie più innocue e meno schifose, come influenza e mal di stomaco: da regalare
– perché no? - a qualche persona cara che è indisposta quando la si va a trovare... C'è pure la diarrea. Si può fare
un regalo simile anche con chi ha qualcosa di appena più grave e si trova in ospedale, anche perché non si sa mai
cosa portare e le solite scatole di cioccolatini si accumulano sui comodini nosocomiali.
Una menzione speciale va alla peste (Black Death), il cui batterio nella realtà assomiglia a un salsicciotto, ovvero
nelle foto al microscopio, e nella finzione di Giantmicrobes è una sorta di black bean, di fagiolo scuro che c'è anche
nella versione “Mortimer” e impugna una falce a mo' di mietitore del Medioevo. Perché appunto con Black
Death si designa non solo la peste in genere ma anche una specifica epidemia che in Europa nel XIV secolo ha
decimato la popolazione, o meglio ucciso un terzo della stessa. Come altre piaghe debellate quasi del tutto (casi
sporadici si verificano ancora in aree arretrate, Libia ultimamente), esistono batteri conservati in laboratorio e qui
si entra nella leggenda delle armi chimiche batteriologiche. I sovietici le studiavano in segreto mentre c'è stata
pure la versione “artigianale”, narrata da Maupassant nei Racconti della guerra Franco-Prussiana. Quando cioè le
donne infette da sifilide o altri morbi si concedevano a plotoni di tedeschi per rendere infermi il maggior numero
di soldati. Maupassant, cui qualche amante aveva lasciato il “regalino”, di sifilide è morto perdendo il senno.
Non si finirebbe più di spulciare – verbo quanto mai adatto – nel sito dell'azienda americana e di pensare a possibili
rimandi di diversa valenza... Peccato non ci sia lo Pseudomonas, ma solo il Trichomonas vaginalis, batterio il cui
nome in italiano e ancora più in Veneto avrebbe avuto successo nella versione peluche. Può essere utile capire
quali sono i microrganismi più gettonati... C'è la sezione bestseller con in testa la mononucleosi, detta più
poeticamente in inglese Kissing Disease, che ha l'aspetto di una palla violacea, ma anche il raffreddore, che le
somiglia ma è azzurro avendo a che fare col freddo. Va molto – a sorpresa – anche l'Escherichia coli, forse per la
forma: sembra una medusa marrone... Ed è appunto segno di contaminazione fecale quando la si ritrova nei cibi,
trattandosi di batterio intestinale. E poi la cimice da letto, terribile parassita che si chiama da letto perché di notte
si precipita a tormentarci quando stiamo dormendo ma si annida per il resto del tempo in anfratti irraggiungibili
ed è dunque difficile da debellare. Si trova negli appartamenti poco puliti, di solito... Vanno molto anche la tarma
da libro, la camola da carta... Anobium punctatum il nome scientifico da cui il celebre sito di divoratori di libri:
Anobii. Oltre al Kissing Disease nella sezione San Valentino c'è lo spermatozoo che ricorda il film di Woody Allen
del '72, Tutto quello che avreste voluto sapere sul sesso, dove l'attore impersonava il seme. Ma niente somiglianza
nel pupazzo sennò scattavano richieste di royalties.
A qualcuno faranno storcere la bocca le new entries, come i peluche che raffigurano cellule cancerose maligne,
ma lo scopo è di infondere coraggio, nella sezione si dice che il tumore può essere curato, grazie ai medicinali, e il
muppet da grumo grigio si può rivoltare e diventa bianco, cioè guarisce. Finding the can in cancer è il titolo di un
recente bestseller autobiografico di selfpublishing americano... E gli anglosassoni, si sa, hanno comunque il
coraggio di scherzare con la morte, hanno lo humour nero, vedi Halloween. Più fantasiosa la sezione virus
informatici, dove si distingue per bellezza il muppet del virus Trojan, che sembra un moicano sul piede di guerra
sia pure con una livrea più tecnologica nei colori e nei motivi. Le dimensioni dei giantmicrobes variano dai dieci ai
venti centimetri circa e il prezzo è in funzione della grandezza: dai dieci euro circa in su. Per stare in temi di attualità
c'è anche un batterio di fantasia: la Footbal Fever, malattia che non esiste ma è solo mentale, il tifo ma nel senso
calcistico. Ah dimenticavo: ma cos'è Pane e Birra di cui parla l'annuncio da cui siamo partiti? Non una malattia.
Nient'altro che il lievito usato nell'alimentazione, Saccharomyces cerevisiae, il nome scientifico. C'è pure la cellula
di grasso, che è consequenziale.
Fonte: Treccani - Antonio Armano
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