La corretta gestione del cane atleta

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La corretta gestione del cane atleta
A tu per tu con il veterinario
La corretta
gestione
del cane atleta
I
n questo articolo ci dedicheremo a un argomento di sicuro interesse per tutti coloro che possiedono un cane atleta. Sette sono i fattori base da tenere sotto controllo in un cane che effettua attività
fisica intensa. Prima di tutto la disidratazione: quando l’animale è
disidratato diminuisce la quantità di sangue che arriva ai muscoli; così
facendo diminuisce anche l’apporto di ossigeno e nutrimento, nonché
la capacità di smaltimento dei cataboliti (acido lattico e anidride carbonica). In secondo luogo il surriscaldamento corporeo: il rischio di
ipertermia è sempre elevato perchè come sappiamo i cani non disperdono calore con il sudore bensì tramite la respirazione (polipnea). Se
il sistema respiratorio è compromesso, possiamo avere un disagio fisico psicologico che si può manifestare con vomito, diarrea, attacchi
simil-epilettici fino ad arrivare al colpo di calore.
Particolare attenzione deve essere prestata alla perdita di fonti energetiche muscolari; nelle prime fasi dell’esercizio fisico l’energia viene
prodotta a partire dal glicogeno. Successivamente, una volta terminate le riserve di glicogeno, inizia l’utilizzo del glucosio ematico con
conseguente abbassamento della glicemia e debolezza. Bisogna sempre tenere sotto controllo l’accumulo di acido lattico: se le quantità
prodotte sono superiori a quelle smaltite, l’acido lattico si accumula e
rompe le fibre muscolari causando affaticamento, dolore, crampi e
acidosi. I muscoli solitamente più colpiti sono il lunghissimo del dorso,
i glutei superficiali e profondi e il bicipite femorale.
Lo stess determina, oltre a un calo delle prestazioni atletiche, anche
ulcere gastriche e dismicrobismo intestinale con conseguenti enteriti.
Le patologie muscolo-scheletriche sono di estrema importanza nel
cane sportivo; tra queste ricordiamo:
– le patologie dello sviluppo: displasia dell’anca, del gomito, della
spalla, del ginocchio, deviazioni assiali degli arti e fratture di Salter
Harris;
– le patologie muscolari: strappi, traumi, lesioni;
– le patologie tendinee e legamentose: teniti, bursiti, sinoviti, sesamoiditi;
– le patologie ossee: fratture, distorsioni, lussazioni, artrosi, artrite.
Le più frequenti risultano essere: la rottura del legamento crociato
con instabilità dell’articolazione del ginocchio; le spondilartrosi,
malattie degenerative dei dischi intervertebrali (vertebre lombosacrali) con formazione di osteofiti; la displasia dell’anca; la lussazione del
ginocchio e la sindrome di Wobbler, un fenomeno compressivo del
midollo spinale cervicale con disturbi della locomozione, turbe neurologiche fino a tetraplegia.
Fondamentale nella gestione del cane atleta è l’alimentazione, che
deve apportare il giusto grado di energia senza appesantire l’animale. Un’alimentazione equilibrata è quindi condizione essenziale per la
copertura del fabbisogno energetico dell’individuo e dovrà essere
adattato alle sue specifiche necessità. Infatti un insufficiente apporto
22 canidapresa
Illustrazione 1: gradi di spondilartrosi
AKC CH UKC GRCH Hilltop's Number One
Stunner ROH UCD UNJ URO2 FO P1 OB1 UWPV
UWPO UWPCHX CD RAE GDT CAL1 CAL2
5Time Ranked IDT3 WP1 WP2 WP3 STAR CGC TT
& Bronze Versatile, High in Trial in Rally
Owner Kayo Kennel -Kristina Browne
AKC CH UKC GRCH Kayo's Cowboy Casanova
CGC UWP UJJ URO1 HIgh In Trial Rally
Owner Kayo Kennel -Kristina Browne
energetico provoca rapida comparsa della fatica, mentre
un'eccessiva assunzione energetica predispone nel breve
periodo a un minor rendimento e nel lungo periodo a
sovrappeso.
In tutto questo è importante sottolineare come il rendimento di un soggetto sottoposto a un qualsiasi tipo di esercizio
fisico sia notevolmente condizionato al tipo di alimentazione che ha ricevuto durante la crescita. È noto infatti che
squilibri energetici nella dieta in fase di sviluppo (come a
esempio la somministrazione di alimenti troppo proteici)
possano contribuire all’insorgere di alterazioni scheletriche,
come l’osteocondrosi o la displasia, compromettendo la vita
agonistica di qualsiasi soggetto.
I muscoli traggono la loro energia primariamente dai lipidi
e dai carboidrati. Questi però non vanno mai somministrati
poco tempo prima dell’imminente sforzo fisico; infatti, a differenza che negli atleti umani, un eccessivo carico di carboidrati nel cane riduce la resistenza e determina una eccessiva
produzione di acido lattico. Nella dieta quotidiana sono però di
fondamentale importanza in una percentuale che varia dal 20 al
30% della sostanza secca in relazione all’intensità di lavoro che
l’animale svolge.
Nei soggetti sottoposti a intensa attività fisica un ruolo fondamentale è svolto dalle proteine, a causa dell’aumentato consumo
e per la sintesi di proteine muscolari.
L’apporto proteico deve anche essere valutato da un punto di
vista qualitativo; gli amminoacidi a catena ramificata (valina e
leucina) determinano una maggiore disponibilità di alanina e glutamina che intervengono nei processi di detossificazione, aiutando quindi l’animale a smaltire i cataboliti in eccesso trasportati dal
muscolo al fegato. Indispensabile sempre è un giusto apporto di
vitamine e sali minerali, curando attentamente la reidratazione post-esercizio.
In conclusione se avete un cane sportivo o decidete di
volerne uno, ricordate che è importante la cura della
sua salute e dell’alimentazione sin dal primo giorno.
Più prestiamo attenzione alle esigenze fisiche e metaboliche del nostro cane maggiore sarà la possibilità
che questo possa avere una carriera sportiva soddisfacente.
Dott. Davide Corti - medico veterinario
Serena Loforti - laureanda in medicina veterinaria
I cani ritratti in queste pagine sono, ovviamente, sanissimi.
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