da 5K a 21K - Kathrine Switzer
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da 5K a 21K - Kathrine Switzer
TRAIL RUNNING ALLENALO COSÌ www.runnersworld.it Mai pensato alla mezza maratona? Da 5K a 21K SETTIMANA KILLER 7 giorni di super training per il salto di qualità AGOSTO 2013 BOSTON 2.0 >LA MARATONA >LA TRAGEDIA >IL FUTURO Stai al fresco con le maglie anti caldo UN bel LAVORO PROFESSIONE DOG (run)SITTER NUOVA ENERGIA NEL RESPIRO IL SEGRETO PER ANDARE FORTE NUTRITION proteine vegetali Alleate della corsa CHECK UP IL MAL DI SCHIENA non ti fermerÀ New! Il Calendario Gare su Runnersworld.it AGOSTO 2013 - MENSILE - ANNO 8 - NUMERO 8 € 5,50 in Italia LA RIVISTA DELLA CORSA PIÙ LETTA AL MONDO IRENE RIGHETTI Il numero di pettorale di Kathrine Switzer, la donna che nel 1967 cambiò le sorti del running femminile UN MITO Kathrine Switzer, 66 anni, La prima donna a correre col pettorale una maratona a Boston, nel 1967. Diede un impulso decisivo alla ufficializzazione della 42K femminile UNA SPINTA, o meglio uno strattone, in grado di cambiare il corso della storia, facendo cadere tabù, convenzioni sociali e molto altro. Era il 1967, quando una Kathrine ventenne, che non capiva il motivo per cui alle donne non venisse data l’opportunità di correre la maratona, decise d’iscriversi alla Boston Marathon. Il pettorale riportava solo le sue iniziali: K.V. Switzer. Quella mattina faceva molto freddo, così decise d’indossare pesanti indumenti che ne mascheravano le forme e che, almeno inizialmente, l’aiutarono a nascondere la sua vera identità. Al secondo miglio, infatti, un giudice la notò e cercò di fermarla strattonandola a più riprese, ma, grazie anche al fidanzato che l’accompagnava, riuscì a divincolarsi e a concludere la corsa in 4 ore e 20 minuti. «Il giorno della gara non volevo assolutamente assomigliare a un uomo: ero ben pettinata, avevo l’eyeliner, il lucidalabbra e i partecipan58 AGOSTO 2013 - RUNNERSWORLD.IT ti attorno a me sapevano che ero una donna. Quella mattina però nevicava e soffiava un vento molto freddo, così indossai una tuta grigia molto larga che nascose le mie forme. Se fosse stato caldo avrei messo degli short e un top, e la storia sarebbe stata diversa». Kathrine ha la voce squillante, piena di entusiasmo, come quella di una ragazzina, vissuto un periodo molto intenso dal punto di vista sportivo». Kathy rallenta ma non si ferma, il segreto della sua forza risiede nella dieta? «Adoro il cibo italiano e ogni sera preparo della pasta. In generale presto attenzione a ciò che mangio ma non in modo rigido, cerco di non mescolare le proteine, e poi prediligo le verdure, la frutta, il pesce e il formaggio. Non rinuncio al caffè e al vino, mentre posso fare a meno del cioccolato, dello zucchero e dei dolci in generale». La donna che ha cambiato il mondo della corsa al femminile è stata diverse volte in Italia, ha corso a Milano, Roma e in Sicilia. «Ho fondato l’Avon Running nel ’78, in America, portandola a Milano nel 1999 – ricorda –. E poi ho gareggiato nella Capitale, mentre mi sono allenata in Sicilia durante le vacanze». Lo scorso 4 maggio ha invece partecipato alla trentesima edizione dell’Avon di Berlino: «Nell’83 quando c’era il muro che divideva la città in due, organizzai la gara femminile nella parte Ovest. Ricordo che le partecipanti erano 243, mentre quest’anno erano più di ventimila...». FOTO JOANBARKERIMAGES (apertura); FOTO CORBIS (Mararona di Boston ‘67) Kathy 261 anche quando racconta del suo recente infortunio: «Lo scorso dicembre sono incorsa in un problema al tendine di Achille che ancora mi tormenta e ora sono in una fase di recupero fisico. Ma non appena mi rimetto in forma ricomincio ad allenarmi quattro volte alla settimana per un’ora, un’ora e mezza. Prediligo i percorsi trail e ondulati, non a caso adoro quelli che trovo in Nuova Zelanda, dove trascorro sei mesi all’anno». La Switzer ammette però di avere rallentato il ritmo dallo scorso anno: «Il 2012 è stato il mio easy year, una sorta di anno sabbatico, poiché era tempo di tranquillità per il mio fisico; nel 2009 sono tornata alla maratona e ho PersonalBest FOTO WWW.RUNWITME.BLOGSPOT.COM Tra le donne che ammira maggiormente c’è Paula Radcliffe. Però, sottolinea, «non perché è la maratoneta più veloce di tutti i tempi ma per il fatto che è molto determinata; dopo tanti infortuni è tornata a correre e poi ha avuto il coraggio di costruirsi una famiglia quando era all’apice della carriera. Poi Tegla Loroupe, che ha dovuto superare molte difficoltà in famiglia e ora, grazie alla corsa, porta un messaggio di pace nel mondo. E Lorna Kiplagat, che ha usato parte dei suoi guadagni per costruire un camp d’allenamento e delle scuole in Kenya. Queste donne sono un esempio per gli altri perché hanno travalicato i confini dello sport. Se penso però alla vita di tutti i giorni, ammiro quelle donne che guardandosi allo specchio non si vedono bene, sono sovrappeso, hanno perso la stima in se stesse, ma trovano la forza di cambiare e iniziano a correre». Kathrine l’ispiratrice, oggi ha 66 anni, ma non è molto cambiata, anzi forse è ancora più bella; perennemente sorridente, gli occhi cerulei che brillano, i capelli biondi ben curati, un’energia da vendere, idee ben chiare, e tanti sogni in testa che cerca di concretizzare: «Sto cercando di realizzare un nuovo progetto, una cosa del tutto inedita. Ricordi il numero di pettorale con cui corsi la Boston Marathon nel ‘67? Era il 261. Beh, pare che in molte parti del mondo ci siano delle runners che indossano questo numero perché è diventato un simbolo, le fa sentire più forti, senza paura. Personalmente sono affezionata a quel numero che qualcuno ha tentato di strapparmi ma che ho tenuto ben stretto fino al traguardo. Così mi piacerebbe fondare 261 club nel mondo con gruppi di runners; luoghi aggreganti per le donne in cui queste possono confrontarsi e trovare il coraggio per cambiare lo stato delle cose, per una rivoluzione soft che modifichi la condizione femminile in diversi Switzer in pillole Kathrine Virginia è nata il 5 gennaio del 1947. È sposata con lo scrittore e giornalista If^\iIfY`ejfeM`m\X9fjkfeg\id\k~ dell’anno, mentre trascorre gli altri sei mesi `eElfmXQ\cXe[X?XXcjlfXkk`mf*0 maratone; nel 1974 ha vinto la New York :`kpDXiXk_feZfe`ck\dgf[`*1'.Ê)0È# l’anno seguente si è classificata seconda XccX9fjkfeDXiXk_fe`e)1,(Ê*.ÈBXk_p è un’icona del running femminile ed è la fondatrice dell’Avon Running Global Nfd\eÊj:`iZl`k?XjZi`kkfki\c`Yi` jlccXZfijX1cÊlck`df#[\c)''.#jÊ`ek`kfcX ÇDXiXk_feNfdXeÈ?X`efcki\ commentato importanti eventi sportivi per diversi canali televisivi, in primis per 89:$KME\knfibjgfikj#`>`fZ_`Fc`dg`Z` del 1984, anno in cui venne introdotta anche grazie al suo impulso, la maratona ]\dd`e`c\ÞjkXkXfjg`k\[`eld\ifj\ kiXjd`jj`fe`kiXZl`1FgiX_#Kf[Xp#Kfe`^_k# >ff[Dfie`e^8d\i`ZX#:9J<m\e`e^ E\nj\E`^_kc`e\@cjlfn\Yj`k\l]]`Z`Xc\ è: http://kathrineswitzer.com@cdfkkf [`BXk_pg\iZ_`jf^eX[`Zfii\i\ 1 Don’t dream about it; do it. IL VIDEO: http://youtu.be/j10PgLK8EKs paesi del pianeta. E già nel 2014 vorrei organizzare un evento nell’Europa del sud». L’intento di Kathy è battersi per la libertà e i diritti delle donne, passando attraverso la corsa: «La corsa ti rende più forte fisicamente e mentalmente e più consapevole delle tue potenzialità. Questo messaggio dev’essere trasmesso ad altre donne che vivono in posti a loro ostili, dove soffrono a causa di norme imposte dalla società o dalla religione. Ce ne sono che non possono uscire vestite come preferiscono, che non possono guidare da sole né fare una serie di cose per noi normalissime. Penso quindi che il movimento 261 possa infondere loro un grande coraggio». Lo scorso aprile, in Malesia, dove metà delle donne sono musulmane, ho organizzato la prima maratona, e un terzo delle partecipanti ha corso con il velo». Fa una pausa di una manciata di secondi, poi con voce profonda e decisa afferma: «Questo è il mio sogno, creare delle opportunità per le donne». MA COME CORRI?! Di Carla Gozzi Città che vai look che trovi Fateci caso, per sentirci più integrate quando siamo in visita a una nuova città la prima cosa è notare “usi e costumi del luogo”. E parlando di costumi, o meglio di outfit , il look per il jogging è fondamentale che sia in linea con gli usi del luogo. Come sempre per le runners worldwide la sfida a colpi di look inizia. Avete mai provato a correre a Parigi sulla Senna e rendervi conto che la runner che è di fronte a voi osa un look sport/chic parigino? Addirittura sfoggia t-shirt grafica e legging capri! Stessa cosa capita a Londra: senza una maglia o un legging Union Jack non si corre! E se proprio non ve la siete portata dietro, in Oxford street si trovano bancarelle a ogni angolo con t-shirt e canotte. Regalatevene una e diventerete una di loro. Anche per l’Italia i look cambiano a seconda della località. Siete a Cortina d’Ampezzo? Optate per un camouflage tanto in tendenza e abbinate tutto in ton sur ton dei verdi. Sarete chic e perfettamente in linea con il luogo. Se invece siete in viaggio al sud, in Sicilia per esempio, vi consiglio, data la temperatura alta, di scegliere il total white, top e short. Un tocco di personalità per i lacci delle scarpe, che dovranno essere rigorosamente coloratissimi! Vi consiglio quindi di prendervi un’ora per lo shopping sportivo e chissà che non troviate nuovi e originali look che vi regaleranno sempre un ricordo della vostra meta. Xoxo, Carlà Segui Carla Gozzi su Segui il blog D Run www.carlagozzi.it www.runnersworld.it/drun RUNNER’S WORLD - AGOSTO 2013 59