HELGA di Sara Picciau e Giorgia Fanni Helga, una bambina di sei

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HELGA di Sara Picciau e Giorgia Fanni Helga, una bambina di sei
HELGA
di Sara Picciau e Giorgia Fanni
Helga, una bambina di sei anni trascorre i suoi primi anni di vita a Berlino, in Germania, visse
un'infanzia infelice perché la madre Elena di 28 anni, mentre andava a lavorare, nel fare inversione
di marcia non si accorse che arrivava velocemente un’altra auto. L’incidente fu terribile, in preda al
panico, l’uomo della vettura scontratosi con Elena chiamò l’ambulanza e i carabinieri, ma per la
giovane ragazza non c’erano più speranze. Avvisarono il marito di Elena, Antonio, per il quale fu
una grossa tragedia, ancor più per la giovane Helga e il nonno Giuseppe.
Helga mentre salutava la mamma accanto alla bara disse:”Cara mamma, sperò che un giorno ti
rincontrerò, così ci potremmo riabbracciare e ridere insieme come una volta”.
La bambina cresceva e pensava sempre che la causa di quel tragico incidente fosse lei e più ci
pensava, più le mancava l’affetto della madre.
Dopo due anni dalla morte di Elena, Antonio si rinnamora, incontra una giovane donna di 35 anni,
Giuditta, che andò presto a vivere con loro, ma per Helga, era solo una persona estranea a cui non
piacevano i bambini, più volte cercò di farsi voler bene da lei, senza mai riuscirci.
Giuditta trattava sempre male la piccola, diceva che Helga era troppo disubbidiente e dispettosa, la
maggior parte delle volte Helga veniva difesa dal nonno, anche se, non sopportando che il padre
avesse sostituito l'affetto della madre, fa un sacco di dispetti a Giuditta, l’ultimo fu quello di
metterle la colla nella sedia. Giuditta era una persona cattiva, così decise di rinchiudere la
bambina insieme al nonno nello scantinato della casa.
Antonio rientrato da lavoro sentì le urla provenire dallo scantinato, chiese a Giuditta delle
spiegazioni e lei rispose di non saper niente, incuriositosi andò a controllare e vide Helga e il nonno
nello scantinato, si fece raccontare l’accaduto, Giuditta continuava a dire di non essere stata lei e di
volere davvero bene ad Helga, comunque si scusò con Antonio che rifiutò dicendo che chi ama lui
doveva amare anche sua figlia perché era parte di lui, e cacciò subito di casa Giuditta che
adiratissima non si arrese e decise di far pagare a Helga tutto il male che secondo lei aveva
ricevuto.
Antonio, la piccola Helga e il nonno Giuseppe avevano bisogno di una nuova vita, decisero di
trasferirsi in un’altra città, però circa una settimana dopo Helga si ammalò gravemente e i medici
scoprirono che non c’era più niente da fare, non esistevano cure, e dopo un paio di giorni la piccola
Helga morì.
La tragica malattia fu molto dolorosa per il padre Antonio che non riuscì a superare questo trauma,
sentendosi in colpa per essere stato poco presente nella vita di sua figlia, ma dopo aver pianto tanto
Antonio però capì che non poteva stare tutto il resto della sua vita tenendosi questo dolore dentro,
doveva andare avanti. Quindi si dedicò al volontariato e diventò missionario in Africa per aiutare i
bambini poveri e ammalati. Con lui andò anche l’anziano nonno Giuseppe e così entrambi vissero
contenti nell’aiutare le persone che soffrono e combattono tutti i giorni per non morire di fame e
chiamarono la loro comunità africana “Helga”.