Giugno 2011
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Giugno 2011
Giornale della Scuola Media Statale “Primo Levi” di Carmagnola - Corso Sacchirone, 47 - 10022 Carmagnola (TO) PRESENTATO AL SALONE DEL LIBRO IL NOSTRO RACCONTO “A STAFFETTA” SIAMO TUTTI SCRITTORI Anno VII - Numero unico - Giugno 2011 IN DIFESA DI UN COMPAGNO MALTRATTATO La nostra scuola coinvolta in un’iniziativa letteraria promossa dalla Regione Piemonte per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia «Quella giornata era cominciata come sempre, anzi, persino un po’ meglio. Lo aveva svegliato il solito crepitio di baci della mamma. Lui si era mostrato infastidito, aveva anche protestato un po’, per ricordarle che non era più un bambino, ma in realtà non avrebbe saputo immaginare un modo migliore per riaprire gli occhi». È così che comincia il libro a più mani cui hanno partecipato, un capitolo ciascuna, diverse scuole medie in tutta Italia. L’iniziativa è stata promossa dalla Regione Piemonte allo scopo di celebrare anche nelle scuole il 150° anniversario dell’Unità d’Italia. La storia narrata infatti ha molto che fare con le celebrazioni dell’Unità, nonostante l’inizio domestico. Una bandiera preziosa sparisce dal Museo del Risorgimento di Torino e due ragazzi, che proprio quel giorno si trovano lì in gita scolastica, rimangono coinvolti loro malgrado nel mistero. E alla fine saranno proprio loro due a risolverlo. PEPE STRAPREMIATO IL NOSTRO CORTOMETRAGGIO HA VINTO LA RASSEGNA SOTTODICIOTTO E L’EDÙ VIDEO FESTIVAL “Pepe in Italia”, cortometraggio realizzato dal laboratorio di cinema di animazione della nostra scuola, sta mietendo un successo dopo l’altro. Dopo aver vinto l’Edù Video Festival, organizzato dal Comune di Nichelino, quindici giorni fa si è aggiudicato pure il Premio C.I.A.S. (Coordina- mento Italiano Audiovisivi a Scuola), come «miglior percorso di ricerca» al concorso nazionale “Sottodiciotto Film Festival” di Torino. Complimenti e grazie ai ragazzi delle sezioni C-D-F e agli insegnanti Simona Batignani, Livio Taricco e Duilio Tuninetti, coordinatori del laboratorio. La particolarità di questo libro sta nel fatto che è stato scritto come una vera e propria staffetta. Dopo l’incipit fissato da Dario Molino, scrittore torinese professionista, le classi delle scuole medie partecipanti hanno elaborato a turno i capitoli successivi, undici in tutto, ciascuna secondo la propria fantasia ma seguendo certe linee-guida fissate. Le classi della nostra scuola che hanno partecipato sono state due: la 2°B, cui è toccato il decimo capitolo, e la 2°F, che ha concluso la storia. Benché l’impegno non fosse proibitivo (erano richieste non più di 1000 parole per capitolo), i tempi ristretti e l’incognita di cosa avrebbe scritto la classe prima di noi costringendoci a chissà quali acrobazie narrative ci avevano fatto venire persino l’ansia. Invece tutto è andato nel migliore dei modi, il lavoro che abbiamo svolto è stato molto lodato e non vediamo l’ora di avere tra le mani il “nostro” libro. Ilenia Costa Giulia Tiranti La vicenda è di qualche mese fa, ma secondo noi vale la pena di riparlarne perché il modo in cui i giornali hanno riportato i fatti (non solo quelli locali, pure La Stampa) è insoddisfacente. E siccome noi siamo stati testimoni oculari dell’accaduto, ecco qua. Giovedì 3 febbraio, all’uscita di scuola, sul pullman per Salsasio in procinto di partire, la signora Chiesa Silvana, titolare della nota azienda locale di trasporti, è salita sul pullman che effettua il servizio scolastico quotidiano e urlando ha richiamato un nostro compagno che stava avvertendo un amico, dal finestrino, della continua a pag. 2 UN MONDO DI PLASTICA a pagina 5 2 scuolacittà AREA FUMATORI CONVITTO Dall’inizio di quest’anno scolastico è stata rimossa la colonnina posacenere davanti all’ingresso principale di corso Sacchirone. Pare che fosse indecoroso per l’immagine della scuola vedere concentrati lì insegnanti, preside, bidelli (e pure qualche genitore di passaggio) tutti con la sigaretta in bocca. Così è stata tolta. Ma pensate che questo abbia scoraggiato i fumatori? Neanche per sogno. Da irriducibili quali sono, si sono arrangiati come hanno potuto, con il risultato che potete ammirare nella foto a lato. Speriamo che non ne nasca una nuova varietà di pianta. Fatto sta che così ci sembra anche più indecoroso di prima. In attesa che inventino dei mozziconi in grado di autodisintegrarsi, noi proponiamo di rimettere il portacenere per le sigarette, magari camuffandolo da pianta per non rovinare l’estetica dell’ingresso. Valentina Caraccio Enrica Falletti ALMENO SAPERE DOVE ANDIAMO A SCUOLA Tutti sanno che il Convitto è l’exNosengo, situato in via Marconi. L’edificio risale addirittura a metà Ottocento e in origine era una fabbrica di fiammiferi. Chiusa la fabbrica, vennero fondati non uno, ma due convitti: il Convitto Canonica e il Convitto Civico. In origine servivano per gli studenti del Liceo Classico Baldessano che arrivavano da fuori e che qui si fermavano a Torino facendo stare sessanta ragazzi su un pullman che ne può contenere la metà; perché poi si lamenta che stiamo in piedi? Per protesta, un gruppo di ragazzi qualche giorno dopo è tornato a casa a piedi. Ma già quello stesso giorno i ragazzi avevano parlato del fatto ai professori che avevano riferito alla Preside la quale ha chiamato la signora Chiesa Silvana. E quello stesso giorno la signora Chiesa Silvana ha portato sul pullman caramelle e arachidi, dicendo che lei ci voleva benissimo, solo che dovevamo stare bravi. È finita così che molti hanno rinunciato alla protesta “A casa a piedi” per via delle caramelle. In ogni caso, da quel giorno la signora Chiesa Silvana non si è più vista sul pullman di Salsasio. mangiare, dormire e studiare. Il Convitto Civico fu fondato nel 1850 dal Cav. Domenico Ferrero (col nome, appunto, di Istituto Ferrero), poi il nome cambiò varie volte (Convitto Canonica, Convitto Milanese, Convitto Conte di Carmagnola) e infine rimase quello di Collegio Convitto Civico. Nel 1867 il Convitto Civico aveva sede nel convento dei Padri Filippini di fronte (di cui rimane ancora oggi la torre, ben visibile), quindi fu trasferito nei locali in cui oggi hanno sede i corsi G e H, in via Marconi. L’attività convittuale continuò sino al 1943, quando l’edificio venne occupato della Brigata fascista “Ettore Muti”. Negli anni ’60, a causa del sovraffollamento delle aule, i locali del Convitto divennero la succursale della scuola media. Nel 1972 venne costruita la scuola media Manzoni e quindi gli alunni che ancora andavano a scuola nel convento agostiniano vennero spostati nel nuovo plesso in corso Sacchirone. Negli anni ’90 venne poi costruito il nuovo edificio del convitto, dove ci sono i corsi A-B-E-N-O. Dopo un periodo di abbandono, l’edificio vecchio del convitto è stato ristrutturato e reso nuovamente utilizzabile. Oggigiorno la scuola media carmagnolese è stata unificata: non esistono più la scuola “Manzoni” e la scuola “Nosengo”, ma un’unica scuola “Primo Levi”, suddivisa in sede centrale (corso Sacchirone) e succursale (via Marconi). Andrea e Anna Elia Michele Didoli IN DIFESA DI UN COMPAGNO MALTRATTATO segue da pag. 1 soppressione del suo pullman e che ne avrebbe dovuto prendere un altro. Va detto che questo nostro compagno è straniero e all’epoca conosceva ancora pochissime parole di italiano. In ogni caso ha capito che era meglio chiudere il finestrino, l’ha fatto e si è rannicchiato sul sedile poiché la signora Chiesa Silvana minacciava di picchiarlo. Cosa che ha fatto subito dopo: prima gli dato due schiaffi, poi l’ha preso per la giacca, un altro ceffone sulla schiena e, dopo avergli tirato giù il cappuccio della giacca che gli copriva la testa, gli ha dato un’ultimo schiaffo sulla nuca. A questa scena, i ragazzi che stavano sul pullman sono insorti: «Ma lei come si permette di picchiare i bambini?», a cui la signora Chiesa Silvana ha risposto inizialmente con un «Io posso farlo», poi semplicemente ignorando i ragazzi e scendendo dal pullman. Episodi del genere erano già successi, ma, anche quando non si arriva a cose tanto gravi, la signora Chiesa Silvana, tutte le volte, quando sale sul pullman lo fa urlando perché dice che siamo indisciplinati e che dobbiamo stare seduti. Sarebbe anche logico pretenderlo, se non fosse per il fatto che i ragazzi sono troppi rispetto ai posti a sedere. Già prima i ragazzi di Salsasio non riuscivano a sedersi tutti quanti, ma da metà gennaio è anche peggio, perché la signora ha unificato i pullman Salsasio - via 3 scuolacittà ATTIVITÀ DI FINE ANNO TULI-TULITULIPAN AL CONVITTO Anche quest’anno scolastico le attività svolte dagli alunni del Convitto, il plesso di via Marconi, si concludono con alcune manifestazioni: due rappresentazioni teatrali, un musical e, dal 26 maggio, una mostra dei lavori svolti sui vari temi. Vi aspettiamo numerosi! La classe 1a E presenterà il 23 maggio alle ore 21 e il 24 maggio alle ore 9,30, per le classi, presso l’Auditorium dell’Istituto Roccati,“MONDOGATTO, PERMIAMAO! Anche i gatti sorridono e svolgono i compiti”. La commedia in un atto, liberamente ispirata a Il compito di un gatto di strada, il racconto di Margherita Oggero letto durante l’anno scolastico, è a cura del professor Mario Bergamo. È una fiaba ricca di magia, con i gatti come protagonisti, che con la loro avventura trasmettono sentimenti veri e comportamenti validi anche nella vita di ognuno di noi. Il lavoro è frutto di un anno di Laboratorio svolto con l’insegnante di Lettere, la professoressa Marilena Torassa, e la partecipazione del professor Bergamo che ha una lunga esperienza nel campo del teatro scolastico. È stata un’attività interessante e di crescita per i ragazzi, che ha visto il contributo del Gruppo di Canto Corale diretto della professoressa Sabrina Appendino, arricchito dai ragazzi della 3a E, degli insegnanti della classe, dei genitori, della collaboratrice Franca Gabriele e di Maria Carla Panero. Anche la 2a E si è cimentata con il teatro. Per tutto l’anno scolastico ha lavorato per realizzare uno spettacolo di improvvisazione assieme ad alcuni ragazzi diversamente abili sotto la guida della Compagnia Teatrale BRUTTOTEM- POANGELI, degli educatori della Cooperativa Solidarietàsei e dell’insegnante di Lettere, professoressa Silvia Canavesio. Il Laboratorio ha permesso di sviluppare le potenzialità creative, espressive e mimiche dei ragazzi e di accrescere la collaborazione fra compagni e con gli amici diversamente abili. Lo spettacolo, dal divertente titolo “CAPI, CAPELLI, PIZZA E CIOCCOLATINI”, introdotto da alcuni brani musicali eseguiti dagli alunni della 2a E e della 2a A, diretti dalla professoressa Appendino, sarà in scena mercoledì 8 giugno alle ore 21, presso l’Auditorium dell’ Istituto Roccati. EDUCAZIONE AMBIENTALE Come ogni anno, gli allievi del corso E hanno partecipato ad un corso di Educazione Ambientale, curato dal dott. Enrico Combetto, Guardia Ecologica Volontaria della Provincia di Cuneo, e dall’insegnante di Scienze, professoressa Marina Stefani, con la collaborazione delle insegnanti di Lettere e Arte. Dopo un’escursione a Chianale, nel mese di ottobre, per osservare la flora e la fauna montana, le tre classi hanno seguito alcune lezioni teorico-pratiche e svolto un’esplorazione. La classe prima ha studiato la zona dell’Altopiano di Poirino con le sue peschiere, dal punto di vista geologico e floro - faunistico. La classe seconda ha studiato i fattori ecologici che determinano un ambiente e in particolare l’ambiente bosco esaminandone la distribuzione, le funzioni, la struttura e i metodi di governo che permettono di rinnovare le piante che lo popolano; l’uscita si è svolta nel querco carpineto del Roero. I ragazzi hanno raccolto foglie delle varie specie arboree osservate e le hanno fatte essiccare in una pressa costruita da loro e abbellita da uno splendido disegno. Sono state approfondite la morfologia della foglia e la struttura delle varie parti della pianta. La classe terza ha studiato a fondo il tema della struttura e della dinamica della Terra, in particolare della Pianura Padana, e ha avuto occasione di osservare e raccogliere rocce sedimentarie ricche di conchiglie fossili nella zona di Santo Stefano Roero. Già da alcune settimane tutti possono ammirare lo splendido giardino fiorito di tulipani, viole, clematidi… frutto del laboratorio GREEN LAB. Vi hanno lavorato con grande impegno per due ore settimanali, da ottobre a maggio, alcuni alunni in situazione di svantaggio guidati dalle professoresse Elisabetta Perrone e Francesca Pisani e con il prezioso aiuto del collaboratore Bruno D’Amico. Il luogo per apprendere le prime nozioni di floricoltura e di botanica in generale, oltre al giardino, è stato il Laboratorio di Scienze: qui si sono svolte sia le lezioni teoriche sia quelle pratiche manuali. I ragazzi hanno imparato a riconoscere alcune tipi di piante attraverso l’osservazione, dal vivo e grazie a immagini tratte da libri e da siti web, di foglie e di fiori; dopo aver raccolto i vari tipi di foglie nell’autunno, le hanno fatte seccare e poi deposte in un raccoglitore. Gli allievi hanno imparato a interrare bulbi di fiori vari in ciotole e vasi, disponendoli in maniera estetica ed artistica. L’attività è proseguita con l’attenta osservazione della crescita e l’annaffiatura dei fiori. Sono stati creati alcuni cartelloni con disegni e fotografie dei vari momenti di lavoro. 4 scuolacittà ODISSEA ALL’ALBA GLI ALIENI Tutto per una partita di calcio «Odissea all’alba» è il nome - per la verità poco benaugurante dell’operazione militare che coinvolge l’aviazione italiana, statunitense, britannica, francese e canadese in Libia. L’obiettivo è proteggere i civili ed eliminare le forze del dittatore Gheddafi, che per anni ha oppresso la Libia e i libici. La rivolta della popolazione, partita da Bengasi, si è estesa ben presto a tutto il Paese e la repressione del dittatore è sata così sanguinaria da far intervenire tutto l’Occidente. Dapprima La Francia, accorsa «a sostegno della popolazione» (dice la Francia), ma subito seguita da altri Paesi della NATO (North Atlantic Treaty Organization), forti di una risoluzione ONU. Insomma, è guerra. Ed è incredibile che tutto sia scoppiato per una partita di calcio. Siamo nell’estate del 2000. Saadi Gheddafi, figlio del dittatore libico, gioca nella squadra di Tripoli. Bengasi contro Tripoli. La sfida rischia di far fare una figuraccia al leader, perché la squadra di Saadi sta perdendo. Ci pensa l’arbitro a fare giustizia, assegnando due rigori inesistenti e convalidando una terza rete in palese fuorigioco alla squadra di Tripoli. I giocatori del Bengasi vogliono abbandonare il campo, ma gli uomini della sicurezza li costringono a desistere dalla clamorosa protesta. Dopo un paio di settimane, il Bengasi va giocare contro la squadra della madre di Saadi, Al Bayada. Stesso copione di Bengasi. Proteste e polizia che spara. Il giorno dopo, in segno di dis- prezzo, vaga per Bengasi un somarello con la scritta sulla groppa: “Saadi”. Risultato: la squadra del Bengasi viene cancellata dal campionato, la sede distrutta da bulldozer, diversi tifosi arrestati e condannati a morte. Quando scoppia la rivolta, da Tripoli chi si manda a Bengasi a trattare? Saadi, il calciatore della partita truccata. Il figlio del leader viene circondato in albergo ed è costretto a scappare in caserma. Arriva una brigata di 1500 fedelissimi per salvarlo. È una strage: 232 morti. Saadi salta su un elicottero e vola a Tripoli, mettendosi in salvo. Il popolo saccheggia le caserme, fa scorta di armi e munizioni. La Cirenaica si incendia. Anche a Tripoli si spara. Ben presto la rivolta dilaga ovunque, fino a diventare una vera e propria guerra di liberazione, che vede ora coinvolto anche il nostro Paese. Ilenia Costa Francesca Galvagno Daniele Bonino SONO TRA NOI! Per alcuni esistono, per altri sono sciocchezze. Ma l’universo è troppo grande per non avere altre forme di vita. Sì, stiamo parlando degli extraterrestri. Dall’inizio del secolo scorso si sono verificati moltissimi avvistamenti di UFO, dischi volanti, alieni ecc. Velivoli a forma di sigaro nel cielo, luci intermittenti di notte, persone che vengono rapite e dimenticano tutto, donne che partoriscono strane creature non umane, gente che vede altri mondi! Abbiamo anche alcune testimonianze antiche, come un dito dall’aspetto mezzo umano e mezzo da rettile incastrato in una caverna, datato circa 200.000 anni fa, all’epoca dei dinosauri, quando ancora i mammiferi non esistevano (magari appartiene alla razza aliena dei rettiliani). Ma, soprattutto, avete mai sentito parlare dell’Area 51? È una zona segretissima nel Nevada, negli Stati Uniti, dove si pensa che l’esercito americano tenga nascosti dei segreti che, se rivelati, scon- volgerebbero l’umanità. Tutto iniziò il 2 luglio del 1947, in una piccola località del New Mexico, nel sud degli Stati Uniti, Roswell. Nei pressi si schiantò uno strano velivolo metallico e chi andò a vedere ci trovò creature ancora più strane, ferite o morte… Di corsa andò a chiamare lo sceriffo di Roswell, che portò i rottami all’esercito. Subito le autorità e il governo statunitense negarono che si trattasse di un disco volante o di qualunque frutto della tecnologia aliena. Si disse che era solo un pallone sonda caduto prima di oltrepassare l’atmosfera terrestre, poi un velivolo lanciato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Fatto sta che le presunte creature aliene e i rottami vennero portati per essere esaminati in questa zona proibita, chiamata Area 51. È senza dubbio la zona militare più protetta e segreta del mondo. Daniele Bonino SPETTACOLI MUSICALI Sabato 4 giugno, alle ore 11, presso il Palazzetto dello Sport di Carmagnola, gli alunni dei corsi B e G e le classi 1a N e 1a O presenteranno lo spettacolo “MUSICA IN EVOLUZIONE”, un excursus su musiche e canti dal Medioevo ai giorni nostri. Giovedì 9 giugno a Pralormo, in occasione della tradizionale Festa dell'Accoglienza rivolta alla clas- se V elementare e alle loro famiglie, le classi del corso P, dalle ore 10:00 c.a. presso la palestra della stessa scuola, si esibiranno in uno spettacolo dal titolo “MUSICHE DI SMERALDO”. Tale spettacolo proporrà musiche, canti e danze della cultura irlandese inserite in un breve quadro storico relativo a questa nazione. A conclusione, la solita merenda con prelibatezze preparate dagli stessi ragazzi del corso P (con la collaborazione dei genitori) in tema irlandese. 5 scuolacittà PLASTICA INQUINAMENTO PRO E CONTRO (PIÙ CONTRO CHE PRO) IL MALE DEL NOSTRO TEMPO Negli oceani al giorno d’oggi cetacei, mammiferi viventi sulle rive dei mari e volatili marini vengono uccisi dal nostro menefreghismo. Gli animali attratti dai rifiuti che ai loro occhi sembrano cibo provano a mangiarlo e migliaia di questi muoiono per soffocamento o ingerimento di materiali tossici. Noi cosa possiamo fare per fare diminuire le vittime dei nostri sbagli? Possiamo sostituire i rifiuti inorganici in organici, possiamo sensibilizzare la gente, ma soprattutto dobbiamo imparare a prenderci cura delle cose che abbiamo e riutilizzarle. In media, un sacchetto di plastica che noi compriamo, utilizziamo e poi buttiamo dura 14 minuti, mentre per essere smaltito (non in modo naturale) ci vogliono dai L’inquinamento è un’alterazione dell’ambiente, di origine antropica o naturale, che produce disagi o danni permanenti per la vita di una zona e che non è in equilibrio con i cicli naturali esistenti. Ogni anno vengono prodotti circa 260 milioni di tonnellate di plastica: un’evoluzione significativa rispetto alla “misera” mezza tonnellata prodotta nel 1950. Nel mondo ogni giorno si distribuiscono circa un miliardo di sacchetti di plastica monouso e fino a 3 su 1000 arrivano all’oceano. Quando questo materiale si trasforma in rifiuti, non essendo biodegradabile, cambia forma e si riduce in pezzi più piccoli spar- cento ai duecento anni. Anche la presunta soluzione dei cosiddetti “sacchetti ecologici”, fatti di materiale organico, in questo caso di amido di mais e farina, non risolve il problema. Alcuni sacchetti biologici sono compostabili, ossia possono essere smaltiti naturalmente dall’ambiente stesso in un arco di tempo piuttosto breve, ma il problema è che non sono idrosolubili, cioè non permettono al tempo di eliminarli interamente, perciò permangono nell’ambiente elementi che a lungo andare possono essere nocivi per l’uomo. Quindi non c’è che una soluzione: consumarne di meno e riutilizzarli il più possibile. Martina Olivero quantità di plastica prodotta raddoppia. Di questi 260 milioni di tonnellate prodotte annualmente circa la metà viene utilizzata per articoli monouso o imballaggi che vengono buttati entro l’anno. I relativi detriti si accumulano nell’ambiente e il problema è in rapida crescita. gendosi in tutto il pianeta. Le correnti marine trascinano i piccoli pezzi fino a che la fauna marina non li ingerisce, scambiandoli per meduse o altri tipi di cibo. Naturalmente inghiottire questi detriti può causare agli animali gravi danni all’apparato digerente, ostruendo l’esofago, lacerando le pareti dell’intestino e conducendoli gradualmente alla morte per fame. Esaminando il contenuto dello stomaco di una giovane tartaruga pescata al largo della Florida, sono stati ritrovati 74 oggetti diversi da cibo: tra questi c’erano 4 tipi diversi di gomma per palloncini, diversi tipi di plastica dura , materiale simile alla stoffa per tappeti e due pallottole di catrame. Su 92 tartarughe marine trovate morte su una spiaggia, 50 di queste avevano ingerito forti quantità di detriti di plastica. Tuttavia non si tratta solo di tartarughe: tutta la fauna marina oggi ingerisce plastica e, anche in piccole quantità, questo materiale può essere letale. Il più grande ammasso di detriti di plastica oggi in mare è il North Pacific Gyre, meglio conosciuta come “il grande cerotto di spazzatura”: è grande come il Texas e contiene circa 3,5 milioni di detriti, che vanno dai giocattoli agli spazzolini da denti. Chiara Barbero Martina Olivero Luca Ghirotti Matteo Tosco DATI DI PLASTICA CIFRE SPAVENTOSE CHE CI DICONO QUANTO STIAMO SPORCANDO Solo per quanto riguarda buste e sacchetti, quelli che usiamo comunemente per la spesa, secondo un calcolo fatto dal WWF un italiano medio ne consuma dai 300 ai 400 all’anno (negli Stati Uniti il consumo è addirittura di 1.200 pro capite). La produzione della plastica assorbe ormai l’8% della produzione mondiale di petrolio. Al ritmo di crescita attuale il mondo produce 260 milioni di tonnellate di plastica all’anno di cui solamente il 3% viene riciclato; in altre parole il 96% della plastica prodotta a livello mondiale non viene riciclata. La produzione mondiale della plastica sta crescendo al ritmo del 3,5 % dell’anno e questo significa che ogni 20 anni la 6 scuolacittà GADGETS DEMENZIALI MA È UN GATTO Pesci e tartarughe vivi sigillati dentro ciondoli di plastica Al peggio non c’è mai fine. Il portachiavi è probabilmente l’oggetto più inutile, ma al tempo stesso uno dei più diffusi: tutti ne possiedono uno e anche più. Per questo ora rischia di diventare un oggetto dannoso. La notizia arriva dalla Cina, dove recentemente sono stati messi in commercio ciondoli e portachiavi di plastica con all’interno animali vivi, sigillati in un sacchetto o in una boccetta di plastica di piccole dimensioni dove possono sopravvivere solo per qualche giorno. Animali vivi, capite? E l’incredibile è che questi portachiavi stanno diventando molto popolari e sono assolutamente legali. Nelle stazioni della metropolitana e sui marciapiedi, bancarelle offrono questi oggettini ai passanti. I compratori, crudeli non meno dei produttori, possono scegliere tra una piccola tartaruga del Brasile o due pesciolini sigillati in una confezione ermetica insieme ad un pò d’acqua colorata. A chi chiede, i venditori precisano che le creature intrappolate lì dentro stanno benissimo e possono vivere per mesi, «perché l’acqua contiene nutrienti». Molti clienti sono persino soddisfatti dell’acquisto, sostenendo che portano fortuna e che sono belli esteticamente… senza rendersi conto dell’ obbrobbrio che commettono ai danni di questi poveri e indifesi animaletti. Per fortuna, si stanno ora muovendo i sostenitori dei diritti degli animali. «Mettere un essere vivente all’interno di un piccolo spazio chiuso a scopo economico affermano - è immorale ed è un puro maltrattamento di animali». Alcuni acquirenti, mossi da compassione, hanno finito per liberare le bestioline dalla loro prigione colorata. Altri hanno deciso di rivolgersi alla legge, rimanendo ulteriormente delusi. In genere la legge vieta la vendita di animali selvatici, ma questo non vale per le tartarughe del Brasile e i pesciolini rossi sigillati nelle loro tombe colorate! Giulia Mastria Sara Ribotta O UN TRICHECO? L’obesità è la malattia del secolo. Non solo per uomini e donne, anche per gli animali. Un gatto cinese ne è la prova vivente: pesa 55 chili e il suo giro vita misura quasi 100 centimetri. Il felino non ha gusti difficili nel mangiare; che sia pesce o carne va comunque bene. É rigido però sulla quantità: nella sua ciotola ogni giorno devono finirci due chili di pappa. Il gatto obeso vive in Cina, nella provincia di Shandong. Ha nove anni e, nonostante le misure extralarge, gode di ottima salute. Qualche problemino però ce l’ha: ha la pancia talmente pesante da non riuscire a muoversi. Il felino può solo rotolarsi sul tappeto e anche solo per andare nella cesta a dormire ha bisogno dell’aiuto del padrone. Oltre a non fare movimento, il gattone ingrassa a vista d’occhio perché mangia a dismisura. Questo è un gatto da Guinness dei primati, ma non è certo l’unico a soffrire di obesità. Gli animali domestici sono sempre più spesso vittime di problemi alimentari. Esattamente come i loro padroni, cioè noi, che facciamo vita sempre più sedentaria e mangiamo cibi sempre meno sani. Alla lunga la salute ne risente (diabete, complicazioni ai reni e alle vie respiratorie, ecc.). Va detto che sia per gli animali sia per gli esseri umani l’obesità è dovuta spesso alla cattiva educazione famigliare. Mattia Caraccio Luca Lamberti BEATE LE TARTARUGHE Pensiamo a cosa potremmo fare se vivessimo tanto a lungo Si sa che le tartarughe sono gli animali che vivono più a lungo, ma Jonathan, con la sua veneranda età di 175 anni, ha frantumato ogni record. Jonathan è inglese e ha assistito, si può dire, all’incoronazione di ben otto sovrani (da Giorgio IV a Elisabetta II) e di almeno 50 premier. La prova della sua longevità è data dal ritrovamento di un vecchio album fotografico in un bidone della spazzatura nell’Hampshire, dove risultano foto scattate alla tartaruga tra il 1899 e il 1902. L’album apparteneva a un fotografo che viveva sull’isola e in alcune delle foto si vedono tre tartarughe giganti (una è Jonathan), di circa 50 anni all’epoca, portate dalle Seychelles sull’isola come animali ornamentali. Le tre tartarughe, di cui Jonathan è l’unico sopravvissuto appartenevano alla razza Dipsochelys Hololissa, la tartaruga gigante delle Seychelles, che allo stato selvaggio si è estinta intorno alla metà del Diciannovesimo Secolo. Silvestro Gomboso Andrea De Pierro 7 scuolacittà FACEBOOK E TWITTER A L B E R G H I FANNO BENE ALLA SALUTE PER TUTTI I GUSTI Nel corso delle ultime settimane abbiamo analizzato parecchi dati su quanto Facebook faccia bene alla salute. Incredibile, vero? Eppure Facebook fa bene alla salute e alla memoria, secondo i dati diffusi al congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, tenutosi quest’anno a Gardone Riviera (Brescia). Il social network più diffuso al mondo avrebbe un effetto benefico sulla memoria perché la conserva attiva. Negli ultimi anni il numero di anziani che si sono avvicinati al web è cresciuto dell’80% e gli iscritti a social network come Facebook o MySpace con oltre 65 anni sono ora circa l’8% del totale. Insomma, non è affatto vero che i social network sono destinati solo ai giovani. Però sono gli anziani che ne traggono i benefici maggiori, a quanto pare. Basta un’ora di Facebook al giorno per ottenere un miglioramento della memoria e più in generale delle capacità cognitive. Inoltre a navigare si è meno stressati e si soffre meno di ansia e depressione. Tant’è che negli ultimi anni si è avvicinata alla rete una quota sempre maggiore di anziani e di adulti in genere con un più elevato livello di istruzione. Con tutto ciò, contiamo di essere riuscite a convincere i nostri genitori a lasciarci navigare in pace e un po’ più a lungo. Loredana Agu Chiara Lugli Gabriella Rabino Il più celebre è probabilmente l’albergo di ghiaccio che si trova nella Lapponia svedese. Ogni anno artisti e designer della neve si riuniscono a duecento chilometri dal circolo polare artico per creare meraviglie di neve e di ghiaccio utilizzando l’acqua pura del fiume Torne che scorre sotto i loro piedi. Ogni anno si parte da un pro- www. cio cco la to. it UN SITO BUONO DA MANGIARE Torino è la città del cioccolato per eccellenza, come testimoniato anche dal sempre maggiore successo di CioccolaTò, la fiera che dal 2003 si tiene qui ogni anno. Quest’anno si è svolta dal 25 marzo al 3 aprile, attirando più di 500mila persone di tutte le età. In onore del 150° anniversario dell’unità d’Italia, i maestri cioccolatai hanno dato il meglio di loro, creando un’intera Italia di cioccolata con i monumenti simbolo di ogni regione. Come si sa, Torino è la patria dei gianduiotti, ma anche dei buonissimi cremini Fiat, che fanno impazzire tutta Italia. Questi ultimi nacquero da un’idea di Ferdinando Baratti, in occasione del lancio sul mercato di un nuovo modello di auto Fiat. I gianduiotti invece furono inventati da Caffarel e devono il nome al fatto che furono presentati per la prima volta durante il Carnevale, distribuiti da uomini mascherati da Gianduia. Curiosità per i più golosi: il gianduiotto più grosso del mondo, fatto in occasione dell’Eurochocolate di Torino qualche anno fa, misura 2 metri di altezza, 4 metri di lunghezza e 1 metro di larghezza, il tutto per 40 quintali di peso! Altra curiosità: il cioccolato fa bene anche all’ambiente. Nel 2007 due giovani ambientalisti inglesi hanno raggiunto Timbuktu con un fuoristrada alimentato con biodiesel al cacao, utilizzando 4 tonnellate di cioccolato, scartato per difetto di fabbricazione, e ricavandone 2000 litri di carburante. Più ecologico di così... Valentina Caraccio Enrica Falletti Alessia Sibona getto diverso ispirato a vari stili architettonici. Nelle stanze gli ospiti dormono in sacchi a pelo di pelliccia di renna o di foca per resistere alla temperatura di cinque gradi sotto zero e ogni mattina vengono svegliati con una bevanda calda al succo di mirtilli rossi. Nell’hotel c’è anche una chiesa in cui è possibile unirsi in matrimonio. In Bolivia, più precisamente nel deserto dell’Uyuni (la più grande salina al mondo), dal 2003 esiste l’Hotel Playa Blanca, costruito completamente di sale, fatta eccezione per il tetto in paglia. All’interno è tutto scolpito nel sale: tavoli, sedie, letti e tutto il resto del mobilio... Chissà se anche il conto sarà salato? Mai pensato di dormire in un cane? Nell’Idaho, USA, questo è possibile. Più precisamente al Dog Bark Park Inn. Si soggiorna dentro Toby e Sweet Willy, due beagle in formato maxi, che mettono a disposizione due stanze collegate tra loro con tutte le comodità: nella pancia del cane trovano posto un letto matrimoniale, un bagno e una piccola zona cucina; la testa accoglie invece un ambiente tipo loft con due futon doppi mentre sopra il muso sorge un gradevole angolo lettura. E i cani? Ammessi, naturalmente! Ilenia Costa Francesca Galvagno 8 scuolacittà SCUOLACITTÀ SPORT-FUORI-DI-TESTA Anno VII - numero unico Giugno 2011 Formaggi che rotolano giù dalle colline e mogli che urlano Wikipedia pubblica la classifica dei dieci sport che considera i più strani al mondo. Al 10° posto troviamo l’Hockey Subacqueo, o Octopus Hockey, molto popolare in Inghilterra, Australia, Canada e Sud Africa. Le regole sono simili a quelle dell’hockey normale, solo che il dischetto rimane sul fondo della piscina, com’è ovvio. Al 9° posto figura il Cheese Rolling. Per praticarlo tutto quello che occorre è una collina e una forma di formaggio bella tonda. Si lancia il formaggio giù per la discesa e vince il primo che riesce a prenderlo. tando la moglie”. L’obbiettivo finale è quello di trasportare la propria moglie lungo un percorso ricco di ostacoli. Al 5° l’Ultimate Frisbee. Gioco di frisbee, ma bisogna farlo andare in meta. Al 4° posto Uomini contro Cavalli, ossia una maratona in cui si sfidano uomini e cavalli. Il risultato può sembrare scontato ma non sempre lo è. Al 3° posto la Regata delle zucche giganti. Si svolge in più parti del mondo e premia non soltanto chi taglia per primo il traguardo, ma anche chi ha la zucca più grossa. Secondo posto per il Pillow Fight League, ossia la battaglia coi cuscini. Ci sono regolari campionati, solo per donne, che si danno botte da orbi. Al primo posto, vincitore di questa speciale classifica un po’ matta, è il Bog Snorkeling. Si tratta di fare snorkeling nei fossi, ossia di nuotare in superficie in acque non proprio limpide utilizzando il boccaglio. Ce n’è per tutti i gusti insomma... e pensare che noi a scuola siamo ancora fermi alla pallapugno... Luca D’Amato CHOPPER Ottavo è il Bossabal, uno spettacolare mix tra calcio, volleyball, ginnastica e capoeira (in quanto si gioca con un sottofondo musicale che ne ricorda il ritmo). Due squadre si sfidano tra salti sul trampolino, rovesciate volanti e schiacciate tipiche della pallavolo. Esistono campionati in Brasile, Olanda, Norvegia, Egitto e si disputano campionati mondiali. Al 7° posto il Kabaddi, tipico del Giappone, dov’è nato nel 1979. Si sfidano due squadre composte da sette persone; ogni squadra invia a turno un “esploratore” dall’altra parte del campo che cercherà di atterrare più avversari possibile. Al 6° posto troviamo il Wife Carring, letteralmente “traspor- Il chopper è una motocicletta fortemente elaborata nel telaio. In California e in Florida, durante gli anni 50 e 60, alcuni appassionati di moto cominciarono a tagliare il canotto dello sterzo, in inglese “chop”, e risaldarlo con inclinazione maggiore. Le forcelle anteriori si allungavano e il manubrio veniva alzato fin oltre l’altezza del casco del motociclista. Parafanghi, luci di posizione e freno anteriore venivano elimininati. La sella era sostituita con una più sottile che seguiva la forma del telaio. Il processo di abbassamento del baricentro faceva si che la moto guadagnagnasse qualcosa in termini di maneggevolezza e di prestazioni, ma in realtà lo scopo ricercato era quelo di “provocare”, esibendo una moto unica e “nuda”. A partire dagli anni ’60 l’azienda americana Harley-Davidson iniziò a produrre motociclette di serie che favorivano modifiche e personalizzazione con accessori opzionali. La consacrazione di questo genere di moto avvenne grazie al film “Easy Ryder”, diretto da Dennis Hopper nel 1969, culto di un’intera generazione. Samuele Messina Loredana Agu Chiara Barbero Nathan Beyene Daniele Bonino Mattia Caraccio Valentina Caraccio Ilenia Costa Luca D’Amato Alessandro De Paola Andrea De Pierro Michele Didoli Andrea Elia Anna Elia Enrica Falletti Francesca Galvagno Luca Ghirotti Silvestro Gomboso Luca Lamberti Nicolas Leo Chiara Lugli Giulia Mastria Samuele Messina Martina Olivero Gabriella Rabino Sara Ribotta Salah Sammouni Alessia Sibona Giulia Tiranti Matteo Tosco coordinamento generale: Gianni Zunino