Giugno 2011

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Giugno 2011
Giornale della Scuola Media Statale “Primo Levi” di Carmagnola - Corso Sacchirone, 47 - 10022 Carmagnola (TO)
PRESENTATO AL SALONE DEL LIBRO IL NOSTRO RACCONTO “A STAFFETTA”
SIAMO TUTTI SCRITTORI
Anno VII - Numero unico - Giugno 2011
IN DIFESA
DI UN COMPAGNO
MALTRATTATO
La nostra scuola coinvolta in un’iniziativa letteraria promossa dalla Regione
Piemonte per celebrare il 150° anniversario dell’Unità d’Italia
«Quella giornata era cominciata
come sempre, anzi, persino un po’
meglio. Lo aveva svegliato il solito crepitio di baci della mamma.
Lui si era mostrato infastidito,
aveva anche protestato un po’,
per ricordarle che non era più un
bambino, ma in realtà non avrebbe saputo immaginare un modo
migliore per riaprire gli occhi».
È così che comincia il libro a più
mani cui hanno partecipato, un
capitolo ciascuna, diverse scuole
medie in tutta Italia.
L’iniziativa è stata promossa dalla Regione Piemonte allo scopo di
celebrare anche nelle scuole il
150° anniversario dell’Unità d’Italia. La storia narrata infatti ha
molto che fare con le celebrazioni dell’Unità, nonostante l’inizio
domestico.
Una bandiera
preziosa sparisce
dal Museo del
Risorgimento di
Torino e due ragazzi, che proprio
quel giorno si
trovano lì in gita
scolastica, rimangono coinvolti loro malgrado nel mistero. E alla fine saranno proprio loro due a risolverlo.
PEPE STRAPREMIATO
IL NOSTRO CORTOMETRAGGIO HA VINTO LA RASSEGNA
SOTTODICIOTTO E L’EDÙ VIDEO FESTIVAL
“Pepe in Italia”, cortometraggio realizzato dal laboratorio di cinema di animazione della nostra scuola, sta mietendo un successo dopo l’altro. Dopo aver vinto l’Edù Video Festival, organizzato dal Comune di Nichelino, quindici giorni fa si è aggiudicato
pure il Premio C.I.A.S. (Coordina-
mento Italiano
Audiovisivi a
Scuola), come
«miglior percorso di ricerca» al concorso
nazionale “Sottodiciotto Film Festival” di Torino.
Complimenti e grazie ai ragazzi
delle sezioni C-D-F e agli insegnanti Simona Batignani, Livio
Taricco e Duilio Tuninetti, coordinatori del laboratorio.
La particolarità di questo libro
sta nel fatto che è stato scritto
come una vera e propria staffetta. Dopo l’incipit fissato da Dario
Molino, scrittore
torinese professionista, le classi delle scuole
medie partecipanti hanno
elaborato a turno i capitoli
successivi, undici in tutto, ciascuna secondo la
propria fantasia ma seguendo
certe linee-guida fissate.
Le classi della nostra scuola che
hanno partecipato sono state due:
la 2°B, cui è toccato il decimo
capitolo, e la 2°F, che ha concluso
la storia.
Benché l’impegno non fosse proibitivo (erano richieste non più di
1000 parole per capitolo), i tempi
ristretti e l’incognita di cosa
avrebbe scritto la classe prima
di noi costringendoci a chissà
quali acrobazie narrative ci avevano fatto venire persino l’ansia.
Invece tutto è andato nel migliore dei modi, il lavoro che abbiamo svolto è stato molto lodato e
non vediamo l’ora di avere tra le
mani il “nostro” libro.
Ilenia Costa
Giulia Tiranti
La vicenda è di qualche mese fa,
ma secondo noi vale la pena di
riparlarne perché il modo in cui i
giornali hanno riportato i fatti
(non solo quelli locali, pure La
Stampa) è insoddisfacente. E siccome noi siamo stati testimoni
oculari dell’accaduto, ecco qua.
Giovedì 3 febbraio, all’uscita di
scuola, sul pullman per Salsasio
in procinto di partire, la signora
Chiesa Silvana, titolare della nota
azienda locale di trasporti, è salita sul pullman che effettua il
servizio scolastico quotidiano e
urlando ha richiamato un nostro
compagno che stava avvertendo
un amico, dal finestrino, della
continua a pag. 2
UN MONDO DI PLASTICA
a pagina 5
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AREA FUMATORI CONVITTO
Dall’inizio di quest’anno scolastico è stata rimossa la colonnina
posacenere davanti all’ingresso
principale di corso Sacchirone.
Pare che fosse indecoroso per l’immagine della scuola vedere concentrati lì insegnanti,
preside, bidelli (e
pure qualche genitore di passaggio)
tutti con la sigaretta in bocca. Così è stata tolta.
Ma pensate che questo abbia
scoraggiato i fumatori? Neanche
per sogno. Da irriducibili quali
sono, si sono arrangiati come
hanno potuto, con il risultato che
potete ammirare nella foto a lato.
Speriamo che non ne nasca una
nuova varietà di pianta.
Fatto sta che così ci sembra anche più indecoroso
di prima.
In attesa che inventino dei mozziconi in grado di
autodisintegrarsi,
noi proponiamo di
rimettere il portacenere per le sigarette, magari camuffandolo da
pianta per non rovinare l’estetica
dell’ingresso.
Valentina Caraccio
Enrica Falletti
ALMENO SAPERE DOVE ANDIAMO A SCUOLA
Tutti sanno che il Convitto è l’exNosengo, situato in via Marconi.
L’edificio risale addirittura a metà Ottocento e in origine era una
fabbrica di
fiammiferi.
Chiusa la
fabbrica, vennero fondati
non uno, ma
due convitti:
il Convitto Canonica e il Convitto
Civico. In origine servivano per
gli studenti del Liceo Classico
Baldessano che arrivavano da
fuori e che qui si fermavano a
Torino facendo stare sessanta ragazzi su un pullman che ne può
contenere la metà; perché poi si
lamenta che stiamo in piedi?
Per protesta, un gruppo di ragazzi qualche giorno dopo è tornato
a casa a piedi. Ma già
quello stesso giorno i
ragazzi avevano parlato del fatto ai professori che avevano riferito alla
Preside la quale ha chiamato la
signora Chiesa Silvana. E quello
stesso giorno la signora Chiesa
Silvana ha portato sul
pullman caramelle e
arachidi, dicendo che lei ci voleva benissimo, solo che dovevamo
stare bravi.
È finita così che molti hanno rinunciato alla protesta “A casa a
piedi” per via delle caramelle.
In ogni caso, da quel giorno la signora Chiesa Silvana non si è più
vista sul pullman di Salsasio.
mangiare, dormire e studiare.
Il Convitto Civico fu fondato nel
1850 dal Cav. Domenico Ferrero
(col nome, appunto, di
Istituto Ferrero),
poi il nome
cambiò varie
volte (Convitto
Canonica, Convitto Milanese,
Convitto Conte
di Carmagnola)
e infine rimase quello di Collegio
Convitto Civico.
Nel 1867 il Convitto Civico aveva
sede nel convento dei Padri Filippini di fronte (di cui rimane ancora oggi la torre, ben visibile),
quindi fu trasferito nei locali in
cui oggi hanno sede i corsi G e H,
in via Marconi. L’attività convittuale continuò sino al 1943, quando l’edificio venne occupato della
Brigata fascista “Ettore Muti”.
Negli anni ’60, a causa del sovraffollamento delle aule, i locali
del Convitto divennero la succursale della scuola media. Nel 1972
venne costruita la scuola media
Manzoni e quindi gli alunni che
ancora andavano a scuola nel
convento agostiniano vennero
spostati nel nuovo plesso in corso
Sacchirone.
Negli anni ’90 venne poi costruito il nuovo edificio del convitto,
dove ci sono i corsi A-B-E-N-O.
Dopo un periodo di abbandono,
l’edificio vecchio del convitto è
stato ristrutturato e reso nuovamente utilizzabile.
Oggigiorno la scuola media carmagnolese è stata unificata: non
esistono più la scuola “Manzoni”
e la scuola “Nosengo”, ma un’unica scuola “Primo Levi”, suddivisa
in sede centrale (corso Sacchirone) e succursale (via Marconi).
Andrea e Anna Elia
Michele Didoli
IN DIFESA DI UN COMPAGNO MALTRATTATO
segue da pag. 1
soppressione del suo pullman e
che ne avrebbe dovuto prendere
un altro. Va detto che questo nostro compagno è straniero e all’epoca conosceva ancora pochissime parole di italiano.
In ogni caso ha capito che era
meglio chiudere il finestrino, l’ha
fatto e si è rannicchiato sul sedile poiché la signora Chiesa Silvana minacciava di picchiarlo. Cosa
che ha fatto subito dopo: prima
gli dato due schiaffi, poi l’ha preso per la giacca, un altro ceffone
sulla schiena e, dopo avergli tirato giù il cappuccio della giacca
che gli copriva la testa, gli ha dato un’ultimo schiaffo sulla nuca.
A questa scena, i ragazzi che
stavano sul pullman sono insorti:
«Ma lei come si permette di picchiare i bambini?», a cui la signora Chiesa Silvana ha risposto
inizialmente con un «Io posso
farlo», poi semplicemente ignorando i ragazzi e scendendo dal
pullman.
Episodi del genere erano già successi, ma, anche quando non si
arriva a cose tanto gravi, la signora Chiesa Silvana, tutte le
volte, quando sale
sul pullman lo
fa urlando perché dice che siamo
indisciplinati e che dobbiamo
stare seduti. Sarebbe anche logico pretenderlo, se non fosse per il
fatto che i ragazzi sono troppi rispetto ai posti a sedere. Già prima i ragazzi di Salsasio non riuscivano a sedersi tutti quanti,
ma da metà gennaio è anche
peggio, perché la signora ha unificato i pullman Salsasio - via
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ATTIVITÀ DI FINE ANNO TULI-TULITULIPAN
AL CONVITTO
Anche quest’anno scolastico le attività svolte dagli alunni del Convitto, il plesso di via
Marconi, si concludono con alcune manifestazioni: due rappresentazioni teatrali, un musical
e, dal 26 maggio, una mostra dei lavori svolti sui vari temi. Vi aspettiamo numerosi!
La classe 1a E presenterà il 23
maggio alle ore 21 e il 24 maggio
alle ore 9,30, per le
classi, presso l’Auditorium dell’Istituto
Roccati,“MONDOGATTO, PERMIAMAO! Anche i gatti
sorridono e svolgono i compiti”.
La commedia in un
atto, liberamente ispirata a Il
compito di un gatto di strada, il
racconto di Margherita Oggero
letto durante l’anno scolastico, è
a cura del professor Mario Bergamo. È una fiaba ricca di magia,
con i gatti come protagonisti, che
con la loro avventura trasmettono sentimenti veri e comportamenti validi anche nella vita di
ognuno di noi.
Il lavoro è frutto di un anno di
Laboratorio svolto con l’insegnante di Lettere, la professoressa Marilena Torassa, e la partecipazione del professor Bergamo
che ha una lunga esperienza nel
campo del teatro scolastico.
È stata un’attività interessante e
di crescita per i ragazzi, che ha
visto il contributo del Gruppo di
Canto Corale diretto della professoressa Sabrina Appendino, arricchito dai ragazzi della 3a E, degli
insegnanti della classe, dei genitori, della collaboratrice Franca
Gabriele e di Maria Carla Panero.
Anche la 2a E si è cimentata con
il teatro. Per tutto l’anno scolastico ha lavorato per realizzare uno
spettacolo di improvvisazione assieme ad alcuni ragazzi diversamente abili sotto la guida della
Compagnia Teatrale BRUTTOTEM-
POANGELI, degli educatori della
Cooperativa Solidarietàsei e dell’insegnante di Lettere, professoressa
Silvia Canavesio.
Il Laboratorio ha permesso di sviluppare le potenzialità creative, espressive e mimiche
dei ragazzi e di accrescere la
collaborazione fra compagni e
con gli amici diversamente abili.
Lo spettacolo, dal divertente titolo “CAPI, CAPELLI, PIZZA E CIOCCOLATINI”, introdotto da alcuni
brani musicali eseguiti dagli
alunni della 2a E e della 2a A, diretti dalla professoressa Appendino, sarà in scena mercoledì 8 giugno alle ore 21, presso l’Auditorium dell’ Istituto Roccati.
EDUCAZIONE
AMBIENTALE
Come ogni anno, gli allievi del
corso E hanno partecipato ad un
corso di Educazione Ambientale,
curato dal dott. Enrico Combetto,
Guardia Ecologica Volontaria della Provincia di Cuneo, e dall’insegnante di Scienze, professoressa
Marina Stefani,
con la collaborazione delle insegnanti di Lettere
e Arte.
Dopo un’escursione
a Chianale, nel mese di
ottobre, per osservare la flora e la fauna montana, le tre
classi hanno seguito alcune lezioni teorico-pratiche e svolto un’esplorazione.
La classe prima ha studiato la
zona dell’Altopiano di Poirino con
le sue peschiere, dal punto di vista geologico e floro - faunistico.
La classe seconda ha studiato i
fattori ecologici che determinano
un ambiente e in particolare
l’ambiente bosco esaminandone
la distribuzione, le funzioni, la
struttura e i metodi di governo
che permettono di rinnovare le
piante che lo popolano; l’uscita si
è svolta nel querco carpineto del Roero. I ragazzi
hanno raccolto foglie delle varie
specie arboree
osservate e le
hanno fatte essiccare in una
pressa costruita da
loro e abbellita da uno
splendido disegno. Sono state
approfondite la morfologia della
foglia e la struttura delle varie
parti della pianta.
La classe terza ha studiato a fondo il tema della struttura e della
dinamica della Terra, in particolare della Pianura Padana, e ha
avuto occasione di osservare e
raccogliere rocce sedimentarie
ricche di conchiglie fossili nella
zona di Santo Stefano Roero.
Già da alcune settimane tutti
possono ammirare lo splendido
giardino fiorito di tulipani, viole,
clematidi… frutto del laboratorio GREEN LAB. Vi hanno lavorato
con grande impegno per due ore
settimanali, da ottobre a maggio,
alcuni alunni in situazione di
svantaggio guidati dalle professoresse Elisabetta Perrone e
Francesca Pisani e con il prezioso aiuto del collaboratore Bruno
D’Amico.
Il luogo per
apprendere
le prime nozioni di floricoltura e di
botanica in generale, oltre al giardino, è stato il Laboratorio di Scienze: qui si sono svolte
sia le lezioni teoriche sia quelle
pratiche manuali.
I ragazzi hanno imparato a riconoscere alcune tipi di piante attraverso l’osservazione, dal vivo
e grazie a immagini tratte da libri e da siti web, di foglie e di
fiori; dopo aver raccolto i vari tipi di foglie nell’autunno, le hanno
fatte seccare e poi deposte in un
raccoglitore. Gli allievi hanno imparato a interrare bulbi di fiori
vari in ciotole e vasi, disponendoli in maniera estetica ed artistica. L’attività è proseguita con
l’attenta osservazione della crescita e l’annaffiatura dei fiori.
Sono stati creati alcuni cartelloni
con disegni e fotografie dei vari
momenti di lavoro.
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ODISSEA ALL’ALBA GLI ALIENI
Tutto per una partita di calcio
«Odissea all’alba» è il nome - per
la verità poco benaugurante dell’operazione militare che coinvolge l’aviazione italiana, statunitense, britannica, francese e canadese in Libia. L’obiettivo è proteggere i civili ed eliminare le
forze del dittatore Gheddafi, che
per anni ha oppresso
la Libia e i libici.
La rivolta della
popolazione,
partita da
Bengasi, si è
estesa ben
presto a tutto
il Paese e la repressione del dittatore è sata così sanguinaria da
far intervenire tutto l’Occidente.
Dapprima La Francia, accorsa «a
sostegno della popolazione» (dice
la Francia), ma subito seguita da
altri Paesi della NATO (North Atlantic Treaty Organization), forti
di una risoluzione ONU.
Insomma, è guerra. Ed è incredibile che tutto sia scoppiato per
una partita di calcio.
Siamo nell’estate del 2000. Saadi
Gheddafi, figlio del dittatore libico, gioca nella squadra di Tripoli.
Bengasi contro Tripoli. La sfida
rischia di far fare una figuraccia
al leader, perché la squadra di
Saadi sta perdendo. Ci pensa l’arbitro a fare giustizia, assegnando
due rigori inesistenti e convalidando una terza rete in palese
fuorigioco alla squadra di Tripoli.
I giocatori del Bengasi vogliono
abbandonare il campo, ma gli uomini della sicurezza li costringono a desistere dalla clamorosa
protesta. Dopo un paio di settimane, il Bengasi va giocare contro
la squadra della madre di Saadi,
Al Bayada. Stesso copione di Bengasi. Proteste e polizia che spara.
Il giorno dopo, in segno di dis-
prezzo, vaga per Bengasi un somarello con la scritta sulla groppa: “Saadi”. Risultato: la squadra
del Bengasi viene cancellata dal
campionato, la sede distrutta da
bulldozer, diversi tifosi arrestati
e condannati a morte.
Quando scoppia la rivolta, da Tripoli chi si manda a
Bengasi a trattare?
Saadi, il calciatore della partita
truccata. Il figlio del leader
viene circondato in albergo ed è costretto a scappare in
caserma. Arriva una brigata di
1500 fedelissimi per salvarlo. È
una strage: 232 morti. Saadi salta
su un elicottero e vola a Tripoli,
mettendosi in salvo. Il popolo saccheggia le caserme, fa scorta di
armi e munizioni. La Cirenaica si
incendia. Anche a Tripoli si spara.
Ben presto la rivolta dilaga
ovunque, fino a diventare una
vera e propria guerra di liberazione, che vede ora coinvolto anche il nostro Paese.
Ilenia Costa
Francesca Galvagno
Daniele Bonino
SONO TRA NOI!
Per alcuni esistono, per altri sono
sciocchezze. Ma l’universo è troppo grande per non avere altre
forme di vita. Sì, stiamo parlando
degli extraterrestri.
Dall’inizio del secolo scorso si sono verificati moltissimi avvistamenti di UFO, dischi volanti, alieni ecc. Velivoli
a forma di sigaro nel cielo,
luci intermittenti di notte,
persone che
vengono rapite e dimenticano tutto, donne che partoriscono strane creature non umane,
gente che vede altri mondi!
Abbiamo anche alcune testimonianze antiche, come un dito dall’aspetto mezzo umano e mezzo
da rettile incastrato in una caverna, datato circa 200.000 anni
fa, all’epoca dei dinosauri, quando
ancora i mammiferi non esistevano (magari appartiene alla razza
aliena dei rettiliani).
Ma, soprattutto, avete mai sentito
parlare dell’Area 51? È una zona
segretissima nel Nevada, negli
Stati Uniti, dove si pensa che l’esercito americano tenga nascosti
dei segreti che, se rivelati, scon-
volgerebbero l’umanità.
Tutto iniziò il 2 luglio del 1947,
in una piccola località del New
Mexico, nel sud degli Stati Uniti,
Roswell. Nei pressi si schiantò
uno strano velivolo metallico e
chi andò a vedere ci trovò creature ancora più strane, ferite o
morte… Di
corsa andò a
chiamare lo
sceriffo di
Roswell, che
portò i rottami all’esercito. Subito le
autorità e il governo statunitense
negarono che si trattasse di un
disco volante o di qualunque
frutto della tecnologia aliena. Si
disse che era solo un pallone
sonda caduto prima di oltrepassare l’atmosfera terrestre, poi un
velivolo lanciato dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale. Fatto sta che le presunte creature aliene e i rottami vennero
portati per essere esaminati in
questa zona proibita, chiamata
Area 51. È senza dubbio la zona
militare più protetta e segreta
del mondo.
Daniele Bonino
SPETTACOLI MUSICALI
Sabato 4 giugno, alle ore 11, presso il Palazzetto dello Sport di
Carmagnola, gli alunni dei corsi
B e G e le classi 1a N e 1a O presenteranno lo spettacolo “MUSICA
IN EVOLUZIONE”, un excursus su
musiche e canti dal Medioevo ai
giorni nostri.
Giovedì 9 giugno a Pralormo, in
occasione della tradizionale Festa
dell'Accoglienza rivolta alla clas-
se V elementare e alle loro famiglie, le classi del corso P, dalle
ore 10:00 c.a. presso la palestra
della stessa scuola, si esibiranno
in uno spettacolo dal titolo “MUSICHE DI SMERALDO”. Tale spettacolo proporrà musiche, canti e
danze della cultura irlandese inserite in un breve quadro storico
relativo a questa nazione. A conclusione, la solita merenda con
prelibatezze preparate dagli stessi ragazzi del corso P (con la
collaborazione dei genitori) in tema irlandese.
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PLASTICA INQUINAMENTO
PRO E CONTRO (PIÙ CONTRO CHE PRO)
IL MALE DEL NOSTRO TEMPO
Negli oceani al giorno d’oggi cetacei, mammiferi viventi sulle rive dei mari e volatili marini
vengono uccisi dal nostro menefreghismo. Gli animali attratti dai
rifiuti che ai loro occhi sembrano
cibo provano a
mangiarlo e migliaia di questi
muoiono per soffocamento o ingerimento di materiali tossici.
Noi cosa possiamo fare per fare
diminuire le vittime dei nostri
sbagli? Possiamo
sostituire i rifiuti inorganici in
organici, possiamo sensibilizzare
la gente, ma soprattutto dobbiamo
imparare a prenderci cura delle
cose che abbiamo e riutilizzarle.
In media, un sacchetto di plastica
che noi compriamo, utilizziamo e
poi buttiamo dura 14 minuti,
mentre per essere smaltito (non
in modo naturale) ci vogliono dai
L’inquinamento è un’alterazione
dell’ambiente, di origine antropica o naturale, che produce disagi
o danni permanenti per la vita di
una zona e che non è in equilibrio con i cicli naturali esistenti.
Ogni anno vengono prodotti circa
260 milioni di tonnellate di plastica: un’evoluzione significativa
rispetto alla “misera” mezza tonnellata prodotta nel 1950. Nel
mondo ogni giorno si distribuiscono circa un miliardo di sacchetti di plastica monouso e fino
a 3 su 1000 arrivano all’oceano.
Quando questo materiale si trasforma in rifiuti, non essendo
biodegradabile, cambia forma e si
riduce in pezzi più piccoli spar-
cento ai duecento anni.
Anche la presunta soluzione dei
cosiddetti “sacchetti ecologici”,
fatti di materiale organico, in
questo caso di amido di mais e
farina, non risolve il problema.
Alcuni sacchetti
biologici sono
compostabili, ossia possono essere smaltiti naturalmente dall’ambiente stesso
in un arco di
tempo piuttosto
breve, ma il problema è che non
sono idrosolubili,
cioè non permettono al tempo di
eliminarli interamente, perciò
permangono nell’ambiente elementi che a lungo andare possono essere nocivi per l’uomo.
Quindi non c’è che una soluzione:
consumarne di meno e riutilizzarli il più possibile.
Martina Olivero
quantità di plastica prodotta
raddoppia.
Di questi 260 milioni di tonnellate prodotte annualmente circa la metà viene utilizzata per articoli monouso
o imballaggi che vengono
buttati entro l’anno. I relativi
detriti si accumulano nell’ambiente e il problema è in rapida
crescita.
gendosi in tutto il pianeta.
Le correnti marine trascinano i
piccoli pezzi fino a che la fauna
marina non li ingerisce, scambiandoli per meduse o altri tipi di
cibo. Naturalmente inghiottire
questi detriti può causare agli
animali gravi danni all’apparato
digerente, ostruendo l’esofago, lacerando le pareti dell’intestino e
conducendoli gradualmente alla
morte per fame. Esaminando il
contenuto dello stomaco di una
giovane tartaruga pescata al largo della Florida, sono stati ritrovati 74 oggetti diversi da cibo:
tra questi c’erano 4 tipi diversi di
gomma per palloncini, diversi tipi
di plastica dura , materiale simile
alla stoffa per tappeti e due pallottole di catrame. Su 92 tartarughe marine trovate morte su una
spiaggia, 50 di queste avevano ingerito forti quantità di detriti di
plastica. Tuttavia non si tratta solo di tartarughe: tutta la fauna
marina oggi ingerisce plastica e,
anche in piccole quantità, questo
materiale può essere letale.
Il più grande ammasso di detriti
di plastica oggi in mare è il
North Pacific Gyre, meglio conosciuta come “il grande cerotto di
spazzatura”: è grande come il Texas e contiene circa 3,5 milioni
di detriti, che vanno dai giocattoli agli spazzolini da denti.
Chiara Barbero
Martina Olivero
Luca Ghirotti
Matteo Tosco
DATI DI PLASTICA
CIFRE SPAVENTOSE CHE CI DICONO QUANTO STIAMO SPORCANDO
Solo per quanto riguarda buste e
sacchetti, quelli che usiamo comunemente per la spesa, secondo
un calcolo fatto dal WWF un italiano medio ne consuma dai 300
ai 400 all’anno (negli Stati Uniti
il consumo è addirittura di 1.200
pro capite).
La produzione della plastica assorbe ormai l’8% della produzione mondiale di petrolio.
Al ritmo di crescita attuale il
mondo produce 260 milioni di
tonnellate di plastica all’anno di
cui solamente il
3% viene riciclato; in
altre parole
il 96% della plastica
prodotta a livello mondiale
non viene riciclata.
La produzione
mondiale della plastica sta crescendo al ritmo del 3,5 % dell’anno e questo
significa che ogni 20 anni la
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GADGETS DEMENZIALI MA È UN GATTO
Pesci e tartarughe vivi sigillati dentro ciondoli di plastica
Al peggio non c’è mai fine. Il portachiavi è probabilmente l’oggetto più inutile, ma al tempo stesso
uno dei più diffusi: tutti ne possiedono uno e anche più. Per questo ora rischia
di diventare
un oggetto
dannoso.
La notizia arriva dalla Cina, dove recentemente
sono stati
messi in commercio ciondoli e
portachiavi di plastica con all’interno animali vivi, sigillati in un
sacchetto o in una boccetta di
plastica di piccole dimensioni dove possono sopravvivere solo per
qualche giorno. Animali
vivi, capite?
E l’incredibile è che
questi portachiavi stanno diventando molto popolari e sono assolutamente legali.
Nelle stazioni della metropolitana
e sui marciapiedi, bancarelle offrono questi oggettini ai passanti.
I compratori, crudeli non meno
dei produttori, possono scegliere
tra una piccola tartaruga del
Brasile o due pesciolini sigillati
in una confezione ermetica insieme ad un pò d’acqua colorata.
A chi chiede, i venditori precisano che le creature intrappolate lì
dentro stanno benissimo e possono vivere per mesi, «perché l’acqua contiene nutrienti». Molti
clienti sono persino soddisfatti
dell’acquisto, sostenendo che portano fortuna e che sono belli
esteticamente… senza rendersi
conto dell’ obbrobbrio che commettono ai danni di questi poveri
e indifesi animaletti.
Per fortuna, si stanno ora muovendo i sostenitori dei diritti degli animali. «Mettere un essere
vivente all’interno di un piccolo
spazio chiuso
a scopo economico affermano - è immorale ed è
un puro maltrattamento di
animali».
Alcuni acquirenti, mossi da compassione, hanno finito per liberare le bestioline dalla loro prigione colorata.
Altri hanno deciso di rivolgersi
alla legge, rimanendo ulteriormente delusi.
In genere la legge vieta la vendita di animali selvatici, ma questo
non vale per le tartarughe del
Brasile e i pesciolini rossi sigillati nelle loro tombe colorate!
Giulia Mastria
Sara Ribotta
O UN TRICHECO?
L’obesità è la malattia del secolo.
Non solo per uomini e donne, anche per gli animali. Un gatto cinese ne è la prova vivente: pesa
55 chili e il suo giro vita misura
quasi 100 centimetri. Il felino non
ha gusti difficili nel mangiare;
che sia pesce o
carne va comunque bene. É
rigido però sulla quantità: nella sua ciotola
ogni giorno devono finirci due
chili di pappa.
Il gatto obeso
vive in Cina, nella provincia di
Shandong. Ha nove anni e, nonostante le misure extralarge, gode
di ottima salute.
Qualche problemino però ce l’ha:
ha la pancia talmente pesante da
non riuscire a muoversi. Il felino
può solo rotolarsi sul tappeto e
anche solo per andare nella cesta
a dormire ha bisogno dell’aiuto
del padrone.
Oltre a non fare movimento, il
gattone ingrassa a vista d’occhio
perché mangia a dismisura.
Questo è un gatto da Guinness
dei primati, ma non è certo l’unico a soffrire di obesità. Gli animali domestici sono sempre più
spesso vittime
di problemi alimentari. Esattamente come i
loro padroni,
cioè noi, che
facciamo vita
sempre più sedentaria e mangiamo cibi sempre meno sani. Alla lunga la salute ne risente (diabete, complicazioni ai reni e alle vie respiratorie, ecc.).
Va detto che sia per gli animali
sia per gli esseri umani l’obesità
è dovuta spesso alla cattiva educazione famigliare.
Mattia Caraccio
Luca Lamberti
BEATE LE TARTARUGHE
Pensiamo a cosa potremmo fare se vivessimo tanto a lungo
Si sa che le tartarughe sono gli
animali che vivono più a lungo, ma Jonathan, con la
sua veneranda età di
175 anni, ha frantumato ogni record.
Jonathan è inglese e
ha assistito, si può dire,
all’incoronazione di ben otto sovrani (da Giorgio IV a Elisabetta
II) e di almeno 50 premier. La
prova della sua longevità è data
dal ritrovamento di un vecchio
album fotografico in un bidone
della spazzatura nell’Hampshire,
dove risultano foto scattate alla tartaruga
tra il 1899 e il 1902. L’album apparteneva a un fotografo che viveva sull’isola e in alcune delle
foto si vedono tre tartarughe giganti (una è Jonathan), di circa
50 anni all’epoca, portate dalle
Seychelles sull’isola come animali
ornamentali. Le tre tartarughe,
di cui Jonathan è l’unico sopravvissuto appartenevano
alla razza Dipsochelys Hololissa, la tartaruga gigante delle Seychelles, che allo stato selvaggio si è
estinta intorno alla metà del Diciannovesimo Secolo.
Silvestro Gomboso
Andrea De Pierro
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FACEBOOK E TWITTER A L B E R G H I
FANNO BENE ALLA SALUTE PER TUTTI I GUSTI
Nel corso delle
ultime settimane abbiamo
analizzato parecchi dati su
quanto Facebook faccia bene alla salute.
Incredibile, vero? Eppure Facebook fa bene alla salute e alla
memoria, secondo i dati diffusi al
congresso nazionale dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria,
tenutosi quest’anno a Gardone Riviera (Brescia). Il social network
più diffuso al mondo avrebbe un
effetto benefico sulla memoria
perché la conserva attiva. Negli
ultimi anni il numero di anziani
che si sono avvicinati al web è
cresciuto dell’80% e gli iscritti a
social network come Facebook o
MySpace con oltre 65 anni sono
ora circa l’8% del totale.
Insomma, non è affatto vero che i
social network sono destinati solo ai giovani.
Però sono gli anziani che ne
traggono i benefici maggiori, a
quanto pare. Basta un’ora di Facebook al giorno per ottenere un
miglioramento della memoria e
più in generale delle capacità cognitive. Inoltre a navigare si è
meno stressati e si soffre meno
di ansia e depressione.
Tant’è che negli ultimi anni si è
avvicinata alla rete una quota
sempre maggiore di anziani e di
adulti in genere con un più
elevato livello
di istruzione.
Con tutto ciò,
contiamo di essere riuscite a
convincere i
nostri genitori a lasciarci navigare in pace e un po’ più a lungo.
Loredana Agu
Chiara Lugli
Gabriella Rabino
Il più celebre è probabilmente
l’albergo di ghiaccio che si trova
nella Lapponia svedese. Ogni anno artisti e designer della neve
si riuniscono
a duecento
chilometri dal
circolo polare
artico per
creare meraviglie di neve e di ghiaccio utilizzando l’acqua pura del fiume
Torne che scorre sotto i loro piedi. Ogni anno si parte da un pro-
www. cio cco la to. it
UN SITO BUONO DA MANGIARE
Torino è la città del cioccolato
per eccellenza, come testimoniato
anche dal sempre maggiore successo di CioccolaTò, la fiera che
dal 2003 si tiene qui ogni anno.
Quest’anno si è svolta dal 25
marzo al 3 aprile, attirando più
di 500mila persone di
tutte le età.
In onore del 150°
anniversario
dell’unità d’Italia, i maestri
cioccolatai
hanno dato il
meglio di loro, creando un’intera
Italia di cioccolata con i monumenti simbolo di ogni regione.
Come si sa, Torino è la patria
dei gianduiotti, ma anche dei
buonissimi cremini Fiat, che fanno impazzire tutta Italia. Questi
ultimi nacquero da un’idea di
Ferdinando Baratti, in occasione
del lancio sul mercato di un nuovo modello di auto Fiat. I gianduiotti invece furono inventati da
Caffarel e devono il nome al fatto che furono presentati per la
prima volta durante il Carnevale,
distribuiti da uomini mascherati
da Gianduia.
Curiosità per i più golosi: il gianduiotto più grosso del mondo, fatto in occasione dell’Eurochocolate
di Torino qualche anno fa, misura
2 metri di altezza, 4 metri
di lunghezza e
1 metro di larghezza, il tutto
per 40 quintali
di peso!
Altra curiosità:
il cioccolato fa bene anche all’ambiente. Nel 2007 due giovani
ambientalisti inglesi hanno raggiunto Timbuktu con un fuoristrada alimentato con biodiesel
al cacao, utilizzando 4 tonnellate
di cioccolato, scartato per difetto
di fabbricazione, e ricavandone
2000 litri di carburante. Più ecologico di così...
Valentina Caraccio
Enrica Falletti
Alessia Sibona
getto diverso ispirato a vari stili
architettonici.
Nelle stanze gli ospiti dormono in
sacchi a pelo di pelliccia di renna o di foca
per resistere
alla temperatura di cinque gradi
sotto zero e
ogni mattina vengono svegliati
con una bevanda calda al succo
di mirtilli rossi. Nell’hotel c’è anche una chiesa in cui è possibile
unirsi in matrimonio.
In Bolivia, più precisamente nel
deserto dell’Uyuni (la più grande
salina al mondo), dal 2003 esiste
l’Hotel Playa Blanca, costruito
completamente di sale, fatta eccezione per il tetto in paglia.
All’interno è tutto scolpito nel sale: tavoli, sedie, letti e tutto il resto del mobilio... Chissà se anche
il conto sarà salato?
Mai pensato di dormire in un cane? Nell’Idaho, USA, questo è possibile. Più precisamente al Dog
Bark Park Inn. Si soggiorna dentro Toby e Sweet Willy, due beagle in formato maxi, che mettono
a disposizione due stanze collegate tra loro con tutte le comodità: nella pancia del cane trovano
posto un letto matrimoniale, un
bagno e una piccola zona cucina;
la testa accoglie invece un ambiente tipo loft con due futon
doppi mentre sopra il muso sorge
un gradevole angolo lettura.
E i cani? Ammessi, naturalmente!
Ilenia Costa
Francesca Galvagno
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scuolacittà
SCUOLACITTÀ
SPORT-FUORI-DI-TESTA
Anno VII - numero unico
Giugno 2011
Formaggi che rotolano giù dalle colline e mogli che urlano
Wikipedia pubblica la classifica
dei dieci sport che considera i
più strani al mondo.
Al 10° posto troviamo l’Hockey
Subacqueo, o Octopus Hockey,
molto popolare in Inghilterra, Australia, Canada e Sud Africa. Le
regole sono simili a quelle dell’hockey normale, solo che il dischetto rimane sul fondo della piscina, com’è ovvio.
Al 9° posto figura il Cheese
Rolling. Per praticarlo tutto
quello che occorre è una collina
e una forma di formaggio bella
tonda. Si lancia il formaggio giù
per la discesa e vince il primo
che riesce a prenderlo.
tando la moglie”. L’obbiettivo finale è quello di trasportare la
propria moglie lungo un percorso
ricco di ostacoli.
Al 5° l’Ultimate Frisbee.
Gioco di frisbee,
ma bisogna farlo
andare in meta.
Al 4° posto Uomini contro
Cavalli, ossia una maratona in
cui si sfidano uomini e cavalli. Il
risultato può sembrare scontato
ma non sempre lo è.
Al 3° posto la Regata delle
zucche giganti. Si svolge in
più parti del mondo e premia non
soltanto chi taglia per primo il
traguardo, ma anche chi ha la
zucca più grossa.
Secondo posto per il Pillow
Fight League, ossia la battaglia coi cuscini. Ci sono regolari
campionati, solo
per donne, che
si danno botte
da orbi.
Al primo posto,
vincitore di questa speciale classifica un po’ matta, è il Bog Snorkeling. Si
tratta di fare snorkeling nei fossi, ossia di nuotare in superficie
in acque non proprio limpide utilizzando il boccaglio.
Ce n’è per tutti i gusti insomma...
e pensare che noi a scuola siamo
ancora fermi alla pallapugno...
Luca D’Amato
CHOPPER
Ottavo è il Bossabal, uno spettacolare mix tra calcio, volleyball,
ginnastica e capoeira (in quanto
si gioca con un sottofondo musicale che ne ricorda il ritmo). Due
squadre si sfidano tra salti sul
trampolino, rovesciate volanti e
schiacciate tipiche della pallavolo. Esistono campionati in Brasile,
Olanda, Norvegia, Egitto e si disputano campionati mondiali.
Al 7° posto il Kabaddi, tipico
del Giappone, dov’è nato nel 1979.
Si sfidano due squadre composte
da sette persone; ogni squadra
invia a turno un “esploratore”
dall’altra parte del campo che
cercherà di atterrare più avversari possibile.
Al 6° posto troviamo il Wife
Carring, letteralmente “traspor-
Il chopper è
una motocicletta fortemente elaborata nel telaio.
In California e
in Florida, durante gli anni
50 e 60, alcuni appassionati di
moto cominciarono a tagliare il
canotto dello sterzo, in inglese
“chop”, e risaldarlo con inclinazione maggiore. Le forcelle anteriori si allungavano e il manubrio veniva alzato fin oltre l’altezza del casco del motociclista.
Parafanghi, luci di posizione e
freno anteriore venivano elimininati. La sella era sostituita con
una più sottile che seguiva la
forma del telaio.
Il processo di abbassamento del
baricentro faceva si che la moto
guadagnagnasse qualcosa in
termini di maneggevolezza
e di prestazioni, ma in realtà lo scopo ricercato era
quelo di “provocare”, esibendo
una moto unica e “nuda”.
A partire dagli anni ’60 l’azienda
americana Harley-Davidson iniziò
a produrre motociclette di serie
che favorivano modifiche e personalizzazione con accessori opzionali.
La consacrazione di questo genere di moto avvenne grazie al film
“Easy Ryder”, diretto da Dennis
Hopper nel 1969, culto di un’intera generazione.
Samuele Messina
Loredana Agu
Chiara Barbero
Nathan Beyene
Daniele Bonino
Mattia Caraccio
Valentina Caraccio
Ilenia Costa
Luca D’Amato
Alessandro De Paola
Andrea De Pierro
Michele Didoli
Andrea Elia
Anna Elia
Enrica Falletti
Francesca Galvagno
Luca Ghirotti
Silvestro Gomboso
Luca Lamberti
Nicolas Leo
Chiara Lugli
Giulia Mastria
Samuele Messina
Martina Olivero
Gabriella Rabino
Sara Ribotta
Salah Sammouni
Alessia Sibona
Giulia Tiranti
Matteo Tosco
coordinamento generale:
Gianni Zunino