Perché al Chelsea, perché le Alpi… - Fito

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Perché al Chelsea, perché le Alpi… - Fito
EXTRAVAGANTIA
Perché al Chelsea,
perché le Alpi…
Le Alpi sono un territorio grande, vasto,
per fortuna vastissimo. Se si vola verso
Londra o viceversa
verso l'Italia, improvvisamente, eccole le
Alpi; da lassù non
sembrano neppure
abitate; un senso di
smarrimento di territori ancora vergini,
da pionieri. Non è
naturalmente così,
ma per noi italiani le
Alpi sono lo spartiacque: di qua noi, di là
l’Europa. Estese, estesissime - più di 1200
Km., larghe tra 100 e
400 km. - sono abitate
da 16 milioni di persone.
I valichi, i trafori, le strade
panoramiche, le piste da sci,
le località di villeggiatura, le
passeggiate, le arrampicate; e
ancora gli alpeggi, le mucche,
il latte, il formaggio, le popolazioni di montagna in antitesi
alle popolazione di mare. Le
Dolomiti, ”perla nelle perle”,
dichiarate oggi dall’Unesco
“patrimonio dell’umanità”.
Ma per sapere veramente cosa
siano le Alpi bisogna andarci dentro. Bisogna, una sera
d’estate, giungere ansimando
al rifugio e lassù, alle ultime
curve, cercare appoggio sicu6
Le Alpi: un immenso giardino fiorito!!
ro accarezzando scisti grigie
ricoperte di licheni e riconoscerne l’odore. Le Alpi sono
piene di profumi, ogni montagna ha il suo; odori che “gli
adepti”, uomini rari che provengono da lontano,… dalla
notte dei tempi, dalle ere degli
alberi sacri, dei vulcani, della
formazione delle rocce, riconoscono immediatamente senza bisogno di guide o parole.
Lo stesso odore dei passaggi
difficili, estremi a volte, delle
arrampicate, con le mani tremanti su appigli ridicoli con
la faccia, le labbra, gli occhi
a pochi centimetri da quella
roccia dove ti agganci e dove
da una fessura spunta una androsace minuscola a ridicolizzare per proporzioni e bellezza ogni giardino giapponeseminiatura di questo mondo.
Oppure bisogna andarci sulle
Alpi d’inverno, ma devi esserci dentro, con il vento che
urla in un buco di neve e sono le tre, le quattro, le cinque, le sette del pomeriggio, e
la luce filtrata dalla neve che
si smorza lenta nella notte; e
poi rimane solo il vento che si
placa solo quando finalmente
giunge l’alba, con il sole che
sorge oltre i primi orizzonti e
ti accorgi che un altro giorno è passato ed uno nuovo
arriva.
Oppure bisogna andare sulle Alpi, senza faticare troppo, sdraiato su di un pascolo
d’estate con l’odore di terra smossa che sale dai buchi
delle marmotte, adagiato su
tappeti di sagina, affacciato
in prima fila su di un paradiso terrestre, fatto di soldanella, di raponzoli e di anemoni:
tappeti persiani dell’effimero
vivere… fiorire svelti svelti…
che la neve se ne è appena
andata e la prossima già si
prepara…. Il grande millenario larice, sotto molto più
sotto, vigila con quel tronco
enorme e quel ramo stracciato al vento che gli è rimasto.
Il cirmolo, un po’ più su, ultima sentinella contorta; ma
non diventerà troppo ardimentoso il suo salire?.
Se, svegliati da un letargo
incantato, aprissimo i nostri
occhi lassù, nel mezzo delle
Alpi, sapremmo subito identificarne luci e colori. Non
alla maniera che noi pensiamo, ma con i sensi dell’aquila e del camoscio: una luce
che è fatta di ombre leggere,
ma mai di tenebre; umida e
che sa di zolfo nei canaloni,
per esplodere piena, rotonda
inebriata di profumi delicati ed indescrivibili appena si
raggiungono le creste.
A maggio, a Londra, al Chelsea, tentare di rendere tutto
questo con una aiuola!! Non
ci dormiamo la notte per trasmetterla questa sensazione, queste emozioni. Londra
crocevia del mondo. Le Alpi.
Eppure spesso sono proprio
“gli scalatori di città”, inglesi
e francesi, americani e tedeschi, che hanno colto al meglio questi aspetti intimi delle
Alpi e sono stati capaci di
trasmetterli.
Sicuramente alle Alpi si è
ispirato Bill Viola per sua
opera immensa “Room for
St. John of the Cross” dove
qualcuno ha scritto sia stato
spezzato il confine tra filosofia e poesia. Ma forse si
è solo colto la mistica, tremenda ed impalpabile gran
consolatrice, che solo le Alpi
sanno dare.
Anche queste parole per spiegare quello che non si può
spiegare; andiamo avanti con
la nostra presunzione di farcela per il Chelsea Flower Show,
indipendentemente dal posto,
indipendentemente dall’ora,
indipendentemente da noi.
Specchi, piante, ricerca nei
vivai, permessi, luci e colori:
proveremo prima tutto a casa nostra, sulle nostre montagne… Noi – Gentile pubblico
– volevamo dire… ecco una
sensazione: le Alpi.
Ma cosa ci è venuto in mente?, non era meglio un bel
giardino italiano, quattro vasi
di cotto, limoni, bosso, sassolini, la fontanina, il putto,
oppure una sommessa scopiazzatura “di tendenza” con
tanto blu e linee morbide e
graminacee che piacciono
tanto??.
Maledetti noi, “vecchiacci
stizzosi”, “Luci e colori delle
Alpi”, altroché!!!!
Rivista tecnica - informativa
Fito-Consult e Agri-Consult Varese
Fondata nel 1989
Direttore responsabile
Giovanni Nello Franchi
Collaboratori a questo numero
Fabrizio Ballerio
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Fabio Borghi
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Malcolm Chaffer
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Daniele Zanzi
Grafica:
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Tel. 0332.435327
Stampa
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Edizioni: Daniele Zanzi
Registrazione Tribunale di Varese
n° 570 del 24/10/89
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