Catalogo Bacci: Sovrapensiero

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Catalogo Bacci: Sovrapensiero
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EnricoBacci
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EnricoBacci
A
G lleria
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sovrapensiero
EnricoBacci
9 - 30 Ottobre 2010
Comitato organizzatore
Galleria d’arte Le Stanze s.r.l.
Via Roma 92/a Livorno
Mostra a cura di
Valeria Falleni
Anna Pieri
Giacomo Romano
Guendalina Romano
Thanks: Casa del Pittore Livorno
Alessandro Dechecchi
Paolo Virzì
Testo critico a cura di
Alice Barontini
Fotografie e referenze fotografiche
FotoArte - Livorno
Job dv digital movies
In prima di copertina
Art 2005
sul retro di copertina
Dalle parole ai fatti 2010
Fotolito e Stampa
Industrie Grafiche Pacini
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EnricoBacci
Ricordi, esperienze, miti, la vita metropolitana, l’attualità, questo è il mondo di Enrico Bacci. Pittore, scultore, grafico, riesce
a fare arte, a comunicare con molte forme di espressione, a “muoversi” tra passato, presente e futuro, prediligendo l’utilizzo
di materie povere che decontestualizzate tornano a nuova vita, con nuova forma. Manifesti pubblicitari, giornali, riviste, carte
geografiche, la carta è l’elemento base per i suoi lavori, può servire da sfondo ad un’opera ma può determinare forme
e contorni in un’altra, viene riutilizzata strappandola, incollandola, sovrapponendola per dare “voce” ai suoi pensieri, per
comunicare con il mondo grazie ad una visone d’insieme chiara, pulita, semplice. Le sue opere sono tattili, si possono toccare,
si può chiaramente sentire la stratificazione della materia, la colla, il lembo strappato, la scalinatura tra un pezzo di carta e l’altro
e questo ci rende partecipi dal punto di vista emotivo del suo lavoro.
Un lavoro il suo, che sembra quasi nascere dal caso ma che invece è accuratamente pensato, a dispetto del titolo dato alla
mostra “Sovrapensiero”, con il quale abbiamo voluto evidenziare la sua istintiva capacità gestuale.
Prendiamo ad esempio il dipinto pubblicato a pagina 23, un ritratto commissionato per un’occasione speciale, nel quale l’artista
è riuscito a mettere in comunicazione il personaggio e l’osservatore attraverso un doppio equilibrio: il primo è rappresentato
dal bilanciamento tra il paesaggio marino sulla sinistra sinonimo di serenità e spensieratezza e la rappresentazione a collage
degli interessi del soggetto posti alla sua destra, anch’esso un paesaggio ma della sua mente. Questa parte lascia libero il
personaggio ovverosia non lo sovrasta, si ha l’idea dunque di un uomo fortemente inserito nella sua storia ma capace di
mantenere la propria naturalezza. Il secondo elemento di equilibrio lo ritroviamo nel rapporto tra l’imponenza fisica, volutamente
accentuata, ed il suo sguardo rappresentato dagli occhiali da sole che anziché costituire una barriera rappresentano una
breccia, un’apertura, che ci conduce verso la sua interiorità, ed è questa forse la parte più geniale del ritratto.
Prosegue con questa mostra il percorso de Le Stanze nell’arte contemporanea, convinti come siamo, che l’arte non abbia
tempo.
Galleria Le Stanze
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EnricoBacci
Io non è che sia proprio un grande esperto di arte
contemporanea, ma di sicuro mi piace aver le pareti di
casa piene di dipinti di Enrico. Sono come tante finestre
affacciate su paesaggi, o visioni, in grado di trasmettere
persino una specie di benessere.
Se per caso, un giorno, per un motivo che adesso non
so immaginare qualcuno mi regalasse un’opera di Damien
Hirst, o di quell’altro, Jeff Koons, per appenderla nel mio
soggiorno, sarei costretto a custodirla in cantina, perché
non saprei quale Bacci togliere. Non potrei fare a meno
della leggerezza, della grazia, vorrei dire addirittura della
felicità di quei suoi quadri.
Paolo Virzì
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EnricoBacci
«...How many times must a man walk down/ before you can call him a man, /yes,’n how many seas must a white dove
sail/ before she sleeps in the sand,/ yes, and how many times must the cannonballs fly/ before they’re forever banned,/ the
answer my friend is blowing in the wind,/ the answer in blowing in the wind...»1
Bob Dylan
Nella sua arte Enrico Bacci è un entusiasta viaggiatore, a cui piace esplorare nuovi mondi artistici e culturali mantenendo
però con fermezza una rotta sempre coerente e mai banale. Curioso e sperimentatore, l’artista crea un linguaggio personale
contaminando una molteplicità di stili, tecniche, suggestioni e materiali che mixa in maniera innovativa, proprio come se fosse
uno di quegli artisti-dj di cui parla il critico Nicolas Bourriaud nel suo saggio Postproduction2, dove analizza il fatto che - dagli
anni ‘80 in poi - sempre più spesso gli artisti si appropriano di forme precostituite per rielaborarle in maniera creativa e poi
riproporle, mutate e attualizzate, agli occhi e alla mente dell’osservatore. Guardando le opere di Bacci, del resto, non si può
parlare di semplice citazione ma, piuttosto, di “abitazione” di diverse correnti artistiche che vanno dalla pop art (per quanto
riguarda l’interesse rivolto ai miti di massa) ai nuovi selvaggi tedeschi (per la gestualità veloce e carica di tensione che emerge
in certe opere), dalla tradizione futurista (di cui si sente l’influenza nella movimentata frantumazione di alcuni lavori), fino
alla grafica pubblicitaria, la cui suggestione è evidente nell’attenzione rivolta allo studio compositivo e cromatico, che risulta
sempre di grande impatto. Questa continua oscillazione tra tradizione e innovazione, tra adesione ad alcuni modelli “già dati”
e l’immediatamente successiva rilettura di essi, si nota chiaramente nei decollage di Bacci che - pur rifacendosi alla poetica
dell’object trouvè e al nouveau realisme - sono tuttavia caricati di riferimenti alla contemporaneità capaci d’innescare in chi
osserva riflessioni attuali gravitanti, per esempio, intorno ai campi dell’ecologia, della politica o dello statuto dell’arte d’oggi.
Spesso però a esser modificato e attualizzato non è solo il concetto alla base di un’opera ma anche la tecnica utilizzata:
Bacci, infatti, trasforma il linguaggio di partenza di molte sue opere (ovvero il decollage di affiche pubblicitari prelevati dal
contesto urbano) in collage o in basi iper-materiche su cui dipingere. Dopo aver ingaggiato un processo di de-costruzione, lo
strappo pilotato di Bacci assume, infatti, un ruolo di costruzione e - attraverso una serie di accumuli, incroci e assemblaggi
di singoli frammenti astratti d’affiche – lascia nascere un’opera che, se non è figurativa, quantomeno è capace di suggerire in
chi osserva un’immagine ben precisa. Altre volte, poi, sono i numeri, le lettere, i simboli, i colori e gli inserti pittorici a disporsi
sul supporto dell’opera in maniera caoticamente studiata, dando vita a lavori in cui intensa è quella sensazione di fermento
metropolitano che contraddistingue da sempre gran parte della produzione di Bacci, percorsa
com’è da spunti che talora
rievocano vagamente persino un grafitismo americano rivisitato in salsa pop. Il concetto di appropriazione e abitazione di forme
già date è evidente anche in alcune sculture recenti come in Cambiare gli addendi che trae ispirazione in maniera palese dalla
Colonna senza fine di Constantin Brancusi, realizzata in acciaio nel 1937 e alta quasi 30 metri, caratterizzata dalla ripetizione
di un blocco posto uno sopra l’altro a scandire, con ritmo implacabile, l’idea della verticalità che, moltiplicandosi all’infinito nel
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pensiero, sfiora i limiti dell’inimmaginabile. Bacci decide di “abitare” l’opera del celebre artista romeno realizzandola in scala
minore, compiendo piccole modifiche formali rispetto al modello precostituito e rivestendo l’intera opera con un collage di carte
geografiche. Proprio come se si trattasse di una sorta di grande mappamondo proteso verso l’alto.
Quello della geografia, del resto, è il tema su cui Bacci sta lavorando proprio nelle ultimissime opere, in gran parte pubblicate
in questo volume. Si tratta di un ciclo suggestivo che, senza rinunciare a una forte tensione estetica, risulta ricco di risvolti
concettuali e percorso da significazioni sociali, politiche ed esistenziali raccontate in maniera più intima e riflessiva rispetto al
passato. Con un procedimento parallelo a quello utilizzato per le opere che prendevano vita dalla materia prima dell’affiche,
anche in questi lavori più recenti Bacci de-costruisce vecchie mappe geografiche del mondo per poi ri-costruirle in maniera del
tutto arbitraria, creando configurazioni di continenti immaginari che esistono soltanto grazie alla fantasia dell’artista. Percorsi
da uno spirito ironico che non sfocia mai nel drammatico (neppure quando l’artista decide di raffigurare in maniera del tutto
singolare un moderno inferno dantesco fatto di gironi attualissimi e di dannati contemporanei) Bacci, anche in questo ciclo
di opere, non rinuncia a sviscerare tematiche importanti come quelle che vedono protagonisti i rapporti fra individuo (o
collettività d’individui) e potere politico che, dall’alto, determina le configurazioni del territorio, stabilendo confini geografici
spesso in contrasto con i limiti fisici e culturali di certi paesi. Si tratta di un modo per mettere in questione i confini territoriali e
lasciare allo spettatore l’opportunità di riflettere sulla precarietà crescente delle identità nazionali in un mondo dominato dalla
globalizzazione e percorso da quel disperato bisogno di pace, il cui simbolo diventa lo spunto per un’altra scultura: Dalle parole
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ai fatti.
Così, mantenendo salda quella verve ludica che da sempre caratterizza l’artista, ecco che da vecchie carte geografiche
rappresentanti continenti di volta in volta diversi, prende forma l’immagine cult di una Vespa: simbolo di libertà e spensieratezza,
che – pur distinguendosi nella silhouette pittorica dalle scritte, dai colori e dalle forme stampate sulla carta - in qualche modo
si fonde e con-fonde con il supporto, stabilendo con esso un rapporto di dialettica non solo concettuale ma anche cromatica
e di toni.
Quasi un invito all’apertura verso l’altro. Alla ricerca (forse un po’ naif ma anche per questo così accattivante) di una patria i
cui confini siano idealmente abbattibili.
...Proprio come succede nei de-collage/collage di Enrico Bacci.
Alice Barontini
Bob Dylan da Blowin’ in the wind, 1962. Traduzione: …. Quante strade deve percorrere un uomo/ prima che lo si chiami uomo?/ quanti mari deve oltrepassare
una colomba bianca/ prima di dormire sulla sabbia?/ Quante volte dovranno volare le palle di cannone/ prima che siano bandite per sempre?/ La risposta,
amico mio, sono parole al vento, /la risposta sono parole al vento./
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Nicolas Bourriaud, Postproduction. Come l’arte riprogramma il mondo, Postmedia, 2004
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Art from design
2006
collage e acrilico su tela, cm. 120x100
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Est Mia
2008
decollage su tavola, cm. 23x25
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For Sale
2009
decollage su tavola, cm. 27x25,5
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Art
2005
collage su tela, cm. 69,5x100
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Lettere
2004
collage su tavola, cm. 25x25x5,5
10
Lettere
2004
collage su tavola, cm. 25x25x4,5
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Decifrare Boccaccio
2005
collage su tela, cm. 70x100
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La bandiera
2010
collage e acrlico su tela, cm. 70X100
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13
La vespa
2010
collage e acrilico su tavola, cm. 81x107
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Armonia
2006
collage su tela, cm. 65x65
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Bella figura
2010
collage su gesso e tavola, cm. h. 26x25x25
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16
Miami grattacielo
2009
college e decollage su tavola, cm. 135x90
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La 500 L
2010
collage e acrilico su tela, cm. 80x100,5
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18
Pelè
2005
collage e acrilico su tela, cm. 100x100
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19
Bikini
2007
collage e acrilico su tela, cm. 70x90
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20
La terra promessa
2010
collage su tavola, cm. 75x93
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EnricoBacci
21
Cambiare gli addendi
2010
legno e collage, cm. h. 260x21x20
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22
Marina grande
2006
collage su tela, cm. 150x100
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EnricoBacci
23
Ritratto del Dottor Luigi Pieri
2010
collage e acrilico su tela, cm. 99,5x90
collezione privata Livorno
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EnricoBacci
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L’Habana l’ombelico
1997
collage e acrilico su tela, cm. 100x70
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EnricoBacci
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Golfo n°5
2009
decollage e acrilico su tavola, cm. 105x113
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EnricoBacci
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EnricoBacci
27
L’enigma dei numeri primi
2006
collage e acrilico su tela, cm. 40x150
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EnricoBacci
Coca Cola
2007
acrilico e juta su tavola, cm. 16,5x46
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La Cucina
2008
acrilico su tela, cm. 60x100
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Salerno-Reggio Calabria
2010
collage ed acrilico, cm. 125x100
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EnricoBacci
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L’Inferno
particolare
nella pagina precedente
2010
L’Inferno
collage e acrilico su tela, cm. 180x180
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1916
2009
collage e acrilico su legno telato, cm. 55x38
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Occhio sul Golfo
2009
collage e acrilico, cm. 45x68,5
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Enrico Bacci
Nato in provincia di Pisa, vive in Toscana. Autodidatta. Gli esordi
come Art-director di una sua Agenzia Pubblicitaria, trentenne fu invitato a rappresentare l’Italia alla Biennale delle Produzioni Giovanili
dell’Area Mediterranea tenutasi nel 1986 a Firenze.
Nel 1988 la medaglia d’argento al Premio Arte organizzato dalla Mondadori, con mostre presso la Finart di Roma e Milano, sempre nello
stesso anno è scelto tra i primi dieci pittori al mondo all’International
Art Competition di New York. Dal 1989 la sua attività si rivolge anche
alla scultura, realizzando molti lavori in bronzo e marmo a Venezia, la
città dove lavora fino al 1991.
Nel 1995 Fax-Art, creazioni artistiche raccolte via fax nella sede del
Palazzo delle Esposizioni di Roma.
Da questo anno fino al 2000 seguono mostre a Roma, Venezia, Pamplona (Spagna), Pisa, New York oltre a lavorare a monumentali opere
di scultura. Sempre nel 2000 con un opera di design partecipa al
Forum on line della Mostra Internazionale di Architettura nell’ambito
della Biennale di Venezia. Seguono anni di lavoro presso lo studio.
Nel 2005 l’incontro e la collaborazione con la Galleria del Palazzo
e il suo Direttore Massimo Martini, della Maison Enrico Coveri. La
sintonia di vedute conduce il sodalizio, a partire da Firenze, ad avere
opere e contatti con la Fondazione Luchino Visconti di Ischia, fino al
salto negli Stati Uniti di questi ultimi anni.
Nel 2007 l’European Art Exhibit, esposizione di opere a Miami in Florida presso l’Alliance Francaise e alla Damien Gallery nel 2008, sotto
il patrocinio del Consolato Francese e dell’Ambasciatore Unesco in
Florida. L’anno seguente è invitato dall’Italian Group a partecipare al
prestigioso Miami Art Basel, occasione nella quale due sue opere (ritratto del Presidente e bandiera americana),sono state scelte per far
parte della collezione del Presidente degli Stati Uniti Barack Obama,
nella Casa Bianca,insieme all’ opera di Giorgio Morandi “Natura
Morta” del 1955.
2010 Al Museo Navale della Marina Militare di la Spezia, mostra dal
titolo See the Sea, 50 opere dedicate al mare.
Principali Collezioni
Città del Vaticano (Roma)
Maison Enrico Coveri (Milano – Montecarlo)
Fondazione Luchino Visconti (Ischia)
Federal Reserve (Boston)
Museo Navale (La Spezia)
Casa Bianca (Washington)
Cetus (Roma)
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Dalle parole ai fatti
2010
legno e collage, cm. h.54, diametro 30x8
A
G lleria
d’ rte
Galleria d’arte Le Stanze s.r.l.
57126 Livorno Via Roma 92/A
Tel. 0586 1863558 Fax 0586 1865927 Cell. 335 7051360
[email protected] - www.gallerialestanze.it
Finito di stampare nel mese di Settembre 2010
presso le Industrie Grafiche della Pacini Editore S.p.A.
Via A. Gherardesca • 56121 Ospedaletto • Pisa
Tel. 050 313011 • Fax 050 3130300
www.pacinieditore.it