Marcatori prognostici nell`embolia polmonare acuta: il ruolo delle
Transcript
Marcatori prognostici nell`embolia polmonare acuta: il ruolo delle
Rassegne Vol. 99, N. 10, Ottobre 2008 Pagg. 509-515 Marcatori prognostici nell’embolia polmonare acuta: il ruolo delle troponine Cecilia Becattini, Giorgia Manina, Giancarlo Agnelli Riassunto. Nei pazienti con embolia polmonare acuta la mortalità intraospedaliera varia tra l’1% ed il 30%. Nei pazienti con embolia polmonare ed instabilità emodinamica l’elevata mortalità a breve termine può essere ridotta attraverso una rapida riperfusione con terapia trombolitica. I pazienti con embolia polmonare senza segni di compromissione emodinamica necessitano di un rapido inquadramento diagnostico e di una stratificazione prognostica mirata ad individuare coloro che, per l’elevato rischio di morte e deterioramento emodinamico sono candidati per la terapia trombolitica. La mortalità intraospedaliera in pazienti emodinamicamente stabili varia tra l’1 ed il 10%.Studi clinici osservazionali hanno evidenziato che nei pazienti con embolia polmonare acuta, elevati livelli di troponina si associano ad una elevata mortalità e con l’insorgenza di complicanze emodinamiche. Questi studi sono stati recentemente inclusi in una metanalisi che ha confermato l’associazione tra elevati livelli di troponina e mortalità totale a breve termine e tra elevati livelli di troponina e mortalità per embolia polmonare. L’associazione è stata confermata anche negli studi che hanno incluso solo pazienti emodinamicamente stabili. Il beneficio clinico della terapia trombolitica in pazienti emodinamicamente stabili con embolia polmonare dovrà essere valutato in studi clinici condotti in questi pazienti. Parole chiave. Anticoagulanti, embolia polmonare, tromboembolismo venoso, trombolisi, troponina. Summary. Determinants of prognosis in acute pulmonary embolism: the role of serum troponins. In-hospital mortality in patients with acute pulmonary embolism ranges between about 1% and over 30%. Due to a particularly high mortality, hemodynamically unstable patients with pulmonary embolism should receive thrombolytic treatment. The role of thrombolytic treatment in hemodynamically stable patients with pulmonary embolism is controversial and should be restricted to those at high risk for in-hospital mortality. Prognostic stratification is crucial in hemodynamically stable patients as mortality in this group ranges between 1 and 10%. Serum troponin levels have been shown to be associated with in-hospital mortality and clinical deterioration. Studies on the prognostic value of serum troponin in patients with acute pulmonary embolism have been included in a meta-analysis that shows a 5-fold in hospital mortality in patients with high troponin compared to those with normal troponin levels. The prognostic value of elevated serum troponin levels have also been shown in studies including only hemodynamically stable patients with pulmonary embolism. Future studies will evaluate the clinical benefit of thrombolytic treatment in hemodynamically stable patients with acute pulmonary embolism at high risk for adverse outcome. Key words. Anticoagulants, pulmonary embolism, thrombolysis, troponin, venous thromboembolism. Medicina Interna e Cardiovascolare, Università, Perugia. Pervenuto il 29 aprile 2008. 510 Recenti Progressi in Medicina, 99, 10, 2008 Introduzione L’embolia polmonare e la trombosi venosa profonda sono due manifestazioni cliniche del tromboembolismo venoso. L’incidenza di tromboembolismo venoso aggiustata per età e per sesso è stata riportata essere pari a 117 casi per 100.000 persone/anno1; l’embolia polmonare rappresenta circa il 40% dei casi. Pertanto, l’incidenza di embolia polmonare varia tra i 30 e gli 80 nuovi casi/anno per 100.000 abitanti. Le stime di incidenza dell’embolia polmonare possono variare in base al disegno dello studio (retrospettivo o prospettico) ed alle modalità impiegate per la diagnosi. Infatti, la presentazione clinica dell’embolia può essere paucisintomatica o del tutto asintomatica o avere un esordio acuto con ipotensione, shock, fino all’arresto cardiaco. La varietà di presentazione associata alla scarsa specificità dei sintomi può rendere difficile la diagnosi e ritardare l’inizio della terapia. Per ottimizzare l’iter diagnostico in termini di tempestività e disponibilità di risorse, sono stati proposti numerosi algoritmi diagnostici. La prima fase di tutti questi algoritmi prevede la valutazione della probabilità clinica a priori attraverso un modello validato, come lo score di Wells, o, indipendentemente, da parte del clinico. Il livello di probabilità clinica (elevata, media, bassa), la modalità di presentazione clinica (emodinamicamente stabile o instabile) e la disponibilità delle risorse (TC multistrato, medicina nucleare, ecocardiografia, etc.) condizionano la composizione dell’iter diagnostico strumentale. La tempestività della diagnosi ed il rapido inizio della terapia sono essenziali per ridurre la mortalità e l’incidenza di complicanze in pazienti con embolia polmonare acuta. In questi pazienti, il trattamento anticoagulante è in grado di ridurre la mortalità a due settimane dal 25-38% al di sotto del 15%2. Evoluzione clinica a breve termine dell’embolia polmonare Il decorso clinico a breve termine dei pazienti con embolia polmonare acuta è stato descritto in due registri. Nel registro ICOPER (International Cooperative Pulmonary Embolism Registry) sono stati inclusi 2454 pazienti con embolia polmonare acuta3. La mortalità a due settimane è risultata pari all’11,4% e la mortalità a tre mesi pari a 17,5%. L’embolia polmonare è stata indicata quale causa della morte nel 45% dei casi. Nel registro MAPPET (Management and Prognosis in Pulmonary Embolism Trial)4 sono stati inclusi 719 pazienti emodinamicamente stabili, con embolia polmonare. Sono state osservate una mortalità intraospedaliera pari al 9,6% ed una mortalità intraospedaliera per embolia polmonare pari al 9 %, circa il 90% della mortalità totale. Il confronto dei dati di mortalità a breve termine e lungo termine (un anno dall’evento) eviden- ziano che la mortalità dovuta all’embolia polmonare è particolarmente elevata nelle prime settimane e si riduce nel tempo5. A distanza dall’evento acuto, infatti, il cancro diventa la prima causa di mortalità. In una certa percentuale di pazienti con embolia polmonare, circa il 5-10%, il decorso clinico intraospedaliero può complicarsi con l’insorgenza di deterioramento emodinamico, ovvero shock o ipotensione protratta, talvolta condizionato da recidive precoci6. Questa condizione è gravata da una elevata mortalità e richiede solitamente un trattamento trombolitico. L’identificazione dei pazienti affetti da embolia polmonare ad alto rischio di mortalità o di deterioramento clinico è di fondamentale importanza al fine di ottimizzarne la gestione clinica (ricovero in Unità di terapia intensiva, scelte terapeutiche mirate) e, potenzialmente, ridurne la mortalità. Fattori prognostici nel paziente con embolia polmonare I fattori che condizionano il decorso a breve termine dei pazienti affetti da embolia polmonare possono essere suddivisi in due categorie: fattori clinici e fattori strumentali. I primi sono costituiti dalle caratteristiche di presentazione clinica dell’embolia polmonare (instabilità/stabilità emodinamica) e dalle caratteristiche del paziente (età, status cardiopolmonare pre-esistente, co-morbilità). I fattori strumentali sono invece costituiti dalle caratteristiche dell’embolia polmonare (estensione dell’ostruzione arteriosa polmonare) e dall’entità dell’interessamento delle sezioni cardiache destre. FATTORI PROGNOSTICI CLINICI Tra le caratteristiche della presentazione clinica dell’embolia polmonare, la valutazione dello stato emodinamico ha un ruolo cruciale. La correlazione esistente tra la presenza di shock al momento del ricovero e la mortalità per embolia polmonare è stata evidenziata nei primi studi sull’impiego della terapia trombolitica. Più recentemente, l’analisi per sottogruppi dei pazienti inclusi nello studio ICOPER ha mostrato una mortalità del 58% nei pazienti che presentavano instabilità emodinamica al momento del ricovero e del 15,1% nei pazienti emodinamicamente stabili3,7. Sulla base di tali evidenze, in pazienti con embolia polmonare ed instabilità emodinamica è raccomandata la rapida riperfusione tramite terapia trombolitica o, in presenza di controindicazioni, tramite embolectomia chirurgica. In questo contesto clinico una ulteriore stratificazione prognostica assume un ruolo marginale. La conferma diagnostica tramite l’esecuzione della TC multistrato può essere rimandata al ripristino della stabilità emodinamica e la terapia trombolitica può essere iniziata sulla base del riscontro di sovraccarico destro all’ecocardiogramma, in presenza di probabilità clinica elevata8. 511 C. Becattini, G. Manina, G. Agnelli: Prognosi nell’embolia polmonare acuta: ruolo delle troponine Il problema dell’intensità del trattamento ed in segmentari. Studi clinici osservazionali hanno eviparticolare l’opportunità dell’impiego del trattadenziato una correlazione tra il grado di ostruziomento trombolitico rimane invece irrisolto nei pane embolica valutato alla TC e la mortalità per emzienti con embolia polmonare emodinamicamente bolia polmonare. Tuttavia questa correlazione nestabili, nei quali il registro MAPPET mostra una cessita di una conferma su più vasta scala. mortalità intraospedaliera superiore al 10%4. In questi stessi pazienti, tuttavia, studi clinici randoFATTORI PROGNOSTICI STRUMENTALI: mizzati hanno mostrato tassi di mortalità inferiori LE SEZIONI CARDIACHE DESTRE al 5%. Pertanto, il beneficio clinico di una rapida riIl grado di compromissione delle sezioni cardiaperfusione tramite terapia trombolitica in questo che destre si è rivelato di cruciale importanza nelcontesto deve essere bilanciato con il rischio di comla stratificazione prognostica dei pazienti con emplicanze emorragiche maggiori. L’impiego di fattori bolia polmonare emodinamicamente stabili. I paprognostici in grado di individuare, tra i pazienti rametri di valutazione della funzione ventricolare con embolia polmonare emodinamicamente stabile, destra per i quali sia stato individuato un valore quelli ad elevato rischio di morte e complicanze preprognostico in pazienti con embolia polmonare acucoci risulterebbe particolarmente utile per seleziota vengono distinti in indicatori di disfunzione vennare i candidati ad uno stretto monitoraggio clinico tricolare ed indicatori di danno miocardico. in unità di terapia intensiva ed eventualmente alla terapia trombolitica. L’analisi delle caratteristiche del paziente, delle caratteristiche dell’embolia polIndici di disfunzione ventricolare destra monare e l’entità dell’interessamento delle sezioni cardiache destre assumono un ruolo essenziale nelL’embolia polmonare comporta un rapido increla gestione clinica in fase acuta del paziente con emmento della pressione arteriosa polmonare con inbolia polmonare emodinamicamente stabile. cremento acuto del post-carico del ventricolo deLa possibilità di stratificare i pazienti con stro. In risposta a tali variazioni emodinamiche il embolia polmonare in classi di rischio per ventricolo destro si dilata. La dilatazione del veneventi avversi a breve termine al letto del patricolo destro è considerata un indice di disfunzioziente, senza l’utilizzo della diagnostica per immane ventricolare destra. gini, impiegando parametri clinici semplici (età, pressione arteriosa, frequenza cardiaca, comorbilità, ecc), aggregati in modelli di Tabella 1. Modelli clinici a punteggio per la stratificazione prognostica valutazione prognostica è in pazienti con embolia polmonare. stata valutata in studi cliniModello di Aujesky Punti Modello di Wicki Punti ci osservazionali. Tali modelli possono essere di partiCARATTERISTICHE colare utilità per il primo inEtà, per anno Età in anni Età, 60-79 / >80 1/2 quadramento clinico del pa9,10 ziente (tabella 1) . Sesso 10 COMORBILITÀ FATTORI PROGNOSTICI STRUMENTALI: L’ENTITÀ DELL’OSTRUZIONE EMBOLICA Studi angiografici avevano mostrato una correlazione tra l’ostruzione embolica del letto vascolare polmonare superiore al 50% e mortalità per embolia polmonare. Attualmente l’angiografia polmonare viene effettuata in una minoranza di pazienti ed è stata pressoché completamente sostituita dalla TC multistrato e dalla scintigrafia perfusionale. La TC multistrato permette una buona visualizzazione delle arterie polmonari fino ai rami segmentari e, talvolta, anche sotto- Scompenso cardiaco 10 Scompenso cardiaco 1 Neoplasia 30 Neoplasia 2 BPCO 10 Recente intervento chirurgico 1 Precedente TVP 1 CONDIZIONI CLINICHE FC >110 20 PAs <100 30 FR >30 20 Temperatura <36°C 20 Sensorio alterato 60 Saturazione O2 <90% 20 PAs <100 2 Saturazione O2<8kPa 1 TVP all’ecocolor doppler 1 Per il Modello 1: basso rischio ≤85 punti, alto rischio ≥ 106 punti. Per il Modello 2: basso rischio ≤ 2 punti, alto rischio ≥3 punti. BPCO= broncopneumopatia cronica ostruttiva, TVP= trombosi venosa profonda, FC= frequenza cardiaca, PAs= pressione arteriosa sistolica, FR= frequenza respiratoria 512 Recenti Progressi in Medicina, 99, 10, 2008 Come conseguenza della dilatazione ventricolare, le fibrocellule cardiache vanno incontro a stiramento, che condiziona la produzione e la liberazione in circolo di marcatori sierici di disfunzione ventricolare. La dilatazione del ventricolo destro è facilmente valutabile all’ecocardiogramma. Rispetto ad altri parametri ecocardiografici di tipo qualitativo, gli indici di dilatazione ventricolare destra (il diametro telediastolico del ventricolo destro ed ancora meglio il rapporto tra il diametro telediastolico del ventricolo destro e sinistro) sono preferibili in quanto parametri oggettivi. Altri parametri ecocardiografici, quali la stima della pressione arteriosa polmonare o la misura dell’escursione dell’anello tricuspidale, sono meno utilizzati in quanto richiedono valutazioni ecografiche più sofisticate. Studi clinici hanno evidenziato una mortalità intraospedaliera superiore in pazienti con embolia polmonare e disfunzione ventricolare destra rilevata all’ecocardiografia rispetto ai pazienti con normale funzione ventricolare destra. Questo dato è stato confermato in pazienti emodinamicamente stabili. Da una sottoanalisi del registro ICOPER, la disfunzione ventricolare destra all’ecocardiografia è risultata associata in maniera indipendente (HR 1,94, 95% IC 1,23-3,06) con la mortalità intraospedaliera in pazienti con embolia polmonare emodinamicamente stabile7. Non esistono, al momento, evidenze sul ruolo della terapia trombolitica in pazienti con embolia polmonare e disfunzione ventricolare destra all’ecocardiogramma, in assenza di compromissione emodinamica. Di recente, grazie all’evoluzione tecnologica delle metodiche di studio TC, è stata suggerita la possibilità di stimare la dilatazione del ventricolo destro alla TC multistrato con mezzo di contrasto. La TC multistrato permette infatti di effettuare ricostruzioni sul piano valvolare mitralico e tricuspidale, con buona visualizzazione delle camere cardiache. Con questa tecnica il sovraccarico delle sezioni destre può essere valutato attraverso la misura del diametro del ventricolo destro ed attraverso il calcolo del rapporto tra il diametro del ventricolo destro ed il diametro del ventricolo sinistro11. Qualora queste osservazioni preliminari vengano confermate su più vasta scala, la TC con mezzo di contrasto potrebbe essere impiegata come unico esame strumentale per la diagnosi e la stratificazione prognostica in pazienti con sospetta embolia polmonare. L’impiego di parametri sierologici di facile esecuzione ed ovunque prontamente disponibili per la diagnosi di disfunzione ventricolare destra potrebbe semplificare la gestione clinica dei pazienti con embolia polmonare acuta. Grazie a queste loro caratteristiche, i marcatori sierici hanno un ruolo fondamentale nella diagnostica delle sindromi coronariche acute. Il valore prognostico dei marcatori sierici in pazienti con embolia polmonare acuta è di recente acquisizione. Il Brain Natriuretic Peptide (BNP) è un indicatore di attivazione neuro-ormonale i cui livelli sierici aumentano anche in presenza di disfunzione ventricolare destra. Studi osservazionali hanno evidenziato una correlazione tra i livelli di BNP (o pro-BNP) e la presenza di compromissione emodinamica e di disfunzione ventricolare destra all’ecocardiografia. In alcuni studi è emersa una correlazione tra elevate concentrazioni di BNP e l’incidenza di morte o di deterioramento emodinamico. Tuttavia, il valore predittivo positivo del BNP e del pro-BNP riportati nei diversi studi varia tra il 12 ed il 26%. Pertanto, al BNP viene riconosciuto un ruolo in pazienti con embolia polmonare, essenzialmente per il suo elevato valore predittivo negativo che varia nei diversi studi tra il 96 ed il 100%12,13. Questi dati sono stati confermati in pazienti emodinamicamente stabili14 ed in pazienti di età superiore a 65 anni15. Pertanto, bassi livelli sierici di BNP potrebbero selezionare i pazienti senza compromissione emodinamica con rischio minimo di complicanze candidati alla gestione ambulatoriale. Allo stesso modo, elevati valori di BNP potrebbero essere impiegati per selezionare quei pazienti con embolia polmonare e normale pressione arteriosa da sottoporre ad ulteriori esami quali l’ecocardiogramma ed il dosaggio della troponina. Il valore prognostico di un nuovo marcatore sierico, l’Heart type-FABP, è stato valutato in pazienti con embolia polmonare acuta in uno studio clinico osservazionale16. L’Heart type-FABP è una proteina citoplasmatica che permette il trasporto intracellulare di acidi grassi non solubili. L’Heart type-FABP viene rilasciata entro 6 ore dall’insorgenza del danno miocardico. Ulteriori studi dovranno confermare la correlazione tra i livelli sierici di Heart type -FABP e la mortalità in pazienti affetti da embolia polmonare. Indici di danno miocardico: la troponina L’aumento dei livelli sierici di troponina indica la presenza di danno miocardico17. L’aumento dei livelli sierici di troponina T o I si verifica in una serie di condizioni cliniche, in conseguenza di diversi meccanismi fisiopatologici (tabella 2 alla pagina seguente). A prescindere dal meccanismo di rilascio e dalla condizione clinica, elevati livelli di troponina sono associati ad una prognosi sfavorevole19. A seguito di un danno lieve e reversibile dei miociti, viene inizialmente rilasciata la frazione citosolica della troponina. Quando il danno diviene irreversibile, la membrana cellulare diviene permeabile e la troponina contenuta nei miofilamenti viene gradualmente rilasciata. Questa cinetica di rilascio in due tempi spiega il motivo per cui elevati livelli di troponina non sono patognomonici di infarto del miocardio e neppure di danno miocardico irreversibile. C. Becattini, G. Manina, G. Agnelli: Prognosi nell’embolia polmonare acuta: ruolo delle troponine 513 In uno studio osservazionale in pazienti con embolia polmonare, la pressioCondizione clinica Meccanismo di rilascio ne arteriosa media era significativamente più bassa Sindromi coronariche Occlusione trombotica di una coronaria (STEin coloro che avevano eleMI), microembolizzazione (NSTEMI) vati livelli di troponina alRivascolarizzazione coronarica Occlusione , dissezione coronaria, stent ingoml’ingresso, rispetto ai paPost PTCA branti, microembolizzazione, cardioprotezione zienti che avevano livelli di CABG incompleta, danno da riperfusione, trauma chitroponina normali (77 ± 19 rurgico diretto mm Hg versus 93 ± 17 mm Embolia polmonare Stiramento del ventricolo destro, ipotensione, Hg, p= 0,015)22. Elevati vaipossiemia lori di troponina si associavano ad una prevalenza Scompenso cardiaco Stiramento delle pareti miocardiche, ipossieacuto mia, ipoperfusione sistemica e/o coronaria più elevata di blocco di cronico Stiramento delle pareti miocardiche, danno da branca destra all’elettrostress ossidativi e neuroumorale cardiogramma, rispetto ai pazienti con normali valori Pericarditi/Miocarditi Danno infiammatorio diretto dei miociti di troponina (33% versus Dissezione aortica acuta Dissezione coronaria 10%, p= ns), mentre il complesso S1Q3T3 era più coSituazioni critiche di stress Alterazione della domanda/offerta di O2, danno mune nei pazienti con nor(sepsi/trauma cardiaco) mediato da citochine/endotossine mali valori di troponina Insufficienza renale Sconosciuta (6% versus 20% p= ns). In STEMI = ST elevated myocardial infarction, ovvero infarto del miocardio con sopraslivellaquesto studio, il 67% dei mento del tratto ST; NSTEMI= non ST elevated myocardial infarction, ovvero infarto del pazienti con elevati valori miocardio senza sopraslivellamento del tratto ST; PTCA= percutaneous transluminal corodi troponina avevano sonary angioplasty, ovvero angioplastica coronaria percutanea transluminale; CABG= corovraccarico ventricolare denary artery by-pass grafting = by-pass aorto-coronarico stro all’ecocardiogramma, rispetto al 15% dei pazienti con normali livelli di troponina (p= 0,004). Allo stesso modo, la pressione In corso di embolia polmonare con sovraccaripolmonare era significativamente più alta nel co protratto del ventricolo destro, come consegruppo con troponina elevata, rispetto al gruppo guenza dello stiramento muscolare si viene a con troponina normale (51 ± 8 mm Hg versus 40 ± creare un’ischemia da domanda del ventricolo de9 mm Hg, p= 0,002). stro. La cinetica di rilascio della troponina osservata in pazienti con embolia polmonare è diffe In uno studio in 56 pazienti con embolia polmorente da quella osservata in pazienti con infarto nare acuta è stata osservata un’associazione tra eledel miocardio. In pazienti con embolia polmonare vati livelli di troponina e mortalità intra-ospedalieil picco di troponina è meno pronunciato ed i vara (OR 29,6, 95% IC 3,3 - 265,3), ipotensione prolori sierici tendono a mantenersi elevati per un lungata e shock (OR 11,4, 95% IC 2,1 - 63,4), necesperiodo di tempo più breve. 18 Nell’infarto del miosità di rianimazione cardiopolmonare (OR 18,0 95% cardio, livelli sierici di troponina sono rilevabili IC 2,6 - 124,3)20. La troponina è risultata un fattore dopo tre ore circa dall’inizio dei sintomi e rimangono elevati per 10-14 giorni. Descritta graficadi rischio indipendente per mortalità a 30 giorni almente, la concentrazione sierica di troponina in la regressione multivariata (OR 15,2, 95% IC 1,22 corso di infarto del miocardio assume il caratteri190,4). Questi dati sono stati confermati in uno studio in 64 pazienti con embolia polmonare emodinastico andamento di picco precoce e di spalla persistente. micamente stabili21. In questo studio un solo paNell’embolia polmonare, il picco dei livelziente su 32 pazienti con troponina normale ha preli sierici di troponina è rilevabile dopo 10 sentato un evento avverso rispetto a 14 di 32 paore circa e la persistenza di valori elevati è zienti con elevati livelli di troponina (p=0,001). di 2-3 giorni, con una media di 30 ore; la tro In uno studio retrospettivo, la combinazione di ponina rimane dosabile per 40 ore dopo il rielevati livelli sierici di troponina e disfunzione vencovero18. tricolare destra all’ecocardiogramma si è associata ad un valore predittivo negativo pari all’89% per la Alcuni studi hanno evidenziato che elevati limortalità a 30 giorni. Il valore predittivo positivo velli plasmatici di troponina costituiscono un fattore di rischio indipendente per evento avverso in era pari al 38%23. Il valore prognostico incrementapazienti con embolia polmonare20. Il valore prole di elevati livelli di troponina e disfunzione vengnostico dei livelli di troponina è stato confermatricolare destra all’ecocardiogramma, se confermato, potrebbe essere impiegato per individuare un to in pazienti con embolia polmonare che si pregruppo di pazienti con embolia polmonare a rischio sentano senza segni di compromissione emodinadi morte ed eventi avversi particolarmente elevato. mica21. Tabella 2. Cause di aumento della troponina e relativi meccanismi fisiopatologici. 514 Recenti Progressi in Medicina, 99, 10, 2008 I risultati di 20 studi osservazionali (1985 pazienti) Tabella 3. Valore prognostico dei livelli serici di troponina in pazienti con embolia polmonare: risultati di una recente meta-analisi. sul valore prognostico dei livelli sierici di troponina in Evoluzione clinica Troponina Troponina OR pazienti con embolia polmoelevata normale [95% IC] nare sono stati inclusi recenn/N (%) n/N (%) temente in una meta-analisi24. Mortalità totale nella 122 / 618 51 / 1367 5,24 La meta-analisi mostra un popolazione totale (19,7) (3,7) [3,28-8,38] rischio di morte a breve terMortalità totale in 34 / 190 17 / 725 5,90 mine aumentato di 5,24 volte Morte pazienti ES (17,9) (2,3) [2,68-12,95] in pazienti con elevati livelli sierici di troponina rispetto a Morte per embolia 34 / 207 6 / 438 9,44 pazienti con livelli sierici di polmonare (16,4) (1,4) [4,14-21,49] troponina normali (95% IC Popolazione totale 92 / 211 47 / 319 7,03 3,28 – 8,38) (tabella 3). Dal(43,6) (14,7) [2,42-20,43] Evoluzione l’analisi di 8 studi (645 paavversa° Pazienti ES 38 / 103 32 / 149 4.12 zienti) la mortalità per embo(36,9) (21,5) [0,71-23,86] lia polmonare è risultata di 9,44 volte superiore in paES= emodinamicamente stabili; OR= Odds Ratio; IC= intervallo di confidenza. ° uno tra i seguenti: morte, shock, necessità di terapia trombolitica, intubazione endotrazienti con troponina elevata richeale, terapia con catecolamine per ipotensione sostenuta, rianimazione cardiopolmonare, spetto ai pazienti con troponina normale (95% IC 4,14 – recidiva di embolia polmonare. 21,49). Il valore prognostico della troponina per la mortalità è stato confermato nell’analisi dei 7 studi che hanBibliografia no incluso pazienti emodinamicamente stabili (915 pa1. Heit JA. The epidemiology of venous thromboemzienti) (OR 5,90; 95% IC 2,68 – 12,95). Elevati livelli bolism in the community: implications for prevendi troponina sono risultati inoltre associati con decorso tion and management. J Thromb Thrombolysis clinico complicato (necessità di intubazione orotra2006; 21: 23-9. cheale, trombolisi, shock, somministrazione di cate2. Dalen JE. Pulmonary embolism: what have we colamine per sostenere il circolo o recidiva di embolia). learned since Virchow? Treatment and prevention. Tuttavia, ad oggi nessuno studio ha specificaChest 2002; 122: 1801-17. mente valutato il ruolo della terapia trombolitica 3. Goldhaber SZ, Visani L, De Rosa M. Acute pulin pazienti con embolia polmonare ed elevati livelmonary embolism: clinical outcomes in the Internali sierici di troponina né in pazienti con elevati litional Cooperative Pulmonary Embolism Registry. velli sierici di troponina associati a disfunzione venLancet 1999; 353: 1386-9. 4. Konstantinides S, Geibel A, Olschewski M, Heinrich tricolare destra all’ecocardiogramma. Conclusioni: i punti chiave L’impiego della troponina come indice di stratificazione prognostica in pazienti con embolia polmonare acuta potrebbe semplificare ed ottimizzare la gestione della fase di ospedalizzazione e la scelta del trattamento. La determinazione dei livelli sierici di troponina è ampiamente disponibile in regime di urgenza mentre l’ecocardiografia richiede un personale dedicato. L’ecocardiografia, pertanto, non è sempre prontamente disponibile ed è un’indagine operatore-dipendente. Le implicazioni cliniche dei diversi marker prognostici sono vincolate ai risultati di studi clinici che valutino il beneficio clinico dell’impiego della terapia trombolitica in pazienti con embolia polmonare e livelli elevati di troponina, o della gestione ambulatoriale dei pazienti senza segni di compromissione emodinamica, normali livelli di troponina ed ecocardiografia nella norma. 5. 6. 7. 8. 9. 10. F, Grosser K, Rauber K, et al. Association between thrombolytic treatment and the prognosis of hemodynamically stable patients with major pulmonary embolism: results of a multicenter registry. Circulation 1997; 96: 882-8. Carson JL, Kelley MA, Duff A, Weg JG, Fulkerson WJ, Palevsky HI, et al. The clinical course of pulmonary embolism. New Engl J Med 1992; 326: 12405. Konstantinindes S, Geibel A, Heusel G, Heinrich F, Kasper W for the Management Strategies and Prognosis of Pulmonary Embolism-3 Trial Investigators. Heparin plus Alteplase compared with heparin alone in patients with submassive pulmonary embolism. N Eng J Med 2002; 347: 1143-50. Kucher N, Rossi E, De Rosa M, Goldhaber SZ. Massive pulmonary embolism. Circulation 2006; 113: 577-82. Task force on pulmonary embolism, The European Society of Cardiology Guidelines on diagnosis and management of acute pulmonary embolism Eur Heat J 2000; 21: 1301-36. Aujesky D, Obrosky DS, Stone RA, Auble TE, Perrier A, Cornuz J, et al. A prediction rule to identify low-risk patients with pulmonary embolism. Arch Intern Med 2006; 166: 169-75. Wicki J, Perrier A, Perneger TV, Bounameaux H, Junod AF. Predicting adverse outcome in patients with acute pulmonary embolism: a risk score. Thromb Haemost 2000; 84: 548-52. C. Becattini, G. Manina, G. Agnelli: Prognosi nell’embolia polmonare acuta: ruolo delle troponine 11. Schoepf UJ, Kucher N, Kipfmueller F, Quiroz R, Costello P, Goldhaber SZ. Right ventricular enlargement on chest computed tomography a predictor of early death in acute pulmonary embolism. Circulation 2004; 110: 3276-80. 12. Kucher N, Printzen G, Doernhoefer T, Windecker S, Meier B, Hess OM. Low Pro-Brain Natriuretic Peptide levels predict benign clinical outcome in acute pulmonary embolism. Circulation 2003; 107: 1576-8. 13. Sohne M, Ten Wolde M, Boomsma F, Reitsma JB, Douketis J, Buller HR. Brain natriuretic peptide in hemodynamically stable acute pulmonary embolism. J Thromb Haemost 2006; 4: 552-6. 14. Kostrubiec M, KaczyDska A, Pruszczyk P, et al. Risk assessment in acute pulmonary embolism. Eur Heart J 2006; 27: 1384-5. 15. Ray P, Maziere F, Medimagh S, Lefort Y, Arthaud M, Duguet A, Teixeira A, Riou B. Evaluation of B-type natriuretic peptide to predict complicated pulmonary embolism in patients aged 65 years and older brief report. Am J Emerg Med 2006; 24: 603-7. 16. Kaczyñska A, Pelsers MM, Bochowicz A, Kostrubiec M, Glatz JF, Pruszczyk P. Plasma heart-type fatty acid binding protein is superior to troponin and myoglobin for rapid risk stratification in acute pulmonary embolism. Clin Chim Acta 2006; 371: 117-23. 17. Antman EM. Decision making with cardiac troponin tests. N Eng J Med 2002; 346: 2079-82. 18. Müller-Bardorff M, Weidtmann B, Giannitsis E, Kurowski V, Katus HA. Release kinetics of cardiac Indirizzo per la corrispondenza: Prof. Cecilia Becattini Università Medicina Interna e Cardiovascolare Via G. Dottori 1 06132 Perugia E-mail: [email protected] 19. 20. 21. 22. 23. 24. 515 troponin T in survivors of confirmed severe pulmonary embolism. Clin Chem 2002; 48: 673-5. Yalamanchili K, Sukhija R, Aronow WS, Sinha N, Fleisher AG, Lehrman SG. Prevalence of increased cardiac troponin I levels in patients with and without acute pulmonary embolism and relation of increased cardiac troponin I levels with in-hospital mortality in patients with acute pulmonary embolism. Am J Cardiol 2004; 93: 263-4. Giannitsis E, Müller-Bardorff M, Kurowski V, Weidtmann B, Wiegand U, Kampmann M, et al. Independent prognostic value of cardiac troponin T in patients with confirmed pulmonary embolism. Circulation 2000; 102: 211-7. Pruszczyk P, Bochowicz A, Torbicki A, Szulc M, Kurzyna M, Fijalkowska A, et al. Cardiac troponin T monitoring identifies high-risk group of normotensive patients with acute pulmonary embolism. Chest 2003; 123: 1947-52. Mehta NJ, Jani K, Khan IA. Clinical usefulness and prognostic value of elevated cardiac troponin I levels in acute pulmonary embolism. Am Heart J 2003; 145: 821-5. Scridon T, Scridon C, Skali H, Alvarez A, Goldhaber SZ, Solomon SD. Prognostic significance of troponin elevation and right ventricular enlargement in acute pulmonary embolism. Am J Cardiol 2005; 96: 303-5. Becattini C, Vedovati MC, Agnelli G. Prognostic value of troponins in acute pulmonary embolism: a meta-analysis. Circulation 2007; 116: 427-33.